L'olio italiano e la sfida della qualità

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L’

olio è un tassello importante della quotidianità degli italiani, della cucina e della cultura nazionali, ma ha un ruolo importante e crescente anche all’estero. Secondo le stime effettuate dal consiglio oleico internazionale (COI) i consumi mondiali nel 2014 saranno pari a circa 3 milioni di tonnellate, cresciuti del 53% in 20 anni (erano 1,7 milioni nel 1993-94). Crescono i consumi in paesi come il Brasile (70 mila tonnellate stimate nel 2014, +420% in 20 anni), gli Usa (300 mila tonnellate circa, +154%), il Giappone (51 mila, +684%). In Cina il consumo è passato dalle 12 mila tonnellate dell’annata 2012-13 a 40 mila nell’ultima annata. Pur in tempi di crisi, in controtendenza con l’andamento del complessivo del settore, in Italia sono proprio i consumi di qualità a far registrare una crescita: secondo il monitoraggio flussi oli di oliva e di sansa di Assitol (agosto 2013) si riscontrano dati positivi solo per le nicchie, con un + 49,5% per le DOP, + 27,9% per il biologico, +14,7% per il “100% italiano”.

UN MERCATO DELL’OLIO POCO TRASPARENTE PENALIZZA IL CONSUMATORE E CHI PRODUCE QUALITÀ

Eppure il mercato dell’olio da olive resta poco trasparente, dove solo di rado l’acquisto è (può essere) realmente consapevole. Un mercato, quindi, che penalizza il consumatore e chi produce qualità. Spesso la qualità percepita dai consumatori non corrisponde a quella reale del prodotto. Il potere informativo - sinonimo di potere contrattuale ed economico - dei grandi gruppi è riuscito negli anni a creare una forte affezione nei confronti dei marchi, affermando nelle scelte di acquisto il binomio “marchio = qualità”. Binomio non sempre veritiero. Recenti campagne demoscopiche hanno evidenziato la scarsa informazione dei consumatori su questo prodotto: sono pochissime le persone che si pongono la questione della provenienza delle olive e degli oli e, addirittura, sono pochissime quelle a conoscenza della differenza tra olio di oliva e olio extravergine di oliva. Da un’indagine a campione commissionata da UNAPROL-Consorzio olivicolo italiano in Belgio, Danimarca e Olanda sui comportamenti di acquisto dei consumatori europei, per esempio, risulta che solo il 46% degli intervistati acquista consapevolmente olio extravergine di oliva prodotto in Europa; il 43% acquista, invece, olio extravergine ma non conosce se abbia o meno origine europea, mentre l’11% del campione non usa oli extravergini di oliva prodotti nella UE. Solo il 39% del campione riconosce l’olio extravergine di oliva attraverso la lettura delle etichette; altri si 32


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