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SUL CARSO
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sparate. Fuori delia trincea il reticolato austriaco era stato spar
pagliato, schiacciato, annientato. Non ne rimangono che piccole masse sparpagliate qua e là come bracciate di frasche buttate a caso e poco più incomode di esse.
Ali ingresso di una galleria era stata fatta una grossa blin datura di cemento armato con poutrelles e sbarre di ferro. Una cannonata I aveva completamente sfasciata. Una nostra grossa
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bombarda giaceva inesplosa, coricata proprio in fondo alla tnncea.
Dalla cima. Borghi ed io guardavamo con il binocolo I Hermada e tutto il campo di battaglia. Sembrava a due passi da noi. Grossi
calibri nemici bombardavano gli avvallamenti tra le piccole quote, davanti ai contrafforti. I nostri.bombardavano le trincee, in cresta.
Duino, deserta e poco smantellata, si distingueva in ogni suo dettaglio: poi il mare, il beli*Adriatico celeste che si perdeva ali orizzonte in una lieve nebbia biancastra, il mare calmo e com
pletamente libero: dietro Duino, le grandi case di Trieste. È la prima volta che vedo Trieste!
Intanto Chiappini (che ha 20 anni appena), non curante della grandiosità dello spettacolo e del momento, correva di qua e di là come un fox-terrier, rovistando, fiutando le caverne, in cerca di armi e credo specialmente di un binocolo. Eccolo ad un tratto
che mi chiama da lontano, dal rovescio della quota, con gesti che indicavano cosa di grande importanza. Quando gli arrivai più da vicino mi grido: — « Ho trovato un austriaco! » — Con una
candela e la pistola in mano entrammo in galleria. In fondo in fondo giaceva un soldato con una gamba insanguinata e fasciata, da cui
era stato tagliato il calzone. Quando ci vide gridò misericordia: ameradi, Brot!» Credeva che lo spacciassimo 11 per 11. Gli par ai m te esco, ma parve non capire un acca. Lo feci alzare e
1 aiutai sino alla scalinata ripida delFimbocco. Lì me Io caricai sulla
schiena e Io strascinai fuori ali*aria aperta: poi un artigliere se lo carico sulle spalle e Io portò alla prima trincea.
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