RISK 12

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scacchiere

stato appena morto, correrà per Legge e Giustizia. Quali dunque gli scenari futuri? La vittoria di Komorowsky garantirebbe una maggiore unità di intenti al vertice polacco sulla strada intrapresa dal 2007, e quindi un maggiore sforzo per migliorare i rapporti con la Russia e l’Ue. Viceversa, la vittoria di Kaczynsky, improbabile ma non impossibile, manterrebbe la difficile “coabitazione” sperimentata dal 2007 tra premier e capo di stato, dando quindi maggior peso alle posizioni nazionalistiche, atlantiste, euro-scettiche e diffidenti nei confronti di Mosca. Tuttavia, i due scenari non sono così radicalmente diversi. Infatti, la vicinanza agli Stati Uniti e la cooperazione con i vicini non russi dell’Europa orientale in chiave euro-atlantica, bandiere dei Kaczynsky, fanno parte anche della piattaforma del governo Tusk, come dimostrato dall’accordo sulla difesa missilistica e dal lancio di una partnership militare strategica con Ucraina e Lituania. Più in generale, il popolo polacco e la sua classe politica condividono un forte sentimento nazionale, facilitato dall’elevata omogeneità etnica, linguistica e religiosa, nonché dalla memoria della resistenza polacca alle invasioni dei propri vicini. Non stupisce quindi che su alcune questioni non ci siano grandi divisioni politiche tra i due maggiori partiti: ad esempio, il riconoscimento della responsabilità sovietica per il massacro di Katyn, ufficialmente negata da Mosca durante la Guerra Fredda, è un punto non negoziabile per entrambi. Proprio su Katyn si è registrata un’importante apertura simbolica di Medvedev, che ha fatto pubblicare online alcuni file dell’archivio di stato russo, finora secretati, che dettagliano come l’Urss nel 1940 abbia pianificato ed eseguito il massacro di circa 22mila ufficiali polacchi, per poi attribuirlo ai nazisti. Il gesto si inquadra in una generale fase di distensione, dimostrata anche dalla prima commemorazione congiunta russo-polacca di Katyn, cui hanno presenziato Putin e Tusk poco prima dell’incidente aereo. Fase continuata con la partecipazione di Medvedev

ai funerali di stato delle vittime polacche svoltisi a Cracovia, e con la decisione di trasmettere sulla tv di stato russa il film-documentario “Katyn”. Il miglioramento del clima tra Varsavia e Mosca non risolve tuttavia gli elementi strutturali di frizione tra i due paesi. Aldilà dei capi di stato e di governo che si sono succeduti negli ultimi 20 anni, almeno quattro grandi elementi di divergenza hanno caratterizzato i rapporti bilaterali. In primo luogo, la difficile transizione dall’egemonia russa sulla Polonia all’integrazione di Varsavia nella sfera di influenza occidentale attraverso l’ingresso in Ue e Nato. In secondo luogo, il posizionamento geopolitico di Bielorussia e Ucraina: mentre la Russia vuole mantenere o ristabilire la sua influenza sui due vicini, per la Polonia tanto più essi sono indipendenti da Mosca tanto più è garantita l’indipendenza e la stabilità polacca, nonché la sua sicurezza nazionale. Il terzo oggetto del contendere è l’energia: la Polonia vuole ridurre la dipendenza energetica sua e dell’Ue dalla Russia, mentre Mosca persegue l’obiettivo opposto: entrambe le parti per motivi sia economici che politici. Il quarto elemento di frizione sta nella diversa memoria storica delle drammatiche vicende del Novecento coltivata dai due paesi, come esemplificato dal caso di Katyn. Tuttavia, in una prospettiva storica più ampia gli ultimi 20 anni rappresentano una vera età dell’oro per la posizione internazionale polacca: è infatti la prima volta che la Russia non domina la Polonia, come nella Guerra Fredda, che la Polonia non è spartita tra Germania e Russia, come nell’Ottocento, o che Varsavia non è in guerra con i suoi vicini, come nel resto della sua storia. In quest’ottica, la situazione della Polonia non può che migliorare. 61


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