Materiali per i Musei. Standard museali: assetti finanziari

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4 02 2008

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MATERIALI PER I MUSEI Standard Museali

trie e le morfologie delle relazioni: i progetti di cooperazione e di scambio, con quali attori, i rapporti con il mondo delle scuole in termini di relazioni organiche, di collaborazione, di messa in atto di laboratori e di attività didattiche con il numero dei partecipanti alle differenti tipologie di attività. Infine il rapporto con gli stake-holder pubblici o privati impegnati a sostenere in diversi modi l’attività del museo. Occorre in questo caso, da una parte, render conto delle modalità di impiego delle risorse ricevute e confrontarle con i risultati ottenuti, dall’altro far emergere il ruolo dei sostenitori e dar atto dell’impegno a sostenere e condividere una politica culturale, ribaltando l’adagio che vedrebbe nel museo un puro centro di costo sostenuto obbligatoriamente da una politica assistenziale, per far emergere, invece, come il museo possa essere considerato il “regista” che dirige, utilizza e indirizza un complesso di risorse messe a disposizione da altre istituzioni e da privati che condividono e contribuiscono, per la loro parte, a una narrazione, alla messa in campo di una politica culturale. Valorizzazione/interpretazione di edifici, siti, monumenti, territori. I rapporti del museo italiano con il territorio sono così stretti e intrecciati da motivare un intero ambito di standard dedicato a questo tema. In alcuni casi museo e territorio sono addirittura consustanziali, costituiti della stessa materia, sicché risulta impossibile leggere il territorio senza utilizzare le lenti del museo che lo interpreta. Il museo rappresenta un potenziale d’interpretazione e di progettazione insostituibile, da sviluppare appieno per una trasformazione non miope e predatoria del territorio di riferimento. È una caratteristica del museo italiano e della sua lunga formazione, della sedimentazione e del distillato dei suoi rapporti con un territorio di grande stratificazione culturale, attraverso cui è possibile individuare gli elementi genetici che percorrono le culture locali. Questo uso, che proietta una visione nel futuro e non contribuisce soltanto alla conservazione di una memoria passata, va fatto emergere nei suoi elementi di vitalità, nelle sue contraddizioni e nei suoi rapporti con il territorio; basti pensare al ruolo degli ecomusei, ai musei della città, ai musei diffusi, ai musei storici e archeologici locali. Diviene fondamentale non solo evidenziare il numero di expertise, di relazioni che si intrattengono con singoli beni e emergenze puntuali del proprio territorio, soprattutto per i musei diffusi (numero di siti, di oggetti, di cellule diffuse) ma l’ambito stesso delle relazioni culturali che il museo tocca attraverso le sue collezioni e rende interpretabili: i siti cui si riferiscono le collezioni, gli studi sulla città, le tematiche in riferimento alle geografie contemporanee, gli ambiti di ricerca da promuovere e attivare. La sede stessa del museo, in quanto monumento, brano urbano di alto valore, spesse volte, è testimone di questi legami strettissimi con l’intorno territoriale. L’impatto economico. Senza enfasi o sopravalutazioni illecite e sempre tenendo presente che i musei hanno una missione essenzialmente culturale, occorre tuttavia mettere in evidenza il funzionamento economico del museo, le sue ricadute locali, le esternalità, l’impatto economico. In primo luogo il museo rappresenta un attore economico, un centro di costo che contribuisce a ridistribuire risorse economiche – almeno in parte – sul territorio di riferimento. Descrivere e dar conto di questi ordini di grandezza non dovrebbe rappresentare un problema difficile: le risorse economiche ritornano al territorio sotto forma di stipendi, di pagamento di forniture, di consumi ecc. il cui conteggio dovrebbe poter essere completato agevolmente. Si tratta di un impatto diretto che, per quanto importanti risultino essere le dimensioni del museo, non rappresenta la dimensione economica

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