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BREEDING BUSINESS NEWSLETTER NOVEMBRE 2022 Breeding your success Considerazioni sulla coltivazione del cymbidium Phalaenopsis 4 2

Phalaenopsis

Phalaenopsis

Ha ancora senso offrire consigli sulla coltivazione, se i rischi energetici in Europa sconvolgono ogni piano? Ciò che un tempo sembrava normale, oggi non lo è più. E come affrontare, in un simile contesto, una coltivazione energivora come quella della Phalaenopsis?

Temperatura

Nella fase vegetativa, la temperatura ottimale si aggira tra i 27 e i 30°C; in generale vale la regola: maggiore è il calore (e la luce), più rapida la crescita. Verrebbe da chiedersi se per caso 27 o 28°C non siano già sufficienti. Solitamente, la crescita dipende dalla temperatura: più bassa è la temperatura, più lentamente procederà la formazione delle foglie. La temperatura non è tanto legata all’assimilazione, quanto piuttosto alla respirazione cellulare. L’equilibrio tra produzione e consumo di zuccheri determina la qualità e la crescita della pianta.

Umidità dell’aria Oltre alla temperatura, anche la luce e l’umidità dell’aria sono aspetti determinanti per la crescita e l’assimilazione. La luce è il fattore più importante per l’assimilazione, ma per una crescita ottimale è necessaria anche una corretta umidità dell’aria. Molta attenzione va dunque data all’umidità relativa (UR), con il 60-75% considerato quale valore ottimale.

Ma è davvero così? Riteniamo più importante concentrarsi sul deficit di umidità ovvero della quantità di umidità che può contenere 1 m3 di aria a una determinata temperatura, prima che l’aria si saturi (con UR 100%). Più alta è la temperatura, maggiore deve essere l’UR per evitare che l’aria diventi troppo secca per la pianta. Il valore limite per una buona crescita si aggira tra i 3 e i 7 grammi, ma ci si imbatte spesso in valori di 9 grammi o più. Con un’umidità relativa al 55% e una temperatura di 28°C, il deficit di umidità è di 11,5 grammi.

Stomi

Finché gli stomi sono ben chiusi, non c’è molto da rilevare. Non appena, però, dopo 9-10 ore di luce gli stomi si aprono per assorbire il CO2, se l’aria è troppo secca si richiudono subito. Se il processo è troppo lento, gli stomi non riescono ad aprirsi o chiudersi rapidamente e c’è il rischio di bruciatura delle foglie. Il fenomeno si presenta perlopiù nella seconda metà del pomeriggio, ma può anche verificarsi a fine mattinata se le lampade vengono accese subito dopo la mezzanotte. Un rischio probabilmente rientrato, perché considerati gli elevati prezzi attuali dell’energia, ormai si inizia ad accendere le lampade solo tra le 5 e le 6 del mattino. Se invece vengono comunque accese di notte, gli stami si apriranno nel pomeriggio, quando le temperature sono spesso ai

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valori massimi e l’UR a livelli minimi. Per questo si consiglia di dare meno luce nella seconda metà del pomeriggio e di aumentare l’UR.

In caso di temperature più alte è anche frequente che le piante siano più scarne. Spesso, si cerca di sopperire al problema somministrando più azoto, ma è molto meglio controllare invece che il deficit di umidità resti sotto i 9 grammi. Inoltre, lasciando entrare o somministrando più luce, la temperatura delle foglie sale di 1-3°C rispetto alla temperatura ambiente e il deficit di umidità sulle foglie raggiunge valori superiori a 10. Ha quindi molto più senso non solo puntare a temperature più alte, ma anche a una corretta umidità dell’aria.

Schermi

Per una crescita ottimale, anche una corretta temperatura notturna ha la sua importanza. A fine giornata si nota spesso che la temperatura della foglia scende di 0,5-1°C o anche più al di sotto della temperatura ambiente. Se di notte la temperatura della pianta raggiunge i 26°C o meno, a risentirne è la velocità di crescita. Un buon isolamento con 2 o persino 3 schermi previene un irradiamento eccessivo, riducendo o annullando il calo della temperatura della pianta. L’espulsione di umidità viene favorita da un buon isolamento dato da 2

o più schermi, grazie alla condensa dell’umidità contro il tetto della serra, soprattutto se in vetro.

Temperature più basse comportano un rallentamento della velocità di crescita. In passato, quando non si provvedeva all’illuminazione e le temperature di coltivazione erano 25-26°C, la durata media di coltivazione erano 52 settimane. Con le temperature più elevate e l’illuminazione, la durata di coltivazione si è ridotta di 10 settimane. Un risultato raggiunto anche grazie alla selezione di varietà a crescita più rapida.

Luce naturale Nei mesi prossimi ci sarà poca luce naturale. Con le giornate più corte e una bassa luminosità, è necessario ricorrere all’illuminazione artificiale. La luce naturale durante il giorno va sfruttata per quanto possibile tanto nella fase vegetativa, che nel raffreddamento e nella fase generativa. La schermatura della luce solare nell’emisfero boreale non è più necessaria da ora fino alla fine di gennaio.

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Illuminazione artificiale

Non avviare l’illuminazione artificiale troppo presto. Nella Phalaenopsis, dopo circa 9-10 ore di luce, a seconda della quantità di luce che le piante hanno ricevuto, il rendimento della fotosintesi cala. Nel periodo invernale, tra le 10.00 e le 14.00 la luce naturale è ancora discreta. Per la pianta, è consigliabile accendere le lampade tra le 06.00 e le 15.00. Non accendere l’illuminazione prima delle 04.00, cosicché nelle giornate di sole le piante possano sfruttare appieno la luce gratuita.

bene con la metà delle lampade, risparmiando così energia. Alle 18.00 l’illuminazione artificiale può essere spenta. Si ottiene così una lunghezza del giorno di 14 ore.

Nella fase vegetativa 2, 8 settimane prima del raffreddamento si può decidere di riportare la lunghezza del giorno a 12 ore. Ciò significa che il quantitativo di luce solare viene ridotto. La ricerca ha dimostrato che una lunghezza del giorno inferiore, malgrado un quantitativo di luce solare minore, non compromette la ramificazione, ma anzi la favorisce.

Rallentamento della crescita

Quando la pianta ha ricevuto 1-2 ore di illuminazione, successivamente, sfruttando il supplemento di luce, l’illuminazione artificiale può essere ridotta. La luce esterna non va quindi oscurata, ma anzi lasciata entrare al massimo finché non viene raggiunto il quantitativo di luce desiderato. Se del caso, nelle giornate soleggiate è pos sibile tenere spente la metà delle lampade. Se alle 15.00 il quantitativo di luce ottenuto è 5½ mol, è possibile lavorare

Se non è possibile diversamente, si può scegliere un’altra opzione, ovvero illuminare meno, o addirittura per nulla, durante la fase vegetativa, con conseguente rallentamento della crescita. Se queste piante esposte a illuminazione minore o nulla, nella fase di raffreddamento vengono sottoposte alla normale illuminazione (quantita tivo di luce), la ramificazione è comunque buona. La pianta deve però presentare foglie a sufficienza per poter fiorire bene. In caso di foglie scarse, la fase vegetativa deve essere prolungata.

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“Per la pianta, è consigliabile accendere le lampade tra le 06.00 e le 15.00”

È importante che proprio nella fase di raffreddamento e generativa si riduca il meno possibile la luce per evitare il fenomeno della formazione di un solo ramo e/o di pochi fiori. In questo caso, calcolare un paio di giorni di passaggio dal buio alla luce in considerazione della bruciatura delle foglie e dei danni da freddo. Allargare le piante e riportarle nella fase vegetativa, prima di raffreddarle, può prevenire danni.

vasi. L’uso di più vasi aperti e di substrato più secco è una delle possibili opzioni per ottenere di nuovo vasi più asciutti. In questo modo, è possibile coltivare con minori consumi di energia e minori rischi di vermi da vaso. Facile a dirsi, naturalmente, ma le conseguenze sulla coltivazione non sono poche.

Aumentare per tempo la temperatura dei tubi nella fase vegetativa e chiudere gli schermi prima di spegnere le lampade può prevenire il calo della temperatura che può portare alla formazione precoce dei rami. Non abbassare questo temporaneo picco di temperatura mediante ventilazione. Lasciare che la temperatura dei tubi scenda gradualmente per evitare sprechi di energia, perché sono proprio le rapide oscillazioni che comportano consumi extra.

LED

Quanto detto sopra si basa sui sistemi di illuminazione SONT. Ma come funziona con l’illuminazione a LED, full-LED o ibrida? Il rapido passaggio ai LED in diverse aziende ha certamente conseguenze sulla gestione della coltivazione. In ogni caso, l’illuminazione a LED o ibrida comporta un calo della temperatura media delle piante. Sarà quindi necessario incrementare il riscaldamento per sostituire l’apporto in termini di temperatura dei sistemi SON-T messi da parte. Con il full-LED le cose andranno ancora peggio. Schermi extra possono limitare il raffreddamento, ma ci sono conseguenze per la frequenza di innaffiamento. Meno SON-T comporta una più lenta asciugatura dei vasi. Soprattutto nella fase vegetativa, condizioni di maggior bagnato creano problemi di liprauta. Controllare quindi l’umidità dei vasi. Per farlo, è possibile pesare quotidianamente alcuni

Parlando di vermi da vaso, meritano senz’altro attenzione. Attualmente, rileviamo diverse esperienze positive di uso di garza nella fase vegetativa. Alcuni coltivatori hanno deciso di non utilizzare la garza nei mesi invernali fino alla fase vegetativa, perché comporta perdita di luce. Tuttavia, potrebbe avere più senso accettare la cosa, piuttosto che correre il rischio di infestazione.

Concimazione

Da questo momento è possibile adeguare la concimazione somministrando meno azoto. Esempio: con EC 1 e un rilascio di 14 o 15 mmol/l, una riduzione di 1-2 mmol/l non è affatto una cattiva idea per il periodo dal 1° novembre a metà gennaio. In un normale sistema a due vasche con nitrato di calcio a massima concentrazione, vasca da 1 m3, 3 kg di urea corrispondono a 1 mmol/l, quindi 6 = 2! Tornare quindi alle dosi normali e controllare che la temperatura dell’acqua sia sempre almeno di 20°C.

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“È importante che proprio nella fase di raffreddamento e generativa si riduca il meno possibile la luce”
“Controllare quindi l’umidità dei vasi”

Considerazioni sulla coltivazione del cymbidium

Un titolo insolito, in cui “riflessioni” sostituisce “consigli”. Dettato dagli attuali rischi legati al settore energia in Europa che almeno per ora mettono in stand-by i consueti consigli.

Temperatura

L’assortimento precoce fiorito prima del 1° novembre è ora in raffreddamento, per cui sono adatte medie giornaliere di 12-12,5°C. La ricerca ha dimostrato che per alcune varietà, temperature inferiori a 10°C possono compromettere la ramificazione. La ricerca si è concentrata soprattutto su temperature di 7°C, un valore basso che veniva mantenuto per l’intera fase di raffreddamento. Riteniamo che simili temperature possano persistere per qualche tempo, ad esempio durante una settimana fredda.

Umidità È certamente molto importante garantire adeguata dispersione dell’umidità in modo che la pianta resti attiva. Un metodo per ottenere la dispersione dell’umidità è, ad esempio, chiudere gli schermi, per cui l’umidità della serra si condensa contro il tetto, più freddo. Nel corso di diverse sessioni dell’iniziativa “Het Nieuwe Telen” (organizzate di recente per i coltivatori di Cymbidium con la collaborazione di Jan Voogt) e in alcune pubblicazioni sono state offerte maggiori informazioni a riguardo. Mantenere le piante attive consente di controllare le piante attraverso il consumo di acqua. È anche possibile misurare quanto umido produce la pianta di notte utilizzando una bilancia in grado di pesare in grammi. L’ideale è puntare all’emissione di vapore dalle piante per almeno 2 litri per m2/settimana, ovvero intorno ai 300 ml per m2/giorno. Pesare le piante e/o registrare i dati di rilascio e drenaggio è un buon metodo di monitoraggio.

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È possibile risparmiare energia anche chiudendo tutti gli schermi nella seconda metà del pomeriggio e imprigionare il calore presente. In caso di bassa temperatura esterna, anche le finestre possono rimanere chiuse, perché la condensa contro il tetto della serra garantisce una dispersione sufficiente dell’umidità. Così facendo, anche il calo della temperatura sarà meno brusco e rapido. In simili casi, l’umidità dell’aria potrebbe anche raggiungere livelli elevati, con conseguente rischio di botrite e alternaria nei fiori dell’assortimento natalizio e intermedio.

Da anni è ormai noto che un dispositivo di misurazione extra sopra lo schermo offre molte informazioni e si ripaga facilmente attraverso il risparmio di energia, a maggior ragione ora! Inoltre, misurando l’UR all’esterno, sulla torre meteorica, si può riportare su un unico grafico l’umidità assoluta (UA) nella serra, sopra lo schermo e all’esterno. Si ottiene così un quadro chiaro dell’umidità espulsa ed è possibile adottare misure mirate qualora risulti insufficiente.

Tubi

Dispositivi di misurazione

Se si vuole affrontare di petto il problema dell’umidità, è consigliabile mantenere due dispositivi di misurazione sempre perfettamente funzionanti, ovvero con solo lievi scostamenti. Ciò significa stoppino pulito, acqua a sufficienza, ventilatorino correttamente funzionante, ecc. Anche i dispositivi di misurazione digitali devono essere sottoposti a manutenzione. In questo modo è possibile dedicarsi alla coltivazione con un livello di UR del 90%.

Va comunque tenuto conto che i fiori possono essere più freddi per l’irradiamento. In questo caso, intorno al fiore si raggiunge facilmente il 95%, con la possibilità che si presentino tracce di muffa.

Nuove prospettive indicano anche che i ventilatori sono più efficaci nel far muovere l’aria rispetto ai tubicini. Per dirla in breve, un ventilatore consuma 1 Watt/m2 di energia, mentre un tubo di crescita con una temperatura minima consuma facilmente 20 Watt/m2. Riscaldando il terreno con il sole, si ottiene per così dire l’effetto di un tubicino. L’aria viene messa in movimento già se la fonte di calore è 10°C più calda della temperatura ambiente, ovvero una temperatura del tubo di 24°C ha già una certa efficacia se l’ambiente è a 14°C. La temperatura di un tubo in caso di temperatura così bassa non sarà però ovunque 24°C, anche se impostata così.

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“In caso di bassa temperatura esterna, anche le finestre possono rimanere chiuse”

Teli di oscuramento

Chiudendo gli schermi si riduce l’irradiamento e parti delle piante, fiori e rami si raffreddano più lentamente. Proprio quando la temperatura dei rami da fiore (germogli) è più bassa, la temperatura ambiente e l’umidità dell’aria raggiungono i livelli più alti. Può persino formarsi condensa e proprio questi due fattori sono problematici.

I teli di oscuramento chiusi almeno all’80% o sottili tubi di riscaldamento all’altezza dei rami da fiore prevengono questi inconvenienti. Anche un telo di oscuramento con fasce aperte chiuso al 90%, limita già l’irradiamento in quel 90% di superficie. Per ottenere un quadro più chiaro degli effetti dell’irradiamento nel corso dell’anno, non può mancare un sensore di radiazione netta al di sopra delle piante. Per dare un’idea: il raffreddamento da irradiamento può ammontare a 40-50 Watt/m2. In altre parole: è necessario un tubo da 40-50°C per compensarlo. Gli stessi consigli sono validi anche per l’assortimento intermedio e tardivo.

prezzi dell’energia tornino alla normalità, si può tornare alla fioritura anticipata (o ritardata) nel giro di un anno. Per l’assortimento precoce è importante diradare i grappoli a settembre, con una temperatura leggermente più alta (sole) e nutrimento (azoto). Se entro il 1° marzo la temperatura media giornaliera viene riportata a 20°C, la fioritura avviene a partire dalla settimana 40. Riscaldare nella settimana 7 significa anticipare il riscaldamento di due settimane, che non si riflette però in un anticipo della fioritura di due settimane, ma piuttosto di 4-5 giorni, a fronte di una produzione che può risultare inferiore e non omogenea. Anche questo è risultato dalle ricerche condotte nella stazione sperimentale per la floricultura.

Ritardare la fioritura è possibile tenendo le piante al fresco e al buio in primavera, calde in estate e fino all’autunno e soprattutto molto calde nel periodo da ottobre a dicembre. Naturalmente, il primo anno i risultati non saranno perfetti, ma già il secondo darà migliori frutti.

Periodo di fioritura

Il Cymbidium, o quantomeno i fiori recisi, può essere coltivato tutto l’anno. Per farlo, l’assortimento precoce deve essere preparato per poter fiorire a settembre, a fine ottobre fase fredda e a inizio febbraio caldo, con una media giornaliera di 20°C. L’assortimento di Natale va messo, a partire da metà marzo, a una temperatura media giornaliera di 20°C. L’assortimento a fioritura tardiva deve essere tenuto caldo durante la primavera e fino a fine dicembre, con una media giornaliera anche superiore ai 20°C. Purtroppo, considerati gli attuali prezzi dell’energia può essere una follia. Se non si riesce a mantenere una media giornaliera a quei valori, l’assortimento precoce fiorirà intorno a Natale e quello a fioritura tardiva intorno a San Valentino-marzo. I periodi di fioritura si accavallano, con conseguenze negative per i piani di fornitura.

Anticipare e ritardare

Dal punto di vista storico, si riteneva che ci volessero anni per riuscire ad anticipare o ritardare il periodo di fioritura. Ma da una ricerca di ben 20 anni fa condotta nella sull’ex stazione sperimentale per la floricultura ad Aalsmeer, nonché dalle nostre esperienze, è risultato non essere così. Ritardando la fioritura a Natale per 1-2 anni, in attesa che i

Il vantaggio del Cymbidium rispetto alla Phalaenopsis è che il primo regge il freddo senza che la pianta muoia. Nella Phalaenopsis, per crescere la pianta deve rimanere calda (25°C) e nella fase di raffreddamento la temperatura non deve scendere mai sotto i 18°, altrimenti muore. Adottando al meglio una simile strategia di coltivazione e temperature è possibile risparmiare molta energia e coltivare il Cymbidium in maniera efficace.

Maggiori informazioni sull’iniziativa Het Nieuwe Telen e i suoi principi di Plant Empowerment sono disponibili sui nostri siti web: www.kasalsenergiebron.nl e www.plantempowerment.academy. Attraverso il secondo link è possibile ordinare il manuale sulla coltivazione sostenibile e a basso consumo.

Adrie Smits

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Consulente per la coltivazione di Phalaenopsis, Cymbidium Miltonia, Odontoglossum
“Non può mancare un sensore di radiazione netta al di sopra delle piante”
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“Criando tu éxito”

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