Lech Raczak - Teatro 1964-2006

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Si tratta però di un articolo molto diverso da quello, scritto dieci

anni

prima,

contro

il

Parateatro.

Intanto

il

tono

è

molto più mite – sono cambiate le condizioni – e anche molto più, in un certo senso “dolente”. Si tratta di una apologia del teatro degli spettacoli, che ricorda anche con nostalgia gli spettacoli “per eccellenza” di Grotowski; forse di una sorta di amaro commento alla constatazione di essere stati traditi, ancora una volta, dal Maestro.

In

quell’occasione,

utilizzato

una

il

delle

convegno sue

di

Modena,

preferite

Grotowski

immagini,

quella

aveva della

scala.

“Ricordate il sogno di Giacobbe? Ascoltate ancora una volta… L’arte è come la scala di Giacobbe, sui cui gradini possono scendere gli angeli. Bisogna però che i gradini della scala siano

fatti

bene,

siano

fatti

della

più

alta

qualità

artigianale. L’artigianato è quello che può essere salvato; il teatro può anche morire”. (…) “Il teatro può morire… la libertà non si cerca nel teatro né nel mondo oltre il teatro. E’ da costruire e da conquistare da se stessi. Questo è il problema della scala di Giacobbe e della qualità dei suoi gradini” – ripete Grotowski.

E’ il 1989, e Grotowski ha già da qualche tempo avviato le sue ricerche a Pontedera. Da sette anni è assente dalla Polonia – i sette anni della dittatura del generale Jaruzelski, durante i

quali,

ricordiamolo

ancora,

Lech

Raczak

e

il

suo

Teatr

Ósmego Dnia si erano esposti in tutto e per tutto, facendo teatro

clandestino

nelle

cantine,

nelle

chiese

e

negli

appartamenti, sopportando arresti e censure, fino all’estremo di essere messi fuorilegge.

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