Dall'alto in basso, da sinistra a destra: nei pressi di Fagnano Olona e di Lonate Ceppino; la ex stazione di Castiglione Olona; il cotonificio Candiani e un passaggio della pista, a lato binari, nei pressi di Fagnano Olona; vicino al ponte di Cairate; tratto disastrato, sedime eroso; sotto il viadotto FNM di Malnate; casello di Gurone-Malnate; il treno a vapore passa vicino a Rodero (agosto 2010); confine svizzero di Santa Margherita.
La vicenda storica della ferrovia della Valmorea è strettamente legata allo sviluppo industriale della valle dell’Olona, che, grazie alla presenza del corso d’acqua, è stata uno dei principali assi industriali della provincia di Varese dalla fine dell’ottocento fino al secondo dopoguerra. Le tormentate vicende del ‘900 fino al declino industriale e la prepotente affermazione del trasporto su gomma hanno segnato il declino e poi la sospensione del servizio ferroviario, seguito dal grave degrado dell’armamento ferroviario e delle strutture edili connesse. Fortunatamente tuttavia è rimasta intatta l’intestazione proprietaria (Ferrovie Nord Milano) e quindi la disponibilità del sedime per usi pubblici. Il paesaggio dell’intero corridoio vallivo imperniato sull’asse ferroviario è apprezzabile per gli aspetti naturali e per i pregevoli monumenti di archeologia industriale che caratterizzano il territorio. Sui terrazzamenti immediatamente circostanti sono raggiungibili importanti complessi archeologici e architettonici più antichi, quali il nucleo medioevale di Castiglione Olona, il monastero-fortificazione di Torba, il monastero di Cairate, il castello visconteo di Fagnano Olona. Il declino industriale ha stimolato la ricerca di nuove forme di fruizione della valle nel segno della valorizzazione storica e ambientale. Anche in questa prospettiva l’infrastruttura ferroviaria rimane fondamentale. Sul recupero della infrastruttura ferroviaria come filo conduttore di una greenway estesa dal confine svizzero fino
alle porte dell’area nord milanese si sono confrontate le due ipotesi, a volte in conflitto, della riattivazione ferroviaria e del riuso ciclistico, sostenute con convinzione da associazioni e istituzioni locali. Per soddisfare entrambe le aspettative si sono finora trovate soluzioni adeguate, anche se non sempre ottimali e talvolta economicamente dispendiose. Da Castellanza a Castiglione Olona l'infrastruttura ferroviaria è oggi inattiva e in degrado, affiancata per alcuni tratti da pista ciclopedonale. Da Castiglione Olona al Casello di Folla di Malnate la ferrovia è in stato di abbandono e in alcuni punti spezzata dalle opere di laminazione del fiume e da nuovi svincoli stradali. Da Folla di Malnate al confine di stato il sedime è stato recuperato a ferrovia turistica, non elettrificata. Il tratto svizzero è parzialmente in esercizio per il trasporto merci. Parallelamente all’impegno della Provincia di Varese nella realizzazione della pista ciclopedonale in Valle Olona, nel tratto più a nord compreso tra il confine di stato di Santa Margherita e Folla di Malnate si è attivato il PLIS (Parco locale di interesse sovracomunale) della Valle del Lanza per la realizzazione di un percorso ciclabile, oggi realizzato per un tratto di circa 4,5 km fino a Molino del Trotto (Cagno, CO) a fianco dei binari recuperati come ferrovia turistica. I due tratti della Valle Olona e della Valle del Lanza sono suscettibili di integrazione in un progetto unitario di itinerario ciclabile internazionale tra Canton Ticino (CH), varesotto e area milanese. Schede
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