E BUSINESS N 1-2018

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I

II

R COLLECTION HOTELS

glass house

«Tutto il personale deve cambiare passo »

La suite diventa un androide abitativo

Immersi in parchi secolari, affacciati sul lago o sul mare: negli alberghi di R Collection Hotels il tempo sembra essersi fermato, ma in realtà tutto cambia. «Il digitale? Una scelta e una necessità. E anche il personale non “tecnologico” deve mutare le proprie abitudini» «Non potevamo permetterci di rimanere arenati ai vecchi criteri da turismo da scrivania. Il singolo cliente, i tour operator, le agenzie di viaggio: il linguaggio digitale è di tutti e quindi anche nostro». Chi parla a nome del gruppo R Collections Hotel è Ludovica Rocchi, ultima generazione della famiglia Rocchi, cui fanno capo il Grand Hotel Bristol di Rapallo, l'Hotel Royal Victoria di Varenna (Lecco), il Grand Hotel Victoria di Menaggio (Como), l'Hotel Mentana di Milano, il King Hotel Motel di Varedo (Monza Brianza) e, new entry, l'Hotel Villa Cipressi (nella foto), antica magione sempre a Varenna. Ma cosa significa digitale per R Collection Hotels? «Un cambiamento a 360 gradi, nel quale anche gli investimenti nel web marketing e sui social giocano un ruolo chiave - risponde Ludovica -. Senza contare che la tecnologia è entrata di prepotenza all'interno delle strutture, con camere studiate in base alla domotica avanzata, ristorazione, minibar e rooming gestiti in rete via iPad, innovazione nei meccanismi gestionali, snellimento delle procedure. Fondamentale l'evoluzione del personale: ci stiamo impegnando in azioni di training che coinvolgono anche chi è meno avvezzo a questi argomenti». «Un servizio sempre più ad personam e un sistema di prenotazioni gestito da un unico portale sono le nostre sfide future» conclude Ludovica, consapevole del fatto che «alla fine, comunque, l'obiettivo è vendere ciò che realmente è: i clienti devono conoscerti, accertarsi che tutto sia vero e che non si facciano online promesse che poi vengono disattese». 

La nuova scommessa dell’artefice di Dream&Charme, Giorgio Caire de Lauzet, è la Glass House, una “super suite esperienziale” responsiva ed ecofriendly L'esperienzialità è il perno intorno a cui gira il turismo 4.0 di lusso. Un concetto chiaro a Giorgio Caire de Lauzet, fondatore nel 2006 di Dream&Charme, un network di ville private, castelli e dimore di lusso affittati a clienti esclusivi di tutto il mondo: una realtà italiana al 100%, ma corteggiata dai grandi network internazionali. Nel 2016 Caire de Lauzet ha lanciato un format innovativo: il suo nome è Glass House e si tratta di una struttura indipendente di circa 80 metri quadri, circondata da 2mila metri quadri di giardino e arredata da importanti designer, con cucina multifunzionale, hammam, sauna. Basta un click (sul sito di Dream&Charme, ma anche su Booking.com o Airbnb) per prenotare un soggiorno in quello che per ora è un solo esemplare, in Monferrato, «ma tutto è pronto per replicare il format in altre sedi, dando la possibilità di affittare o anche di comprare la Glass House». Cosa c'entra il digitale? «Direi tantissimo, tant'è che io definisco la Glass House "androide abitativo"» risponde Caire de Lauzet, che sottolinea come la "suite esperienziale" in vetro trasparente sia stata studiata in sinergia

con istituti specializzati in robotica applicata. «È uno spazio interattivo e responsivo - sottolinea l'imprenditore - all'insegna della personalizzazione: dalla temperatura che diventa clima (di Capri, di Cortina o di qualunque località si desideri), all’attivazione vocale dei comandi, fino al riconoscimento facciale dell’utente a 83 punti e alla sua profilazione biometrica. «Il futuro - conclude - potrebbe essere il primo resort a cinque stelle realizzato al 100% con le nostre Glass House». 

III

GRUPPO TOWNHOUSE HOTELS

Nel "salotto buono" porte aperte agli influencer Con il TownHouse Galleria affacciato sulla Galleria Vittorio Emanuele come testa di ponte, TownHouse Group sta potenziando gli investimenti in influencer marketing per conquistare il pubblico dei Millennials Accorciare le distanze con un pubblico giovane è la sfida di un player cui fanno capo diversi hotel blasonati tra Milano, Torino e l’area tra Marche ed Emilia Romagna, il Gruppo TownHouse Hotels. Un nome che in genere si associa al suo albergo più conosciuto, il 5 stelle lusso affacciato sull’Ottagono della Galleria Vittorio Emanuele, a poca distanza da un altro 5 stelle che fa capo alla società, collocato in piazza Duomo. La clientela di queste e delle altre strutture del gruppo non è composta solo da persone oltre gli “anta”. Sono i giovani altospendenti il target da conquistare ed è in quest’ottica che il ruolo di digital marketing manager è stato affidato a un Millennial, Alec Ramazzotti Malin.«Gestiamo internamente il digitale esordisce Malin - . Essendo il nostro un brand presente esclusivamente in Italia, disporre di una vicinanza fisica alle attività permette una gestione più attenta delle strategie». Strategie che vanno in tre direzioni: customer care, re-

portistica e analisi dei dati e, sempre più importante, investimento sui social. «Soprattutto da fine 2016 - afferma Malin - abbiamo deciso di accelerare nell’influencer marketing, aggiornando in termini di tone of voice e audience le strategie di comunicazione che prevedevano l’impiego di contenuti. Vogliamo che l’online sia una cassa di risonanza dell’experience che si respira nelle nostre strutture». 

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