Salute Style Magazine | Gennaio-Febbraio 2018

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VETERINARIA

La leggenda narra che lui insieme al suo maialino si recò tra gli inferi per prendere il fuoco e donarlo agli uomini. Il maialino lo aiutò a distrarre i demoni mentre lui si impossessava del fuoco. In questo giorno tradizionalmente la Chiesa benedice gli animali e le stalle ponendo tutti sotto la protezione del santo. La tradizione deriva dal fatto che l’ordine degli Antoniani aveva ottenuto il permesso di allevare maiali all’interno dei centri abitati, poiché il grasso di questi animali veniva usato per ungere gli ammalati colpiti dal fuoco di Sant’Antonio (sfogo pruriginoso della pelle simile alla varicella). I maiali erano sfamati a carico della comunità e circolavano liberamente nel paese con al collo una campanella. E da qui la rappresentazione del santo col maialino accanto. Inoltre la leggenda racconta appunto che la notte del 17 gennaio gli animali acquisiscono la facoltà di parlare. Durante questo evento i contadini devono tenersi lontano dalle stalle ed è vietato loro ascoltare le conversazioni degli animali in quando segno di cattivo auspicio. Dunque meglio tenersi distanti e lasciare che si parlino a loro piacimento.

GLI ANIMALI PARLANO DAVVERO? “Secondo un’antica leggenda la notte del 17 Gennaio, in cui si celebra Sant’ Antonio Abate, agli animali è data la facoltà di parlare”

È impossibile non comunicare: questa è una certezza della nostra esistenza. Comunichiamo con le parole, ma anche e soprattutto con tanti altri linguaggi del nostro corpo, come ad esempio lo sguardo. La comunicazione non è tuttavia una prerogativa ad esclusiva caratteristica umana. Essa è alla base dei vari gruppi di esseri viventi che esistono sulla terra e che la utilizzano nella maniera più adatta ed appropriata per trasmettere un messaggio, per farsi capire e per ottenere una reazione. Così, anche se gli animali non hanno facoltà di parlare riescono comunque a comunicare tra di loro, talvolta anche meglio di noi umani che parliamo, parliamo, e non ci capiamo. Il motivo per cui gli animali non “parlano” come l’ uomo è dovuto alla presenza di un gene che nella razza umana ha la funzione di regolare quelle abilità cognitive che sono necessarie per il linguaggio, mentre negli animali assume l’ importante funzione di coordinare i muscoli implicati nell’ emissione di suoni. Quasi tutte le specie animali hanno un loro linguaggio per comunicare, a volte davvero molto complesso, spesso unione di diversi elementi acustici, ottici e chimici. 20 - SaluteStyle

In molti comuni italiani si usa anche accendere dei falò che hanno funzione purificatrice e fecondatrice, come di fatti è simbolo il fuoco, che segna il passaggio dall’inverno e dalle giornate più buie verso la primavera. Le ceneri raccolte vengono poi tenute come amuleto per allontanare le malattie, in particolare della pelle e degli incendi.

Alcuni animali fischiano alla presenza di un nemico, le termiti addirittura battono il corpo per terra per segnalare un pericolo agli altri. Le api parlano tra di loro attraverso una danza, comunicandosi dove e cosa c’è da mangiare. Le balene sono capaci di emettere dei segnali acustici udibili fino a 5000 metri di distanza. Gli elefanti sono in grado di produrre altri suoni che l’uomo non comprende neppure. Nel corso della convivenza con il proprio amico fedele invece l’uomo ha imparato ad ascoltare e comprendere il linguaggio degli animali cresciuti a casa, quindi domestici. Ne comprendono meglio le esigenze e talvolta le richieste. Infatti, nonostante l’impossibilità di avere una comunicazione verbale, con un po’ di esperienza si riesce ad instaurare un buon rapporto di complicità e una sempre migliore comprensione. La facoltà di parlare degli animali è supportata dalla leggenda che ruota intorno al loro santo protettore, Sant’ Antonio Abate, che si celebra il 17 gennaio. Egli è il protettore anche del bestiame e del lavoro nei campi, tanto da essere raffigurato con accanto un maialino con al collo una campanella.

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Qualunque proprietario sa che il proprio animale “parla”. Chiunque abbia un animale in casa conosce gli innumerevoli modi di comunicare dei nostri amici. Posture, atteggiamenti e vocalizzi vengono utilizzati per comunicare con noi. Si va dalle amabili ronfate di saluto del micio di casa agli imperativi miagolii di richiesta di cibo e attenzione. Dagli affettuosi mugoli di ben arrivato ai poderosi latrati di allerta quando estranei si avvicinano alla nostra porta. Gli animali parlano anche con le loro buffe espressioni interrogative o di palese disappunto

quando usciamo senza di loro. Anche le posizioni del loro corpo hanno significati molto simili alle nostre parole e i nostri amici a quattro zampe sono maestri nell’esprimere le loro emozioni o necessità “parlando” e miscelando queste loro peculiari possibilità di espressione. A volte non è facile capire la loro lingua e per questo si può essere guidati da buoni comportamentalisti che ci facciano comprendere la lingua dei nostri compagni di avventura. Gli animali parlano, sono gli uomini che spesso non sanno ascoltare. Dott.ssa Monica Pais - Medico Veterinario

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