Fa aprile 2018

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17 lissimi si divertono creando… e i genitori anche, gli uni a fianco agl’altri. Oltre allo spazio giochi messo a disposizione con regolarità, e oltre ai tanti momenti formativi più rivolti agli adulti, vengono organizzati interessanti laboratori differenti a seconda dei periodi. La Scatola azzurra, la Bottiglia sonora, il Cestino dei tesori e tante piccole realizzazioni legate a festività e giornate di celebrazione riscontrano un grande entusiasmo soprattutto da parte di bambini più grandi: “Per certi laboratori in programma c’è addirittura la lista d’attesa” – sostiene un’operatrice del Centro. UNA RASSEGNA BELLINA BELLINA Nell’ambito de La bella stagione dello Spazio Tondelli anche quest’anno è stato proposto La bellina, cartellone teatrale di Riccione Teatro curato da Alex Gabellini. “E’ stato un incarico che ho fortemente inseguito, portando sul palco nuove idee di teatro ragazzi: un azzardo sensato, fatto di valutazioni e intrecci di pensieri. Ormai la Romagna ha un teatro ogni 10 chilometri, le programmazioni si assomigliano tutte, ospitando, per quanto riguarda il teatro ragazzi, unicamente titoli che strizzano l’occhio a favole e fiabe, dimenticandosi che il teatro ragazzi è fatto anche di quotidianità e storie reali. Molte compagnie vengono ‘escluse’ dal circuito solo perché osano proporre titoli e storie che non seguono la tradizione fiabesca. Io cerco lavori artigianali puri, mi piace la cura dei dettagli, la ricerca delle parole e dei temi. Spesso temi impegnativi, come la paura di crescere e dell’essere soli, l’amore di coppia, la salvaguardia della natura, degli animali e il dualismo tra individui, saltando dalla narrazione musicale al teatro circo, videoproiezioni, sabbiarte, circo teatro, pupazzi. Temi proposti da attori che sono ancor prima educatori: molti di loro hanno percorsi che conducono al teatro, una formazione nata tra i centri recupero, le ludoteche, le scuole e biblioteche, sono educatori sociali, educatori della parola, educatori dei gesti”. Ma i bambini assistono agli spettacoli da soli o assieme ai genitori? “Sono contrario ai bambini nelle prime file e genitori dietro, oppure ai genitori che se ne vanno; ritengo che gli spettacoli vadano vissuti insieme, come guardare un film sul divano… tutti insieme: e qui a Riccione lo fanno”.

IL CORPO E L’ANIMA Anche le parrocchie dedicano spazi e buone intenzioni per far trascorrere ai bambini dai 6 ai 14 anni i mesi da giugno a settembre in modo conviviale e sano. Quelle di Gesù Redentore, Mater Admirabilis e San Lorenzo propongono centri estivi con la preziosa collaborazione della cooperativa sociale Il Millepiedi di Rimini. Collaborazione che dal 2008 ha visto educatori con esperienza nel sostegno dell’handicap, ma anche persone per la maggior parte attive nella catechesi dei bambini o nelle scuole. Il numero di bambini accolti è cresciuto di anno in anno arrivando ormai ad una quota massima: quello di San Lorenzo è da sempre il più numeroso con una media di 50/60 bambini, quello dell’Alba con 30/40 e quello del centro con 20/30. I centri accolgono anche la maggior parte dei bambini portatori di handicap del Comune di Riccione e anche diversi dal Comune di Rimini e di Coriano. Questi bambini sono spesso seguiti dallo stesso educatore che d’inverno li segue a scuola essendo un servizio erogato sempre dalla medesima cooperativa.” Le nostre attività lasciano anche molto spazio alla libera espressione ed al gioco non strutturato – spiega un responsabile della cooperativa -, ma anche a laboratori creativi con materiale di riciclo, giochi di squadra, letture di storie e momenti di riflessione.

Facciamo anche due gite al mese ludiche e formative. E nell’arco della giornata abbiamo due momenti di preghiera, al mattino come primissima attività e prima di pranzo”. Concludendo con una considerazione di Don Franco: “Per noi cristiani non c’è dissociazione tra formazione umana e spirituale. Non facciamo proselitismo, per noi l’educazione dei ragazzi è entrambe le cose che tra loro si integrano”. BASTAVA UN SASSOLINO Opportunità sportive, e colte… ma è sempre stato così, almeno per la maggior parte dei residenti che erano bambini una volta? Forse no… il parco giochi era il cortile o anche la strada, non trafficata come quella attuale e presumibilmente meno pericolosa in senso generale. Bastava un gessetto, un sasso e tanta voglia di divertirsi. Chi non si ricorda quando ci si ritrovava con gli amichetti e si disegnava su un selciato quell’insieme di riquadri da percorrere avanti e indietro saltando su una gambe o tutte e due insieme?! Si chiamava Campana, o anche Settimana, Paradiso e tanti altri nomi a seconda delle località. Un gioco conosciuto sin dall’antica Roma; un gioco all’aria aperta che richiedeva poca spesa e impegnava tanta coordinazione ed equilibrio. Il primo giocatore iniziava lanciando all’interno della prima casella il proprio sassolino, poi doveva saltare con un solo piede di casella in casella fino alla fine del percorso e ritornare indietro senza entrare nel riquadro contrassegnato. Ovviamente in quelli con due caselle affiancate orizzontalmente si potevano appoggiare entrambe i piedi. Una volta giunti in prossimità di quella che contiene il proprio contrassegno, il giocatore doveva raccoglierlo e tornare al punto di partenza. Se veniva calpestata una linea o se si perdeva l’equilibrio, il turno passava al giocatore successivo. Vinceva chi riusciva per primo a contrassegnare con il proprio sasso, completando il percorso. Giocare all’aperto diventava un’ottima lezione di vita per il bambino: per imparare ad autocontrollarsi, risolvere i problemi, prendere decisioni, seguire le regole.


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