quaderno di storia contemporanea 47

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Note e discussioni

Quaderno di storia contemporanea/47

ho deciso di fare da me, essendo la trasmissione naturale del racconto ostruita da grumi di imbarazzo e avversione. I miei genitori non erano stati capaci di fare i conti con i conflitti dolorosi della storia che ne avevano pervaso la vita. Sinchè l’inconsapevolezza è ricaduta come un peso insopportabile su di noi, la generazione successiva”. Ma è un viaggio nella memoria anche “esigente” e impegnativo: fare i conti con il presente – “cerco l’oggi e non l’ieri” – storico e personale insieme. Viaggio dentro al vortice di anime irrequiete, quel gilgul di scintille dei morti che può trovare quiete nei vivi che accettano di farsene carico: “senza di loro non esisterei e non esisterebbero i miei figli. Ma questo è un dettaglio irrilevante. Le loro anime vagabondano nel gilgul, senza pace e così mi hanno raggiunto. Attraverso il dolore inconsapevole che si porta dentro il vero Lerner” (pag. 132). da questo punto vista – come Lerner stesso ha confidato nella sua presentazione il 27 febbraio al Liceo classico di casale – ancora una volta la grande Storia interseca i destini con la piccola storia e con la sua “ascia” – come direbbe Perec alludendo all’ambiguità del termine francese hache, che indica la lettera h di histoire ma anche l’ascia assassina – riesce a falciare anche chi a distanza di generazioni sembra apparentemente uscirne indenne. Ma il libro è qualcosa di più che questa autobiografia spirituale collettiva tracciata con una scrittura a tratti commovente, lirica e spietata allo stesso tempo. È la ricerca del giusto peso da dare agli eventi della storia del Novecento accanto e al di là dello “strettamente personale”. come dire: “le anime dei morti ti aprono strade che da soli non avremmo mai intrapreso” (pag. 187). Ecco che allora il testo si apre a nuovi scenari, tutti tra loro intrecciati: 1) l’interrogarsi sul ruolo della memoria nel percorso inevitabile che essa intreccia con l’inevitabile oblio del passare del tempo, ben al di fuori dello “strettamente personale”; 2) le riflessioni sullo spaesamento “non strettamente personale” generato dalla Storia 3) la necessità di fare i conti con la Shoah e con Israele al di là dello

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