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DELL'IMMACOLATA - BERGAMO
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DAL VATICANO,
11 Ottobre 1928
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DI SUA SANTJTA
74110 l>." r: ITAR <: l XELLA Ri S PC!-TA
Il,l.mo e Hev.mo
Si~nore,
L'Augueto Pontefice ha appreso con vivo p iacere dal devoto "indirizzo umiliato a l Suo Trono, che sarO:.. prossimamente 801en: nizzato 11 25° annivers 9.rio dell'apertura dell'Oratorio dell'1m macola ta. nella :parrocchia di S • .Ues.sandro in
Co~onna,
e che
nella ' fausta circostanza si è costituito un Comitato per tribu ture degne onoranze alla manoria del compiunto fondatoTe Giuse;e pe Greppi. Sua Santità pertanto, che tanto apprezza l'opera di
!i.ssi~
ste~za ' e di s ,. na educazione della gioventù coml?iuta in ques'to
non breve decorso di anni dal sullodato Istituto, desidera far giungere,. per il tramite della S. V. I 1I.ma e Hev.ma, la Sua P! tarna parola di anoomio e d'incoraggiamento a qu"mti hanno dato e danno la loro a ttiv!!. tà per il buon undamento dell' Oratori o' ad in modo particolare alla benemerita Compagnia dei laici, che,
Ill.mo e Rev.mo Signore 1,lOUSI'1NOR LUI!}I U. MARELLI Vescovo di B3RGA1!O
L
VESCOVO
dietro l'es.e mpio dei venerandi fondatori Pàdre :.1ozzi e · Don Carlo Botta c·ontiDuano, con tanto . zelo, la loro feconda o.p era di
Q~ne· .
Il Santo 'Padre poi. ment~e fa voti per un sempre maggior in: · cremento della pia istituzione, . iDvia . ben .di cuore ai Membxi del Comitato, ai benefatt ori, ai cooperatori e a.tutti i f ~nciulli dell'Oratorio ate'B Bo l'ApoBtoli(la Bel!le d.izione, quale pGgno della. Sua particolare benevolenza
e ~alè
auspicio dei 'favori celeBti.
Ui valgo dell'occasione . per l"affermarmi con sensi di di s tinta
e sincera stima
di V. S. Ill.ma e Rev.ma Servitore'
r l·1 (,/ ~1~ I A~l}
All ' OnO i'evoie _ DELL'ORATC:=. : E LE ONORA~ ::=::
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VESCOVO DI BERGAMO
. Bergamo, 16 ",llobe 1928,
Sono ol1remodo lieto di po ter trasmettere ]' unita augus ta lettera al Comitato esecu tivo che sta preparando la ce lebrazione solenne del XXV anniversario ' di apertura dell' Oratorio dell'Immacolata nella cara e popolosa Par rocchia urbana di S, Alessandro in Colonna e degne ono ra nze alla imperitu ra e cara memoria del suo munifico fondatore Giu seppe Greppi.
È perfe ttamen te superfluo aggiunga che condivido pienamente gli a uguri e i vo ti di Sua San tità per un sempre più florido avven ire del caro Ora torio, d i c ui è pegno si c u ro la parola e la Benedizione del Papa, come è augusto riconoscimen to e ambi to premio di quan to è stato fatio sin qui da tutti coloro c he in qualunque modo vi hanno lavo ra to con tanto spirito di sacrificio, Sono anzi sicuro che la prossima indovinata cele brazione servirà a dare sempre maggiore incremento di vita alla provvida istituzione, destinata a compiere anco r a tento bene nel campo tanto importante della formazione cris tiana e civile della gioventù, che ebbe di mira l'anim :3 beìla e generosa di Giuseppe Greppi. Benedicendo e beneaugurando mi segno a[[ezion~ li s<c iiTlo
-i- LUIGI MARIA ì'·lARELLI
AIl ' Onol'evole CO MiTATO PER IL XX V DELL' ORATORIO DcLL'lI"iM !".C OL ATA E LE ONORANZE I-. GIU SEPPE GREPPI BERGA~IjO
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xxv
DELL'ORATORIO !
DELL' IMMACOLAT p -
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BERGAMO I
GIUSEPPE 路 GREPPI
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lUSEPP~ G~EPl:l ;u~cqzw nella ?orgaiadi S.1. les . sandro m Colonna ,I 1° Gennaw 1826; daF ran. cesco e Amaglio Anna Maria, coniugi, dioltesia e- modpstissùna c01idizl:one. Ebbe un fratello di nome Pi.etro. A 'tre sorelle: Teresa , .Giudùta, Giuseppin-a, i quali morirono' in giovane età: Suo padre . eta ' un umile agel7te di liegozio di stoffe presso la ditta Torretta in Via M.acelleriè . .La famiglia abi irwa in Piazza Pontida, al civico ' IV. '19, dove;wcque il figlio . Giusepèe. Il fratello Pietro, priinogenito, fino ·ila fanciullo, da ta la gracilità della sua èomplessione e la sua salute 4eli cala, s'era dedicato al mestiere di legatore di libri presso /./11 carcolaio df;l Borgo, e poi nel 1833 aveva aperto i m m.odesto negozio al civico IV. 722 sotto i portici dè/l'.allora Piazza della legn:a, oggi Pi.azza Pontida ; nel loè.ale .mede simo ·dove oggi travasi ' l' Ufficio postale. Il piccolo Giuseppe , aperto il nuovo negozio , si mise alle dipendenze del fratello Pietro in aiuto dell' azienda, . é mm:to questi il 25 Settembre del 1843 i'n etù d'anni 38 , coli le sorelle Teresa, Giuditta e Giuseppina gli ~Ottetltrava nella gestione , avendo solo 17 anni. . . lVlolti lo ri.cordano ancora quell' zunilf! negozio dove il Sig. _Giùseppe Greppi , intento tutto · il giorno al SUo lavoro, cominclava Cl raccogliere i piccoli e modesti gua dagni: che poi profonde~va cl vantag~io dei po t:eri e della .
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gioventù raccolta nell'Oratorio di S: Antonino, dove nel 1843 era entrato in qualità di Confratello della Compa gniadi S. Luigi. Nel 1847, come si llsava a quei tempi, sotto il go verno austriaco, attesa la discreta coltura che il giovane Giuseppe Greppi s' er~ formato, ottenne dal Podestà di Bergamo la patente di Libraio. L'anno 1863 gli moriva l'ultima sorella Teresa. Da quel tempo egli si trova1/a solo a questo mondo, ma gui dato dal suo spirito e dalla grazia del Signore, consacrava sè stesso, la sua attività e ogni suo avere alla causa santa, che doveva formare la sua vera passione, il suo merito e la sua corona. . La sua probità, la modicità del guadagno, la sua vir tù che già si faceva strada, lo scopo santo che assorbiva ·i slloi risparmi moltiplicarono il suo lavoro, così che nel 1892, acquistati dall' antica Casa Editrice Pagnoncelli lo stabile e il negozio in Via S. Alessandro N. 4, il Sig. Giu seppe Greppi qui trasferiva la sua azienda il 1° Ottobre dello stessd anno. Il ]D Giugno del 1913, dopo una vita laboriosa, san tamente spesa nel bene, qui lo cogliel'a la morte, dove sè e tutte le sue sostanze aveva consacrato all' educazione del la gioventù. l suoi funerali, celebrati nella prepositurale di S. Ales sandro in Colonna il 4 dello stesso mese, furono il trionfo dell'llomo giusto. Ad acco";'pagnarlo alla sepoltura s'erano 'dati conve gno cittadini d'ogni grado, la l~nga schiera di coloro che avevano frequentato il suo Oratorio, Sacerdoti e laici ve nuti dalla città e dalla Diocesi. Sua Ecc. Mons. Radilli Tedeschi, Vescovo di BergC' mo, di indimenticabile rnemoria, l10lle a sè riservato l' O1!O re di dare alla sua salma l'assoluzione, e l'Ono Sindaco di Bergamo, Avv . Comm. Giambattista Preda, quello di dir ne l'elogio sul sacrato della Chiesa. c
Nel XXV
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d~'ll'Oratorio
dell'Immacolata
CRISTIANO
UStllS meus ex fide vi·vit! « II nno giusto vive di fede! ».
Con questa espressione emi nentemente sintetica e profon damente espressiva, l'Apostolo S. Pao lo, nella sua lettera agli Ebrei, mentre compendia e concretizza il suo insegna mento intorno alla effiCiacia della fede, traccia insieme il carattere intimo della vita cristiana e ci dà il ritratto del vero seguace di Gesù Cristo. Infatti, nel vero cristiano, la fede non si fa sentire e non si manifesta sol tanto con qLl'alche atto momentaneo c p·asseggero; ma pervade e informa l'in sieme della sua vita, di maniera che in tutti i suoi pensieri, affetti ed azio ni egli è illuminato, guidat.o e sostenuto dana luce e dalla forza della fede. Pe netrato da questo soffio divino, l'uomo si eleva e si innalza al disopra delle c·ose terrene; e se pure è costretto a \'ivere nel mondo, il suo spirito, la sua mente ed il suo cuore spaziano in un ' atmosfera tutta spirituale e supe riore. Pertanto l'uomo cosÌ trasformato dallo spirito di fede, nOll solamente si guarda dall'offendere· comunque Id dio colla colp'a , ma in tutte le cose cerca la sua glori.a; nè si accontenta di osservare la sua legge e di compie re i doveri fondameIitali della reli~io ne; ma è trasJ1'01'tato quasi istintiva mente .all'esercizio ed alla pratica di quelle virtù che formano la perfezio ne della vita cristiana. Il desiderio della gloria di Dio e l'abbandono ilI tutto alla sua volontà, l'umile sentire di sè e l'amore del pro prio nascondimento, la · rettitudine del le intenzioni e la regolatezza in tulti i proprii atti, la carità verso i proprii fratelli e lo zelo per att.rarre anime a Dio, diventano virtù famigliJari per l'uomo che vive di fede. Tale il carattere e tali le meraVI glie di una vita cristiana sinceramente vissuta.
Ma purtroppo la vita cristiana rara mente, massime ai nostri giorni, è in tesa nel suo veI:O senso, e pm rara mente ancor·a è praticata. Alcuni han no il nome di cristiani unicamente per chè sono stati portati al fonte batte simale e non hanno rinnegato la fede allora ricevuta. Altri si accontentano di una semplice adesione generica al cristianesimo, la quale non si traduce menomamente, od assai scarsamente, nella pratica della vita. Molti restrin gono la vita cristiana all'adempimento ma teriale di quei ·doveri religiosi che ci sono strettamente imposti dana Chie sa. Quanto diversa fu la vita del gran de che onoriamo!
*** Giuseppe Greppi fu mirabile esem pio di vità cristiana, pienamente e sentitamente vissuta. Invero chi, anche per poco, ebbe la fortuna di avvicinare e conoscere il Greppi, non potè non riscontrare subito in lui congiunte ad una f.orte e vivissima fede le più elette vir-tù cristiane. Chi infatti non ammirò quel la sua profondissima e non mai arte fatta umiltà di parola, di tratto, di ~entimento; quel sing'OlaI'e candore che traspariva dalla serenità del suo vol to e dalla n19destia del suo guar do, quella cur,a ' e quello studio tutto suo proprio di nascondersi, di esse re ignorato dagli uomini, specialmen te nelle opera della sua grande c.atità, e di sottrarsi agli onori, fossero pure i più ben meritati? E a chi poterono sfuggire la sobrietà e la parsimonia da lui sempre usate e che gli permisero, coi cespiti di guadagno del suo nego zio, di formarsi un discret-o patrimo: nio; e d'altra parte il completo di stacco dalle ricchezze che lo condus se ad essere largamente benefico in vi ta, in morte ed anche dopo morte,
confidenza, int in Dii:) attraverso site della (Tisti lo della Messa pratiche di pi ma intendo par
dell'l mmacolatll
11
Il cristimw
meditazi·o ne , deii-! . Comunione Euca ristica, delle fre quenti VISite al Santissimo Sacr:a mento, d ella let l.ura spirituale, del ritiro mensil e , d e gli ' annuali spiri· tuali esercizi , in tutte le quali ope re il Greppi, sen za ombr'a di osten tazione , p o n e v a tanta e s t e r i o r e compostezza e tan to interiore racco glimento, tale r et tituqine di in ten zione e tale fervo re di pie tà d a riu scire non solo di c d i .fi ~ a z i o n e a"l pubblico, sp ecial m ente ai giovani che ].0 circondava no, ma di ammi razione agli stes~ i moderatori d e Il a sua coscienza.
rara giorni, è in _ e più .rara !P:'2tlClJ• . Alcuni han
conoscere riscontrare 1 una forte ele tte virtù ammirò quel nO ll mai arte . di tratto, di ' 1" candore che o~ d el suo vol del Il d ersi,
di esse ini, sp ecialmen ,u a ~rand e cai"ità, ori, fossero pure E a chi poterollo '? la parsimonia da o he gli permisero, 2. 110 del suo negodiscreto patrimo: .e il completo di ,,"zze che lo condus te benefico in vi anche dopo morte ,
***
L \ DELI..\. CIlIf.S \
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En ETrA
erogando non solo il supe rfluo, m·a tutto il suo patrimonio? Nè è da m eI'avigliare che egli sapesse praticare così pienamente non solo i precetti, ma gli stessi consigli del cri stianesimo, quando si riflette quanto viva fosse la sua fede, grande la sua confidenza, intima Ja sua unione con Di·o attraver so tutte le forme più squi s ite della cristiana pietà. Non dico so lo della Messa quotidiana e d elle altre pratiche di pietà del · buon cristiano, ma intendo parlare della quotidi'ana
E' vero che a plasmare l'anima sna alla vita di fe· de contribuiron o, non solo l e tradi D:\ 1. GItE!'I " :\:E f. l !'O -t zioni e gli esempi della sua Lultiglia, non ricca, ma profondamente cristia ·· na, com e pnre il c·ontatto frequent e con quei santi sacerdoti che furono D on. Francesco Ma cchi e Don Carlo Botta . M:t fu singolare e principal i: m erito di Giuse ppe Greppi l'aver s a [iuto avv.a ntaggiarsi di quelle favore voli circo stanze e come ape industriosa succhiare e assimilare tanto tesoro di cristiane virtù, alil';"ent'andole con una fede vivissima fin dalla sua giovinezza, e fianch eggiandole coH' assidua f r equen za sia alla Congregazione deH' Annun
12
N el XXV dell'Oratorio dell'I1nmacolata
ciata in via Borfu l'O sia all'Oratorio di S. Antonino , dove il Greppi ~ i sentì subito nel suo ambiente . La gna pietà vi trovò, infatti, un pascolo abbondante e d e lizioso ; il su o (: al1_ U!·!.dt/ù...... ../ ~ ~;~". r dore UI1 s i c 11 l' o preventivo; la su:! t!"''t;.~·e { "r carità, gene rosa fin d ' allora, un cam po vastissimo di o p e r e bene fi ch e . .:::.=- .-. Fu qui , anzi , che ~'">···.e~000'.,.e>~<>9~ egli sentÌ ' e d ecise • di seguire la voce del Signore che lo chiamava nOll so lo a vivere :in 8 t' IL " fA I: SI.\lIU; " DE L '011'1 .0 )1\ DI 0 ," \0 IH fl l CE:\" 1.;·\ .. fin o ECC LES L\ , E T P O.\ TlF~ C ~: " stesw la vita di
f.ed e , ma a comuni cm'la an ch e acl" ,altri
p ersino nella sua ' stessa p el's·o na·; la e segnutamente ai giov ani frequ entato- ' qual e appariva sempre composta ,a tan l'i d ell ' Oratorio; iniziando cosÌ qneJ
ta dignità , pure n ell'l amabilità più ì ' apostolato di b en e p er la gioventù ,
schiett'a , da far p ensare che egli di ch e diventò lo seopo di tntta la sua
scendesse da una casa aristocratie a ed vita.
avesse avuto una edu cazione superiore, Altri illustrerà degnamente la mira m e ntre apparteneva ,a famiglia di mo bil e sua opera di educatore attra verso d estissilll!i condizione . Tanto è vero l ' Oratorio di S. Antonino prima e ch e l a fecl e ,ql1and '~ vissuta, come la d ell ' Immacolata poi; a me n el tratteg visse il Greppi, tempra l'animo , 01 giare la sua nobilissima fi gura di cri trech è a virtù, anche a gentilezza di stiano esemplare , pia ce ril eva r e come tratto e d a nobiltà di sentimenti , c fino dai suoi anni giovanili il Greppi trasporta l'uomo come in una sfe ra su ap parve intimamente imb evuto da uno p e riol'e . squisito spirito di cris tianesimo, che HOll solo si nl'anif estava in ogni atto Mgr Can. GIUSEPPE PEZZOLI Prevosto di S. Alessandro in Colonna ed in ogni tratto de]] a sua vit a , ma J
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Pao .~.
tma d.. ! I. Romall:. telli: condo la P''' il ministero. r e, illsegll i. sca; chi fa a '
vi son~ distillZ1 desimo Spiritl." la manifestazi nume utilità . Se non fo-'· pio per quei' pre zzo d ell'op" ter e , sulla s('o ' tori cattolici Manzoni , com . scuItori e paro!, chiu so tutto veram ente pra domina l ' org\; _ formula « cin o
tra eva l'inyit. de ll'uomo nu ' E cco quin J' agli uomini diver si Uffici que gli Uffi ci m ar e sociali l' Ma di qual. re l ' Apostol(. : f estazion e d!'1 rito , che ) L!
di
dell' Hnniilco!a/a
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IL
CITTADINO
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Paolo, cittadino romano, In ima delle sne mira bìlì lettere ai Romani, così si esprimeva: « Fra telli: abbiamo doni diversi se condo la grazia che ci è stata data; chi il ministero, amministri; chi l'insegna re, insegni. L'ammollit.ore, ammoni sca; chi fa altrui parte del suo, lo fac cia con semplicità; chi presiede sia sol lecito; chi fa opere di misericordia le faccia con ilarità ». Lo stesso concetto() ripete in una let tera ai Corinzi, ove insegna che vi sono distinzioni di doni, ma un me desimo Spirito, e che a ciascuno è dat'a la manifestazione dello Spirito per co nnme utilità. Se non fosse un assunto troppo am pio per questi brevi cenni sarebbe prezzo dell'opera soffermarsi a discu tere, sulla scorta dei più illustri scrit tori cattolici" non lùtimo il nostro Manzoni, come in quelle laconiche, lna scnltorie paroIe dell' Apostolo, sia rac chiuso tutto un programma di vita cristiana. Pr.ogramma di vita cristiana veramente pratico e fattivo, in cui non domina l'orgoglio affermantesi nella formula « civis romanus sum» ma il consolante pensiero della fratellanza e òena carità; donde, aucora S. Paolo, traeva l'invito a tutti di « rivestirsi dell'uomo nuovo ». Ecc,o quindi la grazia. che comparte agli uomini doni diversi; ecco poi i diversi Uffici nei rig:l 1ardi del prossimo, quegli Uffici che o.g gi si sogliono chia mare sociali per comune utilità. Ma di quale utilità intendeva parla re l'Apostolo? Di quella che è mani festazione dello Spirito: di quello Spi rito, che Manzoni invocava: « Noi T ' imploriam! Placabile AN
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• EPPE PEZZOLI
ai potenti e -la speranza agli afflitti c, il tacere pudico ai donat{)ri. Giuseppe Greppi non era certo nè ' un filosofo, nè Un teologo, nè tant{) , meno possedeva il sovrano() intelletto dell;Apostolo delle genti; ma sentiva altamente in sè la voce di questo -S piri to, il quale distril:misce 'a ciascuno, se condo che a Lui piace, per comune ntilità. Giovanissimo ancora, rimasto
Spirto discendi ancora A' Tuoi cultor propizio, Propizio a chi T'ignora Scendi e ricrea:
di quello Spirito che ammorza negli animi la snperbia, e insegna la pietà
L \ C.\:' .\ N: .\1'I\' :\ nf.1. GHEPPI, 1\ 1'1~ZZA- PO:'\TII) .\, 11\
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Nel XXV dell'Orfltorio dell'lm1l1!/co[alU
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(jll:SEI·PE HJU;Vrl A 60 ..\~\"J
solo suna terra, per la perdita di tutti i suoi cari, si concentrò in sè stess>o, e, trovata l,a sua vocazione, pur nel mez zo alle impellenti necessità della vita, usò sapientemente di tutte le sue risor se morali e materiali a vantaggio della sua città. Si propose di esplicare tutte le .sue attitudini pel maggior bene delle classi povere, curando· il proprio interesse soltanto in quanto potesse tornar utile agli altri. TI dovere del Cittadino, in Lui irra diato e fecondato dal dovere del cri stiano, si sviluppò al sommo gradD, in niodo che a questo dovere sacrificò in teressi, ambizioni, vanità, e ogni suo materiale vant!aggio. CosÌ esplicò tutta la dovizia dei don: che la P~ovvidenza Gli aveva largito,
pago solo del'la soddisfazione intima di far del bene, e lieto per la spe ranza di una ricompensa immarcesci hile. Da questo altissimo ordine del suo spirito derivano come conseguenza le me virtù civili, cioè la concordia che Egli l'cimentava fra tutti i cittadini, il rispetto alle autDrità costituite, l'a more ana famiglia, ~alla patria per la quale prestò l'opera ed il braccio nel· le epiche lotte pel Nazionale riscatto. Così seppe unire in sovrano connu bio ì sentimenti di Religione e di Pa tria e, forse senz'avvedersene, tradusse in atto l'insegnamento che si legge in una Epistola di S. Pietro: « Rispetta te tutti, amaLe i fratelli, temete Dio, rendete ' onore al Re. Vivete bene fra lè genti affinchè, considerando le vostre buone opere, glorifichino Iddio e, hen facen~lo, chiudiate la bocca alla igno ranza degli stolti ». A questi principi era inspirata la vita del Greppi, e perciò le opere sue non hanno carattere tr'a nsitorio, ma hensÌ duraturo, anzi sono destinate a svilupparsi e perfezionarsi nel tempo, pur mantenendo sempre il loro cm'at tere primitivo e la loro potenzialità inesaurihile. Che se altri benemeriti cittadini il· lustrarono la Città nostra nelle lettere, nelle scienze, nell~ arti, nelle 'armi e in tutti i rami dell'umana attività, Giuseppe Greppi, seguendo il suo spi rito, si meritò I1n posto emil1ent'J fLl quella sc:hiera di hergalm~schi insigni, rhe si assunsero il c,ompito di ed.:;('are la p;ioventù e di beneficare i p.overi, Altissimo comf>j~(I che ~j propaga nei secoli! Avv. G. B. PREDA Deputato al Pa"'nmento
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UELL'ARTE
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forte, l" l'UOlno " miserie regione dello ~ tol'evole all'o preso lume cl lel'prete ed il per la lunga studio amoro!' fatica. L'educazioll diviene miJli,t ~ conda del gl'..! cui essa è e5e r Greppi raggiu ebbe per 1'01' temporanei e fervido enCOln Egli fu edl Scelta la SUa ricorse ,a i me correrla. :Me 7.1 curi ed inrall! se con corage innanzi tutto l'educatore 5' vita agli im che sono 1'onestà. Dopo i pri lo Botta e co Macchi, il Gro lungo tempo l" confessò egli , sentì accende r": intenti, nel scene del ID nulla al con fr .. di perfeziona Dio. I
giovani che ancor oggi ch, essi uno spe" ehe incu te,-a un'onda di alT..•• figura
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rene, tradusse le si legge in . Iro: « Rispetta ',. Ii, temete Dio, . Yivete bene fra - ' leral1do le vostre ino Iddio e, ben hocca alla igno . a inspirata la . ò le opere sue !ransitorio, ma ò 110 destinate a ]drsi nel tempo, Ire il loro carat loro potenzialità riti cittadini iI stra nelle lettere, arti, nelle ·a rmi e . l'umana attività, guendo il suo f'pi posto emincn t ·~ fl'cl rgamaschi insigni, compito di ed <,cure ~neficare i p'ove.r i. ~o che ~j propaga • I
Avv, G, B, PREDA Deputato al Parlamento
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LI
EDUCATORE
sublime, delicata e forte, per amor della quale l'uomo s'innalza stille comuni miserie per c·ollocarsi in una regione dello spirito che lo rende a,u torevoleall'ocèhio dei suoi simili, e, preso lume d,a Dio, ne diviene l'in terprete ed il ministro, que.,t'arte f n per la lunga vita di Giuseppe Greppi studio amoro~o e diuturno e nobile fatica. L'educazione COllOCcl coll11 che ne diviene ministro ad altezze varie..a se conda del grado e della intensi là con cui essa è esercitata. Orhene, Giuseppe Greppi raggiunse cime elevatissime crl ebbe per l'opera sua educativa dai c·on temporanei e dai posteri continuato e fervido encomio . Egli fu educatore perchè lo volle . Scelta la SUa via il generoso giovane ricorse ai mezzi per degnamente per correrla. Mezzi difficili ed aspri, ma si curi ed infallibili, mezzi .c he egli scel se con coraggio e costanza. Comprese innanzi tutto come il primo dovere del l'educatore sia quello di conforma"i'e la vita agli immortali principii cristiani che sono la miglioi' salvaguardia del l'onestà . Dopo i primi inconh'i con Don Car lo Botta e con Don FI'ancesco Gilberti Macchi, il Greppi ne fu cosÌ tOCCoO che lungo tempo rimase meditativo, e, lo confessò egli stesso molto più tardi, sentì accendersi il cuore .ai più nobili intenti, nel mentre che le allettatrici scenc del mondo gli sembravan0 ' un nulla al confronto del grande impegno di perfezionare la vita nel nome di Dio. E vi riuscì? Lo dicano i suoi innu merevoli alunni; quelle generazioni d:i giovani che non mancan{) di attestare ancor oggi che il sig. Greppi era per essi uno specchio di cristiane virtù; ehe incuteva venerazione e suscitava un'onda diaff·e tto 'a l solo vederne la figura con quella signorilità eli tratto
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UELL'ARTE
PIETno FI(;ISI .\1.\l:: STIW IJEI. fì fI-.E Pi'I
umile e composta che em il riflesso genuino della sua nobile anima. n volto composto a serenità, lo sguardo dolce e modesto, l'attitudine ordinaria pacata, destavano in chi l, vedeva magnanimi sentimenti ed erano in lui attraenti cd 'a mabili le virtù più difficili. Quand'egli passava per le c·ontrade del suo borgo, veniva segnato a dito e si diceva sommessamente: « Quello è il Greppi l). In tale designazione era tutto un significato di stima e di af fetto. Il popolo che lo vedeva, sentiva dentro di sè, e talvolta lo manifestava a parole, potente il desiderio di m i gliorare la propria vita. N'elle elezÌoni amministrative di anni ormai trascorsi, il Greppi si trovava a presiedere il seggio alla Camera di Commercio. Entrati nen 'aula alcuni rappresentanti liberali per controllare le operazi{)ni di scrutinio, visto il pro
16
Nel XXV dEll'Oratorio dell'IuJ,macolata
bo cittadino ,,seduto al banco del pre sidellte, dissero: (( La nostra perma nenza qui è inutile: c'è il GreppI e possiamo andare tranquilli )l. CosÌ le generazioni che lo seguivano avevano modo di apprendere a quella scuola sempre parlante, le più alte vir tù civili.
:'11GB C.\(ILO c ,\ Sn:U. F.TTI
ILL L5 T1~E
pr~
delicatamente, memore che (( re "erentia' » dice' verecondia e rispetto con 'a more. " Abitualmente usava il ( voi) più spesso del confidenziale « tu )l. Se tal e era il contegno che G~'eppi teneva coi ' fanciulli, sembrerebbe che da essi si fosse' tenuto tanto lontano da c·onoscerli poco. Al contrario egli li conosceva tutti intiluaÌllente. Appena un nuovo giovanetto si presentava al l'oratorio, egli lo ' voleva vedere. Co· nosciutolo non ]0 abbandonava più. Durante le ricreazioni percorreva le cent·o volte il cortile ed ora si fermava con uno, ora invitava a giocare un al tro; e talora' si permetteva anche un innocente scherzo alfine di studiare l ',a nimo dei giovanetti. A tempo opportuno li prendeva in privato per opportune, brevi ed amo revoli ammonizi·oni; indi li seguiva il più possibile anche nelle varie manife· stazioni della vita. L'assistenza si pro lungava sin sulla soglia d el servizio mi litare per poi riprenderla sotto altra forma con una affettuosa e regolare corrispondenza. Poste cosÌ c,ome basi sicure per erige re il 8110 edificio educativo, il rispetto ai giovani e lo studio per la conoscenza dei loro oaratteri, Greppi si pose al l'opera di costruzione, riuscendovi quali pochi prima e dopo rli lui, pro· ponendosi di ed ucare a Di-o,alla Pa tria, alla libertà \
IlI :;C EPOlO J{ 1'01 C:O;\ S IGL1~IIE E litltJ .\ IlEI. {ìHl-:I"'!
**~
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,~~ , col solo esempio Giuseppe Grep pi (u maestro di vita ai contemp·oranei, nell'esercizio della sua altissima mis sione coi, fanciulli hl vero artista e , ce sellatore , finissimo. Innanzi tntto conobbe e praticò lo ammoniluelltodi Ci'cerone « maxima
debetur puero reverentia». L'attitu
dine sua eia. infatti quella di stare
' ùinnanzial Janciullo, (( c·ome dinnimzi
arl un angelo, con, riverenza lieta)}.
Vigile su di sè stesso, li trattò sel1l
Erlucò a Dio. Cattolico sinceramente convinto d.e i principi immortali del ,Cristianesimo~ volle che la b ase dell'o pera sua poggiasse suIla vita cristiana. Qual' è quell'educatore che non si pro ponga di educare alla virtù i suoi al· lievi? Ma quanti SOIlO col,oro che çom pr.e ndono che senza una soda pietà verso Dio è vana cosa pretendere virtù qualsiasi? Neppur s( può far amare la religione senza la sua profonda co· no scell~a , cosic chè essa su sci ti un'onda
L'edu.catore
di entusiasmo qual volta se parla. n saggio ducatore fin giovane si died uno studio dei fondamen . cristianesimo. guidato, olt re d al consigli J suo direttor-c spirito, dal .5U ne criterio. Condiva ] lucide con,-er,; 11i con f req \I richiam i alla i" tà di Dio e alla . prc>vvidenza. l'_ azione voleva verlila in preg' l'a, cosÌ che il _ vane potesse mente consider,., Dio come l'in ' degli amici. Q do spiegava il techismo era vero diietto ed grande esempi..., ascoltarlo. Non ,.,. lo parlava c colui che com·· profondamente gusta intimaIDt.>r·· la verità e la .: stizia delle do t-L in modo che l e no nell'animo come cognizioru tutto come ID:;:'" la pratica de stelIetti e G. B. li, il primo de valido annI, non senz~ di catechismo vecchio.
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l ucatoTe
lltrario egli li mente. A})pena -i presentava al va vedere. Co n donava più. i percorreva le I ora si fermav3 giocare un al t1 va anche un di studiare l '.a li prendeva in _ brevi ed ,a1110 . Ii li seguiva il f> nnie mal1ife· --istenza si pro , el servizio mi ì.,rla sotto altra
- -icnre per erige \ u. il rispetto ai la conoscenza si pose al riuscendovi (, di lui, pro Di::l, alla Pa
..bro che COll1 11:.1 soda pietà ('retendere virtù può far amare • :I profonda co· - '-citi un'onda
di entusiasmo ogni qual volta se ne parla. Il saggio e ducatore fin da giovane si diede ,ad uno studio serio dei fondamenti del cristianesimo, a ciò guidato, oltrechè dal consiglio del ..,..,.../ .. \ :." _. '. . " ,) In . , ; : ~' . .. ';;'"/'C' .'~ "f"i~,.. .' suo direttore di { . '-'T/' ~. ,. i..... , ..,l.-~~ j ~'~ " I spirito, dal suo fi ne criterio. Condiva le sue ,',,, ,,,r:.: ... .' /'- ; '" ';. /1,. " ....#-.1 . . ' l .... •. .,' 'l. , . ~ lucide conversazio / « • t , ... . C'l'....:.., ~ ....,(.I .... ~ ....j,.;"... l' .... ... ni con frequenti /,< ... ~~:,:-, ~';. richiami alla bon . . .:: ·'1/ ,,' • tà di Dio e alla sua provvidenza. Ogni azione voleva con vertita in preghie ra, così che il gio v·ane potesse real mente considerare Di{) come l'intimo degli amici. Quan do spiegava il ca techismo era un vero diletto ed un grande esempio lo ascoltarlo. Non so lo parlava come colui che conosce profondamente e Al"TQGHAFO DI S . ;-;. PI O X I~DIRIZ7. .\ TO Al. GR I-; PP I gusta intimamente la verità e la giu do ai novizi della compagnia di San stizia delle dottrine che insegnava, ma Luigi ed anche le sue esortazioni fat in m-odo che le verità spiegate entrava te in chiesa in assenza del ' Sacerdo no nell'animo dei fanciulli, non solo te, stando seduto umilmente al su;o come cognizioni da ritenere, ma sopr.a banco, non osando mettersi di fronte tutto come massime da tradurre nel agli ascoltatori. Qui si ammirava tutta la pratica della vita. Monsignor Ca la persuasione di cui era piena la sua stelletti e G. B. Caironi, suoi discepo anima di apostolo. li, il primo dei quali divelme forse il Fatto eloquente di una tale scuola più valido sostenitore delle opere sono e rimarranno le figure dei ve Greppi, ricordavano n egli ultimi loro nerandi sacerdoti, tutti discepoli di anni, non senza conullozione, le lezioni Greppi, usciti dall'oratorio. L'influenza di catechismo impartite ·da quel santo vecchio. benefica dell'insigne educatore fu quel Per convincersi della nobiltà di sen la che spesso decise della loro vocazio tire e d'insegnare del Greppi, biso ne allo stato ecclesiastico. Integri sa gnerebbe leggere le lettere edificanti cm"doti come integro fu il maestro, fu che egli illdirizzav;a di quando in quaùrono e sono di esempio al clero dioce II.
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IVel XXV dell'Oratorio dell'lmlllacolata
sAilo per la ·pietà e lo spirito di sacri ficio. Educò alla Patria.· Nobilissimo di sentire, Greppi non poteva a meno di aluare d'un tenero amore quella terra che gli fu madre e che lo educò ad alti sensi. Ma egli per Patria non intese mai interessi da raggiungel:e, sibbene uil amore da ab bracciare. . Supremo nene della P 'a tria è l'accor do dei cittadin i, e Greppi, sperimen talo per parte sua quanto fosse duro convivere 'con li Oluini che dai tempi e dall'educazione aUin :;ero principii, non solam'ente diveni dai suoi, m~l tutti discordi tra 101'0, condusse come per mano i suoi allievi alla c-onoscenza di un tale stato di cose e seppe con vincerli !I.I lutto sopportare pur di uon contrastare apertamente coi concittadi ni, per amore, non di un cluietisl1lo senza carattere, ma per il grande bene· della pace. Voleva che l'oratorio f.8sse in pic colo un'immagine della vita domestiea e sociale. Era pertanto sempre occu pato a conciliare le piccole divp-rgenze fr'a giovane e giovane, sorte per spirito di partigialleria. Speranze della società diconsi i gi-o vani ed il Greppi operò in guisa che tali speranze per parte su~. , IKH1 an, rlassero deluse 'alla Patria. Riguardava davvero la slIa _gioventù come primizia da offrire alla Patria, all'umanità e a Dio; ed ogni anno a col oro ch,e abban donavanQ l'oratori,o, dava gli ultimi eonsigli, che erano come la si ntesi su prema di quanto egli aveva parlato ad essi con l'esempio e col discorso. Educò alla libertà. U n insigne pedagogista italiano dice che l'educazione è com·e una nuova -creazi:one, purchè sia comp iuta in mo do ch e metta l'educando in condizione di perfetta libertà. Metodo che non sembrerebbe difficile se la pratica espe rienza non insegnas~e che })en pochi
sono ·gli educatori che intend-ono a do _ vel'e il sapiente consiglio. Greppi, educatore del secolo decimn nOllO, formato ad UlléI scuola piuttosto rigor05a come quella del suo maestro Figini, seppe comprendere in tutta la sua portata l'importanza di educare i suoi giovani ad una salia libertà di azioni e di p-arole. Mente saggiat.a alle più nobili idee, cuore ,aperto ai più sailli alTetti, Grep Iii era l'uomo dalle larghe vedute e sapeva considerare ogni miseria con animo grande e generoso, Conoscilor·e dell' anima -1111\.ana, ne sa peva rilevare tulte le deholezze; e quando si presentav.:t Pl'0l,>izia l'occa sione, accorreva -per dare ùn consiglio, un conforto ·0 [le.!' far rivivere una spe ranza. 1\'1a l'intervento non era di quelli che illlpon~':)llo una opinione o che fanno ac cettare per forza un eonsigliQ. 't<:~li rispettava la libertà dell'allievo, quella salltil libertà della quale Djo ha arricchita J',anima nostra e di cui sia mo tanto gelosi._ In questo ~ampo si manifestò tutta la squisitezza dell'ani mo di Giuseppe Gre)?pi. Qui sta il suo .f ondanielltale principio educativo e grande parte del sno merito() quale moderatore d~, giovani 'anime. Rispettosissimo delle vari e manife stazioni dello sp irito, non ignorava ch e sulle anime non si deve fon.a re la ma· no peT sprcmerlle manifestazioni non sincere; ma, dato il consiglio oppor tun·o, sapeva aspettare che il giovane riflettesse e poi prendesse ljberamel1tf> la f.ua decisione. Un tale educatore così. discreto in tut to, ll1~i bmigliare, eppure tanto gen tile, .continuò la sna missi,one fino sulla soglia dell'eternità. Ed anche dal letto dei suoi dol"ori fu .!Jiù che lllai ednr.::l· tore a coloro che lo circolldavano in segnando come . si soffre e- come 8i spera.
RODOLFO PEDRONI.
"
detto ne la cari l Non ~. le C'arit . p·0SS0110 fare
E
ta nlllQVe ne: l-eO"ina h-a le . .'"a tlltto, e a pr, i f rateUi in l . Così Ginser! della carità. Credo ch e mando di III Paolo )wte'":l carità di Cri", MQnumento sarà sempre ii .;. eolata, sbocc u dell'amore ch I' re e che gli f. " • lunga vita nf>l e Dio aII.a gi o Tutto in l ui scopo. Vi con" suo Iv'ande c· una famiglia '; i proventi di r.Qmmercio, le giovanili, del! l1eral1da veci' concezioni e f. attività; ma t·C sa, sacrificanrt sonali, dall'e" nel moderno
Eoccorrere. da asciugare . to da dare. Così Gimel. Ai suoi fane; le loro f ami gL vero bisogno. !
..lI" Oratorio d eLL 'I 11/ 1/1 aco!ata
. che intend';)110 a do consiglio. ure d el secolo decim::> j una sc uola piuttosto uella d el suo maestr.o I prende re in tntta la ,) rtanza di educare i sana libertà di . più llob ili idee, . :• .;ai1ti affe tti , Grep .Je l ar gh e ve dut e e ogni miseri a con
ne propi ,~i a l'occa dare 11n con siglio, . r rivive re lllla sp c :l
era di que1H opinione o c h e I 'l'za un consiglio. ,e rtà d ell ' allievo, .. Ila quale Dio ha ··tra e di c ui sia q u esto campo si l i, ite zza dell'ani 'lJpi. Ql1i sta il ••ll:ipio educativo ~ o ~ll erit,o quale anune . " "arie manife (' n ignorava ch e t" forz a r e la ma ifestazioni non Jmiglio oppor 'Ilt' il giov.ane "",~".<",,," l ibF.rame ntf" '10 11
-"'Ie lo in tul t:mto gen n.' fi no sulla o Ile :bl le tto le m ai e duca· ..n-!a'·ano in 81
OLFO PEDRONI,
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L/UOMO
' E
DELLj~
d etto nel titolo, « l'uomo del la ca rità». Non l ' uomo ch e ha fatto d e l l e c·arità . C 'è Ull a differ e nza. Si p·ossono fare al cune op er e di carità, sen za essere proprio uomini di carità . L ' uomo d ella ca rità tutta LI sua vi ta muove n el cal or e divino d i q u esta l'egina tra Je virtù , ch e a m a I dd io so p-';;tutto, e ama B eli a nei fr ate lli, e i fr a telli in Di o . Co sì Giusepp e Grep pi è stato l ' uomo d ella carità. Cre do che non si vada e rra t i , afle r mando di lui quell o ch e l ' apostolo Paolo p o teva dire d i f ' ste3SO: « L a carità di Cristo mi sospin ge Jl. Monume nto insigne delb sua carità sarà sempre il suo Oratorio d ell ' Imma colata, sbocco d e finitivo e g r a ndio so dell'amore che in fi amma va il sUo CllO re e ch e gli fece sp ende r e tutt:! la su a lun?;a vit.a n el dare a Dio la giove ntù e Dio aDa giove ntù. Tutto in lui e ra indirizzato a questo scopo. Vi consa"crò la sua m e nte ed il suo gran de cuòre , vi sa crifi cò tutto: una fa mi glia sua, il suo riposo , tutti i prove nti di un onorato e prosp e roso comme r cio, l e en e r gi e dei suoi anni giovanili, d ella virilità e d ella sua ve ~e randa ve cchia ia; non , i ch i u se in concczioni egoi ~tiche di me todi e cl · attivi tà ; ma con una agilità m er aviglio s a, s'a crificando anch e su e v edute p er sonali, dall'evolversi del t empi, qua nto nel moderno v'e ra di buono sep pe ].Jre ndere , p er glorificare I d dio e p e r fa r de l bene ;all a slIa d ile tta giove ntù. E, quando la cari tà la si sente così, il cuore arriva sempre dove c'è d" l b en e da far e, dove c ' è un bisogno da so ccorre r e, dove c'è qu al ch e lagriTl1 :~ da a sciugare , dove c'è qu al ch e cim[or to da dare . Così Giuseppe Greppi. Ai slIoi fanciulli, ai suoi giovani, al le loro famiglie , a chiunque fosse ll1 vero bi sogno, ne]]e strette zze della vi
CARITÀ
ta fa m i gl ia~'e , nelle disgl'azie, n ell e ma lattie, non mancò mai la carità d el Greppi. Er,ano abiti , cibi , medicinali, de nari ; ch e egli facev~ arrivare al mo m ento opportuno , sempre strun1e nto
I. \
C \ S.\ Cil E .\lu r Ò ~t.:( iU L I.TDII .\ :'\.\1 E DOVE .' I OIÙ
docil e e pronto n e ll e mani de]]a Pro v videnza , c_h e dà lal ricco i b eni d ella te rra p el' ch è si a no sovvenute , col .su p e rfluo, le n ecess ità ~en' indigenza . E tutto qu es to fa ceva il Greppi, )'1 mane nd o ordinaria m e nte nascosto, se c·::>ndo la norma evangelica: «( la si ni stra 110n deve S311 cr e quello ch e fa la destra » , rifuggendo d'a ]]e esibizioni e dalle pose della vanità e de]]'ambi zionc, solo ' contento di f.ar e un po' d.i b e ne p e r amor e di Gesù Cristo e per amore d egli infelici, nei quali ve [lc ~'~ ~c::npr e G esù Cristo stesso.
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Nel XXV dell'Oratorio dell'Immacolata
pietre e tutte le i stituzioni dell'Ora torio ricordano in benedizione il suo nome; ma sopra tutto il suo nome è scritto, a carat teri indelebili nei cuori riconoscenti . di tutti quelli che all' Oratorio d e l Greppi hanno vis suto e vivono gli anni più belli e decisivi della loro vi tJa , nella serena e gioconda letizia cris tiana di giorni LA f.EnUIO:'\I.\ 01 l:'\:\lI(ìU"AZIO~E UELL .\ 1"iUOVA VI.\ nED1C ,\T\ :\ GIUSEPPJ.: GHEPPI Wl,i VI .\ fOPI'A) che 110n si dimenticano 'più. Ma la sua carità non poteva sempre Per questo, è. un bisogno ed un do stare nascosta; e, senza che lo voles .vere la odierna esaltazione dell'uomo se, « la sua luce splendeva dinnanzi della carità; è il bisogno ed il dovere agli uomini», che, a motivo di lui, della gratitudine; è la necessità di ad davano gloria al Padre che sta nei cieli. ditare Giuseppe Greppi in esempio, Quando poi, venticinque anni or so perchè anche oggi la società nostra non no, il nuovo Oratorio dell'Immacolata, sarà conquistata a Cristo che con la nella grandiosità dei suoi ambienti e carità. nello splendore deUa sua chiesa, venne Voglia Iddio donarci 'a ncora uomini aperto la prima volta ad accogliere la della carità come il Greppi, che ne numerosa gioventù della parrocchia di raccolgano degnamente l'eredità pre S. Alessandro in Colonna, la ammira ziosa, che continuino le opere e ne bile carità del Greppi si manifestò in seguano gli esempi; sopratutto perchè tutta la sua luce e la cittadinanza tut la gioventù nostra cresca in un ambie n la ne fu meravigliata, edificata e com te sempre più caldo di ,amore veramen mossa. te cristiano. Gesù Cristo ha detto: « In questo Ed anche oggi, lui morto, vÌve e riconosceranno che siete miei ... ». vivrà l'opera sua, e nell'opera sua è Anche il mondo ha riconosciuto che lui stesso che continua a 'diffondere la Giuseppe Greppi era propri o di Cri· luce e il calore benefico della carità di sto! Cristo. L'Oratorio dell'Immacolata non è che l'Oratorio del Greppi. Tutte le Sae. GUGLIELMO SCATT1NI Vicario Parr. di S. Croce
IL
c
è " voluto d io di cessi . quale negoz' senza riflett-· le tratteggi.are iJ) tere in degna .~ pur nella espIi 'a ttività, caratter fecero apprezz ar pianto concilt3 giustamente 1< Giuseppe G ni, con la s del fratello P i quale , dopo l' stissimo la,.-o aveva aperto. teg,a di cart",· sotto i porti ora Piazza p . locale pre;:~n cio succursal
S
I'
giunta, pre\; prescriUa p at del Podestà. parte libraria. più tardi, la fez ione delle . nici. Di poi il gozio andò gr. tanlellte, ma
nostro acquistò la <.':1 Via S. Ale55éH_ dell"a torio , gla la tip u,; Pagnoncelli. Il n egozio
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dE'Oratorio dell'Immacolata
pietre e tutte le i stituzioni dell 'Ora torio ricordano in bene dizione il suo nome ; nla sopratutto il suo nome è scritto, a carat teri indelebili nei cuori riconoscenti di tutti quelli che all'Oratorio del Greppi hanno vis 5uto e vivono gli auni più belli e decisivi della loro dta, nella serena e gioconda letizia ':ri5tiana di giorni che non si dimell ticallO' più. , Li50gno ed un do - .tazione dell'uomo ")gno ed il dovere 4 necessità di ad Ipi in esempio, ietà nostra non i3to che con la
ancora uomini reppi, che ne '-::::Z=:';".;;·E l'eredità pre le opere e ne ratutto perchè in un ambien
-
• ' : « In questo 'ce miei ... l). no~ciuto
clle di Cri-
SCATTINI
IL
c O M M E R C I AN T E
è · voluto che, brevissimamente, pi ha goduto e gode tuttodì specia io dicessi di Giuseppe Greppi le rinomanza e simpatia non solo quale negoziante: ho accettato in Bergamo, ma anche in Provin senza riflettere che non è fa ci cia da parte di modesti cittadini le tratteggiare in poche righe e met come da personalità Ecclesiastiche e tere in degna evidenza i pregi che, ~ivili e da private e pubbliche Am pur nella esplicazione della predetta ministrazioni. Ciò è dovuto alla gran 'attività, caratterizzarono, distinsero e de fiducia ch e Giuseppe Greppi sepp e fecero appre zzare ed amlllirare il com merit.arsi, al punto che non pochi clien pianto concittadino e progredire b e n ti ebbero persino a trasformarsi in ef giust.amente la di Lui azienda. ficaci quanto disinteressati suoi pro pagandisti. Il segreto di tale e così lar Giuseppe Grep pi successe, a 17 an go plebiscito di stima e di considem ni, con la sorella Teresa, nell'esercizio ziolle, megli,o, di affe ttuoso attacca del fratello Pi,etro, morto nel 1843, il m ento? quale, d·opo essersi dedicato al mode stissimo lavoro di legatore di libri, Innanzi tutto lo spirito e lo specchio aveva aperto, dieci anni prima, bot dell 'animo e del cuore che emanavano tega di cartoleria e legatoria di libri e trasparivano dal volto e da ogni at sotto i portki cosi detti della legna, to di Giuseppe Greppi, così che era ora Piazza Pontida, e precisamente nel agevole intuire e sentire come la di locale presentemente adibito ad Uffi Lui operosità tendesse non 'a profitto cio succursale di posta e telegrafo. proprio personale, sibbene ad opere In omaggio alla memoria del Fon ed a finalità ben diverse, altruistiche, altamente benefiche, gener,osamente datore, la Ditta non fu mai cambiata, ed oggi ancora continua con ladeno pensate ed attuate: indi la probità minazione di ( Pi etro Greppi l). veramente preclara e adamantina del Nel 1847 alla cartoleria venne ag l'Uomo, la massima moderazione dei giunta, previa la prescrittJa patente del Podestà , la parte libraria e, più tardi, la con fezione delle cor nici. Di poi il ne· gozio ,a ndò grada tamente, ma co stantemente, svi luppandosi per Il crescente lavoro, tanto che nel 1892 il nostro Greppi acquistò la casa ili Via S. Alessandro, sede dell'a ttnale negozio e labora torio, e dove fu gla la tipografia Paglloncelli. Il negozio Grep . IL IjRE}'»1 FH \ I sl OI OIOV .\:\1 ili :\1~fjOZ]4)
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Nel XXV '(z"ll'Oratorio dell'Immacolata
II.
~E!iOZ.O
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prezzi n.on lllai disgiunta dalla b.ontà dal merit.o reale della merce. Ed mIche il SUD delicatissim.o discorrere pr.of.ondamente persuasiY'D, perchè inal terabilmente dignitos.o, sincer.o e giu st.o, ed il SUD caratt ere sign.orilmente affabjle ed impr.ontato ~empre ad in nata bontà, a squisita gentilezza e c.on fidenza. Tal e conlldenza n.on -ha mai impedit.o però che Giuseppe Greppi fosse circ.ondatocta un vivo e genera le e cordiale senso di grande rÌspetl<), potrei anzi dire di ossequio. Venerat.o dai pr.opridipcndenli, dei quali fu padre e mae3tr.o sDHecit.o, tr.o vò in essi amor.os.a corrisp.oudenza e collaborazi.one. N.on è volonter.osa in.opportun.o a tale riguar·d.o ricordare il seguente anedd.ot.o. Parecchi 'anni. Dr sono, quand.o i ne g.ozi si aprivan.o assai prest.o e si chiu devano all~ ore 20, in un gi.orno di piena estate, il n.ostr.o Greppi si p.ose, e
\U)IE~TO
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d.op.o cena, a leggere, seduto su un c.ollo di carta-paglia posto all'entrata del ne gozi.o, l'Eco di Berga.mo. Ass.orto ndIa lettura, non si avvirle che l'ora di chiu sunI dell'esercizio era di molto tra ccona. Nell'interno fottanto tutto il pf'r;:-:)n aIe proscgui"a wlerte e silenziv ';0 nel propri.o lav-3l'0. Ad un tratto il Grepl~i, levato di tasca l'orologio, si accorse che erano le ore 21: di sca tto entrò in neg.ozio ed in tono add.olorato disse ai suoi dipendenti: «( Perchè nOll mi avete avvertito? l). Nessuno ri ~pos e, ma in ogni viso, lieto e foddisfatto, si leggeva ben chiara la risposta: «( Abbiamo lav.orato di più pel'chè felici ssimi di c.oncorrere noi pure in minima parte alla grande ope ra di bene da Voi sÌ munificamente intrapresa ». Quel giorllo avevano la vorato per ben 13 ore. P/ERO CAVALLI Segretario Gen. del Consiglio dell' Economia
rano l la. ritr. raco[o Gin ('onda le cort... (o seguire nell suoi congiun I i vita in età ((/1. ' sulla terra su l. della virilità, [nvcce il (; s pu.nta.to SII ('
tuta alhero 01
nome, a glOza
ria di quel Cr"
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Un gionw E f;!<! si appr-ossinwt'lJ.
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'Oratorio dell' Immacolata
1.\
'. seduto su un collo .ull' el~trata dd n e - .mo. Assorto n ella ,'h e l ' ora di r-biu -d di molto tra , J":l tbl1to tutto il • JJerte e sile nzio ..l . Ad un tratto ta sca l ' orologio, ) l e ore 21: di e d in tono moi dipendenti: .l H'le avvertito? JJ. i n ogni viso, lieto
l'::r!!eva b en chiara
m o lavorato di più
li concorrer e noi 'I e alla grande ope . ,: sÌ lllunificamente laPI~RO CAVALLI io Gen. del Consiglio dell' Economia
SERENO
C \)II·; r. .\
o" r. " o Bi
TRAMONTO
rana passati 87 anni di qllel l(/. vita ch e ]utr"L'e a molti mi racolo della Povvidenza. Giusepp e Greppi av rebbe, se condo le corte previsioni umane, dOt>u to segui.re n ella tomba avan ti te mpo i suoi congiunti che, passati a m iglior vita in età ancor giovane, lo las ciarono sulla terra solo e d esolato agli a.lbori d ella t:irilità. {nvr ce il Greppi, vi.rgulw novello :;puntato su ceppo morente , è divc-t tato alhero annoso a d ecoro d el su.o n o m e, a gioia di tanti miseri ed (t glo ria di quel Cristian esimo ch 'egli amò c servì. n el /tascon(limelllo e n el silen zio ,
E
*** Un giorno Egli sentì che la sua fine si approssimava. Era S. Giuseppe e
doveva essere l'ultimo per qll ella t:ita che pllr tanti n e v ide ara tristi, ora lieti , se mpre trascorsi nella pace del Sign ore. . La Sl/a fa:niglia di ogn i giorno, gli . operai del negozio, 'v olle IILtti seduti alla sua m ensa in q zwUn festa p erclz .i:? gustassero d el suo pane o fferto c :m più grande ge nerosità ad essi che era.no sta ti i s uo~ collaboratori nella erezione d ell' edifi cio di ricchezza che fu se m pre e doveva. essere ancora il t empio della caritÙ. TI/tti sentirono che quello era ,un addio . La cltndi.d czza del v olto ,del Greppi, quasi tras fi gurato in attesa d e! la eterni tà , pareva illuminasse tutti i v olti, spandendo serenità e speranza. Ma la gioia proprin di quei ritrov i, ''W/~ poteva brillare in quel giorno: pro fon da m estizia era n el cuore di tutti p er
24
Nel XXV dell'Oratorio dell']I/t/llacolaw
Sereno tramollto
usati pas.seggi che corse un giorno con i szwi giovani del gamo tutta l'Oratorio, per i,n cita.r li ad a nome di Dio, l mare Iddio ammirando quel. le vittorie raggr le bellezze delle quali è sta sintesi passava i 11 to a noi così generoso largi ca, ma tanto l'i =. "' tore. re oggetto di n r.~4 V olle che un giovane del rappresenta'w l'Oratorio lo a.ccompagnasse voleva dare so la domenica sulla sera, con e di bontà. nna vettura, lungo le passeg Davanti a L giate preferite, ma fuori del
r
ta città, nella serenità dei campi. ogni cosa o l".
Fin che si era nelle popo nlata, (lSSUmPl
lose vie cittadine il Greppi per il gi.ot'an
t-a.ceva; ma quando, sorpas « ... Anche i sate le ultime case e del fra la qualunqw
stu.ono domenicale non si ro passaggio,
sentiva più che una eco lon po; la sola t '
tana, il Santo Vecchio pare gio di Dio i
va rasserenarsi col sorridere Qu.esta era r
al timoroso giovane che era mento spiritur:.
con lui. Le sue prime parole succedevano 1
erano un rinnovato inrw di Intanto i p fl
ringraziamento a[ Creatore, essi si mu tal "
che gli faceva gustare anco ma il corso d
ra una volta l'incanto puro « ... NeSSI della sua terra nativa ... fuori del SU CTI.. Le ultime gioie di quel st.iano ... Molt( l'innamorato della natura, patire ... ; to dovevano essere divise da un sempre, amia giovane del suo Oratorio. Lì do po aver cnn c'era la vecchiezza che cade educativa sia t'a e la gioventù sorgente, e gzwsta doveva apprendere da quella l'esempio del come si ratorio ... l). amano le opere di Dic, sol Le parole
levando il cuore dalle bas del giovane
sezze. Di solito, sulla via del confuso ...
GICSEI'PE GREPPI NEGLI LLTllil .\1\10 ritorno, volgeva. il tranwnto; e spesso il superbo spettacolo chè il Padre se ne andava ed un vzw· del sole cadente dietro ai lontani. I1wn to tremendo li attendeva. ti, rappresentava il culmine delle gWle di quei due viandanti oramai nniti in un solo palpito di tenerezza *** verso il Datore d'ogni bene. Più tardi, quando i bei giorni di Sciolto l'inno alla lwtLtra, il Vecchio unu ridente primaveru sembral'a aves venerato richiamava lenta mente le an sero ritornato al Veglio bianco un po tiche memorie, le caste gioie degli an co delle forze a.ntiche, egli donwlldò ni trascorsi; poi le amate figure degli di uscire a respirare l'aria pr<.'. fumata /lomini insigni che onorarono con la. lo delle nostre colline, e rivedere così gli l'O prolungata p,'esenza. il SIlO Oratorio
dell'Immacolata Sereno tramonto
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' I"!!i che corse lUl - semenzaio di fede e di civiltà a Ber **,.
n i sl/oi giovani del gamo tutta le lotte sostenute nel -~.".,.. per incitarli ad a nome di Dio , le sofferenze sopportate, ammirando quel. Quando le ruote della vettura rul le vittorie raggillnte ... tutto in breve d elle quali è sta lavano sul selciato e la campagna era sintesi passava in quella memoria stano i generoso largiormai alle spalle, si rifaceva silenzio ca, ma tanto vigile ancora, per cerca· ed il Vecchio l'ornava a raccogliersi in re oggett:o di narrazione al giova.ne che IIn giovane del sè stesso. rappresentava l'avvenire, al qnale egli J., accontpagnasse Le indimenticabili gite si rinnova ......."'='"-:.• _- sulla sera, con voleva dare sovrana, impronta di fede vano spesso e con esse i santi collo e di bontà. lungo le passeg qui, finchè questi e quelle un giorno Davanti a Lui, così. carico d'anni, ma fuori del ebbero fine. che visse una storia lunga e fortunosa serenità dei l,; estate era appena incominciata e in eventi politici, sociali e religiosi, presto doveva finire per il Vecchio ogni cOSa o persona che veniva richia ' ~a nelle popo santo, perchè a Lui era ormai prepa· mata, assumeva il tono d'un monito -Ime il Greppi l'a/a la Prima'vera eterna. per il giovane compagno ... j li undo, sorpas. « .. . Anche i grandi passano, e quel. e del jraIl Greppi giaceva nel SlW letto can la qualunque orma che lasciano sul lo. n icate non si did.o circondato dagli intimi, ma assi ro passaggio, va cancellandosi col tem l ) IIna eco lon stito spiritualmente dai suoi fanciul· po; la sola vi,rtlÌ rivive, perchè è rag .. J"ecchio pare li e giovani, ai quali fece dire cihe gio di Dio immortale .... l). r _l col sorridere at:rebbe p ensato ad essi, che confidas Qnesta era una parte d el SllO testa. t" '0 [;ane che era sero in Dio e che ricevessero inta,n to mento spirituale. Poi alle brevi purole u e prime parole la sila benedizione ... succedevano prolungati silenzi ... 1I01'ato inno di l ntanto i panorami si mutavano; con al Creatore, essi si mutava o prendeva nuova for "l/stare anco *** l'incanto puro ma il corso dei pensieri ... nativa ... « ... Nessuna grandezza vera abita La domenica primo giugno dell' un fuori del Sacro recinto dell' amore cri ~ 'oic di quel no 1913, alle cinque di sera, la campa stiano ... Molte sono le miserie da com della natura na grossa di Sant' Alessandro in Colon patire ... ; tolleriamo tutto, tolleriamo dit'Ìse da u~ na annunziava il trapasso dell'uomo di sempre, amiamo pri,ma di correggere, Oratorio. Lì Dio ... do po aver corretto; e la nostra opera i _==a che cade Ma fu un distacco che non durò. edl/cativa sia .wpratutto un' opera di • n lÌ sorgente, e La presenza spirituale di Lui continua carità.. l giol1ani lo rammentino e spe npprendere da fra i suoi giovani che conservuno ge cialmente i nostri cooperatori dell'O "io del come si losamente quella benedizione e quel ratorio ... l). e di Dio, solla promessa ...• Le parole scendevano sacre al cuore re dalle bas dP.l gi.ovane che ascoltava turbato e . .'ulla via del confuso ... DISCIPULUS. il tramonto' bo spettaco~ () Iltani rnon delle oramai i tenerezza I
I
il Vecchio ('nt e le ano ~ 'vie degli an '. ligure degli rUllO con lo. lo ., SIIO Oratorio r
_
fii
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Nel XXV dell'Oratorio dell'Immacolata
L'OPERA SUA CONTINUA
LI O R.A T O R I O
G
ESÌJ
E'
tra i fall ciulli. lllla scena
I,/"([
;e più aUr(J.'Jll
ti deL V(wgelo. E (jllwlte fiohe .,i dovette ripetere sulle -rive del Lago di Ca/arl/ao e sulle soLeggiate strade di Pal e· stimI! C'è i1 Maestro , dic€v(//IO ,: piccoli, e ac· correvano a Lui, sfu ggendo alle streUe 11/(/' teme e districandosi abilm ellte Ira la folla nllnorosa e curiosa, Essi solo sapeval/o qneUo che I/el Lora CIW' re ii .' pùLgt'va al DoLce Alllico. Non l'avrebbe ro saputo dire, II/a era qualche cosa cil e /ac e· va violellza; e afJrontaval/o così Lo zp.lo poco 'veggent_e d Cl di scepoli, e lo L'inceva1tO. G e 8ù li accareZZfllNl, sorrideva COlI loro , se li strillgeva ol cuorI'. Bisogl/a essere com.e UIIO di questi p;ccoli per elltrare ileI RegI/O d ei deli. I /.Orbidi (CUlli (~ l'aIJzara esperiPllza d el ntondo, 11.U11 vaLgol/o a ragp,inngere La vita: la Vita è TAI.i, Gesù; e Gesù a quelli che si 5011 fatti grandi lOlltano da II/i, impone Wla /IO velia nascita Jlcr v edere il regI/o . E guai a colui che
avrebbe scal/dalizzato uno di questi piccoli. Gindizio t erribile gLi sovrasta , così clli'- sarei,· be megli:J per questo mis erabile Ilcllir legato ~:d 1111 111((ciJ.jllO e trascinato n ei gorglli pjzì [lrofondi de! mare! A queslo modo il quadro Sl/!!l!'estivo di Cristo che irradia sull' innocenza dei fanciulli la dolcissima luce della sua dit:inità, .~i trosf o nllo i,n lino. sce lla pi,e ll(J di all [! o,w; ia.
Dalle labbra di GeslÌ è scomparso il sor· riso; si è s pellto nei snoi OCC!'.;. iL raggio . t.ra· sfigllrallte della sua bontà; la terri.bil e millac cia scoppia so//.o il cielo che Il e va Ollell ~ ' bra/.o ,
e
"': ,' \lUJHa
(l1l111l0nitrice
Il e i
S€coU.
* :.: Bisognava conservare al Divino iÌiaest.ro il fi orito . giardino delle anime piccole . 1'1I/./e le altre vie nel mondo celallo illSidi E, e SOli pronte iu ogni ora a germinare paurosi grovigli di .'pine e di fiori avvelenati. /lvec· chio mondo , per il quale CriSI O 110/1. ha l're· gata , e che irride dannatam ent.e la Sua l'a· rola, non ~a fllr altro, non chiede aLtro : sciu· pare
I L PUr.VOS TO '((il{ PHZZOLI COI.L \ CO:'ll)lI :',';IO.:\E
e
distruggere
Cjuallto può alliet.are il cuore di Dio. E più iL tempo precipita, plU la ce cità deL mondo si fa irrimedi.abile , più l'o· l'era sua si allarga a COlll.rast.are la illevita· bile marcia del Van· gelo. Gesù voleva che fanciulli al/dassero a Lui. Ebbene: ci pen serà il pagaI/esimo a tenerglieli lontani; ci penseranno le eresie a strapparglieli; v€/' rallno i secoli oscnri dell'ignoranza e del la sventura a rompe
re le strade eia li port.ano; _ e mellte il mOli vecchia/.o ed 1/l0lt.iplica1ldo stuzie, patri! si ({a una lut· la e troppo Ci penserà a
cole anime ,. cellare in il ricordo MI/est.ro. l ricchi IlS' ln a g g i o r i ri Ilon vedraI/n o lti del lorn c: (' col lalle re per bis.OgllO donla1li piel/o il tempo di ••. ~. reduvi il Padr· call/po e t'eslP anni
verranllO
~
lIecessiti! ùulepr Poi verrà In rlÌ lo Libertà. il '/I/ale gllore e E come d"i vellti
etn le . !eZZll , ~offjo
Chi
'Z.i , che è piccoli.
(l Il
d ell' Immacolata
d i qu esti piccoli. . così ch e sare b· l ega/o . Il ei gorghi phì modo il quadro ' j , sull' iml·ocenza l uce
d e lla
.m a
.<ceno pie na
di
il SOl'· il raggio . tra ·
' ~() mparso
~hi
rprribile minac · Il e va o lten'2
Il ei secoli.
jJtlct€s/ro il
, celali o
ill s idi ~ ,
paurosi '·el ellctti. Il v ec .' <I ,) 1I0n ha pre la Sua pr; al/.r o: sciI/ d isLruggere può alliel.are di Dio. il I.e mp o più lo ce mondo si fa ',ile . più o ,j allarga a
r
a inevita del Va1/
T. ra
che
.lId assero a
27
T,' orat orio
r e le strade che glie li portall o; . e final m e llt e il m ondo in vecchiato ed es perto, m o lt iplicalldo l e a st.uz ie, p otrà ripo sar s i c{a 1/./1(( lotta ap er ta e troppo faticosa . Ci p en serà il pro gresso e la ci viltà sua a disp erde re le pic cole anim e e a can cellar e i /I esse an ch e i l ricordo d el Div ino il'Jaestro . 1 ricchi as.<etati di 111 a g g i o l' i ricchezz e //011 vedraI/no più in là tI el l oro egoismo ; (' col lol/. e sllcchie r'/II/l o l'm/ sia di vive r e pe r l'oro . l p overi , SO Il O la s ferza del bisogn o (' assillati dal/a preoccupaz io n e di Wl d Olllani pie no d i minacc ie, n on a vrann o p iù il t empo di alzare gli occhi al cielo e di ved Er vi il Padre che dà b ellezza ai gigli d e l ca mpo e veste gli u cce lli , c fin d ai primi. alllli verranno stritolati so tto il peso di unII n ecessità i 1l<leprecabile . Po i ve rrà la Scienza , v errà l' Lndusl.ria , v er nì la 1.ib ertà, verrà il Piacere (/ dare so st·e · {!il O al Maligllo, ch e di quest o m ondo, l'er il q uale Crist o non ha volut o preg.are , è si gn or e e l1l11 estro. E ram e l'atmo sf era d el d eserto è p ercona da i vellti d i fu()co ch e inaridisco /IO c spe n· {t(H I O
ogni {!ernlf~ di v ita , così rrnesta novella
e /lÌ atlra/'er so la dalla rabbiosa co rreli t e d el mll· le , vedrà pi egare e mo";'re i fiori de l/a f(ln cial· [rozza , prima (//Icaro ch e abbian o sen tito il soffi·o vi vificaI/t e dello spirito di Dio . Chi l ~ saZvenì ? . Chi li c onser vertÌ a/ bad,,, d i ,;ill o e al divin o amplesso . d el Maestro? Chi ,zi!(' /I(lenÌ qu est' oasi , dalla CJllale pOSSO ll tl fluir e n el d eserto del m ondo torren ti imp'2 luosi di grazia c r irlestarvi ogni v ita sofJo("(I/{l ? Chi p ell serlÌ al R egn o n e l quale 11 0 11 si enl·ra , an z i , ch e n eppnre si Pu.ò ved ere se 11 0 11 si è piccoli, se nOn si è ril/.ati ? ~:
e d elrompe
**"
nio stesso penserà al su o R egn o e vi chia
l. \
HIIlE ZIO:'\ I: COI UI\) l E H \ TO III
J:lu à gli el e tti . Egli susciterà il ei .//lol/d o i sll oi serl.:i.
F: .• i opporraI/no alla astuzia d el mal/do co n cri stian a irall ch ezza ~ e balz el~ani1()
io che il
111 0 1U!O ,
C f;1Z
più
tenace
SII p.
q uel .
s!..>t.I.ilil
tram a, in sidia e minaccia: s/llla fan ciu llezza
E la gi oven tlÌ si rill1/V verrì co m e l'aqu ila rin · nova le sa e p enll e . U /la ci viit à crue/ ele, l/lmillO SII più pe r bar bagli (li
l acrin1(~
che p e r raggi d i gioia, di
scioglie l e fam iglie e sp egn e i f ac()lar: ? Ver
ralJ1lO i ser vi di Dio a fo ne/a re altre jamiglie e ad accelld f' re ,litri f oco lari. l/ebbre d i ricch ez ze c orrore di ntiseria t olgo llo ai picco li i i !lIltrimenlo d ell' anima , ìa parola u ell' amic izia, la liisione cl elia gio ia. la cosci.enz a d ei loro d esli.ni ? V erranno i ser vi di Dio a pro fond ere i.ll m ezzo (! flu esti
po ueri. piccoli le ricch ezz!' d ella carità clt e tutti i bi.\Ogni , che allev ia 111. I/. i i pesi , ch e 8 11ariSC(l lntli i l1ud i. . SfI
Questi .-.: ervi eli Ili o costituiscono la l'.~~i () n e de i Santi ch e , in q n es li ultimi secoli sp ,, eialtl/ e nte, hanll o c'III/minato .fian co !( fia n co (:o l mondo, lot/wulo co il· lui per , t.rapparg/i le v it Lime più prezio.•e . T, e loro ope re è In legi on e di i ~t iluz io ni che sono sorl e a pro· t p.ggere, a iilunt.inare , a elevare Le prom z sse di un avv enire migliore per la Chi"sa, per la So cieà.
2H
Nel XXV dell'Oratorio delrImmacolata
istallle di esitazione, i caratteri più 'Ilari, i temperamenti p iù contrastanti. E se, nel fervore del mo mento, l'istinto ten· de a sopraffare lo virtù, il sagace oc· chio di chi sorveglia coglie lo squilibrio, e scende il gesto e la parola che riordina e riappacifica. Questi altri sono più anziani. Le loro occupazioni sono or· mai più ragionate. 1 loro obbieu.ivi pw L\ CO)lrAG ~ IA DELL' " nGELO (:~STODE" calcolati. Esercizi fi sici d'ogni grado ser· Oggi per noi questi uomil/i SOllO Giuseppe vano a dar libera uscita a quell'ingorgo fre Greppi; queste opere sono l'Oratorio. mente di vita che si agita lIelle membra fan Chi non sa, potrebbe pensare a uno sfogo ciulle. Ma l'ordine, facilmente intaccato dal l'esuberanza istintiva, è imposto con paterna retorico di circostanza: ma chi COI/asce que· fermezza. Le discussioni possono a traUi so sta azione di (lssistcllza cristiana c di carità, vrapporsi alla innocente loquacità, ma non non esita I/n istante (I riconoscere in essa l'imo elevono trascendere. Si impara a dominarsi, pegno sublime assuntosi e condotto a termi a vincersi, per amore della giust.izia, pcr amo ne di rilanciare tra le braccia di Cristo i re dell' amore. E si stringono così quei nodi fanciulli che Egli prediligeva. che elomani saranno fervide e nobili amicizie. l più. grandi stanno in disparte. Si divertono COli senno, con arte. Lo sport del momento *** è coltivato con giudizio. Le rivalità scmo 1 vasti cortili risuonaI/o di gioiose grida nobile emulazione. Qualche vecchio amico squillanti. Chi passa, pensa agli ospiti alberi dai capelli ' {{rigi e dall' esperienza maestra, che nel soave tramonto contano tanti pas sostiene la giovanile conversazione, e la irro seri quante foglie, e son tutti un pigolio, IW bnstisce con gravità lieve e piacevole. su;surro festoso, un cingz«3ttio incessante. Il Poi zm suono di campana scende ad aro cuore si allarga; si respira, La visione del l'età innocente che ancora non subisce il con traccolpo della miseria e dell'abbandono, e che trova in sè profollde ragiolli di -vita, ele va d'un tratto in una zOl/a più pura. E lì dentro c'è la vita più beata. l piccoli si aUanllano ad inventare ;. diver timenti più chiassosi; Ilei loro giochi non C01l0SC01l0 SO!,tc; n.on si concedollo tregua. 1 loro cervelli 050110 efJervescellti. BoMa una inezia a dare un. colore di novità piena di letizia e accolta COn tripudianti clamori, ai passatempi più vieti. Un'arte il/COI/scia e tra dizionale presiede ai loro giochi. Una spon tanea, frate.rllo solidarietà accomuna, senza 1/"1
l,'oratorio restare, come bile mano che .< i fìli di questo cato carosello, vertiment.i e le Si va a pregare. ad asco/,tare la P'-~ di Dio che r Sacerdotc dispen.> amorevolezza li. ' Tal.ti questi zati si serrtollo ta per volta - r i mare il loro ti n blime., la loro ':-~ dezza elinnanzi Il L i loro doveri. piccoli. Cll schiudono so/lo lore della veri, vi penetra, e noscenza eli ne. La carità lido. L'al/Ila cri ·' cenda delle we per periodo, dqj ligione. Al COIl! rifìcano: alla tlll arricchiscono del sto ,
iHa come è - lJuel morrdo voluto cabile sensualità e di SItO lancio di / e piccoli, allo cabile, è l' Opf!T' 1'0rat.orio plas Così.
inavvertiwm.elu lo, eli anno in
l'liDI \ vJ::n .\
. 'Oratorio dell"/mmaco!ata
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I,'oratorio istante di esitazione, i caratteri più vari, i temperamenti p iù COntrastanti. E se, nel fervore del nl-O men to, l'istinto ten. de a sopraJjare la t·irtÙ, il sagace oc. chio di chi sorveglia coglie lo squilibrio, e <cende il gesto e la .."rola che riordina e riappacifica. Questi altri sono più anziani. Le loro occupazioni sono or. mai più ragionat.e. / oro obbiettivi pm '. 'l/colati. Esercizi fio 'id d'ogni grado ser. a quell'ingorgo fre. Il nelle membra fan. '{mente intaccato dal. pOssono a trat.ti so . ." loquacità, ma non impara a dominarsi, 'a giustizia, per amo. gono così quei nodi . ide e nobili am.icizie. ii,parte. Si divertono sport del mOmento '. Le rivalit.à sono L'ecchio amico
"e
scende ad aro
restare, come invisi· bile mano che spezzi i fili di questo intri· cato carosello, i di· vertimenti e le grida. Si va a pregare. Si va ad ascoltare la parola di Dio che l'amico Sacerdote dispensa con amorevolezza lieta. Tutti questi batt ez· zati si sentollo - vol· ta per volta - richia· mare il loro fine su· blime, la loro gran· dezza dinnanzi a Dio, loro doveri. l piccoli cltori si schiudono sotto il ca· lore della verità che vi penetm, e si irrobustiscono nella co· noscenza di una vita che non avrà fio ne. La. carità si accende, la fede si conso· lida. L'anno cristiano, nella meravigliosa v i· cenda delle sue solennità, è segnato, periodo per periodo, dai più significativi atti di re· ligione. Al confessionale. le coscienze si pu· rificano: alla tavola Eucaristica le anime si arricchiscon o del Corpo e del SanguI' di Cri· sto.
*** Ma come P. metodico l'assarto del mondo, - quel mondo per il quale Cristo non Tia voluto pregare - come esso spiega instan· cabile la sua rete di vanità e di orgoglio, di sensualità e di odio; come quotidiano è il suo lancio di luci false che ·accecano grandi e piccoli, allo stesso modo metodica, in5tan· cabile, è l'opera di persuasione con la quale l'Oratorio plasma le anime dei moi figliuol .i. Così essi passano dai primi almi fino alla matura giovinezza attraverso la scuola de! Maestro. Imparano a discernere la sua voce, ad approfondire la sna parola. Le prime 110' zioni del catechismo · che si stampano quasi inavvertitamente nel tenero cuore del fanciul. lo, di (L/tIlO in anno si allargano, si delineano più nette, si rilevano più possellli. / fatti dell'antica storia sacra cessano di essere epi. sodi staccati per assumere una forma organi.
1l0PO l.A PRDI.\
GO .\I {;~ IO~E
ca e fondersi in un vasto armonico quadro, degna preparazione a capire la storia di Cri· sto. Le verità della fede, da semplici e oscu· re enunciazioni, si fanno veritlÌ che illteres· sano come può interessare l'avvenire che non avrà termine: diventano question.i piene di mistero e di luce , che affascinano e conqui· dono: si trasformano iII vitale nut.rimento dell'intelligenza, in .\Davissimo pascolo del· · l'anima. Il formulario catechistico dei banchi del doposcuola, si arrotonda nella i.5truzione religiosa delle sCllole serali, si fa scienza e coscienza cristiana nelle adunanze del Circolo. E la volontà si tempra. Gli esempi dei com· pagni edificallo, l'ammo1lizione del SaceTdote dirige ed illumilUl, la calda e affettuosa ano sia dei maestri sostiene e premia. Il mondo potrà contare ancora delle vitt.ime: ma sono , i colpevolmente fia.cchi. Gli altri hanno ormai indossate le armi che resistono e vincono. Avanti, schiere elette della gioventù catto· lica di · qui e del mondo intero! DOVI! avete attinto le forze che creano i martiri e i con· fessori laici dei 1Iostri ultimi secoli? Com'è nata, come è cresciut.a in voi questa energia che confonde il mondo e supera il male? Tra le braccia di Cristo.
*** Così l'Oratorio perpetua la commovente scena di Gesù che stringe al suo cuore i pico coli.
Nel XXV dell'Oratorio d ell'T mr1wco!ata
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1. ' .\THI O
n'[:\(jIll': S~O
.\ LL' Or::\TOHt O
E vigila e travaglia [i erch è abbiano a l'Ì nwnere piccoli così, se mpre, n ella semplicità indispensabile per elltrare nel regno dei cieli. Il se m e è gellato in so lchi profondi. Non è llIW fì.oritura effim era , nOn è la luce cI ' Il/W meteora. Chi all'Oratorio ha dato con fervida generositù III sua puerizia, non gli sottrae ~a sua "do!escenza . Esso ha potuto cont emporan eam ente val o/'izzare l" carità di chi lo istruim e l'egoismo del mondo che lo contmstava. Ila tropato da un a part.e l'amico , che ama cOn la p{U"ola del rimprove ro, dal l'altra il falso amico ch e trndisc~ co l sorriso .',:111 volto. A tell/po opportuno la scelta nOli sarà' laboriosa . Un sellso di gratitllli i n,~ dw se nza obbli gado in particolare a ulLa perso na o a WL p€riodo det erm inato, lo investe globalmente e profolll[a11l ente , dire i , quasi un senso al tissimo di giustizia lega dolcemente quegli che nOn è più giot:al/ e, all'Oratorio , dove ha trascorso tutta la .m a esistenza. ~ip ensa co n {HO la COlnl1lossa agli anni che 1lon tornano più; e, mentre ,livel/ta j,l/ €vita l,ilment. e lodatore di essi, $Orride con compiacimento alle no vili! che [//tr e lo interessano , ed è benigno crit,ico del/a sp el/ sierat.ezza dei giovani d'oggi . E il Sito cuore è tutto lì ancora :' egli 'Hl imparato che solo i piccoli S/.(lIlno vicino a Gesù, e non vuole allontanarsene. E' lIeces f,u ria la sua parola di anziano, la sz:n flssi·
ste/lza di maestro , i.l suo aiuto di esperto? Eccolo lì, pronto ad ogni ' ordine. iV essuna soluzione di continuità. Si farà an cor più piccolo; e volentieri, "nzi, Di· me1l/.ichenì così le a sprezze d ella gior1ll/((! e i tedii d d l" vita, per immergersi nella beata indifferenza d el la fanciull ezza. Lo si chiam erà coo peratore: ma egli si sente aneortl . un alun no, [JfTch è gli costei dare Wl addio d eli ni tivo alla prima ve ra d ella vita. Se in seglUi il Cate chis/llo , impara allcora WL po' su quel libro che nessuna intelligenza umana può consumare_ Se assiste in cappella, co nfon·
L'oratori,o d e tacitame nte la l'OC" noI/. più arge.ntea COli quella sottile dei pico coli, e prega come al· lora. Se li acCOml'" g1la nelle gite. o ,:orveglia n ei giuoel-:' n;m disd egna di e' r e sfidato e di sfi . in resistenza, in i'" st,ezza. Se le pro ve di cita m entalmeli l part e di ta/lti prima, quando /I perita chiel :iCllsa all'istrutlvr di dare un s /lO ,rere. Gli alt,ri suoi paglli so n fuori. strad e della ri ~ quante e come spersi: ma egli no ' essi il buoll SOIlO nati e di Dio.
.< b'
C osì l'oratori .• 11ltllZ e rO
scandalo ai gion. l'erch è, è stm= ; te queste anime « E' necessario cl. La loro casa er I genit.ori tra I/c., alla macchina, ai ,Ire attanagliato dre so praffatta glia. Oglli ora lel/ne- e gral' e . e di bontà. Ogni care lo spirito magnificenza del Le loro SCII oi f' U n cumulo en •
iSI.ruzione,
et,erne. Ma in ,11" " t, (; RE S CQ ILL'oon Ont o 0 .1 VI.\ FOPf'\
orio dell'Immaco!ata ' ellza di maest,ro, il aiuto di espert o? ecolo lì, pronto ad :m i ' ordine. .10
,YesslLna
soluzione
i continuità. Si farà
ur più piccolo; e ,/ ~ lllieri,
11llzi~
Di
IIticherà così le (I. r ..:;ze della {!i01"1lata ledii ddla Vitll, imm ergersi n ella . ifldilJerellzu d el. r. ci" llezza . ,<i chiamerà coo . Ire:
nza
egli si
aucora -un alun· puchè gli costa un addio dI'fiI/i. alla primavera dia. ~~ ills egua il Cute-
po' sn quel lWWIU/ può r:'1ppella, confO/,. Il
L'oratorio
d e tacitamente la voce Ilon più argentea con quella sottile dei pico culi, e prega come al· lora. Se li accompa· gl/a nelle gite. o li sorveglia nei giuuchi, Ilon disdegna di esse· re sfi.tlalO e di sfidare in re sistenza, in pre stezza. Se presenzia le prOL'e di teatro, re· cito m entalme llte la parte di tal/ti anni prima , quando ,non si perita chiedeiulu ' scusa all'istruttore di dare un suo PII ' rer e. Gli alt ri .~ uoi com I Y ,It\ \lEL PORT U: ,ITO pa g ni SO " fuori . Le
strade della vita
gel/erosità, se nzlt fuoco. Ambiente freddo, quante e come divergenti! -- li hanno di
fastidioso. spers i: ma egii li seI/te sulidali con lui. So·
E' specialment e la strada, aperta e insidiosa. 110 ' essi il buon liev ito, il fermento vivo, in
masse di cristiani amorfe e il/sipide.
Battuta per lungo e per largo da gli oziosi, d ai bestemmiatori, dai 1:1:Iri. Fiancheggiata So no nati ii sOfia rinati per z;edcre il regno di Dio. da luoghi di divertimellto "ovvertitore e sver gognato. Percorsa e rip ercorsa in una co n· taminata ebbrezza di libertà. La strpda che abbacina con le sue iridescenti prom esse e Così l' oratorio att en!/ll e ' illlpicciolisce il che stronca co n la sua volgare e lacrimevole lll/ln ero dei disgraziati che avrebb ero recato realtà. scandalo ai gi.ovlllli amici di Gesù. TJì , queste piccole a!lÌlne, avrebbe ro inco P erchè, è' straziante ma è vero, qua si tta In:l/ ciato ad assapomre il f rutto v ietato, per te queste anime sareb bero rimaste av'vel·2 1I1lle. rimall ere pi ù tarai t /rozzatc. Lì avrebb ero ano « E' n ece.ssario che avvengano gli ." cane/a!i ... n. 1L0dat.o le IITIlicizie che portaI/o a!/a compii· 'La loro casa era presso chè d ('Scrta. cità. Lì avrebb ero tro vato la vita già morta I genitori trattenuti fino a seTa all'offi,cil/a , prima cTre incominci~ss e ad insegnare. alla macchina ; ai campi , al laboratorio. Il pa E sarebbero poi andati essi stes.~i, questi dr e attal/agliato dalle al/:sie nw(,er;ali: la ma piccoli traditi, a cercare il macigllo da legarsi d?e so praffatta dalle occapazioll! della fami al collo, per sprofondare nel nulla. glia. Ogni ora inopportuna al richiamo so· Se il Greppi col SlLO Oratorio , al quale lenile' e gTlwe dei gravi doz;eri di religione aveva dOl/ato 'z;ita e sostanze ', se col suo per e di bontà. agiti giorno in sufficil':l/te ad edu· leuo e profondo sell.'o cristiano, non avesse care lo spirit.o dei picco li alla bellpzza e alla (atl" alt.ro che strappare al mClldo lIlI piccolo. magnificenza delle cose di Dio. per riporlo so tto il divino sguardo del Ma e· Le loro SC LI ole enaio infol'lll ~ . stra, lo dovremmo ricordare con vener~ziol/ e , Un cumulo enorll/ e dell e più svariate no come coilli ch e, a vent,i secoli di, rli stmlza. zioni: ma raramellte l'amore ch e piega l'in ha rinnovato unti delle ore più, serelle fra l e relligenza e riempie il CLi ore . Forse qualche ;n (ì.niramentl' serene che .,corrOllO ilei Val/' istrLlzionl':, monca, superficiale, sulle verità eterne. Ma in fretta, senza cOl/trollo, senza PIERMAURO.
Nel XXV dell'Oratorio dell'lmmucolata
32
LA
COlVIPAGNIA- DI
s.~· I~UIGI
Padre Mozzi ideò allora e costituì, solto il · . nome di (( Compagnia di S. Luigi)), una ag gregazione di giovani Celibi, . di qualunqu·e condizione sociale, i quali, senza togliersi dal mondo, nè sottrarsi alle proprie occupazioni, desideravauo, sotto la guida del Sacerdote, de· dicarsi con particolare impegno a llliglioran~ sè stessi, per rendersi idonei alla grande ope ra di carità di istruire ed educare cristiana mente i fanciulli ed i giovani dell'Oratorio.
L'Oratorio e la Compagnia nella Par rocchia di S. Alessandro in Colonna
HDnE LUGI :IlOZZI FO!'ìDATonE DELLA (;O)IHGNIA DI
~.
LlJWI
Origine della Compagnia e costituita dal Padre Luigi Mozzi della Compagnia di Gesù, nei tempi for tunosi successi alla Rivoluzione Fran cese, quando cioè, dopo taute rovine, maggiormente sentivasi il bisogno di edificare su basi cristiane l'educazione della gioventù, la Compagniu di S_ Luigi, dopo aver ottenuta regolare approvazione dall'autorità ecclesia stica, tenne la sua prima riunione costituente il 21 giugno 1795, festa di S. Luigi Gonzaga. Il Padre Mozzi, tempra di apostolo, vene randa figura di sacerdo.le e di educatore sul l'esempio di S_ Fili ppo N eri si era dato a raccogliere la gioventù maschile per allonta narla dai pericoli della strada ed educarla alla pratica delle virtù cristiane; ma ben pre ~to si era accorto come il bisogno fosse di gran lunga superiore alle sole sue forze_ Nè, d'altra parte, poteva sperare nell'opera di coa diutori, che, liberi dai molteplici impegni del sacro minist.ero, avessero tempo ed attitudini necessarie per dedicarsi con lui all'opera eau cativa_
I
DEATA
Sul finire dello stesso secolo XVIII, Don Carlo BOlla, grande estimatore ed emulo del Mozzi; giustamente impressionato dai perico li a cui la gioventù era esposta per opera dei fautori della rivoluzione giacobina, si propose di fare nella Parrocchia di S. Ales sandro in Colonna, ana quale egli era ad detto come coadiutore, quanto il Mozzi ave va fatto nell' Alta Città; tanto · più che l'opera del Mozzi era rimasta paralizzata dall'avve nuto arresto di lui, causato · dalla sua aperta ostilità al nuovo ordine di cose_ D_ Carlo Botta iniziò la sua oper:! con un corso di esercizi spirituali !lei giovani della
seuo un fanciulli
ll1igrazioni, ~i '" l'ex conven"to
al
1l0~
C.U 'LO Dorn, FO\DnOnE lJHL ' on.\TOnIO
1903~
goreggiante.
/I rarorio
dell' I mmacola!u
LfI Compagnia di S. Luigi
33 Già sotto la guida del primo direttore Don Francesco Gilberti Macchi, fino a ottanta si poterono alcuna volta contare i Confratelli della Compagnia, e, quel çhe più importa, tutti moqelli di perfezione cristiana. Il lettore potrebbe convincersi appieno del· la vita virtuosa di tanti Direttori e Maestri dell'Oratorio, se avesse avuto la fortuna di avvicinare educato~i dello stampo di un Don Bortolo ·Moratti, tempra di apostolo, profondo conoscitore della Dottrina Cattolica, valente e rigido educatore, di un Don Celestino Briolini ed altri ancora; di un Figini, di un Mayer, del nostro Giuseppe Greppi, di un Parglien Morali, di un Isacchi, di un Rinaldi, di un Colombo, di un Peverelli e, più, vicino a noi, di un Gioyanni Moratelli.
LUIGI
·ra e costituì, solto il · li S. Luigi», una aa. 'clibi, . di qualunq:e li. senza togl iersi tlal
impegno a migliorar., a nei alla grande ope. e d educare cristiana. dell'Oratorio.
pagnia nella Par~ -sandro in Colonna
GIUSEPPE GREPPI NELL'ORATORIO E NELLA COMPAGNIA r.l esposta per opera ,"Lione giacobina, si occbia di S. Ales.
unlo più che l'opera .ualizzata dall'avve. - ò dalJa sua aperta opera COn un giovani della
. DO ."
FJU~ C "; SC:O
GILDERTI ;\1.\(;(;111
VIlDIO DIRETT OnE DEI.I. · 01\ .\ TO IIIO
Parrocchia, tenuto in casa sua, la quale d.:. venne in seguito meta di numerosi con ve {;ni; finchè, ottenuti i locali dell' ex convento delle Terziarie Francescane di S. Antonino, il Botta inaugurava il 25 gennaio 1800 il primo Oratorio regolare di Bergamo, affidano <lone la direzione al suo affezionato e zelante collahoratore D. Francesco Gilberti ·Macchi. Ma l'opera di un solo, sia pure accorto e zelante educatore, non poteva bast~re ai bi· ·s ogni di un Oratorio che accoglieva nel suo ;;ellO un numero ogni giorno più gr:lnde d; fanciulli e di giovani; ed ecco cbe il Botta vagheggia e costituisce nel suo Oratorio una sezione di quella Compagnia di S. Luigi che il Mozzi aveva istituito nell'Alta Città. L'O"atolio del Botta, dopo una serie di migrazioni, si stabilì, nel 1825, nei locali del l'ex conven·to di S. Antonino, dove rima se fino al 1903? quando Giuseppe Greppi col sacri lì cio dei frutti del suo lavoro, fece costruire l'attllale n1agnilìco Oratorio dell'Immncolata.
Allo scopo di far conoscere, .almeno in parte, l'influenza grande e benefica dal Grep pi e ioercitata sulla Compagnia, diremo di lui come Fratello, come Prefetto, come Maestro dei N ovizii.
Periodo d'oro della Compagnia
. ù n \ rOllIO
La piccola semente gettata con intelletto d ' amore dal Mozzi e dal Botta nei solchi be· nedetti da Dio, stava divenendo albero v: goreggiante.
I>O~
»onro'-O
.l Ion .\TTI, I>IIIETTOnE DF.I.I.·un\TOniO
34
Nel XXV dell'Oratorio dell'll1urwcDlalll pi pr~digat~ suòi rispanni affli:lchÒ i · C:On· fratelli trDvasserD in qualche DuestD solliev'J, in un'agape cristiana, in .un ritrovD' éDnfi· denziale, il mezzo di favDrir-e, c6n ~na CDn· fidenza réciproca, l'incrementD dell'amore fra· ternD. Ma noi nDn sapremmo giammai cDmpren· dere il segreto; svelare la fonte di tanta at· tivilà apDslolica, di tanle villorie educative, di tanti meriti per l'eternità, se ignorassimo che il Greppi volle innanzituttD ·e sDpratultD crescere e perseverare nelle vie dellD spirito. SDltantD per questD pDssiamD comprendere perchè i di versi DirettDri che si succedetterD nel governo della Compagnia, pa'tessero addi· tare Giuseppe Greppi ai CDnfratelli e dire: « Guardate a Lui e fate come Egli fa)}.
Il Prefetto
nON CELESTINO
BR10Ll~I,
UlnETTOIiF. Hf:LI.'On.HOIHO
Il Fratello Obbediente e rispettoso sempre verso i Su· periori, il Greppi, non solo eseguiva pron· tamente i loro ordini, ma sapeva uniformare la prDpria alla IDro .opinione, fino al puntD di mettersi talvolta in cDntrastD cDi CDnfra· telli per sDstenere le vedute dei Superiori. Def ererÌte VerSD i 'Confratelli uguali, af· fabile CDi meno anzia· ni, li amava tutti di sincero , un amore pronto sempre ad aiutarli mDralmente r finanziariamente. QuandD pDi la sua .operosità instancabile, la sua perspicacia di negDziante, la sua par· simonia e sDpratutto la benediziDne di DiD, gli prDcurarDnD uno stato di discreta agia· tezza, eccolD il Grep·
Il PrefetlD è il bUDn « papà» della Compa. gnia; è il SuperiDre dei CDnfratelli che coa· diuva i sacerdoti dirigenti, pel rettD funzio· namentD della istituziDne. Elettive a maggioranza di vDti finD al 1906 , le cariche della CDmpagnia dmavanD DI'di· nariamente due anni e nessunD poteva essere rieletto alla medesima carica; anzi, il Pref et· to, per due anni, nDn pDteva essere elettD a nessuna funzione e dDveva cDnsiderarsi CDme l'ultimo dei CDnfralelli.
W OI' EHATORI E GIOV.\~I IIELI.'On ,ITOnw Ili $ • .\STOSI~O CQ ,\
La Compagllia EccD la ragiDn e . cui il Greppi n cupò che S3 mente la cari Pref ettD fino a quando, per b ma delle R eg diritto di pas:;ò al Direll
« Chi è pri (li voi - dis,. a' sUDi· ApD5t~ :. ripete a lUtti i veri seguaci
comporti come se l'ultimo». Ed il Greppi. per tantD lemi cupò il primo nella CDmpagni pc uniformarsi tamellle al pre~, vangelico. In lui neSSUD" mai nDtare spirti autorità, di :m l'~ zia; moltissimi ce nDtarDnD e miraronD in Ill. perfettD spiritD rità. In nessuna oc' ue llIai ambì di parire il prim sempre cercò sCDndersi cDmparire per far ricad ere altri il meritD ziDni con ogni • ficiD da lui com. Sapeva comi; anche, sebbene 01 gnD ID richiede· miltà sincera, c selltirsene, lo ri•. _ cercava di . appr SUD spirituale ,. QuanlD fDsse
IL DIHET.TonE nlllousr.
lira/orio delL'lmmaco!;lIl affilJèh~ i Con
onesto sollievo,
ritrovo éonfi
\ Oril'C, con - una con
nento dell'amore fra
" gial1llnlli compren la fonte di tantaat nte "Ìttorie educative, ~rnità, se ignorassimo - J.Dzitulto e sopratutlo elle vie dello spirito, _ ,;siamo comprendere r i che si succedettero
come Egli fa
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papà» della Compa Confratelli che coa pel retto funzio voti fino al 1906. ordi ;suno poteva essere i('a; anzi, il Prefet :e,-a essere -eletto a tonsiderarsi come
" JnE nlllOLl':\"I~
La ComplLgnia di S_ l,uigi Ecco la ragione per - <:ui il Greppi non oc cupò ehe saltuaria mente la carica di Prefetto fino al 1906, quando, per la rifor ma delle Regole, il diritto di elezione passò al Direttore_ « Chi è primo tra di voi - disse Gesù a' suoi Apostoli e lo suoi ripete a tu tti veri seguaci si comporti come se fos se l'ultimo». Ed il Greppi, che per tanto tempo oc cupò il primo posto nella Compagnia, sep pe uniformarsi perfet tamente al precetto e vangelico_ In lui nessuno potè mai notare spirito 'di autorità, di suprema zia; moltissimi inve ce notarono ed am mirarono in lui un perfetto spirito di ca rità. In nessuna occasio ne mai ambì di -c om parire il primo; ma sempre cercò di na scondersi per far comparire gli altri, per far ricadere su altri il merito di a zioni con ogni sacri ficio da lui compiute. Sapeva consigliare, vigilare, al)Jmonire ed anche, sebbene a malincuore, quando il biso gno lo richiedeva, correggere Confratelli con tanta delicatezza, con tale spirito di u miltà sincera, che l'ainInonito, lungi dal ri sentirsene, lo ringraziava della SUl caritit e cercava di _ approfittare dell'ammonimento a suo spirituale vantaggio_ Quanto fosse grande la stima, la venera zione, l'ascendente che Giuseppe Greppi sep pe conquistarsi nella Compagnia lo prOVa "
1..\ CHIESA 111 S. ,\;,,\TO~J:'O
- fatto che sempre, anche quando non ricopri va alcuna carica, tutti i Confratelli riconob bero in lui, più che il Superiore di nome o di fatto, il loro venerato « papà »_
li Maestro Se la carica di Prefetto è la prima della COlllpagnia, la missione di Maestro dei N 0 vizii è quolla di maggiore importanza_ Si tratta di formare allo spirito della Com
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N el XXV dell'Oratorio dell'Immacolata
La Compagnia dì
-J
610V.\ ."\NI i\lOn .\TELI.I, COOPERATORE DELL' OO:\TOIUO
I\GRESSO .\ S_ ,\\TOi"iI " O
pagnandoli a casa la sera, il Greppi sapeva pagnia, che è spirito di virtù e di sacrificio, 'cosÌ bene cogliere l'occasione propizia per giovani ancora inesperti nelle lotte spirituali, rilp-vare un difetto, per che sentono irresistibili le consigliare un atto virtuo tendenze alla falsa libertà so, per confutare un ero ed al ,piacere. rore, per rettificare una Nessuno certo più del massima errata, che i No· Greppi era idoneo a rive vizI, quasi senza accorger stire una missione tanto sene, trascinati dal'esem delicata ed importante. pio del Maestro, venivano Nel Greppi Maestro dei formati da una vita di pie· Novizi, non troviamo pro tà , di carità e di . sacri grammi di grandi lezioni ficio . didattiche e religiose, Don . « Tutto il resto verrà da larghi e brillanti insegna menti orali; ma bensÌ let sè soleva ripetere il Maestro. Qualld'anche tura e .spiegazione chiara un Cooperatore dell'Orato e semplice delle Regole rio non sia molto istruito, della Compagnia con ap plicazioni pratiche ineren ma sia veramente buollo e sappia sacrificarsi per amo· ti alla vita comune. re di Dio e del prossimo, Trattenendosi famigliar il resto verrà da ' sÌ?; il Si mente co' suoi Novizi, pas gnore supplirà co n la Sua seggiando su e giù pel cor tile dell'Oratorio, accom· grazia ... ». FILlPI'O PEVERELLI, COOPER.\TOr.E IIELL 'OllA TOlllO
Questo in parte oggi però, col indispensabile i istruzione per ruturi Cooperal
dell'lml/l(!colat.a
, I:I': DEI.L' OR.\TORJO
. il Greppi sapeva ,'one propizia per Wl difetto, per - iare un atto virtuo. c confutare un ero : p r rettificare una errata, che i No· ~ i senza accorger. :ro'l"cinati dal'esem. • Iaestro, venivano .l una vita di pie. rità e di . sacri·
il rest.o verrà da ripetere il QuaTld'anche '.lore dell' Orato. in molto istruito, . ' amen/.e buono e ri,lìcarsi per amo· e ciel prossimo, ,'rrà da sè; il Si· plinì COTI la Sua
J'>\'a
La Compagnia di S. Luigi
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Il. O:ORTII.E DELL'ORHOlllO A S • ..I~TO~E'O, ORA TR..I S roR .\IAT O I~ GIARDINO
Questo il pensiero dell'uomo, determinato in parte anche dall'indole de' tempi suoi; oggi però, col dilagare dell'errore, si mostra indispensabile il sussidio di una più ampia istruzione per una complet.a formazione dei (uturi Cooperatori dell'Oratorio.
Coloro che hanno avuto la fortuna di creo scere alla sua scuola, non dimenticheranno giammai il prezioso retaggio d'insegnamenti di Colui che nella Bergamo nostra fu, oltre che apostolo d ella gioventù, grande messagge· ro di bontà, deJl'unica cosa dinanzi alla qua· le il mondo è capace d ' inginoc.chiarsi ancora.
Nel XXV dell'Oratorio dell'Immacolata
38
LA SCUOLA DI
CANTO
S
chiamato a contribuire, nel modo plU dE strano, a primo aspetto, che pro
cace, al decoro, alla solennità del culto divi prio il Greppi abbia pensato e voluto
no. l fanciulli ed i giovani dell'Oratorio, pre di preferenza, tra le prime opere an
nesse al suo IlUOVO Oratorio, Ilna Scuo
parati ed educati ad una sÌ alta lIlissione, compresi della santità e dell' importanz:l de: la di canto_
l'ufficio loro assegnato dalla Chiesa, attratti Non era uomo fornito di cognizioni mu
non da speranza di lucro, ma dalla b··llezza sicali, e nemmeno, per quanto si sappia, ave
va mostrato mai speciale trasporto per la mu
di si alto ideale, con studio, con diltg '" nza, con zelo, con sacrificio, si sarebbero preparati sica_
ad esercitare degnamente e decorosamente Per quanto, anche per il passato, l'arte mu
l'ufficio di cantori delle lodi di Dio, nella sicale fosse stata curata ' nei nostri Oratori,
considerandola tra i mezzi di educazione e
loro cara Parrocchia di S. Ale.''''IlHl rO ! Ma la mi ssione già per sè stessa ' nobile etÌ di onesta ricre6zione, nessuno aveva mai pen
sato ad una scuola di canto propriamente det
attraente, presentava pure il suo lato non trascurabile di efficacia educativa. Se è vero, ta , , con statuti e regolamenti propri, con le
zioni regolari, con un Maestro proprio appo
com'è provato, che l'arte nobilita, educa ed ingentilisce l'animo del giovane, quale efficace sitamente stipendiato dall'Oratorio; una scuo
elem ento di educazione doveva attendersi il la diligentemente preparata, che, dalle nozio Greppi per i giovani del suo Oratorio, da ni più elementari della musica, dovesse in bre ve portare gli allievi all'esecuzione di canti quell'arte vera che è la musica sacra, destJ sachdel genere classico e polifonico; una nata ad innalzare i cuori giovanili a sentimen .èuola che potesse un giorno venir chiamata ti nobilissimi, aiutata in questo dallo splen dore dei riti e dall'imponenza delle funzioni la « Cappella musicale della Prepositurale di EMBRA
5_ Alessandro in Colonna»_ d ella Chiesa! La scuola si è Condata. E non erano tra Si era verso la fine del 1903 e da Roma scorsi che pochi mesi dalla comparsa del do era giunto lo storico e memorando documento Pontificio, detto' il « motu proprio» del Pall.3 cumento pontificio, quando la scuola iniziava il suo corso regolare di lezioni. Parecchi di Pio X di s_' In_ Quel documento dettava nor stinti Maestri, artisti di valore, persone esimie me precise e tassative intorno. alla musica da del clero e del lai ca to, apostoli entusiasti del eseguirsi in chiesa, e ' doveva segnare il prin la nuova riforma, prestarono l'opera loro per cipio di un'ep'o ca di effettiva riforma della una salda fondazione della scuola; ed il qui musica sacra_ Tra le norme 'indicate nel do doveroso ricordare tra i viventi il Maestro cumento pontificio, oltre quelle restrittive e Achill e Bedini, il Dott. Banfi ed altri; tra i proi~itive, v' era quella della fondazione, an. aefunti Mons. Castelletti di v. m., Mom. Emi ",i, restaurazione, almeno presso le chiese lio Berizzi, O.car Ulm, ed in modo spec:ale principali, delle antiche « ScJwlae Cantorum », il Maestro G. Mattioli, allora Direttore del e facevasi particolare raccomandazione al cl,, nostro Conservatorio, il quale propose e con ro per la fondazione di dette scuole, adunan cesse alla scuola il suo primo maestro, Pie do intorno a sè i fanciulli e gli adulti con profitto loro proprio ed edificazione del po tro Dentella, alunno ancora del Conservato polo. rio e licenziando in alta composizione e can Chi tra i primi, nella no stra Bergalllo, die to individuale. de un salutare esempio di obbedi enza al Era questa una eccezione al Regolamento Papa, fu proprio il Greppi. Appena difatti gli dell 'Istituto, che il Maestro Mattioli era Ce fu presentato, nelle sue linee principali, il lice di poter fare, come atto di omaggio ed progetto di fondazion e, nel suo Oratorio, di in segno di alta stima verso la pf'rsona del una scuola di canto, egli subito l'abbracciò e Greppi, ben conoscendo la speciale valentia lo fece suo. d el di scepolo e le sue doti veramente eccezio nali di organizzat ore e di direttore. L'Oratorio del Greppi era, in tal mod:>,
LI:
scuola di call I.
Dire con quan' . :~ amore . e con 'slancio pl1>1' soltanto ad un entusiasta dell a ' -,- abbia il D !! iniziata l'opera nella creazione seuola, nOli è permesso dalla tà di un articv. Basti dire eh scuola del )1. I
tella a quei tecnica
che, s mente nella f · zione ed edu rrut; della voce, ri!'I"" vano alle più alt ... genze scientifiche . Alle doti speciili luento,
suoi allievi,
potesse cilllentani La f esla della ~ 1904, nella Prer P erosi, 'col \'a costituì
tadinanza! Maestro ' e
Ad una appresso si na riuscita d umile e mI1/.
dell'11'tmacolata
eù
quale efficace attendersi il
delle funzioni
valentia cccezio-
Le scuola di canlo Dire con quanto ', amore e con quàle slanci o proprio soltanto ad un vero entusiasta della causa abbia il Dentella InIZiata 1'opera sua nella creazione deUa ocuola, non è certo permesso dalla brevi tà di un articolo. Basti dire che la scuola del M. Den tella era illformata a quei sistemi didattici, a quei principi. . di tecnica dell' insegna mento, che, special mente nella forma zione ed educazione I G.l,XTOIli della voce, risponde vano alle più alte esi genze scientifiche. Alle doti speciali di buon Maestro ed edu catore, aggiungeva il Dentella tali doti d'ani mo che lo facevano ammirare- ed amare d,,' suoi allievi, i quali, con ·sì · ammirabile dili genza corrispondevano alle inten se sue cure, che pochi mesi bastarono perchè In scuola potesse cimentarsi alla priul3 esecuzione_ La festa della Madonna del Patrocinio d el. 1904, nella Prepositurale di S. Alessandro, venrte eseguita la Missa POlltificalisdi D. L. Perosi,col Credo di Gounod. La prima pro va 'costituÌ una· vera rivelazione· per la cit tadinanza! Un coro unanime di lodi salutò Maestro ' e cantori; il nome del Greppi; fon datore e benefattore della scuola, correva sul le bocche di tutti, seguito da espressioni di entusiasmo e di viva riconoscenz ~. 11 vecchietto venerando lo si era visto là, in chiesa, davanti alla Madonna, assistere com· mosso al primo debutto de' suoi giovani. Era stato visto più volte impallidire, tergersi gli occhi... aveva pianto; poi si era ritirat~, na scondendosi alle prime parole di lode che gl, venivano rivolte. Ad una eminente persona . che il giornry appresso si congratulava con · lui di tanta buo· na riuscita della SUd scuola, col solito tono umile e cortese, rispondeva testualmente : « Noi non c'entruimo; . SOIIO i giovani d/d l'Oratorio, è il Mùestro che insegna, i quali ·
39 ,
1;01. .'tAE STRO nE:'\l'El.l. \ F.U IL "L\ESTRO t: o .\c \
hal1no dmo ottima pro va di loro. E' ·vera mente bello e confortante vedere i nostri giovani partecipare in modo sì degno alle funzioni della Chiesa! La salutare irnpre$ sione che essi devono averne riportata, avrà influenza . suL loro W!iI1W anche per 1'avve nire ... l). Queste le parole, questi i sentimenti di quel grande uomo; parole e sentimenti che rive lano tutta l'interezza della sua .anima generosa. Dopo quella prima esecuzione, dopo il pri mo trionfo, quanti altri si succedettero! Nel Natale dello stesso anno la scuola si presentava con un completo repertor\3 di parti fisse e variabili, della Messa . e dd Vespero : d'allora in poi la Prepositurale di S. Alessandro in Colonna ebbe, al · pari dell.! principali Basiliche e Cattedrali, la propria Cappella musicale. Dalle esecuzioni di musica polifonica di autori moderni, quali il Perosi, il Goller, lo Stehle, il With, il Mitterer, il Gallotti, il Mancinelli, ecc., si passò in breve tempo , a quella degli autori classici del Cinquecento, quali il Viadana, il Palestrina,' ecc. E dco po le esecuzioni per le principali so lennità in S. Alessandro, che, per espressa volontà d~ l Greppi, non dovevano mai man care, vennero quelle tenute in altre chiese della Diocesi, nella stessa Cattedrale e nella Basilica .di Santa. Maria Maggiore_ Al plauso
40
Nel XXV dell'Oratorio .dell'Immacolata
unanime che dovunque veniva
alla scuola tributato per le otti·
me esecuz~ni compiute, si uni·
va spesso l'elogio ed il plauso
di alti Personaggi ed eminenti
Autorità della Chiesa, quali il
L' 1:1-'FH':1O 111 DtnEZIO:'i.g J)"~lI .. \ ~CL OlA 1)1 CA NTO
L' \CI.\ :'C ') LASTlf:.\
medaglia d'argento, ed un 30 premio per le sole voci virili; in quello svoltosi lo stesso an· no a Bergamo, conseguì la me daglia d'oro di primo grado ed il premio speciale in canto gre goriano_ Cardinal Ferrari di s. m., che personal. mente ed in parecchie occasioni ebbe a con· gratularsi col Maestro e coi cantori; quali il Card. Maffi, Arcivescovo di Pisa; ed in modo particolarissimo il Vescovo di Berg~mo Mon· signor Radini. Tedeschi di s. m., il quale pub. blicamente e ripetutamente lodò lo scuola di canto dell'Immacolata, additandola a model· lo delle altre e mostrandola ai Parroci come la più atta a decorare le funzioni più solen· ni; e, come segno della Sua alta fiducia ed approvazione, chiamò il M. Dent.ella in Se· minario, affidandogli la cattedra d'insegna. mento del canto sacro. Ma ben presto venne anche la dichiara· zione ufficiale di periti competenti nell'arte musicale; giunsero favorevoli i verdetti delle Giurie nei Concorsi ai quali partedpò la no· stra scuola, conseguendo premi di valore c di alto significato. Così, nel Concorso Diocesano indetto nel 1907 a Bergamo dalla Società Diocesana di S. Cecilia, riportò iI lO premio, con meda· glia d'oro di primo grado; in quello Naziona· le tenuto a Milano nel 1913, per il centenario della nascita di G. Verdi, il 2 0 premio con
Nè rifiutò la scuola il suo intervento in occasione di concerti di beneficenza pro scro· folosi e per le vedove e gli orfani dei ca· duti, spe,!! ialmente durante la guerra, quan tunque ridotta assai per la manca.Ha dei gioo vani chiamati sotto le armi. La scuob eb be ad annoverare; fra gli eroi morti sul camo po durante il conflitto mondiale, non pochi dei propri alunni, il nome dei quali è scol pito sulla lapide posta nell'ingresso dell'Ora torio. Quando, nel 1913, il venerato fondatore Greppi veniva colpito da quella ma'attia che gli fece presagire non lontana la sua fine; .ed egli volle, con saggezza e previdenza davvero mirabili, disporre del suo avere a beneficio dell'Oratorio, a chi raccoglieva la sua ultima volontà, ebbe fermamente a dichiarare che « la scuola di canto doveva essere e per sempre considerata come la prima tra le istituzioni dell'Oratorio, come la beniamina del suo cuo· re; e che qualsiasi sacrificio ci si doveva imo porre pur di mantenerla e di farla prospc· rarc l). Prima di chiudere questi cenni storici sul· la scuola di canto, è necessario dire che il
Le; SClLola di ero M. Dentella, nota sua per non meriti d'insegn to conosciuto oltre limiti città nostra~ r '= alle vive d eH' il! ustre S. Gallotti, Il della Cappcll ' cale del Du.· Milano, con
rico suo, ùe~ ; : vi cantori, e J.-.
ti suoi amÌc·i stimatori, l a nel 1925, la
sunnominata la musicale. L'assenza danno alla no "t r di trovare un molto tempo. La Provvid ~tro ricercato tadini, nella Carrara, vera stolo della c musica sacra. Nazionale di l '~
11m/orio .dell' Immacolata
M. Dentella,
ed un voci
3°
intervento in pro sero
neficen~a
gli orfani dei ca
eroi morti sul cam ondiale, non pochi .me dei quali è scol ll' ingresso dell'Ora ' ·enerato fondatore quella malattia che
o avere a beneficio ! lieva la sua ultima __""": e- a dichiarare che « la
ci si doveva im e di farla prosue
(';ti cenni storici sul
41
Le: scuola di canto per la
nota sua valentÌa e pelO non comuni meriti d'insegnamen· to conosciuto anche oltre limiti della città nostra, cedendo alle vive insistenze Maestro dell'illustre ::3. Gallotti, Direttor\! della Cappella musi· cal e del Duomo di Milano, con ramma ri co suo , degli allie· vi cantori, e dei mol ti suoi amici ed e stinlatori, l a s c i a v a nel 1925, la nostra scuola, per assumere la condirezione deUa sunnominata Cappel la musicale. L'assenza del M. Dentella riuscì di grave danno alla nostra scuola, che, !ler la preo c· cupazione e per la difficoltà non indifferente di trovare un degno successore, mancò , per molto tempo, del suo . Maestro Direuore. La Provvidenza però dispon eva "he il Mac ~tro ricer cato venisse rinvenuto tra i concit tadini, nella persona del Mae:;tro Vittorio Carrara, vera anima di artista, ferventc apo· stolo della causa ceciliana, noto editore di musi~a sacra, e già membro del Comidio Nazionale di Presidenza della Soci "tà di San-
I
f.: . \ ~TO RI
mI.
ll.\f.STnO C·IR" .\R..I
ta Cecilia. Egli infatti, quantunque oberato di occupazioni e di lavoro, cedendo alle pre ghiere degli amici, di persone influenti e di vcnerati superiori, accettò il non facile in carico di riordinare la scuola, e con spirito di sacrificio, con vero intelletto d'amore si accinse all'opera, adottando nuovi m etodi moderni d'in segnamento, che già hanno dato e meglio daranllo per l'avvenire esito eonso· lant e e lusinghi'!ro.
Sac. GIUSEPPE VERGANI Parroco di Orlo
Serio
n
Nel XXV ' dEll'Oratorio dell' Immacolata
L-A
L
SCUOLA DI
Scuola serale di disegno sOTta agli inizi del nuovo Oratorio - ve - niva a continuare, in proporzioni più ri strette, -' perchè riservata ai so li alunni dell'Oratorio stesso l una lode· vole iniziativa attuata dallo zelo pastor!'. le di Monsignor Carlo Castelletti, Prevosto di venerata memoria della nostra Parrocchia, il quale ne affidava la cura al M. R. Don Celestino Briolini, Vicario Titolato della steso sa. Questa scuola era aperta per tutti - au· che non parrocchiani ,- negli ambienti delb scuola popolare D. Luigi Palazzolo, sita nel· la via omonima. (hiusa la scuoia di disegno (ed anche la scuola elementare serale per operai, che contava più anni di vita) e"sa venne continuata per i so li alunni negli amo bienti del nuovo Oratorio ed affidata al chia· rissimo Prof. Domenighini, che vi portò tut· la la sua anima d'arti sta esperlO ed intel· ligente. Egli vi continuò per parecchi an· ni, finchè la Scuola d'Arte « Andrea Fan· toni ll, la" prediletta del suo cuore, che aveva curalo fino -dalle origini per portarIa, tenace e modesto lavoratore, all'attuale Ìnagnifico sviluppo, assorbì completamente la sua aui· vità. Vi ' ritornò riel 1908, quale esaminatore A
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nEL IIISf:(i;\"O
L" sCLwla di di-
DISEGNO
dei di segni presentati dalla no stra scuola e da parecchie altre, di Oratori della DlOcesi, invitate ad un concorso dalla fiorente Federa· razione degli Oratori, l'anima della quale fu il compianto Prof. D. Tulliò Dolci. La' no stra scuola ebbe il primo premio: la perizia ' degli in segnanti, che ,si succedéttero al Prof. Dome nighini, ,e la buona volontà degli alunni, più , inclinati ailo studio perchè meno distratti da altre attTauive, avevano assicurato alla ' scuo· la un così felice risultalO. Negli anni che precedettero la guerra, tro· viamo iniziata nella scuola anche l,a sezione per meccanici, che forse avrebbe avuto, co· m e le altre sezioni, un buon ri sultato, se la guerra non fos se venuta a travolgere ogni cosa. Adibiti i locali dell'Oratorio ad usi militari, modelli, gessi, attrezzi 'ecc. passa· l'ono in so ffitta in attesa di tempi migliori. Ri costituita nell' inverno del 1922, la scuola ha ripreso "peditamente un passo di confor· tante s,;iluppo. Essa venne affidata allo seuI. tore sig. Carlo Comana, che già pér parecch:, anni aveva esplicato, con pieno disinteresse, la ,; ua opera di apprèzzato 'insegnante e sag· gio educatore, nella scuola di disegno del· l' Oi:atorio di Borgo Palazzo. Come dalla fon· dazione, essa ha l e ortiato di sezio ni semplice ed applica· to,' · di gp.c:n~tlià, di architettura e di pIa. <tica. l'I ')n h'l grandi prelese Hl] può dire di fornire una pre· parazion~ più che sufficente alle di 'i erre esigenze professionnli dei giovani. p e l' raggiungere meglio lo scopo, si è affidato il primo ano no di scuola ad un ottimo giovane, il si· gnor Grilli, nlunno fra migliori della Scuola d'Art e « Fan· toni». Forse in ay· venire si potrà peli'
sempre più li nostro ,. 1
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.::egnante e sag· J i disegno deI Come dalla fon el'sa ha le di ornato apfJli~agec!n~tLia,
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1.,(1 scuola (li diseg1lo
, are ad aprirvi altre sezioni specializzate: per ora le attenzioni sono rivolte ad inten sificare sempre più l'attività delle sezioni esi stenti. II nostro venerando Fondatore voleva che l'i stituzione dell'Oratorio cerca sse di forni re al giovane tutto quello che può tornar gli utile, in qualunque campo della vita_ Alla formazione delle volontà - lo scopo princi pale della nostra istituzione - , dev e unire h coltura della mente e venire in aiuto a prov vedere il giovane di tutti quei sussidi che gli saranno indispensabili nella vita per procu rarsi ulla buona posizione so ciale e render,> i ntil e a sè ed alla società_ La scuola di disegno dell ' Immacolata conta già un notevol e nume ro di valenti professionisti, che ricordgno con senso di viva gratitudine quanto hanno appreso dall'insegnamento della nostra s(;uola se rale e non esitano ad indicarlo come base d eIb loro fortuna profes;; ional e _
La nostra sc uola P?Ò guardare con fiducia al suo avvenire, L'in segnante, che deve in tutto la sua distinta po sizione sociale alla tena cia della sua volontà, e sa numerare tutti i sacri fici in contrati nell'apprendere la sua arte, ben chè assorbito dalle molteplici preoccupazioni per la sua numero sa famiglia e per il su·:) vasto laboratorio, attende alla no stra sc uoh da sei anni; e mentre instilla nella mente de gli scolari l e nozioni del disegno, colla pa rola e coll'esempio imprime nelle loro anim:l il sens o se vero del dovere, del lavoro e d el ~arrificio_
Una scuola con tale impronta, può ben chia rnarsi, oltrechè una fonte di cultura, anche una palestra del dovere e del retto viver·~ cristiano.
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Nel XXV dell'Oratorio dell'Immacolata
LA COMPAGNIA FILODRAMMATICA
Questo rifiorimeuto era favorito, oItrechè dalla passione perso nale dei giovani meno distratti di ora da altre attratti ve . anche dalla larghezza dei mezzi: non ulti mo la ricchezza del le scene, preparate COll vero gusto arti stico dai h-atelli i;i gnori Zappettini, che fin d'allora si rivela cl; scenografi vano valore_ Fra i dilettanti che più si distinsero, no tiamo scusandoci I COm'O."iE!\l'I 1..\ CO~l1)A(j~IA rILQDR .UL\1 \ TlC.\ COLl ..\ I)IrIBt JO~· f.: di possibili omissioni il compianto si E recite nell'antico Oratorio di S. An gnor V. Frigerio, il compianto sig. Stefanoni. tonino - delle quali la prima fu Gian Fedele ed il fratello Francesco, il sig. Colom belli detto Pacio, il sig. Sei A., il sig_ Messi Maria Visconti, duca di Milano, il l' Dicembre 1897 - vennero a so Pietro, i sigg. Sottocornola F., Carminati ' G.~ stituire i burattini, di gradita memoria, e Galizzi, ecc. ecc. le marionette. L'anima generosa di Giusep L'apertura del nuovo Oratorio venne fe pe Greppi voleva per i suoi piccoli e gran steggiata coll'operetta in canto: « Tarcisio », di amici dell'Oratorio un divertimento gra parole e mnsica del M_ Soffredini, preceduta dito ed attraente come premio e come dal bozzetto di A. P_ Berton: « l vinti di stimolo. - e non lesinava sac.r ifici e spe Novara» e chiusa dalla farsa: « La tombola >l. se purchè questo riuscisse veramente tale. Le La parte musicale venne affidata ad alcuni marionette però, per Quanto fornite di un lus giovanetti istruiti con rara pazienza dal signor suoso patrimonio di scene, vestÌ:!rio, attrezzi, M.o Vaghi, defunto quest'anno stesso e ven ecc., interessavano poco; e fu allora che si ne eseguita tanto egregiamente da t ostitUl,e, pensò ad allestire, come meglio si poteva, un col resto del programma, ed aiutata da una teatrino, senza pretese, sul paico stesso dI'ile ricca mcssa in scena, una serata coi fiocchi, marionette. La novità piacque immensamente, come si esprimono i giornali d'allora, l'Eco e si pensò di affidare l'incarico delle recite e . la Gazzetta. alla Compagnia cosidetta di Cittadella. che Il nuovo teatro, spazioso e signorile, C.Hl lavorava in un ambiente in detta iocalità. un palco ampio e corredato, per opera dei Intanto il teatro veniva rifatto e bene cor sigg_ fratelli Zappettini, di una buona attrez redato_ La suddetta compagnia vi r'mase col zatura scenica, per quanto ora alquanto sor le immancabili crisi di alta e bassa marea; passata dalle nuove applicazioni, poteva ben finchè, chiuso il Teatro di Cittadella, vi si permettersi il lusso di queste rappresenta stabilì, come Compagnia dell'Oratorio, diven zioni ed altre dello stesso genere, c . ne « Co. tando il centro di attrazione degli elementi lombo fanciullo ll, . « Cristoforo Colombo ll, provetti anziani, ed una buona scuola di edu « La Patagonia ll, « In Israele ll, « Nella mi cazione artistica per le giov3ui reclute. niera ll, ecc.
L
'-(I
compagnia
iniziative? pianto MoDS_ D _ Iio Berizzi, ch.. primo Direttor~ l'Oratorio. il che, provvede\" to? Il Greppi, che ;: lava nel "ed gioventù aCcor o l'Oratorio l',·r scervi buona e rata. N ell'antegue rono chiamati gere la Compa. defunto sig. Y. compianto ;;il;. noni Fedele, • succedettero ,!,iente lavoro pararono una gnia cosÌ adde pesare sul giu concorsi regio l te, Vicenza, )!u drammatica Bt'n~ migliori e tant questa, degli 3
pagnia Junion '
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Capelli Remo: l Morello, ed attlI
La nos/-a
dell' Immacolata
eOlo rifiorimento f " "orito, oltrechè
-tratti di ora a trattive ~ Ila larghezl!a uIti ricchezza del - o!n e, preparate . ro gusto arti· dai fratelli -s i· Zappettini, che llora si rivela· ,. ;cenografi al dilettanti che distinsero, no· ~ scusandoci ~s ibili omissioni compianto si. to sig. Stefanoni il sig. ColomCarminati venne
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vinti di La tombola >l. ad alctUli da' signor
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;ignorile, c.lI1 per opera dei buona altrez· alquanto sor· " ~Oleva hen rappresenta e, c ' ne « Co· Colombo », , « Nella mi·
t... compagnia fì·lodrammatica La mente di queste iniziative? I l com· pianto Mon s. D. Emi· lio Berizzi, che fu il primo Direttore del· l'Oratorio. Il cuore che provvedeva a tut· to? Il venerando Greppi, che si conso· lava nel vedere tanta g ioventù accorrere al· l'Oratorio per creo ~ee rvi buona e timo· rata. Nell' anteguerra fu· rono chiamati adiri· gere la Compagnia il defunto sig. V. Frige· rio, il Cav. Perieo, il compianto sig. Stefa· noni Fedele, che si succedettero nel pa· ziente lavoro e pre· pararono una compa· gnia così addestrata e così b en attrezzata da p esare sul giudizio dell e giurie n ei diver si concorsi regionali e nazionali a Como, Cara· t e, Vicenza, Milano, ecc., nei quali la « Filo· drammatica Bergamasca» fu sempre fra le migliori e tante volte la prima . Accanto a (IueHa, degli anziani, sorse e fiorì una . com pagnia Juniores, assai apprezzata in casa e fuori in parecchi concorsi importanti. La guerra travolse tutto: e ;n"ieme dimiriUì la passione drammatica per la sciar posto ad altre attl'attive, in prevalenza . port;ve. N el dopoguerra la direzione artistica venne tenuta dai compianti sigg. Steranon: Fedele e Capelli Remo; pelO un anno dall ' egregio C:l.v. Morello, ed attualmente dal sj ~ . Ub· ido Serv.: . La nos/-a filodran'mali ca, ora chiannta
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11. TE .\Tfi O
{( Silvio P ellico », se non ha più voluto "f· frontare 'il giudizio di una giùria in concorsi; affronta, e con esito sempre più brillaniè , il giudizio del pubblico che accorre sempre r osì numeroso dai luoghi più dista-HL La tenacia e la rara perizia dc', direttore artistico, l'affe tto al loro, ~ ormai cosÌ fami· gliare, - palcoscenico delle - nostre "olpi vec· chie, la buona volontà delle giovani reclute, tutto questo, coadiuvato dal prezioso contribuo to di (IUanti vi lavorano con tanto int eressa· mento: guardarobieri, macchinisti, elettri cisti, dà confort ant e garanzia che il nostro Oratorio saprà, com e per il passato, fDrnire un onesto ed attraent e divertimento, ed in sieme una , cuoIa di vera educazione artistica e morale.
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Nel XXV dell'Oratç>rip dell' Immacolata
L(f sezione giw
LA SEZIONE GINNASTICA 1909 - Milauo - Con corso Internaziona. le - 3 corone d'al l'oro e 3 medaglie d'argento della Fe deraz. Ginn. per prima classific_ ga ra B.; medaglia d'oro e d'argento del .Ministero della P. L al socio An gelo Testa, primo nella gara atleùca individuale juniori .
1912
1913 1913
•1910
Cill UI1PO 1)1 Gl:\ ì"i .\ $'fl .\1. CO~COR SO DI )III. .\~O
ONDATA nel 1906 in seno all'Oratorio
.' . dell'Immacolata meraviglio so cam po di attuazione delle migliori e prov videnziali iniziative - la sezione gin nastica « In Robore Virtus» fece, del noto nf orisma: « Mens sana in corpore sano» la propria divi sa e l'anima del suo programma di formazione. Prima di procedere alla elencazione degii allori riportati sui var1 campi dalla gloriosa sezione, è doveroso qui ricordare Fhe il me rito di tante vittorie va attribuito sopra tutto al fervore, alla valentia, ano spirito di sacri ficio dei diversi Direttori dell'Oratorio , dei vari caposquadra ed istruttori, primo fra i quali il compianto prof. Annibale Ba;;si, simpatica fi~ra di insegnante, tempra sin golare di forgiatore degli elementi mil(liori.
F
ALBO D'ORO DELLA NOSTRA SE~ ZIONE "I N ROBORE VIRTUS" 1908 - Treviglio Concorso Regionale - Due medaglie vermeilI e. 1908 - Alzano Convegno - Grande c)rona d'alloro di primo premio. 1908 - Roma Concorso Internazionale - Me daglia d'oro di primo premio.
Legnano Concorso Reg. e IlIternaz. - Corona d'alloro di primo premio. Al capo s q u a dr a coppa
d'argento al merito.
1909 - :Milano Coucor.1O I ntern azional e 3 corone d'alloro e 3 medaglie d'oro di prilllo premio; targa d'argento (Iella Federaz. Ginn. per prima classifico g~ra B; medaglia d'oro e d'argento del Ministero della P. L al socio Angelo Testa, primo nella gara aùcti ca indi viduale juniori. 1910 - Legnano - COllcorso Reg. e I1/terllaz. - Corona d'alloro di primo premio. AI .caposquadra coppa d'argento al merito. 1910 - Padova - Concorso I/lterregiollale - Co rona d'alloro e medaglia vermei!!e di primo premio. Bergamo - Nostro Convegno Lombardo - Medaglia d ' argento e 2 medaglie ver ineille al socio Antonio Opralldi, cam pione Lombardo di salto in alto ed in lungo; e una medaglia vermeille al socio Giuseppe Macetti, campione lom bardo di salto in alto con l'asta. 1911 . Saronno - Concorso Interr. e Intenwz. 2 coren e d'alloro e una medaglia (l'oro per primo premio, e grande og getto art. in bronzo (Statua « Alerte ») . 1912 - Lugano - Concorso Il1temaziolluie. Corona d'alloro di primo premio; 7 1911
1925 - Asti
• •
1926 1926
i, /l'Immacolata
LII sezione ginnastica
47
--.. 5TICA
medaglie argento e 5 di bronzo ai soci concorrenti nelle gare individ. atletiche seniori e juniori. , )Iilano ' Con 1912 - Pontida· Con veglio . Corona d'alloro 1" 0 Internaziolla. di primo premio e due oggetti arti· - 3 corone d'al stici. -.r.. e 3 medaglie 1913 . Bergamo - CUlivegno Interprov. - 2 gento della F e corone d'alloro di primo premio, una z. Ginn. per coppa e un oggetto artistico. a classifico ga1913 Sarnico - Convegno . Medaglia argento B.; medaglia grande e diploma di partecipazione. e d'argento 1913 - Roma - Concorso Internazionule - C, )Iinistero della rona d'alloro e targa argento di primo 1. al socio An premio; 5 medaglie argento e 3 bron· Testa, primo zo a soci concorrenti nelle gare indivi· gara atleùca duali. iduale juniori. 1924 . S. Angelo Lodigiano - Concorso Inlcr· regionale - Corona d'alloro, palma e Legnano coppa di primo premio. Reg. e
medaglie d'oro di ,l ella
1925 . Asti - Concorso Internazionale . Co rona d'alloro di primo premio, 3 cop pe 'artistiche; al caposquadra medaglia vermeille e 12 argento alla squadra per terza classificata nella gara internazio· naIe tiro alla rune; lO medaglie ar gento ai soci conco~renti nelle ~are in dividuali.
socio Angelo atletica indi·
Seveso - Concorso Regiollale Allievi Coppa ed oggetto artistico in bronzo. 1926 . Seregno Concorso Regionale - Corona d'alloro e COPPa di primo premio.
oro -rm io. . l li a d r gento
. Corona di primo Al capo· a coppa al merito.
i1ernazionale - 3
1926
GJ~~ASTICA
1927 . Bergamo . Campi01lati Bergamaschi di Artistica - Medaglie ai soci concorrenti individuali. 1927 - Lugano Concorso Intel'lU/zionale - Co· rona d'alloro di primo premio ' e coppa argento per terza classificata gara B; medaglia arg.ento e diploma per acca deniia, una medaglia argento al ca posquadra e due ai soci concorrenti nelle gare individuali. 1928 - Bergamo . Campionati Berga1l\aschi di Artist.ica . Medaglie argento e bronzo ai soci concorrenti individualmente e coppa per la squadra prima classificata
gara principale. 1928 . Seregno . Campiollati Lombardi di Ar
tistica . 3 medaglie argento e una di bronzo ai ,s oci con· COlTenti individ. 1928 . Milano . Con corso InteTiU/z. del · la Vittoria . Coro· na d'alloro di IO premio, med. d'aro gento e di bronzo.
rre;!ionale . Co ~ n-rmei!1e di
..dagli e ver randi, camo UI alto ed .-mleille al t ione lom !1 l'asta. - . e Interllaz. medaglia
rimo premio;
.\ TTI VIT.\
1928 - Bergamo . No
'7 1..\ l'ALESTRA GIì'ì:\"A STIf. ..\
stro Convegno Lombardo - Grande p a l m a d'argento per la squadra organizzatrice del Convegno; meda glie vermeille, di argento e bronzo ai soci concorrenti nelle gare individ ,
Nel XXV 'cldl'Oratorio dell' Immacolata
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I.a colonia a/p;"
LA
COLONIA
ALPINA
erano entusiasti E i risultati, incoraggianti. Avevamo la vanI0 in casa
Bisognava poi eventuali e po '~ si ilnponeva !lI'r una casa più a tutto quel m una Colonia
Grazie del Sig.
la, elegante, ide ticità. E di que5tu al ·Cooperatore dr gnor Cesare Bald i disegni e ne l'.o struzione.
I.' F.LECi .-\ .'WE
I
L
~' :\DDn((: \T O
progetto di una Colonia Alpina an
dava maturando d~ te~~po ~lella ~Ien te e nel cuore del dirIgenti delI Ora torio_ Un primo esperimento si fece nel 1912, per un bel gruppo di giovani, i quali furono ospitati nella splendida Colonia di Bassuno sopra Brissago (Svizzera), grazie alla bene volenza di Mons. Antonio Merisi, l'residente della Federazione degli Oratorii Milanesi. L' esperimento, riuscito, si ripetè nel 1913 e nel 1914. Poi venne la guerra, e non si ebbe nè tempo nè modo di parlare di Colonia. Ma l'idea non era morta. Si pensava piuttosto ad una Colonia nostra , dove non solo un pic colo numero di gi:). vani potesse venirvi acc olto, ma anche un ri levante numero di ragazzi, che ordinariamen tc sono i più bisogn osi di cura alpin:l. Ma il problema era assai grave. La fac· ccnda dei m ezzi era sopratutto inquietante. Un giorno dell'agosto 1920, nell'alberghetto dell'alpestre paesino di Foppolo, dove la con,
1)f~ LI . -\
C (}·tO~J.\
tinua pioggia ci teneva sequestrati e dove si sognava la montagna coi nostri figliuoli e pei no stri figliuoli dell'Oratorio, si deci se: « Dob biamo fare la nostra Colonia! ll. E si stu· diarono, così un po' all'ingrosso, i primi pro getti pratici. Affidammo la cosa, completamente, alla Di vina Provvidenza. E la Provvidenza ci aiutò. L'anno dopo, nel 1921, veniva aperta la Colonia a Bratto della Presolana, pa es e d'in canto a 1000 metri sul mare, domil~ante quel la meraviglio sa conca che chiude l'altipian ~ di Clu sone, e che ha alle spalle il massiccio della Presolana_ Aria buonissima, acqua ab bondante, fre sca e leggiera, comodità di pas seggillte brevi e di escursioni lunghe lo f3 ccvano un posto ideale_ La Colonia si organizzò e si adattò come rnc-glio ::i poteva nel locale dclle Scuole Comu nali, datoci ùenevolmente in affitto_ Non man l'aVa nulla dell:> "tretto necessario e ci si stava hene.
I
no stri
rngazzi
ed
nostri
gjo\' ~ n .
I.Cl colonia alpina
INA
erano entusiasti di quella vi/a sa:).a c !luona. E i risultati, furono davvero coufortanti ed incoraggianti. Avevamo la Colonia nostra; ma non era vamo in casa nostra. Bisognava poi assicurare alla vita ed agli eventuali e possibili sviluppi di un'opera che si imponeva per la sua bellezza e necessità, una casa più adatta, ' più rispondente almeno. a tutto quel minimo di esigenze richieste da una Colonia Alpina che si rispetta. Grazie sopratullo alla generosissima bon/à · del Sig. Avv. Comm. Luigi Salvi, si potP. avere assai presto, per la Colonia, la nostr~ casa e fatta apposta, tutta nuo\-a, ampia, bel· la, elegante, ideata e disposta anche nei più piccoli particolari . con grande criterio di pra ticità_ E di questo va data meritatissima lode al Cooperatore dell'Oratorio, capomastro si gnor Cesare Balduzzi, che studiò e .preparò i disegni e ne assiòtette e curò con amore la costruzione.
49' Per il luglio del 1922, la nuova éasu ~ra ' pronta e si incastonava come una nuova pre-' ziosissima gemma tra le molteplici opere di
un: oclU r:OI.I.I·:TTlVI ALL'APERTO
bene che all'Oratorio dell'Immacolata fanno risplendere, nella luce della carità Cl'istiana, il nome benedetto del Greppi. Anche la Colonia Alpina 'è un frutto matu rato ,sull'albero della c.arità.
si
stu pro-
.
Non man ci si staV3' no.tri gioy;:n.:
Il circolo gioI'f Nel XXV dell'Oratorio , dell'Immacolall'
50
CIRCO',LO GI.OVANILE
IL,
sorte nell'Oratorio e andavano conquistano do·il loro campo d'a· zi one, oltre a detlu sezione filodr3lumali· ca , la
s e~li(,'ne
ginna
stica « In nolJùrù Vir tus ) ;
la
~ez~. olle
a l·
,pina « Coutardo F ero nlll ", e la sezione di calcio, denùminata « Ardens))_ La .se'z ione alpina, costituitasi il 14 apri-. le 1912 per iniziativa di uno .scelto gruppo di innamorati della montagna, venue, con indovinato pensiero, SOGI Et' fJlTTIVI ' DEL CIRCOLO "GliEl'l'I"
attenzione come precedente sto· rico dell'attuale Circolo Greppi, il tentativo di Istituire in seno al l'Oratorio dell'Immacolata un « Cir colo di Coltura e di azione sociale», con apposito statuto-programma, intitolato al grande prigioniero dello Spielberg, Silvio Pel Uco_ Il Circolo venne inaugurato ufficialmen te la sera del 20 giu gno 1910; ma, per di verse ragioni, non ul time fra le quali le difficoltà del momen to e l'impreparazione dei giovani, dopo una vita brevissima, sten tata e quasi sterile, morÌ_ Unica grande so pravvissuta al tramon to dello sfortunatù tentativo è l'attualo sezione filodrammati· ca « Silvio Pellico». Intanto però, detta
M
ERITA
te dalle necessità de' tempi nuovi, erano
SOCI
onorata del nome di Colui che rimane og gi e rimarrà sempre l'espressione più pu ra e l'apologia vivente dell'alpinismo ve ro: CO~llardo Ferrini. Destinata, più del le altre sezioni, ad offrire ai giovani del l'Oratorio un utile impiego delle loro ener gie giovanili, un mezzo efficace di educa ~ione del carattere, la sezione alpina diede,
A S I·In.\~Tl
[lEt CIRf:OLO ., GUF.ppI ,.
sin dagli inizi, t isultali c ;cn ' giamente aPI" j li uella nece,; ar. nione dei cuo ri . l'ambiente di " j cordialitÌl entr... le il futuro Giovanile a\ r rar e .
Siccome le \ zioni, svilul'l suscitavano U1 spir~to' di tln' , SlllO e richi c una sempre 11> , _ auto~omia, a dell'unità fonti tale dell'Oratori
51
il circolo gioCl/lli./e dell'I Inlll1lColatll
NILE
nt'Il'Oratorio o conquistano co ('ampo d'a· oltre ::I detta ," filodranllllllti· ~~~i~rte
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gÌillH!'
rtubore ViI"
la sez!.one al. Contardo Fer· ~ la sezione denominata
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. zione alpina, illlsi il 14 apri .. , _ per iniziativa " ~celto gruppo namorati della I~ Da, ve~ne, con inato pensiero, ....·3 del riome di • , ('he rimane og· pu· ve· più del· del·
sin dagli inizi, ottimi isultati e servì egre· giamente a preparare (luella necessaria n· nione dei cuori, quel. l'ambiente di squisita cordialità entro il qU3' le 11 futuro Circolo Giovanile avrebbe po· tuto nascere e prospe· rare. Si('come le varie se· zioni, sviluppandosi, s uscitavano . un 'Certo spi rito' di ontagoni. . smo e richiedevano una sempre. maggiore autoI1omia, a scapito dell 'unità fondamen· tale dell'Oratorio, la I1EneCI Direzione del ll,1edesi. mo riunì, il 20 febbraio 1914, tutte le seziolli in un solo organismo, denominato « CIRCO· LO G. GREPPI», dandogli finalità prevalenli a quelle di ciascuna sezione ed un program . ma di educazione religiosa, morale e sociale . . Le sezioni dell'Oratorio divennero sezioni tlel Circolo, ciasculla però conservando la propri '·1 direzione tecnica ed una presidenza parti. t
·colare.
CAP. )1\(;(.;, )fO\T1
\i\"TO\JO
])I
IjlEnH \ .\lL.'C'I1 IJEI.l: ' 1)11.\ Tomo
Scoppiata la guerra, la granùe maggioranz'(l dei soci del nuovo Circolo prese il pro pr'i o posto nelle ' file dell'esercito, per il compi . mento di un sacro dovere .. I nomi dei morti sul campo, inci si sulla lllpide'ricordo posta all'ingresso dell'Oralorio, il non breve elen· CO dei decorati al valore, la serie delle rela· tive, brillanti motivazioni, ed inoltre le let· tere scritte dal fronte agli amici e Superiori; dimostrano, meglio di ogni studiata tessitura di sterili parole, come i giov.ani dell'Oratorio,
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Nel XXV dell'Oratorio dell' Immacolata
come i giovani .yultolici sappi-ano· essere sem pre ottimi cittadini, ma anehe, nell'ora grave, soldati ed eroi. Paralizzata dal COilflitto mondiale, l'attività del nuovo Circolo riprende, a guerra finita , il suo ritmo accelerato; dopo la rinascita- di tUlle le sezioni, si ebbe, il 2 ottobre 1919, la ricostituzione e la solenne inaull:urazione del Circolo; il B novembre successivo la sua aggregazione alla grande famiglia della G. C. L Dopo nove anlli di vita e di attività sociale il Circolo Greppi conta oggi nelle sue file più
di ISQ soci cffeuivi e più di un centinaio di aspiranti. Si è lllai posto il leuore il p erchè d ella robusta costituzione del Circolo e delle sue inesauribili ri,orse di elementi e di 'lLlività? Bisogna rico rdare che il Circolo è come una gemma sbocciata sul tronco secolare del l'Oratorio, dal
quale esso
sempre crescente. L'Oratorio dell'Imn"acolat~ è il seminario del Circolo Greppi; rappre senta davv ero « l a
.,,[ GIOVASI DI QV E-S'tO -ORA'r ORIO N(J>RTI SVL. CAMPO Df.LL ONORE. PElleHÉ 'V'VA LA LORO NE.r'ORI.I\. TRA LE NVO'VE. GE.NE.RAZIONI ~C VOLA E.D lNC ITArlEl\'TO A NOBIl,1 AZlo m PER
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RE.LIGfONE.
ritrae l 'alimento
della sua vita gagliarda ed il 5UO svilupp:>
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bocca di caru;o di questo magnifico ba· cino, ricco di ogni bellezza e di agili re soro ». La duplice
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funzione preservativa e formativa dell'Ora CA~IPANA GIAC OMO SO L RONZ Ol'l l BATTISTA ""•.n. + rLAVA 23 \..VCJ_IO i!ll~ rorio, costituisce per M~~.I~~~~,f~I~I"4~O i~~" D.i\;' f.LLI DI\.NiE.LE il Circolo la base sul ... AGOSTO t9j~ . + ORT IG A R A 2(\ AGOSTO UHT BF.RNAREG G I DOME NI C O PA L.A 'l. z r MARIO SOL la quale gli sa rà da • 6 L.VGL.IO 19t6 + GJ;RnA~JA I O F'CnSRAIO 4918 PAGANON I AGOST,NO S. T I': ·FEDRIGHINI L V JGI c,. p to in seguito di eri + COLnR ICOS " OT1'OBRE. 1916 + · 16 MARZO 19 18 CAIRONI GIOVA.NNI; CM.M. s~o~iOG~1 SANTO CM gere e di sviluppare • GRADISC.-\ r NOvr,. l"ffiR E. 1911'. .. PlAVE. 2'-: !3 IY G:-iQ 19 ~P. quanto è richiesto dal LOCATELLI LVIGI P:\~Jr'lBEL LI À~TONIO .S m. '+ 23 OI GI:.M(3, UI: t9 16 .. GERi'1A."'I l i\ NO\ft.i'18R E. f~U nobili ssimo program GANBA ALESSA'\;DRO 50 L . SOR M t'. "'J N I ASP.L .E + GORIZIA 14 ,'1AG G10 19 "!"1 ... "'lAG .'ilO t 916 ma della G. C. I. I limiti di un sem plice articolo non per mettono la descrizione UPIDJ; R1(;onIlO DEI C.\I> CTI I~ crERBA di quanto nel Circolo Greppi è stato fatto a favor e della formazio· ne religiosa, llloraie e sociale dei giovani ad esso appartenenti. L'azione giovanile, basata sulla pi età e sullo spirito di sacrificio, ha dato vita a molteplici iniziative, alcune delle qua li sop ravvivono tuttora e contribuisco no in mo "do efficace alla formazione religiOSa ed alla preparazione all'apostolato, com e il Gruppo del Vangelo « Pier Giorgio Frassati» e l a ~e zione di co ltura « Mons. Radini·Tedeschi ». Il Circolo ha coronato l'attività del decoho anno con la preparazion e della « Settimana Sociale » sul tema unico: « La fami glia ll, che ha lasciato nelle famiglie della Parro cchia e n ell'intera cittadinanza una traccia ind el ebilp. ed un senso di vivissima soddisfazione. Per m erito di essa i principI cristiani, affermati sol ennem ente nelle Assise culturali di Geno va, ebbero vaste e b enefi ch e risonanze anch e n ella no stra città. 1915
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Fondatore dell' Oratorio: Don CARLO BOTIA
Don FRANCESCO GILBERTI MACCHI Omelista di S. Alessandro In Colonna (1797)
1826-1846
Don GIACOMO MORLANI e poi Don CAR LO GRASSI, Cappellano a S. Bernar 1846-1857 dino Don BORTOLO MORATTI , Congregazione dell'Annunciata
1857 -1879
Don CELESTINO BRIOLINI, Cappellano di S. Leonardo
1879-1888
Don EMANUELE RIVA, Cappellano di San Rocco
1888-190.3
Don EMILIO BERIZZI, Curato a S. Alessan· dro in Colonna
1903·1906
Don GIUSEPPE VERGANI, Cerimoniere a S. Alessandro
1906·1919
D011 GUGLIELMO SCATTINI , Vicario di S. Croce
1919·1922
Don ANGELO FOPPA
1922- ......
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ALBO
D'ORO DEI
SACERDOTI CHE CELEBRARONO LA PRIMA MESSA
ALL' ORATORIO
A PARTIRE DALL' ANNO 1875
(a S. Antonino) TmABOSCHI Don DOMENICO BRIOLI~I Don CELESTINO II RIVA Don EMANUELE l) GALLI Don DOMENICO )l VILLA Don GIOVANNI _ II ROSSI Doil CRISTOFORO II BERIZZI Don EMILIO II II ANTONIOLI Don ALESSANDRO » VESCO Don LUIGI » LUCHETTI Don ANTONIO BIANCHI Don ANDREA » GATTI CARLO (Padre ONORATO) )l LUCIANI Don GIUSEPPE » ACERBIS Don PIETRO II (all'Imma~olata) FOPPA Don ANGELO » PERDONATI Don ZAVERIO » PESENTI (Pad;re VINCENZO) » SCATTINI Don GUGLIELMO ) MARIENI Don LUIGI PICCOLI Don BATTISTA » PELLEGRINELLI Don PIETRO . » CITERIO (Padre FIORENZO) » II PARAVISI Padl"e ALESSANDRO MELOCCHI Don MARIO » LONGHI Padre ANGELO » LECCHI D-al1 EVARISTO » MANGILI Don PIETRO » BONETTI Don GIOVANNI »
L___
SOf:U-:L\ EUITRICr.
s.
\I.ES::: \ -' JHòO ~ DEIW UIO
23·5-1875 28-5-1880 8-6-1884 5-6-1887 2<1-5-1891 23-9-1894 13-6-1897 28-5-1899 28-5-1899 3-2-1900 3-2-1900 27-5-1901 2-6-1901 29-9-1901 29-5-1904 10-6-1906 4-9-1906 14-6-1908 .20-9-1908 6-6-1909 26-5-1918 30-6-1920 5-9-1920 25-9-1921 24-9-1922 27-8-1923 7-6-1925 3-6-1928