Erodoto108 n°11

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STORIE

DI CIMITERI

Il cimitero ebraico di Ferrara

L’InSOSTenIBILe LeGGeReZZA DI MICòL

Testo e foto di Sandro Abruzzese

In piedi, davanti alla tomba di Giorgio Bassani, con le pagine dei Finzi-Contini in mano. Questo è un luogo che ha un forza silenziosa. è una ferita che non si rimargina e, tuttavia, la sua cicatrice in qualche modo riconcilia. è il posto in cui si incontrano il dolore e la pace di un mondo. e che ci ricorda che la vita è fatta di colpevoli e di innocenti

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o suonato alla porta e mi ha aperto una donna sulla sessantina, dai capelli fulvi e ricci. Una donna pallida, dal volto austero, con nessuna espressione sulla faccia e poche, precise parole per istruirmi. Indosso la kippah e sono all’interno di questo luogo sacro e dolente. Sono completamente solo. Il dorso della terra è ricoperto di un verde fitto, acceso. Un prato vivido si oppone alle nuvole che coprono la mia testa. Non li ho chiesti io questi raggi di sole che si fanno largo tra le nubi. Non ho chiesto l'arcobaleno che disegna una parabola perfetta sui vivi come sui morti.

Il cimitero ebraico di Ferrara è identico a come Giorgio Bassani lo descrive nel prologo dei FinziContini: “I grandi prati sparsi di alberi, le lapidi e i cippi raccolti più fittamente lungo i muri di cinta e di divisione, e, come se l’avessi addirittura davanti agli occhi, la tomba monumentale dei Finzi-Contini…”. Ecco anch’io, ora, vi sono davanti. Il suo marmo bianco, i prati, le colonne laterali. Il romanzo si è fatto vita. Solo che nella vita vera, il nome della famiglia è Finzi-Magrini.

Sembra che qui molti defunti abbiano perso chi li aveva a cuore. Si legge nelle sterpaglie, nei marmi divelti. Vi è abbandono. Provo stu-


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