Erodoto108 n°16

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ISOLE DI MARE

MAR TIRRENO STROMBOLI

Strana isola. Terra di assenze: lì c’era un campo, lì una spiaggia e anche una casa. Il fuoco se le è riprese. La lava non ha abitudini, cambia strada. Gli eroi di Julius Verne partirono dall’Islanda e si ritrovarono qui. Come è vivere sotto ‘Iddu’? Cinquemila abitanti nell’800, quattrocento oggi. E poi si sale fino al cratere: un rito, un gesto di spavalderia, l’attesa della bellezza. Poi i turisti tornano al bar Ingrid. ‘Iddu’ non li degna di uno sguardo

Testo e foto di Carla Reschia

Un vecchio traghetto e una notte insonne: questo è il viaggio…

STROMBOLI È IL VULCANO

L

a salita allo Stromboli è un’impresa ingannevolmente semplice. E’ una gita da turisti, il motivo infine per cui si va fino lì, una montagna giocattolo alta poco più di 900 metri che nell’aria cristallina dell’alba a me, uscita dal sudore e dall’insonnia del traghetto Anni ’60 in partenza da Napoli – una cabina stretta, simile a una cuccetta ferroviaria, porte a vetri su un corridoio con luci al neon, bagni, e odori, degni di un vecchio treno regionale – appare come una visione rosa sospesa sull’acqua grigia, appena increspata di brevi onde. Ogni isola è una magia e racchiude un mondo, lo so, ma questa è piccola come un presepe, è tutta lì, raccolta attorno al suo vulcano, un gregge sparso di casette bianche. Ti chiedi come fanno a viverci 365 giorni l’anno, come riescono a far passare l’inverno con le sue mareggiate e le sue tempeste, come riescono a ricordarsi che là, oltre l’orizzonte, c’è il mondo.


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