STORIE DI CIMITERI
In un'isola dell'Estonia riposano assieme tedeschi e russi, in vita nemici giurati
MAR BALTICO ESTONIA
IL RIPOSO ETERNO DI KUDJAPE
ra una notte buia e tempestosa...Non comincia proprio così la mia storia ma nel momento in cui stavo per addentrarmi nel cimitero di Kuressaare il cielo aveva iniziato a fare capricci. La piccola strada sterrata per raggiungerlo si apriva, come una fessura di lama, tra tronchi perfettamente eretti di betulle. A terra prati di ellebori e primule. L'ingresso monumentale stava lì a guardare, tristemente pensieroso, mentre nuvole imponenti avevano deciso di far correre la mia fantasia verso i peggiori bmovie. Una volta deciso di non mollare la bicicletta all'ingresso, ma di inoltrarmi tra i viali di questo cimitero monumentale con la due ruote a fianco (non si sa mai, nda), ecco che un groviglio di croci si aprì di fronte a me. Il cimitero di Kudjape è segnalato anche sulla mappa messa a disposizione dei turisti che arrivano a Kuressaare, capoluogo di questa provincia isolata dell'Esto-
nia, la bellissima Saaremaa. E' l'unico della città ed accoglie le spoglie dei suoi abitanti dal 1787. Cripte, monumenti in marmo, cappelle, croci in ferro battuto e lapidi di semplice pietra. Affogato tra le piante che crescono rigogliose, il cimitero monumentale riemerge con i suoi personaggi, più o meno noti, come Johann Wilhelm Ludvig von Luce (1756 – 1842) pastore di anime e scrittore; Jean Baptiste Holzmayer (1839 – 1890) anche lui scrittore; Friedrich Sigismund Stern (1812 – 1889) pittore e litografo di origini tedesche ma cresciuto a Tartu per poi insegnare disegno e calligrafia a Kuressaare; Martin Körber (1817 - 1893) sacerdote di origine tedesca però del capoluogo di Saaremaa. Il cielo persisteva nel rimanere grigio e plumbeo come le croci, affossate tra le violette, o i cristi di pietra, dalle braccia allargate, incrostati di muschi e licheni. Solo merli e ballerine bianche di compagnia fino ad arrivare alla parte “contemporanea” dove trovano pace le spoglie degli abitanti di Kuressaare: un giardino perfettamente curato, con lampioncini in ferro battuto a reggere i lumini e a proteggerli dai forti venti invernali, una panchina e piccoli alberi per tenere compagnia ai propri cari nel loro risposo eterno. Qui
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Testo e foto di Isabella Mancini