ISOLE
DI
“NESSUN UOMO È UN
Su un battello postale norvegese, leggendo Moby Dick, mi imbattei in questa frase:
ERODOTO108 • 16
Nel santo Stilita, il famoso, antico eremita cristiano dei tempi antichi, che si costruiva un alto pilastro di pietra nel deserto e passava sulla sua sommità tutta l’ultima parte della vita, tirando su il cibo da terra con una carrucola, in lui, abbiamo un notevole esempio di impavido avvistatore di testa d’albero che nebbia o gelo, pioggia o grandine o nevischio non toglievano dal suo posto. Affrontando con coraggio fino all’ultimo ogni intemperie, egli moriva proprio al suo posto.
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Mi colpì non tanto il paragone tra gli avvistatori delle teste d’albero di terra (tra cui, curiosamente, Melville ha incluso lo Stilita) e quelli di mare, i balenieri che passavano ore scomodi sulla testa d’albero della nave per avvistare i soffi dei cetacei. Piuttosto mi sorprese l’immagine, la visione anzi, dell’uomo che vive e muore proprio al suo posto – senza che siano necessarie, per comprendere le sue azioni e la fine di esse, altre giustificazioni o spiegazioni.