Comunità in Dialogo - Aprile 2019

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CALVISANO - MALPAGA MEZZANE - VIADANA Editore don Tarcisio Capuzzi - Dir. resp. Gabriele Filippini - Aut. Trib. Bs n. 31/97 del 7/8/97 - Anno XXIX - N° 267 - Fotocomposizione e Stampa: Grafinpack - Calvisano (BS)

APRILE 2019

"MISERICORDIA IO VOGLIO, NON SACRIFICI" La parabola del Padre Misericordioso... quante volte l’abbiamo sentita? E’ stata letta e riletta, tutti ormai la sappiamo a memoria. Ci siamo chiesti con alcuni giovani, se alla fine però, non si corra il rischio di non capire la vera dinamica che sta racchiusa in questo racconto evangelico. Insieme, abbiamo cercato, con l’ausilio di alcuni sussidi, di trovare dei contenuti apparentemente nascosti che vogliamo appunto condividere. Innanzitutto ci viene detto «Un uomo aveva due figli». Fotocopia di una famiglia normale, ma non ideale: manca la madre. E’ morta? E’ andata via? La parabola non dice nulla, ma anche il non detto può avere il suo significato. La ferita della mancanza della madre in una famiglia dà poi i suoi frutti. Ebbene, uno di questi due figli, il minore, chiede in tempi non opportuni la sua parte di eredità; il padre, pur non condividendo tale scelta, divide le sue sostanze: «La sua vita». Dopo qualche giorno il figlio parte per un paese lontano, non solo per distanza, ma anche per condizione. Va alla ricerca del nuovo. Scopriamo che questo figlio sente la casa come una prigione, la presenza del padre come un ostacolo, sente il desiderio di essere completamente padrone della sua vita. Questa esperienza ci accomuna: chi di noi ad un certo punto della sua vita non ha sentito l’esigenza di andare via? Chi non ha sentito la propria casa come una prigione? Quante volte nella nostra vita ci è sembrato che Dio fosse troppo presente, che con le sue leggi ci togliesse la libertà e abbiamo sentito i comandamenti come un peso insopportabile? Allora magari ci siamo allontanati dalla Fede, dalla comunità Cristiana e siamo andati per i nostri cammini. Ecco, il figlio giovane fa questo! Ha la libertà che ha tanto desiderato e se ne va per la sua strada in terra straniera. Qui spende tutti i suoi soldi in feste, con gli amici, divertimenti, insomma fa la vita allegra, la vita che molti giovani sognano, ed anche se poi non la realizzano, ne sentono comunque l’attrazione. Alla fine l’immagine di questo figlio non ci è poi tanto estranea. La parabola continua: «Venne in quel paese una grande carestia». Il figlio dopo aver speso tutti i suoi soldi si trova in una condizione avvilente, è costretto a dover cercare lavoro perché non ha neanche di che mangiare, deve raccattare il cibo come i porci con i quali condivide la giornata ed è in questa penuria che comincia

a interrogarsi, perché quando arriva la crisi, ci si pone delle domande. E’ tuttavia sbagliato dire che la crisi è sempre salutare: non è vero. A volte la crisi ci rimanda ancora più giù, ma sempre ci costringe ad un esame di coscienza che può essere l’inizio di un cammino nuovo. Nel peccato Dio ci dà la possibilità, come dire: nel dolore comprendiamo più di quanto non si comprenda nel benessere. Questo ragazzo si fa delle domande, non si converte subito, ma in lui c’è ormai il desiderio di dire «basta» a quella condizione. Pensa allora a come poter tornare indietro, a come affrontare la giusta ira del padre e si prepara una specie di recita: «Gli dirò: ho peccato contro di te e contro il Cielo». Poi gli ordina: «Trattami come uno dei tuoi servi». Non è che si affidi alla volontà del padre, è solo un meccanismo di furbizia che lo muove, ed è con questo sentimento che si mette in cammino. «Il padre che ha sempre atteso il ritorno del figlio lo vede mentre è lontano e gli va incontro correndo». Ciò che era disdicevole per un Signore, per un padrone, correre. Qui avviene l’incontro. A quel punto il figlio aveva preparato tutto il discorso, arriva ad iniziarlo: «Padre, ho peccato contro di te e contro il Cielo». Sarebbe l’occasione per dirgli “Ecco, firma il contratto, io ti dico che ho peccato e tu mi ridai un posto in casa”. Il padre invece non lo lascia andare oltre, lo ferma, come se si fosse dimenticato quello che ha fatto, subito lo stringe fra le sue braccia e lo bacia. Lì in quell’abbraccio il figlio capisce che il padre è molto diverso da quello che lui pensava, non gli chiede giustifiche o spiegazioni. Conquistato da questo amore gratuito, infinito, da questa misericordia, in quel momento si converte. La parabola potrebbe concludersi qui e l’insegnamento di Gesù sarebbe completo: finalmente il figlio ha conosciuto il vero volto del padre, volto di misericordia, amore fedele che non viene mai meno, amore senza fine.


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Invece c’è un altro protagonista: il figlio maggiore. Eccolo entrare in scena mentre da bravo ragazzo, diligente, volonteroso, ritorna dai campi dove ha lavorato, ma informato del ritorno del fratello e della festa che il padre ha deciso di fare, si oppone, rifiuta di entrare in casa, anzi arriva ad accusare il padre che esce per convincerlo. Dice al padre: «Io ti servo da tanti anni e non mi hai mai dato un capretto per fare festa con gli amici e per questo TUO FIGLIO che ha sprecato tutti i tuoi beni addirittura uccidi il vitello grasso». Le sue parole mancano di tenerezza, vediamo il disprezzo: non dice mio fratello, ma tuo figlio. Comprendiamo che in profondità tra i due figli non ce n’era uno buono e uno cattivo, entrambi non avevano capito il cuore del padre. La parabola termina, ma non ha in realtà una fine, come se Gesù ci dicesse: tu ascoltatore, tu lettore dove ti metti? Sei con il figlio maggiore che è geloso perché sono perdonati i peccatori, o

sei solidale con il padre? Questa opposizione nella Chiesa continua: in ogni comunità Cristiana sovente non si capisce il cuore di Dio, non si capisce che in Dio la giustizia è sempre preceduta dalla Misericordia. Potremmo dire che al fratello maggiore resta il compito di non dire più al padre: «Questo tuo figlio», bensì: «Questo mio fratello». E’ un compito al quale siamo chiamati tutti ogni giorno. Affermare che ogni uomo è figlio di Dio è facile, invece, è più faticoso dire che ogni uomo è mio fratello, ma è esattamente questo il compito che ci attende. Dio, il Padre, resta fuori dalla festa accanto a ciascuno di noi e ci prega: «Dì che l’uomo è tuo fratello». Allora potremo entrare e fare festa insieme. Franco Bellini Ringrazio i giovani Aurora, Rebecca, Mattia, Eros e Lorenzo per il loro contributo

CRISTO RISORTO, È QUI CON NOI, OGGI E OGNI GIORNO Cristo Gesù, con la sua morte e Risurrezione ha radicalmente distrutto le barriere che distinguono e separano gli uomini, facendo degli abitanti della terra, una famiglia. Questa novità nelle relazioni umane viene proclamata nella chiesa antica da san Paolo e non va dimenticata nella chiesa di oggi: "Egli infatti è la nostra pace, colui che di due ha fatto una cosa sola, abbattendo il muro di separazione che li divideva, cioè l'inimicizia, per mezzo della sua carne... e per riconciliare tutti e due con Dio in un solo corpo, per mezzo della croce, eliminando in se stesso l'inimicizia. Egli è venuto ad annunciare pace a voi che eravate lontani, e pace a coloro che erano vicini." (EF. 2,14-17) ed ancora in Colossesi 3,9- 11: “Qui non c'è più Greco o Giudeo, circoncisione o incirconcisione, barbaro o Scita, schiavo o libero, ma Cristo è tutto in tutti.” Se ci sono ancora barriere è perchè l'egoismo, la cecità, la nostra tenebra non sono ancora state sconfitte dalla luce irradiante del sepolcro vuoto. Ora, affinchè il nostro scambio di auguri non rimanga vuoto formalismo, vogliamo contribuire alla diffusione della luce pasquale condividendo le principali responsabilità che oggi la comunità cristiana, dovunque

viva, deve farsi carico nei confronti dei fratelli e delle sorelle, riconciliati nella Pasqua del Signore: 1. come i due discepoli di Emmaus, Cristo risorto, cammina con noi e lo riconosciamo nello spezzare il pane con chi ospitiamo alla nostra tavola, nella nostra casa. 2. Cristo vivente in eterno, fa la nostra stessa strada. Nessuno può chiamarsi "fuori dal gioco per raggiunti limiti di età o di diversa mentalità rispetto all'oggi". Il Cristo risorto si fa buon Samaritano che vede ogni uomo o donna in difficoltà, si ferma a medicare le ferite della vita: delle scelte sbagliate compiute o delle strade scelte nella vita che ci hanno condotto in vicoli ciechi. Carica sulle sue spalle chi è provato o confuso, come il buon pastore che ha trovato la sua pecora smarrita, e lo consegna alla comunità cristiana, che se ne prenda cura, fino al suo ritorno glorioso, alla fine dei tempi, chiedendoci di amarlo e consolarlo. Auguri, di una Pasqua di gesti e parole che dissetino la nostra arsura di bontà d'animo. Don Tarcisio

DON TARCISIO E DON FILIPPO AUGURANO A TUTTI BUONA PASQUA ORARI SANTE MESSE La seguente tabella sintetizza l’orario delle messe celebrate, normalmente, nelle nostre quattro parrocchie; la colonna “prefestive” si riferisce di solito al sabato, ma si estende anche a tutte le giornate che precedono festività infrasettimanali. Le messe feriali possono essere annullate o meglio, sostituite dalla messa per il defunto in caso di funerali. ORARI S. MESSE

CALVISANO

PREFESTIVE

FESTIVE

18.30

8.00

15.10

(alla casa di riposo)

10.30 18.30

FERIALI Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì Venerdì

8.30 8.30 8.30 8.30 8.30

MALPAGA

9.30 - 18.00

Giovedì

17.00

MEZZANE

11.00 - 18.00

Martedì Venerdì

18.30 18.30

VIADANA

18.00

11.00

Mercoledì 18.00

Pasqua di Luce Nel buio della notte si è aperto uno squarcio di luce, il tempo ha ripreso il suo cammino verso un domani migliore. Cristo ti prende per mano e ti dice che puoi sperare. Vorrei donare a chi soffre un sorriso di speranza. Vorrei donare ai bambini un domani in cui sperare, vorrei chiudere gli occhi per non vedere il male, vorrei portare a tutti un ramoscello di pace. Cristo risorto è il sorriso della primavera!


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IL SALE DELLA TERRA Gesù non è sempre mite e misericordioso. Lui ama il prossimo, insegna con sapienza, guarisce i malati, perdona i peccatori, spiega a tutti che Dio è un Padre buono che attende sempre il ritorno del figliol prodigo. Ma c’è un capitolo del Vangelo di Matteo in cui Gesù fa veramente paura. E’ il capitolo 23: provate a rileggerlo. Sembra di sentire il silenzio attonito e spaventato dei discepoli e della folla, che non lo hanno mai visto così alterato: “Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pagate la decima della menta, dell'anèto e del cumìno, e trasgredite le prescrizioni più gravi della legge: la giustizia, la misericordia e la fedeltà… Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che rassomigliate a sepolcri imbiancati: essi all'esterno son belli a vedersi, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni putridume. Così anche voi apparite giusti all'esterno davanti agli uomini, ma dentro siete pieni d'ipocrisia e d'iniquità…”. Ma chi sono costoro? I farisei erano membri di un gruppo religioso, nato circa due secoli prima di Gesù,

a cura di Monica Gavazzi

RAZZA DI VIPERE

contrario ad ogni influsso straniero sulla Legge, di cui predicava una rigorosa osservanza. Gli scribi erano studiosi, come e più dei farisei legati all’osservanza formale delle norme prescritte dalla religione ebraica. Il loro ruolo era stato sicuramente prezioso: Israele era una piccola nazione, nei secoli più volte vinta e sottomessa da popoli stranieri; se avesse trascurato la fedeltà alla Legge, il popolo stesso avrebbe cessato di esistere. Ma ciò che Gesù rimprovera loro non è certo la fedeltà, bensì altre due cose. Anzitutto l’ipocrisia: essi compiono scrupolosamente tutte le opere prescritte, ma lo fanno solo per vanità, per essere ammirati e riconosciuti come capi dal popolo. E ottenuto ciò, cosa ne fanno di questo potere? Ne abusano: guide cieche essi stessi, sono dei pessimi capi: “Legano infatti pesanti fardelli e li impongono sulle spalle della gente, ma loro non vogliono muoverli neppure con un dito”. Ipocrisia e abuso: ecco cosa minaccia chiunque, in ogni

epoca, in qualunque situazione, abbia anche solo un minimo di potere sugli altri. “Il potere corrompe. Il potere assoluto corrompe assolutamente”, dicevano gli illuministi francesi nel ‘700. Dovremmo tremare, non essere compiaciuti, quando ci viene assegnato un incarico, quando dobbiamo farci guida di qualcuno, perché i rischi sono terribili, e la condanna certa: “Serpenti, razza di vipere, come potrete scampare dalla condanna della Geenna?”. Nessuna speranza, quindi? Il potere non può mai essere esercitato correttamente? Ci risponde Gesù stesso nel capitolo 10 del Vangelo di Marco: “Voi sapete che coloro che sono ritenuti capi delle nazioni le dominano e i loro grandi esercitano su di esse il potere. Fra voi però non è così; ma chi vuol essere grande tra voi si farà vostro servitore, e chi vuol essere il primo tra voi sarà il servo di tutti”. Solo se il potere è inteso come servizio l’uomo non ne è contaminato. C’è di che riflettere.

I SANTI DELLA PORTA ACCANTO - LE INTERVISTE IMPOSSIBILI CARLOTTA NOBILE LA SCELTA DELLA VITA, SEMPRE!

"Ci sono battaglie che non abbiamo scelto, e poi c'è la vita e quella io non smetterò mai di sceglierla." A Carlotta Nobile nell'ottobre 2011, a 22 anni, viene diagnosticato un melanoma: la reazione iniziale è la rabbia per quello che viene percepito come un irrazionale ed ingiusto errore del destino, a fronte di una vita sempre dedita allo studio e alla musica. In poche settimane, come confidato da Carlotta stessa ai suoi cari, il suo stato d’animo passa però dalla rabbiosa domanda del "Perché a me?" a quella del "Perché non a me?!", davanti alla constatazione della sofferenza altrui, soprattutto dei bambini col suo stesso male. Affronta le cure possibili e subisce vari interventi pur proseguendo parallelamente la sua carriera musicale ed artistica, spesso alternandosi tra ospedali e concerti. Ora possiamo svelare il segreto. Nel 2012 compare la pagina Facebook "Il Cancro E Poi_", e in seguito il sito ilcancroepoi.com. Sono da subito seguitissimi, eri tu che in forma anonima volevi gridare al mondo, cosa? Odiavo sentirmi compatita, odiavo chi mi reputava indebolita, io forte così non mi ero sentita mai. Pensavo: “Posso campare cento anni o dieci, ma amo la mia vita ora più di quanto l'abbia amata mai.” E non volevo che il cancro mi fermasse. In nessun modo. Volevo solo crescere. Amavo e amo comunicare. Lo faccio da quando avevo 4 anni con il violino, poi ho cominciato a farlo anche con le parole e se ci pensi c’è qualcosa di straordinario lo sto facendo anche adesso, dopo la mia morte. Sic! La tua “lettura” della malattia è particolare, diversa dal solito: il tuo non è tanto un sguardo ai sintomi ed alle cure quanto un “percorso” interiore di approfondimento e di “cura” di sé,

nato da un'analisi fredda e lucida degli effetti e delle reazioni profonde che la patologia, così seria e difficile, scatena in chi si trova a doverla affrontare. Io non so più neanche quanti centimetri di cicatrici chirurgiche avevo. Ma li ho amati tutti, uno per uno, ogni centimetro di pelle incisa che non sarà mai più risanata. Sono questi i punti di innesto delle mie ali. Ci vuole coraggio... Non lo so, ma io volevo dimostrare prima di tutto a me stessa che si può avere un melanoma metastatico che non si arrende, eppure VIVERE, con tutto ciò che questa parola vuol dire. Vivere tutte le gioie, i progetti, i dolori, le lacrime che la vita ti regala ogni giorno. Perché c’è un E POI per cui non smetterai mai di combattere, perché nessuno può toglierti l’assoluta certezza che – nonostante tutti i tagli, le cicatrici, gli aghi nelle vene, i controlli, i liquidi di contrasto, gli interventi e i dolori – c’è una gioia immensa che ti aspetta, c’è il tuo più grande sogno che ti guarda da un tempo futuro e non vede l’ora di raggiungerti. Perché tutto quello che stai vivendo ti verrà un giorno riscattato. Perché in fondo il modo che hai ora di guardare alla vita non potevi che raggiungerlo così. E quale è stato il tuo rapporto con la fede? Fino al 2013 la mia religiosità è ancora poco caratterizzata, senza troppi interrogativi. Improvvisamente, al risveglio da una crisi cerebrale ricevo un dono: la Fede. È come se mi sia stato concesso un premio, un modo di affrontare un destino tremendo con dignità e coraggio, aprendosi agli altri e accettando la MIA CROCE. Io sono guarita nell’anima. In un istante, in un giorno qualunque, al risveglio da una crisi. Ho riaperto gli occhi ed ero un’altra. E questo è un miracolo. Noi ci aspetteremmo di usare questa parola “miracolo” se tu fossi guarita, basta cancro e invece... Qui ti fermo. In un attimo capisci che è stato proprio quel cancro a GUARIRTI L’ANIMA, a riportare ordine nella vera essenzialità della tua vita, a ridarti la Fede, la speranza, la fiducia, l’abbandono,

la consapevolezza di essere finalmente diventata chi per una vita intera hai fatto di tutto per essere e non eri stata mai: una donna SERENA! Capisci che è stato il cancro a permetterti finalmente di amare te stessa in un modo incondizionato, con tutti i tuoi pregi e tutti i tuoi limiti, a godere di ogni più piccolo istante, ad assaporare ogni attimo, ogni odore, ogni gusto, ogni sensibilità, ogni parola, ogni condivisione, ogni più piccolo frammento di infinito condensato in un banalissimo e preziosissimo istante. Capisci che è stato il cancro, con il suo tormento, con le sue aggressività, con le sue asprezze a portarti infine la LUCE. Si, ma come hai fatto? Perché un conto è capirlo, ma quando ci sei dentro il rischio della disperazione è forte? Non solo capisci, ma vivi sulla tua pelle che c’è un disegno più grande. Tutto questo ha un senso unico e io sono orgogliosa di aver potuto vivere questa cosa. E che bello che mi è arrivata la fede! Come facevo senza? Che vita arida senza fede! Senza fiducia e abbandono a Dio! Comunque ad esempio prima non mi sarei sognata di pregare il rosario, è roba da vecchi ed invece lo tenevo in mano al buio e pregavo. Mi metteva una pace dentro… non ci sono parole! Perché ero FINALMENTE sana dove non lo ero da anni, cioè DENTRO, nell’anima!! Andrà tutto bene, perché si è nelle Sue mani, e nelle mani di Dio non può che andare tutto bene… è troppo bella questa serenità! Dopo due anni di battaglia, Carlotta sei morta a soli di 24 anni. Troppo presto, lo so. Mi ricordo le parole del don che celebrò i miei funerali, sì non fare quella faccia, c’ero anch’io quel giorno insieme a tutti quelli che mi hanno sempre voluto bene: “Ragazzi muovetevi, camminate e ritrovate voi stessi. Lei aveva ritrovato la fede. Oggi non deve essere una giornata di tristezza, anzi le campane suoneranno a festa perché, se da una parte piangiamo la perdita di una persona, dall'altra ci è offerto il senso della Resurrezione”. a cura di A. Tomasoni


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I COMANDAMENTI SECONDO PAPA FRANCESCO a cura di Fausto Accini

"Ricordati di santificare le feste" Il terzo comandamento obbliga i fedeli a santificare il giorno del Signore. Nella versione originaria, contenuta nel libro dell’Esodo, è l’unico comandamento, oltre al primo, a non avere semplicemente una formulazione imperativa, ma ad essere dettagliatamente articolato per una più perfetta comprensione del suo contenuto: “Ricordati del giorno di sabato per santificarlo: sei giorni faticherai e farai ogni tuo lavoro; ma il settimo giorno è il sabato in onore del Signore, tuo Dio: tu non farai alcun lavoro, né tu, né tuo figlio, né tua figlia, né il tuo schiavo, né la tua schiava, né il tuo bestiame, né il forestiero che dimora presso di te. Perché in sei giorni il Signore ha fatto il cielo e la terra e il mare e quanto è in essi, ma si è riposato il giorno settimo. Perciò il Signore ha benedetto il giorno di sabato e lo ha dichiarato sacro” (Es 20,8-11). Santificare il sabato, secondo il testo biblico, significa dunque fondamentalmente astenersi dalle fatiche del lavoro, in ricordo del “riposo” di Dio dopo la creazione del mondo. Sappiamo bene quanto Gesù dovette lottare con i suoi contemporanei che avevano fatto del precetto del riposo sabbatico una sorta di vero e proprio “incubo” attraverso interpretazioni del tutto errate quando non proprio assurde: Gesù fu rimproverato in più circostanze di fare miracoli in giorno di sabato e fu sgridato perché i suoi apostoli, stanchi e affamati, coglievano le spighe di grano per mangiarle. Vedendo tali comportamenti del tutto formalistici e esteriori, che avevano completamente travisato lo spirito del precetto, il Signore ebbe a pronunciare con estrema chiarezza: “Dio ha fatto il sabato per l’uomo e non l’uomo per il sabato” (Mc 2,27), dando così a intendere che il precetto del riposo settimanale e della santificazione del giorno del Signore deve essere vissuto nella gioia e nella libertà dei figli di Dio ed è finalizzato ad alimentare tali disposizioni, perfettamente degne dell’uomo e coerenti con i suoi più profondi bisogni. Il senso di questo comandamento è più profondo di quanto sembra a prima vista e lo si comprende

proprio interpretando rettamente il divieto di dedicarsi alle “fatiche del lavoro”. Il lavoro, infatti, secondo la Rivelazione, rientra tra i castighi imposti da Dio dopo la colpa d’origine e serve, oltre che ad elevare e nobilitare l’uomo e il creato, alla dura necessità di guadagnarsi il necessario per vivere in questo mondo. Ma l’uomo, su questa terra, è di passaggio, onde non può e non deve perdere la bussola e il senso dell’orientamento, la percezione chiara della sua origine e del suo fine e le grandi motivazioni che muovono la sua esistenza. Il giorno del Signore, dunque, è un giorno in cui è fatto un vero e proprio obbligo, all’uomo, di mettere in secondo piano le necessità, i travagli e le fatiche della vita terrena e pensare alla vita celeste, alla vita dello spirito, a Colui dal quale viene e al Quale, inesorabilmente anche se a volte inconsapevolmente, tende. Ovviamente questo non può essere vissuto in forma estrema, rigida o malata (come era al tempo dei farisei): ma il valore del precetto (e gli obblighi, come vedremo, ad esso connessi) rimangono e sono validi. C’è anche un’altra motivazione profonda alla base del terzo comandamento, più banale se si vuole, ma comunque da non sottovalutare. Il lavoro, dimensione fondamentale della vita terrena, assorbe molte energie e molto tempo all’uomo che vive in questo mondo, sottraendogli larga parte della disponibilità della sua giornata. Astenersene per un giorno significa ricevere in regalo da Dio del tempo libero per dedicarsi alla preghiera, al dovere di dare il giusto riposo al proprio corpo, al dovere di dedicarsi con calma alle altre realtà belle che il Signore regala: stare in famiglia, trascorrere qualche ora in sane attività ricreative, conversare con un amico. Come ebbe modo di scrivere Giovanni Paolo II nella lettera “Dies Domini”, la nostra società, travolta da ritmi a dir poco forsennati e abituata a procedere a velocità supersoniche, ha quanto mai urgenza e bisogno di ricuperare il senso del giorno del Signore. L’uomo contemporaneo non sa riposare e, meno che mai, sa riposare nel Signore, fonte e origine del vero, sano

e santo riposo. Con la risurrezione di Gesù, avvenuta di Domenica, il giorno del Signore, oltre che ad essere “spostato” (non più il sabato in ricordo del riposo di Dio dalla creazione, ma la Domenica in ricordo del giorno della “nuova creazione”) ha peraltro acquisito ulteriori e ancor più grandi significazioni: è il giorno in cui si contempla la nostra umanità riscattata e liberata da tutti i bisogni, le miserie e i problemi legati alla vita presente. Gesù risorto, infatti, è la primizia di coloro che risorgeranno e, riacquisendo un vero corpo uguale a quello attuale, saranno però conformati al suo corpo deificato. Potranno mangiare, ma non sentiranno mai più la fame; potranno bere, ma non avranno più sete; non sentiranno più il freddo o il caldo, non avranno più bisogno di dormire, né sentiranno fatica e stanchezza; non conosceranno mai più dolori fisici, né malattie, né disfacimento o decadenze del corpo; godranno di gloria, di agilità, di capacità di attraversare i corpi senza incontrare resistenze. Non sarà il caso di pensare maggiormente a queste verità? Non sarà anche opportuno ricordare che non esistono “lasciapassare” per il Paradiso distribuiti gratuitamente, ma che, per godere di tale beatificazione eterna, bisogna passare attraverso molte fatiche e tribolazioni (simboleggiate dai sei giorni lavorativi) conservandosi fedeli in tutto e per tutto a Dio e alla sua legge? Si comprende bene, dunque l’importanza e il valore di questo giorno e la funzione di tutela di questi valori svolta dalle norme imperative da osservare per adempiere questo comandamento. Vale la pena osservare che questo comandamento (insieme al quarto) è formulato al positivo (contiene, cioè un dovere di “fare” non una proibizione di non fare qualcosa). Forse si dovrebbe prendere seriamente in considerazione, quello che anche la politica sta proponendo, di chiudere queste nuove “cattedrali” che sono i centri commerciali e permettere a tutti di dedicare il proprio tempo a quelle relazioni familiari, umane e sociali che stiamo dimenticando per la frenesia di questi tempi.

NATI ALL A GR AZIA BATTESIMO DI BREGOLI MATILDE

BATTESIMO DI BONATELLI MARIA GRAZIA


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CONCERTO R IFLES SIONE: "GAUDETE ET E XULTATE" In occasione della festa della Beata Cristina, domenica 17 febbraio nella Parrocchiale di Calvisano, ha avuto luogo l’ormai tradizionale concerto di musica sacra, tenuto dal Coro interparrocchiale “Beata Cristina”, composto dai Cori S. Maria della Rosa di Malpaga, S. Maria Nascente di Mezzane, dalla Corale gioiosa “I Cantico” di Calvisano, da alcuni coristi della parrocchia di Viadana e dal Coro S. Cecilia di Calvisano, sotto la direzione del m° Enrico Tafelli; ad accompagnare il quintetto di ottoni “Brixia Quintet”, con la partecipazione del soprano Shikama Satoko. A fare da filo conduttore del concerto è stata l’Esortazione apostolica di papa Francesco sulla chiamata alla santità nel mondo contemporaneo dal titolo “Gaudete et exultate”. I 14 brani di musica sacra proposti, eseguiti con maestria, hanno fatto da “cassa di risonanza” ai brani estrapolati dal

testo del Santo Padre riguardanti vari aspetti: la chiamata alla santità, la fraternità, le Beatitudini, le opere di misericordia, la vera gioia… I canti eseguiti sono stati composti da autori vari: G.Tonelli, M.Frisina, S. Martinez. E’ stata una gradita conferma, apprezzare in veste di autori di musica e di testi due nostri concittadini, il prof.Pietro Treccani e il m° Enrico Tafelli. Il ricco programma offerto ha permesso di ripensare alcuni “fondamentali” dell’essere cristiani, aiutati dalla musica che eleva lo spirito e predispone l’animo alla meditazione. Un sincero grazie all’ideatrice Rosanna Linetti, perché questo concerto ha offerto l’opportunità di riflettere in modo non consueto, ma coinvolgente, su temi “alti” ed impegnativi e che forse, altrimenti, non ci saremmo fermati a considerare. Al termine, l’Amministrazione Comunale, nelle persone del Sindaco e del vice Sindaco, ha consegnato il premio Beata Cristina, come riconoscimento del bene profuso nel nostro Paese nel campo della solidarietà, del servizio, della promozione della cultura al sig. Carlo Migliorati, al sig. Enrico Tafelli, alla memoria della sig. Adriana Stagnoli.

C.B.

IN RICORDO DI SUOR SANTINA PELIZZARI Da poche settimane, suor Santina è tornata alla casa del Padre. Vogliamo ricordarla condividendo la riflessione della Madre Provinciale delle suore Comboniane, durante le esequie funebri a Verona. “Sr. Santina nasce a Bagolino e vive una vita serena in famiglia aiutando con semplicità e generosità...ma lasciamocelo raccontare da sr.Santina stessa che nel giorno del suo 50°di vita religiosa, così diceva: “ Da giovane avevo una sola ambizione: vivere la mia vita nel matrimonio o da nubile. Non pensavo alla possibilità di essere missionaria... .Ad un certo punto ho sentito che Dio desiderava qualcos’altro da me. Dopo aver combattuto per qualche tempo con questa "idea” a 24 anni sono entrata dalle Comboniane.” Così il 17 marzo 1956 inizia il tempo del Postulato a Verona. Dopo solo sei mesi lascia l’Italia per svolgere il Noviziato a Londra e qui emette i primi voti il 29 settembre 1958. Rimane a Londra a studiare per infermiera –ostetrica, poi parte per l’Uganda e, a Kalongo prima, a Morulen poi, rimane per 20 anni. Sr. Santina era la “matron” dell’ospedale, cioè la responsabile di tutto il personale in servizio, anche con mansioni amministrative,... era stata scelta anche per la sua competenza in ostetricia. Sapeva unire capacità professionali e grande umanità, capacità di ascolto,... era una donna semplice, umile, forte nelle situazioni difficili, grazie alla sua spiritualità che ha plasmato la sua umanità. Sr. Santina porterà per sempre nel cuore la sua missione in Africa...anche quando per questioni di salute

deve rientrare in Europa, ...viene assegnata in Inghilterra, vi rimane per 32 anni tra Londra, Llandrindrod (Galles) e Glasgow (Scozia) facendo quello che c’è bisogno: Superiora, infermiera, Consigliera provinciale, amica degli anziani e dei poveri. E’ sempre sorridente, sempre disponibile, sempre positiva, sempre serena... Nel settembre 2015 rientra definitivamente in Italia, a Verona. Aiuta in piccoli servizi, quando e come può, ma il suo servizio principale rimane la sua preghiera. Prega per le sorelle che passano e per le loro missioni, prega per la Congregazione, prega per chi glielo chiede, prega per le vocazioni...prega per i suoi famigliari. Prega fino alla fine. Fino all’ultimo istante bisbiglia tra le labbra, debolmente ma con fede certa “Gesù, Giuseppe, Maria, vi dono il cuore e l’anima mia...siate la salvezza dell’anima mia...spiri in pace con voi l’anima mia.” ​E in pace è spirata la mattina dell’8 febbraio. Riassumere la vita di sr. Santina in una parola? Santità. Santa, come Comboni voleva le sue suore. Santa, perché nella preghiera si è lasciata trasformare e la scintilla divina in lei ha preso spazio e l’ha resa vera donna di Dio.”


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CENNI DI STORIA LOCALE

le quarantaquattro chiese di Calvisano (parte quarta) In questo articolo mi soffermerò sulle cappelle cimiteriali (sono cinque), continuando con la numerazione di già iniziata. Alcune di queste sono dotate di artistiche “finiture” che andrebbero commentate e descritte molto meglio di quanto io riesca. Queste cappelle sono il simbolo di comunità vive che onorano i propri defunti, ricordano i Sacerdoti ed i Religiosi/e che le hanno guidate, celebrano i propri “eroi” e personaggi significativi. (Per quanto riguarda i nostri cimiteri, anche quelli delle frazioni, ho scritto qualcosa nel mio volume “Calvisano e gli anni della Grande Guerra”, 2015, soprattutto però relativamente alla memoria dei nostri caduti, alla ubicazione di lapidi e monumenti dedicati, e alla eventuale presenza di loro resti mortali).

19) Cappella cimiteriale di Malpaga: L’editto di Saint-Cloud del 12 giugno 1804 esteso all’Italia il 5 settembre 1806, imponeva la costruzione dei cimiteri fuori dai centri abitati (e che le lapidi per i defunti fossero posizionate sui muri di cinta e non sulle tombe degli stessi). A Malpaga il vecchio cimitero era posto a fianco della Parrocchiale. Esso venne chiuso e se ne edificò uno nuovo su terreno del Beneficio Parrocchiale, lato sud-est dell’attuale. Guerreschi, pag. 218, però ci segnala che “il cimitero di Malpaga fu costruito negli anni 1916-17 su terreno ceduto dalla famiglia Silvestro Ferrari”. Negli anni 1929-30, su iniziativa di Don Bertolini, esso fu ampliato verso nord. Un ulteriore ampliamento, verso sud-est e sud-ovest, è da annotare a una quindicina di anni orsono. Il cimitero ha così acquisito una struttura particolare, con una edicola votiva al suo inizio, contornata da… “due ali” per i nuovi loculi. Il viale che conduce alla cappella è posto posteriormente all’edicola su menzionata. La cappella principale fu fatta edificare dallo stesso Don Bertolini nel 1940. Adibita al culto e alla sepoltura dei sacerdoti, fu pagata col contributo dello stesso sacerdote, della popolazione di Malpaga e del Comune di Calvisano e a quest’ultimo Ente fu donata. In molte parti del cimitero ricorre una particolare tipologia di croce, non altrimenti presente a Calvisano: la Croce latina è “immaschiata” in un cerchio che ne va a “tagliare i bracci”. Trattasi di una croce celtica, come ancora presente nei monumenti funebri irlandesi. 20) Cappella cimiteriale di Mezzane: Come è per tutte le Parrocchie, anche Mezzane seppelliva accanto alla propria chiesa. Dopo le disposizioni napoleoniche si pensò ad un nuovo cimitero. Mons. Fappani, “Enciclopedia Bresciana” volume IX, dice che la cappella del cimitero di Mezzane è dedicata alla Deposizione di Nostro Signore. Fu edificata nel 1924 su disegno dell’ing. Achille Marangoni, nel corso di ulteriori lavori di riqualificazione e ampliamento del cimitero stesso. Da subito divenne votiva, a ricordo dei caduti in guerra e dei Parroci e Religiosi che qui operarono. Mi pare assai interessante segnalare la similitudine tipologica tra la conformazione di questo cimitero e del vecchio cimitero di Calvisano (quello posto al fianco sinistro della chiesa delle Bradelle). Ai lati dell’ingresso, in entrambe le strutture, sono presenti due locali/stanze ad uso deposito. Il cimitero è stato ulteriormente allargato, posteriormente alla cappella, un ventennio circa prima della fine del XX secolo. Sono almeno da segnalare due “pietà”: una è la vetrata di fondo della

cappella cimiteriale Brognoli-Varoli. L’altra è una statua, in gesso, contenuta nella nicchia posta sopra all’Altare della Cappella. 21) cappella cimiteriale di Viadana: Negli anni sessanta il Parroco Don Pietro Marini si prodigò assai per l’erezione del cimitero parrocchiale (Viadana è stata costituita parrocchia dal Vescovo G. Tredici nel 1959, confermata a firma del Presidente della Repubblica nel 1960) e volle esservi seppellito (1977). La piccola cappella contiene le sue spoglie e quelle di altri religiosi e persone della famiglia Busseni - Li Causi. Sulle pareti esterne sono affisse lapidi a ricordo dei defunti delle guerre mondiali, della frazione. Posteriormente alla cappella, qualche decennio fa, in fase di ampliamento del cimitero, si è realizzata una ampia platea con pietra marmorea per posizionare i feretri prima della inumazione. 22) Mi soffermo ora sulla ottocentesca cappella del cimitero vecchio di Calvisano: di piccole dimensioni, non è dotata di porta, ma si apre a ovest, verso il camposanto. L’altare, che era addossato alla parete est, è stato demolito qualche anno fa, durante i lavori di sistemazione-deforestazione del terreno. L’intera cappella è ancora esistente ma andrebbe salvaguardata. Gravemente danneggiata e fessurata essa è infatti a forte rischio distruzione. Sulle pareti interne ed esterne della cappella sono posizionate diverse lapidi che “raccontano” storie, alcune assai interessanti. Altre lapidi erano murate alle pareti dell’altare di fondo, costruito a sua volta come urna cimiteriale, allora ancora contenente i resti mortali del sepolto. Il vecchio cimitero ottocentesco di Calvisano ha subito, nel tempo, vari furti di materiale in ferro battuto, lapidi, statue, ornamenti etc. Tutto cintato da mura in mattoni rossi (per alcuni tratti trattasi di una ricollocazione di quelli delle mura del castello di Calvisano), resta comunque assai interessante dal punto di vista architettonico e per le scritte riportate su alcune strutture tombali ancora esistenti, vere pagine di storia locale. Andrebbe quindi riqualificato e “salvato”.

23) Cappella del Cimitero nuovo di Calvisano: Relativamente a questo cimitero inizio-novecentesco, che dicono in stile greco moderno, si vedano gli articoli che ho pubblicato in questo giornalino qualche anno fa (poi raccolti e riportati anche in internet: pietro treccani - google sites). Ad essi rimando. Mi soffermo sulla cappella, luogo perfettamente idoneo alla riflessione e meditazione, posizionata posteriormente ad una grande platea e chiusa solo da una grata in ferro. In essa trovo di grande interesse la vetrata di fondo, raffigurante la meditazione ai piedi del Crocifisso. Riporta la scritta: “Don Rossi dott. Ettore A.P.V.F. / parenti e amici vollero / a ricordo di Mori Arnaldo / A.D. (MCMLI ?)”. Pietro Treccani


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TEATRO 7: L'È TOTÒ QUESTIÙ DE CALSECC

Sabato 16 febbraio, nell’ambito delle manifestazioni per la Fiera Agricola e la Sagra della Beata Cristina, il gruppo teatrale della compagnia Teatro 7 “Luigi Braga”, com’è ormai prassi consolidata da anni, ha regalato ai numerosissimi simpatizzanti una spassosa e frizzante commedia che li ha visti protagonisti di un “genere teatrale” particolare, con recitazione a soggetto e spazio all’improvvisazione del momento. La trama, fornendo situazioni quasi-assurde e paradossali, si è sviluppata celermente in un susseguirsi di equivoci e divertenti battibecchi, situazioni tragicomiche e vivaci confronti. Una serata molto divertente, accolta con entusiasmo dal nutritissimo pubblico che ha riempiuto la Sala Polivalente.

Anche quest’anno l’incasso è stato devoluto all’oratorio di Calvisano nell’ambito del quale il gruppo ”Teatro 7” era nato ed aveva mosso i primi passi. Complimenti vivissimi a tutti: attrici, attori, regista, tecnici audio-luci, scenografo e collaboratori vari e grazie, un immenso grazie per l’impegno ed il tempo profusi nell’approntare, imparare, provare, correggere, migliorare la rappresentazione al fine di regalarci una piacevolissima serata.

ATTIVITÀ ESTIVE GREST CALVISANO: nel pomeriggio dal 10 giugno al 28 giugno con possibilità di partecipare anche al mattino alle attività organizzate da "Ideando". GREST MEZZANE: dal 25 giugno al 12 luglio GREST VIADANA: dal 17 giugno al 5 giugno

CAMPI SCUOLA A OBRA Dal 7 al 14 luglio: per ragazze/i scuola elementare. Dal 14 al 21 luglio: per ragazze/i scuola media. Dal 4 all'11 agosto: per adolescenti Dal 23 al 25 agosto: per le famiglie Per le iscrizioni, rivolgersi al bar dell'oratorio da domenica 26 maggio a tutte le domeniche di giugno dalle ore 15 alle ore 18

"SCARPINATA" SULL'ADAMELLO Per i maggiorenni (dai 18 anni in su) si propone un’esperienza di escursione in montagna lungo il sentiero N°1 dell’Adamello: dal rifugio Tita Secchi, presso il Lago della Vacca, nel comune di Breno, al rifugio Prudenzini, nella Val Salarno, in 4 giorni con pernottamento nei rifugi. Date e numero partecipanti si decideranno in base alle disponibilità dei partecipanti. Contattare don Tarcisio.

CRONACHE BREVI FIERA AGRICOLA La 44° edizione della Fiera Agricola di Calvisano, nella settimana di festeggiamenti della Beata Cristina, si è svolta il 16 e 17 marzo, due splendide giornate primaverili che hanno offerto ai visitatori l’immagine di un paese laborioso e vivace. Un pittoresco affresco con l’esposizione di macchine agricole, bancarelle di hobbisti e luna park, artisti di strada in simpatiche esibizioni, un’ambientazione rurale davanti al Municipio, numerose mostre nel Chiostro domenicano ed a Palazzo Lechi, l’esposizione “Una nuova fontana per Calvisano” nella chiesa di Santa Maria della Rosa che ha mostrato le proposte pervenute per la riqualificazione della fontana di piazza Caduti, l’orto Stem realizzato dagli alunni della scuola Media, la fattoria didattica “Zappaglia”, l’albero

a cura di Piera D’Adda

della cuccagna, passeggiate a cavallo, dimostrazioni cinofile, la mongolfiera…Una fiera di alto gradimento per cittadini e visitatori. Anche se il sipario, domenica sera, è calato sulla rassegna, numerose iniziate a corollario si sono sviluppate per oltre un mese con corsi di cucina, incontri di approfondimento e serate teatrali. LAUREA Il 15 novembre scorso, Berselli Gloria, si è brillantemente laureata in Scienze Infermieristiche presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Brescia, con la tesi “Allattamento al seno e doppia pesata”. Relatori: Chiar.ma prof. Laura Linetti, correlatore Chiar.mo prof. Giuseppe De Bernardo. A nome della comunità porgiamo


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felicitazioni vivissime alla neo-laureata con l’augurio di realizzare ogni sua aspirazione. CENTRO AIUTO ALLA VITA Il 28 febbraio è nato a Calvisano il 58° Centro Aiuto alla Vita della Lombardia. Dopo un biennio di attività con il Centro di Desenzano, i volontari calvisanesi si sono resi indipendenti. I fondatori sono 14 di cui 11 volontari effettivi. Il Consiglio si compone di cinque membri: Marina Panella, presidente, Agnese Berselli, vicepresidente, Adelina Tomasoni, segretaria, Eleonora Berselli, tesoriera, Orsolina Bonomini, responsabile acquisti e magazzini. Il Centro situato in via S. Silvestro 8, è aperto il giovedì dalle ore 9 alle 11 ed il venerdì dalle 17 alle 18,30. Un altro fiore all’occhiello nel vasto panorama del volontariato locale.

TESTIMONI DI VITA Mentre le gialle mimose festeggiavano l’8 marzo tutte le donne nella giornata loro dedicata, è giunta una notizia di quelle che fan bene al cuore. Le donne italiane sono al primo posto nella donazione di organi per trapianti in Europa. Ben il 70 % rispetto al 58% della media europea. Dietro questo primato si celano splendide storie d’amore. La donne sono istintivamente portate alla maternità, a dare vita, fa parte di una disponibilità che nasce più dal cuore che dalla mente. PROTESTA AMBIENTALE Il 15 marzo 2019 sarà ricordato come la prima azione globale e davvero mondiale, promossa da ragazzi e ragazze per cambiare il mondo. Da Greta Thunberg, icona del movimento, ad Ariane Benedikter, premiata dal presidente Mattarella per il suo impegno nella piantumazione di alberi, fin dall’età di nove anni, migliaia di giovani (400.000 solo in Italia) sono scesi nelle piazze di tantissime città per sollecitare risposte concrete alle numerose problematiche ecologiche-ambientali. L’invito pressante dei giovani è rivolto a tutti ed ovunque, perché la salute del pianeta Terra è la salute di ognuno di noi. Diamo uno sguardo vicino: il fiume Chiese che lambisce il nostro territorio, patrimonio naturale, è sempre più oggetto di atti incivili, sacchetti di rifiuti, involucri di plastica, scarti di materiale edilizio …non rispettando neppure quanti, meritevolmente, sono impegnati a ripulire. CALVISANO NEL MONDO E’ conosciuta, ormai, a livello internazionale la ditta Agritech di Calvisano, specializzata nella produzione di silos in vetroresina ed attrezzature per l’allevamento che fa parte di un gruppo di società, guidato da Floriano Zappettini, che operano nel settore dello stoccaggio industriale, nella produzione di vernici e gel-coat a base di resine poliesteri. Per questo gruppo di società che danno lavoro a 110 dipendenti, l’anno 2018 si è chiuso con un incremento di ricavi del 10% rispetto al precedente. Significativa ed importante l’attenzione all’ambiente; sono

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state elaborate, infatti, soluzioni di copertura con vetroresina per stazioni di depurazione delle acque e dei residui di lavorazione, per i settori agricolo, civile, industriale in cui la sostenibilità ambientale non può più essere assolutamente trascurata. FORZA DELL’AMORE Avrebbe avuto tutti i motivi per lascarsi distruggere dall’odio e dal desiderio di vendetta, Sunny Jacobs, la donna che negli USA è rimasta per diciassette anni in carcere, innocente, condannata col marito per l’uccisione di due agenti di polizia. Nella battaglia per l’innocenza, propria e del marito, Sunny non si è mai arresa. Purtroppo quando fu loro riconosciuta, il marito era già stato “bruciato” sulla sedia elettrica. Ora, con il secondo marito, anch’esso vittima di un errore giudiziario, ha fondato un’associazione che si batte contro la pena di morte e per aiutare gli ex-condannati a morte. “Amo la vita, grazie per il dono della vita, la vita è bella”. Con queste parole chiude il suo libro “Tempo rubato” ad alta tensione drammatica ed intensa luce. SCOPERTA IMPORTANTE Luigi Petruzziello, docente al Bonsignori di Remedello, appassionato entomologo – studioso di insetti – ha scoperto in due grotte del Salernitano due coleotteri finora sconosciuti. Del primo ha raccolto una cinquantina di esemplari; il secondo rimane l’unico esemplare della nuova specie. I due coleotteri l’Anemadus ed il Lathrobium sono stati registrati sul bollettino della Società Entomologica italiana con il nome del loro scopritore. IN MEMORIA Sabato 9 marzo, nella Giornata Internazionale loro dedicata, presso il Giardino dei Giusti, sono stati riconosciuti altri “paladini” del bene. Oltre a quanti si sono battuti contro i crimini verso l’umanità, pacifisti e vittime della mafia, è stato posato un cippo, intitolato a due persone per la loro difesa dell’ambiente: l’attivista Berta Càceres, assassinata nel 2016, per la lotta contro le multinazionali per salvare le terre dell’Honduras e Roberto Mancini, primo poliziotto ad indagare sui rifiuti pericolosi in Campania e morto di tumore contratto nella sua attività investigativa. Marina Forti, nella serata di giovedì 7 marzo, ha presentato il suo libro “Mala terra: come hanno inquinato l’Italia”. E non dimentichiamo la coraggiosa testimonianza con denunce continue di don Maurizio Patriciello, parroco nella terra dei fuochi, stanco di benedire piccole bare bianche, perché alla fine sono sempre i più deboli ed innocenti a pagare.


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Bancarella Creatività

Bancarella Torte per Suore Operaie

Volontari Malpaga Pulita

Carnevale

Battesimo Thomas Ragnoli

Giornata della Vita

Festa del Papà

Commedia


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GOCCIA DOPO GOCCIA, DELLE NOSTRE PICCOLE GOCCE DI CARITÀ ARRIVANO NOTIZIE "DALL' ALTRA PARTE DEL MONDO"

Caro Padre Ponciano, ad un anno dalla morte del nostro Caro Padre Mario Bellini che abbiamo ricordato nella Messa del 3 Marzo scorso, con questa lettera desideriamo iniziare con Te il cammino della Quaresima per giungere alla Pasqua in comunione con la Tua Missione. Ci presentiamo: siamo le mamme e le bambine del gruppo Lab-oratorio di Malpaga, frazione natia di Padre Mario. Nel nostro piccolo e senza molte pretese, dal 2013 organizziamo in Oratorio pomeriggi di lavoretti e attività manuali: questo permette alle bambine e ragazze di imparare a realizzare con le proprie mani ed in un clima di serenità e amicizia, alcuni lavoretti con il pensiero rivolto ai bambini più sfortunati della Missione. Questi lavoretti uniti a quelli realizzati a casa da altre mamme e nonne, vengono poi venduti alla bancarella di Natale e di Maggio (festa della mamma) e, negli anni, il ricavato veniva spedito alla missione di Padre Mario ed a quella di Padre Vittorio Vitali, anch’egli di Malpaga, missionario in Colombia dagli anni ‘60. Tutto ciò ci fa sentire utili e vicini alle Vostre Missioni. Anche se ciò che riusciamo ad ottenere è solo una piccola goccia di carità nell’oceano di bisogni che avete, desideriamo continuare a sostenere la Tua Missione anche in ricordo e memoria del nostro Caro Padre Mario. Non possiamo nasconderTi anche la nostra preoccupazione per tutto quanto sta accadendo in Venezuela e in tutto il Sud America ed affidiamo, con la preghiera, la Tua Missione al nostro patrono San Paolo ed alla Vergine Maria. Nel ringraziarTi per tutto quello che fai, ti mandiamo un abbraccio.

PADRE VITTORIO VITALI CI SCRIVE DALLA COLOMBIA Carissimi amici e mamme della comunitá di Malpaga. Ricevo sempre con tanta gioia le notizie delle vostre attivitá e mi piace sapere che siamo sempre vicini con la preghiera. Congratulazioni per tutte le attività che fate per aiutare tutte le persone piú bisognose. Che Dio vi benedica. Qui in Colombia nonostante la firma della pace tra il governo e il gruppo rivoluzionario della FARC esiste ancora tanta violenza e adesso si é aggiunto il problema del Venezuela da cui tanti scappano e si rifugiano qui in Colombia. Anche qui abbiamo iniziato la quaresima e nella parrocchia ove collaboro e nel centro giovanile cerchiamo di promuovere la solidarietá. Quest´anno mi occupo in modo speciale del Centro giovanile e con la collaborazione di una quindicina di giovani studenti universitari cerchiamo di aiutare i bambini e le famiglie piú povere per mezzo della promozione umana e professionale. Vi ringrazio molto della vostra collaborazione. Qui vediamo tanta povertá e tanti problemi famigliari. Che la quaresima ci aiuti a crescere sempre piú nel nostro amore al Signore e ai fratelli. Un forte abbraccio a tutti e un ricordo nella preghiera. Saluti a Don Tarcisio e a Don Filippo p. Vittorio El sáb., 9 mar. 2019 a las 15:59

CENTRO AIUTI PER L'ETIOPIA

(PER LE PROSSIME INIZIATIVE VEDERE IN BACHECA O FACEBOOK "ORATORIO MALPAGA")

La Comunità di Malpaga con il Parroco Don Tarcisio Capuzzi e Don Filippo Stefani

IN MEMORIA Care mamme e ragazze del lab-oratorio di Malpaga: Sono rimasto moto sorpreso, e molto piacevolmente, dalla vostra lettera. Per il cristiano, non ci sono frontiere !!! ... siamo cittadini del mondo. E, soprattutto, quando siamo in grado di far germogliare amore e solidarietà dal seme del dolore per la morte di p. Mario Bellini. Presto sarà il primo anniversario della sua Pasqua. Lui, dal cielo, sorriderà vedendo questo ponte che si è instaurato tra di noi. Vi faccio le mie congratulazioni per il meraviglioso compito che svolgete. Speriamo che molti vengano contagiati dal vostro esempio. Che il Signore continui a sostenervi in questo lavoro. Soprattutto perché da bambini, pensiamo al futuro. Il mondo ha bisogno di preparare nuovi uomini e nuove donne, che sappiano agire affinché la fraternità cresca fra tutti. Ho incontrato p. Mario quando ero un bambino. E lui è stato il mio insegnante, la mia guida, il mio amico ... Grazie a lui, sono andato in seminario. In ogni momento ho sentito il suo sostegno e la sua amicizia. E ho sempre sentito la sua presenza e la sua fraternità. Cerco di seguire quel cammino che stava disegnando: sempre vicino ai poveri, con gioia, e, lavorando sempre per una Chiesa rinnovata (come ci chiede insistentemente papa Francesco). Invio a ciascuno di voi un saluto grande e la mia benedizione speciale per il compito che svolgete. Un saluto anche ai sacerdoti che vi accompagnano. p. Ponciano Acosta

In ricordo di Padre Mario Bellini: 1/03/18 – 1/03/19 Nella ricorrenza del primo anno dalla sua morte, vogliamo pregare per il nostro caro Padre Mario Bellini. E’ stato pastore del gregge di Cristo e, a sua imitazione, si è speso, donato e sacrificato per la salvezza del popolo nella missione che gli era stata affidata. Per tutta la sua vita, specialmente dopo averla consacrata a Dio, si è dedicato a testimoniare e donare agli altri l’amore di Gesù. Anche noi che lo ricordiamo nella preghiera, siamo, con il suo esempio, esortati a fare altrettanto. In ricordo di Lucia Scalvi ved. Magli: 21 Gennaio 2019 Noi figli siamo consapevoli del grande dono che ci è stato dato. La nostra mamma ha raggiunto i suoi 94 anni e se ne è andata in punta di piedi, lasciando un grande insegnamento: l’importanza di una famiglia unita. In ricordo di Marisa Baratti ved. Chitò: 23 Gennaio 2019 Donna generosa e sempre disponibile al servizio. Donna ricca di una fede convinta che l’ha sostenuta e resa forte e coraggiosa nell’affrontare le difficoltà e le croci della vita. Mamma paziente custode della famiglia. (Padre Giambruno Chitò). Marisa, per le tue amiche non rimarrai stesa, con la bocca e gli occhi chiusi. I tuoi gesti e le tue parole, come le stelle del cielo, orienteranno il viaggio della Nostra vita. Noi non preghiamo solo per Te. Noi preghiamo TE. Marisa, insegnaci a guardare in alto, a vedere l’immensità dell’Amore e dell’Infinito Mistero che ci unisce. Insegnaci a vederti nelle stelle. (Le tue amiche)


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GIORNATE COMUNITARIE E’ passato più di un anno da quando ho visto abbassarsi le sbarre del passaggio a livello e sono stato catapultato a Mezzane. Guarda come è ironica la vita se la lasci fare; del mio direttore non c’è più traccia, di me invece è rimasta solamente la traccia e scomparso tutto il resto. In questo modo posso osservare e annotare quante persone di buona volontà sappiano mettere da parte le inutilità concesse dalla vita e trovare il tempo da dedicare ad una delle quattro parrocchie di questa futura unità pastorale. Ad esempio oggi vedo che tutti i ragazzi scendono dallo scuolabus alla stessa fermata. Sembrano più contenti del solito. Ma perché invece di andare ognuno alla propria casa per il pranzo si dirigono verso l’oratorio? Una volta lasciati a terra gli zainetti preparano i tavoli per il pranzo. Terminato il pranzo c’è chi studia, chi fa i compiti e chi gioca. Poi si comincia a fare un po' di lavoretti. Arriva la sera e vediamo un po' se si torna a casa, visto che domani c’è la scuola. Qui nessuno ci pensa minimamente. Anzi c’è chi organizza come preparare la cena e le aule del catechismo si trasformano in camere con sacchi a pelo. Se mi concentro un po’ di più sento parlare di don Bosco e dei suoi sogni. Nel pieno entusiasmo della loro età, questi ragazzi, con l’aiuto dei loro animatori, intendono non abbandonare l’oratorio fino a Domenica mattina. Il sole è ormai tramontato, le attività serali sono finite, si salutano (per telefono) i genitori e si va dormire. Le età son diverse e gli orari di scuola pure. C’è chi prende il pulman alle 6,30 e chi alle 7,30. Questa mattina anche chi di solito dorme un po' di più, comincia in anticipo la giornata sapendo che non se ne pentirà, perciò ci si sveglia tutti insieme al più mattiniero. Il sabato pomeriggio c’è chi adempie fedelmente ai suoi impegni sportivi e chi organizza i preparativi per accogliere i ragazzi invitati delle altre parrocchie per trascorrere il sabato sera in compagnia. Le idee non mancano, l’entusiasmo nemmeno. La volontà c’è e il risultato si vede nella convinzione dimostrata dai ragazzi durante la messa di Domenica mattina.Si sa che gli adolescenti se “obbligati” non sono propensi al dialogo e alla scrittura , ma di seguito ci sono alcuni loro pensieri riguardo questa esperienza. Giornate non vissute con malinconia o nostalgia di tempi passati, ma con la convinzione di avere ragazzi che odorano di oratorio e hanno il compito di farne sentire il profumo anche a chi, preda dell’abitudine, ha addormentato l’olfatto. Vi assicuro che vista da qua è stata molto emozionante. Vostro Ciuf


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PARROCCHIA S. MARIA ANNUNCIATA VIADANA CARNEVALE Coriandoli, stelle filanti, lattughe, frittelle, maschere, bambini e perché no? Adulti. Alla base di tutto non può mancare il divertimento! E così anche quest'anno in oratorio abbiamo festeggiato il carnevale tra principesse, animali, pagliacci, cowboy, indiani e calciatori...I nostri adolescenti si sono messi all'opera per animare il pomeriggio. 2 squadre sfidanti, 4 manches e viaa... che il divertimento abbia inizio! I nostri piccoli mascherati sono riusciti a convincere anche mamma e papà a giocare... così tra musica, balli e coriandoli siamo

tornati un po' tutti bambini! E poi la meritata merenda che le nostre mamme non ci fanno mai mancare. Certo, a giornata finita, le strade pulite fanno emergere un po' di nostalgia in ricordo della tradizionale sfilata dei carri per le vie del paese. Ma chissà, magari i prossimi anni ci riserveranno delle nuove e belle sorprese. L'importante è non perdere mai la voglia di divertirsi insieme e anche quest'anno, l'obiettivo è stato raggiunto. E voi che leggete, aiutateci a non perdere le tradizioni! L'oratorio ha bisogno di noi, di voi, di tutti... all'anno prossimo! Chiara

CALENDARIO SETTIMANA SANTA DATA Mercoledì 17 Aprile

Giovedì Santo

18 Aprile

Venerdì Santo 19 Aprile

Sabato Santo

ORARIO 16.00 - 17.00 20.30 - 21.30

EVENTO Confessioni per tutti

20.30

Santa Messa in Coena Domini con la Lavanda dei Piedi

15.00

Via Crucis animata dai Bambini del Catechismo

20.30

Passione del Signore

15.00 - 17.00

Confessioni per tutti

20 Aprile

21.00

Veglia pasquale nella Notte Santa

Domenica di Pasqua

11.00

RESURREZIONE DEL SIGNORE

Lunedì fra l'ottava di Pasqua 22 Aprile

11.00

LUNEDÌ DELL'ANGELO - Santa Messa

21 Aprile

Santa Messa Solenne

DOMENICA 19 MAGGIO TORNA L'APERITIVO ALL'ORATORIO DI VIADANA DALLE ORE 18.30 MUSICA, BUFFET, PIRLO NON MANCATE!

IN MEMORIA...

Domenica 19 Maggio 2019 ore 16.30 ORATORIO DI VIADANA DI CALVISANO


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TORNEO NOTTURNO DI CALCIO Quando arriva l’Estate e si ha voglia di uscire, c’è un appuntamento da non perdere, quello del Torneo Notturno di Calcio a Viadana. Il fischio d'inizio della 25ª edizione è fissato per martedì 28 maggio 2019 mentre la finale sarà giocata sabato 29 giugno. Generazioni di Viadanesi si sono passate il testimone dell'organizzazione di questa iniziativa, ormai diventata imperdibile e molto sentita da tutti gli sportivi e non. Numerose sono le squadre che si sono sfidate nel nostro centro sportivo che può ancora vantare una qualità ormai rara: il campo in erba, VERA!

L'ASSOCIAZIONE "INSIEME PER IL DOPO DI NOI" RINGRAZIA Continua l'attività dell'Associazione "Insieme per il Dopo di Noi", che nel mese di febbraio si è presentata a Calvisano, Carpenedolo, Remedello e Montichiari, per illustrare intenti ed obiettivi che si intendono raggiungere in tutti i paesi del Distretto. Molte le iniziative programmate sul territorio per il 2019, per raccogliere sostegni e finanziamenti. Dalla sottoscrizione a premi, che ha visto impegnati tanti Volontari a diffondere i biglietti, Ditte e persone che hanno contribuito a rendere ricco il monte premio e che ha permesso di raccogliere 3.150 euro, alla Pesca di Beneficenza allestita dalle volontarie, in occasione della Festa e Fiera della Beata Cristina, nei locali posti a disposizione da Adele Regonaschi, a quella del gruppo "Fai-Dona Lavoro", i cui lavori sono stati posti in vendita nella stessa ricorrenza. Un grazie a tutti compreso la grande disponibilità delle Parrocchie, coordinate da don Tarcisio Capuzzi, per l'aver posto a disposizione i locali per varie iniziative, così come per gli spazi del Mercatino dell'Usato accanto all'Oratorio di Calvisano, aperto grazie al volontariato il Venerdì, Sabato e Domenica dalle ore 14,30 alle 18,00. E' quanto emerso anche nella prima Assemblea dei Soci, svoltasi martedì 26 marzo a Calvisano, dove i presenti hanno approvato il primo bilancio dell'Associazione, nata nell'ottobre scorso ed approvato il Bilancio di previsione per l'anno in corso. La presidente Enrica Treccani, fra le altre cose, ha sottolineato il grazie della neo-nata Associazione, per quanti in questi mesi hanno contribuito a diffondere le

finalità dell'Associazione ed acquisire solidarietà concreta. Si ricorda che l'Associazione "Insieme per il Dopo di Noi" opera a titolo gratuito attraverso l'opera dei propri soci e dei volontari attivi. Si finanzia con quote sociali e donazioni, collabora con i Servizi Sociali dei Comuni e con le diverse realtà del territorio, per operare in rete a livello comunale e distrettuale. Oltre all'iscrizione si confida nelle attività di volontariato, nella sponsorizzazione di eventi o manifestazioni, donazioni di beni e servizi o sostegno a progetti specifici. INFORMAZIONI cell. 334.8833485 email: insiemeperildopodinoi@gmail.com pagina facebook: insiemeperildopodinoi; donazioni bonifico: BCC di Calvisano iban: IT21B 08575 54190 000000207675.


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RICORDIAMO INSIEME...

Rubrica dedicata a coloro che ci hanno lasciato in questi mesi per rinnovare il ricordo e la preghiera per questi nostri concittadini.

43) MARCO ROLLO di anni 53

44) ALOISIO RACHELE VED. BONETTI di anni 90

45) NICOLETTA FACCHINI di anni 51

46) FREATO SILVANA VED. ZANETTI di anni 79

47) COLOSIO ESTER VED. SOTTINI di anni 93

48) TERESA ROSA VED. GEROLDI di anni 81

49) PELIZZARI SUOR MARIA SANTINA di anni 87

50) IMPERADORE BRUNO di anni 63

IN MEMORIA...

51) CAPRA LIDIA di anni 71

52) TAFELLI PAOLO di anni 88 LILIANA RIVIERA GIANDOMENICO FALCHETTI 21/03/1935 - 01/03/2013 10/07/1964 - 13/02/2016 "Coloro che amiamo e che abbiamo perduto non sono più dove erano, ma sono ovunque noi siamo" (S.Agostino)

CERCASI MATERIALE FOTOGRAFICO PER ALLESTIRE LA MOSTRA IN OCCASIONE DEL 50° ANNIVERSARIO DI INAUGURAZIONE DEL NOSTRO ORATORIO. PER INFORMAZIONI/ CONSEGNA MATERIALE, RIVOLGERSI AL BAR DELL'ORATORIO. GRAZIE

PADRE MARIO BELLINI 01/03/2018 - 01/03/2019

SIMONI ENRICO 24/03/2009 - 24/03/2019

D'ADDA FRANCESCO 22/05/2016 - 22/05/2019

Dalla missione in Argentina alla Casa del Padre: i tuoi cari ti ricordano sempre

Nel 10° anniversario della morte, la tua presenza è ancora viva in mezzo a noi, ma ci manchi tanto

Sei sempre qui presente in mezzo a noi. I tuoi cari