I quaderni - parte 6

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78 I quaderni di Energheia

SFRUTTARE I CANALI IRRIGUI PER PRODURRE ENERGIA Da un approccio su grande scala ai benefici del mini idroelettrico di Giovanni Fornasa, ZECO Srl

Le centrali idroelettriche utilizzano il potenziale gravitazionale di cui gode una massa d’acqua per generare energia elettrica. Infatti l’acqua, opportunamente convogliata, porta in rotazione una turbina idraulica che, accoppiata con un generatore elettrico, produce elettricità. L’idroelettrico tuttavia racchiude in sé alcune distinzioni che è opportuno fare per comprendere le profonde diversità tra le tipologie di centrali esistenti. La prima fondamentale distinzione riguarda le dimensioni dell’impianto e, in particolare, la potenza installata, che, dipendendo dalle condizioni idrauliche disponibili, può variare da qualche kilowatt fino a migliaia di megawatt. Le grandi centrali, purtroppo, non sono solamente accomunate da un’ingente produzione d’energia, ma anche da una serie di problematiche inevitabilmente connesse alle loro dimensioni: distruzione di interi ecosistemi per la creazione dell’invaso, pericolosità insita nell’accumulo di ingenti quantità d’acqua, arrivando addirittura a cambiamenti climatici, sono solo alcuni degli effetti causati sul territorio. Un’alternativa vantaggiosa: il mini idroelettrico A questo approccio su grande scala, si contrappone il mini idroelettrico, caratterizzato da una potenza installata ridotta, fino 10 MW secondo l’European Small Hydropower Association, che comporta l’utilizzo di strutture di dimensioni molto minori rispetto ad un impianto idroelettrico classico. Da ciò deriva una maggiore sicurezza, grazie al minor volume d’acqua nel bacino, e un minor impatto ambientale e paesaggistico. A questo si aggiunge una valutazione di tipo economico: questi piccoli impianti richiedono investimenti iniziali limitati, minori costi di manutenzione e tempi di realizzazione più contenuti. Altro fattore di distinzione negli impianti idroelettrici è la modalità di sfruttamento dell’acqua: negli impianti a bacino il flusso viene sbarrato per creare un invaso che contenga l’acqua successivamente turbinata; viceversa, negli impianti ad acqua fluente non si creano opere di sbarramento ma si sfrutta la portata disponibile

sul corso d’acqua. Ancora una volta le differenze tra le due tipologie stanno nell’impatto ambientale e nei differenti costi: un impianto ad acqua fluente richiederà minori opere civili, riducendo costi ed effetti sull’ambiente.

USING IRRIGATION CHANNELS FOR CLEAN ENERGY

Lo sfruttamento dei canali irrigui Considerando questi aspetti, risulta facilmente intuibile come la scelta progettuale di un mini impianto ad acqua fluente risulti essere, ove possibile, l'alternativa migliore per lo sfruttamento di un corso d'acqua. In particolare, i presupposti per una scelta di questo tipo si trovano nello sfruttamento dei canali irrigui, che vengono ad essere così una risorsa energetica distribuita sul territorio agricolo italiano. L'esperienza di ZECO nel settore idroelettrico diventa la chiave d'accesso a questo patrimonio energetico: l'azienda, infatti, possiede un punto di forza nella realizzazione di turbine “a bulbo” Kaplan, le più idonee allo sfruttamento di siti con piccoli salti e grandi portate, caratteristiche tipiche dei canali irrigui. Queste turbine possiedono il grande vantaggio di integrare il generatore elettrico, permettendo così la riduzione dei costi delle opere civili e nel contempo di avere un impatto ambientale ancora più ridotto. Attualmente la tariffa incentivata corrisposta per i piccoli impianti è di 0,22 euro/kWh: ciò fa sì che si abbia un ritorno dell'investimento iniziale nel giro di qualche anno. Lo sfruttamento dei canali irrigui è quindi un'opportunità meritevole di attenta valutazione. Se affrontata assieme ad un interlocutore capace ed esperto, può divenire oltre che un contributo per migliorare l'ambiente nel quale tutti viviamo, una notevole fonte di reddito.

Hydroelectric power stations use the gravitational potential of a water mass to generate electric power. In fact the water is appropriately channelled to rotate a hydraulic turbine that, coupled to an electric generator, produces electricity. Hydropower nevertheless has many facets that have to be recognised in order to understand the profound differences between the types of existing power stations. The first important distinction can be seen in the size of the plant and especially the installed power which, depending on the hydraulic conditions available, can vary from several kilowatts up to a thousand megawatt. Unfortunately large-scale power stations not only have the enormous production of electricity in common, but also a series of inevitable problems associated with their size: the destruction of whole ecosystems to create the reservoir, the intrinsic hazards related to the build up of such large quantities of water, which can even result in climate changes, are just some of the effects incurred by the area.

From a large-scale approach to the benefits of mini hydropowers by Giovanni Fornasa, ZECO Srl

An advantageous alternative: the mini hydropower This large-scale approach can be contrasted by the mini hydropower, characterised by a reduced installed power of up to 10 MW, according to the European Small Hydropower Association, which involves the use of much smaller sized plants than the classic hydroelectric power station. This results in greater safety, thanks to the lower water volume in the reservoir, and naturally a lower impact on the environment and the countryside. The financial aspects can be added to this evaluation: these small plants require limited initial investment, lower maintenance costs and shorter construction times. Another distinctive factor of hydroelectric stations is the way they


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