rato vantaggiosa la produzione di singoli elementi, ma hanno preferito specializzarsi in sistemi autosufficienti. Contemporaneamente la cattiva qualità delle abitazioni industrializzate degli
anni ’60 ha provocato nella gente il rifiuto verso l’industrializzazione in genere, ritenuta la causa
delle insoddisfacenti condizioni ambientali. Infine le istituzioni pubbliche, che avrebbero potu-
to e dovuto costituire il cliente più importante dei componenti hanno avuto un indubbio ruolo frenante e spesso hanno considerato la partecipazione degli utenti come un fastidioso incidente
in grado di mettere in discussione il loro potere e nel migliore dei casi la loro tranquillità. Così anche dove forme di partecipazione sono state attuate, non sono esenti da pesanti limitazioni.
Ad Adelaide Road, per esempio, agli inquilini è vietato apportare modifiche agli alloggi, essendo tali modifiche previste solo nell’ipotesi di cambio degli abitanti. Il risultato è che la flessibilità risulta vantaggiosa solo per il costruttore e non per l’utente e questo non è certo un elemento che favorisce la diffusione del consenso del pubblico verso i sistemi «aperti»”31.
Ecco che l’architetto ha messo in risalto un aspetto che, al di là dei singoli progetti, ha com-
31. Gran Bretagna: dagli esperimenti degli anni ’60 al ritorno ai metodi tradizionali, Ibidem, pp. 20-22.
promesso l’avanzamento del programma PSSHAK in Inghilterra e promosso il metodo SAR in
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Olanda: la necessità di una sinergia fra autorità competenti in materia di legislazione e regola