VIAE Estate 2016

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Nel chiostro di Bressanone il maestro Leonhard ha dipinto uno strano animale elefantesco. Poiché non aveva mai visto un elefante, ha dovuto ricorrere a fonti e racconti molto vaghi.

Nel XVI secolo, un’epoca nella quale nacquero i primi musei e in tutta Europa si ammiravano giganti, nani e strani animali con stupore, curiosità ed anche orrore, il dono di un elefante tra i regnanti d’allora non era poi così strano, inconsueto e buffo. Fu così che Massimiliano, figlio maggiore dell’Imperatore Ferdinando, in seguito Imperatore Massimiliano II del Sacro Romano Impero della Nazione Germanica e Arciduca d’Austria, ricevesse in regalo dal re portoghese un elefante. Durante il suo viaggio dalla lontana India attraverso il Portogallo e Genova fino a Bressanone il reale elefante Soliman ha lasciato molte tracce. A Bressanone si trattenne addirittura per due settimane, attirando innumerevoli curiosi. Soliman ha “soggiornato” nella stalla dell’allora albergo “Zum Hohen Feld”. Dopo la partenza del grande ospite Andre Posch, l’allora oste dell’albergo, fece dipingere l’animale sulla parete ovest della casa. Dal 1578 l’albergo di proprietà di Peter

IL SOGNO DI SOLIMAN Da fine novembre a inizio gennaio le stupende facciate nel cortile interno del Palazzo Vescovile di Bressanone riprendono nuova vita grazie ad uno show di video-proiezioni con la modernissima tecnica “mapping”. Lo straordinario spettacolo multimediale di luci e musiche degli artisti „Spectaculaires - Allumeurs d‘images“ porta gli spettatori nel mondo fantastico dell’elefante Soliman. www.brixen.org/soliman 46 | viae 2016

Oberpurgsainer fu conosciuto con il nome “Hauss am Hellephandt” (casa dell’elefante), oggi il noto “Hotel Elefante” nella parte nord di Bressanone, sempre ancora con lo stesso affresco sul muro esterno.

Elefanti a Bressanone Tuttavia per un personaggio l’elefante è arrivato a Bressanone con un ritardo di 89 anni. Se Soliman fosse arrivato nel 1470 nella città vescovile, nella terza arcata del chiostro non sarebbe raffigurato un bovino grigio dalle zampe lunghe, il collo gracile, con orecchie a sventola e le labbra carnose. Gli affreschi delle 15 arcate del chiostro risalgono in prevalenza al Medioevo e avevano il compito di spiegare la Bibbia al popolo analfabeta, così le scene delle Sacre Scritture vennero rappresentate nelle diverse rappresentazioni. Maestro Leonhard di Bressanone nel 1470 ricevette l’incarico di dipingere la battaglia del sacerdote ebraico Eleazar contro i siri, che si scagliarono contro Israele con un esercito di elefanti da combattimento. Ma Leonhard non aveva mai visto fino ad allora un elefante e le descrizioni del pachiderma erano rarissime. Anche nella chiesetta di S. Nicolò nella frazione di Cleran sopra Bressanone una simile figura fantasiosa di un elefante della stessa scena biblica è dipinta su una parete. In questo caso però il Maestro Leonhard ha sostituito le orecchie a sventola con aguzzi orecchi di cavallo e avvolto l’elefante in un corazza metallica. Basta un passeggiata attraverso il vecchio cimitero in funzione fino al 1793 e che divide il Duomo di Bressanone, la chiesa più importante dell’Alto Adige e chiesa dei principi vescovi, dalla Chiesa parrocchiale San Michele, più vicina al popolo, con la sua Torre Bianca, per trova-


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