P9 luglio agosto 2013webl

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Dal Rugby a Chef qual’è il passo?

Sei stato definito il re del quinto quarto, ti ci rivedi?

“Il passo è rappresentato dal mio vissuto, il mio percorso”.

“No, assolutamente no. Sono definizioni che semplificano la vita. La tua conoscenza va oltre l’etichetta che ti danno”.

Quindi tu, con in mano una palla ovale, un giorno ti sei detto “Da domani chef” “No. Il pallone ovale era semplicemente legato a qualcosa che mi riusciva facile e mi dava da vivere. Per me lo sport è sport, finita una partita parlavo di altro”. Se ti potessi descrivere con un piatto “Sashimi”. Perchè? “Mi piacciono le cose trattate il meno possibile”. Però fai un programma che sembra essere l’opposto “Sono piatti semplicissimi. A Palermo, ad esempio, il piatto sfida è stato il panino con la milza. Sono preparazioni per cui serve una sapienza culinaria ma, una volta appresa, è semplicissimo riproporle. L’importante è la materia prima che deve essere di qualità e trattata il meno possibile”. Se potessi spiegare la cucina a una profana come la sottoscritta, come lo faresti?

La cultura che ti incuriosisce di più? “Il mondo dal Middle East all’Oriente”. Quanto il tuo viaggiare ha influito su quello che sei e come cucini? “Al cento per cento su quello che sono e come cucino”. Posti e piatti che ti sono rimasti in mente? Nuova Zelanda - thailandese perchè è multietnica. Ha avuto marcate influenze polinesiane e indonesiane. Mi ricordo che si mangiava molto bene nei ristoranti thai, quindi riso fritto con verdure. Australia qualcosa di grigliato semplice Fiji pesce o carne con il latte di cocco Giappone inutile dirlo - sushi Korea zuppe Cina spaghetti fatti in casa, in brodo Sud Africa, Argentina, Canada carne New York hamburger Finlandia, Svezia, Norvegia pesce azzurro in agrodolce o affumicato

“Facendoti mangiare. Non c’è nulla da spiegare, è solo dimostrazione pratica, dove se ti vengono delle domande, posso risponderti direttamente. Alla fine il succo è entrare nella materia senza troppe spiegazioni, in realtà”.

Un piatto per l’Italia quale sarebbe?

L’idea che ho io di chef è di un individuo con la puzza sotto il naso, tu ti presenti iconograficamente in maniera opposta

Chi è Gabriele nella realtà?

“Io sono me stesso. Sono un perfezionista per le cose che mi riguardano, la deformazione professionale arriva, invece, solo se richiesta”.

Quindi scontatamente ti chiedo cosa attira la tua curiosità?

Il piatto che non sei mai riuscito a creare? “Quello che non ho ancora fatto (ridendo ndr). Non si è mai appagati quando si ricerca la perfezione, per cui non sono mai soddisfatto. Tutto quello che uno fa, però, se lo fa con devozione e passione non può sbagliare nel risultato”.

“Pasta e fagioli perchè dà un rapporto nutrizionale completo, è un piatto povero e fa parte della nostra storia”.

“Un bambino curioso”.

“I difetti, perchè sono dei dettagli che arricchiscono e danno più valore a una persona”. Elena Rebecca Odelli

Box Piatti e film Un antipasto: This must be the place, con qualcosa di estremamente delicato ed elegante un primo: Dream of Sushi un documentario - sushi un secondo di carne: Il Petroliere


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