Grs188s ballo di mezzanotte

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Avevano fatto un ballo insieme e lei era stata così consapevole di lui, così smaniosa di essere posseduta da lui che alla fine l'aveva preso per mano e l'aveva portato lì, nella sua casetta clandestina in una viuzza secondaria della città vecchia di Edimburgo. Aveva voluto che quell'esperienza restasse segreta e invece, disgraziatamente, aveva scelto un uomo che non era affatto uno sconosciuto. Jack Rutherford. Il suo nome avrebbe dovuto fornirle un indizio, ma lei non gli aveva dato importanza. Dozzine di uomini si chiamavano Jack. Non aveva neppure riconosciuto la sua voce; del resto si erano frequentati così poco negli ultimi tempi che non c'era da stupirsi. Mairi era scossa, smarrita. Jack Rutherford non le piaceva neppure. Era un uomo arrogante, sicuro di sé in modo addirittura deplorevole, fin troppo consapevole del proprio fascino e dell'effetto che produceva sulle donne. Tutte le donne. Erano stati costretti a frequentarsi da quando sua sorella aveva sposato il cugino di Jack, tre anni prima. Lui aveva suggerito che avrebbero dovuto conoscersi meglio, anzi, intimamente. Mairi aveva respinto i suoi approcci con gelido disdegno. Da quel momento si erano a malapena rivolti la parola, attenendosi a un'intensa, reciproca antipatia. Serrò più forte la colonnina fin quando le dita cominciarono a farle male. Il sangue le rombava nelle orecchie. Non riusciva a capire per quale motivo si fosse sentita attratta da Jack la sera prima. A sua insaputa aveva scelto l'unico uomo al quale non si sarebbe mai dovuta avvicinare. Erano legati da una parentela acquisita e da comuni conoscenze. Non aveva idea di come avrebbe potuto nascondergli la propria identità, adesso. Uno spiffero gelido entrò nella stanza, facendola rabbrividire di nuovo. Aveva già abbastanza rimpianti per 15


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