01 2013 Una fede nuda

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l mio angelo custode Da qualche tempo c’è un angelo custode che mi accompagna. Non fa parte di quella schiera di angeli di cui ho sentito parlare o di cui ho letto; quegli esseri eterei, alati, nè maschi nè femmine,che fluttuano leggeri accanto agli umani. No,questo è un angelo che è stato carne, ha vissuto e pienamente. È mia figlia Bianca che ci ha lasciato a 24 anni, diversi anni fà. Lei è spesso nei miei pensieri, ma non più solo come un tenero ricordo. Ora le ho dato un compito, se cosi’ si può dire, una nuova veste e cosi’ le ho dato vita. È diventata il mio angelo custode. Quando attraverso quei momenti di crisi in cui l’ego sembra avere il soppravvento e mi spinge nel “labirinto” e una fitta nebbia mi avvolge,lei c’è. “Bianca,sto sbagliando,vero?” Il sentirla vicina, parlarle, la nebbia piano piano svanisce, il giorno ritorna di nuovo sereno. Chi mi guarda non nota alcun cambiamento nel mio volto, ma io dentro ho ripreso a sorridere.

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Ercole

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entro la pieve In una sera di qualche mese fa ho sentito il desiderio di entrare nella Pieve a Romena e fare una cosa che non mi sognerei di fare in altro luogo. In questa libertà accogliente ho sentito il bisogno di sdraiarmi nella Pieve, per farne parte con la realtà sia del corpo che dell’anima in cerca di una comunione ormai assopita dalla ritualità priva di sacralità della nostra fede. Ne è successivamente scaturita una “impressione” che ho fissato sulla carta, così istintiva e viscerale, come non facevo da anni, liberando quelle emozioni

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che per tanti anni ho custodito pudicamente nel cuore e che ora rivendicano una nuova dignità... La Pieve silenziosa sembra chiamarmi, la candela trema alla carezza della musica, tutto intorno è sospeso, in attesa...delle mie promesse... Entro in punta di piedi, avvolta nella quiete mi sdraio lentamente sui tappeti di cocco, chiudo gli occhi... Non mi curo di chi potrebbe vedermi, mi sento libera. Così, supina, con le braccia aperte, mi ascolto: il respiro lento, il palpito lieve del cuore, l’aria fresca sul viso, la pace mi avvolge tenera come uno sguardo, calda come una coperta, resto immobile, fino ad incontrare l’infinito. In questo luogo, dove ogni pietra sorregge l’altra in un abbraccio, dove l’essenziale ha dimora, dove la bellezza è nuda e non lascia spazio al superfluo, dove ogni cuore si fa semplice, in questo luogo crocevia di storie d’amore cercato, perduto, ritrovato, afflitto, conteso, rubato, perdonato, conservato, mai banale sempre unico, in questo luogo sento di non dovermi più nascondere, con il cuore nudo di fronte all’infinito non provo vergogna e finalmente con il grido del primo respiro … torno a vivere! Roberta Di Bartolo

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ivo la vita come una lenta ma continua preparazione a vincere le paure. Quando arriva il momento di affrontarle, non c’è più il tempo per aver paura e l’unica cosa che resta da fare è avere fiducia e rilassarsi. Quando siamo in difficoltà, quando siamo impauriti e viviamo una situazione pericolosa, possiamo avvertire a cosa attingiamo dentro di noi per superare uno stato d’animo difficile.


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