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Bimestrale Agosto/Settembre 2016 Numero 1 - € 4,90 Italia

ossier POSTE ITALIANE S.P.A. SPED. IN ABB. POST. - D.L. 353/2003 (CONV. IN L.27/02/2004 N°46) ART. 1, COMMA 1, LO/MI

SCELGO DI STARE BENE

Ne soffrono 5 milioni di italiani

Come vincere

I DOLORI ARTICOLARI

A TUTTE LE ETÀ E SENZA FARMACI

Le nuovissime cure che tolgono subito le infiammazioni e la rigidità senza effetti collaterali Artriti e reumatismi: i rimedi più efficaci per non soffrire più

Cover n.2 Dolori articolari.indd 1

La dieta anti-artrosi e gli alimenti salva-cartilagini

Gli integratori che mantengono giovani le articolazioni

14/07/16 15:32


SOMMARIO Le origini nella storia 18 L’artrosi piegava anche i nostri antenati?

usura articolare e stile di vita 36 Esiste una “ricetta” anti artrosi?

le nuove ipotesi scientifiche 22 Che legame c’è fra artrite e malattie autoimmuni?

38 È vero che il fumo

aumenta il rischio di artrite?

gli integratori “antiage” 40 Esistono sostanze che “ringiovaniscono” le cartilagini?

un meccanismo da conoscere 6 Come funzionano

le articolazioni?

le patologie articolari 8 Artrosi e artrite sono la stessa malattia?

come riconoscere le diverse malattie 12 Si può capire dai sintomi di che cosa soffri?

gli esami diagnostici 14 La diagnosi tempestiva

dolori articolari, sesso e ormoni 24 Le donne in menopausa sono più a rischio?

come ci condiziona la nostra psiche 26 L’infiammazione può avere un’origine psicosomatica?

IL COINVOLGIMENTO DEL SISTEMA NERVOSO 28 Dolore cronico: quanta

Carenze e integrazioni 44 Poca vitamina D

aumenta il rischio?

45 Omega 3: sono davvero una cura efficace?

gli ultimi ritrovati di medicina dolce 46 Ci sono dei potenti

antidolorifici naturali?

parte ha la mente?

quando la causa è altrove 30 Problemi ai denti: quanto incidono?

fa la differenza?

i dati di incidenza 16 Malattie reumatiche:

ne soffrono oltre 5 milioni di italiani

farmaci e controidicazioni 32 La chimica che cura: comporta più rischi o benefici?

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cibi sì cibi no 48 L’infiammazione si cura anche a tavola?


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il programma salva-articolazioni 52 Qual è la migliore

i dubbi ricorrenti 68 Il riposo migliora

i sintomi o no?

alimentazione?

le discipline orientali

le manipolazioni che fanno bene 56 Anche i massaggi sono

70 Le ginnastiche dolci

aiutano a curare l’artrosi?

alleati antidolore?

bagni e fanghi terapeutici 58 Contro i disturbi è meglio usare il caldo o il freddo?

l’effetto dei fattori climatici 60 È vero che l’umidità

l’allenamento quotidiano 72 Ci sono esercizi per

Le terapie che curano 61 L’osteopatia può

come si cura il torcicollo 74 Cervicalgia: dipende

prevenire i danni?

peggiora i dolori?

essere di aiuto?

le abitudini dannose 62 Tacchi alti:

fanno male alle ginocchia?

le posizioni più salutari 64 Seduti alla scrivania: quali

abitudini vanno modificate?

l’attività fisica ideale 66 Lo sport: la migliore medicina per le articolazioni?

da una postura scorretta?

fisioterapia e trattamenti fisici 76 Esistono macchine che

danno sollievo alle giunture?

gli interventi più avanzati 78 Le infiltrazioni articolari:

quando, come, perché?

le nuove frontiere della medicina 80 Chirurgia ricostruttiva:

quando è necessaria?

Dossier

Direttore responsabile: Vittorio Caprioglio Direttore generale: Liliana Tieger Redazione: Stefania Conrieri Progetto grafico: Roberta Marcante Immagini: Fotolia, 123rf, Shutterstock Hanno collaborato per i testi: Giada Bossi, Stefania Conrieri, Monica Giambersio, Giuseppe Maffeis, Marco Missiroli, Cristina Molina, Michael Morelli, Claudia Raimondi, Silvia Ratti, Pamela Scarlata, Marcella Valverde, Natalino Villella, Federica Vuono. Con la consulenza scientifica di: Dott. Raffaele Morelli, medico, psichiatra, psicoterapeuta Dott. Vittorio Caprioglio, medico, psicoterapeuta Dott.ssa Daniela Marafante medico, psicoterapeuta Prof. Emilio Minelli, esperto di Medicina Integrata Centrata sulla Persona Dott.ssa Pamela Scarlata, medico chirurgo, esperta in medicina funzionale dell’intestino e nutrizione Dott.ssa Silvia Ratti osteopata (D.O. B.Sc. Ost.) Dott.ssa Cristina Molina medico omeopata Dottor Giovanni Oliva dottore in fisioterapia Pubblicità: Elisabetta Alborghetti, Doris Tieger, Luisa Maruelli Segreteria: Luana Lombardi, Chiara Rizzelli Responsabile Amministrativo: Danila Pezzali Segreteria di Direzione: Daniela Tosarello Responsabile ufficio tecnico: Sara Dognini ISSN 2531-3371 EDIZIONI RIZA s.p.A Via Luigi Anelli, 1 - 20122 Milano www.riza.it - info@riza.it Stampato da Nuovo Istituto Italiano d’arti Grafiche S.p.a. Via Zanica, 92 - 24126 Bergamo Distribuzione per l’Italia: SO.DI.P. “Angelo Patuzzi” S.p.A., Via Bettola n° 18, 20092 Cinisello Balsamo (MI) Tutti i diritti riservati. Questa pubblicazione è protetta da copyright ©. Nessuna parte di essa può essere riprodotta, contenuta in un sistema di recupero o trasmessa in ogni forma e con ogni mezzo elettronico, meccanico, di fotocopia, incisione o altrimenti senza il permesso scritto dell’editore. Le informazioni contenute nella presente pubblicazione sono a scopo informativo e divulgativo: pertanto non intendono sostituire, in alcun caso, il consiglio del medico di fiducia.

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Il coinvolgimento del sistema nervoso

Dolore cronico: quanta parte ha la mente? Gioca un ruolo chiave. Anche quando si è attenuato il problema nei tessuti periferici, nel cervello resta una “memoria” della sofferenza che può ostacolare il recupero Con la consulenza di Giovanni oliva

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di problemi articolari, soprattutto per evitare il continuo ricorso a farmaci e per migliorare sensibilmente la qualità della vita di chi, altrimenti, sarebbe costretto a convivere con un male di lunga data. Il cervello insomma gioca un ruolo chiave. Non si tratta di psicologia. Si rimane in un ambito esclusivamente fisico. Si ha a che fare con quella che viene definita come “sensibilizzazione centrale”, ovvero una sensibilità al dolore che è data innanzitutto dal cervello. In questi casi il dolore non

dottore in fisioterapia e libero professionista a milano

l dolore articolare cronico, quello che arriva a condizionare i movimenti e a limitare la quotidianità, come suggeriscono gli ultimi studi, vede un forte coinvolgimento del sistema nervoso centrale nella stessa misura dell’articolazione. Questi studi si stanno rivelando estremamente utili anche nel trattamento e nel recupero

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Il consiglio in più

Il nostro cervello si crea delle “mappe” per ogni cosa che facciamo e anche per ogni nostro minimo movimento

Non sottovalutare la stanchezza

Di fronte al dolore una delle prime cose da fare è non sottovalutare mai la stanchezza, sia essa fisica o mentale. Il riposo è fondamentale. Se dopo uno sforzo non viene dato il tempo al corpo di recuperare, molto probabilmente comparirà il dolore a chiederci di riposare. Anche se non si dorme a sufficienza si è più esposti al dolore: in un corpo stanco ci sono più tossine ed esso è, per questo, maggiormente sensibile. Quindi è fondamentale non trascurare i segnali di affaticamento.

viene completamente dalla periferia, cioè dall’articolazione. Se questa è stata dolente per lungo tempo, costringendo a modificare ad esempio il modo di camminare o di muoversi, il cervello memorizza il modo in cui vengono compiuti questi gesti quotidiani. Ricorda cioè quei movimenti che sono stati dolorosi e li evita. È quella che può essere definita come “memoria del dolore”. Se una parte del corpo fa male per più di tre o quattro mesi, sicuramente si innesca questo tipo di meccanismo, che può portar a sentire dolore anche se il problema all’origine è stato se non completamente risolto, almeno decisamente attenuato. Il caso tipico è un male che non passa, una difficoltà a riprendere la mobilità più naturale, anche se esami specifici non ravvisano nulla di anomalo.

Creare nuove abitudini

No ai movimenti ripetitivi

Il cervello crea delle “mappe” per ogni cosa che facciamo, dei percorsi semplificati che rendono rapido il suo lavoro. E ci sono mappe mentali per ogni mo­vi­mento. Quando si avverte il dolore si creano mappe alternative che consentono di evitarlo. E con il tempo questo schema si rinforza. È stato però dimostrato che, nella maggior parte dei casi è possibile cancellare questa memoria. Come? È necessario sostituire la mappa creata dal dolore con una nuova. Per prima cosa un fisioterapista dovrà verificare che effettivamente il dolore non abbia origine dai tessuti periferici. È una cosa che si può fare osservando se, compiendo movimenti diversi ma che coinvolgono le stesse strutture articolari o muscolari, viene avvertito il dolore. In caso contrario abbiamo una prova del fatto che a livello periferico i tessuti non sono compromessi. A questo punto parte il lavoro di riprogrammazione. Si dovranno creare nuove abitudini che sostituiscano quelle precedenti. Con l’aiuto di un fisioterapista si imposta un nuovo programma in cui sono previsti movimenti nuovi che, grazie all’esercizio, prenderanno il posto di quelli che si sono instaurati per paura del dolore. n

Un modo per contrastare il dolore ed evitare che si cronicizzi è evitare i movimenti ripetuti. Compiere sempre gli stessi gesti, assumere sempre le medesime posture significa insistere sugli stessi punti, che risulteranno quindi più usurati degli altri, più esposti al rischio di artrosi e dolore. L’organismo umano si è evoluto per far fronte a diverse situazioni, per il movimento più che per la sedentarietà. Cambiare abitudini significa attivare sempre nuove mappe funzionali. Anche in ufficio è possibile intervenire, con piccoli accorgimenti. Ad esempio utilizzando, ogni tanto, un cuscino per la mobilizzazione muscolare. Si tratta di un attrezzo usato anche in fisioterapia, che si mette sulla sedia ed essendo gonfio d’aria e quindi un po’ instabile, spinge muscoli e articolazioni del bacino a ricercare un equilibrio. In pratica trasforma lo stare seduti in un’attività dinamica.

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cibi sì cibi no

L’infiammazione si cura anche a tavola? Secondo gli esperti il modello alimentare mediterraneo, basato soprattutto sul consumo di frutta, verdura, olio extravergine d’oliva, legumi, pesce, frutta secca è il migliore per ridurre alcuni marcatori dell’infiammazione

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Selenio e vitamina B5: preziosissimi

n’alimentazione varia, leggera ed equilibrata ci permette non solo di mantenere il giusto peso (ricordiamo che il tessuto adiposo rilascia molecole infiammatorie, come la leptina e le citochine) ma anche di introdurre nell’organismo una serie di sostanze utili per prevenire e ridurre lo stato infiammatorio cronico alla base di alcune malattie autoimmuni come l’artrite reumatoide e in misura minore anche dell’artrosi. Secondo diversi studi per ridurre alcuni marcatori infiammatori e in particolare la proteina C reattiva, la dieta ideale è quella mediterranea, basata sul consumo di frutta, verdura, olio extravergine, legumi, pesce, frutta secca. Lo confermano anche i risultati dello studio «Tomorrow», condotto dai ricercatori dell’università di Osaka in Giappone.

Un nutriente fondamentale nella dieta antinfiammatoria è poi il selenio, un minerale antiossidante che può alleviare i sintomi dell’artrite controllando i livelli di radicali liberi, specie se associato alla vitamina E (contenuta nell’olio extravergine spremuto a freddo e nella frutta secca) e alla C (in agrumi, ribes, kiwi, fragole, peperoni). Oltre che nei funghi, il selenio si trova in noci del Brasile, cipolla, broccoli, cavolo, tonno, aringhe, salmone, acciughe, sogliole, merluzzo e lievito di birra. Quindi un’insalata con noci del Brasile, funghi freschi e peperoni condita con abbondante succo di limone fresco e olio extravergine è il piatto ideale. Anche la vitamina B5 (acido pantotenico) è utile contro i dolori articolari e l’artrite. Si trova in pappa reale, legumi, grano saraceno, noccioline, germe di grano, lievito di birra e cereali integrali. n

Sale bianco, zuccheri e carni grasse riaccendono il “fuoco” Troppi Omega 6 nel piatto - Di per sé gli Omega 6 sono utili per la salute. Il problema è che ne consumiamo troppi, rompendo quell’equilibrio fondamentale con gli Omega 3 che dovrebbe essere di 5 a 1 e che invece spesso è di 15 a 1! Un loro eccesso contribuirebbe a innalzare la produzione di prostaglandine infiammatorie, inibendo l’assimilazione dei preziosi Omega 3. La colpa è dell’assunzione esagerata di oli di semi (soprattutto di soia, girasole, mais ecc.) presenti praticamente in tutti i prodotti industriali. Ma anche di carne, uova e formaggi grassi. eccesso di Zuccheri e dieta ad alto ig - Dolci e carboidrati raffinati, ad alto indice glicemico, rilasciano rapidamente glucosio nel sangue, scatenando una veloce risposta infiammatoria. Anche una dieta iperproteica ricca di grassi saturi sottopone fegato e reni a un superlavoro, con il rischio di accumulare scorie acide che infiammano. L’abuso di sale bianco disidrata e sclerotizza le cartilagini.

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il parere del nutrizionista dieta mediterranea: l’asso nella manica Come spiega Leda Roncoroni, biologa nutrizionista e ricercatrice presso il Centro per la Prevenzione e Diagnosi della Malattia Celiaca del Policlinico di Milano: «Tra i cibi che causano infiammazioni troviamo, ad esempio, la carne rossa, i condimenti con grassi saturi (margarine), gli zuccheri semplici (dolci), i cereali raffinati e il sale bianco. Mentre tra gli alimenti antinfiammatori ci sono i vegetali di stagione, i legumi, i cereali integrali, l’olio extravergine di oliva, le erbe aromatiche e il pesce azzurro (acciughe, sarde, sgombri)». Il pesce, tra

l’altro, è anche una buona fonte di vitamina D, utilissima per i pazienti con artrite reumatoide o artrosi. Un ruolo centrale è rivestito poi dall’olio extravergine d’oliva, importante perché, come sottolinea la dottoressa Roncoroni, «è in grado di diminuire l’effetto competizione a livello del nostro corpo tra acidi grassi Omega 6 e Omega 3, favorendo l’incorporazione degli Omega 3 nelle membrane cellulari. Gli Omega 3, conclude Roncoroni: «Sono contenuti nel pesce azzurro e in quelli dei mari freddi, oltre che nell’olio di pesce. L’organismo è in grado di sintetizzare dagli Omega 3 e in particolare dall’acido eicosapentaenoico, che fa parte di questo gruppo insieme all’acido alfa-linolenico e dall’acido docosaesaenoico, prostaglandine della serie 1 e 3 con attività antinfiammatoria».

in pratica ecco le dosi ideali Secondo i consigli alimentari elaborati in seguito alla conferenza del Centro Interuniversitario di Ricerca sulle Culture Alimentari Mediterranee, nel 2009, con la consulenza dell’Inran (Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione) ecco le porzioni ideali della dieta mediterranea.

Alla settimana Dolci: al massimo 2 porzioni Carni rosse: al massimo 2 porzioni Salumi: 1 porzione Pollame: 1-2 porzioni Uova: 2-4 Pesce, crostacei e molluschi: almeno 2 porzioni Legumi: almeno 2 porzioni Patate: al massimo 3 porzioni

Ogni giorno Latte e derivati: 2 porzioni (a basso contenuto di grassi) Olio extravergine d’oliva: 2-3 cucchiai Noci, semi e olive: 1-2 porzioni Erbe, spezie, aglio, cipolle (per ridurre il sale aggiunto)

Nei due pasti principali Frutta: 1-2 porzioni Ortaggi: almeno 2 porzioni (variando i colori e le cotture) Pane, pasta, riso e altri cereali (meglio se integrali): 1-2 porzioni RIZA Dossier

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le posizioni più salutari

Seduti alla scrivania: quali abitudini vanno modificate? Le articolazioni del nostro corpo sono fatte per muoversi e se ciò non avviene soffrono. Ecco i consigli per chi svolge lavori sedentari e sta tante ore seduto Con la consulenza della dott.ssa silvia ratti

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osteopata (D.O. B.Sc. Ost)

orse non tutti sanno che quando siamo seduti la pressione esercitata sui dischi intervertebrali aumenta fino al 40% rispetto a quando siamo in piedi, perché il baricentro si sposta in avanti rispetto alla colonna, per cui siamo costretti ad attivare maggiormente i muscoli antigravitari per mantenere la posizione assunta. Le conseguenze fisiologiche di questo tipo di uso passivo, e per certi aspetti innaturale, dell’apparato locomotore, sono molteplici: riduzione del consumo di energie con tendenza al sovrappeso e all’obesità, ristagno venoso a livello degli arti inferiori e sovraccarico funzionale della colonna vertebrale e della muscolatura coinvolta nell’assetto statico del corpo, al quale segue una

•Tensioni articolari e muscolari • Fitte a schiena e cervicale

progressiva perdita di tono degli altri gruppi muscolari. Il disagio è più marcato quanto più la posizione di lavoro costringe muscoli e articolazioni a mantenere posizioni scorrette, motivo per cui è necessario innanzitutto adeguare la postazione di lavoro seguendo alcune semplici indicazioni.

Correggi così la postura in ufficio Per prevenire o ridurre l’intensità e la frequenza del dolore cervicale è innanzitutto consigliabile adottare alcuni semplici accorgimenti per modificare la postazione di lavoro e quindi la propria postura, oltre a praticare sport e migliorare, per quanto possibile, la propria gestione dello stress. • Lo schermo del computer deve essere posizionato all’altezza degli occhi, con un’inclinazione di circa 10-20°. La distanza dal monitor deve essere di 50-70 cm, quasi come la lunghezza del proprio avambraccio. Questa distanza è l’idea-

come stai al lavoro... è la prima causa di dolori Indolenzimento al collo e alla schiena che compare puntuale a fine giornata dopo otto e più ore alla scrivania davanti al computer - Da un sondaggio inglese svolto su un campione di lavoratori fra i 25 e i 65 anni, impiegati in ufficio e con l’obbligo di restare seduti alla scrivania molte ore, emerge che uno su quattro lamenta insistenti dolori articolari e muscolari, fitte a schiena e collo da imputare al proprio lavoro e alla posizione tenuta in ufficio. La cosa più interessante è che la maggior parte di loro (soprattutto donne) dichiara comunque di non curarsi per i dolori, decidendo di convivere con il male. RIZA Dossier

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La palla ginnica: Un aiuto? Chi lavora molte ore al computer può trarre sollievo per la schiena dall’uso di palle ginniche al posto della sedia facendosi guidare da un esperto nella scelta della palla, che deve essere delle dimensioni giuste. Le palle da ginnastica in ufficio non sono facili da usare, almeno all’inizio, perché richiedono muscoli allenati a tenere l’equilibrio. Non vanno comunque usate per più di 30 minuti al giorno. Ecco qualche consiglio. - Trova e mantieni una corretta postura altrimenti rischi di cadere. - Metti in pratica un tipo di seduta attiva perché la palla richiede un continuo aggiustamento della postura. Muoversi da seduti rafforza i muscoli, fa bene alla circolazione e migliora l’equilibrio.

le per evitare di avvicinarsi troppo allo schermo curvando la schiena in avanti, oltre a preservare la vista e prevenire dolori al collo e alle spalle. • La scrivania dovrebbe essere alta 80 cm circa e la sedia deve essere ergonomica e regolabile in base alla propria altezza, così da sostenere la muscolatura lombare seguendo la naturale curvatura della schiena. Gli avambracci devono essere appoggiati ai braccioli della sedia e il polso deve rimanere il più possibile allineato sia con il mouse, sia con la tastiera. • I piedi devono potersi appoggiare a terra comodamente con le ginocchia che formano un angolo di circa 90°. Se possibile si può ricorrere a un poggiapiedi per facilitare la corretta angolazione di anche e ginocchia, che devono formare un angolo retto. n

la gym che ti rimette in forma Oltre a queste indicazioni è possibile approfittare delle ore di ufficio per compiere alcuni semplici esercizi che contrastano almeno parzialmente gli effetti della sedentarietà. • Per rinforzare gli addominali e i muscoli stabilizzatori della colonna lombare: appoggiare le mani e gli avambracci sul piano della scrivania ed esercitare delle pressioni verso il basso per cinque secondi. Ripetere l’esercizio per 8 volte mantenendo la colonna vertebrale ben allineata.

• Per mobilizzare le caviglie e migliorare il ritorno venoso: stando seduti, sollevare lentamente la parte posteriore della pianta del piede fino a restare appoggiati sulle punte, poi fare il movimento contrario, cioè riappoggiare a terra l’intera pianta e sollevare le punte restando in appoggio sui talloni. Il movimento deve essere lento, fluido e continuo. Ripetere 15 volte per due serie.

• Per mobilizzare la colonna in estensione e rinforzare i muscoli posteriori del tronco: seduti sulla parte anteriore della sedia con la schiena ben eretta e le gambe leggermente divaricate, flettere le braccia e portare i gomiti dietro la schiena facendoli convergere verso lo stesso punto.

Per articolare i polsi e allungare i muscoli dell’avambraccio: portare le braccia flesse davanti a sé con i palmi delle mani a contatto (come in posizione di preghiera) quindi cercare di alzare i gomiti senza staccare i palmi l’uno dall’altro. Nella stessa posizione portare il dorso delle mani a contatto e questa volta spingere i gomiti verso il basso sempre senza staccare le mani. Alternare le due posizioni mantenendole per almeno 10 secondi.

• Per distendere il tratto dorsale: sollevare le braccia in alto tenendole parallele, quindi spingere prima un braccio poi l’altro come se si volesse toccare il soffitto. Attenzione a non staccare i glutei dalla sedia e a mantenere la cervicale ben allineata. Contare fino a quindici, poi espirando rilassare le braccia lungo il busto. RIZA Dossier

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