La Freccia Gourmet - dicembre 2015 - primo numero

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Cucine da brivido PIZZA E MALLOREDDUS, MA ANCHE SALMONE AFFUMICATO E SPECIALITÀ FRANCESI SERVITI A 80 GRADI SOTTO ZERO. COSÌ DUE CUOCHI ITALIANI SFAMANO I RICERCATORI TRA I GHIACCI DELL’ANTARTIDE

La decorazione della torta di Natale 2014 alla base Concordia The 2014 Christmas cake decoration in Concordia base

di Francesca Ventre Photo Cnr

Pasta con broccoli e acciughe, sogliola alla palermitana, pollo alla griglia e arance candite. Il tutto servito a 3.200 metri di altitudine, lontano da qualsiasi centro abitato. È uno dei menù preparati dagli chef Giorgio Deidda e Luca Ficara per gli 80 commensali della Concordia, la base di ricerca franco-italiana in Antartide. A una temperatura proibitiva sotto lo zero il loro compito è soddisfare a tavola i connazionali di Cnr ed Enea e i colleghi d’Oltralpe. «Con nove campagne estive e quattro invernali ho raggiunto il record assoluto di permanenza in missione», spiega il sardo Deidda. Mentre il collega, al telefono, racconta la sua sfida: «Sto per concludere il mio primo anno di seguito tra i ghiacciai. Per un siciliano è un inferno da scontare in vita». I due cuochi hanno già lavorato insieme, ma qui è tutto diverso: «L’acqua bolle a 87 gradi e i tempi di cottura sono più lunghi. L’umidità è molto bassa e per fare il pane bisogna aggiungere alla farina il 20% in più di liquido», racconta Deidda nel suo blog e nel libro Four years in Antarctica, che dovrebbe uscire a febbraio su Amazon. A 1.200 chilometri dalla costa, anche il rifornimento è un’operazione rischiosa. La cosiddetta traversa, una lunga carovana di caterpillar, viaggia eroicamente via terra per 12-15 giorni. I prodotti vengono poi stoccati in container «che all’esterno arrivano a -80°C e al coperto a 4, 14 e 20, con attenzione anche al risparmio energetico». DICEMBRE 2015

Una volta in cucina, cercano di soddisfare i gusti e il fabbisogno calorico di ciascuno. «Il cibo è l’unico svago in un posto senza altri essere viventi in giro», ammettono. Per questo cercano di inventarsi sempre qualcosa di nuovo: «Un sabato su due prepariamo 10-12 tipi diversi di pizza ed è sempre un successo. L’altro è dedicato alle specialità francesi, come l’anatra. E infine ci sono le serate messicane e russe». Ma Deidda prepara anche i suoi malloreddus e le seadas, mentre il collega si cimenta «con arancini, schiacce modicane e cannoli». Il giorno più atteso è il Natale: l’anno scorso siamo partiti dal salmone affumicato per concludere con il gelato al panettone». Per il 2015 il menù è ancora tutto da decidere. Con una certezza almeno per l’aperitivo: non si rischia di finire il ghiaccio.


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