Imparare con leggerezza
Camillo Bortolato
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al percorso
Classe seconda
Imparare con leggerezza
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Imparare con leggerezza
Camillo Bortolato
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Dalle risorse online puoi scaricare la Guida anche in formato PDF. La Guida in formato PDF verrà aggiornata con nuovi suggerimenti stimolati dall’uso in classe.
I volumi di A scuola con Pitti sono disponibili anche in versione digitale per l’utilizzo a casa o a scuola sulla LIM.
Cliccando sulle parole evidenziate all’interno dei libri digitali puoi imparare, ascoltando e riascoltando, un agile repertorio di parole e frasi in inglese.
Inquadrando i QR code, o direttamente dal libro digitale di matematica, puoi accedere a risorse video per:
• focalizzare il funzionamento della Linea del 100
• scoprire suggerimenti e strategie per il calcolo mentale e scritto.
Esegui le addizioni con l’armadio del 100 in aletta di copertina
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Premessa
Italiano – Il mio libro di lettura
Italiano – Il mio quaderno di scrittura
Matematica
Storia
Geografia
Scienze
«A scuola con Pitti»… perché questo titolo?
Perché Pitti è l’immagine della tenerezza e della voglia di crescere. È un uccellino piccolo ma forte, come ogni bambino che va a scuola.
Questa Guida contiene indicazioni generali sul Metodo Analogico e suggerimenti disciplina per disciplina per utilizzare in classe A scuola con Pitti 2. È inclusa nelle risorse digitali in formato PDF stampabile. In caso di acquisti di classe, viene inviata anche in formato cartaceo.
A scuola con Pitti può essere adottato come libro di testo — attraverso l’adozione alternativa ai libri di testo ministeriali —, in coerenza con il piano dell’offerta formativa, con l’ordinamento scolastico e con il limite di spesa stabilito per ciascuna classe di corso.
A scuola con Pitti 2 è composto da quattro volumi: Il mio libro di lettura, Il mio quaderno di scrittura, Il mio libro di matematica e Il mio libro di storia, scienze e geografia, che contengono il codice per accedere alle Risorse digitali.
È possibile inoltre acquistare il kit in accoppiata con la Linea del 100 per rendere il percorso di matematica maggiormente veloce e intuitivo.
Per maggiori dettagli e informazioni, consulta il sito Erickson www.erickson.it, il sito di Camillo Bortolato www.camillobortolato.it, o scrivi a metodoanalogico@erickson.it.
In un panorama di crescenti difficoltà, si può pensare di vivere nella propria classe un’oasi di serenità e soddisfazioni con i propri alunni?
È la sfida di questo materiale, alternativo ai libri di testo classici, giunto al secondo anno.
A scuola con Pitti 2 è un invito a volare indirizzato prima di tutto all’insegnante. Più in alto va, più i bambini lo seguono con le loro piccole ali, come sono abituati a fare fin dalla nascita.
Dopo l’ebrezza del volo verrà il tempo anche per scendere a esplorare il terreno, con la sicurezza però di non perdersi mai.
Questo andirivieni costante dalla sintesi all’analisi e viceversa è il processo imponderabile per la conoscenza che vale per tutti, grandi e piccini.
L’intuizione a cui il Metodo Analogico fa riferimento insistentemente è questo sguardo panoramico che ci fornisce la comprensione in anteprima.
Nella didattica «parcellizzata» questa comprensione si ottiene alla fine del percorso quando, guardando indietro, il cammino fatto al buio prende luce.
«AHH! Adesso capisco tutto.
Adesso comprendo la bellezza della lettura…
Adesso che ho finito comprendo cos’è l’analisi grammaticale e la distinguo bene da quella logica!
Adesso percepisco bene la differenza tra il calcolo mentale e il calcolo scritto nella sua prescrittività.
Adesso comprendo la storia che ho studiato in anni e anni».
Troppe volte la gradualità scolastica corrisponde a tenere i contenuti nascosti ai bambini.
Allora succede che si affannano a carpire le intenzioni dell’insegnante, perché sanno che lui vede tutto il percorso.
La nostra proposta, invece, è che l’insegnante scelga fin da subito di condividere e presentare il percorso completo ai suoi alunni. Così, non appena apre bocca, sanno già le risposte.
La scelta dell’insegnante di «spoilerare» gli argomenti che si andranno ad affrontare è il principio di umanità, di condivisione, quasi di complicità, che può portare il sereno nella propria classe.
Con questa ottica ribaltata nei confronti del sapere da trasmettere, i bambini emergono con tutta la loro energia e presenza.
Il focus della comprensione si sposta su di loro. Ciascuno si fa carico di trovare una strada propria, come ha già fatto fin da piccolo imparando la lingua, i giochi e a relazionarsi con gli altri.
È una espansione travolgente in cui l’unica variabile che li può mettere in crisi è quella del tempo. Specialmente i bambini in difficoltà non sopportano la dilatazione del tempo che per loro è infinita. Rischiano di perdere la speranza di essere come gli altri, cioè uccellini nati per volare.
La scelta fondamentale del Metodo Analogico per la lettura è quella di andare oltre il consueto libro scolastico, che solitamente si configura come una raccolta antologica di brani. Un libro articolato in questo modo poteva avere la sua giustificazione qualche decennio fa, ma ora non ci sembra più sostenibile.
Ogni piccolo lettore, abituato al telecomando, si sente nelle mani di chi ha scelto per lui un unico programma fatto di tanti spezzoni interrotti di film. Come può appassionarsi a una storia, se ogni volta che gira pagina cambiano i protagonisti, l’ambientazione, il set?
Inoltre, ogni nuovo brano da leggere comporta uno sforzo di immaginazione e di anticipazione non da poco, perché fin dalle prime righe il pensiero corre avanti alle successive per ipotizzare il seguito, chiedendosi: è una fiaba, una storia vera, un frammento descrittivo? Un calcolo e ricalcolo di probabilità a ogni parola, come fa il navigatore dell’auto… Se è fortunato, forse verso metà pagina può cominciare a comprendere il senso del brano.
L’idea del leggere per il gusto di leggere diventa una chimera. I libri organizzati come antologie, infatti, si usano solo a scuola. Nessuno li comprerebbe per il piacere di leggere.
La parte più consistente del libro è dedicata alla storia della gatta Luna, un personaggio che il bambino potrebbe già conoscere dalla classe prima.1 La proposta completa di lettura si sviluppa negli anni come in una serie: lo sforzo di orientarsi è solo nella prima puntata. L’ascoltatore poi rimane preso sempre più.
Anche qui, le storie partono e si dipanano nel mondo di Pitti, di Giulio e Anna, della loro famiglia e dei loro compagni, come se fossero episodi e stagioni che proseguono fino alla classe quinta aumentando l’attesa del seguito ogni volta che si finisce un libro. E, in maniera sorprendente, anche i personaggi della vicenda crescono anno dopo anno seguendo l’età dei lettori.
Il filo conduttore è una riflessione sulla vita, dove ciascuno si trova davanti a delle prove, che a volte vengono superate con successo, altre volte portano a confrontarsi con delle sconfitte. Un diario di crescita in parallelo con la vita dei bambini.
La lettura può proseguire con la lettura di Tre gattini, tre storie, 2 che narra la prosecuzione delle vicende dal momento in cui i piccoli Cenere, Stellina e Calzino
1 C. Bortolato, A scuola con Pitti 1, Trento, Erickson, 2023.
2 C. Bortolato, Tre gattini, tre storie, Trento, Erickson, 2022.
vengono separati dalla gatta Luna e incontrano ognuno una famiglia diversa.
Nelle intenzioni del Metodo Analogico si tratta di un secondo libro di lettura, per continuare il percorso che riguarda la sfera individuale con i suoi drammi, con le paure di abbandono, il percorso di accettazione della propria indole e del carattere, ecc.
Un’occasione, inoltre, per continuare a raccogliere nuove ispirazioni narrative e descrittive per i propri racconti.
La vicenda è divisa in episodi, strutturati appositamente per essere fruiti nell’arco di una lezione. Ecco alcune indicazioni per come procedere a livello didattico.
Innanzitutto, è importante curare la lettura come se fosse oggetto di recitazione.
Aspetti linguistici
L’insegnante, le prime volte, può dare un esempio di come leggere in maniera espressiva, ad esempio modulando il tono a seconda dei personaggi, oppure distinguendo il narratore per la tonalità neutra della voce, accelerando e rallentando, ecc.
Aspetti riflessivi
Dopo la lettura si può passare alla fase in cui, come suggerito nelle consegne, si va a evidenziare con il colore parole o espressioni particolari che sono nuove o che sono piaciute. È un’attività volta a nutrire il vocabolario, in modo che faccia da serbatoio alle proprie narrazioni. Altre attività suggerite sono quelle di colorare liberamente gli sfondi con i colori dei sentimenti o di sottolineare e intervenire sul testo, anche «pasticciando», affinché il libro diventi sempre più vissuto e personale.
Un altro utilizzo riguarda la sfera emozionale con le riflessioni che se ne possono trarre. In nota, per l’insegnante, sono indicati dei sentimenti, delle emozioni, degli stati d’animo, ecc. Sono termini che possono entrare nel
bagaglio linguistico anche degli alunni. Perché gratitudine? Perché timore, paura, angoscia, terrore? Qual è la differenza? Qual è il colore della felicità? Naturalmente, occorre fare attenzione affinché questo confronto sia improntato alla leggerezza.
La storia è divisa in 4 sezioni, che ne scandiscono lo scorrere e che sono introdotte da alcune poesie in rima che possono essere imparate a memoria (almeno in parte). Un’esperienza di fatica che apre alla soddisfazione di saperle recitare.
L’ultima proposta è un quiz, per sperimentare come la memoria, quando si coniuga con la passione, possa spingersi fino a rintracciare e recuperare il dettaglio di una sola parola in un libro intero. Un gioco di ricerca esteso a tutto il libro.
Non ci sono, in questa nuova ottica di approccio alla lettura, le classiche domande conclusive di comprensione. La chiave è la motivazione: quando i bambini si appassionano a una storia riescono a ricordare ogni singola parola, senza la necessità di scandagliare la loro memoria.
Le domande di comprensione, con il loro carico di inquietudine, non farebbero altro che devastare la serenità necessaria per la lettura. La stessa cosa accadrebbe anche a noi adulti!
Non è giusto imporre ai bambini i quesiti di controllo che non vorremmo fossero posti a noi. I problemi di comprensione svaniscono quando dal libro di lettura antologico si passa a un libro di narrativa che appassiona tutti.
Seguono altre 14 storie più brevi che derivano per lo più dalla tradizione popolare. Gli incipit, «C’era una volta», «Molto tempo fa», «Moltissimi anni fa», rappresentano un modo chiaro di porre la vicenda fuori dal tempo, in modo che svolga il suo compito curativo, come fanno le fiabe.
Ogni storia è corredata da un messaggio in nota per suggerire alcune emozioni e aspetti del racconto su cui riflettere.
L’attività richiesta al bambino è quella di prepararsi a raccontare oralmente queste storie. Essendo tratte dalla
tradizione orale, il loro telaio narrativo (frame), diviso spesso in tre parti (che possono essere tre fratelli, tre prove, tre desideri, ecc.), si presta molto bene a questo scopo.
Questo momento orale, che diventa il coronamento del lavoro di appropriazione e rielaborazione del racconto, può essere solennizzato dall’uso del leggio di classe.
A differenza delle storie, le 6 filastrocche proposte contengono una musicalità che fa sorridere i bambini per gli accostamenti inconsueti di parole. E la musica che può incrementare questa sonorità è il linguaggio analogico per eccellenza.
I brani scelti, oltre che prestarsi per evidenziare le immagini più suggestive che spesso richiamano l’incedere delle stagioni, sono un’occasione per vivere momenti di gioia, di rilassamento. Soprattutto sono ideali nei momenti di stanchezza in attesa del suono liberante della campanella.
Nell’ora di lezione di italiano, dopo il momento festoso della lettura, si passa al silenzio della scrittura, in cui ciascun bambino si concentra sul proprio banco e nella classe scende un’atmosfera di incanto che sembra quasi irreale.
Il lavoro nel quaderno è suddiviso in quattro fasi dedicate rispettivamente alla cura grafica, alla composizione, alla correttezza ortografica e all’analisi grammaticale.
Nelle prime venti pagine vengono proposte delle attività sul corsivo, utili per i bambini che mostrano delle lacune o per coloro che si cimentano per la prima volta con questa abilità.
Si comincia con esercizi di semplice copiatura, in cui l’alunno non ha altro impegno che il procedere lento tra le righe del quaderno, che possiamo considerare come
binari del treno. Non ci sono dettati o «trasposizioni» dallo stampato. Un’attività, dunque, di semplice replicazione di un modello già in corsivo.
Ecco alcune indicazioni di lavoro.
• Chiarire ai bambini, con degli esempi alla lavagna, che nella scrittura è necessario un rallentamento del gesto, millimetro per millimetro, procedendo come la lumaca, oppure come il trattore sul campo che avanza lento. Al contrario, con la lettura è come correre con la Ferrari. Spiegare poi, per creare altro pathos, che le righe sono come dei binari del treno da rispettare per non farlo deragliare.
• Insistere, senza eccedere, sull’impugnatura corretta della matita e successivamente della penna, preferibilmente cancellabile.
• Completare tutta una pagina in una volta, avvertendo i bambini che quello che c’è da scrivere è poco, proprio per poter curare la scrittura.
• Soffermarsi sulle singole letterine spiegando i segreti delle loro «curve» e avvertire che la scrittura, essendo sempre in evoluzione, può essere migliorata ogni giorno. Non necessita di essere subito perfetta, come la guida di un trattore.
• Dedicare tempo e cura alle vocali tonde, e in particolare alla «a » e alla «o», per cui esistono vari modelli, come si vede nell’immagine sotto. Concentrare l’attenzione sulle lettere maiuscole, per la loro complessità.
• Per consolidare la padronanza delle maiuscole vengono proposte delle liste di nomi propri di persona e di città anche con lettere straniere (sempre come attività di copiatura). Viene inoltre richiesto di copiare i nomi in ordine alfabetico, come nelle rubriche.
• Prima di iniziare l’esercizio di copiatura, è utile prestabilire un’attività grafica da far svolgere sul proprio quaderno a chi finisce prima, ad esempio delle cornicette a tutta pagina. Un’altra idea è disegnare alla lavagna animali, paesaggi, ecc. per dare qualche spunto di disegno libero ai bambini.
• L’ultima pagina della sezione propone di passare a un quaderno con le righe da tre millimetri, perché permettono di privilegiare la motricità fine delle dita rispetto ai movimenti di tutto il braccio. Sulle righe più piccole, l’effetto finale della pagina migliora perché diminuiscono le imperfezioni delle singole lettere. La bellezza e la cura del quaderno personale sono lo specchio in cui i bambini si guardano ogni mattina.
In questa direzione, per un passaggio intermedio, sul quaderno vengono presentate righe più piccole di quelle classiche di seconda, simili a quelle di terza consuete.
Raccomandiamo di dedicare a questa attività sulla grafia un tempo limitato, rispettando il fatto che non tutti i bambini hanno per ora la disponibilità e la motivazione per un lavoro di precisione.
Comporre piccoli testi
Si passa, nelle successive trenta pagine, alla composizione di pensieri e racconti.
La novità dell’approccio analogico, in questo ambito particolarmente complesso, è quella di non fornire spiegazioni verbali ma modelli. Ancora una volta, dunque, un apprendimento per emulazione e per di più da testi anch’essi in corsivo, come se fossero stati prodotti da altri bambini.
Ecco alcune indicazioni pratiche per questa attività importantissima, che oltre alla mente coinvolge il mondo interiore dei bambini e delle bambine.
• Scegliere i momenti in cui i bambini sono più riposati per leggere, o far leggere ai bambini stessi, il brano.
• Dedicare solo qualche minuto agli interventi dei bambini per non sciupare l’energia nascente e dissipare la sorpresa del risultato finale che apparirà nel loro testo.
• Lanciare il messaggio che sono le piccole esperienze di ogni giorno a essere le più preziose, proprio perché più difficili da cogliere e restituire.
• Lasciare la libertà di uscire dal tema suggerito dal modello quando il desiderio dei bambini di comunicare è sentito come urgente. Non ci sono obblighi di coerenza.
• Accettare forme espressive spontanee del parlato evitando di «iper-correggere», in modo da valorizzare la spontaneità anche sintattica.
• Legittimare l’espressione di ogni tipo di sentimenti, compresi quelli negativi, come la stanchezza, la noia, la rabbia, ecc.
• Aiutare in corso d’opera i bambini con interventi migliorativi del testo, suggerendo l’uso di associazioni, metafore e strutture anaforiche in cui i pensieri si ripetono, come in una poesia.
Ricordarsi che si impara a scrivere un po’ per volta e che il piacere di comunicare ciò che si pensa e si prova va mantenuto anche se la forma può non essere sempre adeguata. Conta poi la capacità di saper presentare oralmente l’elaborato scritto agli altri dopo un’attenta preparazione, volendo anche dal leggio di classe.
La terza sezione del quaderno è dedicata alla correttezza ortografica e alla scoperta di alcune semplici regole.
La grande evoluzione è sostituire le schede ortografiche con esercizi confermativi in cui si rinforzano le tracce giuste attraverso esercizi di copiatura.
Non ci sono cioè le classiche schede di controllo che, al posto di apprendimento, generano prima ansia e poi frustrazione per gli errori che si possono commettere.
In questi esercizi confermativi non c’è cioè la possibilità dell’errore e di conseguenza l’insegnante non è sottoposto all’obbligo di correggere. Può osservare i bambini al lavoro lontani dall’idea della verifica incombente,
restando a loro disposizione per domande o richieste spontanee di aiuto.
Le regole verranno come sempre recepite, o meglio intuite, da ciascun bambino «cammin facendo», non quindi in anticipo quando ancora non se ne vede la necessità.
Ecco alcune indicazioni pratiche.
• Le pagine del quaderno si prestano, nella maggioranza dei casi, a essere svolte collettivamente e a voce, per avere una panoramica iniziale prima del lavoro con la matita.
• Riproporre più volte le pagine del quaderno, in giornate successive, in modo da procedere alla «sincronizzazione collettiva» delle regole.
• Lasciare l’esecuzione individuale e scritta degli esercizi per ultima, come momento per fissare l’apprendimento che esaurisce anche l’attenzione sull’argomento stesso.
Nelle ultime pagine della sezione viene chiesto all’alunno di mettersi nei panni dell’insegnante e di correggere dei testi pieni di errori. Un’attività che moltiplica la sua attenzione in quanto, per una volta, si sente l’osservatore e non l’osservato.
Si passa quindi all’analisi grammaticale, che viene presentata «tutta insieme» già dal primo momento, in linea con il principio del Metodo Analogico di partire dalla fine.
Sembra quasi un paradosso, ma corrisponde al modo in cui si apprende nella vita reale: prima si vedono i problemi nella loro interezza e poi ci si dà da fare per analizzarli e trovare la soluzione.
Ecco nel dettaglio alcune indicazioni.
• Far leggere il nome dei nove barattoli senza dare spiegazioni anticipate.
• Chiarire poi che il gioco è quello di partire dalla prima parola delle frasi scritte sotto e di andarla cercarla nei barattoli. Le parole sono tutte nei contenitori.
• Passare poi a trascrivere il nome del barattolo accanto alla parola presa in esame. Praticamente un gioco in cui non si può sbagliare!
• Si passa infine agli esercizi in cui si comprende strada facendo il perché dei barattoli. Bastano poche parole, come in questi esempi:
– i nomi sono gli oggetti o le persone;
– gli articoli sono le presine per afferrare i nomi; – gli aggettivi sono le qualità che stanno vicine ai nomi;
– gli aggettivi diventano pronomi quando rimangono senza nome accanto;
– i verbi sono le voci dell’uccellino che cambiano sempre, ecc.
L’obiettivo è dare un taglio giocoso a questo esercizio di classificazione che, come ogni strumento che voglia «imprigionare» il linguaggio, presenta i suoi punti deboli e le sue semplificazioni.
Il consiglio per le pagine successive è di svolgere gli esercizi insieme varie volte solo oralmente, per poi passare alla compilazione scritta solo quando i dubbi sono scemati, in modo da evitare errori e incertezze, con grande soddisfazione di tutti.
Lo spirito che vorremmo trasmettere — e la sensazione finale che vorremmo che gli insegnanti raggiungessero utilizzando il quaderno — è lo stupore che nasce dall’aver visto i bambini apprendere quasi da soli, prima nel curare il segno grafico e poi nella scrittura di testi, nell’ortografia e, infine, nell’analisi grammaticale.
Soprattutto, ci piacerebbe che sperimentassero la soddisfazione di aver assunto un ruolo di assistente e complice, piuttosto che giudice sanzionatore di errori.
La scelta specifica del Metodo Analogico è quella di partire da una definizione degli obiettivi e di perseguire ciascuno con la massima chiarezza ed essenzialità di linguaggio, riponendo fiducia nella capacità dei bambini di trovare «da soli» le spiegazioni che servono.
In questo volume vengono introdotti ulteriori avanzamenti nel percorso, per renderlo ancora più semplice, intuitivo e adatto ai bambini e alle bambine di oggi.
In chiave di anticipazione, le novità proposte sono:
• nel calcolo mentale, un’espansione nel campo dell’euro per il suo richiamo alla realtà;
• nei problemi, l’uso della calcolatrice in sostituzione del calcolo scritto;
• lo studio del calcolo scritto, proposto dopo i problemi e prima delle tabelline;
• nelle tabelline, un approccio soft che supporta la memorizzazione;
• in geometria, il ricorso prevalente all’operatività.
La novità principale è l’introduzione della calcolatrice usata in modo circoscritto e temporaneo nell’affrontare la risoluzione dei problemi.
Vediamo con ordine ciascun argomento, tenendo sempre presente che ogni insegnante è libero di adottare la successione che ritiene opportuna. La nitidezza epistemologica che deriva dall’aver chiari obiettivi e strategie permette di ristrutturare la scansione e la sequenza degli argomenti proposti.
Il capitolo più corposo, 40 pagine, è dedicato al calcolo mentale, ossia al computo di quantità che avviene attraverso la lettura di immagini e l’uso di numerali, cioè parole.
Un sapere che esprime il vero senso della matematica.
Subito viene presentata l’immagine della quantità del 100 all’interno di un armadio, per suggerire l’idea di un ordine, il requisito indispensabile per il calcolo mentale che permette il superamento del conteggio uno a uno.
Scoprire dove si trovano le palline, a colpo d’occhio senza contare, è l’obiettivo da raggiungere tenendo presente che le parole possono ingannare.
Ad esempio il 33 si trova nel quarto ripiano, il 51 nel sesto ripiano. Il consiglio è quello di trovare prima il numero 50 a fine riga e poi il 51 a sinistra sulla riga sotto.
Tutto il calcolo mentale si basa sul sapersi muovere in questa struttura di ordine convenzionale, costruita per il nostro bisogno di «posizionalità», cioè dare un posto costante alle cose per ritrovarle.
In mancanza dello strumento Linea del 100, fortemente consigliato per la possibilità di operare concretamente, l’alunno può utilizzare la rappresentazione dell’armadio del 100 presente nell’aletta della copertina del libro.
Le successive quattro pagine (pp. 6-9) sono dedicate alla lettura intuitiva delle quantità entro il 100.
Qui le quantità sono infatti immagini che vanno lette da sopra o da sotto mediante ribaltamenti o traslazioni. Queste strategie sono simili a quelle della percezione d’immagine e quindi sono spontanee. È interessante far dire ai bambini come sono riusciti a individuare la quantità senza contare.
Un’attività utile è anche quella di far disegnare sul quaderno la struttura del 100 fatta di palline rispettando gli spazi che separano il cinque e il sei e il cinquanta e il sessanta, che sono i riferimenti indispensabili per calcolare.
Calcolo mentale entro il 100: addizioni
Si passa poi rapidamente alle addizioni in cui, sulla struttura posizionale fissa delle palline, le numerazioni scorrono avanti e indietro.
Lo strumento Linea del 100, attraverso il movimento delle asticelle, che sono come le porticine di altrettanti cassetti, permette di evidenziare le dinamiche giuste, come è possibile vedere inquadrando il QR code presente a pagina 10.
In mancanza dello strumento è possibile ricorrere all’armadio in aletta in cui sono raffigurate le palline. Può essere utile, nei primi esercizi, ricorrere a una mascherina di carta da spostare all’interno dell’armadio, per segnalare gli avanzamenti verso il basso e lateralmente. Oppure si può usare la punta della matita, ponendola negli spazi vuoti tra le palline per evitare ambiguità.
La somma avviene nell’armadio del 100 come una giustapposizione e combinazione di due immagini, quella dei due numeri che vengono sommati tra loro.
A volte però, come a pagina 12, è più opportuno pensare a quantità rappresentate separatamente per aggiungere prima le decine intere e poi le unità rimanenti, come nell’esempio e come mostrato nel video.
A pagina 13 la strategia proposta è quella di cambiare l’ordine degli addendi mettendo per prime le decine intere.
Tutto avviene all’insegna della libertà, come se le strategie fossero furbizie personali. Piano piano, all’uso concreto dello strumento o dell’armadio, subentrerà l’immagine mentale che i bambini costruiranno. Se qualche bambino ha difficoltà è raccomandabile consentirgli di usare la tabella in aletta o lo strumento tangibile Linea del 100 (si veda il QR code a lato per una spiegazione completa delle sue funzioni) nell’ottica di uno svezzamento dolce e differenziato per ciascuno.
Calcolo mentale entro il 100: sottrazioni
A pagina 14 cominciano le sottrazioni. Il principio fondamentale è quello di escludere il conteggio all’indietro sostituendolo con strategie intuitive da studiare operazione per operazione. Nel contare all’indietro ogni passo equivale a un’operazione, rendendo il processo più complicato e macchinoso.
A pagina 15, nell’operazione «32 – 20», lo strumento Linea del 100 permette di levare due file da sopra. Dopo un esempio i bambini riescono a fare lo stesso lavoro utilizzando l’armadio in aletta.
Le operazioni finali di pagina 18 presuppongono che i bambini abbiano consolidato nella mente l’immagine del 100 e siano pronti a utilizzarla.
Nelle pagine che seguono (pp. 20-27) si sperimenta il piacere dell’analogia e i bambini colgono con stupore come si possa passare dal piccolo al grande senza difficoltà. Scoprono che contare per 10, per 100 e per 1000 è la medesima cosa. Tutta la serie numerica verbale è nient’altro che una replicazione della prima decina con parole che si giustappongono regolari.
Più che un simbolo, ogni finestra della casa del 1000 è un’icona che ci permette il riconoscimento di quantità grazie al posto che occupa.
Ecco 1000, 2000, 3000 palline. Quando le immagini precedono le parole tutto è semplice. Tutti i numeri da scrivere dentro le caselline diventano immediati.
L’importante è non inserire, in questo momento di scoperta, riflessioni sulla struttura del numero parlando di k, h, da, u.
La sostituzione dell’armadio del 100 con la cassaforte dell’euro diventa un passo verso la realtà non scolastica che moltiplica l’attenzione dei bambini.
Già la presenza del numero 1, stampato su ogni monetina da un centesimo, libera dall’assillo delle cifre con tutte le ansie scolastiche che comporta.
La tavola sinottica di pagina 29 permette di prendere in esame con i bambini l’intera situazione in modo corretto senza che ci sia bisogno di molte spiegazioni. La cassaforte con 100 monetine rappresenta infatti l’euro diviso e organizzato in centesimi, richiamando e rinforzando l’organizzazione dell’armadio del 100.
Nelle pagine successive si conferma la lettura delle quantità con la differenza che le palline sono arancioni, come il colore delle monetine da un centesimo.
0,01 = un centesimo
1,00 = un euro
Non più un centinaio ma un euro, formato da 100 centesimi. Cambiano le parole ma la sostanza è uguale.
I numeri scritti, cioè il livello sintattico, arrivano alla fine, ma non sarà difficile riconoscere «un centesimo» e
«un euro» davanti alla scrittura «0,01», «1,00», visto che non si leggono gli zeri e la virgola diventa «e». Funziona la convenzionalità e l’associazione.
La moltiplicazione e la divisione (pp. 36-40) vengono affrontate nel modo più diretto, saltando spiegazioni e concetti, attraverso la tastiera della calcolatrice che enfatizza il significato strumentale delle operazioni scritte, che non sono quelle della mente.
E il modo concreto per approcciarsi è partire dalle immagini, come sempre nel Metodo analogico. Come scoprire la quantità di palline?
Con la calcolatrice si fa un’altra scoperta: oltre al tasto dell’addizione ce n’è un altro che rende tutto più veloce: il tasto della moltiplicazione il cui significato è ripetere tante volte.
Inquadrando il QR code di pagina 36, è possibile vedere un video sulla moltiplicazione come replicazione e sull’uso del tasto «×» della calcolatrice.
La comprensione avviene, come in tutte le tastiere, nello scoprire la funzione dei tasti.
Si passa poi alla scrittura delle operazioni con i numeri. Ognuna è una piccola equazione in cui i termini possono essere ribaltati.
Tutto ciò genera stupore per la sua semplicità.
Nelle due pagine successive la situazione diventa appositamente complessa per stimolare i bambini a utilizzare la calcolatrice, naturalmente con l’assistenza e la supervisione dell’insegnante. La soluzione si pone come un problem solving permanente, in cui il ricorso allo strumento evidenzia il carattere, appunto, strumentale delle quattro operazioni. Allo stesso tempo, i bambini riconoscono che già possiedono dentro di loro un’idea del significato delle quattro operazioni in questi termini:
• addizionare/sommare significa aggiungere
• sottrarre significa levare
• moltiplicare significa aggiungere tante volte
• dividere significa levare tante volte.
Così si usava definire le operazioni nel primo manuale di matematica stampato al mondo, Larte de labbacho del 1478, che spiegava a un pubblico di giovani mercanti le procedure sconosciute del calcolo in colonna . 3
Ciò che fa entusiasmare i bambini è poter espandere la loro intelligenza utilizzando la calcolatrice nella funzione esecutiva del calcolo. La vera intelligenza è nel saper
3 Larte de labbacho, traduzione dal veneto antico di Q. Bortolato e introduzione di C. Bortolato, Trento, Erickson, 2021.
usare la calcolatrice nel modo giusto, non nell’eseguire ciò che può fare lei.
L’energia risparmiata consente di avanzare in problemi sempre più complessi.
Se il calcolo scritto può essere eseguito anche da una macchina, il calcolo mentale va perseguito e alimentato perché è il bene prezioso, insostituibile e per certi versi indeterminabile, che ci appartiene.
Usare la calcolatrice per risolvere i problemi va incontro alle aspettative di tutti i bambini.
La novità, in questa proposta per la classe seconda, è di consentirlo, anzi, di suggerirlo prima di aver consolidato le procedure per il calcolo scritto.
Dare loro la gioia di procedere spediti nel campo dei problemi, con lo stesso spirito di libertà vissuto nel calcolo mentale, eviterà loro di rassegnarsi alla noia e alla banalità dei soliti problemini necessariamente semplici e scontati per adeguarsi al livello iniziale di padronanza del calcolo scritto.
I bambini, infatti, sentono che la loro intelligenza non può attendere anni per la carenza del computo esecutivo e vogliono affrontare problemi importanti, come fanno anche gli adulti che utilizzano la calcolatrice senza per questo avere il timore di perdere in comprensione.
Intendendosi di tastiere, si rendono conto che l’intelligenza sta nell’impostare le operazioni giuste, non nell’eseguirle, visto che è un lavoro che possono fare anche le macchine.
Con questa convinzione, dopo i primi esercizi dedicati al linguaggio testuale, si passa a situazioni che coinvolgono euro e centesimi per cui è utile subito ricorrere alla calcolatrice.
Un’indicazione di lavoro per l’insegnante è di esaminare a voce con i bambini varie pagine di problemi prima di assegnare loro l’esecuzione. In questo modo vengono portate a galla le diverse strategie possibili per ciascun problema.
Inoltre molti problemi presentano calcoli che si prestano a essere risolti a mente oltre che con la calcolatrice.
A pagina 60 viene proposto uno schema facilitante che, facendo leva su aspetti posizionali, agevola l’inserimento dei dati e la scelta delle operazioni. Possiamo definirlo schema «tripolare» che comunque si richiama ai termini della soluzione proporzionale. Prima di essere uno schema risolutivo, è un aiuto a decodificare il testo verbale posto accanto.
L’uso della calcolatrice rende la risoluzione un gioco, in cui però viene riconosciuto il ruolo centrale della comprensione.
Dopo il volo entusiasmante nel mondo dei problemi sulle ali della calcolatrice, si ritorna a terra per occuparsi del calcolo scritto fatto a mano. Si impara cioè a fare le veci della calcolatrice con un tuffo nel passato di almeno cinque secoli.
Per ottenere un risultato non basta più premere un tasto ma fare decine di micro-operazioni di calcolo concatenato. Per questo le operazioni in colonna vengono definite «procedure». La fatica, la lentezza, l’osservazione cieca delle regole caratterizzano l’atteggiamento da tenere per affrontarle.
A pagina 67 si supportano i bambini nell’automatizzare alcuni calcoli base «a cavallo» tra le decine. Trattandosi di aspetti procedurali è utile in questo frangente non introdurre spiegazioni di carattere semantico, evitando di parlare di unità, decine e centinaia con l’inserimento di simboli h, da, u sopra le colonne.
h da u
Nel caso di alunni in difficoltà è possibile ricorrere a sussidi come la Linea del 204 o la Linea del 100 (anche nella versione armadio del 100 presente in aletta) per esplorare il calcolo colonna per colonna.
Addizioni
Per l’addizione (pp. 68-70), è importante che l’alunno tenga il riporto sulle dita perché nella tensione del computo sfuggirebbe facilmente alla memoria. Inquadrando il QR code a pagina 69 è possibile vedere un video esplicativo.
Sottrazioni
Per la sottrazione (pp. 71-73), viene presentata una gradualità focalizzata sull’uso della procedura del prestito, ampiamente conosciuta.
Tuttavia, data la macchinosità, specialmente nelle operazioni con il doppio prestito o nel caso degli zeri al minuendo si suggerisce di sostituirla con la procedura della sottrazione dal basso illustrata nel QR code presente a pagina 71.
Una rivoluzione che ha bisogno di pochissime parole per essere spiegata ed è già usata in molti Paesi.
Moltiplicazioni
Nell’affrontare questa operazione è necessario tener conto della duplicità dell’impegno. Da una parte il bambino deve concentrarsi sull’aspetto procedurale riguardan-
4 C. Bortolato, A scuola con Pitti 1, Trento, Erickson, 2023; La Linea del 20, Trento, Erickson, 2018.
Divisioni
te la disposizione nello spazio, dall’altro sul rinvenimento mnemonico dei prodotti, cioè delle tabelline.
L’aspetto centrale è quello di distinguere questi due obiettivi e di perseguirli uno per volta.
Si suggerisce quindi di far tenere sul banco la striscia delle tabelline che si costruisce unendo le pagine a fine libro, per concentrarsi unicamente, all’inizio, sul primo obiettivo.
In questo modo il bambino lavora e si sperimenta in una situazione di serenità, essenziale per affrontare questo nuovo apprendimento.
Lo strumento più utile è quello di avvalersi del video tutorial accessibile al QR code di pagina 77, che mostra il procedimento nella sua interezza anche per le operazioni a più cifre al secondo fattore che possono essere sperimentate già da subito.
Si suggerisce inoltre l’utilizzo della web app Le quattro operazioni (Erickson, 2023), uno strumento digitale completo che consente l’apprendimento delle procedure del calcolo scritto in modo rapido, usando il tablet o il computer, anche in autonomia, grazie ai video tutorial proposti in ogni sezione e alla presenza di strumenti di supporto al calcolo mentale.
Come per le moltiplicazioni, anche per le divisioni è importante esonerare i bambini dallo sforzo della memorizzazione delle tabelline nella fase iniziale.
Proprio per questo in ogni pagina viene presentata la tabellina, organizzata verticalmente, con i numeri intervallati da puntini che indicano il resto (per capire come utilizzarla, il QR code a pagina 81 rimanda a un video di approfondimento). Ricorda una stradina con le tappe contrassegnate dai numeri e separate dai puntini.
Il training verbale deve diventare preciso, essenziale e ritualizzato, per sostenere la memoria di lavoro.
L’apprendimento delle tabelline viene perseguito mediante l’uso della striscia che si costruisce ritagliando e incollando tra loro le pagine nella parte finale del libro.
La striscia che ne risulta ha una facciata dove ci sono tutte le tabelline con i risultati e un retro senza, per le attività di ripasso e autocontrollo.
Nel girare avanti e indietro, memorizzando le tabelline e provando a ripeterle, ogni bambino costruisce gradualmente un apprendimento sempre più solido, facendosi anche guidare dalle immagini gancio.
Dato che il percorso è separato dagli altri apprendimenti, è possibile perseguirlo in tempi diversi. Nella nostra proposta, non è necessario infatti aver memoriz-
zato le tabelline prima di presentare il calcolo scritto e la risoluzione di problemi. Per affrontare questi due campi, è possibile supportare la padronanza delle tabelline con la striscia e la calcolatrice. Invece di essere un prerequisito vincolante, diventa una conoscenza che si rinforza applicandola.
Le tabelline, quindi, possono essere introdotte in momenti dell’anno diversi, a seconda delle scelte dell’insegnante e delle caratteristiche della classe:
• alcuni insegnanti potrebbero decidere di cominciare nella prima parte dell’anno quando la memoria è più fresca;
• altri possono attuare un itinerario sistematico e controllato con prove giocose di abilità e rinforzi tangibili;
• altri ancora, specie con bambini in difficoltà, possono attuare un apprendimento «soft», cioè attuato quasi involontariamente mentre si eseguono le operazioni tenendo costantemente la striscia davanti.
In tutti questi procedimenti vale il principio che anche questo apprendimento deve diventare un impegno personale, automonitorato e autogratificante.
Affidando questa sfida ai bambini, è possibile anche proporre un approccio generale, cioè affrontando tutte le tabelline insieme, con risultati sbalorditivi.
Nessuno sarà in difficoltà nell’eseguire le operazioni perché potrà avvalersi della striscia finché ne sente la necessità.
Anche la geometria può essere affrontata in momenti diversi dell’anno, a seconda delle valutazioni dell’insegnante.
Nel testo viene proposta alla fine perché, essendo pratica e accattivante, si adatta al periodo finale della scuola.
Si comincia con il prendere dimestichezza con il righello, per tracciare linee sempre più precise. Le proposte del libro possono essere replicate nel quaderno personale per incrementare la gestione dello spazio in modo sempre più raffinato.
Il linguaggio viene introdotto naturalmente, collegandolo alle immagini. Il righello viene poi introdotto nel misurare segmenti e creare nuove figure.
Nell’ottica della chiarezza degli obiettivi, il percorso di storia viene distinto sommariamente in tre parti:
• nella prima (Misurare il tempo, La mia storia, Cause e conseguenze) si riprende l’idea di storia come scorrere del tempo scandito da eventi che hanno portato dei cambiamenti nell’esperienza personale di ciascun bambino e si fa un affondo sui concetti di causa e conseguenze;
• nella seconda (I cambiamenti nel tempo) si prendono in esame alcuni esempi di cambiamento nel tempo che riguardano non più la vita di un singolo individuo, ma la vita dell’uomo in generale;
• nella terza (Uno sguardo nella storia) si studia la storia nel senso classico del termine, cioè come studio del passato, delle epoche, dei fatti, delle civiltà che si sono succeduti dall’inizio dei tempi fino ai giorni nostri.
Il tempo non si può vedere. Per riuscire a esprimerlo abbiamo bisogno di trasformarlo in un’immagine.
Nel libro, i secondi che passano vengono rappresentati come dei puntini.
In questo modo ricorriamo a una rappresentazione «discreta» che sostituisce la vera natura «lineare» ossia continua del tempo. Abbiamo infatti bisogno di dare consistenza allo «spazio vuoto» che è il tempo.
I bambini riconoscono come familiare questa immagine, collegandosi alla rappresentazione del 100 in matematica, con la differenza che qui le decine sono sei.
Tutto è immediato: ecco 10 secondi, ecco mezzo minuto, ecco un minuto a colpo d’occhio, come quando si osserva l’euro. Si passa poi ai minuti, che sono anch’essi dei puntini simili a palline ma più grandi, schierati con lo stesso ordine.
Ecco un minuto, ecco 10 minuti, ecco mezz’ora, ecco un’ora. Lo stupore dei bambini è scoprire che ritornano
sempre le stesse cose. La grandezza dei puntini e delle palline «comunica» il loro valore, come la grandezza delle monete.
Quando queste palline si dispongono a cerchio, «dandosi la mano» come in un girotondo, abbiamo l’orologio. Le lancette sono come braccia. Quella più lunga indica i minuti che stanno fuori, quella più corta indica le ore che stanno dentro.
In questo modo possiamo spiegare in chiave giocosa come funziona l’orologio. La componente emozionale è essenziale.
L’attenzione viene poi dedicata alla storia personale per avere consapevolezza del tempo vissuto e padroneggiarlo in termini di date ed eventi che si susseguono.
Si passa poi a un approfondimento dal punto linguistico sviluppando la conoscenza dei termini «causa» e «conseguenza», che sono molto importanti nel descrivere e dare un ordine ai fatti che accadono. Con questa attività si recuperano le conoscenze pregresse dei bambini e le si rendono disponibili per organizzare il pensiero storico.
Nella discussione, l’insegnante può far emergere come, nel ripercorrere un evento, possono esserci punti di vista diversi: un determinato fatto può essere identificato da qualcuno come una causa, da qualcun altro come una conseguenza, ecc.
Nella seconda sezione vengono affrontati alcuni esempi di cambiamenti avvenuti nel corso delle epoche storiche nella vita dell’uomo.
La modalità dello storytelling mette in corrispondenza il testo verbale con le immagini creando quella che possiamo definire «super comprensione».
Ogni argomento è diviso in sei «diapositive» che mostrano l’evoluzione della tecnologia o delle modalità di vita nel corso delle epoche. A volte si tratta di evoluzioni che abbracciano un arco di tempo molto lungo (come nel caso delle abitazioni), a volte di cambiamenti molto rapidi avvenuti in tempi relativamente brevi (ad esempio, per quanto riguarda i trasporti aerei).
È importante sostare su ogni illustrazione per fare con la classe il gioco dei «perché», ponendosi delle domande sul tipo di bisogno umano che le diverse soluzioni cercano di soddisfare, sulle differenze nelle varie parti del mondo, ecc. Ogni bambino può portare ipotesi oppure fare richiami a conoscenze che già possiede.
Nella terza sezione si affronta la storia nel senso classico della disciplina scolastica, che inizierà in terza primaria e si concluderà in terza secondaria di primo grado.
L’intento non è quello di anticiparne lo studio ma di fare un’incursione super sintetica, per mostrare ai bambini di cosa tratta questa disciplina.
È un’esperienza simile a quella che facciamo noi adulti quando andiamo a guardarci il trailer o la sinossi di un film, oppure scorriamo l’indice o la quarta di copertina di un libro prima di iniziarne lo studio. In alcuni libri un po’ datati può accadere anche di trovare all’inizio di ogni capitolo una breve anticipazione di qualche riga riguardo al contenuto, cioè un mini riassunto per aiutare il lettore. Una forma di cortesia dell’autore che si trova, per fare un esempio, nelle Avventure di Pinocchio, una sensibilità del passato che si è venuta a perdere.
Nel Metodo Analogico si ribadisce costantemente l’importanza di portare i bambini a vedere le cose dall’alto, per non perdersi negli approfondimenti che, nel caso della storia, durano ben sei anni. I bambini si ricorderanno di questa sintesi anticipatoria vissuta nei primi anni della scuola primaria. Sarà la loro carta geografica.
La prima immagine proposta è una mappa per avere un’idea di dove collocare tutto quello che i bambini troveranno nella narrazione. Una rappresentazione che trasmette un’atmosfera fiabesca ma che serve per ancorare la comprensione, come abbiamo proposto nelle storie ambientate nel mondo di Pitti o come accade in alcune saghe note ai bambini dove si intrecciano tante storie situate in contesti fantastici. Ci sarà poi il tempo per trasformare questa modalità narrativa nel linguaggio più preciso della disciplina, discernendo ad esempio le varie fonti.
Voltando le pagine è un succedersi di panorami. Ad esempio, alle pagine 22 e 23 si vede una sintesi del programma della classe terza (necessariamente con una selezioni di eventi e argomenti), poi quello di quarta, poi ancora quello di quinta e così via.
La modalità di presentazione è sempre quella dello storytelling, in cui testo e immagini si sorreggono a vicenda integrandosi.
La narrazione è appositamente emozionale per far vivere un unico filo conduttore che, collegando le varie epoche, favorisca la memorizzazione. Per questo sono stati scelti gli eventi che possono conquistare l’attenzione dei bambini come nella trama di un film. Naturalmente l’insegnante può integrare ogni passaggio.
I bambini si trovano davanti un mondo che li lascia anche attoniti per le immagini drammatiche che vedono. Possono fare domande e il compito dell’insegnante diventa quello di assecondarle, di incentivarle, di creare pathos e voglia di approfondimento.
Il suo ruolo ora è di seminare abbondantemente senza la preoccupazione di raccogliere: questo avverrà solo più avanti, nei tempi giusti per ciascuno.
L’attività finale consiste nel riuscire a formulare un brevissimo racconto utilizzando 24 immagini delle varie epoche, oppure nel saper elencare a memoria la sequenzialità dei titoli incontrati. Una specie di memoria tra il fotografico e il narrativo.
Quando poi nel percorso scolastico successivo si approfondirà ogni argomento, i bambini si ricorderanno di questa esperienza di ingenuità vissuta in classe seconda.
Il percorso si divide in due parti ben separate in modo da focalizzare punto per punto l’attenzione dei bambini:
• all’inizio, si parte con uno sguardo che orienta nel mondo esistente nella sua vastità e ricchezza;
• si procede poi approfondendo nel dettaglio vari ambienti che costituiscono il paesaggio geografico italiano (montagna, collina, pianura, fiume, laghi, mari e oceani).
Il carattere saliente è la proposta di un contenuto ricco, abbondante, calamitante, non per pretendere la comprensione analitica, ma per creare passione verso la disciplina. Inoltre, questo approccio dà valore e protagonismo ai bambini, perché si offrono loro contenuti «da grandi». Ancora una volta, è una semina con l’idea che si può spiegare tutto nel modo giusto al momento giusto.
Dove sono: dall’Universo alla propria casa
Il percorso della conoscenza si struttura come un viaggio che viene illustrato nella pagina introduttiva in questi termini:
Se un amico che abita nelle lontane galassie volesse venire a trovarti avrebbe bisogno di saper dove abiti…
Rintracciare l’indirizzo per questo amico, in modo da non deluderlo, diventa dunque l’elemento motivante: diventa lo scopo per cui vale la pena applicarsi con impegno nell’apprendimento.
A pagina 36 si parte dall’Universo, argomento che generalmente viene presentato in classe quinta. Qui vengono date informazioni generali per descrivere il nostro punto di partenza, l’inizio del percorso di questo amico speciale.
Il testo dunque fa da stimolo per la presentazione di parole nuove e chiave per la comprensione, che spesso
(ma non necessariamente) corrispondono a quelle in grassetto.
Il gioco per i bambini è fare domande all’insegnante sul significato di queste parole:
• Cosa sono le galassie?
• Cos’è un telescopio?
• Cos’è un pianeta?
• Perché la terra è il pianeta blu?
Il focus di queste pagine è sul percorso di avvicinamento progressivo in questo viaggio: galassie, Sistema solare, Terra, continenti, ecc.
L’attività compiuta costantemente in queste pagine è quella di «zumare», di cui i bambini hanno già esperienza quando, prendendo in mano il cellulare, allargano o avvicinano due dita. Queste operazioni minimali ma potenti delle dita descrivono molto bene la modalità di affrontare le nuove conoscenze.
L’immagine delle pagine 40-41 offre al bambino un’idea generale del Sistema solare. Le parole che la descrivono sono strumenti che servono per raccontarla. Sono termini che in parte potrebbero già conoscere e che gradualmente entreranno a far parte del bagaglio di conoscenze personali.
Nel planisfero colorato alle pagine 42-43 il bambino ha la possibilità di dare una precisa collocazione ai continenti come Africa, America, Europa, ecc., che molto probabilmente ha già sentito nominare.
All’interno di ognuno ci sono degli animali caratteristici che gli richiameranno sicuramente documentari visti alla TV o cartoni animati.
Alla fine si arriva al dettaglio dell’indirizzo di casa.
Il programma di vari anni di studio viene anticipato in poche pagine rafforzando ancor più l’idea che i bambini possono afferrare concetti anche molto complessi e articolati attraverso le immagini e le parole giuste.
In maniera analoga a noi adulti, il loro interesse si attiva quanto più le cose sono nuove, ma questo interesse si mantiene vivo e si alimenta se in questi argomenti il bambino ritrova qualcosa che già conosce, che ha già imparato da altri canali, dando così valore all’esperienza personale di ognuno.
Si passa infine ad affrontare gli ambienti geografici.
Si riprende, come strategia didattica e di presentazione, lo storytelling che coniuga immagini e testo. Le parole in grassetto fanno da perno alla comprensione. Il lavoro in classe consiste soffermarsi su un fotogramma alla volta e sui termini nuovi del testo che lo descrive.
• Cosa significa rilievo?
• Cosa significa origine?
• Cosa significa azione del vento?
• Perché si dice «letto» del fiume?
• In che modo le radici fanno una rete?
• Come fa il pesce lanterna a fare luce?
Alla fine, quando ogni termine sarà chiarito, scompare la nebbia e appare la comprensione lasciando i bambini a bocca aperta.
L’attività conclusiva richiama l’elemento motivante dell’amico extraterrestre, ormai arrivato a destinazione, che viene accompagnato a visitare la casa di ogni bambino e poi i luoghi interessanti dei dintorni.
Il percorso di scienze è incentrato su due argomenti principali:
• la vita naturale delle piante e degli animali, mettendo in rilievo le affinità tra loro e con la nostra vita;
• il mondo della tecnologia che permea la nostra esperienza quotidiana.
Come per le altre discipline, lo sforzo è quello di offrire contenuti avvincenti, non banali o eccessivamente semplificati, nella considerazione che i bambini possono sviluppare gli stessi interessi degli adulti, se opportunamente stimolati.
Il mondo delle piante e quello degli animali sono presentati con il linguaggio della narrazione e l’ausilio delle immagini.
I personaggi protagonisti, nel caso dei vegetali, sono le piantine di limone e di pisello che nascono, crescono, combattono per sopravvivere, si riproducono e alla fine muoiono.
I bambini, cogliendo che le sfide che affrontano non si distanziano dai nostri bisogni vitali, si stupiscono soffrendo e gioendo per loro.
Vedono, ad esempio, che l’embrione di pisello per germogliare si nutre del cibo che la «mamma» gli ha preparato, proprio come noi.
Poi, quando spunta dalla terra sentendosi debole nel tronco, si aggrappa alle altre piante con delle «braccia» chiamate cirri. Riuscirà però a vivere solo un anno, a differenza della pianta di limone che può vivere 50 anni. La personificazione è lo «stratagemma» usato nel testo per far sperimentare questa empatia e riconoscimento tra esseri viventi.
Alle pagine 68 e 69, il testo insiste sull’intelligenza misteriosa delle piante che usano strategie molto raffinate per adattarsi all’ambiente, proprio come gli esseri umani.
Nell’ambito degli animali i due protagonisti sono la formica e il ragno, di cui si scoprono affinità e differenze.
Mentre la formica appare forte e ben protetta fisicamente, il ragno potrebbe sembrare quasi indifeso, ma, sempre seguendo l’accorgimento della personificazione, si mostra come compendia la sua debolezza con straordinarie strategie, frutto di ingegnosità.
L’intento scientifico che si mescola con l’aspetto emozionale va a toccarci profondamente.
In queste pagine è importante che l’insegnante rallenti soffermandosi con i bambini su ogni vignetta,
fino a fare affiorare le loro percezioni, curiosità e conoscenze.
Questa parte prende in esame aspetti tecnologici tanto importanti quanto trascurati della vita quotidiana in casa.
L’attenzione, solitamente puntata su elettrodomestici e digitale, viene spostata sulla casa in sé come edificio con tutti gli annessi strutturali che, in modo imprevisto, possono diventare elementi di scoperta.
Un cambiamento radicale verso argomenti inusuali per i bambini che suona come un’ulteriore attestazione di stima nei loro confronti.
Come si costruisce una casa
Come si costruisce una casa? Cos’è una guaina? Cos’è un cappotto? Cosa fanno il lattoniere, il posatore, ecc.?
Sembrano domande per adulti ma possono diventare motivo di crescita per i bambini per vari motivi:
• perché li trasportano dalla realtà virtuale in cui spesso sono immersi alla realtà concreta di cui hanno bisogno;
• perché li spronano a interessarsi con riconoscenza a coloro i quali, con la loro professionalità, si occupano del loro benessere;
• perché, ad esempio nel caso delle fasi di costruzione di una casa, permettono loro di esercitarsi in sequenzialità temporali ben più importanti di quelle che si affrontano comunemente a scuola.
Una sorta di svezzamento dai «soliti» interessi e argomenti per cominciare a pensarsi grandi.
Poi, ogni conoscenza acquisita a scuola potrà diventare motivo di approfondimento con i genitori, facendo mille domande sulla propria abitazione, sulle case diverse che possono osservare, sui cantieri che incontrano, con la sensazione di prepararsi alla vita e di partecipare a qualcosa di concreto.
I collegamenti esterni
Anche i collegamenti esterni della propria casa sono un argomento inusuale dal punto di vista scolastico, ma estremamente di attualità perché riguardano il tema dell’ecologia e le tematiche ambientali.
Da dove viene l’acqua che esce dal rubinetto? E dove va poi a finire quando è sporca? Cosa sono i depuratori?
Da dove viene la corrente elettrica nella casa? E la connessione internet? Cosa c’è sotto le strade?
Sono quesiti a carattere informativo e formativo che anche bambini di sette anni possono cominciare a porsi.
In particolare, andare alla scoperta di questi «collegamenti nascosti» nella sede scolastica può diventare oggetto di scoperte da investigatori. «Ecco dove entra l’acqua, l’elettricità… ecco gli scarichi, ecc.». Parlare di depuratori, di acque nere e bianche, di tombini, ecc. è uno slancio oltre le abitudini dei bambini che talvolta si sentono trattati eccessivamente da piccoli.
Spiegare che nel depuratore ci sono i batteri che si nutrono golosamente dello sporco e poi lasciano l’acqua pura come prima è quasi una favola.
Così succederà che anche a casa, un po’ alla volta, cominceranno a interessarsi a questi aspetti.
La prima attività conclusiva consiste nel far parlare i bambini delle loro scoperte sugli animali o sulle piante con la modalità incontrata nel libro e di farlo preferibilmente dal leggio di classe. Il fatto di cimentarsi con foto o disegni davanti ai compagni, anche solo per un minuto, è una sfida che vale più dei contenuti stessi.
Questo sostituisce le interrogazioni classiche, con il loro carico di ansia da verifica.
La seconda proposta è quella di andare alla ricerca del mondo sconosciuto che sta sotto ai nostri piedi e a cui nessuno di norma pensa. Una ricerca che si fa passeggiando per strada e abbassando gli occhi sui tombini, prima con l’insegnante, poi anche con i genitori.
Cosa c’è dentro a questi pozzi d’ispezione? A cosa servono, dove finiscono?
Immaginare quello che c’è sotto le strade come un labirinto misterioso da esplorare con il pensiero offre una suggestione potente dove la realtà supera la fantasia.
Ogni proposta di questo libro dedicato alle discipline presenta argomenti solitamente trattati negli anni successivi. Superando tuttavia l’impatto della novità, l’insegnante vede che ogni disciplina acquista una dimensione attrattiva sempre più forte per i bambini. Si sente in questo modo rassicurato dalle reazioni della classe.
Empatia, passione, stupore, desiderio di andare avanti sono gli obiettivi raggiunti in classe seconda con l’approccio proposto dal Metodo Analogico.
Camillo Bortolato
Insegnante e pedagogista, autore di strumenti e materiali sul Metodo Analogico pubblicati con Erickson.
www.camillobortolato.it www.erickson.it
Supervisione editoriale
Giuseppe Degara
Progettazione / Editing
Stefania Sartori
Lucia Dorigatti
Collaborazione
Mariarosa Fornasier
Laura Bordignon
Direzione artistica
Enrico Bortolato
Giordano Pacenza
Progetto grafico
CHIALAB
Enrico Bortolato
Illustrazioni
Michela Nava
Lorenzo Sangiò
Chiara Ficarelli
Illustrazioni di copertina
Enrico Bortolato
Impaginazione
Mirko Pau
Finito di stampare nel mese di aprile 2024
da Stamperia Artistica Nazionale S.P.A. – Trofarello (TO)
A scuola con Pitti è una proposta completa per svolgere il percorso curricolare di classe seconda in modo nuovo, diretto, veloce, all’altezza delle aspettative dei bambini e delle bambine.
Proprio per questo, persegue il principio del di meno per imparare di più, rinnovando ogni
materia all’insegna dell’essenzialità che si traduce
materia all’insegna dell’essenzialità che si traduce in maggior efficacia.
Una scelta di cambiamento che nasce da decenni di esperienza nelle classi con il Metodo Analogico. La Guida al percorso offre indicazioni generali sul Metodo Analogico e suggerimenti disciplina per disciplina.
Un «vero» libro di narrativa, al posto di tanti brani frammentati, che racconta la storia della gatta Luna, in cui i bambini possono immedesimarsi.
Seguono storie tratte dalla tradizione per appassionarli alla lettura, senza la necessità di domande di comprensione.
Il quaderno propone un percorso per rinforzare il corsivo, curare l’ortografia prevenendo gli errori, scoprire l’analisi grammaticale in modo intuitivo.
Accompagna i bambini nello sviluppo di testi personali attraverso modelli presentati anch’essi in corsivo, come in ogni quaderno vero.
Operare oltre il 1000, risolvere problemi, eseguire le 4 operazioni, affrontare i primi concetti geometrici. Ogni obiettivo viene perseguito in modo efficace, separando ciò che è strategico, come il calcolo mentale, da ciò che è solo procedura.
Un programma denso di stimoli come piace ai bambini.
Un approccio innovativo che recepisce il desiderio di conoscere e la curiosità senza fine dei bambini. Il libro offre sguardi panoramici così da creare fascino e passione, per poi zumare nel dettaglio delle esperienze personali.
I volumi e la Guida sono disponibili anche in formato digitale, con materiali e risorse aggiuntive.