Francesco d’Assisi. Una nuova biografia, di Augustine Thompson O.P.

Page 9

10

Introduzione

prese il titolo del suo film. La Preghiera della pace è moderna e anonima, fu scritta originariamente in francese e data al 1912 circa, quando fu pubblicata in un piccolo periodico spirituale francese, “La Clochette”. Per quanto nobili possano essere i sentimenti ivi espressi, Francesco non potrebbe avere scritto un pezzo del genere, incentrato com’è sul soggetto in prima persona, con la sua costante ripetizione dei pronomi “io” e “me”, mentre le parole “Dio” e “Gesù” non compaiono nemmeno una volta. C’è anche un buon numero di altre storie che qui non si troveranno, la più famosa delle quali è forse “Francesco e il Lupo di Gubbio”. E nemmeno comparirà il presunto incontro con san Domenico, un’omissione che disturba moltissimo alcuni miei confratelli domenicani che hanno letto le bozze o hanno discusso con me quest’opera. Ognuno di noi ha il suo “Francesco”. Nel mio lavoro storiografico, evito di solito di suggerire che cosa il passato dovrebbe significare per i lettori moderni. Ma, poiché molti mi hanno chiesto che cosa ho imparato da Francesco, farò alcuni cenni su che cosa mi ha insegnato come cattolico. Sono certo che egli insegnerà a ciascun lettore qualcosa di particolare, perciò queste riflessioni sono soltanto mie personali. In primo luogo, mi ha insegnato che l’amore di Dio è qualcosa che trasforma l’anima e fare il bene per il prossimo ha origine da questo, non è semplicemente un fare il bene al prossimo. Francesco era più per l’essere che per il fare. E il prossimo che il cristiano serve deve essere amato per se stesso, non importa quanto sia indegno di amore, non perché possiamo cambiarlo con le nostre buone opere. In secondo luogo, piuttosto che una chiamata a compiere una missione, un programma o un’idea, la vocazione religiosa riguarda un cambiamento nella percezione che si ha di Dio e della creazione. Soprattutto, non ha nulla a che fare col successo, personale o collettivo, che è qualcosa che Francesco schivò sempre. In terzo luogo, la vera libertà dello spirito, anzi la vera libertà cristiana, nasce dall’obbedienza, non dall’autonomia. E come Francesco mostrò molte volte con le sue azioni, l’obbedienza non è un’astrazione, ma implica una concreta sottomissione alla volontà di un altro. Libertà significa diventare “schiavo di tutti”. Infine – e spero che questo sovverta tutto quello che ho appena scritto – non ci sono strade predefinite e chiare verso la santità cristiana.


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.