Il vento porta farfalle o neve

Page 19

17

Me ne stavo a casa, a leggere e a riflettere su quanto fosse strana l’esistenza, che ti costringe a vivere in un posto che non è tuo. Cominciai a maturare l’idea di sparire, di partire all’avventura verso il Nord, fino in Finlandia se necessario. Ma non ne ebbi il coraggio. Intanto mio padre provava a distruggermi il cervello con i suoi discorsetti sul rispetto e su come guadagnarselo. Io non ne sentivo il bisogno, avevo appena finito di leggere Aspetta primavera, Bandini e l’impressione fu che John Fante mi avesse rispettato totalmente e senza chiedere nulla in cambio. Tutto sommato, mio padre è stato l’unico punto di riferimento che ho avuto, nonostante i suoi modi di fare e il suo continuo sfogarsi contro la mia schiena. Non volevo diventare come lui, detestavo la sua scelta di vita, ma allo stesso tempo temevo di deluderlo, confermando la sua certezza: non sarei mai diventato il figlio che avrebbe voluto. «Stai sempre a leggere ‘sti cazzo di libri, ma che uomo sei? Ma come vuoi crescere? Se continui così tu avrai paura di tutti e nessuno di te!» urlava. Non mi permise di andare al liceo. Smise di darmi i soldi perché li spendevo solo per i libri, non solo romanzi, ma anche testi di storia e geografia astronomica. Ne avevo talmente tanti che non sapevo dove metterli. Finirono per occupare il pavimento, disposti in pile disordinate e colorate. E io finii per rubarli dalla biblioteca comunale. Toglievo il filo magnetico inserito tra le pagine centrali e infilavo il libro nei jeans. Un giorno mio padre minacciò di bruciarmeli tutti. Avevo vent’anni ma ebbi paura come un bambino. Quella stessa


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.