Il dottor Pier Luigi Rosetti, responsabile del comitato provinciale della Croce Rossa Italiana, a fianco della “storica” barella, conservata presso la sede in viale Roma.
feriti e dei malati all’ospedale. Era
in funzione una barella montata su ruote e dotata di cupolino impermeabile a soffietto (oggi conservata presso la sede della Croce Rossa Italiana di Forlì, in Viale Roma) che i volontari spingevano a mano e all’occorrenza si facevano largo nelle strade principali aiutandosi con una tromba. Quello stesso mezzo poteva essere utilizzato sia per trasportare un malato contagioso, sia, successivamente, magari una persona sana ma impedita nel camminare da una frattura. L’avvento del fascismo non interferì con l’avvio dell’attività del sodalizio e col suo consolidamento. Il 1° luglio 1923 fu inaugurato il vessillo dell’Associazione, un evento per Forlì. La cerimonia si svolse al Teatro Comunale facendo registrare una significativa presenza di cittadini, i quali, avendo visitato in precedenza i locali della sede (posti in Piazzetta XC Pacifici, a fianco della Torre Civica), espressero ammirazione per l’organizzazione, le autoambulanze, i materiali di medicazione e da campo. In quell’occasione il presidente Solieri sostenne che il vessillo affida-
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to sarebbe stato “gelosamente custodito ed innalzato sempre dove ci sia opera di pietà da compiere, dove ci siano da sollevare sofferenze degli uomini… l’opera pietosa ed umanitaria, ovunque e a beneficio di tutti prestata, sarà oltre che sollievo a sofferenza, a dolori, a sciagure, un mezzo efficace per ingentilire gli animi e per unirli”. A conclusione della cerimonia fu assegnata a Solieri una medaglia d’oro per le benemerenze acquisite nel campo dell’assistenza sanitaria. Come riportato nel volume La Croce Rossa a Forlì - Il cammino dell’idea di Henry Dussant, a cura di Maurizio e Salvatore Gioiello e Lieto Zimbelli, edito nel 2006 dal Comitato Provinciale della Croce Rossa forlivese: “L’amore e la riconoscenza dei confronti di ‘Dam una man’ andarono via via intensificandosi (fu un crescendo di consensi che non si interruppe mai) facendo dell’Istituzione una parte viva della città. La prima iniziativa di istruzione al Pronto Soccorso raccolse partecipanti anche fra gli operai; ad esempio la dirigenza della Società
Bonavita concesse ad un gruppo di dipendenti di entrare a far parte dei volontari della Pubblica Assistenza autorizzandoli a frequentare le lezioni e retribuendo loro le ore impiegate nel disimpegno del servizio. La campagna promossa nel 1925 per l’adesione all’Associazione delle famiglie coloniche del forlivese dette esiti importanti e vide i maggiori proprietari (Angelo Masini, Ercole Gaddi Pepoli, Vincenzo Antolini Ossi) iscrivervi i loro contadini, mentre la Congregazione di Carità e il Comune di Forlì favorirono l’adesione in massa dei coloni dipendenti. Nel 1930 ‘Dam una man’ venne eretta in ente morale con regio decreto del 17 ottobre, n° 1603; il Prefetto ne nominò amministratori il professor Sante Solieri, gli avvocati Piero Bassetti e Vittorio Fussi, il dottor Aurelio Ercolani, il conte Paolo Maria Guarini”. Una storia che continua sotto i colori della Croce Rossa Italiana, Comitato Provinciale, che negli ultimi
vent’anni ha avuto come responsabili il dottor Fabio Martines, il generale Vito Foggetti, attualmente il dottor Pier Luigi Rosetti. IN