A fianco Pietro Fabris premia il campione di ciclismo Francesco Moser.
Sotto da sinistra Nel 1995 il commovente incontro con i discendenti dei veneti immigrati a Nova Bassano in Brasile. Un momento della Festa degli anziani nel 2014.
Sopra dall’alto in basso Nel 1968 l’on. Mariano Rumor e il ministro Lorenzo Natali visitano il Quartiere XXV Aprile a Bassano. Lo stesso anno il ministro della Pubblica istruzione Luigi Gui ha visitato il nuovo Centro Studi a Santa Croce di Bassano.
LA POLITICA Studio, lavoro e politica un impegno senza limiti Pietro Fabris era, per antonomasia, il Senatore! Così, nella semplicità, era conosciuto da tutti e in tutto quel territorio che un altro illustre e indimenticato concittadino - Luigi Agnolin aveva avuto la felice intuizione di appellare “la Repubblica di Bassano”. Il Senato è stata la
sua casa per un considerevole lasso di tempo, ma anche ben altre sedi istituzionali lo hanno visto autorevole e stimato protagonista. Nasce a Bassano del Grappa il 16 novembre 1934 - da una famiglia dichiarata, con orgoglio, di origine operaia - e vive l’intera giovinezza militando nell’associazionismo cattolico, nel quale ricerca e coltiva i valori dell’umanesimo cristiano - di cui sarà pienamente impregnata tutta la sua vita - perseguendo una formazione funzionale ad abbracciare, fin da subito, l’impegno sociale e la militanza politica nel gruppo giovanile della Democrazia cristiana. Studente brillante, consegue il diploma di ragioniere con immediato impiego nell’impresa Pozzobon, importante azienda bassanese, della quale diventerà un ascoltato e strategico dirigente e dove maturerà competenza ed esperienza nel campo dei lavori pubblici e della sicurezza ambientale. Dimostrava passione, pragmatismo ed intraprendenza, doti da consegnare anche all’impegno amministrativo cittadino, preminentemente sollecitato dall’abate mons. Dal Maso. Non si sottrae alla sua chiamata e a 26 anni viene eletto consigliere comunale, con successiva nomina ad assessore “alla circolazione e assistenza”, referato, quest’ultimo, deputato alla “distribuzione ai poveri di aiuti immediati”. Siamo agli inizi degli anni ’60 e le ferite dell’ultima guerra sono lungi dall’essere rimarginate, ponendo la sua giovanile sensibilità a confrontarsi con gli squilibri di una società in veloce trasformazione economica ma, nel contempo, ancora piagata da molte sacche di manifesta povertà. Nel frattempo, l’amore per Rosella culmina nel matrimonio, celebrato nell’anno 1962. È la creazione di una famiglia “costruita sulla roccia”, allietata dalla nascita dì quattro figli (Elena, Antonella, Francesca e Luigi) ai quali regalerà attenzioni, cura, insegnamento e testimonianza e che sarà protetto luogo di sollievo dopo faticose giornate, solido rifugio per condividere gioie e problemi della vita e coltivare le grandi passioni per i libri, i film e la musica. Una famiglia e una casa accoglienti per gli amici e sempre aperta ai tanti che busseranno
per uno scambio di opinioni, un consiglio, un piacere, un aiuto. Alla guida di Bassano Nella successiva giunta, ricopre l’incarico di assessore ai lavori pubblici e il 14 dicembre 1967, a seguito delle dimissioni del sindaco Pietro Roversi, assume l’incarico di guidare la città fino al luglio 1975. Questi sette anni di attività diventeranno il trampolino per incanalare la sua vita lungo il solco di un duraturo impegno politico-amministrativo, ben oltre l’ambito di azione locale. Il piglio, con cui si presenta, è di nuovo conio! Dopo gli anni del tumultuoso sviluppo, lasciato alla caotica casualità, anche Bassano abbisognava di una nuova progettualità territoriale che regolasse i disegni futuri. Avvertita la necessità di non derogare oltre, coinvolge i collaboratori e la struttura comunale nell’elaborazione di un piano interventi strategici, finalizzati ad immaginare lo sviluppo della città nei successivi venti anni. Vede, così, la luce il piano regolatore urbanistico (una delle prime città del Veneto), con l’ipotesi annessa della grande viabilità esterna, per collegare alle principali vie di accesso in città, nonché la costruzione della rete fognaria,
partendo, diversamente da altre realtà similmente strutturate, dal centro storico. Come dimenticare, poi, il Parco e il monumento ai “Ragazzi del ’99” da lui fortemente voluti in risposta al desiderio che questa associazione combattentistica aveva manifestato a livello nazionale (com’era orgoglioso del titolo di “Ragazzo del ’99 ad honorem”!). Nell’ambito scolastico sollecita le istituzioni deputate all’edilizia di condividere la costruzione di una “cittadella degli studi”, dove assemblare gli istituti di grado superiore (destinati a soddisfare la domanda di un hinterland vasto) concentrando e ottimizzando così la contestuale rete dei servizi, soprattutto di ordine logistico e viario. Analogamente mette mani alla progettazione per dotare la sanità locale di un ospedale moderno e avvia l’innovativa stagione dei gemellaggi con città continentali, sulla scia degli eventi annualmente promossi, per educare i cittadini ai valori dell’europeismo. Dalla crisi delle Smalterie all’ingresso in Regione Non mancano però, le “grane” quale la vicenda, contrastata e piena di tensione, della crisi e della salvaguardia occupazionale dei
Sopra da sinistra Cerimonia a Cima Grappa nel 1968. In occasione del restauro del Ponte nel 1969 il presidente del Consiglio Mariano Rumor ricevuto dal sindaco Pietro Fabris.
Sotto, dall’alto verso il basso In piazza Libertà si svolge la manifestazione nazionale dei Ragazzi del ’99, il 14 giugno 1972. Il sindaco Pietro Fabris firma la pergamena nella cerimonia di posa della prima pietra del monumento dedicato ai Ragazzi del ’99 nel 1972 con il ministro Mariano Rumor.
36
Il sindaco Fabris con la sua giunta nel 1972. In alto a sinistra Favero, Fabris e il segretario comunale a destra. Sotto da sinistra, Antonio Basso, Giovanni Scalco, Tullio Cenere e Carlo Bianchin.
1300 dipendenti delle Smalterie Metallurgiche Venete, nata nel clima turbolento dell’autunno caldo del ’68 e protrattasi oltre il 1975, prima di essere incanalata in una soluzione affidabile e stabile. Spende il meglio di sé, in chiave di rapporti istituzionali, al fine di garantire alle maestranze salvaguardia salariale, mediante gli ammortizzatori sociali del tempo e batte tutte le strade alla ricerca di un nuovo gruppo industriale che sostituisca la vecchia proprietà teutonica. Un lavoro, il suo, indefesso, di raccordo e di mediazione fra le parti in causa, proveniente da una spiccata sensibilità sociale e relazionale ma, pure, affettiva: il papà era stato dipendente delle Smalterie. La notorietà e il giudizio largamente positivo sul suo operato si radicano nella comunità (nel 1968 diviene Commendatore) e nel partito della Democrazia cristiana, che lo propone alla candidatura del Consiglio regionale del Veneto, nelle elezioni del 1975, in sostituzione dell’ing. Giuseppe Bottecchia, stimato tecnico
e professionista eletto rappresentante del territorio, nella prima legislatura regionale. Nel momento in cui lascia la carica di sindaco, Pietro Fabris si porta appresso il desiderio di promuovere e di dare alle stampe una voluminosa “Storia della Città di Bassano”, che verrà edita, nel 1980, ad opera di un fondativo comitato di cui è stato per molti anni anima creativa, tanto da diventare Presidente del Comitato Storia di Bassano per promuovere altre e diverse iniziative editoriali riguardanti storia, costumi, opere, personaggi e cultura del territorio bassanese; l’opera conclusiva della sua presidenza è senz’altro Storia di Bassano del Grappa in tre tomi con l’apporto del Comune di Bassano del Grappa, la Pro Bassano e di oltre 50 esperti tra esperti e storici. Per l’attività svolta dal Comitato per la Storia di Bassano in qualità di presidente riceverà dal sindaco Giampaolo Bizzotto il premio “San Bassiano”. Fabris approda in Consiglio Regionale, forte
37
Nel 1975 il presidente della Camera Sandro Pertini a Bassano, accolto dal sindaco Fabris.
38 di un bagaglio di esperienze solide e realizzative. Ha un carattere gioviale, aperto, disponibile e soprattutto pratico: non si culla dell’apparire, né coltiva fronzoli! Assessore ai trasporti La sua elezione, nella seconda legislatura regionale, giunge nel momento più appropriato, visto che il presidente - Angelo Tomelleri “badava alla prosa della realtà, lasciando da parte la poesia”. Così, dopo due anni di ambientamento - l’8 luglio 1977 - entra in giunta con l’incarico di assessore ai trasporti, referato che si attaglia perfettamente al Programma Regionale di Sviluppo (PRS), nella parte in cui proclama il “Veneto terra di relazioni”. Con questa delega - come primo atto - doveva dar corso all’applicazione della legge sulla pubblicizzazione del trasporto regionale, recentemente approvata, con le rituali proteste e gli immancabili ostacoli frapposti dai titolari delle
aziende private. Gli viene in aiuto - come da lui stesso ricordato - “l’esperienza maturata, soprattutto nel confronto avvenuto con le rappresentanze sindacali in occasione della vicenda delle Smalterie in liquidazione”. “L’integrazione dei porti dell’Alto Adriatico, il completo sfruttamento delle strutture portuali veneziane per raccogliere i traffici provenienti dal centro Europa e diretti verso i mercati del Medio ed Estremo Oriente, unitamente al pensiero rivolto allo sviluppo di collegamenti ferroviari e stradali verso nord, rispondenti alle attese degli operatori economici e turistici” sono fra i principali obiettivi alla base della creazione della comunità di lavoro Alpe Adria, voluta nel 1978 dal Veneto in collaborazione con il Friuli, successivamente il Trentino Alto Adige e altre regioni confinanti di Austria, Germania, Slovenia e Croazia, allora territori della Jugoslavia. L’iniziativa, peraltro, assumeva lo scopo di
Il 17 dicembre 1972 si svolge l’annuale relazione alla città del sindaco.
frenare un analogo strumento di cooperazione posto in atto da altre Regioni della parte alpina centrale, per la costruzione di un traforo che mettesse in comunicazione la Lombardia con la Baviera, arrecando al Veneto l’inimmaginabile e pregiudizievole declassamento del valico del Brennero, nonché l’archiviazione del possibile progetto della Venezia Monaco. Il presidente Tomelleri - non solo per competenza assessorile - gli assegna l’incarico di seguire, in sua vece, le complesse procedure di dare avvio all’innovativo progetto di “politica estera” che troverà consolidato e rinnovato geopolitico slancio nella successiva legislatura guidata da Carlo Bernini con, sempre a fianco, Pietro Fabris. Saranno, quelli, gli anni in cui Alpe Adria diventerà un simbolo anticipatore della costruzione di una Europa delle regioni, provocatoriamente ma realmente messa in incubatoio ai confini della divisione in aree di influenza del mondo di allora.
Pilastro della Dc L’intero arco di tempo che abbraccia gli anni ’80, rappresenta la parte matura e profittevole della sua vita politica. Nelle successive elezioni regionali del 1980 e 1985 accresce il consenso personale e aumenta l’influenza all’interno della Democrazia cristiana, quale interlocutore cercato ed ascoltato dai vertici del partito, nonché riferimento e leader dell’area territoriale combaciante con l’ambito del collegio senatoriale di Bassano. Sono gli anni di piena e feconda maturità, nei quali profonde ogni energia e tutto se stesso nella dedizione alle istituzioni, all’elettorato e all’intera comunità. È ovunque e dappertutto nel dare seguito ad ogni invito, incontrando amministratori e gente comune, associazioni e comitati, in perenne ascolto e dialogo suggerendo e trovando soluzioni ai problemi che non mancano. Ha doti di paziente mediatore apprezzate dalle stesse forze di opposizione, senza mai sconfinare nell’ambiguità di un indefinito consociativismo, così come dimostra equilibrio nel disinnescare tensioni attraverso il pragmatismo che lo caratterizza e una larga dose di bonomìa: sa, però, puntare i piedi quando incappa nella melina inconcludente o riscontra l’oltrepassare il limite della decenza. È assessore all’urbanistica e all’ambiente nel periodo ’80-’85 e, nella tornata successiva, fino al 1987, data in cui entra a Palazzo Madama, alla tutela e salvaguardia ambientale aggiunge la competenza di cave e torbiere. Al rigore normativo, accompagna il pragmatismo della politica, come emerge nella L.R. 5 marzo 1985, n. 24, approvata con l’intento di favorire nuove costruzioni e/o ampliamento dell’esistente per i famigliari conduttori o che partecipavano - a diverso titolo - alle attività agricole. Il meglio della sua cultura urbanistica si manifesta nella innovativa legge 27 giugno 1985 n. 61 “Norme per l’assetto e l’uso del territorio” che interviene, in modo organico, nella gestione del medesimo attraverso tre livelli di pianificazione: piano territoriale regionale di coordinamento (Ptrc), piano territoriale di coordinamento provinciale (PTCP) e piano regolatore regionale
39
nel bilancio regionale, per dotare i comuni del Veneto di depuratori per acque reflue, al fine di far rientrare lo scarico nei parametri di norma. Di quegli anni vanno ricordati il lavoro e il ruolo profusi nella veste di Presidente della commissione di salvaguardia di Venezia, come la dotazione della Carta Tecnica Regionale nella scala di 5000 e 10000 per tutto il territorio veneto. In questo periodo è stato nel Comitato promotore e organizzatore nonché nel Comitato d’onore quale senatore della Repubblica per la grande mostra su “Jacopo Bassano” che si è tenuta al Museo Civico di Bassano, che tanto amava, dal 5 settembre 1992 al 6 dicembre 1992 per poi essere trasferita al Kimbell Art Museum di Forth Worth in Texas dal 23 gennaio 1993 al 25 aprile dello stesso anno e che ha avuto un lusinghiero successo di critica e pubblico (oltre 150.000 visitatori tra i due eventi).
Dall’alto verso il basso L’incontro tra le delegazioni di Alpe Adria nel 1982. Nel 1984 Pietro Fabris con il presidente del Senato Francesco Cossiga, l’ass. Luigi D’Agrò e il sindaco Antonio Basso.
(Prg), laddove i primi due costituiscono il complesso di direttive, prescrizioni e vincoli, propedeutici alla redazione dei singoli piani regolatori. Nondimeno, in materia ambientale, spinge per dare un forte impulso all’applicazione della L. 319 del maggio 1976 (legge Merli), sollecitando importanti stanziamenti
Al fianco di Scalfaro La stagione parlamentare di Pietro Fabris iniziata nel 1987, con l’elezione a senatore nel collegio di Bassano - precedente seggio di Antonio Bisaglia - si conclude nel maggio ’96 al termine della XII legislatura. Sarà un periodo politico caratterizzato da una imprevedibile discontinuità con il passato, dettata dalla fine dei partiti nati nel primo dopoguerra, periodo da lui vissuto con profonda amarezza per le vicende di tangentopoli, che videro coinvolte persone a lui care, con senso di smarrimento per la scomparsa della Democrazia cristiana, partito a cui aveva aderito in gioventù e seguito oltre i titoli di coda. Ciò nondimeno, carica emozionale, passione civile e senso del dovere non vengono scalfiti, e la sua competenza e laborioso impegno sono dispensati in ogni tavolo di lavoro: nella Commissione territorio ed ambiente ed in quella di indagine sul terremoto di Basilicata e Campania - presieduta da Oscar Luigi Scalfaro con segretario Settimo Gottardo - nella X legislatura e nell’XI, in qualità di vice presidente della commissione trasporti e quale componente della “Commissione speciale per le questioni regionali”. Inoltre, risulta relatore di vari disegni di legge, fra i
Sotto da sinistra verso destra Pietro Fabris a un incontro del 1985 tra le Regioni del Veneto e della Baviera. Il 15 giugno 1984 si chiude la campagna elettorale della Democrazia cristiana. Con Pietro Fabris, Giuseppe Zuech, Antonio Bisaglia, Franco Borgo e Giuseppe Saretta.
A fianco Pietro Fabris col ministro Tina Anselmi e il sindaco Antonio Basso nel 1985.
quali quelli concernenti “Parchi ed aree protette” “Interventi per la salvaguardia di Venezia” e “Rifinanziamento per la ricostruzione del Friuli”. Pietro Fabris esprimeva, sempre e dovunque, il suo pensiero con una prosa priva di presunzione e un atteggiamento di consapevolezza.
Nei suoi discorsi - quasi mai - mancava l’intercalare “in sostanza”: un invito pressante a badare al sodo! Conclusa l’attività istituzionale pubblica, il senatore non ha mai smesso di essere una persona pubblica rendendosi, in altre forme, disponibile a favore dei mondi che più gli sta-
Il ministro degli esteri Giulio Andreotti con Pietro Fabris e l’onorevole Giuseppe Saretta nel 1987.
vano a cuore. Accetta, di buon grado, la presidenza delle Case di Riposo cittadine e le diapositive dei suoi tanti viaggi diventano occasione di pomeridiano svago per gli anziani ospiti, tutti conosciuti per nome e che godranno continuativamente della sua presenza, anche dopo aver lasciato l’incarico. Durante l’amministrazione del sindaco Cimatti ha ricevuto il premio “San Bassiano” come riconoscimento della sua importante e preziosa attività per la città. Come non ricordare il prezioso e fattivo contributo fino all’ultimo, in qualità di presidente onorario, nell’Anffas cittadino, nel direttivo della associazione dei consiglieri regionali, in tante altre innumerevoli realtà di volontariato. Infatti, fra i molti ancoraggi della sua vita, la fede è stata una preziosa e indissolubile compagna! Pietro Fabris ha vissuto e interpretato diversi ruoli nella sua laboriosa e feconda esistenza: la figura che emerge racconta di un attore protagonista immedesimato nel ruolo, mai
con improvvisazione, ma con profonda umanità, sostenuta da una convinzione valoriale, intimamente non negoziabile. L’affetto dei bassanesi La moltitudine di persone che lo ha accompagnato nel suo ultimo viaggio offre il segno della riconoscenza e dell’affetto per aver vissuto ed amato la propria terra, in piena sintonia con lo spirito della comunità, valorizzandone sentimento, identità e rappresentanza. “Piero Fabris era una vera persona perbene”! Epitaffio che riecheggia nel cuore dei tanti che l’hanno conosciuto, avendoci lasciato il 3 ottobre 2022 - giorno indicato come il “Transito di San Francesco” - Lui, terziario francescano, che aveva fatto dell’osservanza alla regola del frate di Assisi San Francesco modo ed esempio sommessi di vita. Luigi D’Agrò
Otto voti inaspettati Cosa si può dire di un uomo come Piero Fabris quando ti chiedono di ricordarlo con le parole dopo che è mancato. Scavi nei ricordi, rivedi anni di cronaca politica, cerchi le parole giuste e alla fine, usandone una delle sue più emblematiche non ti resta che dire: «Bene! Piero Fabris era... Piero Fabris!». Se lo hai conosciuto dovresti leggere quello che ha fatto durante i tanti anni di sindaco, assessore regionale, senatore, presidente di enti benefici. Ma nella cronaca che non è ancora storia perderesti la parte più importante di Piero, perderesti l’Uomo Piero Fabris, perché quello lo puoi trovare solo nel suo essere parte di una città, sostanza di un uomo umile e onesto, esempio nobile di marito e padre. Perderesti la sua quotidiana messa, con la sua famiglia. E io perderei la sua consolazione quando ho perso mia moglie. Ecco! Pensando a lui mi sembrano così povere le inventate rivalità politiche tra le cor-
renti della Democrazia cristiana come i buoni fossero solo da una parte e i cattivi dall’altra. Aveva sì una visione concreta dei problemi da risolvere, ma alla fine tornava là da dove era partito: la gente, la fonte del suo impegno. Mi rendo conto che non sto dicendo cose importanti del capitolo “Fabris politico”. Ecco penso che a differenza dei politici di adesso, Piero era la sintesi di ciò che la politica con la P maiuscola dovrebbe rappresentare: servizio. Perché questo era il succo della sua azione, senza chiedere lo scambio, senza l’esibizione delle tessere e senza l’esposizione delle medaglie. Ci siamo incrociati poche volte a Roma perché ci siamo stati in periodi diversi e abbiamo lavorato in commissioni diverse, ma sui temi che interessavano il nostro territorio era prodigo di suggerimenti e consigli. In particolare per la realizzazione dell’ospedale di Bassano si complimentò con me durante la finanziaria dell’88 perché inserimmo un emendamento
Pietro Fabris con l’on. Giuseppe Saretta, Giovanni Bottecchia (seduto), il primo ministro Giovanni Goria e il sindaco Gianni Tasca.
Visita alla centrale dell’impianto di depurazione di San Lazzaro con l’on. Giuseppe Saretta, l’on. Primo Silvestri, il sindaco Gianni Tasca, l’europarlamentare Francesco Guidolin.
che facilitava i finanziamenti per l’ospedale San Bassiano. Ma è un piccolo, insignificante di per sé fatto quello che potremmo iscrivere sorridendo nella cronaca politica del tempo. Io, di Forze nuove, lui doroteo, ci si confrontava senza esclusione di colpi durante i congressi. Una sera ci incontrammo in una sezione dell’altopiano di Asiago dove Forze nuove non prendeva nemmeno un voto. Mi vide e io gli dissi: «Scusa Piero, so che non prenderò nemmeno un voto... Ma devo testimonianza». Mi sorrise e dopo il mio intervento si congratulò commentando: «Qualche voto lo meriteresti però».
Allo scrutinio con sorpresa la mia lista conseguì un risultato inaspettato: otto voti. Mi sono sempre chiesto chi fossero. Io non lo so, ma Piero sì. Ci sono uomini che lasciano lungo il loro percorso impronte sulla sabbia che la prima marea porta via. E ci sono uomini che lasciano impronte fossili lungo il loro cammino e nel cuore della loro città. Ciao Piero, Illustre Bassanese! Giuseppe Saretta
IL SOCIALE Attenzione ed affetto La nomina di Pietro Fabris a presidente, all’inizio del 2000, avviene nel pieno del primo grande cantiere di ristrutturazione della Casa di riposo, che interessa tre piani su quattro della principale residenza di vicolo Ca’ Rezzonico, avviata non senza difficoltà ma con tenacia, dalla precedente amministrazione di Mario Milani, all’interno di un programma di adeguamenti strutturali da estendere agli altri edifici e soprattutto da finanziare completamente. Fin dalla prima seduta di insediamento, il 13
marzo 2000, Fabris assume tutte le responsabilità del nuovo incarico e definisce gli obiettivi da realizzare cogliendo il difficile momento di passaggio per le case di riposo, dovuto al fatto che la richiesta di ingresso è sempre più destinata a chi non è più in grado di svolgere autonomamente le azioni della vita quotidiana, con necessità di cura per motivi di salute e privo di assistenza famigliare. Le qualità personali unite ad una indiscutibile esperienza in campo politico ed amministrativo lo portano a riaffermare frequentemente la necessità di impegno non semplice, ma indispensabile per riportare la Casa di riposo al centro dell’attenzione cittadina per far ritro-
Il ministro Costante Degan in visita al nuovo ospedale in costruzione a Santa Croce.
Nel 1975 la cerimonia d’inaugurazione dell’ampliamento della Casa di Riposo Sturm.
vare la sensibilità di sentirla propria e per recuperare lo spirito di solidarietà dei bassanesi che l’avevano fatta nascere nel 1843. Ad un mese dall’insediamento, Fabris comunica al Consiglio l’assegnazione di un miliardo di lire riconosciuto dalla Regione Veneto per il completamento della ristrutturazione di tutti i piani della residenza di vicolo Ca’ Rezzonico, interessata ai lavori. È il primo segnale di quello che sarà per tutti gli anni a venire una costante caratteristica del presidente Fabris nella sua azione di governo: obiettivi chiari, azioni tempestive, motivazioni precise, canali istituzionali affidabili da seguire, procedimenti ed esecuzioni rapide. È evidente che lo stile personale fatto di attenzione, ascolto e cordialità tipiche della sua persona si accompagna alla chiarezza di programmi da seguire senza trascurare nessuna componente della variegata e complessa galassia del mondo della Casa di riposo coltivando tutte le relazioni utili a migliorarla. La relazione con gli utenti anziani è un impegno pressoché quotidiano fatto di saluto ad ogni inizio giornata, all’arrivo in sede o a Villa Serena, con stretta di mano a chi incontra e chiedendo notizie sulla notte trascorsa e sulla salute. Ricordava infatti con orgoglio di
conoscere buona parte degli ospiti, chiamandoli spesso per nome, e che, da alcuni, veniva ancora chiamato Sindaco avendolo conosciuto in quell’incarico. Un osservatore esterno avrebbe potuto considerare questa una forzatura tipica del politico, ma Fabris non aveva bisogno né di riconoscimenti né di voti ed era evidente che questa sua abitudine era il desiderio di un contatto diretto utile a motivare ulteriormente impegno e responsabilità personale. Ricordava spesso a chi lo voleva politicamente dalla propria parte che gli anziani non avevano colorazione politica e che con questo suo ruolo intendeva avere l’aiuto di tutti per fare esclusivamente gli interessi della casa di riposo. L’istituzione della rappresentanza dei famigliari è un ulteriore passo per definire con maggior chiarezza obiettivi e valutare i risultati, anche attraverso la distribuzione dei questionari di gradimento dei servizi utili a misurare il livello di soddisfazione, come previsto anche dalle regole di Certificazione acquisita. Anche il volontariato viene valorizzato e ringraziato per la collaborazione quotidiana fatta di presenze distribuite in tutte le sedi. Fabris pensa anche ad una giornata di gratitudine de-
dicata a loro nel giorno di San Bassiano che diventerà appuntamento annuale anche per le successive Amministrazioni. Lui stesso si sente volontario, presentando ogni venerdì a Villa Serena, anche dopo la cessazione dell’incarico, ad un gruppo fedele di ospiti, le diapositive scattate nei molti viaggi da lui intrapresi. La relazione con il personale è fatta di contatti sia formali che informali. Con il Sindacato interno il dialogo è a volte aspro e duro, ma sempre rispettoso, non si interrompe mai. Fabris non ha problemi nel riconoscere l’importanza di personale motivato per garantire qualità elevata e diffusa in tutti i servizi. Non tutte le richieste, specialmente economiche, possono essere accordate e l’indefinita identità giuridica dell’Ipab non agevola sempre le applicazioni contrattuali. Valorizzazione del personale La linea di valorizzazione del personale resta comunque la preoccupazione costante, nella consapevolezza che senza di esso lo scadimento nella qualità delle prestazioni è inevitabile. Una nuova visione organizzativa non può prescindere dalla riqualificazione di figure interne, dalla valorizzazione delle funzioni di coordinamento dei servizi per migliorarne le interconnessioni, dal potenziamento della formazione, specialmente sul piano dei bisogni emergenti di assistenza alla popolazione anziana non autosufficiente quali stati vegetativi, Sla, demenze senili... A questo proposito diventano preziosi i canali di collegamento creati con l’Ulss anche attraverso il convenzionamento con figure sanitarie di supporto alle prestazioni assistenziali. Uno stile dialogante aiuta a ricomporre tensioni e contestazioni, specialmente sulla pre-
senza di personale di cooperativa, che rischia di deteriorare fortemente i rapporti. Dal personale amministrativo si desidera una progettualità che superi una stretta visione di adempimenti burocratici. Attiva anche con loro un incontro annuale a metà gennaio di ogni anno con relazione programmatica e pranzo offerto di tasca propria. La relazione con le istituzioni costante e positiva è vitale nei rapporti sia autorizzativi che di controllo, oltreché per l’attivazione di finanziamenti importanti. Non si contano i viaggi a Venezia o a Roma per perfezionare programmi e definire percorsi. Il presidente e tutti gli assessori al sociale della Regione, invitati, vengono in visita alla Casa di riposo. Con il sindaco di Bassano c’è un filo diretto, del resto non può essere altrimenti data l’importanza di definire le competenze per le manutenzioni di Villa Serena aggiornandone la convenzione che ne regola i rapporti e realizzando gli adeguamenti. Anche con la Fondazione della Cassa di Risparmio di Verona Vicenza Belluno ed Ancona c’è un canale di collegamento ininterrotto: questo consentirà di acquisire finanziamenti fondamentali a fondo perduto per il completamento dell’intera ristrutturazione di tutti i fabbricati di Vicolo Ca’ Rezzonico. Insieme agli anziani L’associazione degli alpini è una presenza fissa specialmente per allietare i pomeriggi di festa con canti e grigliate oltre che per interventi di manutenzione degli spazi esterni. Aiuti arrivano anche dai gruppi Lions e Rotary Castelli. Con quest’ultimo in particolare sarà avviato un concorso di idee fra architetti per raccogliere proposte di adeguamento alle
Sopra, da sinistra a destra Il 26 maggio 1975 la posa della prima pietra della Casa di riposo Onpi con il ministro Mario Toros. Il vescovo di Vicenza Pietro Nonis in visita a Villa Serena a Bassano.
47
Pietro Fabris e l’assessore ai servizi sociali Dario Bernardi alla consegna del diploma ai volontari ospedalieri nel 2003.
48 nuove necessità degli anziani della sede di Villa Serena, strutturalmente pensata in origine per anziani autonomi. Vince uno studio di Torino e tutti i 16 progetti partecipanti al concorso saranno esposti a palazzo Bonaguro per essere resi noti alla città. Tutto questo lavoro di tessitura costante di relazioni produce un rinnovamento complessivo del patrimonio immobiliare che, assistito da finanziamenti adeguati, consente, oltre che di completare l’edificio oggi denominato Pazzaglia, anche di realizzare la completa ristrutturazione dell’ormai obsoleto Pensionato Sturm per proseguire poi con il completo rifacimento della parte centrale oggi intitolata ad Antonio Basso. Gli impianti tecnologici saranno aggiornati attraverso la nuova realizzazione della centrale termica in vicolo Ca’ Rezzonico e a Villa Serena, la dotazione di arredamenti sarà rinnovata, i locali guardaroba-lavanderia saranno
potenziati, sarà realizzato il nuovo parcheggio adiacente alla sede di vicolo Ca’ Rezzonico. Complessivamente i posti dell’Isacc diventeranno tra Villa Serena e vicolo Ca’ Rezzonico oltre 440. Ma non è l’elenco delle cose fatte che valorizza il periodo della gestione del presidente Fabris che durerà fino al settembre 2009. Durante quel periodo è prevalso uno stile, un metodo di lavoro, rappresentato da una personalità esperta, sensibile e determinata in grado di ascoltare i suggerimenti, di riconoscere i bisogni e di tradurli in pratica con instancabile lavoro di cucitura fra tutte le componenti di ogni progetto sostenuto dalla personale sensibilità ed idealità riconducibili a valori di riferimento solidi, convinti e praticati e mantenendo sempre la città vicina alla casa degli anziani. Antonio Frison direttore dell’Isacc dal 1985 al 2018
Pietro Fabris intrattiene gli anziani ospiti della Casa di riposo nel 2005.
49 Accanto ai più deboli Ripercorre la storia di amicizia, affetto e dedizione di Piero Fabris per la nostra Associazione, nata a Bassano del Grappa quando alcune famiglie (in particolare le mamme) con figli e/o fratelli disabili intellettivi si associarono per costituire i primi servizi a favore dei loro ragazzi, vuol dire condividere decenni di impegno, lavoro, speranze. Alla vigilia della nascita di Anffas Bassano, nel 1972, Piero Fabris era sindaco della città e fin da subito, e per sempre, ha intrecciato con convinzione la sua storia personale con quella delle nostre famiglie per abbattere l’isolamento in cui i disabili erano costretti. Piero Fabris è stato un grande amico, un pungolo per lo sviluppo dell’associazione e per l’attivazione di nuovi servizi. Con una visione che andava ben al di là dell’immediato e si proiettava verso il futuro, convinto che il meglio, anche nei servizi sociali, potesse arrivare
dal connubio tra pubblico e privato, responsabilizzando per prime le famiglie. Decisioni lungimiranti e senso pratico l’hanno portato a spendersi in prima persona, soprattutto presso benefattori privati, per la nascita del Centro diurno dedicato ai disabili intellettivi di Via Rosmini a Bassano, poi gestito dall’Anffas per alcuni anni. Ci ha sempre accompagnati, sostenuti, anzi spinti, ad intraprendere nuove iniziative. Sono nate, così, la prima Casa famiglia per ragazzi disabili rimasti privi della propria, il Centro diurno di Nove e, per ultimo, il Progetto Casa Rubbi, con l’apertura del nuovo Centro diurno di Via Carpellina a Bassano. Piero Fabris ha sempre partecipato alla nostra vita associativa, convinto che la sua Bassano, così ricca di storia, arte ed economia non potesse non occuparsi delle persone più deboli. Anzi, occuparsi in maniera concreta di chi è in difficoltà, era per lui il tratto qualificante di
Pietro Fabris con gli amici dell’Anffas.
una comunità evoluta, che vuole peraltro definirsi cristiana. Per il suo attaccamento, per il suo impegno e per i sui meriti, dal 1983 è stato eletto nostro presidente onorario. Lui che di onorificenze ne aveva ricevute molte, considerava questa con un affetto particolare, segno di un legame indissolubile. Con la moglie Rosella partecipava simpaticamente alle nostre gite, in Italia e all’estero, amando tenere con le nostre famiglie un rapporto fraterno e diretto. Come nella nostra gita “internazionale” in Francia e Olanda, quando, oltre al rendersi amico dei nostri ragazzi, spesso prendeva il microfono del pullman per animare la compagnia. Come facesse, con tutti i suoi impegni, non sappiamo, ma era praticamente sempre presente alle nostre assemblee e ai nostri pranzi. Tutti aspettavamo il suo brillante intervento,
sempre carico di parole positive, che infondevano speranza e coraggio. I ragazzi, poi, erano sempre pronti e contenti a fare un bell’applauso all’amico senatore! Ne conosceva praticamente tutti i nomi e li salutava uno ad uno facendoli sentire importanti. La sua presenza infondeva calma, sicurezza e, per noi, lui ha sempre rappresentato un amico su cui contare, un faro di saggezza e umanità. Ricordiamo con tanta riconoscenza e tanto affetto il suo grande dispiacere per non poter partecipare all’inaugurazione del Centro di Casa Rubbi, da lui desiderato e per il quale si era tanto speso. Dopo pochi giorni veniva a mancare lasciando un grande vuoto e a noi il compito di proseguire il suo sogno di vedere presto realizzata quella casa alloggio per il “Dopo di noi” che insieme avevamo immaginato. Mariano Maroso
LA CULTURA Una Missione Autorevole e stimato protagonista della vita politica e culturale della città di Bassano del Grappa, dal 1960, quando s’impegnò come consigliere comunale, Pietro Fabris si è sempre contraddistinto per la sua attenzione nei confronti di molti aspetti della cultura. Era un appassionato della storia della sua città, Bassano del Grappa, ma non lesinava attenzioni anche verso la letteratura, il cinema e la musica. Affascinato dal libro come oggetto capace di costruire mondi ricchi di informazioni e di trasformare la realtà in sogni, ha da sempre raccolto migliaia di volumi, costruendo una preziosa biblioteca personale che certamente alimentò l’interesse per i fondamenti storico-culturale della sua città, così com’era attratto dal collezionismo per edizioni rare che
praticava con slancio. Il libro era per lui un dono e come tale superando la sindrome del possesso tipica dei collezionisti riversava donazioni librarie alle biblioteche cittadine e del territorio con la convinzione che questa sua azione potesse fornire un contributo importante per l’educazione delle persone alla lettura e alla ricerca. Il libro, per lui, doveva essere donato perché permetteva alle persone di ‘praticare’ i sogni, di trasmettere contenuti e non solo di argomento storico, ma anche di arte e di letteratura. Amava inoltre ascoltare brani di musica classica, soprattutto lo attiravano le sinfonie di Beethoven e le opere per organo di Bach che potevano solleticare la sua fantasia e creare atmosfere di sacralità. Leggere, ascoltando musica, era per lui un piacere enorme, come assistere alla proiezione di un film in una sala cinematografica, che fre-
Un momento dell’inaugurazione della nuova sede dell’Anffas con le autorità locali e il presidente della Regione Carlo Bernini.
A fianco, dall’alto in basso Pietro Fabris nel 1987, in occasione del conferimento della cittadinanza onoraria al jazzista Dizzy Gillespie con Luciano Fabris, Luigi D’Agrò e Gina Rossi Bonaldi. Fabris consegna il Premio Cultura Città di Bassano al baritono Tito Gobbi.
52 quentava settimanalmente e poi magari riascoltarne le colonne sonore, un’immersione fantastica! Così assistere a rappresentazioni teatrali e a concerti per potersi immergere in quelle mirabili atmosfere costituiva una eccellente gratificazione, un dono prezioso che riusciva ad estendere anche alle persone a lui vicine. Questa sua attenzione nei confronti della cultura era giustificata sia come fruitore curioso sia come amministratore, in grado di sostenere attività e di conoscerne le necessità. Al Museo amava assistere alle conferenze organizzate dalla Biblioteca o dalle varie associazioni cittadine. Era un impegno importante della sua ‘settimana culturale’, diventando addirittura oratore e promotore di iniziative destinate ai meno fortunati.
Guida Turistica Viaggiare ed organizzare le uscite come guida ‘turistica’ rappresentava, per lui, un altro ‘impegno’ importante. Questo era un suo obiettivo familiare e non solo. Tra tutti i suoi viaggi resterà molto vivo il ricordo del viaggio intrapreso per raggiungere Santiago de Compostela, di cui restano migliaia di diapositive a testimonianza di un percorso turistico e di fede. Profondamente religioso, infatti, era legato radicalmente ai luoghi di intensa fede religiosa, in città amava frequentare la chiesa di San Francesco, che lo accoglieva quotidianamente. Ha sempre apprezzato le celebrazioni programmate in questo sacro luogo, soprattutto le iniziative musicali e concertistiche che si organizzavano nel corso dell’anno. La sua carriera politica è stata rischiarata dalla sua passione per la cultura ed è stata da lui
considerata come un ‘mezzo’ per condividerla con generosità mettendosi al servizio delle persone. Ha sempre manifestato la sua disponibilità a prendere parte agli incontri pubblici: si rammenta ancora l’assidua frequenza alle assemblee delle associazioni e agli incontri conviviali conseguenti. La sua cena era una moltiplicazione di cene per non deludere nessuno, ma essere sempre presente e partecipe, incontrando tutti. Musica, danza e lirica Accanto a queste manifestazioni va collocata anche “Operaestate” che dal 1991 divenne, a Bassano del Grappa, un contenitore culturale e di spettacolo che permane ancora, con la produzione di opere liriche, di spettacoli di danza, di concerti orchestrali, di una ricca offerta cinematografica, investendo energie in città e nel territorio. A vantaggio di questa iniziativa la presenza di Pietro Fabris è stata importante prima di tutto per aver favorito e patrocinato tali eventi in accordo con l’Amministrazione comunale e so-
stenendoli con l’apporto economico, nella convinzione che Bassano del Grappa fosse un luogo in cui la cultura, una cultura proposta a tutti, dovesse rappresentare un’occasione per far crescere la gente e contribuendo, allo stesso tempo, a trasformare la città stessa in un centro propulsore di cultura. Pensare ai teatri, alle piazze cittadine, alle ville e ai parchi storici e ad altri spazi ricchi di storia come le sedi in cui anche lui poteva partecipare come spettatore, ma anche attivamente, agli eventi, era probabilmente quel pensiero che gli permise di favorire il superamento di tutte le difficoltà che
Incontro al Museo Civico con la prof.ssa di storia medievale Gina Fasoli, con Pietro Fabris e il senatore Mezzapesa. La presentazione dell’edizione bassanese di Operaestate. Da sinistra, il sen. Pietro Fabris, l’assessore alla cultura Luciano Fabris e Loris Parise, coordinatore generale del festival.
Premio giornalistico internazionale Europa Ponte d’oro nell’ambito della Festa dell’Europa del 1987.
In basso La presentazione del libro fotografico Athos di Enzo Dalla Pellegrina nel 1992. Da sinistra, il sindaco Gianni Tasca, il senatore Pietro Fabris, l’autore (Premio Cultura Città di Bassano 2003) e l’assessore Luciano Fabris.
si presentavano, di volta in volta. Proprio nel momento in cui un progetto così variegato doveva essere realizzato, un progetto che avrebbe dovuto catturare l’attenzione dei cittadini, considerati da lui, sempre, come i destinatari privilegiati, lui c’era a supporto di tutte le organizzazioni. Capire, consigliare, accogliere ed aiutare tutti, indistintamente, faceva parte della sua ‘missione politica’ e, per favorire sempre nuove occasioni educativo-culturali, riuscì a costruire relazioni con tutte le istituzioni politiche ed amministrative locali, regionali e nazionali.
Gli affreschi di Jacopo e il cavallo di Canova Il Museo di Pietro Fabris è quello del dopoguerra, uno spazio che si appresta ad essere il fulcro della cultura cittadina, in una città in cui lo storico Ponte, le piazze, le chiese, i palazzi e i monumenti fanno da cornice ad un clima in cui si respira cultura tout court. È il museo che racconta la storia della Città del Grappa ai visitatori, allora ancora un po’ restii nel rapportarsi con la grande Arte, ma desiderosi di avvicinarsi alla scoperta delle loro radici culturali e storiche, curiosi di scoprire importantissimi capolavori, dal Guariento ai Bassano, dai Tiepolo, ai Longhi, ai Magnasco. Un’istituzione guidata da importanti dirigenti, che oltre ad impegnarsi nella diffusione della conoscenza della grande arte ivi conservata, hanno lasciato la loro impronta nella museografia cittadina. Riaperto, in seguito a diversi lavori di ristrutturazione, nel 1952, ha riabilitato il convento francescano ed ha valorizzato la Città, collocata geograficamente all’imbocco della Valsugana e pertanto, a suo tempo, terra di confine in cui la cultura si era caratterizzata in maniera radicale.
È un museo composto da tre realtà collegate fra loro: un archivio storico, una biblioteca civica e un museo, appunto. Tre realtà inseparabili. La storia cittadina la si incontra qui, questo è il vero ‘polo culturale’ bassanese. Un’istituzione prestigiosa che si svilupperà col tempo diventando, dopo Vicenza, una fucina culturale determinante per l’intera Provincia. Quando a 26 anni Fabris inizia la sua carriera politica come consigliere comunale, l’Archivio, la Biblioteca ed il Museo grazie alle loro ricche collezioni si apprestano a catturare l’attenzione di molti storici dell’arte, di studiosi e ricercatori, ma soprattutto di molti studenti che frequenteranno con assiduità gli spazi per studiare insieme giungendo a considerare la Biblioteca un luogo fondamentale per la loro formazione culturale: centinaia di giovani var-
cheranno la soglia del Chiostro di San Francesco per partecipare a questa realtà culturale molteplice. Il suo mandato di amministratore prima e di primo cittadino poi permetterà a Fabris di confrontarsi con i direttori del Museo che si sono avvicendati e con tutte quelle personalità che gravitavano intorno a questa realtà museale. Dal 1967 al 1975 dovrà affrontare sfide impegnative, ne citiamo due: lo smontaggio, nel 1969, del grande Modello di cavallo per il Monumento di Carlo di Borbone re di Napoli di Antonio Canova allora collocato nel salone canoviano del Museo e sistemato, con altre testimonianze storiche, nei depositi dell’Istituto, in attesa di essere ricomposto dopo avere individuato un’idonea collocazione. Il sindaco Fabris fu affiancato in questo delicatissimo in-
Il presidente del Senato Giovanni Spadolini in città per l’inaugurazione della mostra “Jacopo Bassano”, allestita nelle sale del Museo Civico nel 1992.
La consegna del premio Città di Bassano 2009 a Pietro Fabris dal sindaco Stefano Cimatti il 19 gennaio del 2010. “Per il suo esempio di uomo, interprete dei profondi valori sui quali si fonda la nostra democrazia, e per il suo impegno quotidiano a servizio degli altri. Un bassanese, testimone attento, intelligente artefice della crescita armonica della nostra comunità e del nostro Paese, che è stato chiamato a rappresentare ai massimi livelli, unendo alle capacità professionali indiscutibili doti umane. Figlio della nostra storia e delle nostre tradizioni, padre della Bassano moderna, stimolo a pensare e ad agire per costruire il bene di tutti”.
56
tervento dal direttore del Museo in primis: Bruno Passamani, dal Soprintendente Michelangelo Muraro, dall’architetto Carlo Compostella e dal prof. Danilo Andreose. Insieme attuarono quell’operazione per mettere in sicurezza la struttura conventuale e per salvaguardare il capolavoro canoviano in attesa di una nuova ricomposizione. Il secondo impegno, conclusosi nel 1982, ma iniziato prima del 1975, fu la decisione di procedere ad accettare il dono dell’affresco parietale, realizzato da Jacopo Bassano nel 1539, della facciata di casa Dal Corno Michieli Bonato situata in Piazzotto Montevecchio. Decisione politica non indifferente alle critiche, ma opportuna e molto importante, approvata dalla stessa Soprintendenza, e dovuta alla necessità di conservare un capolavoro non risparmiato dal tempo. L’intera parete di Casa Dal Corno fu strappata e trasferita su una nuova superficie, in un complicato intervento realizzato in un laboratorio di restauro internazionale, diretto da Ottorino Nonfarmale di Bologna. Oggi l’intera parete può essere ammirata nel salone della collezione dei dipinti dei Bassano del museo e permette di apprezzare completamente il valore della pittura di Jacopo Bassano. Anche durante la sua successiva carriera politica, che lo portò a rivestire incarichi a livello regionale e nazionale, la sua attenzione nei confronti dell’Istituzione Museale con la sua Biblioteca e l’Archivio storico cittadino, non venne mai meno, anzi la sua presenza si intensificò, le varie iniziative potevano contare sempre sulla partecipazione del cittadino, del sindaco, dell’assessore regionale e del senatore della Repubblica. Lo ritroviamo in occasione del grande evento espositivo dedicato alla celebrazione dei 500 anni dalla morte di Jacopo dal Ponte detto il Bassano (1510 c. - 1592). Mostra importantissima per la valorizzazione del genius loci, realizzata nel nuovo museo rinnovato e ammodernato nel 1992. L’esposizione fu trasferita poi negli Stati Uniti, al Kimbell Art Museum di Forth Worth in Texas. La sua partecipazione nel comitato promotore e orga-
nizzatore è indicata accanto ad altre personalità locali. Pietro Fabris, come senatore della Repubblica, diede tutto il suo sostegno e quello delle istituzioni alla realizzazione di questo evento che ebbe una notevole risonanza grazie anche alla presenza di eccellenti studiosi del grande pittore che andò a collocarsi sul palcoscenico del mondo artistico internazionale. Fabris ebbe un ruolo anche nell’apprezzare la produzione culturale successiva che vide la valorizzazione delle diverse collezioni e seppe relazionarsi con tutti i direttori del Museo, rimanendo sempre uno dei più autorevoli sostenitori e promotori di iniziative. Tra le altre si citano tre importanti eventi che hanno contribuito ad attirare l’attenzione internazionale sulle collezioni museali: l’esposizione sul Cinquecento Veneto dipinti dell’Ermitage di San Pietroburgo, del 2001, sugli Ezzelini. Signori della Marca nel tempo di Federico II, la grande mostra sul Canova del 2003. Fondamentale iniziativa di valorizzazione culturale delle collezioni canoviane qui giacenti dal 1852 per volere del fratello di Antonio Canova: Giovanni Battista Sartori Canova. La radici storiche Pietro Fabris ha sempre pensato che fosse fondamentale approfondire le radici storiche millenarie della Città, appoggiò con entusiasmo la mostra sulla Storia della città in Palazzo Bonaguro, evento realizzato nel 1998, in occasione della ricorrenza dei Mille anni di storia della Città del Grappa. Si era già prodigato per la costituzione del Comitato per la Storia di Bassano, da lui stesso presieduto, con l’intento di approfondire la ricerca delle profonde radici storiche di Bassano e che ha prodotto la pubblicazione del volume Storia di Bassano, edito nel 1980. Fu Gina Fasoli, docente di Storia all’Università di Bologna e bassanese illustre, a condurre per mano i vari specialisti autori dei testi della Storia di Bassano, che si sono succeduti nell’approfondire “eventi e... istituzioni locali dai tempi più remoti ai giorni nostri”. Raccontare gli eventi, sottolineava Fasoli, “è
57
La delegazione dei consiglieri regionali veneti in visita alla mostra a Palazzo Bonaguro de “Il meraviglioso e la Gloria”, in occasione dell’anniversario per i 400 anni dalla nascita della Beata Giovanna Maria Bonomo, compatrona di Bassano.
il modo più utile per far conoscere la propria storia”. Questa Storia “parla di economia, di agricoltura e di industria, indica le trasformazioni sociali e ne mostra i riflessi sullo sviluppo urbanistico e architettonico, mette in evidenza gli aspetti peculiari della vita intellettuale [...] chiese conventi, confraternite, opere assistenziali, arti figurative [...] dei Da Ponte; nella cultura letteraria e scientifica, scuole, accademie, collezionismo; nella passione per il teatro”. E le fa eco la presentazione dello stesso Fabris quando evidenzia che “la Storia di Bassano è nata per far conoscere a tutti la città, i personaggi ed i fatti che nell’arco di secoli hanno dato a Bassano un volto inconfondibile, nel segno della civiltà e dell’impe-
gno spirituale e sociale”. Ma a capo dello storico Comitato per la Storia di Bassano, Fabris non si è fermato a quella prima sua ‘creatura’, ha proseguito e il contributo del Comitato per la Storia di Bassano è stato ed è importantissimo per la valorizzazione della storia locale, per la riscoperta delle proprie radici e della propria identità, un impegno che finora ha prodotto ben 35 volumi, tra cui Gli animali di Jacopo Bassano cui fece eco la storia de Il crocifisso ligneo di Santa Maria in Colle, Il duomo di Santa Maria in Colle di Bassano del Grappa, La famiglia dei Manardi e la ceramica a Bassano nel ’600 e ’700. Personaggi illustri come il grande collezionista Giambattista Brocchi; il santo patrono della Città: San Bassiano; volumi che approfondi-
scono tematiche legate alla conoscenza dello sviluppo architettonico cittadino: Il ponte di Bassano, la Toponomastica Storica Bassanese, Cronache bassanesi dal Medioevo al 1950, Bassano nei secoli della sua trasformazione per giungere agli eventi della storia cittadina più recenti: Quell’ultimo Monte. La prima difesa del Grappa e Bassano 1915/1917 cui fece seguito Dopo la Grande Guerra, Memorie, potere e società a Bassano: dalla pace al Fascismo. E i più recenti Spigolature bassanesi. A spasso per la città di ieri e di oggi, Camminando per Bassano del Grappa. Per scoprire i nomi delle vie e delle piazze, Amministrare lo sviluppo e L’economia bassanese. Imprese e protagonisti nella storia del territorio. Nel 2013, trent’anni dopo la prima ricerca storica il Comitato ha prodotto la nuova e monumentale La Storia di Bassano del Grappa, in tre volumi, curata da una cerchia di ben 50 storici ed eminenti studiosi, coordinati da Giampietro Berti. Una ricerca iniziata nel 2009 che ha approfondito la storia della città nell’Età medioevale, Età moderna, Età contemporanea. La presentazione dello stesso presidente Pietro Fabris sottolinea l’impegno profuso sia di ricerca che nel reperimento di economie: “In un momento storico in cui tutto passa velocemente e la memoria viene meno, era certamente il caso di fermarci, mettere un punto fermo e chiederci se la storia può essere ancora maestra di vita [...] C’è nella storia qualcosa che ci dice perché dobbiamo sentirci fieri o anche solo lieti di essere cittadini bassanesi?”. Raccontare Bassano con uno sguardo nuovo Nel 2016 è stata aperta al pubblico in Museo la sezione museale sulla storia della Città, un vero e proprio percorso alla scoperta di Bassano e del suo territorio dall’età preistorica ad oggi, raccontato per immagini e per testimonianze con l’esposizione di reperti archeologici, tracce musive, affreschi, dipinti, sculture, lacerti di architettura, filmati e fotografie. In questo modo le vicende secolari di un territorio, ricco di testimonianze, che permettono al visitatore di scoprire e conoscere una
città veneta di confine, in cui un fiume, la Brenta, ne ha segnato e valorizzato la storia. Una storia ricca di testimonianze, di fatti memorabili, di personalità indimenticabili, di eventi storici esaltanti. Inoltre la visione di immagini con il supporto di strumenti multimediali, tecnologicamente aggiornati, quali filmati e successioni visive favoriscono un’immersione totale. Il filo conduttore collega la Città alle vicende della storia veneta e della nazione. Oltre alla narrazione della storia culturale e artistica, si descrive l’evoluzione graduale della vita sociale ed economica attraverso l’analisi della trasformazione urbanistica cittadina e che accompagna la conoscenza delle vicende anche conflittuali e giurisdizionali. Fonti materiali, documentazione archivistica, iconografie, ritratti ed ogni altra forma di testimonianza è stata vagliata e destinata ad essere immortalata musealmente per raccontare la Storia. Per la realizzazione di tutto questo la partecipazione di storici, archivisti, dipendenti del Museo Civico e della Biblioteca, è stata determinante. Un progetto importantissimo per far conoscere la Storia della città di Bassano del Grappa. La sezione di Storia della città del Museo Civico è stata, così, dedicata, a Pietro Fabris. Mario Guderzo
Nel 2009 il Governatore del Distretto Rotary 2060 Luciano Kullovitz, in visita ufficiale al Club Bassano Castelli, è accolto dal presidente Pietro Fabris. “Complimenti a questo club - ha affermato Kullovitz - che sa progettare e produrre idee da realizzare”.
Sopra Pietro Fabris saluta a nome della città mons. Ferdinando Dal Maso.
60 Sotto Pietro Fabris è stato socio fondatore e primo presidente di Casa Sichem.
IL COMMIATO “La loro fine fu ritenuta una sciagura, la loro partenza da noi una rovina”. Il libro della Sapienza descrive molto bene quel senso di smarrimento che ha attraversato una città intera, filtrando attraverso le piazze e le vie, penetrando nelle case, nei palazzi, nelle chiese, nei musei, nei negozi e nei bar, nei cuori e nei discorsi, provocando reazioni emotive anche nelle figure immortalate in certi quadri o nelle sculture. È questo il territorio urbanistico e spirituale che Pietro ha amato senza riserve, con una fedeltà incrollabile, come un tessitore o un artigiano che fino all’ultimo istante va in cerca di strappi da ricucire, pezzi da aggiustare, cocci da riassemblare, perché la sua vocazione era questa: tenere unita la grande famiglia; e assumere nel corso degli anni il ruolo di padre e di narratore; diventare il custode simbolico di una memoria. Pietro ha dato la vita perché Bassano continuasse ad essere una storia raccontata e raccontabile. La notizia della sua scomparsa ci ha fatto sen-
tire tutti orfani, inquilini di un edificio a cui è venuta a mancare la colonna portante, viandanti o pellegrini che hanno perso una bussola. Siamo orfani. Quindi adesso possiamo diventare eredi. Eredi dei suoi occhi limpidi e svegli, come lo sguardo di una sentinella; eredi di quel sorriso che avrebbe disarmato chiunque. Davanti a lui avevi la certezza che le parole di Gesù sono realistiche: “Voi siete il sale della terra, voi siete la luce del mondo”. Il sorriso di Pietro è un concentrato pazzesco di sale e di luce, una porta che si apre, un giardino o un salotto che ti accoglie… e spazi di ospitalità che si allargano; perché bisogna creare appuntamenti continui, e parlare con tutti, e arrivare al dunque, trovare un accordo, una soluzione, una strada... prendere una decisione, cercando il bene della comunità, facendo gli interessi delle persone più fragili. Perché se sei nato in via Bonaguro e tuo padre è stato un operaio delle Smalterie, e se fin da piccolo hai frequentato la parrocchia e il patronato, il catechismo e l’azione cattolica, e si è cristallizzata dentro di te una fede semplice e solida come il granito
Festa dei francescani in piazza Libertà, con l’on. Gustavo Selva. A destra padre Lanfranco Dalla Rizza.
(perché anche una casa popolare può essere come la casa costruita sulla roccia), allora lo scopo della tua vita sarà quello: aiutare le classi sociali più deboli; rispondere alle attese della povera gente, direbbe Giorgio La Pira. Pietro era un artista del dialogo, non era altrettanto portato per le chiacchiere. Se adesso siamo eredi, dobbiamo uscire anche noi dalle steppe aride delle chiacchiere insipide e frequentare il grembo fertile della Parola. La Parola di Dio, efficace e affidabile, che Pietro ascoltava e meditava ogni giorno. Anche noi come i contemporanei di Gesù dobbiamo porci la stessa domanda: da dove? Dove sta l’origine e la fonte? Da dove proviene la qualità di una vita, la potenza straordinaria di un sorriso, la disponibilità ad esserci sempre, la sapienza di amministrare e fare politica guadagnando la fiducia di tutti, anche degli avversari? Dove nasce e dove si alimenta questa energia? Pietro amava molto la parabola dei talenti, e madre natura gli ha fornito grandi talenti; ha conosciuto maestri, ambienti e percorsi di formazione. Ma per capire veramente chi era Pietro
Fabris bisogna scavare, esplorare la sua interiorità. Contemplare il mistero di un tralcio speciale, che ha regalato frutti buoni perché non ha mai perso il contatto con la vite vera. Cosa significava per lui andare sempre a messa, scandire il tempo con i ritmi della preghiera, essere terziario francescano, nutrirsi ogni giorno con il corpo di Cristo, la Parola di Dio, la recita del santo rosario? Riuscite anche voi a vedere il collegamento tra la fede di un uomo e il suo sorriso? Guardatela quella faccia solare e rassicurante: non vi sembra l’eco delle beatitudini? Beati i misericordiosi, gli affamati di giustizia, i puri di cuore, i non violenti, gli operatori di pace... la residenza dei beati dovrebbe essere il paradiso; eppure ci sono volti luminosi che anticipano sulla terra una beatitudine che viene da altrove, dall’alto o dal profondo. Ci sono sguardi pieni di umanità che ti invitano a ripetere - come una professione di fede - le parole della Sapienza: “Le anime dei giusti sono nelle mani di Dio”. Avete colto nei suoi occhi la luce del Tabor, il
61
Pietro Fabris incontra il papa Giovanni Paolo II in Cadore.
monte della trasfigurazione? Guardando alla moviola i ricordi che avete di lui, il rumore dei suoi passi, il suono della sua voce, il carisma della sua presenza... riuscite a sentire in tutto questo l’annuncio che il Signore è vivo? Il suo regno è un seme di pace gettato nei solchi della terra che misteriosamente sta ancora crescendo. E crollano i muri che separano la chiesa e la piazza, il sacro e il profano, la fede e la vita... non per restaurare il fondamentalismo religioso, ma perché il cristiano autentico è una benedizione per tutti. Pietro Fabris è stato un dono per tutti. Era sempre una gioia poterlo incontrare: vi siete mai chiesti perché? Quale sostanza spirituale avesse impregnato la sua carne, la sua intelligenza, la sua sensibilità, il suo percorso professionale e politico, l’amore smisurato per la famiglia e per la città? Chi era Pietro? Un marito, un papà, un fratello, un nonno, un ragioniere, un sindaco, un politico, un cittadino impegnato, un uomo di cultura (appassionato di libri, di storia, di arte, di cinema, di musica), un parrocchiano fedele, un personaggio pragmatico, l’amico di tutti? O semplicemente un cristiano innamorato di Dio? E tutto il resto è una conseguenza, la risposta ad una chiamata, il frutto di un colloquio intimo e quotidiano con il suo Signore.
Carissimo Pietro, credo che anche in paradiso esistano le correnti; e il Padre eterno ti avrà già affidato l’incarico di mediatore. Se è vero che il paradiso è un grande banchetto, immagino che tu abbia ripreso l’antica strategia: mangiare il primo da una parte, prendere il secondo con un altro gruppo, e infine il dolce, il caffè e l’ammazzacaffè con i soggetti più impegnativi. Sarà ancora questa la tua missione: tenere unita la famiglia. E intercedere per noi, per la tua città e per il mondo intero, in questo tornante della storia così delicato. E lo Spirito Santo torni ad essere il maestro interiore, che accende dentro di noi quel desiderio francescano di fraternità che ha ispirato la tua vita. Grazie di tutto Piero... dal profondo del cuore di ciascuno di noi. È stato un privilegio enorme incrociarti e condividere con te un pezzo di strada, entrare come tasselli nel mosaico della tua storia. E scoprire grazie a te che siamo parte di un disegno stupendo. Continuare a crederci e lottare con le armi della pace per il bene di tutti è l’eredità pesantissima che oggi riceviamo. Buon riposo Piero! Anzi... buon lavoro!! don Andrea Guglielmi dall’omelia nel commiato a San Francesco, il 5 ottobre 2022
Longare Via Conte di Costozza, 12 - Tel. 0444 214101 www.bancavenetocentrale.it
Bassano del Grappa Piazzotto Montevecchio, 24 www.bancageneraliprivate.it
Bassano del Grappa Viale Vicenza, 154 - Tel. 0424 219269 bassanosolidale facebook.com
Bassano del Grappa Via Motton, 9 - Tel. 0424 36410 www.bizzotto.com
Bassano del Grappa Via Jacopo da Ponte, 34 - Tel. 0424 522537 www.palazzoroberti.it
Bassano del Grappa Ponte Vecchio, 2 - Tel. 0424 227744 www.nardini.it
Servizi di Informatica Assicurativa
Bassano del Grappa Viale Vicenza, 154 - Tel. 0424 500309 www.solaremultiservice.org
Bassano del Grappa Largo Parolini, 96 - Tel. 0424 216111 www.siaworld.com