Meeting e Congressi - Set Ott 2019

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HOT TOPICS manuela di centa

la capacità di aprirsi a cose diverse, per poter trovare poi nuovi spunti, possono migliorarti. La differenza sta in questo: avere la capacità di apprendere anche da altre situazioni. Devo dire che ho sempre fatto motivazionale anche quando ero atleta perché mi piaceva: lo facevo con le mie colleghe, tiravo su la squadra, lottavo per loro, per esempio con le aziende, per avere le scarpe da donna perché erano tutte da uomo. Però quando una decina di anni fa ho incontrato Luciano Sabadin di LS Eventi, agenzia di management artistico, organizzazione di grandi eventi, e tra i leader in Italia nell’ambito della motivazione aziendale e nellle attività di team building, mi sono messa in una prospettiva più professionale come motivatrice e anche in questo campo ho fatto un salto di qualità». C’è un momento durante gli eventi aziendali che ti coinvolge particolarmente? «Qualche volta si crea una sintonia talmente forte che le persone che ti ascoltano si emozionano tantissimo e non si accorgono che stanno piangendo; mi vengono i brividi a raccontartelo, e questo mi emoziona sempre enormemente,

l’intervista

perché vince chi è vero, non chi è costruito». Da sportiva abituata a stare al centro dell’attenzione ma dall’altra parte del microfono, come ti sei sentita la prima volta che sei stata tu a dover condurre una trasmissione televisiva? «Terrorizzata, soprattutto su Rai 3 nel 1999, quando per la prima volta ho parlato in diretta, durante il programma “Cominciamo Bene”; lì ero veramente terrorizzata, almeno per il primo momento, dopodiché passa, però rimane sempre un “pezzetto” (ride). Ma la grandiosità di una paura simile, quella non te la dimentichi mai». Ci saluti con il tuo motto, se ne hai uno? «Io dico sempre: si comincia con un sogno, però dopo devi metterci tutto il tuo cuore perché questo sogno si realizzi. La cosa più bella di una medaglia è il percorso che tu hai fatto, da quando hai iniziato a crederci a quando l’hai vinta. Perché quando l’hai vinta, è finito tutto il percorso. Ed è proprio il percorso la cosa più bella, ancor più della medaglia, il poterti dire: “hai fatto bene Manuela a credere in te stessa, perché alla fine ci sei arrivata”».

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