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CARLO ELMIRO BEVILACQUA
under the spotlight
GIUSEPPE TRICARICO DE BONIS
ELENA DI VERA
ti del mare, declinati in infinite ricette sfiziose ma proposti anche a crudo, in una sorta di “sushi mediterraneo”, già diffuso prima che il famoso “cugino” asiatico iniziasse a essere in voga nel Belpaese. Tra i prodotti ittici che possono arricchire un business lunch o una raffinata cena aziendale, figurano sicuramente la saporitissima cozza tarantina – da provare con appena una spruzzata di limone – e il gambero rosso di Gallipoli, che mantiene il proprio colore anche una volta cotto ma che è particolarmente gustoso se provato crudo. Tra i piatti da assaggiare, c’è sicuramente la zuppa di pesce alla Rodiana, una delle ricette più gustose e prelibate della tradizione gastronomica del Gargano, che richiede almeno sette qualità diverse tra pesci, molluschi e crostacei.
DULCIS IN FUNDO Ricchissima anche la proposta di dolci: da mangiare come street food, in ogni momento della giornata o in festività particolari, la Puglia sa come prendere i propri visitatori per la gola. Tipico del Salento è il Pasticciotto, preparato con pasta frolla ripiena di crema pasticcera e gustato ancora caldo appena uscito dal forno – alzi la mano chi, dopo averlo assaggiato, non abbia sviluppato una dipendenza! –, perfetto sia per colazione sia come dessert. Viene invece da Bisceglie un’altra golosità antichissima – si ritrova per la prima volta citata nei primi anni del Cinquecento –, i Sospiri, un dolce con pan di spagna farcito con crema pasticcera e ricoperto di glassa, perfetto per concludere in dolcezza un pasto. È legato alla tradizione contadina il Mandorlaccio a base di farina di mandorle, uova montate, miele e mandorle, rigorosamente baresi. Infine – ma la carrellata dei dolci tradizionali sarebbe ancora lunga – tipici dello street food e delle sagre di paese sono i Mostaccioli, biscotti con farina, zucchero, scorze e succo d’agrumi, mandorle tostate, chiodi di garofano, cacao in polvere, in un mix che ogni pasticcere personalizza con l’aggiunta di altri ingredienti più o meno segreti. MILLE SFUMATURE DI VINO A una proposta gastronomica così variegata, non può che corrispondere un’altrettanto varia offerta enologica e le infinite distese di vigne non lasciano dubbi: la Puglia ha davvero vini per tutti i gusti – e ben 26 Doc –, dai bianchi fruttati ai rossi corposi, passando per i rosé, dei quali è la maggior produttrice in Italia, in un momento storico in cui i “rossi vinificati in bianco” hanno ripreso il meritato posto alla ribalta sul palcoscenico enologico internazionale – tra l’altro, oltre all’attuale primato pugliese sulla produzione di rosè, anche il primo rosato imbottigliato italiano, il Five Roses, è stato prodotto proprio in Salento, nel 1943, utilizzando un blend con il novanta per cento di Negramaro e il dieci per cento di Malvasia Nera –. Sono però sicuramente i rossi a lasciare maggiormente il segno sui visitatori, con i loro bouquet profumati e il carattere forte, tannico al punto giusto: il Primitivo di Manduria, il Negramaro, il Nero di Troia, il Salice Salentino e il Castel del Monte Aglianico formano sicuramente la top five dei rubini pugliesi, da scoprire direttamente nelle cantine disseminate sul territorio lungo le Strade dei Vini della regione – qui il Mice non ha che l’imbarazzo della scelta tra le attività possibili: dalla vendemmia in vigna a esperienze didattiche e laboratori per imparare la fine arte della vinificazione – o in degustazioni, abbinati alle pietanze più adatte a esaltarne i sentori. Per chi ama nettari più leggeri, i bianchi floreali come il Tufjano, gli chardonnay e persino il bianco frizzante Igt della Murgia e lo spumante Galletto non deluderanno neppure gli intenditori (viaggiareinpuglia.it). indirizzi a fine rivista
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