QUANDO DICO BIBLIOTECA - Report finale

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c - Il Crowdlab per studenti universitari e delle scuole medie superiori che, normalmente, in città come le nostre sono il 7-8% della popolazione e che vengono a utilizzare spazi organizzati per servizi culturali, a occupare un tavolo illuminato e un posto riscaldato e fine! Quindi, noi diamo servizi a chi ha bisogno di un tavolo illuminato e di un posto riscaldato con una macchina da guerra di informazione e questa utenza caccia via le altre; così come in un'emeroteca vicina a una sezione ragazzi, dove passano orde vocianti, dove un anziano che vuole leggere il giornale si sente a disagio e dirà "vado al bar che forse è meglio!". Occorre avere attenzione ai bisogni della comunità locale e trovare strumenti organizzativi, di impostazione del servizio e di consapevolezza di come funzionano le cose per poter organizzare servizi veramente corrispondenti agli obiettivi che abbiamo. Secondo me due cose fanno la differenza: se vogliamo gestire un servizio, dobbiamo sapere cosa stiamo facendo e se non raccogliamo dati su input e output della nostra gestione non sapremo mai cosa sta succedendo. Ci sono biblioteche che lavorano e non sanno che indice di impatto hanno sulla loro popolazione: sanno quanti prestiti hanno fatto quest'anno ma non l’evoluzione dei prestiti negli ultimi 10 anni; non hanno mai fatto serie storiche e non sanno se stanno diminuendo o crescendo, se le casalinghe o gli studenti leggono di più. Occorre che costruiamo un cruscotto anche abbastanza articolato per capire come stanno andando i servizi, avere serie storiche di dati per monitorarli e poter intervenire. Se abbiamo l'obiettivo di conquistare tutta la comunità locale, non possiamo dire “ho questo obiettivo ma non so assolutamente come sta andando”: dobbiamo sapere mese per mese, anno per anno, se stiamo proseguendo in quella direzione. Un'altra cosa è che non dobbiamo avere paura del cambiamento: il mondo intorno a noi sta cambiando a una velocità stratosferica e le biblioteche e i bibliotecari anche, nel loro piccolo, non devono avere paura di cambiare, ma avere disponibilità ad ascoltare e a modificare delle cose. Banalmente, il prestito dei cd 15 anni fa era un prestito che avrebbe sbancato le biblioteche, se fosse stato liberalizzato e quindi si diceva “non più di 2-4 cd per una settimana” con l'obiettivo di sfruttare questo bene comune al massimo, rendendolo accessibile al maggior numero di persone. Oggi il prestito dei cd è calato dell'80% rispetto a 15 anni fa, ma noi abbiamo le stesse regole e a quegli utenti che ne prenderebbero anche 7-8 per 15 giorni diciamo di no: siamo ancora alle regole di un altro mondo e di un'altra epoca. Lo stesso accade sull’organizzazione degli spazi che non corrisponde più a quello che succede adesso, ma spesso spostare due scaffali ci viene pesante!

COS’E' IL CROWDLAB? È un metodo appositamente “brevettato” da Sociolab per rivoluzionare l’assetto di un convegno tradizionale, integrando in una dinamica fluida e interattiva il momento di ispirazione, fornito da esperti, al coinvolgimento attivo dei partecipanti. Gli esperti ospiti offrono una prospettiva di ispirazione al confronto sugli argomenti scelti. Ogni intervento ispiratore è seguito da un momento di confronto tra i partecipanti che, divisi in piccoli gruppi, possono formulare domande condivise da sottoporre al relatore. Sessioni distinte di presentazione, discussione, domande e risposte – scandite in tempi certi – per conoscere buone pratiche, contaminarsi e disegnare insieme proposte.

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