La valsugana orientale - Prima parte

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La data mdccxxxiii, incisa sullo sguancio del finestrone di facciata, e l’altra mdccxli, riportata sul cartiglio dell’arco santo, corrispondono alle fasi di realizzazione del progetto. La nuova chiesa venne consacrata, assieme all’altare maggiore, il 27 giugno 1745 dal vescovo di Feltre, Pietro Maria Trevisano. La chiesa presenta un aspetto esterno piuttosto semplice e privo di decorazioni, animato solo dall’articolarsi dei volumi e dal gioco dei pieni e dei vuoti. Frugalità ed essenzialità che contrasta nettamente con la veste interna dell’edificio, dove la profusione di decorazioni, stucchi, dorature e ornati architettonici, mira a creare nel fedele quell’effetto di meraviglia, al limite dello stordimento, tipico dello spirito settecentesco. Questo effetto è accentuato inoltre dalla presenza di macchine altaristiche sempre più complesse e teatrali, dove il luccichio dei marmi e delle dorature di ori e argenti hanno in questo gioco una parte notevole. Le due nicchie ai lati del portale maggiore, rimaste vuote, dovevano ospitare le statue dei patroni della chiesa: San Michele Arcangelo e la Madonna Assunta, opere mai realizzate. Da notare sul lato sud, un portalino lapideo rinascimentale sormontato da una nicchia, pure vuota, sicuramente recuperato dalla vecchia Parrocchiale. Sulla parte alta della stessa parete si vede una grande meridiana dai bordi sinuosi e allargata come una farfalla; in basso a destra del portalino sono murate a ricordo dell’antico cimitero tre antiche lapidi funebri molto consunte. La prima a sinistra è la lapide funebre di Gasparino Buffa e reca nel registro superiore elaborati scudi con cimieri e stemmi di famiglia. Quella al centro, datata mdxxx(?), è la pietra tombale di Margherita Fuchs di Fuchsberg, prima moglie di Francesco di Castellalto. Nel registro superiore sono raffigurati gli stemmi delle famiglie Fuchs e Castellalto con sotto una scritta in tedesco illeggibile, in quello inferiore, un festone e le verghe clesiane. Nella lapide di destra si riescono a leggere nella parte alta solo alcune parole in latino: martii / Marianna / Detaxis / fecit, e in quella bassa solo la data mdccxcii. La chiesa subì gravi danni durante la Prima Guerra Mondiale, soprattutto nella parte orientale, dove le granate causarono lo sfondamento dell’abside e il crollo parziale della cupola. Una granata penetrata nel coro incenerì i pregevoli stalli lignei barocchi e mandò in polvere il prezioso tabernacolo settecentesco dell’altare maggiore, probabile opera del Sartori. Alla base della cupola, sul lato nord, sono state incise le date “1881 – 1920 – 1996” che corrispondono ai restauri più significativi apportati all’edificio negli ultimi due secoli. Nonostante abbia solo quattro cappelle laterali, la chiesa di Telve dispone comunque di sette altari, perché oltre ai quattro laterali ce ne sono altri due, uno in cornu epistolae e l’altro in cornu evangelii. Partendo dall’ingresso incontriamo sulla destra, oltre i banconi dinastiali (XVIII sec.), il fonte battesimale costituito da una vasca in pietra su colonna sormontata da un armadietto poligonale in legno intagliato terminante con una cimasa barocca con al vertice una statuetta in legno dorato e policromato del Cristo risorto appartenente stilisticamente al XVIII secolo. Il primo altare di destra è dedicato alla Madonna del Rosario. In marmi policromi con

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