Magazine NaturaSì | LUGLIO-AGOSTO | Numero 26

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LE A PPROFON T ERRE DI DIM ECOR EN T O

Osteopatia e alimentazione L’uomo è ciò che mangia, diceva il filosofo Ludwig Feuerbach. E tanti altri pensatori, fin dai tempi antichi, si sono interrogati sul rapporto fra cibo, corpo e anima. Fra questi, anche il medico Andrew Taylor Still, il padre fondatore dell’osteopatia.

Fornari, in che modo l’osteopatia si occupa, o si preoccupa, di alimentazione? Innanzitutto va detto che l’osteopatia parte da un concetto olistico: l’uomo non è la somma delle parti che lo costituiscono, ma va considerato nel suo insieme. Immagini un triangolo equilatero, in cui su un lato c’è l’apparato osteoarticolare, sull’altro il sistema organico e sul terzo l’aspetto psichico. Di fronte a patologie che colpiscono il sistema organico, per esempio, come reflusso gastrico e colon irritabile, è impossibile non parlare di alimentazione. L’osteopata, nel corso del trattamento manuale, riesce a capire se il paziente si alimenta in modo corretto? Certo. Nel tocco osteopatico, a livello organico, ci si rende conto della vitalità del tessuto e si riesce a capire quanto possa essere più o meno congestionato o intossicato. Per questo, per noi osteopati è fondamentale parlare di cibo, perché è importante che gli alimenti siano puri dal punto di vista energetico. Cos’è per l’osteopata il cibo di qualità? La qualità alimentare è per noi associata alla vita biologica. L’agricoltura biodinamica è in piena risonanza con il concetto di energia vitale e di omeostasi fisiologica su cui il pensiero osteopatico si fonda fin dagli albori. 24

Visitando il quartier generale di EcorNaturaSì, ho scoperto con piacere l’esistenza di un laboratorio in cui si studia la vitalità dei suoli (delle aziende agricole Le Terre di Ecor) e degli alimenti e ne sono rimasto molto colpito. Questo approccio non può che essere in linea con l’osteopatia. Può l’osteopatia aiutare ad assimilare le proprietà dei cibi? Il trattamento osteopatico può certamente farlo, migliorando la circolazione organica all’interno dell’organo, drenando le sostanze tossiche attraverso il sistema linfatico e stimolando l’organo stesso attraverso il sistema nervoso autonomo. Se l’alimento non è di qualità? Non esistono cibi tossici di per sé, ma è evidente che se, per esempio, l’allevamento intensivo porta ad alterazioni sul piano nervoso e ormonale dell’animale, queste trasformazioni finiscono nel prodotto. Se si opta per carne di animali che hanno vissuto in un ambiente e su un terreno sani, la qualità organolettica sarà sicuramente diversa. Ricordo, comunque, che l’apparato osteoarticolare, quindi anche il muscolo, procura il proprio nutrimento e la propria energia dall’organo fegato e se l’alimento non è di qualità, tutto l’apparato andrà in sofferenza. Cosa accade nelle intolleranze alimentari? L’organo che manifesta intolleranza verso un dato alimento va riabilitato. L’osteopata può intervenire togliendo la tossicità e successivamente riabilitare l’organo. Quindi le intolleranze possono essere eliminate.

messaggio promozionale

Ma che cos’hanno in comune alimentazione e osteopatia? L’abbiamo chiesto all’osteopata Mauro Fornari, presidente del CIO – Collegio Italiano di Osteopatia di Parma, centro osteopatico e scuola di formazione per osteopati.


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