DICEMBRE 201 4 - ANNO 1 N° 2 Aut. Tribunale di Ascoli Piceno: 400/201 4 Free Press Magazine www.lifemarche.net
Dicembre senza botti e regali ma in attesa della cometa
QUANDO VERRÀ NATALE
Le scarpe made in Italy o meglio made in Marche tra tradizione e innovazione
SCARPE ADDICTED WE LOVE MARCHE
Le Marche possono vantare il più grande e produttivo distretto calzaturiero del lusso
di Massimo Consorti
di Diletta Bonifazi
Avremmo voluto celebrarlo diversamente, il Natale 201 4. Ma le cose della vita, quelle che fanno piangere i poeti, non ce lo consentiranno. Non è un bel periodo, e il fatto straordinario è che non lo è più da una decina di anni, da quando le tredicesime vengono investite in bollette, mutui, assicurazioni, cure specialistiche, conguagli condominiali e balzelli vari. “È la crisi, bellezza”, ci dicono. Ma la crisi non vale per tutti se è vero, statistiche alla mano, che i ricchi sono sempre più ricchi e i poveri, strutturalmente, quasi un maledetto dna, continuano a tirare la cinghia. Così, il Natale 201 4 sarà come quello del 201 3, si spenderà (poco) per il cenone, i regali e qualche derivato, e si preferirà far sorridere, almeno per una notte, i bambini. Ci si sono messe pure le condizioni atmosferiche che, almeno per quanto riguarda la nostra regione, ha condizionato fortemente la produzione di due prodotti d'eccellenza, il vino e l'olio. Poveri chicchi d'uva e povere olive, la vendetta della natura non ha limiti né si pone obiezioni di coscienza. Però, anche in mezzo a questo oceano di lacrime senza un faro a far da riferimento, il Natale è la festa che più ci coinvolge a livello emotivo. Inutile starcela a raccontare. I rintocchi delle campane di mezzanotte, il 24 dicembre, una piccola stretta al cuore la causano, e questo vale per i cattolici e gli atei, gli anarchici e gli agnostici. Così, la conseguenza è che a LifeMarche è sembrato naturale segnalare le vie dei presepi, gli eventi che caratterizzano questo mese speciale, mettere in evidenza le caratteristiche prettamente natalizie (da presepe) di alcuni piccoli borghi, raccontarne qualcuno visto da vicino, dare un po' di consigli gratuiti su come vestirsi, truccarsi, smaltire i (pochi) chili che metteremo su a causa dei dolci e delle bollicine e capire cosa si muove in alcuni settori strategici della nostra economia. Abbiamo insomma cercato di offrire un quadro fotografando quello che c'è in attesa di scrivere di quello che ci sarà. Dicembre è l'ultimo mese dell'anno, e non sarà mica un caso che la tradione vuole che la notte di San Silvestro si gettino dalla finestra le cose inutili o quelle rotte accatastate in cantina o nel solaio. Di cose da buttare ce ne sarebbero parecchie ma, visto che in questi tempi bui si cerca di riparare tutto, faremo lo sforzo di tenerne il più possibile. Una però lasciate che il gesto di aprire la finestra e di gettarla sulla strada resti. É una cosa impalpabile, non a rischio denuncia da parte degli operatori ecologici delle municipalizzate dei rifiuti solidi e meno solidi. Si chiama razzismo e si sta sempre più manifestando anche dalle nostre parti. Lasciamo stare i ritornelli della solidarietà, della tolleranza e dell'accoglienza. Parliamo semplicemente di umanità e non perché è Natale.
Il dna marchigiano permea l’evoluzione della scarpa artigianale, quella fatta su misura, quella esclusiva fin dalla nascita, e non a caso la Regione Marche è considerata la patria delle calzature made in Italy. Il distretto calzaturiero marchigiano, l’unico rimasto in Italia, vanta oggi una nomea importante a livello mondiale, da Tod’s, Loriblu, Alberto Guardiani, Cesare Paciotti, Nero Giardini, il gruppo Zeis Excelsa, Santoni e tanti altri... fiore all’occhiello dell’eccellenza produttiva della nostra regione. Inoltre tutti i brand più famosi al mondo tra cui Prada, Gucci, Fendi, Armani fanno riferimento alla realtà marchigiana per realizzare i loro prodotti unici di extra lusso. Già a partire dagli anni Settanta del ’900, la produzione manifatturiera delle calzature si svolgeva in piccoli laboratori artigianali, tra case e botteghe, fino all’exploit avuto grazie alla produzione industriale avvenuta con la nascita dei maggiori aziende del settore. Oggi le scarpe sono diventate un’arma di seduzione per la donna e un dettaglio da non sottovalutare per i maschietti più esigenti e attenti a seguire i trend modaioli. Tutte le fanatiche della calzatura hanno sognato, almeno una volta, di avere una fantastica cabina armadio piena di decolletè per ogni occasioni, come la nostra amata Carrie Bradshow di Sex and the City, idolo indiscusso della donna in carriera con indosso sempre scarpe fantastiche. Per questi motivi i maestri artigiani del settore sono diventati famosi per la manodopera che li caratterizza e si sono giustamente presi il merito di quanto sia importante creare una scarpa di lusso fatta bene, unendo il valore dell’autenticità artigianale con le innovazioni avute nel tempo. La manifattura locale, che si estende tra la provincia di Fermo fino a quella di Macerata, custodisce gelosamente i segreti e che vengono inseriti nella scelta accurata dei materiali e nella cura dei dettagli che caratterizzano queste calzature uniche. E a tal proposito, all’interno di questo scenario, proprio nel fermano, abbiamo il piacere di incontrare uno dei brand d’eccellenza, nel settore calzaturiero del lusso, più rinomati della zona. Stiamo parlando della nota azienda Lanciotti A.R., produttore del marchio “Lanciotti de’ Verzi”, solida realtà che, dal 2002, riscuote successo a livello mondiale.Perché a noi marchigiani non basta solo produrle le scarpe ma, ovviamente, vogliamo che diventino oggetto di desiderio anche tra le stars hollywoodiane.
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NEWS
QUEL PROBLEMA CHIAMATO DIPENDENZA L'associazione di promozione sociale Amelia e il ritorno alla pienezza della vita
NON SOLO CERVELLI IN FUGA L'esperienza dell'architetto di San Benedetto del Tronto Ettore Ursini in Brasile di Rosita Spinozzi
E’ noto che le dipendenze richiedono sempre più risposte diversificate, che tengano conto della complessità del fenomeno e della peculiarità della singola persona, portatrice di una propria storia, non confinabile nel solo rapporto con le sostanze. A ciò si aggiungono i rischi di mostrare i propri limiti quando l’utente lascia la struttura protetta per reinserirsi nel mondo “normale”: se i comportamenti corretti non sono stati sufficientemente interiorizzati, il rischio di ricaduta diventa elevatissimo. L’Associazione AMELIA, allora, si configura come una struttura che interagisce con il territorio e con i contesti familiari e sociali. Certo, ci si pone un problema fondamentale: la motivazione a non ricadere nella situazione di dipendenza, come è noto, non è un elemento stabile, che c’è o non c’è; essa al contrario va e viene, in un rapporto complesso tra il credere nella possibilità di farcela e la paura che sia una battaglia persa, tra la ricerca di relazioni d’aiuto e la paura che in realtà ciascuno sia solo davanti ai propri problemi. Per favorire l’effettiva ricerca di autonomia si lavora fortemente sull’individuazione di norme funzionali al raggiungimento degli obiettivi personali. L’associazione AMELIA pone particolare cura alla fase di pieno reinserimento e di accompagnamento all’autonomia, anche utilizzando le sinergie con le proprie attività interne. Alla base di AMELIA vi è l’idea del cambiamento, inteso come frutto di una tensione a perseguire di volta in volta modalità originali ed autonome del proprio star bene con se stessi, con gli altri e con la realtà , e non come il raggiungimento di una condizione ideale prefigurata da modelli. Il passato di ciascuno è comunque importante, costituisce il punto di partenza per comprendere gli eventi appartenenti al proprio percorso di vita, merita una rilettura non solo cognitiva ma anche affettiva. Allo stesso modo è importante il futuro che non può però essere pensato solo in termini di utopia, di progetto a lunghissima scadenza, ma deve essere concepito come già attualizzabile a partire dall’oggi. Per questo è necessario attribuire valenza positiva alla quotidianità, non intesa come sterile ripetitività, bensì vissuta come momento privilegiato della relazione e dell’azione. L'intervento dell'associazione Amelia è rivolto a soggetti ex tossicodipendenti, ex alcolisti da inserire in programmi educativi finalizzati al reinserimento sociale; soggetti da inserire in Borsa Lavoro e/o Tirocinio Formativo come strumento utile per un futuro reinserimento sociale; soggetti con pregressi percorsi in strutture residenziali e/o ambulatoriali; soggetti con terapia sostitutiva (metadone) controllata dai servizi di competenza.
Cervelli in fuga all’estero. Ma anche cervelli pronti a scandagliare le molteplici possibilità che possono nascere canalizzando il lavoro verso l’Italia. L’architetto Ettore Ursini, nato nel 1 968 a San Benedetto del Tronto e partito nel 1 987 alla volta di Firenze, appartiene decisamente a questa seconda ‘categoria’, ed insieme al collega Andrea Bertoncini dello studio Architre di San Miniato, sta riportando all’antico splendore due importanti edifici storici nel centro di San Paolo, in Brasile, attualmente in fase di restauro dopo l’incarico assegnato nel dicembre 201 3. Il committente è la Companhia de Restauro, impresa privata che ha stipulato un accordo con il governo di San Paolo per la ristrutturazione dei due palazzi neoclassici, sedi della Secretaria de Justiça e Defesa da Cidadania, che svettano sul luogo del primo insediamento della città risalente al 1 554 ad opera dei Gesuiti. Complice l’attività accademica presso alcune Università che hanno sede a Firenze e si occupano di formazione per studenti provenienti dall’America del Nord e dal Brasile, i due talentuosi architetti sono stati protagonisti anche di un workshop itinerante che ha portato i temi della cultura, sensibilità, passione per l’arte ed il restauro in ambiti accademici nei quali l’Italia, in modo particolare Firenze, sono ancora imprescindibili punti di riferimento. Ursini e Bertoncini hanno così avuto l’opportunità di tenere lezioni in sei diverse Università dislocate sul territorio brasiliano, affrontando le tematiche inerenti il riuso sostenibile di manufatti architettonici e il recupero di edifici storici. Le date principali di questi incontri con gli studenti, a cui sono seguiti approfondimenti tecnici con rettori e docenti, si sono sviluppate negli scorsi mesi di ottobre e novembre presso l’Università Presbiteriana Mackenzie di São Paul; l'Università di Brasilia Uniceub; l'Università Pontificia di Campinas Puccamp; la Facamp Campinas; l'Università Pontificia de Minas, Campus Poços de Calda; la Unisantos Santos São Paulo. Ettore Ursini vive e lavora a Firenze, dove da cinque anni si occupa anche di formazione presso strutture che accolgono studenti stranieri-scuole parificate a tutti gli effetti con certificati affiliati alle Università e l’emissione di crediti formativi-insegnando le discipline del restauro architettonico e la sostenibilità del design interni. Per tenere i corsi all’estero, l’architetto è partito dalla prestigiosa scuola Lorenzo De’ Medici di Firenze, le cui sedi sono attive da quarant’anni in Italia. Importante il suo sodalizio professionale con il collega Andrea Bertoncini, stesse capacità e competenze, con il quale lavora insieme dal 2001 , occupandosi negli ultimi sei anni dei progetti in Brasile. Esperto di rilievi tridimensionali in ambito culturale e monumentale, tra i lavori di Ursini è degna di nota la decennale partecipazione al restauro della Porta del Paradiso di Lorenzo Ghiberti a Firenze, a cui è seguita la musealizzazione nel settembre 201 2.
(a cura di redazione)
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Francesco Del Zompo vince il concorso di Amalfi
IL DESIGN ARTIGIANALE NELLE MARCHE Forme e colori, materiali e tanta creatività
Il design è un settore molto particolare, antico come le grotte di Neanderthel e attuale come le app degli smatphone. Se poi si unisce all'artigianato artistico e si autoproduce, diventa una vera e propria nicchia nella quale entrano solo gli illuminati o i sognatori o i visionari dotati del dono della manualità e profondi conoscitori dei materiali di uso comune e non. E questo mix che diventa dimensione esistenziale, è l'ambito nel quale si muove da sempre Francesco Del Zompo, designer di San Benedetto del Tronto che, pur di dare visibilità al suo lavoro, si veste dei panni dello scrittore e vince un concorso nazionale (ideato e diretto da Angelo Soldani) destinato ai Designer autoproduttori, una prima edizione scoppiettante e riuscitissima destinata a diventare un must del settore. Del Zompo ha raccontato la sua storia e il percorso artistico-artigianale che lo ha condotto a inventarsi, e prodursi in proprio, gli “Oggetti pensanti” (e non solo) di UT, la rivista d'arte e fatti culturali diventata nel tempo un laboratorio espressivo per artisti, fotografi, illustratori, poeti e scrittori della quale Del Zompo è uno dei fondatori. Fra grafiche realizzate per pubblicazioni importanti e un'idea tutta nuova del “fare editoria”, Del Zompo ha avvertito ad un certo punto l'esigenza di confrontarsi con gli oggetti e di utilizzare tutti i materiali possibili per realizzarli e renderli non solo arredamento/abbellimento ma anche, e soprattutto, quotidianità. Grazie alla vittoria nel Concorso Letterario Nazionale Design Artigianale, organizzato da Incostieraamalfitana.it - Festa del Libro Mediterraneo, Francesco Del Zompo ha realizzato due mostre, una personale ad Amalfi e una collettiva a Cetara in due contesti di assoluto prestigio: il Chiosco dell'antico monastero interno al Grand Hotel Convento di Amalfi e la Chiesa di San Francesco. Creatività, originalità, uso sapiente di tutti i materiali e una eleganza innata, sono le caratteristiche tecniche e professionali che hanno consentito al designer sanbenedettese di affermarsi in un concorso tanto prestigioso quanto innovativo. E per Natale, Del Zompo ha realizzato la “Lampaclaus”, un Babbo Natale felice di illuminarsi per piccoli e grandi. La voglia di Natale, si sa, è pandemica e spinge gli uomini non solo alla bontà ma anche verso una comunicazione soft fatta a volte di piccole/grandi cose. (mc)
FOOD&WINE
AL RISTORANTE BALOO IL "PREMIO BRODETTO" DELL'ACCADEMIA ITALIANA DELLA CUCINA La semplicità e il rispetto per il gusto le armi vincenti
A San Benedetto il ristorante, a Grottammare lo chalet. Con una capienza di 300 coperti, il ristorante è molto apprezzato e ben recensito per la sua cucina non elaborata, semplice, in grado di far risaltare il sapore del mare nei propri piatti. Come da tradizione marinara, infatti, “il tempo di cuocere la pasta e il sugo è pronto”. Il pesce meno viene trattato e più risalta nel sapore. Al Puerto Baloo lo sanno bene, la proprietà possiede un peschereccio, attraverso il quale viene garantito, ove possibile, il pescato fresco, ma soprattutto la tradizione marinara si fonde con la conduzione del locale. Arredamento avvolgente, caldo, come lo può essere un veliero. Situato nell'area del porto di San Benedetto del Tronto, con veranda direttamente sulla spiaggia, è un ristorante che si contraddistingue anche per la sua adesione alla Chaine des Rotisseurs, la più antica associazione gastronomica del mondo. La “Chaine”, è presente in Italia dal 1 960. Il Bailliage Nazionale d’Italia, organo di vertice dell’Associazione a livello nazionale, opera per la diffusione della cultura della gastronomia attraverso i suoi Bailliages territoriali. Questi ultimi, rappresentano la meravigliosa eterogeneità del nostro territorio e dei suoi talenti enogastronomici e portano a compimento la loro missione attraverso l’organizzazione di eventi gastronomici di altissima valenza conviviale e culturale. Far parte di questo circuito internazionale è sinonimo di qualità estrema e di ricercatezza che sfiora la perfezione. Tutte caratteristiche che hanno portato il Ristorante Puerto Baloo ad occupare una posizione nel settore di riferimento, di assoluto prestigio. A sottolineare il valore della cucina del Puerto Baloo, è arrivato in questi giorni il “Premio Brodetto” da parte dell'Accademia Italiana della Cucina. Un motivo in più per trascorrere il Capodanno al Ristorante Puerto Baloo o allo Chalet (dove si potrà cenare), una serata all'insegna della musica, dello spettacolo e ovviamente del pesce. (a cura di redazione)
A NATALE SULLA NOSTRA TAVOLA NON PUÒ MANCARE IL GRAVADLAX Questa e altre specialità alla Pescheria Stella Marina di Cupra Marittima
MAURO E PAOLA DEL RISTORANTE “DALLA PADELLA ALLA BRACE” DI PORTO D'ASCOLI Quando due culture, la romana e la sambenedettese, si incontrano
Gravadlax, anche detto Gravlax o gravad laks, a seconda del paese nordico di provenienza è un tipo di salmone marinato con una miscela di sale, zucchero, aromi e spezie per almeno 1 0 ore fino a qualche giorno. Questo succedeva nel Medioevo, quando l'unico modo di conservare il cibo era quello di metterlo sotto sale, nel Nord Europa e i pescatori lo ponevano in piccole fosse scavate nella sabbia sopra la linea di marea. Non è un caso dunque che il termine Gravadlax significhi salmone sepolto; grav, in svedese significa tomba e laks, salmone. Antipasto per eccellenza, adatto ad ogni stagione, immancabile presenza nei banchetti natalizi. Dove è possibile trovare il miglior Gravadlax? A Cupra Marittima. Lo abbiamo scoperto nella Pescheria Stella Marina, quindi abbiamo indagato e abbiamo intervistato il titolare. Molto disponibile, Giorgio ci ha accolto nel suo punto vendita facendoci scoprire, oltre al salmone marinato, tutte le altre caratteristiche che definiscono questa attività di successo. Pesce fresco di provenienza locale, vasto assortimento di congelato lavorato direttamente a bordo nave, e il cucinato d'asporto è una vera e propria delizia per il palato. Preparato nella cucina interna alla Pescheria dalle mani esperte di mamma Maria Pia, dagli antipasti ai secondi, viene proposto al dettaglio con prezzi decisamente inferiori alla concorrenza. Alcuni esempi: la frittura di pesce a 20 euro al chilo, le sogliole fresche fra i 1 0 e i 1 5 euro, sempre al chilo. Il segreto? Essere nel settore da decenni permette di avere un certo potere di acquisto sulla materia prima. La professionalità consente di ottenere qualità e bontà. La Pescheria Stella Marina è aperta dal lunedì al sabato (8-1 3, 1 6-20), e la domenica (8-1 2:30). Si trova a Cupra Marittima sulla Statale Adriatica. Prenotazioni: 0735-777728. Per le feste natalizie e il Capodanno l'assortimento sarà ancora più ampio, sia di crudo che di cucinato, per soddisfare le esigenze più particolari. (a cura di redazione)
Vorremmo presentarci: nasciamo da una idea maturata nel tempo. Già da ragazzi, infatti, eravamo grandi estimatori della buona cucina e del buon vino. Così a tavola, anno dopo anno, siamo arrivati alla decisione di lasciare tutto e di partire con questo grande sogno. Tra mille difficoltà e altrettanti scontri, siamo arrivati a oggi. Abbiamo un ristorante a Porto d'Ascoli, “Dalla padella alla brace”, che è stato aperto nell'ottobre del 2009. Si trova al numero 1 07 di Via Turati ed è gestito da noi, Mauro e Paola, marito e moglie. La nostra cucina, essendo noi originari di Roma, punta ad avere piatti di tradizione romana, ma non disdegna l'ottima cucina locale. Così i nostri piatti sono un intreccio delle due culture pur mantenendo intatta la loro storia e la loro tradizione. Da noi si possono gustare ottimi primi, come la cacio e pepe, la gricia, la carbonara e la matriciana, cozze e vongole e pesce di scoglio squisiti. Fra i secondi spiccano i saltimbocca alla romana e la tagliata, accompagnati da vari contorni. Il nostro dolce è praticamente un elogio al gusto. Vini regionali di cantine dove soprattutto i giovani stanno dando il meglio di sé. Veniteci a trovare e non resterete delusi. Una piccola nota a margine: su Tripadvisor per il 201 4, siamo primi in classifica. Grazie e a vederci presto. Mauro e Paola li trovate al 0735751 277
Quando la flotta di San Benedetto era la più importante d'Italia
LA CATENA DEL FREDDO E LA SGATTONI SURGELATI 4
La Sgattoni Surgelati srl affonda le sue radici nei bei momenti di crescita della pesca atlantica quando San Benedetto Del Tronto, con la flottiglia da pesca più importante d’Italia, ha visto crescere industrie di trasformazione del pescato che hanno fatto scuola in Italia e all’estero. Il pioniere Guido Sgattoni Srl. ha sempre operato nel settore ittico, dalla metà degli anni cinquanta, rifornendo con il suo camion navi da una sponda all’altra dei due mari: Tirreno e Adriatico. Poi, percepita la potenzialità del settore, si attiva nel 1 967 con una sgusciatura delle vongole che in Adriatico erano tante e di qualità. Senza mezzi economici e con sacrifici disumani si arriva a concretizzare un’impresa forte, esperta, futuristica nello sviluppo delle nuove tecnologie alimentari, dalle vongole a tutti i pesci del mare preparati in innovative confezioni. Oggi con la terza generazione presente al timone aziendale, si è ricercato il meglio, oltre a sistemi HACCP concreti e minuziosi che tutelano le produzioni, sono state implementate certificazioni prodotto internazionali, I.F.S. B.R.C. ed oggi anche la M.S.C. certificazione per la pesca sostenibile e protezione specie non catturabili, che hanno dato alla Sgattoni Surgelati un riconoscimento degli sforzi compiuti ed un plauso per essere nata azienda di qualità mai venuta meno nel tempo. La Sgattoni Sugelati si posiziona sul mercato tra le aziende altamente qualitative, che non scendono a compromessi. I prezzi concorrenziali con tale allineamento, la rende un azienda che si distingue sul mercato, ed il consumatore finale che prova i suoi prodotti, li ricompra e soprattutto attiva quel meccanismo virtuoso chiamato “passaparola”. (a cura di redazione)
FOOD&WINE
CAFFÈ CAPSY E SAI COSA BEVI Il nettare nero e quella magia di aroma e gusto che si fondono
I WISH YOU A MERRY ICE CREAM CHRISTMAS Se il titolo è uno scioglilingua, il panettone di Creme Glacee è uno scioglianima
LE BOLLICINE NON SONO SOLO UNA MODA I grandi “calici” delle Marche e dell'Abruzzo di Valeria Cesari Non c’è dubbio, trovare persone a cui non piacciano gli spumanti è impresa ardua. I motivi del successo delle bollicine sono diversi e il fenomeno legato al costume, a mio avviso, ne è solo una sfaccettatura. Certo è che già solo all’idea di veder saltare il tappo dal collo della bottiglia viene allegria e il botto, che da tecnico condanno visto che mortifica il lavoro di anni, è comunque sinonimo di festa e confesso che a volte neanche io riesco a non sorridere di fronte all’esplosione. Ma un calice di spumante è molto altro e la qualità dei prodotti italiani è tale da aver ormai convinto il consumatore che dire bolla significa sì divertimento, ma significa anche dire aromi, gusto e appagamento tattile. È già. Il tatto, il senso che viene stimolato ad ogni sorso non solo dal perlage, ma anche dall’acidità e dalla sapidità che caratterizzano questi prodotti. Sostengo da sempre che il vino non risponde a una esigenza, ma soddisfa un desiderio e le bollicine, in questo, sono spesso vincenti. Oltre alla gioiosità, lo spumante appaga al sorso per la sua piacevolezza e si può gustare con spensieratezza in serate conviviali. Senza doverci pensare troppo, senza doverlo comprendere per forza. Allo stesso tempo però, se si ha voglia di dedicargli un respiro, uno spumante metodo classico può raccontare una grande storia fatta di bouquet complessi, sostegno a piatti impegnativi, persistenze intense di aromaticità che sono cresciute e si sono evolute nella bottiglia, a volte per anni, ad opera delle mani attente di produttori innamorati del loro lavoro. Innamorati sì. Perché produrre metodo classico significa cure, attese, pazienza e sapienza. Ogni bottiglia richiede cure personali, puntuali e costanti. Viene presa per mano e guidata verso la maturità. È arte, passione e sacrificio. Da nord a sud, la nostra penisola offre bottiglie di grande qualità ottenute da diversi vitigni e pertanto profondamente diverse. Orientarsi non è sempre facile e l’assaggio resta il modo migliore per scegliere le varietà che più sono nelle proprie corde. Per chi approccia e per chi cerca delle novità, cito qualche grande classico e qualche mia piacevole scoperta. Dal nord delle Marche al sud dell’Abruzzo: Verdicchio dei Castelli di Jesi Doc Spumante Metodo Classico Brut, Delìs, Garofoli; Verdicchio dei Castelli di Jesi Doc Spumante Metodo Classico Brut, Ubaldo Rosi, Colonnara; Terre di Offida Doc Passerina Spumante Metodo Classico Brut Bio, Centanni, Giacomo Centanni; Spumante Metodo Classico Brut Bio, Autentico, Jasci e Marchesani; Spumante Metodo Classico Brut, Santa Giusta, Marchesi de’ Cordano; Abruzzo Doc Spumante Metodo Classico, 36, Eredi Legonziano. In alto i calici quindi, e che brindisi sia!
Il re dei dolci natalizi è sicuramente il panettone, con l'inconfondibile base cilindrica che termina in una forma a cupola. Le origini del panettone sfumano a tratti nella leggenda. Il cuoco al servizio di Ludovico il Moro fu incaricato di preparare un sontuoso pranzo di Natale a cui erano stati invitati molti nobili, ma il dolce, dimenticato nel forno, quasi si carbonizzò. Vista la disperazione del cuoco, Toni, un piccolo sguattero, propose una soluzione: «Con quanto è rimasto in dispensa – un po' di farina, burro, uova, della scorza di cedro e qualche uvetta – stamane ho cucinato questo dolce. Il cuoco tremante si mise dietro una tenda a spiare la reazione degli ospiti. Tutti furono entusiasti e al duca, che voleva conoscere il nome di quella prelibatezza, il cuoco rivelò il segreto: «L'è 'l pan del Toni», ossia il "panettone". Da allora a oggi le evoluzioni sono state fortunatamente molte, fino ad arrivare al panettone artigianale farcito di gelato (da distinguere dal semifreddo che come ingredienti principali annovera panna, albume e aromi). Meglio ancora se ricoperto da una meravigliosa colatura di cioccolato per stimolare d'impatto le papille gustative, per poi assaporare la sofficità del panettone e cogliere l'emozione contrastante e avvolgente del cuore di gelato. L'apoteosi del godimento culinario è la personalizzazione dei gusti. Classici, oppure speciali: Crema Silvia (arachidi, cocco e cioccolato a scaglie), Fondente al Grand Marnier cannella e arancia, Crema della Mamma (crema all'uovo con pesche dolci all'alchermes). Queste meraviglie culinarie sono un must della Sorbetteria Crème Glacée di San Benedetto del Tronto, nota per la qualità artigianale e l'unicità dei gusti. Luogo di culto per i veri amanti del gelato artigianale, punto di riferimento per l'estrema qualità del prodotto e le piacevoli sorprese che si possono trovare in fatto di gusti speciali. Accostamenti apparentemente azzardati che si rivelano assolutamente ottime combinazioni, che fidelizzano gli amanti del cibo genuino, puntando a elevare il settore creando e coinvolgendo l'utenza attraverso nuovi spunti. Per unire originalità e genuinità, il panettone di pasticceria artigianale con il cuore farcito dal gelato più buono della provincia è sicuramente un gradito omaggio nelle cene e pranzi delle prossime festività. Sorbetteria Crème Glacée, Via L. C. Gabrielli, 8 – San Benedetto del Tronto, zona di Porto d'Ascoli (AP) - Tel. 349.0524031
SIGNORE E SIGNORI, IL FROLLINO Pronto il lancio dell'ultimo prodotto di dolce forno
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Sembra facile fare un buon caffè, ma non lo è affatto. Al di là della perizia di chi materialmente lo appronta, la base di un caffè destinato a solleticare il gusto e deliziare lo spirito, è comunque la carta vincente. L'esigenza di avere in casa l'opportunità di bere un caffè come al bar, è diventata oggi patrimonio comune. Colpa un po' della pigrizia, un po' della scarsa manualità di una generazione abituata a spingere sui tasti piuttosto che avvitare una moka, la macchina del caffè che ci regala la schiumetta sulla quale appoggiare lo zucchero, è diventata di uso quotidiano e guai a toccarcela. Ma anche in questo caso, e forse a maggior ragione, conta l'assunto iniziale: l'importanza della miscela di caffè che usiamo e la sua confezione. La capsula, infatti, consente al caffè una maggiore ossigenazione e quindi di mantenere intatta la qualità. Le capsule, brevettate a livello europeo, non sono cancerogene, non sono sigillate con l'alluminio ma con un filtro di carta e, soprattutto, non si sciolgono nella macchina . Viene lavorata in un ambiente protetto e il caffè viene incapsulato con l'azoto e l'ossigeno, sottovuoto, con prodotti naturali senza aggiunte chimiche. Leitmotiv amato dai consumatori è l'aromatizzazione del caffè. Per un processo ottimale occorre scegliere tra aromi naturali e artificiali. Naturalmente, i migliori caffè aromatizzati vengono insaporiti con aromi naturali al 1 00%. Gli ingredienti naturali sono molto più intensi e persistenti: provate il sapore della stessa quantità di caffè con la stessa quantità di aromi, uno di un campione naturale e uno di quello sintetico, e vedrete la differenza. Per trovare riscontri in quanto affermato siamo andati da Capsy e Cialdy, affermato punto vendita di capsule e cialde compatibili per ogni dispositivo e distributore di caffè. Infatti, l'aromatizzato del mese è il caffè al ginseng. Per leggere informazioni sempre interessanti e consigli utili alla degustazione del miglior caffè a casa propria, questa è la rubrica che fa per voi, curata da Capsy e Cialdy. Segnaliamo due offerte del mese: macchina del caffè (italiana e brevettata), con montalatte e 1 00 capsule assortite omaggio al prezzo di €. 1 60; macchina del caffè (italiana e brevettata) con 50 capsule assortite in omaggio al prezzo di €. 1 1 5. Capsy e Cialdy, via Silvio Pellico, 91 (SS. 1 6), San Benedetto del Tronto (AP), tel. 0735.386376.
Un po' di tempo fa non si poteva dire che c'era una festa senza che sulle tavole troneggiasse monsieur “Frollino”. Delicato, friabile, aromatico e nello stesso tempo evanescente come una nuvola, il frollino era il biscotto dei nobili e dei “signori”, quelli che lo gustavano nel tè , nel rosolio o nel vermouttino. Con il tempo il frollino non ha perso il suo fascino ed è rimasto un biscotto da assaporare a fine pasto o con un buon tè, stando però attenti a non abusarne perché i frollini sono come le ciliege, uno tira l'altro. In tutto questo florilegio di biscotti delicati e profumati le Marche ci sono, come in tanti altri settori non stiamo a guardare né siamo secondi ai blasonati fabbriconi nordici della dolcezza secca. A Massignano, l'azienda Dolce Forno sta per invadere il mercato della grande distribuzione proprio con il frollino, l'ultimo nato di una casa prodiga di dolci come le vecchie e sane famiglie di una volta lo erano di figli. Poi si sa, con gli ultimi nati, l'amore e la cura diventano maniacali. Il prodotto, testato a lungo dai familiari degli stessi dipendenti, è pronto per il battesimo. Presto alcuni colossi della grande distribuzione metteranno i frollini di Dolce Forno sui loro scaffali. Allora sì che sarà un bel guardare e gustare. Giacchè ci siamo, visto che per questo numero Life Marche ha pensato a Massignano come comune al quale dedicare il “Focus”, non possiamo non citare il “Moro di Massignano”, specialità dolciaria che ha riferimenti molto forti con il territorio. Il “Moro” è un dolce tipico e raffinato. A base di pan di Spagna, è guarnito con granella di nocciola, gocce di cioccolato, aromatizzato con mandorle amare, interamente ricoperto di cioccolato e ancora granella di nocciole. Ovviamente il “Moro”è prodotto e confezionato da Dolce Forno. (a cura di redazione )
TURISMO
foto: MARIO MICHETTONI
È tempo di Natale, è tempo di noi [lasciando da parte l'io]
LE MARCHE COME UN IMMENSO PRESEPE Da Ripatransone a Gabicce Monte i luoghi che raccontano la natività. La regione si riempie di luci che cancellano le ombre di una società in crisi profonda di Rosita Spinozzi È il caos a dominare l’epoca contemporanea, dove tutto appare incerto e confuso. Poi arriva dicembre a regalarci una consapevolezza che, inevitabilmente, addolcisce il cuore: il vero simbolo del Natale è il presepe, tutto il resto è vanità. A inventarlo nel lontano 25 dicembre 1 223 fu San Francesco che, dopo aver visitato i luoghi della vita terrena di Gesù, portò in scena la prima rappresentazione vivente a Greccio, in Umbria. Da allora, grazie alla felice intuizione del poverello d’Assisi, il presepe è diventato un solido punto di riferimento universale per chi ha fede, ma anche per chi non ce l’ha. Nessuno, infatti, è immune dalla sua forte carica emozionale. Nemmeno le Marche, terra fertile di tradizioni e ricordi ancestrali, che ogni anno accoglie le festività natalizie con una generosa concentrazione di presepi storici e natività viventi. Cittadine, borghi, paesi che si vestono a festa e spalancano le porte al sentimento e alla creatività. É questo l’aspetto che ci piace evidenziare in un servizio che non ha la velleità di essere un vademecum, ma un semplice viaggio tra le sacre rappresentazioni marchigiane. Un viaggio che parte da Ripatransone, rientrata a pieno titolo nella definizione di ‘Città dei Presepi’ considerando il crescente numero delle Natività che impreziosiscono i luoghi più caratteristici del paese, il centro storico e le strutture limitrofe. Tra queste occupa un posto di rilievo il Presepe Artistico in Piazza XX Settembre le cui luci, come tradizione vuole, verranno accese il 21 dicembre dai genitori dell’ultimo nato dell’anno in sua vece. Ideato nel 1 970 dal professor Primo Angellotti, ed attualmente realizzato dalla Pro Loco insieme al Gruppo dei Nuovi e Vecchi Presepari con la direzione artistica di Mariella Ciotti e la direzione tecnico-organizzativa di Nazzareno Vespasiani, il Presepe sarà composto per il 45° anno consecutivo da statue a grandezza naturale, conservando in gran parte la sua originaria struttura classica e i numerosi effetti di luce. Immancabile un richiamo alla realtà contemporanea, sancito quest’anno dalla tematica della famiglia che verrà rappresentata nei suoi diversi aspetti quotidiani e nelle varie fasce d’età, con l’ingresso di nuove statue raffiguranti anziani e bambini, ed una rinnovata scenografia che prevede l’introduzione di portici ed altri luoghi simbolici del Belvedere del Piceno. Degno di nota anche il Presepe Tradizionale della Chiesa comunale di San Rocco, in mostra nel vestiario della Confraternita del Sacro Cuore detta dei Sacconi, dove alcuni Confratelli della Compagnia e il priore Pasquale Zazzetta allestiranno la Natività con statue in gesso policromo, acquistate nel 1 925 presso la Ditta Fratelli Bertarelli di Milano. A fare da corollario all’antica creazione penseranno l’alternarsi del giorno e della notte, le arie natalizie e l’esposizione di fotografie delle passate edizioni nel corridoio di accesso. Torna anche il presepe nella Chiesa barocca di Santa Chiara, con l’ambientazione che richiama la realtà locale poiché verrà inserito un torrione del quartiere Agello ed una riproduzione della catena dei Sibillini. A rendere ancora più suggestiva la scena saranno lo scorrere delle acque di un fiume e l’avvicendarsi del giorno e della notte. Bis anche per il Presepe del Gruppo Giovanissimi, guidato dal viceparroco don Gian Luca Rosati ed allestito in una stanza parrocchiale in via Umberto I, nei pressi del Duomo. Il
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Presepe, realizzato completamente a mano dai ragazzi ad eccezione delle statuine, comprenderà l’effetto giornonotte, la volta celeste con le sue costellazioni, un torrente gorgogliante d’acqua, un mulino a vento e una mini riproduzione del centro storico di Ripatransone. Meritano una visita anche i presepi delle frazioni Trivio, Valtesino, San Savino; il celebre Presepe Meccanico allestito in Contrada San Rustico da Luciano Voltattorni, i Manufatti di Presepi della sede ripana dell’Archeoclub, la Natività delle Suore Teresiane nel quartiere Roflano, il Presepe della Parrocchia Madonna di Fatima in zona Valtesino di Ripatransone, il Presepe nella Chiesa di Santa Maria della Valle (quartiere Monte Antico) con personaggi realizzati nel 1 946 dallo scultore e ceramista Cleto Capponi. L’arte dei presepi è una tradizione molto sentita anche ad Acquaviva Picena, dove sarà possibile ammirare il Presepe Storico di Sponsalia nella sede dell’associazione Palio del Duca in via Marziale, il Presepe Storico in Movimento realizzato dall’associazione Video Incontri nella casa comunale Dalma Massetti; La Via dei Presepi, tradizionale rassegna di sacre rappresentazioni artistiche, organizzata dall’associazione Le Due Colline nell’ambito di un suggestivo percorso itinerante all’interno del borgo medievale; le creazioni di Laboratorio Terraviva e del Convento dei Frati Agostiniani Scalzi. Ma non finisce qui, perché le Marche ospitano anche una numerosa serie di Presepi Viventi con centinaia di figuranti in costume d’epoca, a partire da Grottammare dove avrà luogo un autentico cammino che si snoderà tra le vie del vecchio incasato e le antiche ‘grotte’, pronte a trasformarsi nelle abitazioni della Palestina tipiche dei tempi di Gesù. Tra le Natività Viventi marchigiane più antiche e conosciute spiccano anche quelle di Comunanza con la fedele ricostruzione di tutti i quadri della rappresentazione; Porchia con le varie scene allestite nelle antiche cantine, nelle piazze, in ambienti ricavati sotto le mura castellane e la cripta della Chiesa di Santa Lucia. Poi ci sono il Presepe Vivente di Genga, nato nel 1 981 e considerato il più grande al mondo per estensione, visto che copre una superficie di circa 30.000 metri quadri all’interno della Gola di Frasassi e coinvolge circa 300 figuranti; il presepe di Piobbico, che si sviluppa con quadri animati lungo le vie del centro storico fino a Palazzo Brancaleoni, con bambini e adulti vestiti in abiti tradizionali; il presepe di Morrovalle, allestito nei sotterranei di un ex Convento dei Padri Agostiniani, con la partecipazione di 350 figuranti in costume. Meritevoli di attenzione anche le rappresentazioni di Agugliano, Caldarola, San Severino Marche, Gualdo di Macerata, Fabriano (Precicchie), Gabicce Monte, Pesaro e Potenza Picena dove il presepe, realizzato a pochi passi dal mare, traccia un percorso di fede presentando non solo le scene tradizionali, ma anche episodi poco conosciuti. Le Marche, insomma, come un immenso presepe, vissuto lasciandosi andare alle emozioni più semplici e da guardare, oggi più di ieri, con gli occhi dei bambini.ricostruzione di tutti i quadri della rappresentazione; Porchia con le varie scene allestite nelle antiche cantine, nelle piazze, in ambienti ricavati sotto le mura castellane e la cripta della Chiesa di Santa Lucia. Poi ci sono il Presepe Vivente di Genga, nato nel 1 981 e considerato il più grande al mondo per estensione, visto che copre una superficie di circa 30.000 metri quadri all’interno della Gola di Frasassi e coinvolge circa 300 figuranti; il presepe di Piobbico, che si sviluppa con quadri animati lungo le vie del centro storico fino a Palazzo Brancaleoni, con bambini e adulti vestiti in abiti tradizionali; il presepe di Morrovalle, allestito nei sotterranei di un ex Convento dei Padri Agostiniani, con la partecipazione di 350 figuranti in costume. Meritevoli di attenzione anche le rappresentazioni di Agugliano, Caldarola, San Severino Marche, Gualdo di Macerata, Fabriano (Precicchie), Gabicce Monte, Pesaro e Potenza Picena dove il presepe, realizzato a pochi passi dal mare, traccia un percorso di fede presentando non solo le scene tradizionali, ma anche episodi poco conosciuti. Le Marche, insomma, come un immenso presepe, vissuto lasciandosi andare alle emozioni più semplici e da guardare, oggi più di ieri, con gli occhi dei bambini.
TURISMO
DESTAGIONALIZZARE, LAVORARE CON IL TURISMO 365 GIORNI L'ANNO. SI PUÒ E SI DEVE. Ricordiamoci sempre che siamo in Italia, e a prescindere dalla stagione, il nostro territorio ha delle bellezze naturali, delle tradizioni culturali e storiche fruibili sempre, anche in bassa stagione. L'importante è rivolgersi a target mirati, cioè catturare quei turisti che, ad esempio, hanno un inverno molto più freddo del nostro e quindi anche un diverso piano di ferie. Molto spesso intercettare questi target corrisponde proprio a catturare turisti in cerca di autenticità, sofisticati o meno. L’importante è creare per loro dei pacchetti turistici seducenti, in grado di promuovere al meglio la destinazione fuori stagione ed in occasione di specifici eventi o manifestazioni. Elio Basili, direttore dell'Hotel Rivamare di Massignano (AP) sicuramente è orientato in quest'ottica operativa. Con la struttura aperta tutto l'anno e l'aggiornata conoscenza dell'offerta attrattiva del territorio, lo staff dell'Hotel Rivamare è in grado di coinvolgere i propri ospiti suggerendo diverse attività e luoghi da visitare anche in questo periodo dell'anno. A corto raggio, nel comune di Cupra Marittima, è possibile partecipare a visite guidate all'area archeologica romana e medievale di 32 ettari che comprende il foro, il tempio di Venere e i resti di una villa con ninfeo. Anche il Museo Civico delle Pipe e dei Fischietti di Massignano, manufatti in terracotta donati con entusiasmo dalla cittadinanza, merita sicuramente una visita per ammirare l'abilità dell'artigianato locale. Nel medio raggio, è visitabile con un unico biglietto d'ingresso (utilizzabile entro 6 mesi, prezzo 1 0 euro), la rete Musei Piceni che si compone di quattro strutture museali distinte: il Polo museale Palazzo De Castellotti a Offida, il Museo Civico Palazzo Bonomi Gera a Ripatransone, il Polo museale di San Francesco a Montefiore dell'Aso e il Polo culturale San Francesco a Monterubbiano. Nel medio raggio, si trovano i Musei Civici di Ascoli Piceno visitabili con il biglietto unico (intero 8 euro, ridotto 5 euro, gruppi 5 euro) fra cui la Pinacoteca civica, dove spiccano le opere del Piviale (XIII secolo), di manifattura inglese, donato nel 1 288 al Duomo di Ascoli da Papa Niccolò IV, i dipinti di Carlo Crivelli (i due trittici di Valle Castellana XV sec.), Cola dell’Amatrice (La salita al Calvario,1 527), Tiziano (San Francesco riceve le stigmate, XVI sec.). Ne fanno parte anche la Galleria d'arte Contemporanea, il museo dell'arte ceramica e il Forte Malatesta. Sempre rimanendo in tema di musei, è doveroso menzionare ad Ascoli anche il Museo della cartiera papale, all'interno del quale è stato costruito un moderno Polo di cultura scientifico-industriale. Suggerimenti e altre informazioni di settore verranno proposti nei numeri successivi. Si segnalano le offerte di soggiorno valide per i lettori di Life Marche per il mese di Dicembre: il trattamento di B&B a 23 euro/persona, la mezza pensione a 40 euro/persona. Rubrica a cura dell' Hotel Rivamare - Via Montecantino, 59 - Fraz. Marina di Massignano - Massignano (AP) – tel. 0735.77721 1 – www.rivamare.it
Prossimamente una Antica Taverna a Patrignone
IL MATTINO DEI MAGHI PER UNA TRADIZIONE CHE PARTE DA LONTANO di Fidel Olivieri A Patrignone, 25 minuti di auto da Grottammare e a 35 da Ascoli Piceno, a metà dicembre aprirà l’Antica Taverna Il Mattino dei Maghi: Ristorante, Bar, Pizzeria con forno a legna. Nell’antica Roma le Tabernae erano negozi alimentari che offrivano la possibilità di consumare cibi e bevande in loco ma anche, in alcuni casi, di alloggiare. Da noi non c’è la possibilità di alloggio ma stiamo studiando delle convenzioni con b&b locali in quanto il territorio si adatta perfettamente a chi vuole vivere un periodo di relax e di ristoro abbinato a cibo sano e appetitoso. “Il Mattino dei Maghi” invece è un saggio francese del 1 960 in cui gli autori si propongono di suscitare nel lettore il dubbio su ciò che lo circonda: una differente visione del mondo può giungere mettendo in relazione fatti diversi in maniera inconsueta, o avanzando ipotesi fuori dall’ordinarietà. Questo genere è spesso chiamato “realismo fantastico”. Ma si tratta anche di un titolo oltre che evocativo anche simbolico, che è in grado di esprimere il nucleo del nostro progetto: contribuire all’applicazione di nuovi modelli basati sul buonsenso che facciano sì che quelli che non funzionano più
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smettano di riflesso di essere applicati. Abbiamo usato il termine “antico” perchè cerchiamo di ispirarci alla saggezza antica e tradizionale. L'Antica Taverna Il Mattino dei Maghi è un nuovo tipo di locale dove ogni prodotto proposto sarà scelto in funzione delle tradizioni in cui ha origine, delle sue proprietà nutrizionali, e dosando in modo ragionato le tipologie di prodotto e di trasformazione. Ogni ricetta sarà composta pensando a tutte le tasche! Infatti chi ha intenzione di spendere di meno si orienterà verso soluzioni che saranno economiche per la tipologia di prodotto e non per la qualità: piatti a base di legumi e cereali o patate e che contengono meno carne, ma comunque appetitosi ed equilibrati sia di per sé stessi che rispetto agli abbinamenti proposti. Oppure degli ottimi piatti vegani a base di verdure fresche, cereali e legumi antichi bio. Oppure potrà scegliere un’ottima pizza cotta nel forno a legna, a km 0 e a lenta lievitazione e fatta con farine biologiche di cereali antichi selezionati. Nel nostro bar, cosi come per la cucina saranno usati solo latte e uova di tipo biologico. I cornetti saranno fatti di farina biologica di grani selezionati e di Kamut. Saranno disponibili oltre al latte di vacca quello di avena, di riso e di soia. Ci saranno inoltre ottimi dolci fatti dalle nostre cuoche, anche vegani. Per rimanere aggiornato sulle attività del progetto e per conoscere la data di inaugurazione puoi andare sul sito www.ilmattinodeimaghi.com e lasciare la tua email.
MODA L’intrigante e super contemporaneo binomio modasport
LE PIÙ IMPORTANTI MAISON APRONO LE PORTE A UNO CHIC ATLETICO Un forte desiderio di comodità unita allo stile impera sulle passerelle, trasformando la donna di oggi in un’eroina del suo tempo
di Diletta Bonifazi I rivoluzionari rappresentanti della haute couture hanno assorbito lo spirito sportivo proiettandolo con maestria nelle loro collezioni: così assistiamo sorpresi all’invasione di minigonne da tennis, bomber, tute da ginnastica, t-shirt fitness oversize, indossati con sneakers di lusso. Capsule collection disegnate ad hoc dai più grandi stilisti per Dolce & Gabbana, Fay, Balenciaga, Calvin Klein, Adidas, e tanti altri… tutti vogliono far entrare lo spettatore in un caleidoscopio di colori e tessuti futuristici volti ad esaltare la dimensione della donna atletica, casual, campionessa di stile. Un’epifania di dinamismo e movimento che trasforma la moda in sport e attraverso look vincenti, trova il giusto antidoto contro il logorio di una società frenetica che rischia di risucchiarci. Una donna combattiva e in grado di districarsi tra i mille impegni della sua giornata, diventando così icona stessa del nostro tempo. Ecco allora spuntare ai piedi di star e celebrities slip on super trendy, palese sintomo del fatto che non si ha nemmeno più il tempo di allacciarsi le scarpe. Il fashion system si plasma sulle idee di guru-istruttori che inventano stravaganti forme di attività fisica per suggestionare i loro adepti, e la moda non fa che seguirli sull’onda del successo che da un simile trend deriva, creando specifiche uniformi per essere cool everywhere e non solo in palestra. Una vera e propria filosofia dello svago si fa tendenza e si ribella alla noia abbracciando una vita movimentata e facendosi così espressione di un nuovo life style. La moda di oggi vuole ricreare atmosfere che risultino leggibili e fruibili al pubblico, e a tal proposito non possiamo dimenticare il clamore suscitato, quest’anno, dal défilé-performance di Chanel per la presentazione della collezione autunno-inverno, allestito in un finto supermarket, dove le super top model si divertivano a spingere carrelli della spesa in scarpe da ginnastica. Avvenimento cult dell’anno, l’evento della sfilata parigina testimonia la geniale ironia di Karl Lagerfeld, capace, ancora una volta, di stupire sfatando il mito della donna sexy solo in long dress e tacchi a spillo. D'altronde, come ci insegna il grande scrittore e aforista George Bernard Shaw, “la moda, dopo tutto, è soltanto un’epidemia creata ad arte”.
LA CURA DEI DETTAGLI PER LA NOTTE DI CAPODANNO Acconciature, make up e lingerie per un’immagine perfetta senza lasciare nulla al caso
Un’estetica impeccabile che danza sul filo dell’eleganza e della passionalità Sicuramente non è solo l’abito a farla da padrone, infatti per un’immagine studiata a tavolino da sfoggiare la notte di Capodanno è necessario anche un make up curato unito a capelli perfetti, e un azzeccato underwear. Le numerose fashion victim staranno già sperimentando le tante idee trucco e acconciature studiate nei recenti catwalk e formulate strategicamente dai vari make up artist e hair stylist più rinomati. Il maquillage odierno punta tutto sugli occhi, è lo sguardo che diventa protagonista con l’utilizzo di palette che lo illuminano e gli regalano sfumature oniriche. Ovviamente sempre senza esagerare, e sembrare un quadro di Mirò, anche per chi di solito non è abituato a truccarsi ed è affezionato al viso acqua e sapone. Per ottenere questo effetto miscelando nuance di ombretti e rossetti dai toni pastello senza dover rinunciare ad essere naturali. Se invece siete fanatiche del make up e volete osare per una sera, potete vestire la palpebra con toni freddi, dai viola, ai blu, ai grigi ravvivati da un eyeliner nero per donare maggiore intensità ai vostri occhi. Per quanto riguarda i capelli spiccano sicuramente i raccolti, come code basse portate da una parte spezzate da morbide onde, o particolari trecce impreziosite da tocchi di luce e accessori come cerchietti bon ton e forcine gioiello. Nulla a Capodanno deve sembrare un già visto, tantomeno la biancheria intima, con collezioni strong e very hot per l’occasione, in modo da sedurre e stupire come fantastici fuochi d’artificio. Quindi, care donne, sotto il vostro look da regine della festa non dimenticate di indossare, come portafortuna, un intimo sexy di pizzo rosso. E il gioco è fatto. (db)
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MODA
LA DIFFICILE SCELTA DELL’OUTFIT GIUSTO PER LA SERA DI CAPODANNO Non avete ancora pensato a cosa
L'armoniosa cura maniacale dei dettagli
IL MADE IN ITALY SI RIFLETTE E SI ESALTA NELLE CALZATURE DI LANCIOTTI DE VERZI
Il noto brand testimone di esclusività ed eleganza grazie all’inconfondibile passione dell’azienda per il lavoro artigianale. Abbiamo incontrato Giuseppe Lanciotti, titolare dell'omonima azienda, in occasione della riapertura, dopo il recente restiling, del suo factory store presso il Castagno di Casette d'ete. Nel suo calzaturificio, da sempre partner industriale di alcune tra le più note griffe del lusso a livello mondiale, Giuseppe realizza anche una limitata produzione con lo storico marchio Lanciotti de Verzi, nel quale racchiude tutti i segreti di una scarpa "fatta a mano, in Italia, e bene!", come ci tiene a precisare. In pochi passaggi ci ha fatto davvero sentire la magia racchiusa in un "semplice paio di scarpe". Tutto nasce da un'accurata selezione delle materie prime, "noi andiamo oltre il semplice Made in Italy, focalizziamo l'attenzione affinché tutti i componenti primari (pelli, suole, fodere, ecc.) dei nostri prodotti siano anch'essi lavorati in Italia, solo così possiamo davvero garantire uno standard qualitativo elevato ad ogni nostra singola scarpa". Realizzare un prodotto di eccellenza è il risultato di un complesso lavoro di analisi di un numero infinito di dettagli, occorre inoltre realizzare decine di prototipi, testarli e ritestarli prima che una scarpa di qualità possa andare in produzione. Le fodere devono essere morbide e devono traspirare per il massimo confort del piede, le tomaie devono avere la giusta resistenza per durare il più a lungo possibile e le forme e i modelli devono rappresentare l'essenza del brand, con lavorazioni classiche, di alta qualità, ma dallo stile sempre contemporaneo, questo è lo spirito di Lanciotti. L’unicità, la mano d’opera, la classe sono i valori condivisi alla base del brand, caratteristiche che permettono di garantire al cliente elevati standard qualitativi, arrivando ad offrire calzature cult riservate a veri collezionisti dello stile. Un sapere che si sposa perfettamente con la filosofia del Made in Italy, e non dimentichiamo la forte attenzione riservata ai clienti, il cuore dell'attività della Lanciotti De Versi. Le sue calzature esclusive sono volte a soddisfare un pubblico esigente che non trascura i dettagli, calzature uomo e donna dal
indossare per la fine dell’anno? Ecco qualche suggerimento
gusto classico e raffinato, scarpe di altissima qualità e allo stesso tempo alla moda, veri e propri gioielli di perfezione da indossare ai piedi. Perché tutti del resto sogniamo di avere ai piedi una scarpetta “magica”come quella di Cenerentola. Punto Vendita "Il Castagno Brand Village" - Strada Brancadoro Mostrapiedi II, Casette d'Ete, Sant'Elpidio a mare (FM) tel. +39 0734 871 839 - Aperto tutti i giorni - dalle ore 1 0.00 alle 1 9.30 orario continuato. (a cura della Lanciotti de Verzi)
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Cosa mi metto l’ultimo dell’anno? Classica domanda alla quale puntualmente noi donne non sappiamo rispondere. Le feste si avvicinano e voi siete alla ricerca di un look per Capodanno, non c’è bisogno di agghindarsi come alberi di Natale, pur rimanendo in tema, optando per look eccessivi e impensabili in altri momenti dell’anno.Per non rischiare di risultare eccessive, come prima mossa dovremo capire in che tipo di locale andremo per l’occasione, e ovviamente il nostro outfit dipenderà molto da quella che sarà la nostra scelta. Il classico dress code ci vorrebbe in abito lungo per la donna e smoking nero da gran gala per l’uomo, limitando la nostra fantasia e ritrovandoci, magari, sfortunatamente a cena con accanto un ospite con il vestito identico al nostro. A quel punto, per la maggior parte di noi donne scatterebbe la crisi con conseguente serata disastrosa da dimenticare. Per fare in modo che tutto ciò non accada, andando alla ricerca del nostro abito ideale per le feste, prenderemo il tutto come un gioco divertente dove sbizzarrirci destreggiandoci tra le tendenze e i must have di stagione. Per fare ciò fondamentale è non dimenticare il buon gusto concentrandosi sul famoso aneddoto del “less is more”, per questo glitters, pailettes, e bijoux andranni dosati sapientemente per illuminare parti del look o relegati ad accessori complementari. Un’altra regola da seguire è quella di sentirsi sicure e a proprio agio scegliendo gli abbinamenti più adatti tra i colori di tendenza, prendendo spunto dalle passerelle, e cercando la soluzione migliore tra i vari modelli proposti in modo da valorizzare il proprio corpo e allo stesso tempo soddisfare la nostra personalità. Necessario è rispecchiare la nostra complessità di donne, facendo in modo che l’immagine risulti equilibrata, naturale, pur restando fedeli ai temi attuali, il ritorno del pizzo, degli abiti gioiello con suggestioni barocche, dello stile rock e metal unito al preppy, allo sporty chic fino ad arrivare al tanto osannato mannish androgino. Un meltin pot di trend che mescola il vintage al contemporaneo e vi lascerà libere di scegliere tra le tante proposte. Infine, irrinunciabili saranno gli accessori come cinte, clucth e pochette da abbinare alle scarpe giuste e a tal proposito direi di non voler indossare per forza i tacchi, pur di sembrare più alte, se poi nel portarli dovremmo sembrare goffe con l’alto rischio di cadere e fare brutte figure. Ultimo consiglio: non aspiriamo al red carpet, e restiamo noi stesse. (db)
ARCHITETTURA
ACQUASANTA TERME
I BORGHI, LE VIE, LE LUCI, I RIFLESSI
ARCHITETTURA A San Severino Marche il borgo presepe costruito dai pastori
MONASTERO DEL VENTO Paese in cui sei così vicino al cielo da sentirne l’odore. Un nido d'aquila dove il tempo non è mai partito
Un inverno sulle tracce dell'AFA
L'ANTICA FERROVIA PORTO SAN GIORGIO AMANDOLA
Affascinanti edifici da riconvertire di Margarete Architetti Sette Anime. Chissà se Gabriele Muccino si sia ispirato a questo minuscolo borgo di montagna nel titolare il suo noto film del 2008. Si sarebbe trovato a San Severino Marche, avrebbe preso la via per Apiro fino a Castel San Pietro, e gli sarebbe bastato imboccare una strada di cinque chilometri per raggiungere la vetta e godersi lo spettacolo. In effetti non sappiamo se il regista vi si sia mai recato. Ciò che sappiamo di certo è che qui l’ispirazione non gli sarebbe mancata. Perché tutto a Elcito sussurra poesia. Lo fa il suo nome poiché Elce è il sostitutivo lirico del Leccio che popola le montagne circostanti. Lo fanno i suoi abitanti, per l’appunto sette in totale: anime solitarie sui cui volti la storia ha narrato una fede per il luogo che la loro resistenza testimonia. Soprattutto, oltre ogni altra cosa, lo fanno le sue case: pochi, semplici, vecchi residui d’eternità. Un’unica via attraversa questo presepe in pietra di cui il tempo ha omologato come sabbia nel deserto il colore dei prospetti. Unica strada nata dal soffio del vento che, a 871 metri di altitudine, spolvera la roccia, viola i pertugi delle case e ti asciuga gli occhi senza pietà. Comunità autosufficiente, Elcito fino agli anni ’70 contava ben duecento abitanti le cui attività spaziavano dalla coltura degli orti al pascolo. Poi venne il domani, l’industrializzazione, la voglia di ricchezza che ha svuotato le case, la scuola e quell’unica, ormai silenziosa strada. Eppure questo posto è annoverato tra i più suggestivi itinerari della Provincia e quella strada si anima spesso di turisti della montagna e residenti estivi. Ma da dove deriva il suo fascino? D’altra parte lo scenario nazionale è ormai costellato di minuscole realtà più o meno lasciate al proprio destino e malinconicamente pronte a narrare i fasti di un epico passato. La mia prima volta a Elcito fu un’occasione unica. Una rossa cordata di monaci tibetani in cammino lo attraversava danzando come nell’intento di ridestarlo. Era il 2001 e il borgo fu scelto dai monaci di Drepung proprio per la sua analogia morfologica con il paesaggio tibetano. Elcito è nelle Marche ma potrebbe essere a Lhasa o in qualunque altrove. Anni luce lontano da qui. Queste poche case sono ciò che resta dell’antico castello che vigilava sulla sicurezza dell’Abbazia di Santa Maria di Val Fucina. Seppur rimangano sporadiche tracce della struttura benedettina (una cripta in stato d’abbandono e rimasugli murari del vecchio eremo) è facile individuare nell’atmosfera cheta e nel verde paesaggio i motivi di tale collocazione. Difficile dipingere Elcito come uno di quei borghi pronti ad accogliere l’idea contemporanea di albergo diffuso, di exclusive spa site. Il paese nato dalla roccia è parte di essa.
Eppure la sua posizione strategica, prospicente Monti San Vicino e Canfaito, lo salverà dalla polverizzazione: Comune e Gal Sibilla hanno predisposto risorse per riqualificare la pietra calcarea ed integrare cablaggi telefonici e di illuminazione pubblica. Case history di riattivazione turistico ricettiva, è stato oggetto di studio presso la S.A.D. di Ascoli Piceno nella Tesi di Laurea PLAYing Elcito_un borgo per la musica1 con la quale si immaginava di prolungare la vita del paese conferendogli la nuova identità di laboratorio a cielo aperto. Non è questo il caso in cui il paesaggio fa da sfondo: qui la montagna è genesi, radice senza linfa che struttura le pendici e ne inaridisce le presenze in bilico sul precipizio. Plasmato dai venti, squarciato dai temporali e decimato dalla modernità il suo piccolo popolo è quanto resta delle genti del castello di Elcito. Un luogo questo formalmente sottomesso fino al 1 489 alla podestà benedettina che ne garantiva la sopravvivenza del patrimonio architettonico, andato infatti via via disgregandosi dopo la dismissione del convento. Complici un violento terremoto nel 1 799 e l’incuria del tempo, così come le mura del monastero, cedettero il passo anche quelle della rocca risalenti al XII Sec. le cui pietre vennero reimpiegate nell’erezione del borgo residenziale che conosciamo oggi. Ne rimangono ormai solo tracce, come la porta ad arco acuto in pietra corniola verso Est. La stessa chiesa di San Rocco mantiene ben poco delle sue caratteristiche originali ed assume oggi l’aspetto datole da una ristrutturazione risalente a fine ‘800. Non è certo di dettagli artistici che si va in cerca quando ci si arrampica ad Elcito. Dominato da robuste case in pietra, le une unite alle altre come membra di un gigante neonato dalla montagna, questo paese racconta la vita aspra dei pastori che lo hanno animato per secoli e che ci sembra ancora di intravedere dietro a minuscole feritoie o sugli usci rialzati. Qui anche l’energia elettrica è arrivata in ritardo. E ironicamente nessuno l’aspettava. La cabina del telefono pubblico è diventata presto un frigorifero comune. Non è che il tempo a Elcito si sia fermato. No. Semplicemente non è mai partito. Questo luogo è un nido d’aquila, tanto vicino al cielo da sentirne l’odore, che sa di freddo, di pietra, di nuvole.
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Abbiamo già parlato del fascino degli edifici ferroviari in disuso e delle nuove possibilità di acquisirli in comodato per attività di turismo sociale o acquistarli per gli usi più svariati. Gli immobili disponibili sono numerosi, sparsi sul territorio e spesso in luoghi poco densamente abitati, ma paesaggisticamente interessanti. Perché non iniziare la ricerca da una delle ferrovie dismesse della nostra regione? Le Marche hanno circa 280 km di ferrovie dismesse, che all’ apice del loro servizio erano nodi importanti di collegamento tra mare ed entroterra sia come trasporto passeggeri che come trasporto merci; alcune di esse hanno svolto un servizio speciale durante le due guerre e come tali sono state oggetto di bombardamenti. La linea AFA (Adriatico Fermo Amandola) ha collegato il mare all’appennino dal 1 908 al 1 956, con una tratta di 60 km percorribili in 3 ore. Facente parte di un ambizioso progetto che prevedeva il proseguimento fino a Terni, la linea fu di fatto dismessa per la prevalenza dei trasporti motorizzati. Una diramazione consentiva a un originalissimo tronco semi-tranviario, popolarmente chiamato “trinittu”, di collegare il tracciato principale con il centro storico di Fermo. Poche le tracce ancora visibili della linea. La sede ferroviaria è riconoscibile solo a tratti, tra Porto S. Giorgio e Fermo e tra Servigliano e Amandola, spesso interrotta dai campi coltivati in cui è stata inglobata o trasformata in strada all'interno dei centri urbani. Un lungo tratto di ex-sedime, tra Fermo e Grottazzolina, è stato trasformato nella SP1 57. Trentuno fabbricati di servizio sono a tutt’oggi esistenti: 1 3 stazioni, 1 5 caselli, 2 rimesse, 1 sede uffici. Sono scomparse: la stazione di Monte San Martino, le rimesse di Fermo ed Amandola, il casello n.2 della Castiglionese. Per i curiosi, o chi fosse interessato ad intraprendere un’ attività riconvertendo una di queste inconfondibili architetture ecco gli indirizzi degli edifici superstiti: Casello 1 situato a Porto San Giorgio in Via Fratelli Rosselli, 1 1 0 ; Casello 4 Biforcazione (dove si diramava per Fermo Città) situato a Fermo in Via Arturo Toscanini, 1 ; Casello 5 situato a Fermo in Via Massimo D'Azeglio, 8-34; Casello 6 situato a Fermo in Via XXV Aprile, 95 ; Casello 8 situato a Grottazzolina in Via Alcide de Gasperi ; Casello 9 situato a Montegiorgio in Contrada Piane di Monteverde, 45 ; Casello 1 1 situato a Servigliano in Via Amendola, 5 ; Casello 1 5 situato ad Amandola sopra la Strada Provinciale 239; (m. a. )
FOCUS COMUNI Comuni delle Marche. I nostri Focus
MASSIGNANO, 1 684 ABITANTI PER UNA BELLEZZA A DUE PASSI DAL MARE La storia, cosa vedere, che fare, a cosa partecipare di Mariano Pallottini Pochi paesi nelle Marche posseggono l'invidiabile posizione di Massignano. Massinius è un piccolo paese di 1 684 abitanti della provincia di Ascoli Piceno, a 264 metri di altezza su una collina che domina spiagge sabbiose e sassose ancora da scoprire. Un'attrattiva costiera che non deve essere sfuggita ai possidenti investitori di un nascente, enorme resort con 4 piscine di cui due coperte. Massignano il cui nome ci riporta all'epoca Romana e al possedimento di un certo Massinius, sorge su un colle fra la Valdaso e la Valmenocchia, fra Montefiore dell'Aso e la costa. Sono due le ipotesi sulla fondazione di Massignano. Una, pre-romana, vede i Piceni protagonisti, ma le tracce sono poche e confuse. La seconda, ci racconta di Massignano sobborgo dell'antica ed estesa città romana di Cupra Marittima di cui restano un magazzino, un acquedotto, grotte funerarie e impianti di ville. I resti antichi più facilmente visitabili sono quelli Castello di Forcella, datato dai documenti al 1 1 68, di cui oggi rimangono una parte della torre ed alcuni ruderi. La storia ci parla di una Massignano assalita e saccheggiata, contesa alternativamente fra Ascoli e Fermo. Di Massignano fa parte la bella frazione di Villa Santi a sud del borgo, lungo la Valmenocchia. Il nome della piccola località deriva dalla Chiesa dei Santi Felice e Adaucto. L'imponente Chiesa che attrae lo sguardo di tutti gli automobilisti, risale al XVII secolo, ma fu ricostruita sui resti di una chiesa romanica del X secolo di cui oggi rimane soltanto l’abside. Ma torniamo al paese. La storia di Massignano è caratterizzata dalla produzione di terracotta, e le produzioni artistiche e popolari costituiscono un'attrattiva del borgo. Tanto forte fu nel passato questa produzione artigianale che Massignano era definito il “Paese de li Cuccià” ,ovvero dei vasai. Fino agli anni '30 del 1 900 a Massignano erano attive sei botteghe artigiane con proprie fornaci per la produzione di ceramica al tornio, specializzate nella produzione di vasellame domestico. Fra i personaggi storici illustri, Massignano può annoverarne uno fra i più straordinari delle Marche. Monsignor Giuseppe Callisto Gentili, Consigliere di Stato di Giuseppe II d'Asburgo-Lorena (imperatore del Sacro Romano Impero dal 1 765), Nunzio Apostolico in Austria, agente a Roma del vescovo di Magonza. Un massignanese sempre in giro per il mondo (Monsignor Gentili morirà in Austria) che mai dimenticò il paese dei suoi genitori al quale si sentiva di appartenere. Il suo lascito alla Confraternita del Santissimo Sacramento è ancora oggi visibile e non può non affascinare il visitatore: una bellissima chiesa dedicata a San Giacomo Maggiore protettore dei Pellegrini di cui era devoto forse per il genere di vita che conduceva, e un Museo di Arte Sacra con oggetti preziosissimi a lui appartenuti. Massignano può vantare anche un protagonista del risorgimento Italiano, quel Nicola Laurantoni, Patriota e Deputato della Costituente Romana del 1 849 (Massignano, 28 luglio 1 796 Roma 4 luglio 1 849) celebrato nella ricorrenza dell'Unità d'Italia del 201 1 . Ai giorni nostri, nel campo dell'arte potremmo citare Maicol del duo Maicol&Mirco, la coppia del comics Italiano. Ma come non ricordare Cifone, al secolo Simone De Berardinis? Definito il più naïf degli artisti piceni, è un personaggio eccentrico ma vero, un artista precoce, che ha sempre mostrato capacità manuali uniche. La nostra visita a Massignano inizia dal Museo della Terracotta. Il museo è strutturato in due sezioni. Nella prima, detta della “Terracotta popolare”, sono presenti alcuni dei manufatti più diffusi e caratteristici dell’artigianato massignanese. Nella seconda, quella dei “Fischietti e Pipe”, troviamo esempi dell’artigianato locale e di varie regioni italiane e fischietti provenienti da tutto il mondo. Se pensate ad una Massignano capace solo di produrre terrecotte di uso quotidiano vi sbagliate. Appena giunti a Massignano vi accoglieranno due pezzi unici di straordinaria fattura. Si tratta delle due statue di San Pietro e Sant'Antonio da Padova collocate nelle due nicchie della Chiesa pievana di Santa Maria della Misericordia. Osservatele bene, e lasciatevi trasportare in un'epoca di grande dedizione al lavoro e immensa devozione, ma non andate troppo indietro con il pensiero, pensate che il bimbo in braccio a Sant'Antonio fu realizzato utilizzando come modello tale Giuseppe Crescenzi nel 1 866. Altra tappa della nostra visita a Massignano è la Chiesa di San Giacomo Maggiore, dove sono esposte la Campana del 1 235 che secondo la tradizione suonò autonomamente la notte della traslazione della Santa Casa; la tavola della Vergine adorante il Bambino di Vittore Crivelli, il grande valore della quale è attribuibile alla pregevole fattura e all'interesse per l'autore, Vittore Crivelli (Venezia 1 440 - Fermo 1 501 ), vicino allo stile pittorico del più importante fratello Carlo. Un'opera sicuramente signifi12
FOCUS COMUNI cativa nella storia dell'arte, per la particolare raffigurazione della Madonna adorante il Bambino, un'invenzione tutta del Vittore; il Crocefisso Tonacellato e Miracoloso, è un'opera lignea, scolpita e dipinta da ignoto scultore marchigiano. La Chiesa di San Giacomo Maggiore conserva altre pregevoli tele del secolo XVII e XVIII tra cui “L’adorazione dei pastori” del Ricci. Il Museo Parrocchiale “San Giacomo” rappresenta il proseguimento della visita alla chiesa di San Giacomo. II Museo realizzato nel 1 996, raccoglie principalmente il grande lascito di Monsignor Callisto Gentili, preziose opere d’oreficeria, varie tele, calici, pissidi e altri oggetti rari e di prestigio. Fra gli oggetti meritevoli di nota: un Piviale di manifattura Ungherese, ricavato da una coperta dello stesso Gentili del sec. XVII, tessuto in bavella di seta e ricamato in seta policroma; un Ostensorio Raggiato in Argento di Raffaele Antonelli del secolo XVIII, che ebbe a Fermo la sua bottega di argentiere. Nel 1 791 , per la Compagnia del SS. Sacramento di Massignano eseguì questo preziosissimo ostensorio in argento, sbalzato e cesellato con ornati in Princisbecco; una Croce Penitenziale Processionale in legno e madreperla del 1 796, firmata da Fra' Francesco Maria di Massignano. Una sezione esterna del Museo Parrocchiale è dedicata alla produzione massignanese di figure di presepe della terracotta popolare. I vasai, o figuli, massignanesi del primo novecento non utilizzavano stampi ed ecco perché le figure conservate nel museo, di grande espressività e con i volti degli abitanti del luogo, rappresentano pezzi unici e rari. Nella piazza principale si ergeva un Convento Agostiniano di cui è rimasta la torre, adattata poi a Torre Civica, realizzata in stile neoclassico dall’architetto Interlenghi di Massignano che la portò a termine nel 1 842. Proprio in questa Torre Civica è conservato un affresco, “Madonna e Santi”, datato al secondo quarto del 1 400 e attribuito, finora genericamente alla Scuola Marchigiana. Si tratta di una Madonna con bambino, San Giovanni Battista e San Donato. Suggeriamo di perdervi nei vicoli di Massignano alla ricerca dei Palazzi signorili: Palazzo Faviani, in via Cavour, con portale in cotto del sec. XV e notevole iscrizione sull’architrave. Palazzo Santini del sec. XVIII; Palazzo Tassoni del sec.XV, si dice dello stesso Tassoni della famosa Cedrata. Palazzo Teodori, in stile neoclassico di fine settecento. Palazzo Laurantoni, casa natale del patriota Nicola Laurantoni, con targa deposta in occasione del 1 50° dell’Unità d’italia. Fra gli eventi che si organizzano ogni anno a Massignano, vogliamo ricordare il “Concerto di Natale”; la “Rassegna di Pipe e Fischietti” nel mese di giugno; “Pizza e Birra al Mare” la prima settimana di luglio; la “Festa Medievale” della prima domenica di agosto; la famosissima “Sagra della Frittella” del 1 4 agosto; la “Festa della Trebbiatura e Fiera di Villa Santi”, l'ultima domenica di agosto e la “Processione della Madonna del Soccorso” la seconda domenica di settembre. Dove fare compere, dove mangiare e soggiornare lo trovate in www. lifemarche. net
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FOCUS COMUNI
LA VOCAZIONE ARTIGIANA E LA SFIDA DELLA GRANDE DISTRIBUZIONE La realtà del “Dolce forno” di Massignano Il forno è da sempre il luogo degli odori. Ma non odori qualsiasi, quelli che spingono alla commozione. La mattina all'alba passare davanti a un forno che ha appena cotto il pane è inebriante. Se poi insieme a quello del pane si mischiano anche gli odori della pizza e dei biscotti, la voglia di prendere d'assalto il luogo delle delizie è pari a quella di apprestarsi a fare una colazione da re. Il forno è un luogo romantico, quello in cui mani esperte danno forma al pane. Già, il pane, il sostentamento principe dell'uomo, quello che se non ce l'hai, sembra ti manchi tutto. E di un forno vogliamo parlare, e di una esperienza che già nel nome ha insito il concetto: Dolce forno. Quando si parte con le idee chiare e con un grande entusiasmo, di solito i risultati si ottengono. È quello che deve aver pensato Giuliano Lanciotti quando ha dato il via alla sua ormai definibile “impresa”, partendo dal vecchio forno al centro di Massignano con i primi soci dell'epoca. Evidentemente l'odore di pane appena cotto e dei biscotti usciti dal forno, deve aver catturato non solo l'immaginario dell'imprenditore di Massignano, ma anche solleticato la voglia di rendere quegli odori e quelle sensazioni patrimonio di un più largo numero di consumatori. Vince la tradizione. Vincono le materie prime genuine, vince ancora l'idea che un rapporto “umano” più diretto con le materie prime, e soprattutto con i dipendenti, qualche risultato in più lo dà. Più di un'azienda, una famiglia.
UN HOTEL APERTO TUTTO L'ANNO Il Rivamare di Massignano, una vocazione alberghiera marchigiana
Parlando con i lavoratori stessi si rimane anche un po' stupiti della grande riconoscenza e dell'affetto che questi provano per la direzione, che ha creato un piacevole ambiente di lavoro, basato su rispetto e dignità delle persone. E se questa concezione antica e autentica del lavoro porta il marchio Dolce Forno in gran parte dei supermercati, vuol dire che il rapporto umano e quello di qualità-prezzo sono il giusto mix molto gradito dal consumatore odierno. Altre informazioni, consigli e curiosità relative al mondo del pane e della pasticceria si potranno trovare nella rubrica curata da Dolce Forno nella sezione Food di Life Marche. (a cura di redazione)
LA TENDENZA AL “BEN FATTO” DEL SALUMIFICIO STIPA Salumi artigianali nell'epoca della grande distribuzione
Fare salumi di qualità in un'epoca che tende a industrializzare ogni prodotto, è diventata una missione. Si discute spesso del significato di prodotto “artigianale”, salvo poi scoprire che per il classico “fatto a mano”, si spacciano macchinari industriali sofisticatissimi che tutto possono meno che sostituire l'abilità manuale dell'uomo, quella che potremmo perfino chiamare “calore”. Nelle Marche ci sono ancora fior di imprese artigianali che sui prodotti ben fatti, curati allo sfinimento, risultato di materie prime controllate e verificate a ogni passaggio, hanno puntato tutta la loro credibilità e potenzialità economica. Una di questa è il Salumificio Artigianale Stipa di Massignano, nato trent'anni fa, che continua a usare le stesse tecniche messe a punto dai fondatori. In più, dato di qualità indiscutibile, è che gli animali provengono da allevamenti locali. Tutti i prodotti del Salumificio Stipa sono senza glutine e non contengono derivati del latte. Il miracolo è che i sapori, gli odori, il primo impatto con il gusto sono gli stessi di una volta, perché tutti i procedimenti sono uguali a quelli di 30 anni fa’. Tra i prodotti che il Salumificio confeziona ci sono le famose salsicce piccanti e le salsicce fresche, il salame nostrano classico. Nel punto vendita si possono acquistare tutti i tagli di carne fresca di maiale. Da poco hanno iniziato anche la produzione del prosciutto cotto, un prodotto impegnativo che, realizzato con le tecniche dell'artigianato classico, è un vero e proprio must del settore. Gli ultimi prodotti, che sono entrati anche nei piccoli supermercati e nei negozi di alimentari, sono i sughi pronti al ragù di salsiccia, di salsiccia piccante e alla amatriciana (anche se la definizione corretta del sugo laziale è “matriciana”), realizzati sempre senza conservanti. Immancabile il consiglio per il cestino natalizio che, secondo il Salumificio Stipa, dovrebbe essere composto da tranci di salumi, salsicce piccanti, pasta e gli sfiziosi sughi. (a cura di redazione)
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L'Hotel Rivamare, situato a Marina di Massignano, a 50 metri dalla spiaggia dell'Adriatico, è una struttura dotata di 21 camere attrezzate in modo da favorire il relax e un soggiorno all'insegna del comfort. Il ristorante offre una cucina tipica di alto livello e pone particolare attenzione alle cene a tema periodicamente organizzate con prodotti locali e con specialità marchigiane, anche grazie all'abbondante scelta che la terra e il mare Adriatico offrono. L'approvvigionamento di frutta, ortaggi e verdure (particolare attenzione viene posta ai prodotti biologici a chilometro zero), attinge presso l'offerta locale con l'unico scopo di garantire la freschezza, la genuinità e non meno importante il sapore. È possibile quindi scegliere fra il Brodetto alla sambenedettese, grigliate e fritture di pesce, oppure carni ai ferri o il tipico agnello fritto della classica tradizione marchigiana. Le famosissime “olive all'ascolana”, tanto buone da conquistare ogni palato con il loro ripieno saporito, e il fritto misto ascolano rappresentano veri must della cucina del Rivamare. Tra primi piatti spiccano i famosi “maccheroncini di Campofilone”. Tra gli affettati nostrani non può mancare il “ciauscolo” o “ciabuscolo” e tanti altri prodotti tipici delle produzioni insaccate regionali. Infine gli ottimi vini doc delle colline marchigiane; tra i bianchi la Passerina e il Pecorino, il Falerio dei colli ascolani e il Verdicchio. Mentre per i rossi, la cantina dispone del Rosso Piceno Superiore e della Vernaccia di Serrapetrona. Le camere dell'hotel, sono tutte con servizi privati, telefono con linea diretta, tv color Led, aria condizionata autonoma, una capiente cassaforte e la connessione WiFi gratuita. Tra i servizi del Rivamare, è prevista anche la modalità bed&breakfast per un fine settimana, anche d'inverno, all'insegna della scoperta delle bellezze marchigiane e del Piceno in particolare o, anche, la possibilità del soggiorno di lavoro con cena, pernotto e prima colazione. Comunque l'offerta più allettante resta sicuramente quella estiva, perché la posizione a pochi passi dal mare e a vista collina, unita alle preparazioni culinarie del ristorante e agli sconti per i bambini, aggiungono sicuramente valore al relax che ogni famiglia cerca in una vacanza al mare. Tutte le informazioni relative all'hotel, ai percorsi turistici effettuabili durante il soggiorno, e le novità, si potranno trovare nella rubrica curata dal Rivamare nella sezione Turismo di Life Marche. Hotel Rivamare, Via Montecantino, 59 (Statale Adriatica SS1 6) - Fraz. Marina di Massignano (AP). Tel. +39 073577721 1 - www.rivamare.it - facebook: hotelrivamarenellemarche. (a cura di redazione)
MISTERI Presenze paranormali nella Riviera del Conero
L'URLO DI DONNA DELLE GROTTE DI CAMERANO di Giovanna Mascaretti
Da più di un anno, Camerano è protagonista di uno di quei racconti in cui la linea sottile fra reale, immaginario e paranormale tende a confondersi, a farsi impalpabile. Il borgo, alle porte di Ancona, con poco più di 7.000 abitanti può infatti vantare oltre all'arte, la cultura e il buon vino anche alcuni piccoli misteri, che non sono dieci come gli indiani di Agatha Christie, ma uno che potremmo definire “l'urlo”. Camerano è un paese incastonato tra le colline dolci e armoniose della Riviera del Conero, e richiama turisti di ogni genere e fascia di età. I principali motivi di attrazione sono un buon bicchiere di Rosso Conero, la Chiesa di San Francesco che custodisce opere di De Schaychis della scuola del Pomarancio, di Marco Vannetti, del Fasolilli e con Carlo Maratta, pittore seicentesco della scuola romana. Tutto questo potrebbe già esser sufficiente per far parlare del luogo invece, e non certo a far da contorno, si sussurra di una “presenza”, una voce all’interno delle grotte che rendono ancora più interessante il sottosuolo del paese. Persone provenienti da tutta Italia, vanno a Camerano per gustarsi un “panorama” (esattamente 1 0 metri sottoterra) di grotte scavate in epoca remota, nell'arenaria, che hanno un andamento labirintico, sono comunicanti tra di loro e si sviluppano sotto il centro storico. Ed è proprio tra queste meraviglie che si cela un mistero, non l’unico, che aleggia in paese e ormai in tutta Italia. La notizia che nelle grotte si udisse una voce era diventata di dominio pubblico, tanto che due tecnici del suono incaricati dal Comune di svolgere indagini, un “non si sa cosa” lo catturarono davvero. C'è da dire che le grotte erano chiuse e lì , a 1 0 metri sotto la strada, quel suono non previsto lasciò tutti basiti. “Oltre i rumori normali dell’interno di una grotta non si sarebbe dovuto percepire alcun suono- sostiene il signor Alfonso Ardone della Pro Loco di Camerano - ma andando a riascoltare la registrazione, quello che avvertimmo distintamente fu proprio proprio il grido di una donna”. L'urlo fece scalpore e, come sempre più spesso accade in un Paese malato di scoopismo, arrivarono le televisioni. Nel 201 2, la trasmissione Mistero si occupò di Camerano e mostrò la cripta murata sotto l'altare della chiesa di San Francesco. Poi, per non farsi mancare nulla, anche il famoso e famigerato "buco del diavolo" (chissà perché è stato chiamato così?), un lungo cunicolo con la volta a botte percorribile per circa 200 metri, che probabilmente era stato solo un acquedotto. A quanto risulta, il “buco del diavolo” è diventata méta turistica dei più coraggiosi, anche se qualche voce che gira libera nell’aria fa pensare che c'è ancora molto da scoprire.
Il rituale dell'esorcismo e le preghiere di “liberazione”
Combattere contro il demonio per ritrovare l'umanità perduta L'esperienza di Gina con don Rolando,
padre esorcista, a Ostra Vetere Gina aveva scelto di completare la sua vita con un riavvicinamento a Dio. Decise e optò per una solenne benedizione dall’alto. Cercò i recapiti di Padre Rolando, Ostra Vetere e la calma e dolcezza del prete, l’avevano fatta sentire già appagata. Non voleva accontentarsi di un frate o di un 'don' qualunque. Desiderava un uomo, ancora più sfiorato dalla mano di Dio. Lo voleva per sé e per la sua nuova famiglia, già provata da tante croci. Partì da Giulianova (Abruzzo), una distanza non facile da coprire tutti i giorni in una sorta di eterno pendolarismo. Si sedette col suo compagno su un muretto proprio davanti l'ingresso del prete esorcista, impaziente, in attesa del suo turno. Da quella porticciola uscì una donna che si girò guardandola quasi con disprezzo. Occhi scuori e penetranti e una lunga coda di cavallo. Gina si mise a parlare con una famiglia lì vicino. Vennero interrotti da una signora parecchio agitata che chiedeva aiuto per ritrovare la sua auto. Lei e un uomo particolarmente robusto, si offrirono di aiutare la signora. Inutile dire che la frenesia era tanta da suscitare tenerezza. Era visibilmente turbata e infatti non fu in grado di descrivere l’auto che chiaramente non si trovava nel parcheggio. Data per persa la faccenda, Gina si avviò verso la chiesa. Non voleva perdere il suo turno. Infatti toccò alla famiglia che la precedeva entrare e parlare con Padre Rolando. Con loro, senza che Gina se ne accorgesse, era entrato l’uomo che si era offerto di dare una mano alla signora disperata per l'auto. E lo vide camminare su e giù per la navata. Forse aveva, come si dice, una fretta del diavolo! La porta si chiuse e cominciarono poco dopo le preghiere. Il clima non era più rilassato come fino a poco prima.
L'eterna lotta fra il bene e il male
Marche terra di santuari e apparizioni celesti A San Gimigliano succede che... Storia della signora G. e di un nome sussurrato da una voce senza volto
A San Gimigliano di Venarotta, frazione di Ascoli Piceno, in questi giorni a ridosso del Natale è un via vai di persone che nella Chiesa della Madonna Addolorata, rivolgono i loro pensieri e le loro preghiere alla Vergine Maria nella cappella del luogo delle apparizioni iniziate nel lontano 1 948. A distanza di anni infatti, non terminano nella piccola località i “rapporti” con la Madonna. Mutui da saldare, salute, una società che ci sfianca, problemi di cuore, un lavoro pressoché assente o semplicemente la fede, spingono i fedeli a inginocchiarsi e non sempre per salvarsi l'anima. Questo fervore nei confronti della Beata Vergine ci spinge a chiederci laicamente se rappresenti un gesto di amore senza confini o una debolezza dell’uomo sconfitto. In numerosi programmi televisivi, si ascoltano frequentemente varianti di religioni spesso senza storia e senza fondamenta. Il risultato è che ci sono sempre meno credenti che si rivolgono ai santi e alle icone religiose per manifestare il loro amore nei confronti dell'immanente. Ed è sempre più forte la negazione del valore della vita e dello stimolo nel voler lasciare un’impronta in questa esistenza al fine di regalarsi un dignitoso post mortem. A San Gimigliano, la gente si lascia accarezzare il cuore facendo vibrare l’anima all’interno del corpo fino a sentire sussurrare il proprio nome. E per chiarire meglio il senso di quanto diciamo, vogliamo raccontare una storia, quella di una donna, che chiameremo G., che l'ha vissuta in prima persona, con timidezza e riserbo. La nostra interlocutrice abita in un paese vicino a San Gimigliano. Ci racconta della sua devozione e, come una impiegata dell'ufficio statistiche del comune, ci dice che 564 persone (261 uo-
mini e 303 donne) oltre ad Anita, la giovane che malata gravemente agli occhi stette molto in contatto con la Vergine Maria, hanno assistito alle tante apparizioni mariane. La signora G. dopo aver raccontato per grandi linee l’essenza di San Gimigliano, si emoziona e confessa che non potrà mai dimenticare la sua esperienza: un soffio di vento sul volto, impalpabile, indefinibile. Una lieve ma percettibile brezza lenta, che aveva iniziato a percorrerle in lunghezza il braccio facendole venire la pelle d’oca. Una folata di aria “parlante” che pronunciò una sola volta il suo nome. Questo alito le passò sul viso e sul corpo proprio mentre lei era inginocchiata davanti alla statua della Madre Celeste, quella esterna che, a detta di molti fedeli, possiede un’espressione variabile, mutevole. A San Gimigliano sembra che la Madonna legga nel cuore delle persone e con la voce, pronunciando il nome del fedele, intende significare l'abbraccio materno. Pensando che potesse essere la madre a chiamarla dall’interno della Chiesa, la signora G. le chiese se la voce che aveva ascoltato chiaramente potesse essere la sua. La madre le rispose di no e possiamo star certi che non si trattava di uno scherzo. Perché si sa, con i santi non si scherza. (gm )
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Il tono della voce del sacerdote si faceva più insistente e marcato e dalle letture appassionate, dalle litanie dei santi, dai salmi, dalla recita del Padre Nostro, ci volle poco a capire che si trattatava delle “preghiere di liberazione”. Il tutto era durato mezzora, ma a Gina era parsa una eternità. I minuti erano diventati lentissimi e sembrava che lo stesso ambiente avesse colto una presenza estranea e non gradita, quella del maligno. La pratica, per quel giorno terminò. L'uomo che fino a poco prima era stato così gentile uscì a volto chino. Gina dice: “Sembrava proprio una faccia da supermercato, uno di quelli che si incontrano dovunque”. Aveva il volto arrossato e sudato e quando si voltò, il suo cappotto grondava sudore proprio al centro della schiena. Un rapido saluto a denti stretti mentre i famigliari uscivano rapidamente, mortificati da quello che loro sapevano essersi manifestato all’interno della chiesa. Incuriosita, Gina chiese se le parole pronunciate da padre Rolando fossero davvero preghiere di liberazione. Le venne risposto il sacerdote aveva dovuto pronunciarle perchéproprio quell’uomo che si 'poteva incontrare al supermercato', si era volontariamente consacrato a Satana e che purtroppo il cammino verso il ritorno alla dimensione umana non sarebbe stato facile, soprattutto per la totale assenza di redenzione che dimostrava. Non ci può essere, insomma, una vera liberazione se nell’anima rimane l’attaccamento al peccare, perché così facendo non si riesce a recidere il legame con le vessazioni demoniache sempre presenti e minacciosamente attente a ogni debolezza umana. Lui, il demonio, sa cogliere ogni occasione. (gm )
ARTE&CULTURA
scelto da Iaia Forte per questa stagione è Hanno tutti ragione, un testo di Paolo Sorrentino che racconta la storia di Tony Pagoda, cantante alcolizzato e cocainomane che vive immerso nel delirio. Pinocchio (leggermente diverso) è lo spettacolo che andrà in scena a Osimo il 1 8 dicembre al Teatro La Nuova Fenice, la regia e la coreografia sono di Virgilio Sieni. Direttamente dalla trincea del Carso dove è stato uno dei protagonisti di Torneranno i prati di Ermanno Olmi, sbarca nelle Marche Claudio Santamaria, che si esibirà il 1 8 e 1 9 dicembre al Teatro Lauro Rossi di Macerata e il 20 e 21 al Teatro Ventidio Basso di Ascoli Piceno. Il lavoro è Gospodin, tratto da Gennant Gospodin di Philipp Löhle, con la messa in scena curata da Giorgio Barberio Corsetti. Gospodin è una delle produzioni più attese della stagione teatrale 201 4/1 5. Un classico, il 1 8 dicembre, per il Teatro Valle di Chiaravalle; in scena Madame Bovary nella versione di Luciano Colavero. La coreografa Monica Casadei da diverso tempo sperimenta la contaminazione fra il potere espressivo della danza, del gesto, del corpo e quella straordinaria quantità di energia, emozione e passione che caratterizza il mondo dell’Opera. Da questo assunto parte l'operazione Tosca, spettacolo che andrà in scena al Teatro dell'Aquila di Fermo il 1 9 dicembre. Tutto da gustare (e da ridere) è invece Beatles Submarine, lo spettacolo che Neri Marcorè e la Banda Osiris offriranno agli spettatori di Senigallia (1 9 e 20 dicembre al Teatro La Fenice) e di Porto Sant'Elpidio il 21 dicembre. Marcorè, testimonial della Regione Marche per il 201 4 torna a calcare i palcoscenici della sua terra con un viaggio nel fantastico universo della beat/pop/rock band più leggendaria di sempre. Beatles Submarine raccoglie suggestioni, musiche, frammenti biografici, canzoni e racconti dei favolosi Beatles. Un classico: Uomo e galantuomo di Eduardo De Filippo. E una regia d'eccezione, quella di Alessandro D'Alatri, sono il binomio perfetto dello spettacolo che andrà in scena a Fano, Teatro della Fortuna, il 20 e 21 dicembre. L'anno AMAT termina a Senigallia dove nella location straordinaria della Rotonda a Mare, Saverio Marconi torna in scena da attore interpretando Variazioni enigmatiche di Éric-Emmanuel Schmitt, per la regia di Gabriela Eleonori. Tre i giorni previsti dal cartellone per le Variazioni enigmatiche, il 26, 27 e 28 dicembre. I teatri pieni, approfittando del freddo e della qualità delle proposte che abbiamo segnalato, darebbero l'impressione che si può mettere un limite al proliferare dell'ammasso dei cervelli che, come ci insegnano questi tempi bui, non sempre sono in fuga. Purtroppo.
Dicembre a teatro fra prosa e balletto
QUELLA STRANA VOGLIA DI VIVERE [ANCORA] LA CULTURA
Parte il circuito Amat con pochi personaggi televisivi e qualche piccola e gradita sperimentazione di Massimo Consorti In un recentissimo comunicato stampa scritto per far conoscere ai marchigiani amanti del teatro le iniziative legate al lancio delle “AMATo abbonato Card” e “AMAT_young Card”, l'Associazione Marchigiana Attività Teatrali ha esordito citando lo Shakespeare della Tempesta: “Siamo fatti della stessa sostanza materiale di cui sono fatti i sogni”. In un momento storico che vede ai vertici delle classifiche di vendita della “cultura” rappresenta da libri, dischi, film e stagioni teatrali, blockbuster televisivi tendenti allo sciocco, parlare di “sogni” per pubblicizzare il teatro ci è sembrato un azzardo e ci siamo chiesti a chi fosse indirizzato quel messaggio, il target, insomma, di tanta colta citazione. Poi però, girando per teatri, ci siamo resi conto che il popolo di riferimento è davvero eterogeneo, variabile e variegato, provinciale e globale, chic e casual, ammalato di protagonismo e intimamente solitario, fatto cioè di quella “beata solitudine” che spesso rappresenta l'àncora di salvezza delle anime non ancora perse. E a questa strana folla che riempie spesso i teatri da Pesaro a San Benedetto del Tronto, è destinata la programmazione dell'AMAT per il mese di dicembre, un giusto mix di teatro classico e contemporaneo, di balletto storicizzato e di quello figlio di nuove tendenze. La partenza è col botto. Rocco Papaleo, diventato dopo il Festival di Sanremo protagonista fisso delle trasmissioni televisive di maggior ascolto, inaugura la programmazione di dicembre con Una piccola impresa meridionale bis, al teatro Marchetti di Camerino il 2 dicembre. Esperimento di teatro canzone, affronta l'annosa questione meridionale riducendola a un jet lag della contemporaneità che spesso intorpidisce le nostre ambizioni. Molto tradizionale, ma innovativa nella realizzazione, la proposta del primo balletto del mese (4 e 5 dicembre) al Teatro Lauro Rossi di Macerata: Giselle secondo Eugenio Scigliano, che ne ha curato la regia, la drammaturgia e la coreografia. Un'accoppiata da brivido quella che propone il Teatro della Fortuna di Fano il 6 e 7 dicembre: Sinfonia d'autunno di Ingmar Bergman, con la regia di Gabriele Lavia e Anna Maria Guarnieri nella parte di Charlotte. A Maiolati Spontini (Teatro Spontini il 6 dicembre) e a San Severino (Teatro Feronia il 7 dicembre), arriva Giuliana De Sio con Notturno di donna con ospiti, con la regia di Enrico Maria La Manna, tratto da Annibale Ruccello, maestro di percorsi quotidiani contaminati dal thriller. Due appuntamenti di alto spessore con la danza. Il primo, il 1 2 dicembre al Teatro Rossini di Pesaro, vedrà in scena l'Aterballetto con Don Q. Don Quixote de la Mancha, coreografie di Mauro Bigonzetti; il secondo al Teatro La Fenice di Senigallia (1 3 dicembre) che ospiterà il Royal Ballet of Moscow impegnato nello Schiaccianoci, coreografie di Lev Ivanov e Marius Petipa. Da segnalare una presenza di grande prestigio e levatura internazionale, quella dell'étoile Julia Colitcina. Tutto fabrianese l'appuntamento che l'AMAT organizza il 1 3 e 1 4 dicembre al Teatro Gentile. In scena Uomini sull'orlo di una crisi di nervi, settima produzione di Papaveri e Papere che si avvale della collaborazione artistica di Massimiliano Giovanetti il quale, oltre ad essere stato uno degli interpreti della commedia, è anche regista, presentatore radiofonico e vanta collaborazioni con Gigi Proietti ed Enrico Brignano. La regia è di Fabio Bernacconi. Doppio appuntamento con la danza al Teatro Ventidio Basso di Ascoli Piceno. Il 1 4 dicembre infatti, torna sulle scene marchigiane il Don Q. Don Quixote de la Mancha al quale farà seguito Rain Dogs, con la coreografia di Johan Inger e le musiche, udite udite, di Tom Waits che, qualora lo spettacolo non dovesse essere all'altezza, rappresenterebbero comunque un marchio di qualità assoluta. E arriva Iaia Forte, reduce dal successo planetario de La grande bellezza. L'attrice napoletana sarà a Osimo (Teatro La Nuova Fenice) il 1 3 dicembre e il 1 9 al Teatro Concordia di San Benedetto del Tronto. Lo spettacolo 16
ARTE&CULTURA Quando il Sacro seduce
GIULIANO GIULIANI AL FORTE MALATESTA Eccezionalmente prorogata l’imperdibile mostra del Maestro ascolano
di Eleonora Crucianelli In punta di piedi e religioso silenzio. È così che l’istinto ti guida attraverso le creazioni di Giuliano Giuliani, in mostra al Forte Malatesta fino all’8 Gennaio. E così alla fine ti ci trovi di fronte, ma anche intorno, talvolta dentro. Perché ciò che nasce dalle mani del Maestro ascolano è materia solo parzialmente. Se la descrizione microscopica definisce il marmo come un insieme di piccoli individui di calcite uniti senza alcuna orientazione e senza spazi vuoti, allora è chiaro che queste opere non ne sono costituite. Ce ne sono negati tutti gli indizi. Niente più pesantezza, niente casualità, non più pieni. Non più materia: solo anima. La prima scompare e la seconda s’incarna. Costantemente accompagnata da citazioni di Tarkovskij e da foto di Mario Dondero, l’esposizione è valorizzata dall’allestimento minimalista ed eccezionalmente efficace di Graziano Gregori. Biglietto da visita di questo straordinario percorso artistico, la Sala Ottagonale raccoglie alcune delle opere più incisive tra le quali Oiram, dedicata al padre Mario ed al senso delle sue origini. Oggetto tanto compatto quanto fragile, questa scultura sembra essere compendio delle qualità della figura paterna e familiare la cui attività estrattiva (che forniva al giovane artista materiale da custodire e venerare, anziché standardizzare) ha rappresentato una costante nella storia culturale di Giuliani. Seppur smaterializzato e sacralizzato infatti il travertino è genesi della creazione: porosità ed imperfezioni dei singoli pezzi danno il la a nuove idee e cambi di rotta. Anche laddove, sottoposto allo stress della lavorazione, esso cede e si spacca, vi è motivo di produzione originale. Come ferite ricucite, come peccati redenti. «La ragione è la nostra unica ricchezza». Queste le parole con cui Giuliani ci accoglie all’inizio della visita. Quasi a volerci accompagnare fin dentro i suoi pensieri, le sue motivazioni più profonde. Lo fa con tatto e delicata apprensione: sacerdote del misterioso fuoco dell’arte ai nostri occhi, egli rivela invece l’umiltà di un frate francescano. Semplici e potenti sono altresì le sue creazioni. Tratte dal carattere della pietra, dall’amore per la natura (come per Monte o I fiori di Blossfeldt) o dalla ricerca esplicita per il significato trascendentale dell’esistenza, le opere narrano sempre la medesima storia: la ricerca di una risposta di fronte al mistero. E la ricerca si fa esplicita in Le Beatitudini ed E’ risorto, Spirali. Lontani dalla morfologia anatomica della scultura classica, i blocchi trasudano l’immagine di corpi e volti che, seppur invisibili, presenziano accentratori lo spazio in penombra delle sale del Forte. Un rapporto centrale, quello delle opere con gli ambienti dell’esposizione. Talvolta li occupano ordinatamente. Le varie Bandiere,
assopite su scaffali d’acciaio e rischiarate da luci fredde, raccontano l’immobilismo dei nostri tempi, quasi a voler drammaticamente emulare i freddi corpi di nazioni inermi. Talvolta li saturano, come accade con Cuore che, a dispetto dell’inerzia materica, sembra volersi gonfiare del primo battito proprio davanti ai nostri occhi. Il viaggio è ancora lungo da narrare. Fortunatamente prorogata, la mostra consente ai visitatori tardivi di goderne ancora per un po’. A coloro che l’hanno affrontata, di tornarci di nuovo. A noi, il privilegio di raccontarla ancora per molto.
I musei diffusi delle Marche
ARTE ON E GLI SPAZI VITALI
Viaggio dentro un’utopia in 2000 metri quadrati Ci sono ancora luoghi in cui il concetto di intoccabilità assume la dimensione di puro enunciato. Non spacciano la difesa ad oltranza di rendite di posizione per cultura, non si trasformano in mausolei in cui la polvere e la muffa danno agli oggetti quella patina di vissuto che fa tanto tendenza. Uno di questi, ma molto più on the road, è il Museo Arte On che nasce a Castel di Lama, ma sarebbe potuto nascere in un qualsiasi altro posto. Diretto da Marisa Marconi con il supporto di Vittorio Amadio, Arte On non è un luogo per fruitori passivi, è piuttosto un viaggio in un mondo dell’arte contemporanea che ha mille facce. Questo è uno degli aspetti che ne ha consacrato l’immagine e la sostanza a livello internazionale, ed è sicuramente una delle ragioni per cui gli scambi con artisti provenienti da altre culture e da altri contesti si sono fatti pressoché quotidiani. La valorizzazione delle esperienze artistiche locali, è un altro degli aspetti che ne contraddistingue l'impegno mai fine a se stesso, sempre proiettato in un mondo in cui l’intreccio di patrimoni di conoscenza, di tratti, di colori, di sogni, sono contemporaneamente uno strumento e un fine, l’inizio di rapporti destinati a durare un periodo infinito, come le immagini che restano vive a dispetto della data della loro collocazione temporale. Arte On è soprattutto un momento da assaporare. Guardare e godere di un Guttuso, di un De Chirico, di un Dalì o di un Mastroianni in uno spazio museale finalmente a dimensione d’uomo, non è cosa di tutti i giorni, e soprattutto non è un’occasione facilmente vivibile alle latitudini in cui è geograficamente collocata. (mc)
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WELLNESS
WHY TENNIS… OR ENGLISH… OR BOTH? Imparare una lingua giocando a tennis si può di Maria Carolina Chipia, PTR, FIT Ti sei mai chiesto se ci può essere una connessione tra studiare la lingua inglese e imparare a giocare a tennis? In definitiva sono correlate poichè si nutrono vicendevolmente necessitando entrambe di passione, concentrazione, focalizzazione, controllo. Non è un caso infatti che negli Stati Uniti ed in Inghilterra ci siano tante scuole di alto livello in cui l'insegnamento della lingua inglese viene abbinato alla pratica sportiva. Sia per l'inglese come il tennis non esiste una età limite per imparare; ci si può divertire a qualsiasi età contribuendo peraltro a modellare il carattere e la personalità. Il tennis è uno sport individuale che permette di rapportarsi con gli altri individui mentre la conoscenza dell'inglese non solo rafforza lo scambio interpersonale ma è utilissima qualora si decida di intraprendere una carriera all'estero. Ambedue le discipline sono pratiche e aiutano a mantenere attiva la mente nonchè a prendere decisioni velocemente migliorando la qualità della vita. Il carattere della persona si modella positivamente dato che l'autostima e la sicurezza in se stessi aumentano mentre al contempo le paure si indeboliscono, viene promossa la capacità di predersi le proprie responsabilità come pure la sana competitività (dare il meglio di sé) e la crescita attraverso la sconfitta o la vincita. Il tennis è uno sport individuale che può essere giocato anche in doppio accrescendo la capacità di lavoro di squadra, la fiducia nel compagno, la comunicazione, lo studio dell'avversario... Il tennis e l'inglese in abbinamento aiutano a dare il giusto equilibrio a mente e corpo mantenendo la persona sana, più sicura e vincente di fronte alle sfide che la vita pone. Da questo a diventare Djokovic ci corre, però è un inizio, divertente, piacevole, intrigante, appagante.
Un'esperienza unica? Regalare emozioni.
UNA BIOGRAFIA È PER SEMPRE
“Non ho fatto nulla di bello in vita mia, ho sempre vissuto in questo piccolo paese...”. Tutti abbiamo tanto da dire e tutti abbiamo un bisogno folle di essere ascoltati. Poi, basta che le luci si girino su di noi e immediatamente vogliamo diventare piccoli, tanto piccoli da essere invisibili. Ah sì, la modestia, giusto! Ma sarà vero che è brutto parlare di se stessi? Chi ha deciso che la nostra vita non merita di essere raccontata, che non interessa a nessuno, che solo pensarlo è già un brutto segnale di egocentrismo? La paura. Abbiamo paura di non essere interessanti, di non avere niente da dire, di non essere all'altezza. Ma di cosa? Di quello che sospettiamo che gli altri pensano di noi, o di quello che abbiamo sognato per noi una volta? E così non condividiamo con i nostri cari quello che veramente sentiamo nell'anima. È bello condividere emozioni, sguardi intensi e luminosi. Sì, certo, bisogna avere coraggio, superare le paure e capire che al nonno, alla mamma, all'amore della propria vita e a chi ci vuole bene davvero, quello che interessa è chi siamo veramente, con i pregi e i difetti, anche se non corrisponde a quello che si aspettavano. Bisogna fidarsi e donare ai nostri cari qualcosa di noi. Le nostre parole, i sentimenti, i successi ma anche i piccoli fallimenti le paure.“Ma non ho fatto nulla di bello”, potrebbe ribattere la mamma. Come no? Hai fatto me, non è una cosa bellissima? Hai fatto quella magnifica lasagna, domenica – ogni domenica. Mi hai cucito il vestitino della prima comunione, lo conservo ancora, con quei piccoli fiori ricamati. Hai fatto piangere papà quella volta in cui sei uscita con la macchina per andare al supermercato e hai avuto un incidente (lo so che non è stata colpa tua, mamma). Hai fatto sorridere la tua mamma
Il culto del benessere nei ‘templi’ delle spa
BEAUTY FARM SI SFIDANO A COLPI DI SOGGIORNI ESCLUSIVI quando lei era all'ospedale e non era in grado di riconoscere nessuno, ma ha riconosciuto te. Cosa le hai detto, quel giorno? La storia di una vita è qualcosa di prezioso. È sempre bella. E questa è ancora più bella perché è la tua. Regalare una My Biograph è come dire: ti voglio bene, voglio sapere di te. E raccontare la tua storia è come dire: ti voglio bene, mi fido di te. L'ego non c'entra nulla. Quello che c'entra è l'amore. Condividere la storia di una vita è un atto d'amore. Visita il sito www.my-biograph.com, chiama per richiedere un contatto con un consulente My Biograph. Tel. 0735.500539a cura della dottoressa Luciana Bertini (psicologa, My Biograph). 18
di Diletta Bonifazi Siete alla ricerca di estremo relax e tranquilllità? Non c’è bisogno di volare in Tunisia sull’isola di Djerba diventata ormai mecca della talassoterapia e del bien-être per avere esperienze rilassanti multisensoriali, basta recarsi in una delle numerose spa o beauty farm marchigiane che vi faranno sperimentare vere oasi di benessere. Come scrigni che si dischiudono, incapparete in luoghi di piacere, strutture che offrono vantaggiosi pacchetti wellness per rilassare corpo e mente con proposte accattivanti, ricche di charme, per invogliare e soddisfare anche le richieste più stravaganti. Scenari pieni di fascino, spesso immersi nel verde, o direttamente posizionati sul mare, dove potervi godere soggiorni da favola per ritrovare voi stessi e provare emozioni uniche e indimenticabili. Grazie all’insieme di acqua, aromi, calore, musica e cibo il corpo e lo spirito non possono che essere rinnovati e stimolati positivamente. La moderna beauty farm di oggi è un connubio di lusso e comfort, un mix di atmosfere suggestive create ad hoc per sensazioni indimenticabili, dove sperimentare il benessere a trecentosessanta gradi. Ambienti intimi e riservati, dove poter scaricare le tensioni e prendervi cura del vostro corpo, rispondendo così pienamente al motto latino “mens sana in corpore sano”. Soggiorni incantevoli da trascorrere all’insegna del benessere, per raggiungere lentamente l’equilibrio psico-fisico, da noi tutti, tanto anelato. Mini stay, a partire da una notte, con aperitivo di benvenuto, cena à la carte a lume di candela, suite emotional con suggestivi giochi di luce, Jacuzzi compresa, per godere di esperienze uniche e romantiche dove ogni dettaglio viene curato alla perfezione. Ad accogliervi, all’interno di queste maison spa, troverete staff qualificati, con veri professionisti del settore, e anche ristoranti dove potrete deliziare i vostri palati con la tipica cucina regionale marchigiana. E allora cosa c’è di meglio di un caldo rifugio dove lasciarvi coccolare e, perché no, anche viziare, nelle fredde giornate d’inverno?
WEDDING
LE NOZZE SONO UN MOMENTO SPECIALE Da Tyrone Power a George Clooney, i matrimoni che fanno sognare
Chi non ricorda la tenera Jennifer Lopez-wedding planner di “Prima o poi mi sposo” o il matrimonio a tappe di George Clooney con Amal Alamuddin nello splendido scenario di Venezia? O gli scatti in esclusiva di quelli di Elisabetta Canalis e Brian Perri o il bis di Eros Ramazzotti con Marica Pellegrinelli? Ecco, il matrimonio oggi è uno spettacolo o altrimenti, che matrimonio è? Il fatto è che sempre più stranieri, da quell'evento mondiale che fu la cerimonia di nozze di Tyrone Power e Linda Christian nel 1 949 a Roma, considerano l'Italia come il paese per il matrimonio unico e inarrivabile. Le cronache dei giornali sono piene delle nozze dei miliardari indiani, russi e cinesi che scelgono la Puglia o la Sardegna o il Lago di Como (per non parlare delle città d'arte), per coronare il loro sogno d'amore e questo, com'era inevitabile, ha creato un vero e proprio trend che vede le agenzie di wedding planner assolute protagoniste di un momento speciale che spesso dura tutta una vita. Ideare un matrimonio o un evento, curarne la regia, l’organizzazione e fare in modo che il risultato rappresenti un momento speciale da imprimere nella memoria comporta impegno e responsabilità ma, al tempo stesso, consente di condividere un sogno. Esperienza, creatività e competenza uniti allo stile personale, alle preferenze e ai desideri di chi si affida alla nostra agenzia diventeranno le essenziali basi per costruire un vero momento speciale. Il rispetto delle tradizioni ma anche la costante ricerca di novità e tendenze, la collaborazione con affermati partner, la personalizzazione fortemente impressa nel design di ogni evento contribuiscono a fare di Momenti Speciali un alleato importante per realizzare le attese di chi desidera emozionarsi ed emozionare i propri ospiti. (a cura di redazione)
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GREEN&BIO Lascio tutto e vado… al Paese
LE NUOVE FRONTIERE DELLE COLTIVAZIONI MADE IN MARCHE Le colture alternative: l'emigrazione inversa e piccoli consigli utili
di Mariano Pallottini La grande disoccupazione ha spinto molti italiani che si erano spostati in città per lavoro, oppure i figli o i nipoti, a riavvicinarsi al borgo di origine. Anche nelle Marche si assiste a questa emigrazione in senso inverso, rispetto a quella degli anni '60 e '70, per la difficoltà di disoccupati o pensionati di sostenere le alte spese della città, soprattutto quelle di affitto. Una volta insediatisi questi nuovi paesani pensano subito a come non pesare sulle spalle di cari pensionati, come invece visto nell'ultimo film di Ficarra e Picone “Andiamo a quel Paese”. La crisi di occupazione ha colpito molto di più i piccoli centri, allora, senza alternative, ci si ritrova ad occuparsi del fondo agricolo ormai semi-abbandonato, dei propri avi con l'intento di trasformarlo in una fonte di reddito. Molto spesso il riavvicinamento alle tecniche agricole da parte di questi nuovi “contadini dell'epoca di internet”, viene effettuato rivolgendosi a nuove colture, forse anche per conquistare l'autonomia desiderata e sfuggire all'invasiva intromissione di chi è stato agricoltore per una vita. Quelle che seguono, sono le produzioni alternative di cui sentiamo parlare nel territorio marchigiano e che vi presenteremo più approfonditamente nei prossimi numeri del nostro magazine: Bacche di Goji, Bambù, Tartufo, Canapa, Zafferano, Frutti di bosco, Orzo e produzione di Birra, Piante Officinali. Consapevoli di quanta presa potrebbero avere di questi tempi, generose promesse di reddito, noi di LifeMarche vogliamo darvi dei piccoli consigli utili. Valutate molto bene le caratteristiche dei terreni colturali a disposizione e le produzioni che meglio si sposano alle caratteristiche di questi. Considerate quelle che richiedono ore lavorative di intervento umano, sovrapponibili al monte ore a disposizione o che, per scelta, si ha intenzione di spendere. Commisurate la redditività al piano di investimenti iniziale. Attenzione che punto di pareggio (break even), sempre di anni, sia adeguato al sacrificio che ancora potete sopportare. Ancora utili consigli. Individuate bene il prodotto su cui far cadere la scelta in base al suo mercato. In sostanza, ci sono produzioni sulla carta molto interessanti ma poi solo il vivaista che ha fornito le piantine potrà ritirare il prodotto. Per questo, quando è possibile, unitevi a gruppi di coltivatori riuniti in associazione per garantirvi una base di equità. Potreste essere bravissimi a produrre, ma vendere è un problema completamente diverso. Attenti alla burocrazia, può essere demotivante. Partecipate quanto più possibile a corsi professionalizzanti anche per acquisire una buona rete di contatti. Infine, non sottovalutate il ritorno a colture più tradizionali soprattutto quando si potrebbe avere la possibilità di trasformare il prodotto base senza dover investire in un costoso laboratorio a norma di legge. Potrebbe esserci la disponibilità nella vostra area di un laboratorio consorziale o la possibilità di attingere ad un finanziamento ad hoc.
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GREEN&BIO L'Armageddon dell'olivicoltura nelle Marche
LA DISASTROSA ANNATA DELL'OLIO EXTRAVERGINE DI OLIVA Molti coltivatori si chiedono se siamo a un punto di non ritorno
L'Italia è stata colpita dalla peggiore raccolta delle olive dal 1 956. Anche le Marche ne sono state investite, ma ai media nazionali non importa molto visto che la Regione rappresenta l'1 % della produzione nazionale di extravergine. Oggi sappiamo che è tutta la produzione mondiale di olio di oliva a scendere del 1 7% a 2,9 milioni di tonnellate. Noi di Life Marche ci siamo accorti di tutta una serie di rischi che possono investire il consumatore e prima di parlarne,cerchiamo di capire cosa è successo. Quest'anno, la combinazione di un inverno mite e un'estate calda “ma non troppo” e umida, ha provocato un disastro. Abbiamo sentito uno dei produttori marchigiani maggiormente esperti di olivicoltura, Tiziano Aleandri che non solo possiede un oleificio biologico a Borgo Miriam nel Comune di Offida ma è stato Campione Nazionale di potatura secondo l'approccio moderno del vaso policonico. A ben vedere i danni di questa pessima annata hanno iniziato a manifestarsi in uno dei momenti più importanti per la produzione, il momento che segue il periodo della fioritura ovvero l'allegagione. La percentuale di allegagione dei fiori di olivo è molto bassa, inferiore al 5 per cento. Sulla percentuale di allegagione in quest'annata hanno inciso negativamente le condizioni climatiche instabili di fine primavera: abbassamenti di temperatura, stress idrici e i venti caldi. Si è avuta quindi la cascola estiva delle drupe, lo scarso accrescimento di quelle rimaste e già una minore resa in olio delle olive. A questa situazione già in parte compromessa si è aggiunta, - ci dice ironicamente Aleandri - la migliore stagione possibile per la mosca olearia, con 4 diverse generazioni nella stagione, un vero e proprio record. Anche la fase di caldo torrido dell'estate avrebbe potuto contenere in parte una delle proliferazioni della mosca con le uova deposte che in sostanza friggevano a 30 gradi ed oltre nel frutto. Molti non si sono resi conto della situazione fino a quando le olive hanno iniziato ad avvizzire e cadere. Soprattutto per le numerose famiglie che contavano sulla produzione dei loro piccoli poderi per approvvigionarsi di olio per sé e per i familiari, quali sarebbero potute essere le contromisure da adottare? Lo abbiamo chiesto al nostro esperto. Per la prima fase del problema, quello puramente climatico, non c'erano soluzioni, un anno va bene un anno meno, questo è normale in agricoltura. Per gli attacchi della mosca, invece, si sarebbero potuti operare dei tempestivi trattamenti sia biologici, a basso impatto o convenzionali. Per chi non “ha trattato” non c'è stato scampo L'oleificio di Tiziano Aleandri, che opera anche nella molitura delle olive conto terzi, ha visto un calo enorme della clientela e nel caso di trattamenti non eseguiti l'olio risultava pessimo con livelli di acidità e perossidi ben oltre il consentito. Bisogna dire che questi due importanti parametri della qualità del prodotto non sono mai eseguiti dai piccoli produttori. E allora c'è da augurarsi che l'olio, anche organoletticamente, sia disgustoso. Il suggerimento è quello di accertarsi di questi parametri all'atto d'acquisto. Ed ecco invece, il suggerimento per i piccoli produttori. Tiziano Aleandri suggerisce di iscriversi al bollettino fitosanitario dell'Assam via mail, via fax o passando a ritirarne una copia, quanto più spesso possibile, presso i rivenditori di prodotti per l'agricoltura. Per capire bene fino in fondo i rischi a cui è soggetto il consumatore Marchigiano dobbiamo esaminare la situazione globale. In Italia il calo è stato del 30% della produzione, in Spagna - che resta il primo produttore globale, il calo è stato del 50% a causa delle scarse precipitazioni che si sono registrate in Andalusia, la principale regione produttrice. È andata meglio nel resto del bacino del Mediterraneo. Il raccolto è stato abbondante in Grecia, discreto in Portogallo e in Marocco, nella media in Turchia. Nelle Marche abbiamo già assistito ad una corsa all'”olio vecchio”, l'olio dell'anno passato che ben conservato nelle cisterne termostatate e in atmosfera di azoto si mostrava migliore dell'olio appena prodotto. In estate in molti stabilimenti di frantoiani era scomparso per poi magicamente riapparire ad un prezzo maggiorato a stagione di molitura iniziata. Un buon olio extravergine di oliva marchigiano non può costare poco. Se ottimo e con caratteristiche spiccate, per condire potete usarne meno. Per cucinare vi consigliamo di usate l'olio che non vi rassicura molto sulla sua provenienza. I processi termici comunque denaturano la qualità dell'olio anche se bisogna dire che un buon olio possiede dei punti di fumo leggermente più alti. (mp )
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EXCLUSIVE
GRANPHOUSE. LA CASA DI ATTILIO A POTENZA PICENA Come rendere exclusive la tua casa in vendita Per decenni casa e bottega del nonno Attilio, titolare dell’omonima trattoria di tipicità marchigiane che apriva su Vicolo Fioretti, l’edificio occupa una cospicua porzione cielo-terra di un blocco storico nel centro di Potenza Picena (MC). Già con lo slogan nella home del sito “il tuo sogno con vista” si catalizza l’attenzione su uno degli aspetti più affascinanti della residenza: la veduta verso il mar Adriatico che si può godere dalle finestre e dal terrazzo all’ultimo piano. Interessante vedere come aspetti della casa che in passato venivano considerati marginali, possono risultare una chiave di volta della nuova idea progettuale. A tal proposito, le cantine del piano interrato, un tempo usate solo parzialmente per la conservazione dei cibi, verrebbero convertite in zona degustazione delle etichette pregiate e, addirittura in una spa privata, dotata di area relax e vasca idromassaggio! L’ampia metratura dell’immobile permetterebbe una concezione univoca o anche bifamiliare di esso attraverso un progetto che non grava mai sugli spazi con pianerottoli e scale comuni ma trova di volta in volta lo spunto per soluzioni confortevoli e di massima godibilità degli ambienti. Immaginate come luoghi di cui godere, oltre che da utilizzare, le stanze restituiscono agli abitanti della casa momenti speciali di vita. Una vasca da bagno centro stanza nella camera da letto; affacci sul verde del patio e sull’azzurro della costa nella zona studio; un terrazzo vista mare in totale privacy; la coccola di un camino in muratura e corten nel grande loft con travi a vista sono solo alcune delle accortezze di dettaglio con cui il progetto concepisce il possibile futuro dell’abitazione. Naturalmente quelle proposte sono solo alcune delle infinite possibili soluzioni. L’acquirente sarà libero di interpretare l’immobile nel modo a sé più congeniale, anche indipendentemente dal progetto. Ciò che ci interessa è rendere consapevoli coloro che ne entreranno in possesso delle potenzialità che la casa ha ed invogliare gli investimenti sul prezioso patrimonio architettonico di cui la nostra Regione è ricca. Solo in questo modo si potrà trasmetterne il valore nel tempo e scongiurare la polverizzazione dei nostri meravigliosi borghi o, peggio ancora, la loro permuta in cambio di un’edilizia intensiva ingiustificata. Per maggiori informazioni su Granphouse o su come rendere esclusivo il tuo immobile in vendita, contatta margarete architetti. www.margarete.it
BUSINESS
IL NUOVO MODO DI FARE COMUNICAZIONE DI LIFE MARCHE Sempre più innovatori, anche con le versioni web in italiano e inglese Fin dal numero zero del nostro magazine uscito a luglio abbiamo inserito le "native advertising", le "pubblicità native" - ovvero i contenuti editoriali a pagamento, o pubblicità in forma di articolo. Un passo che si inserisce in un trend generale che secondo gli analisti sarà dominante, nella difficile ricerca dell'industria editoriale di forme di introito che possano compensare l'efficacia del messaggio, da un lato, e l'esigenza di comunicare, dall'altro. Nello specifico, la Native Advertising è un metodo pubblicitario contestuale che ibrida contenuti e annunci pubblicitari all'interno del contesto editoriale. È molto distante dal Pubbliredazionale, che invece cerca di mascherare contenuti pubblicitari come articoli editoriali su prodotti o servizi. Decisamente più incisivo e utile del classico banner pubblicitario, ormai troppo inflazionato e con poco valore aggiunto. Gli utenti sono si sono evoluti, hanno bisogno di contenuti importanti, onesti e soprattutto che diano la possibilità di fare confronti. Appeal aggiuntivo per gli inserzionisti, la straordinaria capacità di diffusione sui social network dei vari contenuti, con una potenziale moltiplicazione del messaggio pubblicitario che format diversi non potrebbero garantire. La nostra testata giornalistica si propone anche con la versione web in italiano e in inglese, con articoli diversificati per ogni target. Abbiamo adottato questa tecnica comunicativa per diversi motivi: differenziarci dai potenziali concorrenti locali, dare il miglior servizio sia ai nostri lettori che inserzionisti, e non per ultimo, perchè l'azienda proprietaria di Life Marche Magazine è un'agenzia di comunicazione. Drop Space Studio, con i suoi pubblicitari cura personalmente le rubriche degli inserzionisti, fornendo così un servizio unico, senza trovare concorrenti, a tutto vantaggio per chi crede e si affida alla forza veicolativa di Life Marche. La native advertising, quindi, è solo la prima delle innovazioni adottate, grazie a una redazione giornalistica senza altri punti di riferimento concreti, locali e non solo, e con il grandissimo vantaggio di un'importante agenzia di comunicazione alla base del progetto. Le regole sono cambiate, solo la qualità può e deve esistere. Non è presunzione, deve diventare agire comune. (dropspace studio)
Se c’è una meta… anche il deserto diventa strada
RIVOLUZIONE NEL MERCATO DELLE AUTO USATE Il ruolo leader della Privacar di San Benedetto del
ANITAS. L'ASSOCIAZIONE NATA PER INTERNAZIONALIZZARE L'ITALIA PARTENDO DAL PICENO Ideare, promuovere, valorizzare, incrementare,
sviluppare ogni comparto, settore, attività del lavoro e della creatività made in Italy
Tronto
L'usato automobilistico spopola. Ormai è un mercato che non ha più target di riferimenti sociali specifici, come avveniva fino a qualche anno fa, ma il “cliente” del settore è sempre più eterogeneo ma anche più esigente. Il mercato dell'usato è diventato consapevole, nel senso che l'acquisto di un'auto si deve portare appresso una serie di garanzie che fino a qualche tempo fa erano considerate un optional. Si sta affermando quindi, sempre di più, una nuova figura professionale nel settore dell'automotive. Le agenzie di intermediazione di vendita fra privati. Acquistare o vendere un'auto usata, oggi, è la soluzione ideale, ma acquistare e vendere fra privati è la soluzione ottimale. Privacar, con sede a San Benedetto del Tronto, si inserisce in una nuova nicchia di mercato per rispondere e colmare un gap strutturale dove, da una parte, le concessionarie d'auto non sono in grado di soddisfare le esigenze di chi compra o vende un'auto usata. Dall'altra, i privati che si trovano ad affrontare situazioni di stress senza avere mai la certezza di un acquisto sicuro. Per questo nasce Privacar, che affianca e gestisce professionalmente le auto in conto vendita, facendo da intermediario fra privati, diventando un vero e proprio consulente personale. Infatti, per chi acquista un'auto usata offre: sicurezza di comprare l'auto nello stato d'uso dichiarato (è finito il tempo dei contachilometri azzerati al momento della vendita), completa gestione delle pratiche burocratiche, convenienza nell'acquistare da un privato, possibilità di rateizzare l'acquisto. Per chi vende la propria auto: consulenza personalizzata sul valore di mercato del veicolo, valutato attraverso Quattroruote Professional e considerando tutti gli optional, disponibilità dell’auto fino al termine della trattativa, realizzazione dell’annuncio con promozione su oltre 60 siti internet , servizio fotografico professionale dell’auto, gestione delle pratiche burocratiche. Privacar è leader grazie all'utilizzo di una piattaforma tecnologica e metodologica estremamente funzionale, che sfrutta sia il potere della rete sia la propria presenza sul territorio. Presenza importante e fondamentale per svolgere concretamente tutti i servizi a disposizione della clientela. Privacar si trova in via Pasubio angolo via Pomezia,1 – San Benedetto del Tronto. Tel. 0735.431 709. wwwprivacar.com. (a cura di redazione)
Ideare, promuovere, valorizzare, incrementare, sviluppare ogni comparto, settore, attività del lavoro e della creatività made in Italy. Gli obiettivi sono chiari e ambiziosi: promuovere e valorizzare il Paese Italia in ambito internazionale partendo dal Piceno; promuovere le eccellenze italiane in ogni comparto, ramo, settore, divisione; incrementare l’economia attraverso la promozione di prodotti, sistemi, iniziative, progetti; ideare, sviluppare e promuovere idee e progetti turistici, culturali, ricreativi e di utilità sociale; incrementare il turismo convenzionale e non convenzionale durante tutto l’anno. Al contrario di altre iniziative simili che restano nell'ambito della fumosità, l'associazione Anitas ha delineato puntigliosamente le modalità pratiche per raggiungere gli obiettivi che si è posta. Dice infatti il fondatore/presidente Stefania Giosuè: “Desideriamo restituire all’Italia il ruolo di leadership in ambito internazionale offrendo prodotti manufatti all’insegna della qualità, della tradizione, della tecnologia, della creatività, uniti a eleganza, affidabilità e competenza. Fortifichiamo l’economia locale conducendo le imprese verso rigorosi e complessi percorsi di internazionalizzazione “a progetto” con l’ausilio di articolate competenze multidisciplinari, logica organizzativa e regole precise. Abilità, strumenti, tecniche e processi sono i nostri must. Per i vari Projects lavoriamo in maniera pianificata e strategica; analizziamo opportunità, reperiamo partner, importatori e distributori; programmiamo la partecipazione a fiere nazionali ed internazionali; organizziamo mostre, convegni, conferenze, esposizioni, premi, festival, shopping e art sessions, feste, eventi di ogni genere. Pianifichiamo, organizziamo, veicoliamo, assistiamo e controlliamo le risorse delle aziende per obiettivi di medio termine preventivamente concordati e fissati per portare a termine traguardi ed obiettivi specifici. Organizziamo esperienze formative di studio o lavoro all’estero per giovani italiani, studenti e professionisti; offriamo stage lavorativi in Italia per giovani studenti stranieri; realizziamo scambi internazionali alla pari. Coordiniamo le attività di marketing legate al lancio di un prodotto. Redigiamo testi per campagne pubblicitarie. Curiamo pubbliche relazioni, comunicati, articoli, video, videointerviste, discorsi, statement, news, report, campagne per media e press in lingua italiana, inglese, russa, tedesca, olandese, spagnola, francese. Forniamo consulenza di Marketing, PR e sui Sistemi di Gestione in Qualità secondo gli Standard ISO 9000. Effettuiamo servizi di intermediazione per reperire prodotti, servizi, beni mobili ed immobili. Promuoviamo e offriamo prodotti turistico-ricettivi. Promuoviamo e offriamo prodotti del settore primario-secondario-terziario e terziario avanzato. Promuoviamo e offriamo prodotti hightech in campo scientifico, meccanico, elettronico, informatico, ingegneristico, EPC. E infine, promuoviamo e offriamo sistemi innovativi, prodotti artistici, creativi e ricreativi”. (a cura di redazione)
L'EVENTO
UNA SETTIMANA CON PRACHI 24
Life Marche Magazine, nell'ambito del TTG Incontri di Rimini, ha affiancato per una settimana la Food&Traveller Blogger Indiana Prachi Joshi. Scrive per Vogue India e Traveller. Il lavoro con la blogger è servito essenzialmente a testare alcuni pacchetti turistici che Life Marche proporrà ai turisti provenienti dall'estero.
L'EVENTO
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LA DISPENSA NATALIZIA
DOVE SIAMO? Soluzione su www.lifemarche.net
I VINCISGRASSI IL FRUSTINGO Ingredienti
Ingredienti (per 6 persone)
Per la pasta:3 uova, gr. 300 di farina, un pizzico di sale. Per il sugo: sedano, carote, cipolla, olio, gr. 50 di lardo di maiale, gr. 400 di carne di vitello, frattaglie di pollo, gr. 400 di passato di pomodoro, 2 cucchiai di concentrato di pomodoro, sale e pepe, 1 chiodo di garofano, un bicchiere di vino bianco. Per condire: 1 /2 litro di besciamella, gr. 1 00 di parmigiano reggiano, 1 mozzarella (a piacere). Per prima cosa prepariamo il sugo che ci servirà per condire le nostre lasagne. In una pentola versiamo l'olio extravergine, il lardo macinato e facciamo soffriggere insieme ad un trito di carota, sedano e cipolla. Aggiungiamo la carne di vitello tagliata a pezzi grossi (tipo spezzatino), le frattaglie e facciamo rosolare il tutto. Spruzziamo con il vino bianco e facciamolo evaporare. Uniamo il passato di pomodoro, il concentrato di pomodoro (o conserva), il sale e copriamo il tutto con acqua calda. Lasciamo cuocere per almeno 2 ore a fiamma bassa: il sugo deve "covare", o meglio sobbolire. Togliamo la carne dal sugo, tagliamola a pezzi piccolissimi, rimettiamola nel sugo e continuiamo la cottura per almeno un'altra ora. Ricordiamoci in ultimo di aromatizzare con un chiodo di garofano. Nel frattempo che il sugo si cuoce, prepariamo l'impasto per la sfoglia con la farina, le uova ed un pizzico di sale. Lasciamo riposare la massa ottenuta per mezz'ora dentro un sacchetto di plastica. Stendiamo la sfoglia e senza farla asciugare tagliamo dei grossi quadrati. In una pentola facciamo bollire l'acqua salata ed in una ciotola versiamo dell'acqua fredda. Lessiamo i quadrati di pasta, circa quattro alla volta, fino a metà cottura poi scoliamoli e tuffiamoli nell'acqua fredda. A questo punto poniamoli su un canovaccio per far assorbire l'acqua in eccesso. Prendiamo una pirofila da forno, mettiamo un po' di sugo, copriamo con un strato di pasta lessata e distribuiamo il condimento: il sugo. Ripetiamo l'alternarsi della pasta con i condimenti per circa 4 strati di pasta. Sull'ultimo strato di pasta mettiamo la besciamella, il sugo, il parmigiano e la mozzarella tagliata a dadini. Inforniamo a 200° per circa un'ora fino a quando si è creata una crosta croccante e ben cotta. Sforniamo, lasciamo leggermente raffreddare e tagliamo i nostri vincisgrassi in quadrati pronti per essere serviti.
1 /2 kg fichi secchi, 50 gr uva passolina, 50 gr mandorle pelate e tostate, 50 gr noci sgusciate,1 tavoletta da 80 gr di cioccolato fondente, 2 cucchiai di miele,1 cucchiaio di zucchero,1 cucchiaio di pangrattato,buccia di 1 limone grattugiata,1 filo di vincotto di fichi (o d’uva),1 bicchiere d’olio e.v.o. Tenere a bagno in acqua tiepida mezzo chilo di fichi secchi per una notte finché non saranno completamente ammorbiditi. Quindi tritarli e aggiungervi 50 gr di uva passolina ammorbidita in acqua tiepida e strizzata, 50 gr di miele, altrettanti di zucchero, la buccia grattugiata di un limone, il cioccolato fondente a pezzetti, un pizzico di noce moscata e cannella. Pelare e quindi tostare 50 gr di mandorle, tritare con altrettanti gherigli di noci, e unire al composto di fichi, aggiungere il pangrattato. Lavorare lungamente il composto con 1 bicchiere d’ olio extravergine d’oliva e sistemarlo in una tortiera unta d’olio, cuocere in forno preriscaldato a 1 60°per circa 30 minuti. Servire a temperatura ambiente.
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GLI STRACCETTI CAPOLINEA I ngredienti 1 fettina di tacchino, 1 fettina di vitello, 1 spicchio aglio, 1 rametto di rosmarino, 2 porcini tagliati piccoli, 1 bicchiere di vino bianco, 1 bicchiere di acqua. Si tagliano a striscioline le fettine si mettono in padella olio aglio e rosmarino, un pizzico di peperoncino, si fa soffriggere, si aggiunge la carne, si sfuma col vino bianco. Aggiungere porcini e acqua. Fare ritirare il tutto a fuoco lento. Si servono nel piatto e sopra viene aggiunta della rucola fresca. 26
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WORLD/ENGLISH Municipalities of the Marches. Our Focus
MASSIGNANO, A BEAUTIFUL HILLTOP VILLAGE JUST A SHORT DISTANCE FROM THE SEA The story, what to see and what to do by Mariano Pallottini Few villages in Le Marche possess the enviable position of Massignano. A small town of 1 684 inhabitants in the province of Ascoli Piceno, at 264 metres up on a hill overlooking the sandy and stone beaches which have yet to be discovered. The coastal attraction of Massignano has not been overlooked by developers who are planning a huge resort project with 4 big swimming pools, two of them indoor. Massignano's name dates back to the Roman times and comes from a certain land owner called Massinius. It stands on a hill between the Aso valley and the Menocchia valley, between Montefiore dell'Aso and the Adriatic coast. There are two different theories about the foundation of Massignano. The pre-Roman ancient population of the Picentes may have founded the village but there are only few confused traces. The second tells us of a Massignano which was a suburb of the ancient and extensive Roman town of Cupra Marittima. There are archeological remains of a warehouse, an aqueduct, burial caves and villas. Nowadays the only accessible remains are represented by a portion of a tower and walls of the Forcella Castle, dated at 1 1 68 as the first documented trace. History tells about a town called Massignano which was attacked and looted and situated between Ascoli Piceno and Fermo. The beautiful hamlet of Villa Santi belongs to the settlement of Massignano and is located down at the southern part of the town along the Val Menocchia. The name of this huddled group of houses comes from the Church of Saints Felice and Adaucto. The magnificent church, easily seen from the road dates back to the seventeenth century but was rebuilt on the ruins of a Romanesque church of the tenth century - only the apse remains today OK, back to the town. The history of Massignano is characterized by the production of terracotta, the artistic and popular production is an attraction of the village. This craft production was so prolific in the past that Massignano was called the "Town of the CucciĂ ' ( potters ). Until 1 930 six workshops were active in Massignano specializing in domestic pottery made on the wheel. Amongst the historical figures, Massignano can claim one of the most extraordinary of the Marches area. Monsignor Giuseppe Callisto Gentili who was the State Councillor of Joseph II, (Emperor of the Holy Roman Empire from 1 765), Apostolic Nuncio in Austria, agent in Rome of the bishop of Mainz. Monsignor Gentili died in Austria but never forgot the land of his parents and to which he belonged. His bequest to the Confraternity of the Blessed Sacrament is still visible and cannot fail to fascinate the visitor: a beautiful church dedicated to St. James, the patron of the Pilgrims which was devoted to perhaps the kind of life he led, and a Museum of Sacred Art with precious objects that belonged to him. Massignano can also boast a star of the Italian Risorgimento, Nicola Laurantoni, Patriot and Deputy of the Constituent Romana 1 849 (born Massignano, July 28, 1 796 - died Rome, July 4, 1 849) celebrated the anniversary of the unification of Italy in 201 1 -don't know what this concerns. Nowadays in the field of art we could mention Maicol , a member of the duo Maicol & Mirco, who are Italian comedians. But how can we forget Cifone, aka Simone De Berardinis? Called the most naive of Piceno artists, he is an eccentric but true precocious artist who has always shown unique manual skills. Our visit to Massignano starts from the Terracotta Museum. The museum is divided into two sections. In the first, which is called the "Popular Terracotta " are some of the most common and characteristic artifacts and crafts of the Massignano artisans. In the second section, that of "Whistles and Pipes" we find examples of local crafts from various Italian regions and whistles from all over the world. If you think that Massignano is only capable of producing pottery for everyday use, you are wrong. Arriving in Massignano you will see two unique pieces of extraordinary craftsmanship. These are the two statues of St. Peter and St. Anthony of Padua located in the two niches of the Church of Santa Maria della Misericordia. Observe them well and be transported to a time of great dedication to work and of immense devotion. You may think they are very old but it is thought that the baby in the arms of St. Anthony was made using Giuseppe Crescenzi as the model in 1 866. Another stop in our visit to Massignano is the Church of San Giacomo Maggiore, which exhibits the Bell, (1 235) that according to tradition rang? the night of the arrival of the Holy House in Loreto? this is confusing for me. A significant work in the history of art is the panel painting of the Virgin Adoring the Child by Vittore Crivelli (Venice 1 440 - Fermo 1 501 ). This is close to the pictorial style of his 27
WORLD/ENGLISH more important brother Charles. The crucifix Miraculous and Tonacellato is a work in wood, carved and painted by an unknown sculptor from Marche. Mariano - no idea if I have got this part right but it is the best I can do. The Church of St. Giacomo Maggiore holds other valuable paintings of the seventeenth and eighteenth century including "The Adoration of the Shepherds" by Ricci. The Parish Museum "St. James" is the continuation of the visit to the church of San Giacomo. The museum, built in 1 996, has mainly the great possessions of Monsignor Gentili Callisto, and includes precious works of jewellery, paintings, chalices, pyxes? and other rare prestigious items. Among the objects worthy of note are a Hungarian cope manufactured in the XVII century made of bavella silk and embroidered in polychrome silk; a monstrance radiused no idea what this means - maybe just 'made of'? silver by Raffaele Antonelli in 1 791 for the Company of the Holy Sacramento of Massignano. He had his silversmith workshop in Fermo where he made this precious silver monstrance, embossed and engraved ornately in pinchbeck. There is also a Processional Penitential Cross made in wood and mother of pearl in 1 796, signed by Fra 'Francesco Maria Massignano. An outer section of the Parish Museum is dedicated to the production of Massignano's popular terracotta crib figures . The Massignano's potters in the early twentieth century did not use moulds and that's why the figures in the museum with their great expressiveness are modelled with the faces of the local people are unique and rare pieces. In the main square stood a Augustinian convent of which only remains the tower built in neoclassical style by the architect Interlenghi of Massignano and completed in 1 842. Now named the Civic Tower, it contains a fresco, "Madonna and Saints ", dated to the second quarter of 1 400 and attributed so far generically to the Marche's School . It is a Madonna and Child, St. John the Baptist and St. Donato. We suggest you get lost in the alleys of Massignano in search of stately buildings , for example the Palace Faviani in Via Cavour, with its terracotta portal of the XV century and the remarkable inscription. Palazzo Santini XVIII century; Palazzo Tassoni of the XV century, locals say the same person named? the famous beverage “Cedrata Tassoni�. Palazzo Teodori, neoclassical of the late eighteenth century. Laurantoni Palace, birthplace of the patriot Nicola Laurantoni with a plaque placed to commemorate the occasion of the 1 50th anniversary of the Unification? of Italy. Among the events that are organized every year in Massignano, you must remember the "Christmas Concert"; the "Exhibition of Pipe and Whistles" in June; "Pizza and Beer at Sea" in the first week of July; the "Medieval Festival" on the first Sunday of August; the famous "Pancake Festival" of 1 4 August; the 'Threshing Festival and Fair' in Villa Santi on the last Sunday of August and the "Procession of the Madonna del Soccorso" on the second Sunday of September. Where to shop, eat and stay can be found in www.lifemarche.net
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AN HOTEL ALL YEAR OPEN
WORLD/ENGLISH
THE ARTISAN VOCATION AND THE CHALLENGE OF LARGE RETAILER The reality of the "Dolce Forno"
Rivamare Hotel in Massignano
Massignano
The oven is always the place of odors. But not just simply smells, the ones that pushes in the emotions. The dawn walk past a bakery that has just baked bread is inebriating. If then ,along with the bread , a mix smells of pizza and cookies is coming , then the urge to storm the place of delights is equal to that of to make a royal breakfast. The oven is a romantic place, one where expert hands shape the bread. Yes, the bread, the main livelihood of man, if you do not have it, it seems you miss everything. Of an oven we want to talk , and an experience that already has inherent in its concept name: Dolce Forno. When you start with clear ideas and with great enthusiasm, usually the results are obtained. This is what must have thought Mr. Giuliano Lanciotti when started his now self-called "enterprise", starting from the old oven in the center of Massignano with the first members of the time. Apparently the smell of freshly baked bread and cookies out of the oven, must have not only captured the imagination of the entrepreneur of Massignano, but also tickled the desire to make the smells and the sensations assets of a larger number of consumers. Wins the tradition. Wins the genuine raw materials, wins the idea that a "human relationship" with the raw materials, and especially with the employees, grant better results . More than just a company, a family. Speaking with the workers themselves we might remains amazed of the great gratitude and affection that they feel for the manage-
ment, which created a pleasant working environment, based on respect and dignity. And if this authentic ancient conception works with the brand of Dolce Forno in most supermarkets, it means that the human relationship and the right balanced quality/price are the right mix , very appreciated by consumers today. Other information, advice and curiosity about the world of bread and pastry will be found in the column written by Dolce Forno section Food of Life Marche.
THE VOCATION OF "WELL DONE" BY SALUMIFICIO STIPA Artisanal meats and salami in the age of mass distribution
Making quality salami in an age that tends to industrialize every product, has become a mission. We often think about the meaning of the "artisanal" product , only to discover that for the classic "handmade", what we have are sophisticated industrial machinery that can do everything but replace the manual dexterity of man. In the Marche region there are still fine craft enterprises that in the “well made” product policy , result of checked and verified raw materials at each step, have focused all their credibility and economic potential. One of this is the Artisanal Salumificio Stipa in Massignano, born thirty years ago, it continues to use the same techniques developed by the founders. Moreover, because of unquestionable quality, is that the animals come from local farms. All products of the Salumificio Stipa are gluten free and contain no dairy. The miracle is that the tastes, the smells, the first impact with the flavors are the same of those of the past, because all procedures are identical as those of 30 years ago '. Among the products that the Salumificio produces are the famous spicy sausages , the fresh sausages, the classic salami .In the store you can buy all cuts of fresh pork. Recently started the production of ham, a product that is challenging, made with traditional handicraft techniques, is a real must to try. The latest products, who entered even in small supermarkets and grocery stores, are the sauces with ragu of sausage, spicy sausage and “amatriciana” (though the correct definition of the sauce from Lazio is "matriciana"), always made without preservatives. The suggestion for the Christmas basket , according to the Salumificio Stipa advices , should be composed of salami, spicy sausages, pasta and delicious sauces.
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Rivamare Hotel, located in Marina di Massignano, 50 meters from the beach of the Adriatic sea, is a structure with 21 rooms equipped to promote relaxation and a comfortable stay. The restaurant offers a typical high-level cuisine and pays particular attention to the theme dinners organized periodically with local products and specialties from the Marche, thanks to the abundant choice that the land and the Adriatic Sea offer. The supply of fruit, vegetables and greens (particular attention is given to local organic products ), draws from local supply with the sole purpose of ensuring freshness, authenticity and not least the taste. You can choose from the “Brodetto alla Sambenedettese”, to grilled or fried fish , grilled meat or fried lamb, typical of the classical traditions. The famous "stuffed olives", so good to conquer every palate with their tasty stuffing, or the “Ascolano mixed fried”, represent a real must of the kitchen Rivamare. Among the first dishes stands out the famous "Campofilone macaroni ". Among the salami can not miss the "ciauscolo" or "ciabuscolo" and many other typical products of regional productions . Finally the excellent wines DOC of the Marche's hills; among whites, Passerina and Pecorino, Falerio of Ascoli hills and Verdicchio. As for red wines, the cellar has the Rosso Piceno Superiore and Vernaccia di Serrapetrona. The hotel rooms , all with private restroom, direct dial telephone, color Led TV , air conditioning, a large safe and free WiFi. As Option at the Rivamare, there is also the mode B & B for a weekend, even in winter, for the discovery of the beauties of the Marche's Piceno , or even the possibility of the “business” stay ,with dinner, bed & breakfast. However the most attractive offer is definitely in the summer, because the location just few steps from the sea and with hill views, combined with culinary preparations of the restaurant and discounts for children, definitely add value to the relaxation that every family is seeking during an holiday . All the info relating to hotel, tourist paths that can be performed during the stay, and the news, you can find in the column written by Rivamare in section Tourism Life Marche. Hotel Rivamare, Via Montecantino, 59 (SS1 6 Adriatica) Fraz. Marina di Massignano (AP). Tel. +39 073577721 1 www.rivamare.it - facebook: hotelrivamarenellemarche
COUPON
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OROSCOPO DICEMBRE
LEGALI&VARIE
Poesie e Poeti Quelle lingue chiamate dialetti
ARIETE: Dicembre 201 4 sarà in calo, ma da gennaio 201 5 vi aspetta un recupero. Il lavoro parte in sordina a causa di Giove dissonante. Alcuni risultati sono arrivati ma non sono ancora concreti. Portate pazienza! La calma è la virtù dei forti. TORO: Novembre è stato un mese un po’ faticoso. Chi ha cambiato vita si sta adattando alle nuove situazioni e dicembre ne propone parecchie. Lo stato sentimentale sta per cambiare. Che non scocchi un bel bacio sotto al vischio? GEMELLI: L’ultima parte dell’anno è un po’ sottotono. Giove ricomincerà ad essere dalla vostra a partire dai primi mesi del 201 5. Attenzione ai primi freddi.
Segnò la tié tu? di Vinicio Ciafrè (Nereto -TE)
CANCRO: Finalmente una fase di recupero. Potrebbe ripresentarsi nella vostra vita qualcuno con cui avete da poco chiuso una storia d’amore. Dicembre sarà un mese importante in amore, ma ancora di più per la dea bendata. Attorno al 1 0 arriveranno delle chiamate importanti.
(I) 'Na fèmmena devòta de Gesù, ùgne matì, a pàsse assaj spedite, jèva a la mèssa p'acquestà vertù e ùgne vòdde lò lu stesse site, 'nu frechì je decèva: "La tiè tu?" Dpòpe 'nu mèse de fastidije e lite la fèmmena nen gne la fice cchiù e raccundò lu fàtte a lu marite. "Ce è ssu delinguènde, se lu 'cchiappe je disse lu marite - i' lu vàtte, lu mùse je lu ròppe, je lu spàppe, lu fàcce i' sparlènne nda 'nu màtte. E la moja - Ma no, è 'nu frechi, nnu fa quèsse, ca mò ce pènze i'(II) Lu juòrne dòpe, stèssa situazione: mèndre vèrse la chièsa jèva a ppè, la fèmmena arengòndra lu uaiòne, che j'aridicia: "Segnò, ma tu la tiè?" Sènza temòre e sènza esitazione j'arspònna jèssa: "Ma che vuò da mè?" Làsceme 'mpàce, brùtte mascalzone! Mò chiàme lu marìte, vàtte viè". "No, i' le vuòje sapè, càra signòra, se tu la tiè". "Ma zitta, vànne smàmma.". "No, tu me lu diè dice, ormàj è ora! "Va bbè, la tiènghe ròsscia nda la fiamma". "La tiè? O sànde Dije, pecchè allòra marìtete la cèrca sèmbre a màmma?"
LEONE: Per quanto riguarda il lavoro, avrete già potuto notare le prime gratifiche attorno al 1 7 di ottobre e la fine dell’anno procederà altrettanto bene. Un cambiamento planetario eccezionale. Concluderete l’anno in modo interessante. VERGINE: bene bene, ci siamo. Seppur meglio dello scorso anno, questo 201 4 vi ha regalato un po’ di stasi, che terminerà intorno la metà di gennaio. Che inizi il countdown e preparatevi al termine di un gran capodanno. Bollicine per voi! BILANCIA: L’andamento dell’amore sarà importante il mese di dicembre, in particolar modo dal 22 al 31 . Sarà con la fine del 201 4 che si vedrà la resistenza delle coppie in crisi, del resto anno nuovo vita nuova. La cicogna potrebbe lasciare un cadeau proprio alle giovanissime coppie. SCORPIONE: è stato un anno importante per risolvere i problemi con gli o le ex. Ottima situazione per il lavoro. Molti scorpione hanno già ricevuto un incarico e ci saranno altre grandi occasioni. Un memorandum per voi… l’oroscopo è valido per chi non si gira i pollici dentro casa. Ancora non vengono a citofonarvi a casa. SAGITTARIO: come diciamo da tempo. Per voi è stato l’anno del rinnovamento. Da maggio abbiamo detto ciclicamente che si intuisce un cambio di città. Dicembre ancora mostra questo cambio repentino di vita. Venere splendida a partire dal 1 2, dunque questo mese è indicato per i nuovi incontri. CAPRICORNO: Chi è a caccia di un lavoro potrà contare su dicembre che si rivelerà un mese importante. Per la fortuna, muovetevi perché il prossimo anno potrebbe non essere così eccessivamente dalla vostra!
Life Marche Magazine Editore: Emanuela Pelacchi – Drop Space Studio – P.I.: 02083660445 – www.dropspacestudio.com Testata iscritta al Tribunale di Ascoli Piceno con Aut.: 400/201 4 - Num. Reg. Stampa 51 5 Iscrizione ROC n. 241 53 Sede: Via Enrico Toti, 86 – 63074 San Benedetto del Tronto (AP) Direttore: Massimo Consorti Redazione: Mariano Pallottini, Giovanna Mascaretti, Diletta Bonifazi, Valeria Cesari, Margarete Architetti, Rosita Spinozzi. Pubbliche Relazioni: Raffaele Siciliano. Impaginazione grafica: Alessandro Paddeu Fotografia: Alessandro Paddeu, Giacomo Mario Perotti Tipografia: Tecnostampa Srl – Corso Persiani, 44 – Recanati (MC) Sito web: www.lifemarche.net - webmaster: Fidel Olivieri
ACQUARIO: Novità importanti a dicembre. Il meglio arriverà alla fine dell’anno. Nel lavoro attenzione alle spese e alle questioni di carattere legale. Dicembre sarà un mese di trattative. Per la fortuna, giorno importanti. PESCI: In amore, siete stati favoriti a marzo. Ottimo cielo per i figli, per la casa e per i matrimoni, per quel che concerne l’estate. Sorprese a maggio e qualcuno potrebbe aver scoperto un amore importante. Ovviamente un piccolo calo fisiologico a dicembre potete accettarlo, no?
Contatti Scrivici: desk@lifemarche.net Pubblicità: marketing@lifemarche.net Tel. 0735 - 500539 Free Press mensile, distribuito in 25.000 copie. DISTRIBUITO IN TUTTI I COMUNI DELLA PROVINCIA DI ASCOLI PICENO: ASCOLI PICENO - SAN BENEDETTO DEL TRONTO - GROTTAMMARE MONTEPRANDONE - FOLIGNANO - CASTEL DI LAMA - SPINETOLI CUPRA MARITTIMA - OFFIDA - MONSAMPOLO DEL TRONTO RIPATRANSONE - ACQUAVIVA PICENA - COLLI DEL TRONTO COMUNANZA - ACQUASANTA TERME - CASTIGNANO - MALTIGNANO CASTORANO - MONTALTO DELLE MARCHE - MONTEFIORE DELL'ASO VENAROTTA - ROCCAFLUVIONE - APPIGNANO DEL TRONTO MASSIGNANO - FORCE - ARQUATA DEL TRONTO - CARASSAI COSSIGNANO - ROTELLA - MONTEMONACO - MONTEGALLO MONTEDINOVE – PALMIANO - FERMO – MONTEGRANARO – PORTO SANGIORGIO – PORTO SANT'ELPIDIO – TERAMO – MARTINSICURO – ALBA ADRIATICA 31