Il dominio mascolino.

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‹‹Alla donna passiva si oppone l’uomo attivo››. (Yaguello 1979, tr. it., p. 106)

Non è un caso che le macchine odierne più sofisticate, più autonome, al punto che l’uomo si sente superato da esse, hanno una certa tendenza ad essere di genere maschile. La memoria del calcolatore o il grande calcolatore hanno soppiantato la calcolatrice di una volta, che non esiste più se non in formato tascabile. La divisione dell’universo in elementi maschili e femminili è sempre stata presente in ogni momento e in ogni dove dell’umanità. La si ritrova simbolizzata a livello più astratto nell’opposizione tra l’ “animus” ovvero l’intelletto e l’ “anima” o anima sensibile; come tra lo “yin”, principio femminile passivo e lo “yang”, principio maschile attivo. A livello prosaico e concreto vi corrispondono i pezzi maschili e femminili dei collegamenti meccanici o elettrici. La dicotomia maschio/femmina, passivo/attivo, ragione/cuore, ordine/disordine, razionale/irrazionale, ecc governa la nostra visione del mondo. Il cielo da cui proviene la pioggia fecondatrice è maschile, la terra che è fecondata è femminile. Proviamo ora a dare un’occhiata ai dizionari. Cominciamo con il Novissimo dizionario della lingua italiana di Fernando Palazzi del 1939 che ancora gira nelle scuole e scorriamo la voce donna e uomo. La donna ha sinonimi che sono: ciana, trecca, donnacchera, befana, furia, megera, pedina, arpia, scimmia, ecc. Per gli aggettivi dedicati alla donna troviamo: bella, amabile, amorosa, graziosa, delicata, onesta, devota, pietosa, paurosa, debole timida, fragile, incostante, elegante, sentimentale, pudica, civetta, snella, languida, vana, imbelle, ecc. Alla voce uomo, invece, troviamo tutte le facoltà che sono generalmente associate al genere umano: animo, anima, intelligenza, sentimento, affetto, ecc. Il Palazzi indica la donna come femmina dell’uomo. Il Dizionario Garzanti della lingua italiana che è del 1965, definisce, finalmente, la donna come essere umano adulto di genere femminile, ma continua così: – di casa, quella che attende alle faccende domestiche; 2. moglie, compagna, amante: la mia – ; 3. titolo di rispetto anteposto al nome, oggi di uso raro o regionale come il maschile don; 4. persona di servizio / - di cucina, cuoca, sguattera. Insomma, è ancora evidente l’esplicarsi di una stereotipata immagine della donna e del ruolo femminile, infatti sono tutti esempi 39


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