Direzione e Amministrazione Piazza Giovene, 4 70056 MOLFETTA (BA) cell. 3270387107 Spedizione in abb. postale Legge 662/96 - art. 2 comma 20/c Filiale di Bari - Reg. n. 230 del 29-10-1988 Tribunale di Trani
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anno
97 Numero speciale - Visita Pastorale
€ 0,50 ii Settimanale di informazione nella Chiesa di Molfetta Ruvo Giovinazzo Terlizzi
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Paginone
| N.33 | ANNO 95° | 13 OTTOBRE 2019
PARROCCHIA SANTA MARIA ASSUNTA - CATTEDRALE DI MOLFETTA
VISITA PASTORALE DI MONS. DOMENICO CORNACCHIA DAL 10 AL 13 OTTOBRE 2019 PENSIERO DEL PARROCO
Benvenuto Eccellenza a casa sua
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el giugno 2008, il compianto Vescovo Mons. Luigi Martella concluse la sua Visita pastorale proprio in Cattedrale. Alla fine, consegnò Vito alla comunità parrocchiale una Bufi Parroco lettera in cui, tra l’altro, affermava: «Il particolare rilievo che riveste la parrocchia della Cattedrale nell’ambito cittadino e diocesano, chiede di disporsi in un atteggiamento di accoglienza e di servizio verso quelle persone che ivi afferiscono, pur non facendo parte territorialmente di questa comunità A distanza di poco più di dieci anni, la comunità parrocchiale della Cattedrale vive la grazia di una nuova Visita: e questa volta il nostro Vescovo, Mons. Domenico Cornacchia ha scelto di iniziare il suo pellegrinaggio proprio da “casa sua”. Infatti la Chiesa Madre della Diocesi è, in un certo senso, la casa del Vescovo, il luogo sacro dove il nostro pastore spezza il pane della Parola e dell’Eucaristia e indica le strade da percorrere perché le nostre comunità siano “parrocchie missionarie”. Il Vescovo Domenico, con il suo stile cordiale e amabile, viene spesso in Cattedrale, sia per celebrare la messa mattutina, sia per salutare e incontrare, anche casualmente, i vari gruppi che si incontrano durante la settimana. Per questo motivo, il nostro pastore sa benissimo che la nostra comunità parrocchiale ha “le porte spalancate” ad accogliere le persone che abitano la città e la diocesi, anche se questo impegno, a volte, sacrifica il cammino ordinario dei vari gruppi e associazioni. La sfida che la comunità accoglie con questa nuova Visita pastorale del Vescovo è, oggi più che mai, quella di accompagnare le persone a scegliere di ri-diventare cristiane e a far sperimentare il senso di appartenenza alla parrocchia, programmando itinerari formativi diluiti nel tempo, fondati sulla lettura meditata della Parola di Dio, sulla conoscenza del magistero del Papa e dei Vescovi. su esperienze di solidarietà e di carità fraterna. L’altra sfida, auspicata con coraggio da Papa Francesco, è quella di essere una comunità che vive “la fantasia della carità”, per decifrare le attese della gente e i bisogni dei poveri, le speranze degli emarginati, le ansie dei giovani, le preoccupazioni delle famiglie, le solitudini degli anziani e degli ammalati. Eccellenza… benvenuto a casa sua! Questa è la comunità della Cattedrale!
Non solo numeri
Parroco: don Vito Bufi Vicario e/o collab.: don Vito Marino e Mons. Ignazio de Gioia (penitenziere). In particolari momenti dell’anno, assicurano alcuni servizi ministeriali i rev.mi sacerdoti del Capitolo Cattedrale. Abitanti: circa 2000 Religiosi: Comunità Loyola 2. Associazioni e Gruppi: (Azione Cattolica 200 (140 ragazzi, 15 giovanissimi, 15 giovani, 30 adulti), Volontariato Vincenziano
25, Associazione Cuore Immacolato di Maria 70, Apostolato della Preghiera 25, Gruppo famiglia 20 coppie. Gruppo catechisti ed educatori ACR 18, anim. giov.mi 3, anim. giovani 3. Attività principali: Adorazione eucaristica ogni primo venerdì del mese; catechesi settimanale per i vari gruppi, differenziata a seconda della fascia di età; attività gestite dal Gruppo di Volontariato Vincenziano: Centro di ascolto (sostegno scolastico pomeridiano, segretariato sociale, servizio guardaroba, distribuzione alimenti), visita periodica agli ammalati dell’Ospedale cittadino, esperienza di volontariato presso la Lega del Filo d’Oro e il Centro anziani “Padre Kolbe”; “Dopomessa”: attività domenicali ludico ricreative per i ragazzi. Comunicazioni sociali: sito web: cattedralemolfetta.diocesimolfetta.it facebook.com/cattedralemolfetta email: molfettacattedrale@libero.it
TERRITORIO L’ordine del giorno del mondo
Una parrocchia con le porte aperte sulla città
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l quartiere nel quale opera la comunità parrocchiale della Cattedrale conta poco più di 2.000 abitanti e occupa un territorio posto nel cuore Francesca della città, che abbraccia le Pisani strade più frequentate dai cittaConsiglio pastorale dini molfettesi: il Lungomare, parrocchiale Corso Umberto I, Piazza Garibaldi, Corso Dante. A questa zona si aggiunge un quartiere più popolare, il rione Catecombe, tradizionalmente chiamato in vernacolo “re chèmere noeve” (le camere nuove), denominato così perché fu il nuovo agglomerato urbano a vedere la luce nel XVI secolo dopo l’antico centro storico. Il territorio parrocchiale, pertanto, è costituito, da una parte da strade e palazzi eleganti del centro cittadino, mentre dall’altra c’è un quartiere popolare nel quale, solo negli ultimi anni, si sono stabilite giovani famiglie e si sta avviando un progetto di recupero della zona. Il tessuto sociale è quindi caratterizzato da una dicotomia tra famiglie di estrazione sociale medio-alta e famiglie con un forte disagio economico, sociale e culturale. Il numero dei fedeli appartenenti al territorio che frequentano stabilmente la parrocchia non è molto alto, anche perché vi è una
prevalenza di anziani, alcuni con problemi di salute. La Cattedrale, però, si può definire la “chiesa madre” di tutti i molfettesi, e in occasione delle celebrazioni liturgiche presiedute dal Vescovo accoglie fedeli provenienti da tutta la città e dalla Diocesi. Non di rado ospita manifestazioni culturali e artistiche a livello cittadino: questo è segnale positivo di disponibilità della Chiesa locale ad accogliere alcuni eventi, però comporta sacrifici, anche grandi, nella conduzione dell’ordinaria attività liturgica e pastorale. Nell’ambito della comunità sono molto attivi i gruppi di Azione Cattolica, il Gruppo di Volontariato Vincenziano e l’Associazione del Cuore Immacolato di Maria, ma, sicuramente, un limite alle iniziative parrocchiali è costituito dalla mancanza di spazi adeguati e, a volte, di risorse umane ed economiche, alla quale si cerca di sopperire con un po’ di creatività e di spirito di adattamento. Siamo certamente consapevoli del fatto che bisogna crescere, e non soltanto numericamente, per essere una vera CHIESA IN USCITA. L’auspicio è che la Visita Pastorale rinvigorisca le energie e la fiducia, e sia occasione per incontrare soprattutto coloro che sono ai margini della comunità.
Paginone ESPERIENZE «La Chiesa “in uscita” è la comunità di discepoli
missionari che prendono l’iniziativa, che si coinvolgono, che accompagnano, che fruttificano e festeggiano» (EG24)
Parrocchia in uscita...
... che prende iniziativa
Essere una parrocchia missionaria significa per la comunità parrocchiale della Cattedrale entrare, idealmente e realmente, nelle case delle famiglie che hanno chiesto il battesimo per i propri figli. Arriva il momento di far intraprendere, ai bambini che crescono, il cammino di iniziazione cristiana. Bisogna saper fare “il primo passo”, andare incontro a genitori e figli, per esortarli ad intraprendere un percorso serio di formazione. Negli ultimi anni, è stato constatato che anche nelle famiglie che si dicono cristiane non è così scontato che venga accolta benevolmente la proposta di catechesi che la parrocchia offre.
... che si coinvolge
La comunità parrocchiale sa che deve impegnarsi, anche a costo di piccoli e grandi sacrifici, a donare a tutti coloro che entrano in Cattedrale parole e gesti di bene, di accoglienza, di disponibilità all’ascolto, di attenzione a chi vive un qualsiasi disagio. È una comunità che sta imparando, giorno dopo giorno, a non dire: «Non tocca a me… tocca agli altri impegnarsi», ma a lasciarsi coinvolgere in tutte le attività di evangelizzazione.
... che accompagna
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ARTE IN PARROCCHIA La Cappella Musicale Corradiana
Pregare con la Musica
L
a Cappella Musicale Corradiana, coro e orchestra, nasce nel 2007 ed è diretta da Antonio Magarelli. Tratta prevalentemente il repertorio sacro, con particolare interesse per quello rinascimentale, barocco e classico. L’orchestra, composta da professionisti nel setGaetano tore della musica antica, suona abitualmente con struMagarelli menti originali avendo come obiettivo la realizzazione di Organista e Maestro esecuzioni storicamente informate. Interesse precipuo di Cappella della Cappella Musicale Corradiana è la riscoperta del patrimonio musicale pugliese finalizzata alla valorizzazione della Scuola Musicale Napoletana. Svolge attività concertistica in tutta Europa, ospite di festival e rassegne musicali. Ultimamente la Cappella Corradiana è stata ospite del “Maldon Festival of Arts” (Inghilterra) e del “Pontificio Comitato di Scienze Storiche”; per quest’ultimo ha tenuto un concerto a Roma nella chiesa di Santa Croce in Gerusalemme per le celebrazioni in occasione dei 500 anni dalla conclusione del Concilio Lateranense V; tiene regolarmente concerti per il festival Anima Mea - Musiche Mondi Memorie. Nel 2013 ha inciso, in prima assoluta per Digressione Music, l’Oratorio Passio Domini Nostri Iesu
Gli operatori pastorali sanno che devono essere sempre disponibili ad “accompagnare” le storie di chi bussa alla porta della parrocchia. L’attenzione particolare riservata a chi vive difficoltà socio-culturali ed economiche, soprattutto grazie al Gruppo di Volontariato Vincenziano, è il segno tangibile della cura che ogni cristiano è chiamato ad offrire a chi è povero ed emarginato.
... che fruttifica
Il cammino della comunità è caratterizzato dai momenti belli in cui si raccolgono i frutti buoni nella vita delle persone: i volti gioiosi dei bambini che celebrano per la prima volta i Sacramenti della Riconciliazione, della Eucaristia e della Cresima, dopo mille fatiche dei catechisti ed educatori ACR; il campo-scuola estivo che vede i ragazzi coinvolgersi in tutte le attività che vengono proposte; i preadolescenti che scelgono di continuare il cammino di fede nell’Azione Cattolica; i fidanzati che scelgono di sposarsi in chiesa e che, al momento dell’iscrizione al percorso di preparazione al matrimonio sono molto scettici, ma poi, alla fine, chiedono di continuare ad incontrarsi per approfondire alcune tematiche che riguardano la vita di coppia. E che dire delle porte aperte delle case, nel tempo pasquale, quando il parroco annualmente porta la gioia di Cristo Risorto con la benedizione delle famiglie? Oppure dell’attesa degli anziani e degli ammalati ad incontrare il sacerdote per la comunione mensile o del ministro straordinario dell’eucaristia per quella settimanale?
... che fa festa
La gioia di essere cristiani si esprime nel desiderio di “fare festa”, che non deve mai essere un’esperienza fine a se stessa, ma deve far crescere l’amore a Gesù e il senso di appartenenza alla comunità parrocchiale e diocesana. La celebrazione eucaristica domenicale, perciò, è sempre una festa; tutte le attività con i bambini e i ragazzi sono orientate ad aumentare la gioia di essere una grande famiglia in cui si diffonde il bene; ogni esperienza aggregativa che vede raccogliere «le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d’oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono» (GS 1), sono motivo di festa per la parrocchia.
Christi secundum Ioannem (1816) di Vito A. R. Cozzoli (1777-1817), sacerdote e maestro di cappella della Cattedrale di Molfetta. Nel 2018, sempre per Digressione Music, ha inciso Officia; si tratta dell’Ufficio della Settimana Santa (Giovedì e Venerdì Santo), per tre voci e basso continuo, composto nella prima metà del Settecento da Antonio Pansini (1703-1791) organista e maestro di cappella della Cattedrale di Molfetta. A breve sarà pubblicata l’ultima produzione discografica dedicata a San Corrado con composizioni inedite di Antonio Magarelli. Il CD, intitolato Beatus Conradus, è prodotto da Digressione Music. La Cappella Corradiana dispone di 20 artisti del coro e di un’orchestra di circa 15 elementi. Inoltre, dal 2007, collabora anche col M° Gaetano Magarelli per il servizio liturgico nella Cattedrale di Molfetta; la sua denominazione di “Cappella Musicale Corradiana” è stata scelta in onore di San Corrado, Patrono della città di Molfetta, le cui reliquie sono custodite nella Cattedrale.
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| N.34 | ANNO 95° | 20 OTTOBRE 2019
PARROCCHIA SANTA MARIA ASSUNTA - CONCATTEDRALE DI RUVO
VISITA PASTORALE DI MONS. DOMENICO CORNACCHIA DAL 17 AL 20 OTTOBRE 2019 PENSIERO DEL PARROCO
Sentinella del risveglio
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ell’Ottobre Missionario Straordinario la comunità parrocchiale Santa Maria Assunta in Ruvo, partecipe del mistero della presenza Salvatore viva del Signore, accoglie il suo Summo Parroco Pastore, come sentinella di un risveglio in crescendo e di una comunione danzante, fosse anche sofferta: ugualmente tifosi gli uni della diversità degli altri. Se inviati e avvolti dallo stesso vento, lo Spirito soffia gioiosa e creativa evangelizzazione. Mons. Domenico afferma che “Oggi più di ieri, è urgente che l’annuncio del Vangelo, per essere credibile, passi attraverso la testimonianza personale e coerente di tutti, Vescovo, sacerdoti, religiosi e religiose, laici”. Come non condividere che la missione riguarda la stessa diocesi e la nostra parrocchia, comunità cristiane già evangelizzate che sempre necessitano di una rinnovata trasparenza per essere chiesa grembo generativo alla fede! Lo Spirito Santo, respiro del Padre e del Figlio, ci rinnovi; sia Lui a spingere non certo al proselitismo e alla pubblicità: “in uscita” per attirare, vicini e lontani, non a sé ma a Cristo, per rendere liberi e responsabili dinanzi al Signore. Dopo l’ultima Visita pastorale di Mons. Martella, 3 dicembre 2006, il nostro Vescovo, successore degli Apostoli, viene in mezzo a noi per mantenere “…ferma la professione della fede”(Eb 4,14); ci orienti “per essere audaci e creativi nell’individuare obiettivi e scelte pastorali che facciano realmente innamorare le persone di Gesù” in tempi di grandi trasformazioni. Il Vescovo dirà alla Comunità e al Parroco (in servizio pastorale in Concattedrale da 41 anni) “come state?”. Si farà eco partecipando un sogno in divenire e senza tempo: una Comunità Cantiere di verità, carità e giustizia. In una parrocchia cetra di Dio, a Sua immagine primeggi l’uno e il diverso nelle sue corde, in armonia imperfetta. Nell’attesa ultima conviva grano o zizzania, e nessuno abbia sogni tranquilli se non include, se lascia alla soglia e non dà volto a chi ha stravolto.
Non solo numeri
Parroco: don Salvatore Summo Rettorie: Chiesa del Carmine, Purgatorio, Santi Medici Abitanti: circa 3200 Religiosi: FMA Istituto Sacro Cuore, 3 Associazioni e Gruppi: Associazione della Guardia d’onore al Sacro Cuore di Gesù 450,
Caritas, Sottosezione UNITALSI Ruvo Attività principali: Pastorale giovanile, Oratorio, Sportello d’ascolto, Pastorale vocazionale, Catechesi. Comunicazioni sociali: sito web: cattedraleruvo.it facebook.com/Oratorio-Parrocchia- Cattedrale instagram: oratorio-cattedrale_ruvo email: parroco@cattedraleruvo.it
TERRITORIO L’ordine del giorno del mondo
Un quartiere eterogeneo e vivace
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l territorio della Concattedrale rappresenta una cospicua sezione della città di Ruvo, è caratterizzato per l’eterogeneità dei quartieri che lo costituiscono, infatti esso parte dal nucleo antico, diramandosi per la periferia Sud fino a toccare la zona industriale della città. La geografica parrocchiale annovera due dei quattro corsi principali della città, piazza Dante, luogo Vito Amendolagine storico di ritrovo, e alcuni organi delle istituzioni, si pensi al Distaccamento Animatore della Polizia Stradale e la preziosa presenza degli istituti scolastici, responsaparrocchiale bili dell’educazione dei singoli e segni tangibili della vicinanza dello Stato, inoltre vi sono due rettorie e l’istituto salesiano custodi dei culti della Pietà popolare e operanti nella carità. In questo assetto urbanistico, come nel resto delle vie della città, si insinuano gravose problematiche come devianze minorili, solitudine degli anziani, individui caratterizzati da crisi d’identità, disoccupazione e dipendenze di varia natura, ma pronta riecheggia la risposta del popolo ruvese attraverso forme variegate di promozione culturale, sostegno alle povertà, accompagnamento della persona, animazione della città, educazione ai valori del vivere comune da parte di giovani e adulti della parrocchia e delle varie associazioni laicali. La parrocchia, seppur per sua natura sia una circoscrizione territoriale, non si dimentichi che vive nel perenne dinamismo del Popolo di Dio, che si trova ad annunciare la “Buona Notizia” dovunque sia chiamato ad esserci e a prestare il suo servizio, così la comunità parrocchiale sappia tenere insieme la sua primissima vocazione al territorio e l’appartenenza ad una chiesa che si dice cattolica, cioè universale, oltre i confini dei quartieri.
Paginone ESPERIENZE «La Chiesa “in uscita” è la comunità di discepoli
missionari che prendono l’iniziativa, che si coinvolgono, che accompagnano, che fruttificano e festeggiano» (EG24)
Parrocchia in uscita... ... che prende iniziativa
“Amate e siate felici” erano le parole di San G. Bosco ai suoi ragazzi, quando questi gli chiedevano cosa fare per diventare santi. Una folta equipe parrocchiale, ogni anno si impegna a portare avanti un’attività oratoriana nello spirito dell’accoglienAntonio za, dell’amore e della famiglia. L’oratorio, non è solo intratteCarlucci Animatore nimento per i bambini, ma un momento di vita comunitaria e parrocchiale familiare, a cui partecipano giovani e bambini, ma anche adulti e anziani, ciascuno con il proprio contributo. È una realtà che sceglie di coinvolgere, non solo le persone che frequentano regolarmente, ma soprattutto quelle più lontane.
... che si coinvolge
Il cristiano è chiamato a coinvolgere sempre più con la vita, testimonianza vivente dell’amore di Cristo. Questa chiamata, la si vive condividendo momenti straordinari ed ordinari, gioiosi e faticosi e sperimentando in quei momenti la presenza di una comunità fraterna che accoglie e percorre la strada insieme con vicendevole supporto. È questa la missione che il gruppo famiglia si propone di vivere, creando momenti di convivialità, confronto e crescita nell’amore sponsale e comunitario.
| N.34 | ANNO 95° | 20 OTTOBRE 2019
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ARTE IN PARROCCHIA Marco Pino da Siena
L’Adorazione dei pastori
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el cuore di un paese pieno di storia e cultura, non si può fare a meno di ammirare uno dei principali monumenti religiosi di tutta la regione: La Concattedrale dedicata a Santa Maria Assunta. Essa Nicola è considerata tra i migliori esempi di RomaMinafra Animatore nico della regione. La Concattedrale è stata parrocchiale costruita tra il XII e XIII secolo, ma durante gli anni successivi è stata caratterizzata da importanti modifiche che non hanno però scalfito la sua grazia e bellezza, infatti proprio queste qualità la rendono così attraente e fanno sì che ogni anno il suo Patrimonio Artistico e Culturale venga riconosciuto dalla numerosa affluenza di turisti, studiosi d’arte e personale competente riguardo i beni artistico-culturali provenienti da tutto il mondo. Molte sono le opere al suo interno, ma quella che risulta essere più suggestiva è il dipinto fatto con olio su tela
... che accompagna
Ogni momento della vita tende verso un traguardo, una meta. È un sollievo per noi credere che in ognuna di queste tappe da raggiungere ci sia il Signore ad accompagnarci. Tale accompagnamento viene vissuto come una guida lungo il cammino della verità e dell’amore per i giovani in crescita, che si sperimentano e conoscono nelle relazioni tra loro e nella vita parrocchiale, scegliendo i consigli del Vangelo. L’accompagnamento è rivolto anche agli anziani che necessitano maggiormente vicinanza e sostegno. Il volto di Cristo è incarnato da laici che offrono il servizio di ministri straordinari dell’Eucarestia; essi come angeli portano il viatico casa per casa.
... che fruttifica
Andare incontro al povero e al bisognoso, è uno dei più nobili momenti di incontro che l’uomo può fare con il Signore Gesù. La Caritas parrocchiale non è solo uno spazio di sostegno materiale, ma un momento di condivisione e sostegno spirituale. Colui che bussa alla sua porta, torna a casa non solo con i frutti della terra, ma anche e soprattutto con quelli del cielo, presenti e vivi nell’incontro con i volontari che cercano di aiutarli e coinvolgerli nella vita comunitaria.
... che fa festa
La festa è uno dei momenti più belli della vita parrocchiale, momento in cui la comunità tutta celebra e loda l’amore di Dio. Essa si esprime non solo nelle principali feste liturgiche, ma anche nei giorni in cui vengono amministrati i sacramenti e, in una modalità di coesione e sentita partecipazione, nella devozione al Sacro Cuore di Gesù, che raggiunge il suo culmine nel mese di giugno in occasione della festa liturgica.
raffigurante L’Adorazione Dei Pastori risalente al XVI secolo. Il dipinto, che pare essere attribuito alla scuola del pittore Marco Pino da Siena (1525-1588), raffigura al centro la Madonna, la quale è rivolta verso il bambinello, adagiato su un gradino ai suoi piedi con le braccia tese. Ai lati si presentano in adorazione le figure di San Giuseppe e i Pastori, ritratti con il capo levato. Lo sfondo è caratterizzato da un paesaggio collinare e sulla destra troviamo un colonnato di ordine Ionico. In alto si presentano i quattro Angeli, i quali stanno ad indicare e a sottolineare che la nascita del bambino è un evento divino, voluto da Dio. Nella parte inferiore è visibile lo stemma del committente e a sinistra, sul gradino, è scritto ‘’Marcus de Pino Senensis facebat MDLXXVI’’.
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| N.35 | ANNO 95° | 27 OTTOBRE 2019
PARROCCHIA S. MICHELE ARCANGELO - CONCATTEDRALE DI TERLIZZI VISITA PASTORALE DI MONS. DOMENICO CORNACCHIA DAL 24 AL 27 OTTOBRE 2019
PENSIERO DEL PARROCO
Dall’Eucaristia alle case
L
a Parrocchia è il luogo dove la comunità cristiana realizza la sua identità di credente. La fede, in ogni persona, cresce negli avvenimenti Franco della quotidianità come negli Vitagliano Parroco avvenimenti eccezionali. La nostra Parrocchia vuole essere la fontana del villaggio dove ogni persona con la gola secca, per le fatiche che la vita comporta, si disseta e trova ristoro nel suo cammino. Momento privilegiato dell’incontro di ogni credente con il Signore è la Domenica, che trova il suo fulcro nella Celebrazione Eucaristica che, grazie alla collaborazione di laici impegnati, è sempre dignitosa. Ma dall’Eucaristia deve sprigionare la capacità di ogni credente di testimoniare la propria fede. La Parrocchia San Michele Arcangelo vive oggi le fatiche di ogni comunità. Quali sono queste fatiche? Anzitutto la mancanza di una testimonianza vera, che permette all’adesione di fede di diventare vita nella quotidianità. Inoltre lo scarso entusiasmo delle nuove generazioni ad annunciare il Vangelo. Ed infine un forte legame al passato, nei suoi riti e nelle celebrazioni, che impedisce di costruire un futuro nuovo secondo le sfide che il nostro tempo richiede. Ma non dimentichiamo che la Chiesa è di Cristo e che, quindi, noi tutti siamo parte di Lui. Essere legati a Lui con la preghiera e la formazione spirituale permette di andare oltre queste fatiche e di credere che il Signore è vivo in mezzo a noi. Gli ammalati, che i sacerdoti e i ministri straordinari dell’Eucaristia visitano e che nella nostra parrocchia sono circa 50, rappresentano quel fiume sotterraneo che rende feconda la nostra Chiesa. Quel fiume sotterraneo permette alla nostra comunità di far scaturire l’acqua che disseta e permette alla nostra Chiesa di crescere nella fede. La Visita pastorale del Vescovo vuole essere per tutti noi la possibilità di fare il pieno di quell’acqua dello Spirito che permette a noi di dissetarci e di rinfrescare quanti, attraverso noi, vorranno incontrare il Signore.
Non solo numeri
Parroco: don Francesco Vitagliano Vicari: don Fabio Tangari don Gianluca D’Amato Rettorie: Chiesa di San Giuseppe, Santuario
di Sovereto, S. Maria delle Grazie (vulgo dei Cappuccini) Abitanti: circa 5700 Religiosi: Fraternità Francescana di Betania, Suore Ancelle del Santuario. Associazioni e Gruppi: Apostolato della Preghiera, Sacro Cuore (160), Agesci cittadina, Aias, UNITALSI (40), Oratorio, Azione Cattolica (Aderenti 87, ACR 21, Settore giovani 34, Settore adulti 32), Coro Parrocchiale, Gruppo Famiglia, Caritas, Gruppo Liturgico. Attività principali: Adorazione Eucaristica ogni primo Giovedì di Mese, catechesi settimanale per i vari gruppi, Centro di Ascolto Caritas, Visita periodica agli ammalati, Oratorio invernale ed estivo. Comunicazioni sociali: sito web: parrocchiemolfetta.it/ concattedraleterlizzi/ Facebook: facebook.com/concattedraleterlizzi Email: smicheleterlizzi@libero.it / concattedrale.terlizzi@gmail.com instagram: oratorio_cattedrale_terlizzi
TERRITORIO L’ordine del giorno del mondo
Una tenda nel cuore della città
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a nostra parrocchia occupa territorialmente il cuore della città di Terlizzi. Con i suoi circa seimila residenti rappresenta un quarto della cittadiNicola nanza terlizzese. Barile È una realtà sociale variegata Vicepresidente Consiglio da un punto di vista economico, Pastorale culturale ed anche etnico per la Parrocchiale presenza di numerosi migranti che vi risiedono alla ricerca di opportunità lavorative che sono purtroppo sempre più carenti. La vita economica del nostro quartiere si è infatti progressivamente impoverita nel corso dell’ultimo decennio a causa della recessione economica mondiale. Numerosi sono stati i posti di lavoro perduti nei diversi settori produttivi e a questo si è aggiunta la chiusura di molti esercizi commerciali di vendita al dettaglio, schiacciati dalla presenza sempre più ingombrante delle grandi catene di distribuzione. La mancanza di lavoro determina la partenza di molti giovani e meno giovani sia in Italia che all’estero, alla ricerca di opportunità lavorative. I problemi economici rendono più fragile il tessuto familiare ed ostacolano la progettualità matrimoniale determinando il conseguente calo demografico. È sostanzialmente un territorio quindi che sta invecchiando non solo anagraficamente ma anche nella speranza di un futuro migliore. In mancanza di certezze strutturali, il rischio più grande diventa quello
di ripiegare in sé stessi, in un sentimento di egoistica chiusura alla soluzione ed al supporto delle problematiche sociali comuni. Eppure c’è da dire che accanto a questi negativi condizionamenti, la nostra non è una comunità arida, sorda ai richiami del povero che chiede aiuto. Ogni qualvolta la comunità parrocchiale ha sollecitato il territorio ad opere di carità concreta, si pensi alla raccolta alimentare, al sostegno dei bisogni della Caritas, questi ha sempre risposto con grande generosità. C’è quindi bisogno da parte nostra di essere stimolo costante per sopire la tentazione del disimpegno, dell’egoismo, della rassegnazione. Altra grande opportunità nel nostro territorio è la presenza dell’Oratorio Sacro Cuore. Grazie ad esso molti giovani praticano le più svariate attività sportive e anche i meno giovani partecipano numerosi ai corsi di danza, cucina, informatica, pittura, ginnastica dolce. Nel nostro oratorio vengono inoltre organizzate diverse rappresentazioni teatrali che riscuotono grande successo e partecipazione oltre a conferenze su diverse tematiche di ordine religioso, sociale, politico, medico. Insomma è una comunità che grazie a queste occasioni stimolanti di incontro non vuole chiudersi in sé stessa ma prova a tessere un canovaccio più congeniale all’uomo che è fatto per essere con gli altri e non contro, né tantomeno ripiegato su sé stesso a guardare esclusivamente il proprio ombelico. L’uomo è stato creato per guardarsi intorno e per sollevare lo sguardo verso il cielo.
Paginone ESPERIENZE «La Chiesa “in uscita” è la comunità di discepoli
missionari che prendono l’iniziativa, che si coinvolgono, che accompagnano, che fruttificano e festeggiano» (EG24)
Parrocchia in uscita... ... che prende iniziativa
La Parrocchia si mette in gioco decentrando alcuni aspetti della sua azione pastorale. La visita settimanale agli ammalati da parte dei sacerdoti e dei ministri straordinari, i “cenacoli della Parola” animati dai laici tra le mura domestiche e le attività Fabio oratoriali per bambini e ragazzi al Centro Sociale “S. Cuore” nelTangari Vicario la periferia della città, testimoniano la scelta di non attendere Parrocchiale passivamente, ma andare incontro per evangelizzare nuovi spazi. Prendere l’iniziativa, tuttavia, comporta anche il rischio della delusione. Lo scorso anno è stata affidata ai “nostri” giovani la missione di avvicinare i loro coetanei più distanti per coinvolgerli in un cammino di riscoperta della fede. Purtroppo l’esito dell’iniziativa è stato sconfortante.
... che si coinvolge
La comunità parrocchiale non teme di coinvolgersi nelle questioni del mondo e di chinarsi sull’umanità ferita dalle povertà odierne. Su questo aspetto l’AC parrocchiale ha scelto di abbracciare l’ambito sociale, aderendo al presidio di Libera, mentre il Gruppo Caritas non solo risponde ai bisogni concreti ed immediati di quanti si rivolgono in parrocchia per chiedere un sostegno, ma si impegna a sensibilizzare tutta la comunità bussando anche alle porte delle famiglie, perché aprano prima di tutto il cuore.
... che accompagna
Tutta l’azione pastorale è accompagnamento, sullo stile di Gesù che cammina accanto ai discepoli di Emmaus per aprire la mente, incoraggiare e far ardere il cuore. È quello che fanno i catechisti che a piccoli passi introducono bimbi e ragazzi alla vita cristiana; gli educatori e animatori di AC che aiutano adolescenti e giovani in una più consapevole e coinvolgente scelta di fede; sacerdoti e animatori che affiancano i fidanzati che si preparano al matrimonio.
... che fruttifica
È vero che sull’esempio del Seminatore del Vangelo siamo chiamati a spargere con generosità il seme della Parola e delle opere buone, ma è bello ed esaltante veder crescere i germogli e maturare i frutti. Che gioia quando i ragazzi che terminano il cammino di iniziazione cristiana si rendono disponibili a prendersi cura dei più piccoli, affiancando gli educatori di ACR, gli animatori dell’oratorio o i catechisti!
... che fa festa
Una comunità parrocchiale che non faccia trasparire gioia e letizia e dimentichi di far festa non avrebbe quella forza attrattiva che conduce a Gesù. E quanti sono i motivi per festeggiare! Si fa festa con i genitori che celebrano il battesimo per i loro piccoli; si fa festa per i bambini che per la prima volta ricevono il dono della riconciliazione o dell’Eucaristia; si fa festa per i fidanzati che coronano il loro amore con il matrimonio; fa festa tutto il popolo di Dio quando onora con solennità la Vergine di Sovereto, nostra Patrona. L’auspicio è che ogni domenica, nel fluire ordinario del tempo, sia percepita e vissuta dalla comunità come incontro gioioso con il Signore risorto.
| N.35 | ANNO 95° | 27 OTTOBRE 2019
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ARTE IN PARROCCHIA Michele de Napoli
Eucaristia e arte
A
tto d’amore e di generosità non semplice distruzione dell’antico tempio cittadino dedicato a san Michele Arcangelo: ritengo vada così correttamente intesa la costruzione della nuova chiesa maggiore di Terlizzi. Se da Francesco un lato possiamo dolerci di aver perso un Di Palo Storico tempio romanico, per altro ‘firmato’ dal magister dell’arte Anseramo di Trani, non si può neanche tacere il fatto che una tale scelta abbia consentito a Terlizzi di avere una delle chiese neoclassiche più importanti e belle di Puglia. Le lunghe e problematiche vicende costruttive trovarono definitiva soluzione con il generoso impegno di Michele de Napoli che, autentico genius loci, da sindaco, filantropo e intellettuale, condusse a conclusione i lavori e il nuovo duomo poté così essere consacrato dall’ordinario mons. Gaetano Rossini nel 1872. Nei rinnovati e monumentali spazi trovarono così adeguata collocazione le grandi tele che lo stesso de Napoli si premurò di donare ad maiorem Dei gloriam: San Tommaso redige l’Uffizio sull’Eucarestia (1878), l’Invenzione della Madonna di Sovereto (1882), la Maddalena penitente (1884), il Ritorno dal sepolcro (1885), il Cristo eucaristico. Come si vede, accanto ai temi cari alla devozione locale, quale il rinvenimento dell’icona della Madonna patrona, il pittore affiancò soggetti dal dottrinario (la Disputa) alla devozione popolare (la Vergine dolente di ritorno dal sepolcro) quasi ambientati nella realtà naturale e culturale locali. Significativa opera di apertura del grande ciclo, la grande tela a soggetto eucaristico in cui il centro reale e ideale è costituito dall’ostensorio aureo neogotico, attorno al quale si muovono, in vari atteggiamenti dal pensoso al dialogante, le figure dei Padri della Chiesa d’Oriente e d’Occidente ad indicare, appunto, l’autorità teologica e dottrinaria, ma anche della tradizione, della Chiesa ecumenica cui san Tommaso, appunto, ispirò il suo Uffizio. L’Aquinate, lo sguardo rivolto al cielo come a ricevere l’ispirazione divina dopo aver studiato i Padri, è infatti nell’atto di redigere i testi. Pur concepita con largo anticipo, si pone quindi in stretta continuità all’Ufficio l’altro dipinto del Cristo eucaristico. È in questo dipinto che la dottrina di S.Tommaso prende forma e sostanza: il Cristo regale e assiso, con la destra solleva l’ostia e con l’altra mano il calice, i signa del pane e del vino, qui privati della loro sostanza e trasformati nel corpo e nel sangue. È l’immagine del “Sacramento perfetto della passione del Signore, in quanto contiene Cristo stesso che ha sofferto” cui dette fondamento dottrinario l’autore della Summa Theologiae.
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PARROCCHIA S. MARIA ASSUNTA - CONCATTEDRALE DI GIOVINAZZO
VISITA PASTORALE DI MONS. DOMENICO CORNACCHIA DAL 3 AL 5 NOVEMBRE 2019 PENSIERO DEL PARROCO
Porta aperta e Focolare acceso
A
nnunciare il Vangelo non è un optional del cristiano, è invece un dovere che scaturisce dal Sacramento del battesimo (…). È stato queAndrea sto il pensiero, evidenziato dal Azzollini Parroco nostro Vescovo nell’annuale lettera pastorale, sulla quale il C.P.P. della nostra Concattedrale si è maggiormente soffermato per preparare al meglio la visita del Vescovo Domenico. Vogliamo, insieme al nostro pastore, riscoprirci uomini e donne che vivono una quotidiana risurrezione sapendosi rialzare e restare in piedi per accrescere l’identità di popolo in cammino, popolo missionario che si fa ponte, porta aperta tra altare e territorio, evidenziando quella credibilità che caratterizza un’azione missionaria efficace. Un impegno questo, che insieme alle variegate realtà associative parrocchiali e non, ci sforziamo di vivere facendoci carico di non pochi sacrifici a volte anche gravosi nella feriale gestione dell’attività pastorale nei tre ambiti della catechesi, della liturgia e della carità. Carissimi, non posso nascondervi quella sana inquietudine mista a trepidazione che alberga in me, in quanto parroco da soli due anni, ma missionario come voi tutti, nel rendere visibile nel mio ministero quella logica missionaria. A questo proposito, non dimentichiamo che lo stesso Mons. Martella, nella precedente visita pastorale del novembre 2007, invitava la comunità a proseguire nella Catechesi tenendo sempre viva la preoccupazione di offrire un cammino sistematico per tutti, cominciando dai genitori perché possano compiere al meglio la loro missione di educatori della fede dei loro figli. Alla luce di tutto ciò, con cuore aperto e colmo di gratitudine al buon Dio, questa antica ma sempre nuova comunità della Concattedrale auspica che la visita del suo amato pastore, il Vescovo Domenico, possa farci rivivere la profezia di Isaia che al cap.35 del suo libro asserisce: “Si rallegrino il deserto e la terra arida, esulti e fiorisca la steppa (…) Irrobustite le mani fiacche, rendete salde le ginocchia vacillanti (…) Coraggio! Non temete… Con questa certezza le assicuro, caro don Mimmo, che troverà una comunità che docile agli impulsi dello Spirito, si metterà insieme e con lei, alla sequela del Signore, il Pastore bello e buono per dare forma ad una parrocchia che nella sua pastorale esprima il contenuto di una chiesa missionaria con il “fuoco nel cuore, la parola sulle labbra e la profezia nello sguardo”(Papa Paolo VI) .
Non solo numeri
Parroco: don Andrea Azzollini Diacono: Vincenzo Piccininni Rettorie: S. Andrea, S. Maria di Costantinopoli, S. Maria degli Angeli, S. Giovanni Battista, oratorio SS. Sacramento, Chiesa di San Lorenzo e di Maria SS. del Carmine Abitanti: circa 1000 Confraternite: SS. Sacramento, S. Maria della Purificazione, S. Maria di Costantinopoli, S. Maria degli Angeli, S. Maria del Carmelo Associazioni e Gruppi: Azione Cattolica 55, Associazione Maria SS. delle Grazie 150, Associazione Santi Medici 60, Associazione Maria SS.
Addolorata 140, AGESCI cittadina 122, gruppo Caritas. Attività principali: Colloqui personali col parroco, Catechesi e momenti formativi, Cura pastorale anziani e ammalati, Celebrazioni liturgiche devozionali della pietà popolare. Comunicazioni sociali: sito web: parrocchiemolfetta.it/ concattedralegiovinazzo/ Facebook: facebook.com/ CattedraleGiovinazzo Email: cattedralegiovinazzo@libero.it
TERRITORIO L’ordine del giorno del mondo
Un ponte tra altare e territorio
A
lla fine del secolo XIX il territorio della nostra parrocchia assorbiva quasi per intero la popolazione di Giovinazzo. L’abbattimento sucGiosafatte cessivo di parte delle mura che Mezzina delimitavano il centro storico e Confratello SS.Sacramento la naturale espansione della città verso mezzogiorno ha fatto sì che oggi il territorio della Concattedrale sia il più piccolo delle cinque parrocchie della città di Giovinazzo. Di contro ogni anno nel mese di agosto la parrocchia assume nuovamente una dimensione globalizzante diventando fulcro liturgico della intera città che si stringe attorno alla nostra venerata patrona invocata con il dolce titolo di Maria SS. di Corsignano. In tale occasione la parrocchia vive momenti esaltanti di profonda e vivida fede che affonda le sue radici in un culto antico, punto di riferimento di tutta la città che richiama i suoi fedeli dai vari continenti della terra. Nel corso dell’anno la vita della parrocchia assorbe le attività di quasi tutte le confraternite presenti nella città che con scadenza ciclica vivono momenti liturgici importanti, come per esempio i riti della settimana santa. In particolare l’Arciconfraternita del SS. Sacramento (parte integrante della vita della Concattedrale) da tempo immemore vive con particolare attenzione e profonda fede la festività del Corpus Domini che si onora di organizzare. La popolazione del territorio parrocchiale attraversa tutte le fasce sociali dei cittadini giovinazzesi. Molta attenzione viene posta nei confronti
dei più deboli e degli ammalati a cui viene somministrata la comunione ogni primo venerdì del mese. La Concattedrale custodisce un importante patrimonio storico culturale che abbisogna di molta attenzione. Da sempre, nei momenti critici non è mai mancato il contributo fondamentale di cittadini che con il proprio impegno si sono prodigati per la conservazione delle opere e la tutela della nostra chiesa, rinnovando quell’antico dono fatto dalla Principessa Costanza, figlia di Filippo I re di Francia e vedova di Boemondo d’Altavilla, che con il proprio lascito al vescovo Bernerio, propugnò l’edificazione della nostra Cattedrale a cui successivamente si aggiunsero tutti i cittadini (chi con denaro e chi con il proprio lavoro a seconda delle esigenze del momento). La pastorale della parrocchia ricalca le linee guida del nostro amato vescovo, Mons. Domenico Cornacchia senza dimenticare gli insegnamenti ed i pensieri illuminati di don Tonino Bello. I tempi attuali impongono una particolare attenzione ai giovani i quali sono chiamati a vivere il cristianesimo in un mondo globalizzato che tendenzialmente li allontana dagli obbiettivi reali della vita. Loro rappresentano il futuro, motivo per cui sono il vero patrimonio da tutelare, senza lesinare sforzi. Le attività commerciali poste all’interno del centro storico integrano il tessuto sociale della parrocchia arricchendo di fatto l’accoglienza nei confronti di quanti si accingono a visitare la Concattedrale fermandosi (e non sono pochi) sia durante la celebrazione delle sante messe che per un momento di preghiera.
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ESPERIENZE «La Chiesa “in uscita” è la comunità di discepoli missionari che ARTE IN PARROCCHIA per dire l’Amore prendono l’iniziativa, che si coinvolgono, che accompagnano, che fruttificano e festeggiano» (EG24)
Parrocchia in uscita...
a cura del Consiglio pastorale parrocchiale
... che prende iniziativa
Per la nostra piccola comunità uscire per le strade ha significato coinvolgere nelle iniziative tutte le famiglie giovani del territorio cercando di farle avvicinare soprattutto attraverso i loro figli e il loro approcciarsi al cammino di fede e di preparazione ai sacramenti. Significa condivisione e unità di progetti e di idee, occasione di dialogo e di confronto, collaborazione tra parroco e fedeli, promozione dell’unità nella diversità, promozione e valorizzazione dei carismi e delle diverse presenze nella comunità a servizio dell’unico annuncio del Vangelo. Possiamo così dire che ogni momento di incontro nella nostra comunità è un momento di confronto e di dialogo.
... che si coinvolge
La nostra comunità è piccola e frequentata spesso non da abitanti del territorio parrocchiale, ma da fedeli dell’intera città che si avvicinano grazie all’amore che provano per la nostra patrona Maria SS.ma di Corsignano. Per questo motivo si impegna sempre ad accogliere chiunque si affacci sul sagrato della Chiesa invitando ad entrare e coinvolgendosi nelle loro storie e nei loro desideri... In questo campo riveste un’importanza rilevante il centro cittadino d’ascolto della Caritas cittadina ubicato nei locali della nostra parrocchia, che collabora con la caritas parrocchiale.
... che accompagna
Nella nostra comunità convivono carismi diversi, dai gruppi di Azione Cattolica alle Confraternite, dal gruppo Scout alla Caritas, e per questo è una comunità in cammino, volta al futuro ma agganciata al presente, ricca di persone che si spendono con e per gli altri, che fanno della gratuità la loro forza. Sono presenti tante forme di accompagnamento spirituale e materiale svolte nel silenzio e nel nascondimento: c’è più gioia nel dare che nel ricevere” (cf At 20).
... che fruttifica
È una parrocchia nella quale si riconoscono e condividono valori che consentono di affrontare meglio la realtà quotidiana nelle sue molteplici sfaccettature, nelle sue criticità. È una realtà che cerca di essere vicina alle persone, di “portarle nel cuore”, con l’ascolto e l’accoglienza del suo parroco, con l’attività delle sue tante associazioni. È una realtà in cui si cercano e si perseguono obiettivi comuni, in cui si cammina insieme con gioia, per scoprire la strada che permette di raggiungere mete comuni, mondi migliori, restando nella logica del Vangelo, nell’amore di Cristo. Si partecipa volentieri anche se con piccoli numeri a tutte le iniziative ed incontri a carattere cittadino, diocesano e a volte anche a livello nazionale.
... che fa festa
Proprio perché la parrocchia vive una realtà molto diversificata la ricchezza di tutti questi doni diventa festa e gioia di stare insieme, di avere fiducia nell’uomo e nelle sue capacità di vivere il proprio tempo. Dobbiamo essere in grado di innamorarci dei cambiamenti, di creare legami che aiutino a crescere e progettare un futuro gioioso per i più piccoli, per i giovani. Infatti proprio per loro ci si impegna nell’organizzazione di alcuni momenti ludico-ricreativi che educhino alla dimensione di una sana festa che non può prescindere dalla partecipazione alla festa per eccellenza che sperimentiamo nella Celebrazione Eucaristica.
L’arte t’india
Q
uesto motto che ho ascoltato da un insegnante di arte, allora mi lasciò perplesso, mi spinse a cercarne il significato e, dopo aver letto, capii che la mia vita futura sarebbe Giuseppe stata una consacrazione all’arte religioChiarella Restauratore sa. Sin da piccolo frequentando la parrocchia Concattedrale, mi piaceva contemplare le numerose opere d’arte che arricchiscono questa splendida chiesa: la Cattedrale di Giovinazzo appartiene a quella meravigliosa fioritura del romanico avvenuta tra l’XI e il XII sec; epoca in cui la prodigiosa fantasia degli artisti pugliesi riuscì a creare con le pietre veri e prestigiosi capolavori. Molte sono le opere al suo interno come la venerata icona bizantina della Madonna di Corsignano nostra protettrice. Affascinato, restavo ore a guardare, notando le notevoli fatture e i più piccoli particolari, quindi inevitabile la scelta professionale nel campo del restauro. Quanta meraviglia e quanto impegno profuso nel riportare alla luce l’originalità delle opere, danneggiate dall’usura del tempo e da continui e invasivi interventi succedutosi nel tempo. Nonostante la mia giovane età, tante le opere restaurate e donate alla visione degli appassionati di bellezza artistica. Non ultimo, il restauro del Cristo morto, settecentesca opera di Carlo Cinzio Altieri e di un mezzo busto di Maria Addolorata di scuola napoletana, di proprietà dell’arciconfraternita del SS. Sacramento, realizzato in collaborazione con la restauratrice Guglielmo Rosanna Virginia con l’alta sorveglianza dei funzionari della Soprintendenza. A breve cominceremo il restauro del crocifisso ligneo ritenuto dalla tradizione molto miracoloso, datato tra il XV e il XVI sec., chiamato dallo storico Marziani “Cristo del coro”, forse perché inizialmente era sistemato sul presbiterio, e del dipinto di Saverio De Musso, raffigurante Maria Maddalena e San Giovanni, posti in un altare privilegiato della navata laterale. L’importanza storico artistica di queste pregevoli opere deve suscitare nel cuore di ogni fedele e non, il grande desiderio di tutelare e rendere fruibile nella sua originarietà questo patrimonio consegnatoci dai nostri avi. Essi infatti attraverso questi capolavori hanno maturato la conoscenza dell’Artista per eccellenza che anzitutto ci ha insegnato l’arte dell’Amore, quello vero.
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PARROCCHIA SACRO CUORE DI GESÙ - MOLFETTA
VISITA PASTORALE DI MONS. DOMENICO CORNACCHIA DAL 7 AL 10 NOVEMBRE 2019 PENSIERO DEL PARROCO per fanciulli, formazione catechisti e operatori
Un Cuore vivo
“I
l miracolo della Divina Provvidenza si è manifestato”. Così, il 6 giugno 1927, giorno della consacrazione della chiesa, si esprimeva Mons. Gioia che chiamava questa coGennaro Bufi munità “il miracolo”. Siamo un Parroco miracolo del Signore, posti nel cuore della città di Molfetta per manifestare il Cuore di Gesù. Mi piace pensare alla nostra parrocchia come il luogo in cui quotidianamente si avvera il miracolo della contemplazione e dell’annuncio. Due impegni che viviamo con non poche difficoltà, senza dimenticare quanto ci ricordava il Vescovo Luigi nella scorsa Visita pastorale “di costruire una comunione sempre più intensa ed una collaborazione sempre più organica”. Contemplazione è il primo servizio che questa comunità rende verso tutti. La nostra chiesa “dalle porte sempre aperte” è abitata da gente che contempla Gesù nella Parola, collocata all’ingresso, e nell’Eucaristia. Parola e pane, ossia mettersi in ascolto contemplando Colui che ci educa a guardare con gli occhi di Dio. Il servizio dell’Annuncio del Vangelo che guarisce e crea sani legami dentro e fuori la comunità! Due anni fa giungendo in parrocchia ricordai a tutti che la Chiesa come la Costa Concordia spesso finisce sugli scogli perchè smette di essere concordia e diventa discordia. Il Signore ci chiede di essere parrocchia con un Cuore Umano prima che Sacro. Ce la stiamo mettendo tutta attraverso una pastorale fatta di sguardi e relazioni, capace di scrivere il Vangelo in quanti incontriamo, ascoltiamo e conosciamo. Oggi si dice che un vero manager che voglia avere successo deve avere una “vision”, ossia uno sguardo sul reale che sappia vedere e far vedere. Penso di interpretare il dono della Visita pastorale del Vescovo Domenico alla nostra parrocchia come l’invito da parte di Gesù a guardare il mondo e la vita come li guarda Dio e a far vedere Dio. Eccellenza la aspettiamo e ci aiuti ad essere “Comunità-miracolo” nel cui volto tutti possano riconoscere il volto del Signore.
Non solo numeri
Parroco: don Gennaro Bufi Collaboratore: Mons. Francesco Gadaleta Diacono: Antonio Amato Rettorie: SS.mo Crocifisso (vulgo dei Cappuccini) Abitanti: circa 7800 Confraternite: SS. Sacramento (21) Associazioni e Gruppi: Azione Cattolica (200), Gruppo Missionario, Gruppo Samaritano, Apostolato della Preghiera (39), Associazione di volontariato “Pier Giorgio Frassati” (20), Associazione della Guardia d’onore al Sacro Cuore di Gesù (145), Madonna della Divina Grazia (108), San Gerardo Maiella (92), S. Giuseppe (50), Associazione del Suffragio “Monte Purgatorio” (30), Gruppo di Preghiera S. Pio (15), Schola Cantorum (25), Gruppo Ministranti (13), Ministri straordinari (4). Attività principali: Adorazione eucaristica ogni primo venerdì del mese, catechesi e attività di animazione
pastorali, cura pastorale degli infermi, percorso formativo con i giovani sposi, centri di ascolto della Parola, centro di ascolto Caritas, sostegno scolastico pomeridiano Comunicazioni sociali: sito web: www.sacrocuoremolfetta.it Facebook: Parrocchia Sacro Cuore di Gesù Molfetta Email: info@sacrocuoremolfetta.it
TERRITORIO L’ordine del giorno del mondo
Casa tra le case
S
ituata in una zona nevralgica del passeggio cittadino, la nostra Parrocchia si estende su un territorio che va dalla Rettoria del SS. Crocifisso Michele detta “dei Cappuccini”, passando Salierno per la stazione ferroviaria fino a Membro spingersi a Via Cap. De Candia. Il quartiere della parrocchia abbraccia alcune tra le vie e le zone più importanti della città, crocevia di studenti, lavoratori, anziani, famiglie e bambini. Ed è proprio questa eterogeneità a caratterizzare la comunità parrocchiale, costituita prevalentemente da famiglie, adulti e anziani. Tuttavia, non mancano i giovani, presenti sia in parrocchia che nella rettoria. Realtà quali l’Azione Cattolica e la Gioventù Francescana rappresentano il cuore pulsante della comunità, volendo essere il presente, ma soprattutto il futuro della nostra Chiesa. Il tessuto sociale del quartiere parrocchiale è caratterizzato da difficoltà di natura culturale, sociale, ed economica. Le diverse povertà presenti sono una realtà tangibile e sempre maggiori sono le richieste d’aiuto che pervengono. Tuttavia, le richieste non sono soltanto di natura economica, ma di accoglienza, di ascolto, di sostegno nelle difficoltà quotidiane. Tante sono le piaghe sociali e la comunità parrocchiale è impegnata attivamente per supportare quanti hanno bisogno
Inquadra il QR Code Guarda lo spot realizzato dalla parrocchia per la Visita Pastorale
d’aiuto. L’esperienza del doposcuola è una strada per raggiungere e servire quei ragazzi in difficoltà, fornendo loro un supporto concreto. La nostra chiesa è anche un punto di riferimento per studenti e lavoratori che, giunti presso la stazione ferroviaria, cercano un luogo in cui fermarsi a pregare. Il parroco don Gennaro sottolinea come tanti siano i pendolari che passano da lui per una confessione o un semplice colloquio. L’augurio è che la nostra comunità possa diventare sempre più “Casa tra le case” per tutti coloro che sono alla ricerca di un luogo in cui poter incontrare il volto del risorto nel volto del fratello che gli è accanto.
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ESPERIENZE «La Chiesa “in uscita” è la comunità di discepoli missionari che ARTE IN PARROCCHIA Con l’impronta prendono l’iniziativa, che si coinvolgono, che accompagnano, che fruttificano e festeggiano» (EG24)
di Giulio Cozzoli
Arcobaleno Parrocchia in uscita... geo-cromatico a cura di Andriani Linda, Bellarte Luisa, Minervini Elisa, Minervini Miriam e Tedesco Francesco
... che prende iniziativa
Chi prende l’iniziativa si distingue dalla folla! Come i discepoli, uomini controcorrente per eccellenza. Così chi opera in parrocchia sa quanto il desiderio di fare il meglio e il nuovo sia accompagnato dalla speranza e dalla voglia di poter dire “ce l’abbiamo fatta”, ma anche dal timore dell’insuccesso. La formazione che cerca forme sempre nuove, la liturgia, l’impegno a coinvolgere le famiglie; tutto ciò significa per noi “osare di più”. È la sfida che gli operatori pastorali raccolgono quotidianamente per far sì che la nostra casa, la Parrocchia Sacro Cuore di Gesù, non resti ferma, cresca e abbia qualcosa da offrire a tutti quelli che accoglie.
... che si coinvolge
La comunità sperimenta diverse iniziative per le famiglie dei ragazzi della catechesi con il desiderio di vederle più coinvolte nella vita della comunità. Non mancano esperienze di ascolto e di accoglienza promosse dalla Caritas a chi vive situazioni di disagio; inoltre positivo e formativo è il progetto del doposcuola proposto dall’Associazione di volontariato “Pier Giorgio Frassati”. La sfida rimane quella di rendere la comunità parrocchiale sempre più disponibile e accogliente nei confronti dei bisogni di chi varca la porta della chiesa e di quanti sono nel nostro territorio. Tutti si possano sentire a casa.
... che accompagna
La parrocchia è “compagna di viaggio”, cammina accanto alla Persona durante la sua crescita umana e spirituale. È compagna dei ragazzi nella preparazione ai sacramenti, dei giovani attraverso una formazione che li aiuta a maturare e a misurare le proprie scelte di vita con il metro della fede, dei fidanzati che si affacciano alla vita coniugale, degli adulti e degli anziani che con la loro esperienza illuminano il cammino.
... che fruttifica
La vita della comunità è bella quando ci sono i frutti. La fedeltà dei ministranti nel servizio liturgico, la disponibilità degli adulti, l’iniziativa dei giovanissimi a mettersi in gioco affiancando catechisti ed educatori ACR, la bellezza della spiritualità francescana del Terz’ordine secolare francescano, la costanza dei ministri straordinari della comunione nell’essere vicini agli ammalati, la generosità dei giovani che, nonostante gli impegni di studio e di lavoro, vivono esperienze di servizio, di cura e attenzione, l’impegno che la Confraternita e la Schola Cantorum offrono per rendere più bella la liturgia. Frutti di una fede che si dona e che si fa strumento di aiuto per l’altro.
... che fa festa
La processione eucaristica, la festa del Ciao, la festa della Locanda, l’oratorio estivo, il pranzo di convivialità, il falò di S. Corrado, momenti di festa che trovano senso null’unica grande festa, quella domenicale, quando ci raduniamo per ringraziare il Signore per quanto ci dona e per i fratelli che ci sono accanto. Ci si raduna e si festeggia per ricordarci che insieme possiamo continuare a rendere sempre più bello il volto della nostra comunità.
S
u progetto dell’arch. Momo si snoda nel tempo la realizzazione dell’edificio di culto architettonicamente arricchito nel corso degli anni dai suggerimenti artistici dell’illustre Giuseppe concittadino Giulio Cozzoli Paparella Ingegnere (1882-1957). Di rilievo sono gli affreschi e le decorazioni dell’abside centrale e delle absidi laterali e altri numerosi interventi. Le pareti delle absidi laterali sono decorate da formelle policrome ottagonali all’interno delle quali si stampa una croce greca dal cui centro circolare si irradiano quattro stili. Le formelle sono categoricamente fissate in numero di venti in larghezza e nove in altezza quasi a voler ossessivamente ripetere nel proprio sviluppo verticale e verso l’alto il numero tre simbolo di perfezione teologica. Discorso analogo per la parete dell’abside centrale dove, la conversione al centro del motivo architettonico delle formelle laterali di forma ottagonale, si stempera in analoghe formelle, ma di forma circolare, quasi a voler sottolineare in forma architettonica il passaggio dalla imperfezione dell’ottagono alla perfezione del cerchio. Anche qui campeggia al centro della singola formella una croce greca che si irradia
dal centro luminoso e cromaticamente sottolineato dal colore aureo del centro stesso. Il tutto viene meravigliosamente descritto attraverso una delicata sinfonia policromica ottenuta dall’uso sapiente dei colori che si alternano rincorrendosi nelle figure con piacevole effetto visivo. Il risultato è uno splendido fondale policromo che attraverso la geometria semicircolare dell’intero fondo absidale pare abbracciare in un unico arcobaleno geo-cromatico tutti coloro che entrano in chiesa, grazie ad una splendida intuizione che solo la visione artistica del Cozzoli ha saputo sapientemente produrre a memoria e beneficio dei posteri. È comunque accertato che il Cozzoli ha prodotto per la chiesa del S. Cuore di Gesù innumerevoli schizzi e bozzetti oggi gelosamente custoditi nell’archivio parrocchiale ai quali si darà doveroso risalto espositivo all’interno della chiesa stessa in occasione della Visita pastorale.
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| N.38 | ANNO 95° | 17 NOVEMBRE 2019
PARROCCHIA SANT’ACHILLE- MOLFETTA
VISITA PASTORALE DI MONS. DOMENICO CORNACCHIA DAL 14 AL 17 NOVEMBRE 2019 PENSIERO DEL PARROCO Comunicazioni sociali:
Una Tenda tra le case
T
ra le varie definizioni attribuite alla parrocchia, quella che maggiormente mi affascina è l’immagine che di essa, spesso, il caro servo di Dio Raffaele don Tonino Bello, nelle omelie al Tatulli Parroco popolo e al clero, presentava: la parrocchia come “tenda collocata fra le case”. La tenda richiama, innanzitutto, il cammino del popolo ebreo nel deserto, dopo la liberazione dalla schiavitù egiziana e il passaggio del Mar Rosso: per gli Ebrei, quella tenda è stata casa, sistemazione provvisoria fino al momento dell’ingresso nella Terra promessa. La tenda richiama, dunque, non stabilità, ma precarietà in attesa di una sistemazione più sicura e certa. La storia della nostra comunità parrocchiale possiamo paragonarla a questo cammino biblico. Inizialmente è stata incerta e provvisoria: ne sono testimonianza gli svariati locali di fortuna e i seminterrati che l’hanno ospitata nella fase di crescita iniziale. Successivamente, la stabilità in un complesso architettonico, che richiama, strutturalmente, proprio la tenda del deserto, ha visto consolidare la realtà di una comunità che si affacciava su un quartiere sempre più in espansione e, come tale, sempre più esigente. In ultimo, faticosamente, si è giunti alla costruzione dell’attuale ampia aula liturgica, capace di servire e accogliere meglio i fedeli. La parrocchia S. Achille abituata, dunque, ad un continuo divenire, si configura tuttora come - secondo un’immagine cara al Vangelo - un gregge in transumanza, in movimento desideroso e finalizzato a scoprire sempre nuove vie per penetrare ed evangelizzare in un contesto sociale spesso lontano dalla vita di comunità e a testimoniare la gioia della lieta novella. Stabilmente piantata nella tenda di pietra, la comunità è, oggi e sempre, chiamata a piantare altre “tende” tra la gente e le famiglie che vivono sul territorio, per portare, anche a chi apparentemente non è in ricerca, segni di speranza e granellini di senape che germoglino in una fede solida, momenti di fraternità, partecipazione ai sacramenti e condivisione di gesti di carità fraterna verso le persone più bisognose. La visita pastorale del nostro Vescovo è un evento straordinario di grazia! Essa offrirà al pastore della chiesa locale l’occasione per conoscere più nel dettaglio il nostro territorio e, con esso, le sue ricchezze e le povertà ivi presenti, e insegnerà a fare tesoro delle une e delle altre.
Non solo numeri
Parroco: don Raffaele Tatulli Collaboratori: don Cesare Pisani, don Antonio Cipriani Abitanti: circa 15000 Associazioni e Gruppi: Azione Cattolica (450), Agesci (90), Anspi-Oratorio (260), Apostolato della preghiera (110), Catechesi (800), Caritas (25), Gruppo famiglia, Associazione “Regina del Paradiso” (300), Gruppo di preghiera “Padre Pio” (80), Gruppo della Riparazione Eucaristica, Gruppo liturgico (40), Gruppo ministranti (30).
sito web: www.parrocchiemolfetta.it/ santachillemolfetta Facebook: Parrocchia S. Achille Molfetta Email: santachille.molfetta@gmail.com
TERRITORIO L’ordine del giorno del mondo
Tra storia recente e attualità
P
er definirla mutuando le parole scelte da Papa Francesco ad Albano, la parrocchia è “casa tra le case”. In effetti la chiesa di Sant’Achille, Antonella questa grande casa accogliente, Lucanie membro sorge al crocevia tra i rioni ParaConsiglio diso, Lotto 2 e 167, che ha servito Pastorale sin dalla sua edificazione. Difatti, all’espansione territoriale dei quartieri, è seguita contestualmente la crescita umana della comunità nelle sue diverse articolazioni associative; ma anche molti servizi territoriali, attività commerciali, enti locali, gruppi sportivi e di volontariato sociale hanno trovato nel tempo, in questi oltre 40 anni, la propria sede nel tessuto rionale. In un territorio così popoloso che, negli ultimi anni, ha visto l’assestamento della sua espansione, trovano spazio gli Uffici Comunali, la nuova sede della Polizia Municipale, il Palazzetto PalaPoli, un importante ufficio postale, molte attività commerciali di vario genere, il mercato settimanale del giovedì che attira tanta gente anche dai paesi limitrofi, le scuole dell’istruzione obbligatoria e anche due presti-
giosi istituti d’istruzione secondaria superiore (Licei Classico “Da Vinci”/Scientifico “Einstein” e I.T.T. “Ferraris”/O.S.A. “Montalcini”). Nei quartieri della parrocchia, poi, operano molte associazioni di volontariato per il reinserimento sociale, il Centro Antiviolenza “Annamaria Bufi” (inaugurato qualche mese fa), la Fratres, la Fidas… e tante altre realtà, tutte ben inserite nella vitalità del quartiere e della comunità cittadina tutta. Il territorio della parrocchia Sant’Achille, sebbene decentrato, non può più essere considerato periferico o “dormitorio”, come negli anni iniziali della sua edificazione, perché, come già accennato, in esso si snodano e operano importanti enti e attività che servono l’intera comunità cittadina e non solo. È un quartiere vivo, pulsante e frenetico, di quotidianità gioiosa ma anche “in salita” (ne sono simbolo, purtroppo, le tante famiglie seguite dal gruppo Caritas della parrocchia), un quartiere con alcune criticità, soprattutto di viabilità urbana, ma anche di tantissime realtà belle, positive, che arricchiscono la vita del territorio e mettono al servizio di tutti le proprie competenze e, molto spesso, la propria generosità.
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| N.38 | ANNO 95° | 17 NOVEMBRE 2019
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ESPERIENZE «La Chiesa “in uscita” è la comunità di discepoli missionari ARTE IN PARROCCHIA Gli arredi liturgici che prendono l’iniziativa, che si coinvolgono,
Una ricca Parrocchia in uscita... simbologia che accompagnano, che fruttificano e festeggiano» (EG24)
a cura del Consiglio Pastorale Parrocchiale
... che prende iniziativa
“Duc in altum!”. Famosa è questa esortazione di Gesù a Pietro, invito - fatto proprio dallo stesso Giovanni Paolo II nell’enciclica “Novo millennio ineunte” - a gettare le reti per una “pesca” prodigiosa. Questa nota scena evangelica fa da sfondo all’azione pastorale della Parrocchia Sant’Achille che, sentendosi chiamata a “prendere il largo”, si propone di agire in un tempo in cui una certa mentalità diffusa favorisce il disimpegno morale e sociale dinanzi alle difficoltà dei problemi di ogni giorno. Con atteggiamento orante, ma anche predisposto a comprendere ed “abbracciare” le solitudini e gli affanni di una società sempre più fossilizzata sulle proprie vacue roccaforti, piuttosto che proiettata in grandi imprese, la parrocchia pone al centro del proprio slancio missionario le famiglie, i bambini, i giovani e i malati nel corpo e nello spirito, per tendere loro la mano e guidarli in un cammino di fede che guidi ognuno sulla propria strada e li accompagni in un’attenta riflessione sui valori essenziali della vita.
... che si coinvolge
La comunità parrocchiale è pronta, pur su un territorio alquanto ampio, variegato ed impegnativo, a promuovere e praticare la sequela di Cristo, secondo l’invito che la stessa Maria rivolse ai servi durante le nozze di Cana, “Fate quello che lui vi dirà”. Numerose sono le realtà impegnate nel volontariato e nella preghiera, dalla Caritas all’A.C., dall’associazione mariana alla realtà dell’oratorio. Il comune denominatore è la voglia, il desiderio di raggiungere anche i più lontani, di far sentire ad ognuno la carezza di Dio.
... che accompagna
Sull’esempio del buon pastore, che non dimentica nessuna delle sue pecorelle, i sacerdoti e gli operatori pastorali sono aperti ed accoglienti nei confronti di chiunque chieda o, semplicemente, mostri il bisogno di cura, di vicinanza, di una parola o di un segno che non li faccia sentire dimenticati. La Caritas presta supporto materiale e psicologico alle famiglie più bisognose, i sacerdoti accolgono quanti desiderano riconciliarsi con Dio, gli operatori delle varie associazioni accompagnano i percorsi
di iniziazione cristiana, ma anche di crescita che, sull’esempio di San Giovanni Bosco, formino buoni cristiani ed onesti cittadini.
... che fruttifica
I frutti della vita parrocchiale sono infiniti: alcuni acerbi, altri maturi, tutti, comunque, afferenti alla vera vite che è Cristo. Il lavoro di catechisti, educatori ed animatori accompagna bambini e ragazzi nel percorso, di conoscenza prima e di ricerca dopo, di Dio e dei suoi valori. Il tutto culmina nella grazia derivante dall’amministrazione di numerosi battesimi, riconciliazioni, prime comunioni, cresime, occasioni di gioia per le famiglie e l’intera comunità parrocchiale. Semi di vita nuova fioriscono, poi, fra le coppie di fidanzati che vivono il percorso pre-matrimoniale, così come la ricerca di gioia autentica anima i gruppi di adulti e giovani che guardano alla vera sorgente di vita per portare avanti il servizio in parrocchia e nella vita di tutti i giorni. Germogli d’amore sono anche, e soprattutto, quelli che nascono nelle case delle famiglie visitate e benedette dai sacerdoti; nelle case dei malati, a cui si assicura il conforto di Dio; nelle associazioni di preghiera, che rimettono nelle mani del Padre paure e speranze.
... che fa festa
Nella nostra parrocchia la festa è quella di ogni domenica, quando un’aula liturgica stracolma di famiglie ed operatori pastorali innalza canti di gioia al Signore. Festa sono le attività ludicoformative offerte dall’A.C.R. e dall’oratorio ANSPI; festa sono le escursioni dell’AGESCI e gli incontri settimanali della catechesi. Doveroso è ricordare le attività estive che la parrocchia offre - GREST, campiscuola - e che si configurano come occasioni di condivisione, divertimento, di collegamento fra territorio e comunità. Festa delle feste è quella dedicata a Maria Regina del Paradiso, vero fulcro della fede, della speranza, dell’abbandono filiale all’abbraccio della mamma celeste. Ogni prima domenica di ottobre, tutta la comunità si stringe in un’unica voce, in un’unica preghiera a colei che custodisce le nostre anime. Questa è - San Francesco docet - “perfetta letizia”.
I
n una parrocchia così giovane, che ha superato da poco 40 anni dalla erezione canonica avvenuta il 7/XII/1975, non si trovano opere d’arte impresse su tela o su affreschi, ma non Leonardo si può dire che l’aula liturgica ne sia de Gennaro priva completamente. operatore Pastorale Entrando, il nostro sguardo va subito a “Colui che hanno trafitto”, al corpo fonte della nostra salvezza, al costato dal quale fuoriuscì acqua e sangue rappresentanti il sacramento del Battesimo e il sacramento dell’Eucarestia. Alto più di due metri, il crocifisso sembra che con le sue braccia ci dia il benvenuto pronto ad accoglierci nella sua casa benedetta. Durante i mesi di Luglio e Agosto il sole, prima di tramontare, lo illumina per l’intero corpo. Altra opera significativa è il battistero che ci ricorda con lo scorrere dell’acqua, che scende dalla parete, il fiume Giordano nel quale Gesù Cristo venne battezzato da Giovanni Battista. Sembra che, durante la cerimonia, il piccolo catecumeno sia immerso nel fiume pronto a ricevere la liberazione del peccato e la rigenerazione come figlio di Dio diventando così membra di Cristo. Sulla destra si può vedere il tabernacolo che è incastonato in una parete che divide le due aule liturgiche: quella feriale e quella principale. Al centro dell’aula liturgica principale vi è il presbiterio con l’altare, contenente le reliquie di S. Corrado, S. Giovanni Bosco, S. Domenico Savio e di San Padre Pio da Pietrelcina, e la sede del presidente. L’importanza della parola di Dio esige che vi sia nella chiesa un luogo adatto dal quale essa venga annunziata e verso il quale, durante la Liturgia della Parola, spontaneamente si rivolga l’attenzione dei fedeli. La forma richiama un libro oppure, visto di fronte, lo stemma del compianto don Tonino Bello: due ali con la croce al centro. Per completare l’apparato iconografico sono presenti le statue della Regina del Paradiso, del Cuore di Gesù e le statue di San padre Pio da Pietrelcina e di San papa Giovanni Paolo II quest’ultime con le relative reliquie.
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| N.39 | ANNO 95° | 24 NOVEMBRE 2019
PARROCCHIA MADONNA DELLA ROSA - MOLFETTA
VISITA PASTORALE DI MONS. DOMENICO CORNACCHIA DAL 24 AL 28 NOVEMBRE 2019 PENSIERO DEL PARROCO Facebook: Parrocchia Madonna della Rosa
Una giovane comunità
I
l vescovo Domenico viene a trovarci: che bello! Viene a farsi compagno di viaggio per un pezzo di strada e per condividere le nostre fatiche e le Giuseppe nostre speranze, le nostre gioie de Ruvo Parroco ma anche le difficoltà del cammino. Non è infatti una visita ispettiva quella che il nostro pastore ha indetto per tutte le parrocchie della Diocesi. Non viene a controllare se facciamo tutto per bene. Se la nostra comunità sia una famiglia dove tutto fila liscio. Viene ad esercitare il ministero della compagnia: si fa per noi portatore dei doni del suo ministero e benedirà la nostra esperienza di giovane Chiesa. Giovane per l’appunto. Non solo perché il 90% della parrocchia è formata da famiglie giovani, ma anche perché la comunità non ha radici antiche. E come tutti gli alberelli in crescita necessita di cura, attenzione. Continuo incoraggiamento. E noi? Noi della Madonna della Rosa ci siamo preparati a quest’incontro di fede e di grazia come quando ci si mette davanti a uno specchio. Esso esalta le bellezze ma mette a nudo anche i difetti. E così sarà per noi. Mostreremo al Vescovo quali sono stati gli obiettivi comunitari raggiunti, ma saremo anche sinceri manifestando tutto ciò che ancora resta da fare. Ci metteremo in ascolto del suo magistero e godremo della sua compagnia. Vivremo i momenti liturgici come esperienza nella quale i segni sacramentali diventeranno forza e sostegno nel viaggio. E anche gli incontri con le diverse realtà parrocchiali saranno occasioni da prendere al volo per orientare meglio la marcia verso i traguardi che ci attendono. Viviamo la gioia accogliendo “colui che viene nel nome del Signore” a conoscere, a incontrare, a condividere. E soprattutto a pregare con noi. Saranno giorni da vivere Guarda lo spot realizzato dalla come dono di Dio. Saparrocchia per ranno giorni per mettere la visita pastorale a punto i motori della nostra comunità, collaudare le dinamiche interne e soprattutto rinnovare la nostra fede. Ci accompagnerà lo sguardo materno di Maria che noi veneriamo come Madonna della Rosa: ella protegga il nostro pastore e guidi sempre la nostra comunità.
Non solo numeri
Parroco: don Beppe de Ruvo Collaboratore: don Nicola Azzollini Abitanti: circa 11000 Rettorie: Santuario Madonna della Rosa Associazioni e Gruppi: Divina Misericordia (150), ANSPI (21), Catechisti (55), Coro giovaniadulti (30) Coro ragazzi (30) gruppo ministranti (5). Comunicazioni sociali: sito web: (in costruzione)
Molfetta, Instagram: madonnadellarosamolfetta, Youtube: @madonnadellarosamolfetta Email: madonnadellarosamolfetta@gmail.com
TERRITORIO L’ordine del giorno del mondo
Da pietre di inciampo a dimora di Dio
I
n aperta campagna, fatta di pietre che intralciavano i faticosi lavori dei campi, veniva costruita da mani contadine, una chiesetta rupeBiagio stre: Madonna della Rosa. Le Stoia Comunicazioni pietre di inciampo sono divenuSociali te la dimora di Dio e le rose Maria Rosaria hanno portato il profumo di Valente Animatrice ciascuna preghiera sussurrata ANSPI della gente che si è accostata a Lei, con dolcezza e talvolta con affanno, con l’affanno della vita. Quel contado che circondava da un lato Molfetta, nel tempo si è urbanizzato ma è rimasto fedele nella devozione mariana di quella piccola chiesetta. In una sintonia di intenti con il popolo molfettese del passato la chiesa locale espresse la volontà che il nuovo quartiere che andava formandosi avesse il suo punto di fede, il suo punto di rifermento, in una chiesa più fruibile dal popolo. Il nome della nuova realtà avrebbe portato il carico di bellezza di quella piccola chiesetta, proprio per non spezzare quel dialogo tra la Madonna e la sua gente. Oggi intorno alla nuova chiesa vi è una comunità giovane e vivace che sta testimoniando la gioia di essere cristiani, guidata con sapienza dal suo parroco don Beppe. Dopo duemila anni il Vangelo riesce ancora ad essere rivoluzionario: «Io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza» (Gv 10,10) La vita in abbondanza è tale solo se intessuta di gioia, di bellezza, di entusiasmo e di inclusione. Laddove si difetta di uno di questi ingredienti non c’è vita.
La vita parrocchiale è un luogo di allenamento alla vita in abbondanza, perché ad ognuno è offerta la possibilità di essere se stesso. È il luogo dove si impara a conoscere Dio e a dialogare con Lui. La nostra vita in parrocchia è Catechesi per la preparazione alla Prima Comunione e Cresima, è raccolta caritatevole per essere dispensata agli indigenti, oratorio ANSPI per coinvolgere, in allegria, persone di ogni età nel sentiero cristiano ed organizzare eventi che contribuiscono a rafforzare il senso di comunità, gruppi di preghiera, coro bambini e giovani-adulti. Il cammino di ciascuno di noi in parrocchia è seguito dagli occhi premurosi della Madonna della Rosa e guidato e protetto dall’abbraccio di Gesù in croce. La loro è una guida amorevole che non ingombra, ma si affianca e sprona a continuare.
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| N.39 | ANNO 95° | 24 NOVEMBRE 2019
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ESPERIENZE «La Chiesa “in uscita” è la comunità di discepoli ARTE IN PARROCCHIA Gli a....... missionari che prendono l’iniziativa, che si coinvolgono, che accompagnano, che fruttificano e festeggiano» (EG24)
L’icona di Sancta Parrocchia in uscita... Maria Rosarum ... che prende iniziativa
La parrocchia in uscita per definizione “esce”, è protesa all’incontro dell’altro, ad andare verso lui, soprattutto nei casi in cui l’altro ha difficoltà oggettive a venirci incontro. Da questa sensibilità nascono le iniziative che prevedono Anna Maria visite periodiche come, per esempio, quelle alle case socioMastropierro sanitarie del nostro territorio o presso famiglie con disabilità, Responsabile dove tra le problematiche si incontrano elementi di gioia Catechisti profonda, quella gioia a cui la Fede educa. Dunque il prendere l’iniziativa è uno dei motori della vita parrocchiale, che si pone l’obiettivo del coinvolgimento e del cammino dei fedeli di ogni età e in ogni condizione si trovino.
... che si coinvolge
Tutti devono sentirsi coinvolti persino i bambini con i loro laboratori creativi. Il coinvolgimento più intenso è quello della preghiera: pregare insieme è bello. Ne è un esempio il gruppo di preghiera devoto al culto della Divina Misericordia. L’interesse di bambini e adulti trova, inoltre, diverse opportunità come quella della partecipazione al coro parrocchiale. Così com’è bello saper cantare in chiesa è altrettanto desiderabile ricevere la formazione dei ragazzi nel gruppo dei ministranti: un’esperienza straordinaria che rimane per tutta la vita quale elemento di orgoglio personale.
... che accompagna
L’esercizio del camminare nella Fede è nel dinamismo della parrocchia, che accompagna i fedeli attraverso le catechesi di preparazione ai sacramenti, la partecipazione agli oratori e ai campi scuola. Sono attività la cui organizzazione è abbastanza impegnativa e conosce anche l’esperienza della fatica, ma quest’ultima è abbondantemente appagata dai risultati.
... che fruttifica
Sì, ci sono i frutti dell’impegno: è un vero e proprio giardino in cui si vedono i giovani fiorire nei valori, gli adulti rifiorire nelle loro aspirazioni rivolte ai giovani. La Parrocchia è in crescita sia per i doni della grazia del Signore a cui si è accennato, sia per l’incremento di fedeli che la frequentano, residenti nel quartiere in continua espansione, popolato prevalentemente da famiglie giovani.
... che fa festa
Il cristianesimo insegna a far festa perché ogni tanto ce n’è bisogno. Nasce qui la nostra consapevolezza per una particolare attenzione al concetto di festa. La fratellanza è fatta di momenti di festa in cui a prevalere sono gli elementi valoriali e non quelli materiali: una chitarra suonata insieme, una focaccia condivisa sono già una festa, accendono la sana allegria, la gioia vera. La nostra festa parrocchiale offre una prima opportunità di comunione fraterna che, fondata sul Credo, evolve, ritrovandoci insieme a camminare lungo il sentiero della ricerca del sacro, utilizzando gli strumenti della preghiera e dei sacramenti. Anche chi nel nostro quartiere periferico è solo, riceve l’invito fraterno di una comunità che è “parrocchiale”, a cui si appartiene non in forza di un diritto civile o di censo, bensì perché si è fratelli in Cristo.
«L
’icona di Sancta Maria Rosarum (= Santa Maria delle rose) riproduce, secondo la fattura propria della tradizione russa, uno dei modelli classici delle icone mariane bizantine, quello che in greco è chiaLuigi M. mato Eleúsa tradotto in italiano con l’espressiode palma ne «Madonna della tenerezza». Un modello di Archivio diocesano icona già conosciuto in Molfetta con l’antica e venerata immagine della Madonna dei Martiri (=Sancta Maria Martirum). Infatti, anche nell’icona della Madonna delle rose il Figlio è raffigurato nel tenero atteggiamento di accostare il proprio viso a quello della Madre, accarezzandole il volto con la mano. Accanto alle rispettive aureole sono segnate le abbreviature in greco dei nomi di Gesù Cristo (Iésus Cristós = IC-XC) e della Madre di Dio (Metér Theoú = MP-Θγ). Alcune varianti rispetto al modello originario, sono costituite dalla mano sinistra del Bambino che regge una rosa e dalla mano destra della Madre che, pur indicando il Figlio, regge anch’essa una rosa. Sullo sfondo dorato vi è il nome dell’icona: «Sancta Maria Rosarum», scritto non in caratteri cirillici, nè tradotto in russo, per indicare l’origine occidentale e latina del culto particolare verso la Madre di Dio invocata col titolo di Madonna delle rose. Per il resto l’icona presenta gli elementi simbolici comuni alle altre icone orientali, tendenti tutti ad attualizzare il mistero che rappresentano. Ad esempio, i tratti del Bambino e il suo abito sono quelli di un adulto: Egli è il Verbo eterno del Padre. Nell’aureola crucesignata si scorge l’articolo o della espressione greca o ÓN (=Colui che è), cioè il nome di Dio rivelato a Mose. Il velo (= mafórion) della Madre riporta, in corrispondenza della fronte e delle spalle, tre stelle (quella sulla spalla sinistra è coperta dalla figura del Figlio) che indicano la verginità di Maria prima, durante e dopo il parto. L’intera immagine risalta su di uno sfondo dorato per rendere chiara la luce del mistero divino che rappresenta. L’icona è stata dipinta da Sr. Eufrosina, nata a Leningrado il 23-11-1953 da genitori ebrei. (...) Successivamente è entrata a far parte della comunità monastica dell’Uspenskij Monastir. (in Roma, ndr). Quando ha accettato di dipingere l’icona di Sancta Maria Rosarum, con molta delicatezza ha chiesto soltanto che la comunità parrocchiale la accompagnasse con la preghiera costante. Con questa forza il risultato non sarebbe stato deludente. L’icona, offerta dai coniugi Giulio e Maria Rosaria de Luca di Melpignano, è stata benedetta il 5 gennaio 1989 da S E. Mons. Antonio Bello, seguendo il rito previsto dalla liturgia bizantina. Da quel giorno l’icona di Sancta Maria Rosarum è esposta alla venerazione di tutti i fedeli. (da: Luce Vita Documentazione, 2/89)
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| N.40 | ANNO 95° | 1 DICEMBRE 2019
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PARROCCHIA SS. REDENTORE - RUVO DI PUGLIA
VISITA PASTORALE DI MONS. DOMENICO CORNACCHIA DAL 5 AL 7 DICEMBRE 2019 PENSIERO DEL PARROCO
Narratori di speranza
L
a visita pastorale del Vescovo rappresenta sempre un momento di intensa gioia e di speranza. Ero chierichetto e anch’io fui Vincenzo attraversato da un fremito di lePellegrini Parroco tizia per la venuta del Vescovo mons. Aurelio Marena che paternamente si intrattenne ad incontrare gente, malati, fanciulli, anziani e collaboratori del Parroco. Ne derivò un entusiasmo che portò i suoi frutti ad ogni livello e di cui beneficiamo, memori tuttora della visita pastorale del caro Vescovo mons. Gino Martella. La Provvidenza vuole ora che un altro Vescovo, mons. Domenico Cornacchia, torni in mezzo a noi col desiderio di vivere una presenza più vicina e più attenta, di raggiungere una conoscenza più precisa e più interna alle singole realtà, di creare vincoli più saldi e più fraterni di comunione ecclesiale tra le varie componenti del Popolo di Dio, di realizzare momenti di più intensa e più mirata opera di formazione cristiana. Accogliamo pertanto don Mimmo, che viene ad incoraggiarci ad amare di più Gesù e a stimolarci a diventare “esistenze cristiane riuscite”, ad essere “più credibili che credenti” per diventare da ultimo veritieri narratori di speranza. L’arrivo del Vescovo don Mimmo tra noi, ne sono certo, ci avvicinerà di più a lui, ci renderà comunità più credibile, più operosa, più “città posta sul monte”, come d’altronde l’ubicazione della nostra chiesa parrocchiale indica. «Gesù Redentore, cui il nuovo tempio viene dedicato – scriveva nel 1902 Leone XIII – possa irradiare sull’intera città di Ruvo ogni grazia e benedizione». È il nostro vivo auspicio.
Non solo numeri
Parroco: don Vincenzo Pellegrini Abitanti: circa 1200 Associazioni e Gruppi: Confraternita di S. Rocco, Neocatecumenali (3 comunità), Gruppo famiglia, Ass. Mariana del Buon Consiglio, Gruppo Eucaristico, Gruppo di preghiera di S. Pio da Pietralcina, Gruppo per la Liturgia, Oratorio don Bosco, Volontariato Vincenziano, Caritas Comunicazioni sociali: Mensile “Fermento” (dal 1986) sito web: redentoreruvodipuglia.blogspot.com
TERRITORIO L’ordine del giorno del mondo
Al centro della città
L
a chiesa del SS. Redentore sorge al centro di Ruvo di Puglia, paese a prevalente vocazione agricola che conta all’incirca 26000 anime. Appena si giunge in piazza Regina Margherita, nota altresì come piazza Matteotti o piazza Castello, l’occhio viene rapito dalla statua del Cristo Redentore che svetta sul tempio. È una immagine distensiva: a braccia aperte attende le sue creature. Il territorio parrocchiale comprende per larghissima parte il nucleo antico del paese, quel centro storico che va spopolandosi nonostante i molti (e vani) tentativi di farlo rivivere. Per onestà intellettuale va sottolineato che talune scelte dell’Amministrazione comunale hanno accelerato il processo di spopolamento e di de-commercializzazione. Il rischio che si corre è che esso diventi una sorta di “ghetto”, nonostante il suo indubbio fascino. È quindi consequenziale che la parrocchia soffra di un calo di presenze dovuto alla fuga dal nucleo antico, visitato oggi soltanto da qualche sporadico e curioso turista. Le famiglie si spostano verso le periferie della città, e al SS. Redentore affluiscono, poiché sorge in luogo centrale, persone che non hanno una parrocchia di riferimento per la messa domenicale e persone anziane che tuttora abitano le antiche case. Forse assisteremo ad una inversione di tendenza, ma non a breve termine. Nelle more la parrocchia attende ai bisogni delle 1200 anime che vivono nel proprio territorio, si pone in ascolto delle loro esigenze, nel mentre sarebbe auspicabile una ridefinizione dei confini della medesima che con molta probabilità porterebbe nuova linfa e nuove energie al servizio della comu-
nità. La chiesa del SS. Redentore non può trasformarsi in un luogo di culto soltanto per “vecchi”, con tutto il rispetto che ad essi è dovuto. Tuttavia vi sono “momenti” forti che conducono al SS. Redentore molti ruvesi. Antica è la devozione all’Immacolata, come anche quella, più recente, a San Pio da Pietrelcina. Dalla chiesa di San Rocco, che sorge a pochi passi dal SS. Redentore, e della cui Confraternita è padre spirituale don Vincenzo Pellegrini, la notte del giovedì santo, intorno alle 2, esce la bellissima statua della Deposizione. Si registrano allora tantissime presenze, ruvesi e provenienti dai paesi limitrofi. È una processione solenne e suggestiva, che incede passo dopo passo per le vie principali di Ruvo in un’atmosfera che ha del fatato. Vanno ricordate anche le due processioni della Beata Vergine del Buon Consiglio e di San Rocco, la cui festa liturgica cade il 16 agosto. Secondo le antiche fonti, egli liberò Ruvo da una terribile pestilenza, e a lui tutt’oggi ricorrono i ruvesi che vogliono liberarsi dalle moderne pestilenze del cuore. Il Consiglio pastorale parrocchiale
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| N.40 | ANNO 95° | 1 DICEMBRE 2019
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ESPERIENZE «La Chiesa “in uscita” è la comunità di discepoli ARTE IN PARROCCHIA Il mosaico absidale missionari che prendono l’iniziativa, che si coinvolgono, che accompagnano, che fruttificano e festeggiano» (EG24)
L’abbraccio Parrocchia in uscita... del Redentore
... che prende iniziativa
La chiesa del SS. Redentore, conosciuta anche come la “chiesa nuova”, non ha perduto il suo fascino e la sua missione tra i ruvesi. Prosegue incessantemente il lavoro del Parroco e dei componenti attivi della comunità per portare il Pane di Vita a chi ha fame e sete di giustizia e di verità. Si tratta di azioni concrete, di scritti che denunciano talune situazioni di ingiustizia e affrontano argomenti di vario genere attraverso il mensile Fermento (nato nel 1986), di impegno catechetico globale per sottrarre l’uomo alle insidie di questi nostri giorni, segnati dal nichilismo e dall’indifferenza, dall’egoismo e dal relativismo etico. La comunità è impegnata in vario modo a difendere il popolo di Dio dalle tre “D”: dissipazione, dispersione, disperazione. Perché esse generano una quarta “D”, il dolore, quello dell’anima, la morte dello spirito.
… che si coinvolge
Per le finalità appena accennate sopra agiscono all’unisono, nella fedeltà al loro specifico carisma, la Confraternita di San Rocco (190 confratelli), il Cammino Neocatecumenale (tre comunità, circa 60 aderenti), il Volontariato Vincenziano, sorto nel 1899 per volontà del Vescovo Mons. Berardi.
…che accompagna
La presenza di diversi gruppi attivi è propedeutica alle attività parrocchiali condotte ad intra e ad extra. L’amore si esprime in molteplici forme: ascolto, accoglienza, affetto, compartecipazione, servizio, aiuto materiale. È ormai un trentennio che il Volontariato Vincenziano opera al Redentore per volere di don Tonino Bello ed è diventato un osservatorio che, insieme alla Caritas parrocchiale, individua situazioni di necessità ed interviene. San Vincenzo de Paoli diceva che i pilastri della spiritualità vincenziana dovevano essere la semplicità, l’umiltà e la mitezza, la carità intesa come solidarietà, condivisione, accoglienza. Questi valori sono comuni a tutti i gruppi che animano la vita parrocchiale.
…che fruttifica
La Confraternita di San Rocco fu fondata nel 1576; è attiva e vivace con le sue processioni, con la catechesi, con iniziative quali il presepe vivente nel borgo antico, la sagra, mostre fotografiche. L’affiliazione di 190 persone attesta quanto abbia attecchito il sodalizio nel tessuto ruvese. Idem dicasi per il Cammino Neocatecumenale e per il Volontariato Vincenziano, che dispensa amore gratuito a chi è nel bisogno e nell’indigenza, senza alcuna distinzione di credo religioso, di colore di pelle o di condizione umana.
…che fa festa
La comunità intera fa festa nel Signore, quando si nutre del Suo corpo e del Suo sangue. La gioia dovrebbe essere una caratteristica distintiva del credente. È festa quando si è felici nel Signore, si ha la sua grazia; quando si è sereni. Ciò si coglie meglio durante i campi scuola, gli incontri comunitari e conviviali. Tornano alla mente e ci coinvolgono le parole rivolte da Paolo ai Filippesi: «Rallegratevi nel Signore, sempre; ve lo ripeto ancora, rallegratevi. La vostra affabilità sia nota a tutti gli uomini. Il Signore è vicino! Non angustiatevi per nulla, ma in ogni necessità esponete a Dio le vostre richieste, con preghiere, suppliche e ringraziamenti; e la pace di Dio, che sorpassa ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e i vostri pensieri in Cristo Gesù» (Fil. 4:4-7). Il Consiglio pastorale parrocchiale
V
Salvatore Bernocco Redattore Mensile “Fermento”
arcata la soglia del tempio, si viene abbacinati dall’imponente immagine del Cristo Redentore, l’opera musiva absidale composta di oltre 750 mila tessere realizzata nel 1992 dalla Mosaic Art di Domenico Colledani di Milano su disegni di Gaetano Valerio di Cassano Murge. Ai suoi lati compaiono altri due mosaici che ritraggono creature angeliche (tre in entrambe le
opere). Prima dei mosaici suddetti, due imponenti dipinti di Gaetano Valerio. Quello posto a destra ritrae la torma dei santi che procede verso la Luce, con in testa la Vergine Maria, san Giovanni, i santi Cleto e Biagio, san Pietro clavifero. San Giacomo vi compare in ginocchio, mentre – con sorprendente preveggenza – vi è ritratto anche mons. Tonino Bello. Fu il primo dipinto in cui il Servo di Dio apparve e veniva offerto alla devozione popolare. Fa da sfondo la Cattedrale di Ruvo. Il dipinto posto a sinistra, invece, si ispira alla risurrezione di Lazzaro. Le due tele si richiamano a vicenda; entrambe suscitano l’ottimismo della fede, la speranza nella risurrezione. Incitano ad inaugurare un nuovo modo di essere e di vivere. Si è già partecipi della schiera esultante dei santi se si vive secondo la legge dell’amore, che è in sé vita eterna, sublimemente riassunta nell’espressione “i vivi non muoiono ed i morti non risorgono” richiamata dal teologo Alberto Maggi. Ricorrente, sebbene sottinteso, è il motivo della Luce, sottolineato dai colori caldi e luminosi utilizzati dall’artista. Essi dominano anche nel mosaico del Cristo Redentore: è una fantasmagoria di luci e colori che disperde le ombre del cuore. Il Cristo poggia sull’orbe terraqueo, è Ostia e Calice, in un’apoteosi dell’offerta di sé. L’interno richiama l’esterno, il Cristo dell’abside evoca il Cristo del 1954 che, posto sul pinnacolo del tempio, domina accogliente la città.
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| N.41 | ANNO 95° | 8 DICEMBRE 2019
PARROCCHIA SAN GENNARO - MOLFETTA
VISITA PASTORALE DI MONS. DOMENICO CORNACCHIA DALL’8 ALL’11 DICEMBRE 2019 PENSIERO DEL PARROCO Comunicazioni sociali
Una Comunità collaborativa
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a lettera pastorale di Mons. Cornacchia per il biennio 2019-2021 per la Sua visita nelle varie Parrocchie di Molfetta così si intitola: ParrocSergio chia missionaria. Missionarietà Vitulano Parroco vuol dire: “andare incontro” ovvero vivere in mezzo alle case dei parrocchiani. Purtroppo tale forma di vita, per la nostra Parrocchia diventa difficile a causa delle varie componenti negative che si verificano da diverso tempo nel nostro quartiere. Già Mons. Martella, nel giugno del 2008 suggeriva delle indicazioni pastorali per un progresso della comunità tutta e ci invitava ad una collaborazione tra associazioni, confraternite e gruppi presenti in parrocchia per favorire una comunione fra tutti, dando dovuto spazio alla preghiera e all’ascolto della Parola di Dio. Naturalmente ci consigliava una evangelizzazione sul territorio per coinvolgere il maggior numero di persone possibili in un cammino formativo per coniugare fede e vita. Per realizzare ciò chiamava all’appello l’Azione Cattolica parrocchiale, impegnando i giovani e le famiglie giovani. Inoltre ci invitava ad avvicinare gli extra comunitari presenti nel territorio parrocchiale al fine di agevolare il loro processo di integrazione sia sul piano sociale che sul piano religioso nel rispetto delle diverse fedi. Di quanto suggeriva Mons. Martella, diversi progetti sono stati realizzati, come la collaborazione tra i diversi gruppi, la preghiera comune e l’ascolto della Parola di Dio. Tuttavia, l’evangelizzazione del territorio e l’integrazione socio-religiosa si sono rese difficili col tempo sia perché i giovani tra i 18-30 anni scarseggiano, sia perché gli operatori parrocchiali (un tempo più giovani) sono diventati anziani. Inoltre gli abitanti del quartiere, nell’ultimo decennio, hanno manifestato una modesta relazione interpersonale a causa della delinquenza minorile, che ha fatto sì che la media borghesia si chiudesse a riccio collaborando poco con la Chiesa. Il territorio si è impoverito anche dal punto di vista dello stato d’anime. La comunità parrocchiale auspica un maggior interessamento e incoraggiamento da parte del Vescovo e degli Uffici diocesani affinché caldeggino le richieste devozionali provenienti da confraternite ed associazioni operative in questa chiesa. Esse sono mezzi trainanti di singole persone e di famiglie per una interazione sociale e religiosa proficua per il quartiere.
Non solo numeri
Parroco: don Sergio Vitulano Vicario: don Nicolantonio Brattoli Abitanti: circa 2600 Associazioni e Gruppi: Azione Cattolica (95), Confraternita Maria SS.ma Assunta in Cielo (297), Confraternita Madonna del Buon consiglio (291), Ass. Sacro Cuore (49), Ass. Santi Medici (250), Gruppo di preghiera di Padre Pio (79), Gruppo Rinnovamento dello Spirito (70), Gruppo caritativo Marta e Maria (10) Attività principali: Evangelizzazione e promozione umana con momenti sinodali e momenti di formazione specifica per gruppo.
Facebook: San Gennaro Molfetta (@gennaro. molfetta.1) Email: sangennaromolfetta@libero.it
TERRITORIO L’ordine del giorno del mondo
Stretti nel centro
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l quartiere, sorto tra la fine dell’800 e primi del 900, è popolato prevalentemente da famiglie di lavoratori dipendenti, piccoli artigiani, impiegaMichele ti, extra comunitari e pensionati Pansini a basso reddito. Economo parrocchiale Nell’ultimo ventennio, la densità abitativa ha subìto una progressiva riduzione e gli effetti della crisi economica (soprattutto l’apertura dei nuovi centri commerciali) hanno determinato la chiusura di quasi tutte le attività commerciali e artigianali e la completa metamorfosi socio economica del quartiere. «Lo stesso traffico cittadino - come osserva il parroco - e la difficoltà di parcheggiare impediscono che questa chiesa sia luogo di celebrazione di matrimoni; infatti tra gli anni ‘60 e ‘90 le celebrazioni matrimoniali sono andate sempre più diminuendo: dai circa 50 matrimoni che venivano celebrati annualmente negli anni ‘60 si è giunti progressivamente ai 30 negli anni ‘90 fino ad appena 3, 2, 1 all’anno in quest’ultimo decennio». Invero, il quartiere offre ai residenti tutte le comodità di zona centralissima, quali la facilità di raggiungere a piedi il pieno centro di Molfetta nonché per lo shopping quotidiano e per l’utilizzo dei servizi in genere (scuole, comune, banche, ecc.). Inoltre, rimane sempre punto centrale delle tradizionali processioni pasquali e di quasi tutte le altre processioni cittadine e da qualche anno è animato dalla festa rionale dell’Annunziata, riproposta da un gruppo di giovani volenterosi e amanti delle tradizioni. Con la sua struttura architettonica
ottocentesca, sostanzialmente immutata a tutt’oggi, tranne alcuni fabbricati ricostruiti nell’immediato dopoguerra, il quartiere rimane un contenitore di storie centenarie e meta di tanti emigrati o parenti dei molfettesi espatriati nel mondo che cercano tra i suoi vicoli le residenze di origine dei propri cari e i tanti ricordi di famiglia. Soprattutto per questi aspetti positivi, da qualche anno alcune famiglie giovani stanno ripopolando il quartiere in appartamenti ristrutturati. Diversi abitanti, affezionati al quartiere e determinati, con l’ausilio della stessa comunità parrocchiale, cercano di promuovere la necessaria coesione sociale, ogni azione utile di prevenzione del disagio giovanile e soprattutto di smentire il pregiudizio di tanti molfettesi che la ritengono zona abitata da extracomunitari e da nuclei familiari di basso profilo che, in realtà, costituiscono solo una quota marginale della popolazione. I residenti confidano nell’attenzione e nello sforzo programmatico delle Istituzioni affinché il quartiere torni a essere cuore pulsante della città e continui a custodire il repertorio di tradizioni che sono base essenziale dell’identità della popolazione molfettese.
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| N.41 | ANNO 95° | 8 DICEMBRE 2019
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ESPERIENZE «La Chiesa “in uscita” è la comunità di discepoli ARTE IN PARROCCHIA L’icona del Capotorto missionari che prendono l’iniziativa, che si coinvolgono, che accompagnano, che fruttificano e festeggiano» (EG24)
Regina Martyrum Parrocchia in uscita... ... che si coinvolge
C’è un miracolo che la Chiesa e il suo popolo, il popolo di Dio, non deve mai smettere di fare. Il miracolo della Carità. Il miracolo dell’Amore verso il prossimo, per il quale spendersi gratuitamente. Grande e pressante è sempre stata la richiesta di aiuto che viene dal popolo del quartiere, eterogeneo dal punto di vista economico-sociale e notoriamente non benestante. Composto in gran parte da famiglie di lavoratori molto spesso precari, (i nuovi poveri), e da anziani, nonché extracomunitari inseriti nella nostra realtà, che con l’acuirsi della tanto famigerata crisi economica, ha maggiormente patito. Al bisogno di queste persone hanno sempre provveduto le dame del Movimento Vincenziano, che col passare degli anni e in mancanza di ricambio generazionale ha dovuto abdicare lasciando la parrocchia sguarnita sotto questo aspetto.
… che prende l’iniziativa
Ma poteva la comunità di San Gennaro restare indifferente e inoperosa? Passato un primo momento di apprensione, don Sergio il nostro parroco, ha preso l’iniziativa. Si è tirato su le maniche e individuate alcune persone di buona volontà, le ha coinvolte nel suo progetto di missionarietà, riprendendo concretamente ad operare con particolare attenzione agli ultimi del nostro tempo. Ha creato il “Gruppo Marta e Maria”, col fine di essere “mente che individua e mano che ripara”, fin dove può, alle esigenze di Carità nella nostra comunità. Composto da dieci volontarie, contraddistinte da
un forte senso caritativo, il gruppo fornisce accoglienza, ascolto e dialogo per intercettare le necessità delle persone che si rivolgono a loro e operano, oltre alla regolare distribuzione di alimenti, anche con attività di consulenza e informazione all’accesso alla rete territoriale dei servizi sociali e del lavoro. Sostegno a bambini e ragazzi nelle attività di studio e guardaroba. Sostegno psicologico ed educativo e consulenza legale. E molto altro. La sua storia è lunga quasi un anno, troppo poco tempo è trascorso, ma gli entusiasmi sono forti. La spinta a fare sempre meglio viene dal parroco: «Fai la Carità, sii forte come l’albero dalle radici solide conficcate nel passato de “la Parrocchia” e ombrosi come rami protesi al futuro, apriti al territorio, servilo, fatti braccia del Signore e avrai la gioia del servizio, come “serva buona e fedele”». (cf Mt 25,1-13)
…che accompagna
Accanto ad alcune note purtroppo negative, è da registrare una nota positiva: la Parrocchia di San Gennaro sta realizzando, in questo ultimo periodo, il recupero di quattro/cinque ragazzi socialmente emarginati attraverso una attività educativa denominata: Volontariato di recupero adeguato al fine di inserimento sociale.
…che fruttifica e fa festa
La chiesa di San Gennaro è una chiesa museale, ricca di statue e dipinti meravigliosi che adornano e arricchiscono il patrimonio artistico presente in essa; notevoli sono le devozioni che si esprimono con novene e processioni, che mirano a sviluppare la religiosità popolare. Si approfitta di queste occasioni per evangelizzare ed educare alla fede, attraverso il Vangelo, uomini e donne che altrimenti non avrebbero la possibilità di interiorizzare la Parola di Dio. Accanto a questa catechesi devozionale, è particolarmente sentita la catechesi quaresimale, la formazione dei vari settori dell’Azione Cattolica, la catechesi battesimale verso i genitori che chiedono il Sacramento del Battesimo per i propri figli. a cura del Consiglio Pastorale
I
l patrimonio di arte e di fede custodito nella parrocchia è certamente cospicuo e comprende, fra l’altro, le effigi della Madonna del Buon Consiglio, Maria SS.ma Assunta in Cielo e San Luigi, realizzate nei primi dell’800 dallo scultore napoletano Francesco Verzella Massimo Storelli (stesso autore della Madonna dei Martiri, ComSacerdote patrona di Molfetta). Fra le tante opere d’arte, la parrocchia custodisce ed espone alla venerazione dei fedeli, durante la novena in preparazione della festa patronale, un pregevole dipinto della Madonna dei Martiri. L’opera ad olio su tavola fu realizzata nel 1809 dal pittore Michelangelo Capotorto e riproduce l’antica icona mariana venerata nel Santuario dei Frati Minori. Il dipinto mostra una raffinatezza espressiva nei volti della Vergine e del Bambino. A 5 cm. di altezza del dipinto si osservano due rettangoli. Si tratta di una riproduzione pittorica delle due placche d’argento situate agli angoli inferiori dell’icona originale, custodita dai Francescani, apposte dal vescovo Alessio Celidonio a ricordo del primo restauro avvenuto nel 1513. Fu Luigi Nisio, parroco dal 1804 al 1825, a commissionare l’opera per la personale devozione alla Madonna dei Martiri. Nel 1815 il quadro fu portato nella chiesa di Santa Maria Maddalena, ai civici attuali 38 e 40 di via Margherita di Savoia, dove si svolgevano le funzioni liturgiche parrocchiali, mentre si costruiva la nuova chiesa. Nel 1820 la parrocchia si trasferì nella nuova sede e il quadro fu collocato sull’altare maggiore. Lo stesso Nisio fece realizzare nel 1816 una campana intitolata alla Madonna dei Martiri con impressa l’immagine della Vergine. Essa fa parte dell’attuale concerto di campane. Successivamente il dipinto fu rimosso dall’altare maggiore e negli anni ha avuto diverse collocazioni all’interno della chiesa. Attualmente si trova su una parete della sagrestia e appare impreziosito da tre lucenti corone d’argento, doni votivi recentemente ripuliti dall’ossidazione, poste a rilievo, una sul capo della Vergine e due sul capo del Bambino. La bella immagine, contemplata in questa nuova collocazione, aiuta il sacerdote e i ministri sacri a predisporsi convenientemente ai Divini Misteri che saranno celebrati sull’altare. Un’iscrizione posta dal Nisio sul retro della tavola attesta che alla Madonna dei Martiri della parrocchia San Gennaro sono applicate le stesse indulgenze plenarie che si possono ottenere nel popolare Santuario molfettese, nei giorni prestabiliti.
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| N.3 | ANNO 96° | 19 GENNAIO 2020
PARROCCHIA SANTA MARIA DELLA STELLA - TERLIZZI
VISITA PASTORALE DI MONS. DOMENICO CORNACCHIA DAL 16 AL 19 GENNAIO 2020 PENSIERO DEL PARROCO Comunicazioni sociali:
Un Cammino di comunione
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ante sono state le domande in questi ultimi giorni circa il significato della visita pastorale del Vescovo. La risposta è sempre stata una e Nino precisa: il Vescovo viene perché Pastanella Parroco ama il suo popolo e desidera gioire con noi nella fede che professiamo, la fede in Gesù Cristo. “Visitare è rendere vicino Colui che fa sussultare di gioia, è portare il conforto del Signore che compie grandi cose tra gli umili del suo popolo” (Papa Francesco). Siamo chiamati, pertanto, ad accogliere la presenza del Pastore che viene a confermarci nella fede, a rafforzarci nella speranza, a provocarci nella carità. Avrà modo di conoscerci nella nostra realtà quotidiana, con i nostri entusiasmi, i nostri limiti, le debolezze e le generosità che ci caratterizzano. Non nasconderemo le fatiche e le difficoltà, le incomprensioni e i nostri “passi lenti”. A volte facciamo fatica a trovare tempo per la nostra fede e dimostriamo di far fatica ad accoglierci perché, forse, ci lasciamo vincere dall’egoismo. Vogliamo manifestare, al tempo stesso, alla sua presenza un grande bisogno di comunione: realtà che vorremmo fosse ancora più accresciuta ed in grado di estendersi all’intero territorio verso cui la parrocchia vuole aprirsi. Ci farebbe recuperare in termini più convinti lo stile di Chiesa missionaria pronta a proclamare e annunciare Cristo in un mondo che non lo conosce, non lo accetta e spesso lo combatte. Comunione che è spinta a realizzare una pastorale vera, autentica non rassegnata, lamentosa e ripiegata nei propri interessi. È presentare una comunità dove il servizio è regola d’oro, e non la voglia di primeggiare per esercitare un potere. Comunione che è dovere di fraternità, la più importante testimonianza che siamo chiamati a dare al mondo. Continuare a crescere in quello stile di comunione che ci permetterà di essere sempre più credibili e sempre più capaci di affrontare quelle sfide che appartengono inevitabilmente alla comunità cristiana “in uscita”. La visita pastorale, in tale contesto, non avrà “una fine” ma “un fine”, perché cercheremo di fare nostre le linee programmatiche e le indicazioni che ci saranno suggerite in modo tale da “camminare insieme” per essere in comunione con il nostro Vescovo e con tutte le altre comunità parrocchiali. A tutti, un buon cammino.
Non solo numeri
Parroco: don Damiano Pastanella Diacono: Mario D’Elia Abitanti: circa 5100 Associazioni e Gruppi: Azione Cattolica, Gruppo Famiglia, Catechisti, Gruppo Cantori e Animatori liturgici, Gruppo di Preghiera di Padre Pio, Gruppo Caritas, Apostolato della Preghiera, Oratorio. Attività principali: Catechesi settimanale per i gruppi, Adorazione Eucaristica ogni primo giovedì di mese, Centro di ascolto Caritas, Cura pastorale degli infermi, Oratorio.
sito web: www.santamariadellastellaterlizzi. diocesimolfetta.it Email: santamariadellastella.terlizzi@gmail.com
TERRITORIO L’ordine del giorno del mondo
Con lo sguardo al domani
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a Parrocchia più giovane, sia per costituzione sia per popolazione, oltre al nucleo storico, cioè le strade attorno a viale Roma e a viale Giuseppe Gragnaniello dei Garofani, comprende sin Membro dai primi anni ottanta una vaConsiglio sta area di espansione urbana Pastorale (Chicoli) incentrata su viale Aldo Moro ed ora anche le nuove costruzioni lungo la strada per Sovereto. Tutto ciò l’ha fatta diventare oggi anche quella più numerosa. Chi è più anziano ricorda bene il non facile percorso che ha portato dalla piccola chiesa vecchia alla spaziosa chiesa nuova. Dopo il centro parrocchiale, legato alla memoria di Don Tonino Bello, si passò alla prima pietra del tempio, posta da Mons. Donato Negro e alla successiva consacrazione, celebrata dallo stesso Vescovo il 14 marzo 1999. Purtroppo, molti di quelli che qui si stabiliscono restano legati alle parrocchie di provenienza, trascurando così la realtà ecclesiale in cui vivono. In una tal situazione, pur
con tutto l’entusiasmo possibile, è complicato per lo stesso Parroco, don Nino Pastanella, ben coadiuvato dal Diacono Mario d’Elia, portare avanti un proficuo progetto di evangelizzazione. Restano affidate alla buona volontà dei pochi maggiormente disponibili le varie attività parrocchiali, tra cui spicca l’oratorio, di grande utilità per allontanare i ragazzi dalla strada. Bisogna però riconoscere che, col passare degli anni, in molti volontari affiora inevitabile la stanchezza per cui si impone un indispensabile ricambio. Pur racchiudendo nel suo ambito le scuole, la banca, la stazione dei Carabinieri, la casa di riposo Don Grittani e la casa di preghiera Mons. Cagnetta, la “Stella” resta una chiesa di confine, che a suo tempo è stata vicina ai residenti nelle loro battaglie sociali. Una parrocchia povera di mezzi ma non di generosità verso chi ha bisogno, in particolare i migranti e quanti necessitino di attenzione, che guarda al domani, nella speranza che sempre più fedeli vorranno finalmente rispondere al sentito e costante invito del Parroco nel nome di Cristo Signore.
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| N.3 | ANNO 96° | 19 GENNAIO 2020
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ESPERIENZE «La Chiesa “in uscita” è la comunità di discepoli missionari ARTE IN PARROCCHIA Il simulacro della che prendono l’iniziativa, che si coinvolgono, che accompagnano, che fruttificano e festeggiano» (EG24)
Vergine Maria
Parrocchia in uscita... Maria stella del mare
... che prende iniziativa
L
a comunità parrocchiale, convinta che l’annuncio della Parola debba essere al vertice dell’impegno pastorale, si spende generosamente nella catechesi e preparazione sacramentale dei fanciulli e dei ragazzi, così come nella formazione di giovani, giovaNella nissimi, adulti, famiglie. Da tale convinzione nascono iniziative altaDi Molfetta mente formative come momenti di preghiera, esercizi spirituali, ritiMembro Consiglio ri, campi scuola. Tuttavia, la comunità, intraprendente e coinvolgenPastorale te, non riesce ancora a maturare che la Parola va annunciata, celebrata e testimoniata senza sconti, non solo attraverso quel che si dice ma soprattutto con quel che si fa nei gesti nel quotidiano. Occorrerebbe passare dalla tentazione della retorica delle parole alla forza della eloquenza dei gesti, nella consapevolezza che non è più tempo di fare estemporanei e occasionali rattoppi, né di continuare a mettere toppe nuove su abiti vecchi e logori. Emerge l’urgenza di rispondere in modo nuovo, audace, creativo ed efficace alle innumerevoli situazioni che ci interpellano e attendono risposte ed interventi veloci e coraggiosi.
... che si coinvolge
La parrocchia esprime il suo slancio missionario nelle iniziative che intraprende sul territorio ma fa fatica ad abbandonare il comodo criterio del “si è sempre fatto così” (EG 33). Gli operatori della pastorale mettono in campo, con spirito di abnegazione, tantissime energie i cui risultati, però, spesso non sono ad esse commisurati. Sempre più di frequente si è assaliti dal dubbio. Forse non dimoriamo ancora nel mondo, non lo abitiamo consapevolmente, non sappiamo parlare agli uomini di oggi? Il nostro linguaggio pastorale risulta incomprensibile? Certo è che si vorrebbe parlare al cuore e alle menti dei parrocchiani “lontani” con il linguaggio idoneo, con un vocabolario, un codice espressivo adatto ai nostri tempi perché, come scriveva don Tonino, “è un problema grosso che investe l’omelia, la catechesi e qualsiasi tipo di approccio pastorale scritto e orale”.
... che accompagna
La Comunità, sensibile e attenta ai bisogni dei fratelli, si fa compagna di chi è solo moralmente, socialmente, materialmente, convinta che l’impegno prioritario consista nel disseminare “la pratica dell’amore che è l’occhio che fa vedere i poveri, antichi e nuovi”. È la Carità il banco di prova.
... che fruttifica
L’aver maturato la dimensione missionaria impegna costantemente la comunità parrocchiale a non indugiare e a non fermarsi ad autocontemplarsi e ad autocompiacersi nel cenacolo, tutta presa e assorbita da urgenze ed esigenze privatistiche, ma la induce “a tenere la porta aperta sulla pubblica piazza” mentre celebra l’Eucarestia. L’accoglienza delle copiose indicazioni che provengono dai nostri Pastori porta la comunità a fare della Parrocchia “il luogo pericoloso dove si fa “memoria eversiva” della Parola di Dio, “chiamati ad una nuova uscita missionaria”.
... che fa festa
Attorno alla Parola e all’Eucarestia, nella festa domenicale, la comunità esprime anche la comunione di intenti e sostiene tutte le occasioni di convivialità fraterna.
A
ve Maris Stella: è il primo pensiero e saluto alla Vergine che annuncia il Sole che sorge, rivolto dai contadini e giornalieri che si inoltravano, prima dell’alba, al duro lavoro nei Francesco campi. Ed era il saluto della sera, quando, di Palo a sole tramontato, facevano ritorno a Storico dell’arte casa. Si narra che una immagine della Madonna era stata portata a Terlizzi da un pellegrino e, allocata in una capellina sorta fuori dalle mura, nel punto dove la via si biforcava per Giovinazzo e Bitonto, era divenuta meta di particolare venerazione. Certo è, invece, che agli inizi del 1600 una cappella, di patronato della nobile famiglia spagnola dei de Paù custodiva una antica immagine dipinta sul muro, raffigurante la Vergine con il Bambino. Sulla fronte della Madonna era ben visibile una grande stella, come nella diffusa iconografia orientale, a simboleggiare la verginità della Mater Dei. Il culto alla Madonna della Stella venne rinverdito ad inizi Ottocento quando persone di varia estrazione sociale, ma soprattutto contadini, si riunirono in confraternita (1822) per il culto e l’esercizio delle opere di carità, queste ultime dirette sia agli associati che ai poveri ed ammalati della città. Rientra nella cura e ampliamento della chiesa la realizzazione della statua della Madonna della Stella, commissionata dai confratelli allo scultore terlizzese Giuseppe Volpe (1796-1876) che la realizzò nel 1828. L’immagine fu scolpita secondo i desideri e le indicazioni dei confratelli, consacrati in un atto pubblico rogato dal notaio Francesco Tangari: si raffigura “la Vergine Santissima con il Bambino e angeli”, “tenendo alla sinistra il Bambino Gesù, e la destra in atto supplichevole di raccomandargli il popolo”. Un’opera riuscita, di grande impatto emotivo e devozionale, ancora oggi oggetto di particolare venerazione, specie a maggio, mese mariano. Intanto il piccolo sacello, accanto al quale a metà Ottocento sorse il tempietto neogotico del “Calvario”, fu ampliato nel 1929 e sul nuovo altare, ormai scomparsa la vecchia immagine dipinta, entro apposita nicchia ornata da pregevoli bassorilievi lapidei di reimpiego, fu intronizzata la statua. Altri lavori riguardarono la chiesa quando essa, ormai al centro di un nuovo quartiere, fu elevata a parrocchia da mons. Settimio Todisco (1971).
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| N.4 | ANNO 96° | 26 GENNAIO 2020
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PARROCCHIA SANT’AGOSTINO - GIOVINAZZO
VISITA PASTORALE DI MONS. DOMENICO CORNACCHIA DAL 23 AL 26 GENNAIO 2020 PENSIERO DEL PARROCO
Una realtà ben visibile
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lla mia prima esperienza pastorale ed a poco più di un anno dal mio insediamento, presento una comunità. Scavo nella memoria, Massimiliano scruto i nuovi volti, scandaglio gli Fasciano Parroco incontri, passo in rassegna le lunghe ore seduto alla scrivania a fare i conti con pratiche burocratiche e amministrative alle quali sono chiamato. Questo sono io, che ho a cuore la storia passata della mia gente e la guido a scrivere, senza troppe sbavature, quella attuale. La comunità si presenta da sé: una realtà storicamente ed architettonicamente ben visibile sul territorio, anche per via della sua monumentale Chiesa. Ma la sua anima sta nella molteplicità di sfaccettature che una comunità di circa 9000 abitanti porta in sé. Il movimento laicale, nella sua componente aggregativa confraternale, associativa e di singoli fedeli, si presenta con numeri molto ampi, ma allo stesso tempo risente dell’evoluzione socio-culturale della nostra epoca, in bilico tra potenzialità e fragilità. Il personale lavoro di conoscenza dei singoli, dei gruppi e dei ritmi della comunità è in continuo divenire. Le tante consolidate tradizioni di stampo devozionale, catechetico, formativo, associativo, caritatevole e oratoriano sono chiamate continuamente ad armonizzarsi in uno stile che abbia come fine il bene comune, senza trascurare al tempo stesso la propria domanda di fede, la conoscenza della Parola di Dio, l’accettazione dei tempi nuovi, della reciproca diversità e la testimonianza nella quotidianità del mondo. Circa dodici anni fa Mons. Martella, al termine della sua Visita Pastorale scrisse una lettera in cui puntualizzava alcuni aspetti che non potevano essere trascurati: incoraggiare la collaborazione tra i gruppi, accompagnare i genitori nella crescita alla fede e verso scelte sagge, curare un’attenta pastorale giovanile ed una puntuale formazione dei formatori. La buona armonizzazione di tutte queste indicazioni comporta uno scrupoloso e consolidato metodo di pianificazione pastorale, tuttavia sono certo che la comunità in questi anni ha compiuto importanti passi avanti in tal senso. Sicuramente il futuro è nelle mani di Dio, ma sarà pure costellato dal mio personale incoraggiamento verso momenti di crescita che hanno - com’è giusto - i loro tempi, ma passano anche dal travagliato contesto socio-culturale che l’attualità ci impone.
Non solo numeri
Parroco: don Massimiliano Fasciano Vicario: don Mirco Petruzzella Abitanti: circa 8000 Religiosi: Missionarie dell’Oratorio (1), Apostole di Gesù Crocifisso (3) Associazioni e Gruppi: Confraternita san Michele (94), Ass. maschile Cuore di Gesù (253), Ass. Apostolato della Preghiera (241), Ass. Madonna di Lourdes (128), Azione Cattolica: ACR (136), giovanissimi (30), giovani (41), adulti (49), Anspi (31), Ragazzi catechismo (305), Gr. Catechisti (21), Gr. Famiglia (12), Gr. Liturgico (5), Gr. Lettori (33), Gr. Coro adulti (23), Gr. Coro bambini (18), Gr. Caritas (5), Gr. Ministranti (13), Gr. Festa di santa Lucia (4), Gr. Ministri straordinari (4). Attività principali: Catechesi a tutte le fasce d’età, preparazione al battesimo, adorazione eucaristica, corso prematrimoniale, incontri Lectio, formazione dei formatori, centro ascolto Caritas, novena Madonna di Lourdes, novena sacro Cuore, Triduo san Michele, novena dell’Immacolata e del Natale.
Comunicazioni sociali: Facebook: ParrocchiaSantAgostinogiovinazzo Email: santagostino.giovinazzo@gmail.com
TERRITORIO L’ordine del giorno del mondo
In cammino per realizzare un sogno
Ho letto da qualche parte che se si sogna da soli è solo un sogno, ma se molti sognano insieme è l’inizio di una nuova realtà. Ecco, mi piace pensare che la chiesa di Sant’ADora gostino dal 1846 non abbia Palmiotti Vice mai smesso di insegnare che presidente mai si deve rinunciare a sognaConsiglio Pastorale re e che, a dispetto della sua evidente statica maestosità, questa chiesa sia stata sempre pronta a mettersi in cammino, in armonia con la mutevole realtà del suo quartiere. Del resto, la straordinaria croce illuminata (ahimè ora non più) e la scritta sulla facciata (ahimè anche questa rimossa) “sapientiam eius narrent populi” per tanti anni hanno reso evidente testimonianza dei principi a cui si ispira la chiesa Sant’Agostino. Dal 1949 divenuta parrocchia la chiesa assunse un ruolo centrale nel quartiere e i fedeli cominciarono a sentirsi comunità. Il boom economico trasformò tutta la zona ma furono soprattutto le acciaierie A.F.P. a rendere economicamente e socialmente “ricco” il quartiere. Nella zona sorsero o si allargarono attività commerciali, servizi terziari, scuole, associazioni e/o gruppi sportivi, si costruirono numerosi palazzi e aree verdi. Purtroppo, però, nell’1979 con la chiusura delle A.F.P. la città
dovette affrontare una prima terribile crisi economica e sociale di cui il quartiere ancora risente. Il rione di Sant’Agostino appare oggi profondamente trasformato con seri problemi che vanno dalla circolazione stradale ai mille volti di un evidente malessere anche se numerose sono le associazioni che si occupano a 360° di assistenza e volontariato. Nel tempo molte attività commerciali si sono chiuse e tutta la zona appare condizionata da nuove realtà sociali: la povertà, la fuga dei giovani alla ricerca di lavoro, la messa in vendita di molti appartamenti e locali. Prendere atto dei profondi cambiamenti del quartiere non significa però scoraggiarsi ma far proprio il sogno di tanti: nutrire la speranza che la Parrocchia, come diceva don Tonino “divenga il quartier generale dove si elaborano i progetti per una migliore qualità della vita”.
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| N.4 | ANNO 96° | 26 GENNAIO 2020
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ESPERIENZE «La Chiesa “in uscita” è la comunità di discepoli missionari ARTE IN PARROCCHIA La cupola della che prendono l’iniziativa, che si coinvolgono, che accompagnano, che fruttificano e festeggiano» (EG24)
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Chiesa di Sant’Agostino
Parrocchia in uscita... Un’opera tutta giovinazzese
a Caritas della Parrocchia S. Agostino di Giovinazzo in occasione della terza giornata mondiale del povero, voluta da Papa Francesco, il 17 novembre 2019 ha organizzato una giornata dedicata alle famiglie che vivono in situazione di particolare disagio economico e sociale, nel segno dell’allegria e della condivisione. Nonostante i timori legati alle problematiche logistiche poco adeguate per l’occasione, ma presi da slancio di entusiasmo, in accordo con il parroco abbiamo pensato di pranzare con le famiglie a cui la giornata era dedicata. La giornata prevedeva: ore 11,00 accoglienza sul sagrato della Chiesa delle famiglie indigenti, ore 11,15 celebrazione della Santa Messa con animazione liturgica, ore 13,00 pranzo nei locali della Parrocchia, a seguire momento festa. Dopo aver invitato le 30 famiglie seguite in modo continuativo dal centro d’ascolto parrocchiale nell’ottica di educare l’intera comunità al senso di solidarietà e fraternità, abbiamo coinvolto nell’organizzazione tutte le associazioni, gruppi, confraternita e genitori dei ragazzi del catechismo e ACR presenti nella comunità parrocchiale. Ognuno si è occupato di qualche momento della giornata: accoglienza delle famiglie; animazione della messa con processione offertoriale, allestimento locale per il pranzo, il pranzo stesso preparato a casa di volontari dei vari organismi, momento festa con giochi, balli e canti per adulti e bambini; il tutto nell’ottica di stili di vita semplici, sobri, di condivisione nella pari dignità della persona. Ognuno nel suo piccolo ha fatto qualcosa con grande entusiasmo e partecipazione. Qui la provvidenza: adulti e bambini tra loro sconosciuti hanno pranzato tutti insieme, prodigandosi gli uni per gli altri. Non c’era distinzione tra operatori pastorali ed assistiti Caritas, ma una grande famiglia con tanti sorrisi, musica e cibo, preparato in abbondanza da gente di buon cuore, molto più di quanto fosse necessario. I bambini hanno giocato, disegnato e ballato, gli adulti hanno cantato e scherzato. Stampati sui visi, i sorrisi per qualche, ora hanno messo da parte tristezza e preoccupazioni. Tutti siamo tornati a casa arricchiti di qualcosa. I nostri fratelli che attraversano momenti di difficoltà erano pieni di fiducia, speranza, con diverse buone aspettative perché in questo percorso difficile della loro vita non si sono sentiti soli, ma facenti parte di una grande famiglia: la comunità; Noi operatori pastorali siamo tornati a casa convinti che, facendo scoprire povertà di cui non ci si rende sempre conto, abbiamo scosso le coscienze, creato rimorsi e per incoraggiare tutti a farsi carico dei fratelli creando rete di solidarietà, abbandonando il nostro essere borghesi. Pertanto, pieni di gioia nel cuore, certi di aver fatto qualcosa di buono non solo per il prossimo ma anche per noi stessi, convinti che si può migliorare, abbiamo la certezza di far parte di una famiglia: la comunità parrocchiale. Gli operatori Caritas e i gruppi parrocchiali
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n’iscrizione presente sull’architrave d’ingresso all’attuale Chiesa di Sant’Agostino ne colloca l’inizio della costruzione nel 1734 in prossimità delle rovine della antica Delia Chiesa di San Tommaso il cui accesso era Bavaro collocato in corrispondenza dell’attuale Architetto ingresso dell’ex convento degli agostiniani (oggi scuola A. Moro). Mons. Briziano, presente a Giovinazzo in quell’epoca, e che era stato consigliere del Pontefice Carlo V, ne ordinò la demolizione e la ridistribuzione della sua ricca dotazione. Agli agostiniani toccò una parte cospicua di questi tesori, che permise loro di finanziare la costruzione del nuovo edificio ecclesiastico realizzato su disegno dell’arch. Barbi. A fine ‘700 la chiesa era agibile ma i lavori sospesi all’altezza della crociera, non vi era ancora la cupola. Dopo la cacciata temporanea degli agostiniani per le leggi napoleoniche, dal 1829 ripresero i lavori affidati agli architetti giovinazzesi Giuseppe e Giovanni Mastropasqua, terminati 16 anni dopo. La chiesa presenta una pianta a croce greca allungata a tre navate, con cappelle laterali. Lo spazio interno è quadripartito da grandi pilastri sui quali è impostata la maestosa cupola, voluta dagli agostiniani per affermare la loro supremazia ecclesiastica sui domenicani. Quest’ultima poggiante su quattro grandi archi di raccordo e sul tamburo, su cui si aprono grandi finestre, incorniciate all’esterno da coppie di colonne ioniche e che svettando verso l’alto ne fa una delle più alte e belle d’Italia.
Progetto ardito per l’epoca poiché costruita a base ottagonale con due catini concentrici in muratura, il cui spazio interstiziale è ancora oggi percorribile e che consente l’accesso, fino alla lanterna su cui si staglia la croce. Anche in corrispondenza della lanterna, all’esterno è riproposto il motivo delle colonnine ioniche binate per incorniciare le aperture della stessa. Nei grandi pennacchi interni alla Chiesa, che sorreggono la cupola, possono ammirarsi i dipinti dei quattro evangelisti, opera della pittrice giovinazzese Pansini.
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| N.5 | ANNO 96° | 2 FEBBRAIO 2020
PARROCCHIA SAN CORRADO - MOLFETTA
VISITA PASTORALE DI MONS. DOMENICO CORNACCHIA DAL 30 GENNAIO AL 2 FEBBRAIO PENSIERO DEL PARROCO Confraternita di S.Antonio presso
Una chiesa di tutti. Una chiesa di nessuno
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arroco da poco più di un anno, la chiesa di san Corrado o semplicemente Duomo si è mostrata ai miei occhi come una chiesa di tutti, ma allo stesso tempo Girolamo una chiesa di nessuno. Samarelli parroco Prima cattedrale di questa città, simbolo architettonico per la sua vetustà e bellezza, icona di sentimenti per la schiera di sposi che la frequentano, il Duomo di Molfetta raccoglie una piccola comunità di fedeli la cui identità sfuma tra passato e presente in una realtà esaltante e sconfortante. Come tutti i centri storici, anche quello del Duomo ha subito nel tempo il condizionamento del suo abbandono, creando una realtà socioeconomica depressa e deviata; allo stesso tempo, la sua valorizzazione urbanistica ed artistica degli ultimi anni, ha prodotto una nuova realtà abitativa fatta di una élite indefinita. La convivenza di queste due identità estreme non ha ancora prodotto e forse mai lo produrrà, una identità riconoscibile, ma ha sicuramente inciso nell’impegno, ancora più determinato, di tutti coloro che in questa chiesa hanno vissuto gli anni difficili del degrado costruendo percorsi di socializzazione, inculturazione e animazione sociale; non a caso, la presenza degli Scout ha segnato nel tempo una costante ed impegnata realtà. Anche le Confraternite della Purificazione, della Madonna del Carmine e di Sant’Antonio, insieme alle Associazioni laicali di Santa Lucia, della Madonna di Pompei e del Sacro Cuore hanno contribuito a tracciare un cammino di spiritualità e tradizione che ancora oggi è attivo. Una voce fuori del coro risulta essere la caritas parrocchiale che, per la pregressa caratterizzazione sociale, ha sempre rivestito un ruolo di primo piano nella vita del quartiere attraverso un’attività di sostegno economico e morale. Volti storici che ancora oggi sono punto di riferimento di tante famiglie della parrocchia e che continuano ad assolvere al dovere cristiano di assistenza ed incoraggiamento. Ma agli occhi di molti, il Duomo di Molfetta resta l’incanto dei turisti e di chiunque lo sfiori con lo sguardo; è un luogo rimasto sospeso tra la possente sua figura e la fragilità della sua pietra intrisa di tempo e salsedine. La responsabilità di custodire con premura e rispetto questo edificio sacro che vigila sulle sorti di questa città come sentinella arroccata sull’ultimo sperone di roccia, è per me motivo di apprensione e di impegno, soprattutto per la memoria di don Tonino che in questa chiesa ha lasciato la sua presenza costante ed orante.
Non solo numeri
Parroco: don Girolamo Samarelli Abitanti: circa 600 Associazioni e Gruppi: Confraternita della Purificazione, Associazione Madonna di Pompei, Associazione di S.Lucia, MASCI, Gruppo Scout Molfetta 1, Caritas, Confraternita di Maria SS. del Carmelo e Associazione del S.Cuore presso la chiesa di S.Pietro,
la chiesa di S.Andrea. Attività: Catechesi matrimoniale, Catechesi di gruppo, Centro ascolto e assistenza caritas, valorizzazione beni culturali Comunicazioni sociali: www.facebook.com/duomomolfetta/
ESPERIENZE
La Confraternita della Purificazione di Maria SS.
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orta come Oratorio/ Congregazione nel 1601 nella chiesa di “Ognissanti” (attuale Palazzo Cappelluti), viene riconosciuta come Fabio confraternita nel 1749. Airoldi Dopo una breve sosta nella chiesa di San Giovanni (di fronte la chiesa di San Domenico), per problemi legati alla chiesa precedente, nel 1796 per problemi strutturali, venne ospitata nella Parrocchia San Corrado (Duomo), in cui tutt’ora ha sede. Il suo abito è composto da mozzetta gialla, camice bianco, cingolo bianco e medaglione raffigurante la Presentazione di Gesù al Tempio. Attualmente conta circa 300 tra confratelli, consorelle e aspiranti. Molti sono gli impegni della Confraternita, tra tutti la cura della novena e festa della Purificazione di Maria SS. e Presentazione di Gesù al Tempio (o Candelora) cominciando il percorso il 24 Gennaio per poi concludersi il 1 Febbraio di ogni anno. Il 2 Febbraio invece, toccante è il momento della consacrazione dei Fanciulli alla Madonna e la distribuzione della candela tradizionale della Candelora. Numerosi bimbi di ogni età (detti in gergo molfettese “PRUDD”), con candele in mano, si affidano alla Madonna posta sul trono della Festa, dopo il rito della Consacrazione.
Al termine del rito si snoda una processione con il Simulacro della Vergine per le vie della città. Durante la Quaresima, la Settimana Santa e il giorno di Pasqua, la Confraternita partecipa attivamente a tutte le celebrazioni, svolgendo anche il Servizio Liturgico. Il Venerdì Santo partecipa alla processioni dei 5 misteri recando a spalla e accompagnando la statua “Ecce Homo”, mentre il Sabato Santo recando a spalla e accompagnando la statua di “Santa Maria di Cleofa”. La prima domenica di ogni mese la Confraternita si riunisce in Parrocchia per partecipare alla Messa in onore della Patrona. Partecipa inoltre alle processioni del Corpus Domini, di San Corrado e Madonna dei Martiri. Visto il forte legame con la Parrocchia, la Confraternita oltre a organizzare raccolte alimentari che devolve in beneficenza, partecipa a tutte le iniziative pastorali e con le altre associazioni che ospita la Parrocchia, collabora alla cura dell’edificio sacro.
Paginone ESPERIENZE «La Chiesa “in uscita” è la comunità di discepoli
missionari che prendono l’iniziativa, che si coinvolgono, che accompagnano, che fruttificano e festeggiano» (EG24)
| N.5 | ANNO 96° | 2 FEBBRAIO 2020
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ARTE E STORIA NEL TERRITORIO
La Chiesa di S. Pietro e la Scout, presenza storica confraternita del Carmelo
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li scout del gruppo Molfetta1 sono presenti in parrocchia dal 1973, anno in cui, parroco don Nicola Gaudio, si comincia a rendere concreta la scelta di “operare in e con la chiesa locale in comunione con coloro che Dio ha posto come pastori”. Caterina Con la fusione dell’ASCI (associazione maschile) e Poli dell’AGI (associazione femminile, fino a quel momento ospitata nei locali dell’arcivescovado e assistente spirituale don Giuseppe Lisena), la nuova associazione AGESCI Molfetta1 dal 1975 ha ribadito la scelta di essere presente e operare in un quartiere che in quel momento si andava sempre più spopolando e i cui abitanti residui vivevano situazioni di difficoltà sociale ed economica. Pur essendo il gruppo costituito di ragazzi/e tutti studenti e provenienti da tutte le zone della città, l’essere in quella parrocchia ha costituito stimolo e sensibilizzazione ai problemi degli ultimi, ci ha sollecitati e interrogati su quale contributo lo scoutismo avrebbe potuto dare. Sono nate così attività di conoscenza del quartiere man mano che le strade venivano chiuse o puntellate, intervento di animazione e doposcuola per i più piccoli, emancipazione verso modelli di società senza illegalità, animazione della S.Messa domenicale, partecipazione al Consiglio Pastorale e alla organizzazione dei momenti liturgici, catechesi sacramentale, attenzione alla Caritas parrocchiale. Molto è cambiato quando all’inizio degli anni 2000 le ristrutturazioni del centro storico hanno consentito l’ingresso di famiglie giovani, ma proiettate a vivere con ritmi diversi le strade del quartiere. Sono gli anni in cui il parroco e assistente scout don Nicola viene trasferito ad altra parrocchia e agli scout viene assegnata una guida spirituale che è cambiata più volte e che non sempre è coincisa con il parroco. Anche le nostre sedi, che continuiamo a cercare intorno alla parrocchia, sono purtroppo lontane e ciò impedisce di sentirsi coinvolti in una vita parrocchiale più intensa. Più volte gli scout si sono interrogati sulla scelta di restare ad operare in una situazione così modificata; continuiamo a far conoscere ai nostri ragazzi il quartiere e i suoi abitanti; ci sforziamo di animare una delle S.Messe domenicali; non abbiamo però più occasioni di servizio né nel quartiere, né nella parrocchia; per il momento, tuttavia, la scelta è stata quella di ribadire la nostra presenza accettando ancora una volta la sfida sulla possibilità di rivitalizzare la parrocchia e il quartiere accompagnati da un parroco che possa essere anche la nostra guida spirituale.
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el centro antico di Molfetta sorge la Chiesa di San Pietro Apostolo, uno splendore di architettura barocca che si contraddistingue per la sua monumentale e svettante facciata turrita. Il campanile, una torre quadrata sormontata da una Biagio cuspide slanciata verso il cielo, colpisce lo sguardo per Stoia la notevole altezza rispetto alle antiche “case torri” circostanti. L’attuale chiesa rappresenta il terzo rifacimento in ordine di tempo: eretta nel XII secolo, fu riedificata nel XVI secolo, in concomitanza con la costruzione dell’annesso monastero per monache cistercensi, e ricostruita nel 1750. Il prospetto, in conci squadrati di pietra locale, ha un andamento sinuoso sui fianchi ed è ripartito in altezza da due ordini architettonici sovrapposti e da un fastigio a vela con nicchia centrale. Dal 1816 la Chiesa di San Pietro ospita la sede della Confraternita Maria SS. del Carmelo. La leggenda racconta che alcuni marinai di Molfetta udirono venire dal mare una voce rivelatrice dire: “Continuate la mia devozione, io sono la stella del mare”. Così nel 1813 fondarono la confraternita e scelsero come insegne il camice bianco, la mozzetta, il cingolo e il laccio con medaglia di colore viola. La statua della Madonna fu acquistata dalla confraternita nel 1822 dalla nobildonna Lucrezia Rotondo che l’aveva collocata in chiesa già diversi anni prima. La Confraternita Maria SS. del Carmelo di Molfetta è costituita da confratelli e da consorelle che esprimono una tra le più antiche e più amate devozioni della cristianità: quella legata all’apparizione della Vergine a San Simone Stock, nel 1251, al quale consegnò uno Scapolare in tessuto, detto “Abitino”, rivelando notevoli privilegi connessi al suo culto. Il sodalizio persegue come finalità prioritarie e di culto: la vita cristiana e la fraternità; la vocazione originaria alle azioni di carità, misericordia spirituale e materiale diretta verso i più bisognosi; la crescita spirituale; la cura e l’animazione delle Liturgie e dei Pii esercizi tra cui la celebrazione eucaristica nel Mercoledì del Carmine, un’antica devozione mariana che si svolge ogni inizio mese. I confratelli partecipano alle processioni diocesane con particolare riguardo a quelle del Corpus Domini e dei Santi Patroni e recano a spalla il simulacro della Veronica nella processione del Sabato Santo. La massima espressione della pietà ra le prime della città di Molfetta ad essere documentata, la chiesa di popolare, rispettosa della tradizione sant’Andrea è inizialmente menzionata nel marzo del 1126. Senza notizie per propria del sodalizio, si manifesta tutto il 300, la chiesa, di diritto vescovile e della mensa episcopale, si ritrova come all’interno della chiesa durante gli beneficio ecclesiastico verso la metà del’400. In questa chiesa viene trasferita nel 1638 la incontri di preghiera della Novena e Confraternita di sant’Antonio, dalla chiesa di san Francesco, non più esistente oggi. La delle Sante Messe celebrate dal 9 al 16 Vito nascita della Confraternita di sant’Antonio di Padova è legata alla grande devozione che luglio, soprattutto nella Solennità Marino il popolo di Molfetta attribuisce al Santo Lusitano da tempi remoti. Sant’Antonio da della B.V. del Carmelo con la recita Padova è il “Taumaturgo” che ha affascinato e continua ad affascinare il popolo molfet- della Supplica e, dallo scorso anno, con tese per la sua straordinaria santità: per questo motivo, non solo è venerato come patrono minore la recita dell’Atto di Affidamento alla della città, ma la presenza di dipinti e statue in numerose chiese locali testimonia la profonda Madonna del Carmelo scritto da Papa devozione dei fedeli molfettesi che invocano il santo dottore della Chiesa con suppliche, preghiere e San Giovanni Paolo II. La guida spiripii esercizi di pietà per i propri bisogni spirituali e materiali. Oggi si continua a vivere la devozione tuale della confraternita è affidata al non solo per la Tredicina dedicata al Santo, dal 30 maggio al 12 giugno, per la festa della Lingua del Rev. don Girolamo Samarelli, rettore mese di febbraio, in ricordo del ritrovamento fatto da San Buonaventura della lingua intatta del della Chiesa di San Pietro, che dal 2018 santo. Ma si deve aggiungere che ogni martedì dell’anno viene onorato il santo nella stessa Chiesa. condivide con gli associati il cammino di fede e di testimonianza cristiana.
Confraternita di sant’Antonio di Padova
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| N.6 | ANNO 96° | 9 FEBBRAIO 2020
PARROCCHIA SANTA TERESA - MOLFETTA
VISITA PASTORALE DI MONS. DOMENICO CORNACCHIA DAL 6 - 8 FEBBRAIO 2020 PENSIERO DEL PARROCO
Dio al centro
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ipenso la parrocchia pensando sempre al mondo. E questa convinzione, principio attivo dello spirito conciliare, mi consegna tutte le categorie di fondo Nicola Felice per onorare il delicato compito. Abbattista Esposta ai rischi dello smarrimento Parroco e dell’attaccamento risentito al passato, la parrocchia è sempre pronta a rimettersi in viaggio sulle strade di una storia ove testimoniare il Dio di Gesù, in compagnia di questa umanità irrequieta e smarrita. In questo passaggio epocale, l’essere comunità esige lucida consapevolezza e acuto discernimento, condizioni per essere all’altezza del compito che lo Spirito chiede alla Chiesa. Le linee maestre e le prospettive tracciate dal Concilio si rivelano sempre più preziose e attendono di essere creativamente riprese e ripensate attorno ad alcuni nuclei essenziali: la Parola ascoltata e vissuta, la costruzione della fraternità, la carità e la profezia, la cultura, la trasmissione della fede, la responsabilità nella comunione ecclesiale e la liturgia come azione comune di un popolo rivolto a Dio in un diuturno servizio di lode e di compassione. Così, passo dopo passo, senza fughe in avanti e senza voltarsi indietro, ci sforziamo di stare accanto a tutti perché ciascuno sia toccato dal mistero della grazia di Cristo. La testimonianza della parrocchia è rimettere al centro del proprio compito il primato di Dio in un fecondo umanesimo cristiano, rispetto al lavoro della codificazione dottrinale e dell’organizzazione giuridica. Non si tratta di misconoscerne la necessità e l’importanza, ma di comprendere che esse quando non sono a servizio del compito pastorale, che è il darsi stesso della vita cristiana, rischiano di diventare dimensioni autoreferenziali. Il soggetto della testimonianza credente resta la comunione fraterna di persone che stando insieme danno alla vita la forma del Vangelo. E l’assetto comunitario ricevuto dalla storia, pur avendo progressivamente allentato fino a quasi dissolvere, la pratica reale di legami fraterni, permette alla comunità di vivere sempre insieme. Il richiamo all’antica fraternità apostolica diviene prassi per una narrazione che mette armonicamente in reciprocità le singole differenze che caratterizzano ciascuno.
Non solo numeri
Parroco: don Nicola Felice Abbattista Seminarista: Sergio Minervini Abitanti: 1237 Associazioni e Gruppi: Ministri Straordinari (3), Gruppo Biblico (30), Volontariato Vincenziano (15), Confraternita Maria SS.ma di Loreto (120), Ass. Femminile Maria SS.ma di Loreto (90), Ass. Pio Transito di San Giuseppe (65), Gruppo di preghiera di Padre Pio (60), Gruppo di preghiera San Michele Arcangelo (18), Comunità “Dono di Maria” (23), Gruppo Ministranti (7) Attività: percorsi di formazione, Catechesi, Centro di ascolto e assistenza Caritas, Adorazione Eucaristica e incontri di preghiera, pietà popolare Comunicazioni sociali: Sito web: www.parrocchiemolfetta.it/
SantaTeresa/ Facebook: Parrocchia Santa Teresa Molfetta Instagram: Parrocchia Santa Teresa Molfetta YouTube: Parrocchia Santa Teresa Molfetta Email: santateresa.molfetta@gmail.com
CHIESA NEL TERRITORIO
Credere senza appartenere e appartenere senza credere
L
a comunità parrocchiale venne eretta canonicamente dal Vescovo Mons. Achille Salvucci Annarita Mongelli il 10 luglio 1960 presso Antonio Chiarella Èquipe Comunicazione l’ottocentesca chiesa conventuale di Santa Teresa che si affacciava maestosamente su piazza Vittorio Emanuele II. Il territorio per erigere la neonata parrocchia venne ritagliato dalle parrocchie confinanti e affidato alla cura pastorale del giovane sacerdote don Gennaro Farinola. La parrocchia di 1237 abitanti è composta prevalentemente da ceto medio-alto in un territorio dominato dalla notevole presenza di uffici professionali, istituti bancari ed esercizi commerciali. La vita parrocchiale risente molto di quello che accade in generale nella Chiesa: da un lato sembra che si consolida la religione, che la Chiesa cresca nella sua visibilità sociale, ma dall’altro si percepisce chiaramente che la fede si indebolisce, si riduce sempre più la capacità di appello della Chiesa alle coscienze. Condurre tutto all’essenzialità di vita e alla genuina natura del Vangelo non è sempre facile. Se da un lato diventa possibile credere senza appartenere, lasciandosi coinvolgere dalla proposta del Vangelo piena di significati ultimi e di senso non provvisorio della vita, dall’altro lato viene riscontrata la tendenza di chi appartiene senza credere, per cui l’appartenenza dichiarata rimane l’elemento determinante dell’i-
dentità individuale o di gruppo senza approdare alla profondità di comprensione e coinvolgimento di vita del Vangelo. È una comunità che dimostra senso di appartenenza con una fede che realizzandosi in grandi slanci, ecclesiali e liturgici, pur radicata nelle tradizioni, sa aprirsi all’innovazione attraverso la formazione e la maggiore partecipazione consapevole alla liturgia per una equilibrata apertura verso l’impegno caritativo e la testimonianza del Vangelo. Le coordinate ordinarie catechesi-liturgiacarità, anche se distinte dal punto di vista operativo, sono da considerarsi non come attività parallele o specialistiche, ma come uno sforzo sinergico da parte di tutti, per vivere una concreta vita cristiana con la sapiente e paziente azione dello Spirito che scrive dritto sulle righe storte degli uomini.
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| N.6 | ANNO 96° | 9 FEBBRAIO 2020
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ESPERIENZE «La Chiesa “in uscita” è la comunità di discepoli missionari che ARTE E STORIA NEL TERRITORIO prendono l’iniziativa, che si coinvolgono, che accompagnano, che fruttificano e festeggiano» (EG24)
Parrocchia in uscita...
I
n parrocchia non si sta per dimorare ma per partire. Non è un luogo dove stare, ma una realtà per capire e testimoniare la vita Anna Maria buona del vangelo. E nella Azzarita Parrocchiana morfologia del territorio attuiamo l’essere chiesa incarnandoci in una storia, per pensare, desiderare e realizzare il sogno di Dio, sempre insieme, con tutti.
... che prende iniziativa
Non sentendoci “parrocchia con un territorio” ma “parrocchia nel territorio”, viviamo la territorialità come l’habitat umano della parrocchia arricchendoci sempre di nuovi territori: dalla famiglia alla comunicazione, dall’impegno per la città dell’uomo agli ambiti della cultura, delle arti, del tempo libero... Come ben avvertiva san Paolo VI (En, 19), la fede cristiana rimane sterile e astratta se non penetra e trasforma la società, se non acquisisce quella forza di ethos pubblico tendenzialmente condiviso, che è ispirazione e sostanza del vivere civile. Ci preoccupiamo di andare là dove l’uomo abita e questo non solo in senso fisico-topografico, ma soprattutto in senso psicologico e culturale.
... che si coinvolge
Non si tratta di aggiungere impegni a quelli già tradizionalmente acquisiti, ma di riconoscere i cambiamenti che esigono una nuova impostazione e concezione di tutta l’azione ecclesiale. Non ci vergogniamo di mostrare spesso le rughe sui nostri volti, perché solo stando in piedi con la vigilanza operosa della carità e inginocchiandosi con la preghiera davanti ad ogni crocifissione, spianiamo le rughe e purifichiamo le macchie del dolore. E così, nelle rughe dei vissuti esistenziali condividiamo i volti della
vita che manifestando una particolare bellezza ci fanno riscoprire il nostro immutato volto materno di chiesa. Dalle rughe partiamo per generare cristiani abbracciando tutta la vita delle persone e, quand’anche la società risultasse molto diversa per i suoi ritmi e per l’organizzazione della vita, ci sforziamo di comprenderla nella sua attualità.
... che accompagna
In quanto chiesa di “soggetti” ci sforziamo di non essere massa informe. Non organizzazione anonima, ma comunione di cuori, incontro di persone che si radunano nel vincolo sacro dello Spirito. Non può esistere in parrocchia un ministero che assorbe e fagocita ogni altro ministero, ma ogni ministero ha in qualche modo una funzione che abilita per altri ministeri. I battezzati hanno un loro compito da svolgere nella costruzione della comunità ed è compito del parroco abilitarli e renderli capaci di questo attraverso la valorizzazione della diakonia.
... che fruttifica
La crescita della comunità avviene per la partecipazione di ciascuno, che con la propria specificità e diversità, vive la responsabilità verso tutti. Il discernimento comunitario si traduce in scuola di vita, si fa “strada” per sviluppare l’amore reciproco, la corresponsabilità, l’inserimento nel mondo partendo dal proprio ambito. Si edifica così la parrocchia come comunità di fratelli e di sorelle, di pari dignità, ma con doni e compiti diversi, plasmando una figura, che senza deviare in impropri democraticismi e sociologismi, risulta credibile nei tempi odierni.
... che fa festa
L’autentica festa per la comunità è la carità, non smarrendo il senso della prossimità. La carità è la vera porta per la trasmissione della fede, quando questa è aperta per tutti. E ci accorgiamo che non saremo mai parrocchia, se non siamo di tutti e in ogni caso per tutti. Non ci preoccupiamo di fare cose eccezionali, ma di trovare nelle esperienze ordinarie, l’alfabeto con cui comporre parole che dicano tutto l’amore di Dio. Non per aggiungere attività ad attività, ma per attivare un cristianesimo sul modello di Gesù, il quale crea uno spazio di libertà attorno a sé, comunicando con la sua sola presenza, una benevola prossimità a quanti lo incontrano affinché tutto si giochi in un istante: nella festa di sguardi che intrecciandosi, si amano.
La Santa Casa di Loreto, icona di un evento e di un mistero a Molfetta
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n’antica e devota tradizione narra che nel maggio del 1291 la casa della Vergine a Nazareth lasciò miracolosamente la Palestina Antonio invasa dai musulmani. Trasporde Candia Priore tata in volo dagli Angeli, l’insigne confraternita Maria di Loreto reliquia giunse prima in Dalmazia, poi il 10 dicembre 1294 trasvolò sulla sponda opposta dell’Adriatico. Qui sostò otto mesi in un bosco di allori vicino a Recanati, ma le ripetute aggressioni dei briganti contro i pellegrini indussero a spostarla in un podere vicino, appartenente a due fratelli della famiglia Antici. A seguito di discordie si determinò un ulteriore traslazione avvenuta a l l a fine del 1295, collocandola definitivamente sul Colle dei Lauri, attualmente Loreto. La pietà popolare verso la Beata Vergine Lauretana determinò anche a Molfetta l’esigenza di tradurne l’immagine in una scultura lignea. Questa fu commissionata dall’omonima confraternita eretta il 24 luglio 1661 in una chiesa patronale all’inizio di via san Domenico e poi trasferitasi in un altare laterale della chiesa conventuale di San Francesco al Borgo. Attualmente è venerata e conservata in una teca di cristallo nella nuova aula liturgica costruita nel 1964 sul suolo della precedente chiesa di Santa Teresa demolita nel 1961. Il gruppo scultoreo policromo del sacello lauretano, di ignoto intagliatore marchigiano del XVII secolo, presenta la riproduzione di un edificio che ha perso la sua connotazione domestica ed ha assunto la veste prevalente di costruzione religiosa. La statua ieratica della Vergine, in abiti regali finemente decorati con elementi aurei, accogliendo tra le braccia il Bambino, sovrasta seduta nel mezzo di una falda del tetto, poggiando dolcemente i piedi su un cuscino di nubi retto da un cherubino. Il Divino Bambino posto in piedi sul ginocchio destro della Madre, con una sontuosa dalmatica, benedice con la destra mentre con la sinistra offre una rosa argentea a richiamo del divenire buon profumo di Lui.
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| N.7 | ANNO 96° | 16 FEBBRAIO 2020
PARROCCHIA SAN BERNARDINO - MOLFETTA
VISITA PASTORALE DI MONS. DOMENICO CORNACCHIA DAL 13 - 17 FEBBRAIO 2020 PENSIERO DEL PARROCO
Sulle orme del Maestro
N
ella parrocchia di San Berardino in Molfetta, la Visita pastorale del Vescovo Mons. Domenico Cornacchia avviene nel sessantesimo anniversario Pasquale della sua fondazione che sarà ricorRubini parroco dato il prossimo 10 luglio. Una comunità, quella di san Bernardino, contraddistinta da molteplici volti: da quelli dei più longevi che testimoniano una fede vissuta nel servizio, ai più giovani che nella prossimità delle relazioni sperimentano la parrocchia quale famiglia di famiglie. Nei suoi sessant’anni di vita, la comunità parrocchiale è stata benedetta dalle Visite pastorali di Mons. Antonio Bello nel 1991 e di Mons. Luigi Martella nel 2008. Don Tonino fu attratto dalla scritta collocata sopra il Crocifisso ligneo della chiesa: Charitas sine modo. In seguito, inviando una lettera ai parrocchiani, dirà che tale espressione bisognerebbe tradurla: «amore senza moderazione. Smodato, sregolato. Amore senza freni, senza misura. Senza ritegno». La sua Visita si svolse nel belligerante clima della Guerra del Golfo Persico in cui il Pastore della pace non risparmiò fatiche e parole per infondere nella società e nella Chiesa pensieri di concordia, spronando la comunità parrocchiale, le istituzioni civili e quelle scolastiche a continuare a vivere la giustizia e la carità sine modo in uno stile di accoglienza. Mons. Martella fu affascinato dalla fede e dal dinamismo che animavano la comunità e dalle attività pastorali capaci di coinvolgere adulti e giovani. Per tali ragioni il Vescovo esortò la parrocchia a continuare tale percorso di comunione da manifestare in un nuovo slancio missionario con l’obiettivo di coinvolgere le famiglie del territorio e i giovani lontani dall’ambiente ecclesiale. Pertanto la comunità di San Bernardino si appresta a vivere una terza Visita pastorale con la presenza del Vescovo Domenico. Con lui vogliamo camminare sulla via della letizia evangelica, condividendo la gioia della fraternità e ascoltando i suoi paterni suggerimenti affinché il nostro passo segua le orme che il Maestro sta tracciando nella storia della Chiesa e dell’umanità.
Non solo numeri
Parroco: don Pasquale Rubini Collaboratore parrocchiale: don Nunzio Palmiotti Associazioni e Gruppi: Confraternita della Concezione (160), Associazione Femminile dell’Immacolata (300), Azione Cattolica (174), Volontariato Vincenziano (7), Associazione Adorazione Perpetua (30), Associazione San Salvatore da Horta (70), Gruppo della catechesi (38), Gruppo liturgico: Ministri straordinari della comunione (5) - Lettori (36) - Ministranti (32) - Coro adulti “San Bernardino” (20) - Coro giovani “Harmonia Mundi” (15), Equipe delle Comunicazioni Sociali (5), Equipe Cenacoli di preghiera (7), Gruppo Famiglia / Giovani Famiglie (20), Gruppo Santa Marta (10) Attività principali: Catechesi e Iniziazione Cristiana - Preparazione al Battesimo, al Matrimonio e alla Cresima degli adulti Formazione dei ministranti, dei giovanissimi e dei giovani - Pastorale familiare - Cura degli anziani e dei malati - Cenacoli di
preghiera - Adorazione e Catechesi mensile parrocchiale - Oratorio estivo - Pellegrinaggi - Azione Cattolica - Pietà popolare (devozione all’Immacolata e a San Salvatore da Horta) Redazione del giornale parrocchiale Comunicazioni sociali giornale parrocchiale: ComUnione (6° anno) sito web: www.parrocchiemolfetta.it/ sanbernardinomolfetta/ pagina facebook: ParrocchiaSanBernardino canale youtube: San Bernardino Molfetta Instagram: parrocchiasanbernardino email: sanbernardino.molfetta@gmail.com
CHIESA NEL TERRITORIO
Una parrocchia senza confini
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u la gratitudine dei molfettesi verso i Frati Minori Caterina Minervini Osservanti Responsabile (detti anche parrocchiale della Catechesi “Zoccolanti” per l’abitudine dei frati di calzare zoccoli di legno) a far sì che iniziassero i lavori di costruzione, nella seconda metà del Quattrocento, del convento e della chiesa attigua, poi dedicata nel 1699 a San Bernardino da Siena. Oggi, l’antico chiostro e il convento sono sede del plesso scolastico “G. Carnicella” e ospitano ancora alcuni uffici del Comune di Molfetta, mentre la chiesa dal 10 luglio 1960, per volontà del Vescovo Mons. Achille Salvucci, è divenuta parrocchia. Attualmente, nel territorio parrocchiale vi sono istituti scolastici e molteplici attività commerciali. La popolazione è costituita principalmente da persone di media età e anziane, ma non mancano famiglie giovani che rappresentano il
futuro del quartiere. Nonostante alcune difficoltà economiche e sociali, la maggior parte degli abitanti del territorio ha una buona qualità di vita. Inoltre la presenza di persone provenienti da altri paesi del mondo (Europa dell’Est e Mediterraneo) rendono le strade e i condomini luoghi in cui incontrare e conoscere culture e religioni differenti. Nella stessa comunità un copioso numero di bambini, giovani e adulti, anche impegnati come educatori/ catechisti e responsabili di associazioni e gruppi, pur residenti in altri territori, ha scelto la parrocchia San Bernardino come “casa”. Oltre a ciò la nostra parrocchia è molto cara alla pietà popolare dei molfettesi: in essa è custodita e promossa la venerazione all’Immacolata Concezione che si esplicita nella pia pratica delle Dodici Stelle, nella Novena e nella processione dell’8 dicembre. Anche la devozione in onore del taumaturgo, il francescano Salvatore da Horta, che si vive con la
preghiera dei Nove Mercoledì, la Novena e la festa del Santo (18 marzo), coinvolge fedeli che provengono da altri quartieri cittadini. La nostra comunità vuole essere Chiesa viva tra le case degli uomini e delle donne, in un mondo che, mutevole e secolarizzato, avverte sempre il bisogno di un punto di riferimento come la parrocchia, luogo che sa suscitare, vivacizzare e nutrire ciò che è invisibile agli occhi.
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| N.7 | ANNO 96° | 16 FEBBRAIO 2020
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ESPERIENZE «La Chiesa “in uscita” è la comunità di discepoli missionari ARTE IN CHIESA che prendono l’iniziativa, che si coinvolgono, che accompagnano, che fruttificano e festeggiano» (EG24)
Un itinerario Parrocchia in uscita... spirituale ... che prende iniziativa
Marcello la Forgia Vicepresidente Consiglio Pastorale
Sarà una piccola parrocchia al centro di Molfetta, con circa 4.000 abitanti, ma la comunità di San Bernardino prende l’iniziativa di essere “una chiesa in uscita” mediante i cenacoli di preghiera nelle famiglie, la visita agli ammalati, la benedizione annuale delle case e la celebrazione dell’eucarestia per le strade del quartiere. Senza dimenticare, le catechesi on line nei Tempi forti, le visite guidate, l’iniziativa canora Christmas’ Singers e la distribuzione “casa per casa” della lettera augurale in occasione del Natale.
... che si coinvolge
Il giornale ComUnione e il sito parrocchiale sono spazi di prossimità per generare formazione. Anche l’animazione liturgica è un tempo in cui poter coinvolgere mediante i due Cori parrocchiali (quello adulti, il Coro San Bernardino e quello dei giovani, la Schola Cantorum “Harmonia Mundi”), i Ministranti, i Lettori, i Ministri straordinari della comunione e il gruppo dell’Adorazione perpetua che assicura la preghiera per le vocazioni. La Confraternita della Concezione, l’Associazione femminile dell’Immacolata e l’Associazione di San Salvatore da Horta garantiscono una devota manifestazione della pietà popolare. Coinvolgere significa accoglienza con l’opera del Volontariato Vincenziano che, con il suo Centro di ascolto, segue alcune famiglie in difficoltà e il Gruppo Santa Marta che garantisce il decoro della chiesa.
... che accompagna
“Accompagnare” è farsi compagni di viaggio nei percorsi d’iniziazione cristiana dei ragazzi di ACR, nei cammini dei giovani, giovanissimi, adulti di AC e delle famiglie giovani e adulte, dei fidanzati, della Confraternita, delle associazioni e dei gruppi, degli anziani e ammalati, delle famiglie ferite e in difficoltà, di coloro che si avvicinano alla parrocchia per celebrare i sacramenti.
... che fruttifica
Alcuni giovani offrono un servizio come educatori e operatori della carità, tra questi, alcuni scelgono di intraprendere un cammino vocazionale al presbiterato e altri, dopo il fidanzamento, decidono di formare una famiglia impegnandosi nella Chiesa. Alcuni genitori dei ragazzi e giovani coppie hanno intrapreso un cammino di formazione. Inoltre, tante persone generose dedicano tempo ed energie per rendere la comunità ospitale mediante l’esperienza della preghiera e l’aiuto gratuito.
... che fa festa
La comunità celebra la festa intorno alla mensa del Signore la domenica, ma anche nella Pasqua, a Natale, nella Solennità dell’Immacolata Concezione, di San Salvatore da Horta e di San Bernardino. Non mancano altri momenti di convivialità: rappresentazioni teatrali (commedie e musical), concerti, Gran Galà sotto le stelle, pellegrinaggi, l’oratorio e i campi estivi per ragazzi, giovanissimi, giovani e adulti.
U
n itinerario spirituale è proposto a chi, varcando la porta, entra nella chiesa di San Bernardino, immergendosi in un viaggio temporale iniziato alla fine del MeNicola dioevo. Petruzzella L’interno della chiesa è diviso in operatore pastorale tre navate scandite da ampi pilastri. Le cappelle presentano tele e altari di pregio. Partendo dal fondo della chiesa, da sinistra, vi è l’Altare della Crocifissione, la Cappella Passari, l’Altare dell’Immacolata, l’Altare dell’Adorazione dei Pastori e quello di San Francesco da Paola. In fondo, alla navata sinistra, si apre la Cappella del Santissimo, dove si può ammirare la statua di San Pasquale Baylon, il Crocifisso ligneo, le statue dell’Addolorata e San Giovanni e il Polittico della Visitazione del 1483. Quest’ultimo presenta al centro la Visitazione di Maria a Santa Elisabetta, a destra San Bernardino da Siena, a sinistra San Francesco d’Assisi. In alto, vi sono due ovali con San Ludovico di Tolosa e Sant’Antonio da Padova. In basso vi sono gli apostoli che affiancano il Cristo benedicente. Dopo l’altare maggiore vi è, a destra, l’Altare di San Michele Arcangelo, quello di San Salvatore da Horta, della Madonna del Soccorso, della Madonna degli Angeli e quello dedicato alla Madonna del Carmine, con la statua del Cristo morto. Sono da segnalare i due dipinti del fiammingo Gaspar Hovich del 1596: l’Adorazione dei Pastori e San Michele Arcangelo. Nell’area absidale è collocato il coro ligneo cinquecentesco, un unicum nel panorama artistico pugliese. Sulla parete di fondo, inquadrata nell’arco, si trova il dipinto dell’Immacolata con i Santi Francesco, Bernardino, Bonaventura e Ludovico di Tolosa. Sul lato sinistro è collocato il Beato Matteo d’Agrigento, a destra, si trova il dipinto di San Pasquale Baylon. All’ingresso della chiesa è collocato il monumentale organo storico. La cassa dell’organo, con canne a vista, impreziosita da trafori dorati e ornata da sfarzosi intagli, è disposta su una festosa cantoria sulla porta centrale, risalente ai primi anni del 1600. Altra opera caratteristica è la Cappella Passari, del 1645. Essa presenta elementi barocchi e classico-rinascimentali. Sul fondo dell’altare sono collocati i dipinti de La fuga in Egitto e una copia della Madonna del cucito del Cozza. Rivestono notevole importanza le statue presenti nella chiesa: l’immagine settecentesca dell’Immacolata Concezione, San Francesco d’Assisi, Sant’Antonio da Padova e San Salvatore da Horta. La chiesa di San Bernardino è un vero scrigno d’arte in cui la fede vissuta e celebrata nei secoli diventa espressione dell’opera umana che accoglie la creatività del progetto di Dio.
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| N.8 | ANNO 96° | 23 FEBBRAIO 2020
PARROCCHIA SAN DOMENICO - RUVO DI PUGLIA
VISITA PASTORALE DI MONS. DOMENICO CORNACCHIA DAL 20 AL 22 FEBBRAIO 2020 PENSIERO DEL PARROCO
Benvenuto, nostro Pastore!
E
cc. Rev.ma, la comunità parrocchiale di S. Domenico è ben lieta di accoglierla per vivere insieme incontri di spiritualità, di confronto, di verifica e di riVincenzo flessione comunitaria. Ricordiamo Speranza parroco con immenso piacere la visita pastorale del compianto Vescovo Mons. Luigi Martella celebrata il 2007; in quella circostanza lo stesso Vescovo ebbe a indicare e a sottolineare alla nostra comunità l’importanza della formazione dei formatori approfittando di tutte le occasione offerte dalla Diocesi. Ora ci prepariamo a vivere la stessa esperienza “un’occasione privilegiata per incontrare tutti, rinsaldare i vincoli di comunione e per ravvivare le energie degli operatori pastorali e per richiamare i fedeli al rinnovamento della propria vita cristiana e ad un’azione più fervida ed efficace” (D. Cornacchia, Parrocchia Missionaria. Chiesa che vive in mezzo alle case dei suoi figli, lettera pastorale 2019 ). Per le motivazione pastorali addotte dal nostro Vescovo, la visita è un’occasione da non perdere. Ci metteremo in ascolto del pastore e certamente faremo tesoro dei suoi suggerimenti, per poi riprendere con maggiore passione e vivacità il cammino. Ci impegneremo a vivere la fede, come afferma Papa Francesco, con più essenzialità e meno superficialità. Tutto questo presuppone che la visita pastorale abbia una valenza di capitale importanza sia per il Vescovo che visita la comunità che per la stessa che la accoglie. Alla Vergine Maria Madre della Chiesa, Regina del S. Rosario e al nostro patrono S. Domenico chiediamo che ci accompagnino in questo percorso sorretti da una grande fiducia e da una gioiosa speranza.
Non solo numeri
Parroco: don Vincenzo Speranza Diacono: don Sergio Loiacono Religiose: Discepole di Gesù Eucaristico (4) Abitanti: circa 4500 Associazioni e Gruppi: Ministri Straordinari dell’Eucarestia (6), Confraternita “Purificazione – Addolorata” (190), Associazione Madonna del Rosario (120), Gruppo Catechisti (14), Azione Cattolica (86), Gruppo Famiglia (16 coppie), Caritas (4), Università della 3ª età (200), Gruppo Liturgia (6), ANSPI (150), Gruppo Missionario (4), Gruppo Giovani (35), Scuola Materna (16), Gruppo Riparazione Eucaristica (6), Gruppo Apostolato della Preghiera e la Consacrazione delle Famiglie al Sacro Cuore di Gesù (85); Ministranti: (13) Attività principali: Lectio divina mensile; Adorazione Eucaristica comunitaria mensile in collaborazione con il gruppo “Rinnovamento dello Spirito Santo – Gesù Luce Vera”; Adorazione Eucaristica mensile promossa dal gruppo della “Riparazione Eucaristica”
Comunicazioni sociali Notiziario parrocchiale: “Comunità viva” sito web: www.parrocchiemolfetta.it/ sandomenicoruvo/ pagina facebook: Parrocchia San Domenico Ruvo Di Puglia
CHIESA NEL TERRITORIO
L’essere umano al centro della parrocchia
L
a Parrocchia di San Domenico territorialmente comprende una zona centrale e una periferica di Ruvo di Puglia, nel complesso Maria consta di circa 4500 abitanti. Granata Operatrice Nella zona periferica adiacente pastorale la Chiesa insiste un’area formata prevalentemente da case popolari, le famiglie che in esse vi abitano, spesso convivono con molteplici criticità. In suddetta zona, in case fatiscenti, di solito piccoli locali a piano terra, trova una precaria sistemazione alloggiativa, un significativo numero di extracomunitari. La Parrocchia nel tempo ha assunto l’impegno di seguire, guidare e sostenere tutti coloro i quali necessitano di un supporto materiale e morale, il tutto, senza fare distinzione alcuna di appartenenza di razza e di credo, anzi laddove possibile si cerca di stabilire dei rapporti più fraterni, ponendo attenzione a valorizzare anche le diverse peculiari tradizioni proprie delle singole etnie. Nel contesto innanzi citato, opera la Caritas che periodicamente fornisce viveri di sostegno ai più indigenti, gli stessi volontari hanno rilevato la presenza di circa 30 famiglie sul territorio parrocchiale con evi-
dente stato di bisogno assistenziale, nel contempo non vengono trascurate le necessità di famiglie che risiedono fuori dai confini territoriali. La Caritas viene sostenuta dalla raccolta alimentare e dalla generosità di molti parrocchiani che contribuiscono a rifornire sistematicamente la dispensa, mostrando sensibilità e attiva partecipazione. Talvolta altri gruppi parrocchiali quali Azione Cattolica, Confraternita, Catechisti, Gruppo Giovani, e gruppo Famiglia promuovono attività atte a sostenere l’operato assistenzialistico del gruppo Caritas. Il gruppo Caritas oltre a quanto già detto, sostiene attività durante tutto il corso dell’anno, le tematiche affrontate possono variare per la circostanza, le stesse includono argomenti a carattere spirituale, culturale e alle volte si organizzano momenti ricreativi.
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| N.8 | ANNO 96° | 23 FEBBRAIO 2020
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ESPERIENZE «La Chiesa “in uscita” è la comunità di discepoli missionari ARTE IN CHIESA che prendono l’iniziativa, che si coinvolgono, che accompagnano, che fruttificano e festeggiano» (EG24)
Presentazione Parrocchia in uscita... di Gesù ... che prende iniziativa
Parrocchia, un insieme di persone che fanno esperienza di Chiesa, al cui interno vari team si impegnano a svolgere diverse attività. Una componente importante è il Consiglio Pastorale Parrocchiale che ha il compito di trattare problemi ed iniziative pastorali per rendere più viva la Giuseppe partecipazione dei laici usando il linguaggio concreto della sua gente. Gasparro Attenzione: questa componente ha bisogno di una guida per poter Vicepresidente Consiglio armonizzare i programmi e le scelte in perfetta sintonia con la progettaPastorale zione diocesana e ciò al fine di evitare o una eccessiva clericalizzazione o ancor peggio una eccessiva laicizzazione.
... che si coinvolge
La Chiesa deve essere una “tenda che cammina” per seguire l’insegnamento di Don Tonino “la tenda evoca la mobilità della Chiesa senza radici evocando al meglio questa itineranza”. Nella nostra Parrocchia questa mission è svolta dal Gruppo Famiglia che vive altre esperienze di accoglienza anche con la Caritas sempre pronta ad ascoltare e tante volte a risolvere i bisogni di chiunque varca la porta della Chiesa
... che accompagna
Pur rappresentando la presenza di alcune note negative circa la partecipazione dei giovani che a volte preferiscono la “periferia” per le loro scelte di vita, non mancano iniziative atte ad agganciare ragazzi dopo la cresima con le varie attività dell’Azione Cattolica e soprattutto dell’ANSPI. Non manca la preparazione ai sacramenti e grande attenzione ai fidanzati che si affacciano alla vita coniugale. Viene curata la partecipazione agli oratori, ai campi scuola, la cui organizzazione non è priva di impegno e fatica.
... che fruttifica
La dimensione missionaria della Parrocchia non può e non deve autocontemplarsi. La Parrocchia deve farsi carico di tutti i problemi della gente e quindi compito essenziale è andare incontro al povero e al bisognoso. Don Tonino in una delle sue memorabili citazioni dice che “le nostre comunità saranno sempre anemiche finché non contribuiranno con il loro apporto alla soluzione dei problemi del mondo”. Perché la comunità porti i suoi frutti deve essere vicina a queste problematiche e anche quando non è in grado di risolverle totalmente ha il dovere di indicarne i rimedi. È tempo di risveglio, basta con l’autoreferenzialità. È tempo di fruttificare adottando nuove strategie.
... che fa festa
Lo stare insieme deve essere un momento di festa perché questa è l’occasione più schietta per fare comunione e quindi ben vengano momenti di convivialità e di fratellanza. La Festa della Famiglia è una delle tante occasioni da non perdere, peraltro, puntualmente curata dalla nostra Parrocchia. Promuoviamo queste occasioni perché divengano educazione alla fede e allo stare bene insieme.
L
a realizzazione del dipinto risale al 1721, l’opera è stata attribuita al pittore napoletano Giuseppe Mastroleo (Napoli 1676 – 1744). L’autore si inserisce Ivana con il proprio stile, più nel polo Valle classicista che in quello naturalista, operatrice pastorale influenzato dal “caravaggismo”. L’autore pone la propria arte al servizio di una missione moralizzatrice, come suggerito dal Cardinale G. Paoletti, secondo cui “…da esse si vedrà spirare pietà, modestia, santità, devozione” poiché così esse “…penetreranno dentro di noi con maggior violenza che le parole”. L’opera, tratta dal Vangelo di Luca, esprime freschezza devozionale e rapidità di racconto. Sono visibili i tre piani di rappresentazione frequenti nella scuola napoletana: in alto a destra, angeli festanti che assistono all’evento, posati sulle nuvole e distribuenti incenso; al centro e a sinistra, sotto un drappo setoso con cimosa dorata che fa da sfondo, un altro gruppetto di angeli che guardano estasiati il Bambinello. Al centro è presente Gesù Bambino, che la Vergine affida alle braccia del vecchio Simeone: la luce divina emanata dal Bambinello costituisce, insieme alla base di una colonna sullo sfondo, un collegamento con il manierismo classico, inteso non come ripiegamento anacronistico sul passato ma come volontà di riaffermarne la validità, dandogli nuova linfa e vigore. Al centro della scena ammiriamo: la Vergine inginocchiata con mani protese, coperta da un manto di colore blu cobalto; la serena figura di S. Giuseppe con un cero acceso, ad indicare la luce che si propagherà sull’umanità; la donna con il cesto contenente due tortore, offerta rituale al Tempio; quattro astanti; infine troviamo la profetessa Anna. In primo piano, troviamo S. Ignazio di Loyola, fondatore della Compagnia di Gesù e protettore della Confraternita Purificazione - Addolorata, che indica la scena principale del dipinto, e San Francesco Saverio in atto di venerazione, che reca con sé i simboli del pellegrino missionario.
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| N.10 | ANNO 96° | 8 MARZO 2020
PARROCCHIA SAN DOMENICO - MOLFETTA
VISITA PASTORALE DI MONS. DOMENICO CORNACCHIA DAL 4 AL 9 MARZO 2020 PENSIERO DEL PARROCO
Spalancare ancora una volta le porte
C
on la visita pastorale il nostro Vescovo Domenico viene a confermare nella fede e a rinsaldare quei vincoli di comunione con la porzione di popolo di Silvio questa comunità parrocchiale di San Bruno parroco Domenico, e in tal senso insieme vogliamo rafforzare la dimensione missionaria che caratterizza l’annunzio pasquale della Chiesa universale. Questa comunità parrocchiale, che ho la gioia di servire da appena due anni e mezzo, già dal lontano 1990 riceveva dall’allora vescovo don Tonino Bello l’invito a spalancare le porte della chiesa verso l’esterno per raggiungere i luoghi dell’ordinario. Anche il carissimo vescovo don Gino, durante l’ultima visita pastorale del 2008, invitava la comunità a guardare a quel “di più” per non correre il rischio di consolidarsi in una certa staticità. Oggi ancora una volta vogliamo interrogarci sul significato dell’essere comunità missionaria in un contesto sociale “paganizzato” e povero soprattutto dal punto di vista dell’esperienza della fede. Il primo impegno è quello di poter raggiungere i più, affinché ricevano il primitivo annuncio, per conoscerlo e prenderne consapevolezza, per passare quindi da un semplice fare ad uno scegliere consapevolmente, e di conseguenza imparare a saperlo vivere nella vita di ogni giorno; in secondo luogo di essere segno di contraddizione in un quartiere dove spesso vige una mentalità chiusa e diffidente, ostacolata da una povertà non solo materiale e dal “fare” a volte superficiale e solitario. L’incontro con il nostro Pastore, vuole essere quindi un’occasione privilegiata per spingere le nostre persone ad un andare oltre, per varcare, ancora una volta e soprattutto nell’odierno contesto, quella porta che conduce verso l’esterno per gustare e far gustare il Vangelo della gioia. La Vergine del Rosario, San Domenico e Santa Rita ci guidino nel saper vivere in pienezza e fecondità queste giornate con il nostro Vescovo.
Non solo numeri
Parroco: don Silvio Bruno Vice parroco: don Liborio Angelo Massimo Diacono transeunte: don Cosmo Binetti (ordinariato militare) Abitanti: circa 4000 Associazioni e Gruppi: Ministri Straordinari dell’Eucaristia (7), Confraternita del SS.mo Sacramento (34), Associazione Madonna del Rosario (150), Associazione di S. Rita (1300), Apostolato della Preghiera (140), Associazione di S. Anna (150), gruppo Catechisti ed educatori A.c.r. (20), Azione Cattolica (123), A.N.S.P.I. (180), gruppo Caritas e S. Marta volontari Mensa casa della Misericordia (6 + 26), Ministranti (13), corale San Domenico (23), Giovani-issimi (30), adulti (40 circa). Attività principali: Adorazione Eucaristica mensile, Lectio Divina, catechesi, preparazione al Battesimo e al Matrimonio, attività oratoriali, mensa Casa della Misericordia, Centro Culturale Auditorium, Scuola dell’infanzia “Alice”, pietà popolare, corteo
CHIESA NEL TERRITORIO
storico S. Rita, pellegrinaggi. Comunicazioni sociali Notiziario parrocchiale: “La nostra voce” sito web: www.parrocchiasandomenico.com pagina facebook: Parrocchia San Domenico Molfetta Instagram: parrocchia_sandomenicomolfetta
La parrocchia e il suo territorio
A
trent’anni dall’Anno Santo Giubilare della parrocchia, con l’invito di don Tonino Bello ad uscire dalla Chiesa per aprirsi al monDamiano do, in vista della prossima visita d’Elia membro pastorale del nostro Vescovo, Consiglio proviamo a rileggere in prospetPastorale tiva “missionaria” il rapporto tra la parrocchia e il suo territorio. Negli anni ’90 la zona di San Domenico era per lo più periferica e le caratteristiche socio-economiche venivano espresse da una popolazione di circa 4500 abitanti (950 nuclei familiari), composta in gran parte da artigiani, marittimi, contadini, pescatori e con al suo attivo unità produttive quali il cantiere navale, il mercato ittico, diversi frantoi oleari, piccole imprese artigiane, supermercati ed esercizi alimentari, pizzerie, diversi bar, una sezione di scuola materna, di scuola media, nonché l’istituto professionale marittimo (IPSIAM). Questo tessuto socio-economico e culturale risulta profondamente cambiato a causa del trasferimento delle aziende artigiane nella nuova zona industriale, delle scuole in edifici più consoni fuori dal nostro territorio, della
Guarda lo spot per la visita pastorale
realtà dei cantieri navali molto ridimensionata. Inoltre, l’espansione della città verso nord ovest ha determinato lo spostamento delle famiglie nelle nuove zone dotate di maggiori servizi e ha fatto sì che si verificasse una immigrazione nelle vecchie abitazioni del quartiere di ceti più popolari e/o di immigrati, causando quindi un impoverimento socio-culturale ed economico del quartiere oltre ad un invecchiamento della popolazione residente. Ad oggi il bacino di utenza della parrocchia risulta essere di circa 4000 unità, con ridotta natalità, servizi pubblici carenti, patologie connesse alla povertà (alcol/droga/ludopatia) problematiche famigliari di vario genere. A fronte di questa situazione la comunità parrocchiale risponde con l’attenzione missionaria, evangelizzatrice, catechetica e di carità; con uno sguardo critico e di comprensione dei fenomeni di cui sopra, con la sollecitazione alla mobilitazione delle risorse umane e sociali dei singoli e delle istituzioni. Unitamente a quanto di specifica competenza (liturgia, catechesi), la parrocchia offre spunti culturali e formativi attraverso il Centro Culturale Auditorium, un centro di ascolto e il servizio mensa presso la Casa della Misericordia (di cui parleremo in un prossimo numero, ndr), cercando così di mettersi al servizio di quanti necessitano di immediato ausilio. Si va quindi a determinare un impegno comunitario di attenzione ai bisogni che
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| N.10 | ANNO 96° | 8 MARZO 2020
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ESPERIENZE «La Chiesa “in uscita” è la comunità di discepoli missionari ARTE IN CHIESA che prendono l’iniziativa, che si coinvolgono, che accompagnano, che fruttificano e festeggiano» (EG24)
Parrocchia in uscita... ... che prende iniziativa
La nostra parrocchia vive: casa fra le case e famiglia fra le famiglie. Prova a conoscere sempre meglio il tessuto sociale del quartiere, ad esserne parte integrante, anzi il cuore pulsante. In un territorio invecchiato, non solo anagraficamente per l’esodo continuo di presenze giovani, Teresa si sta cercando di scardinare mentalità che non accettano o fanno fatica Pisani ad adeguarsi ai cambiamenti. Tanti parrocchiani forse ancora stentano responsabile a scorgere e a riconoscere la novità della Chiesa che va incontro all’uomo catechesi anche con modalità che possano risultare inconsuete perché non appartenenti ad abitudini consolidate e alla logica del “si è fatto sempre così”. Tuttavia si sta provando a creare i presupposti che possano ridare slancio alla comunità parrocchiale, sia attraverso l’approccio con i fidanzati durante il corso di preparazione al matrimonio, sia con le famiglie che scelgono per i propri figli il cammino di iniziazione cristiana o il percorso educativo ACR.
... che si coinvolge
La parrocchia non resta chiusa in sé stessa, con convinzione fa sentire la propria voce e prova a diffondere la bellezza del messaggio evangelico in un territorio che a volte risulta essere abbastanza ostico ed impegnativo a causa dei problemi sociali che lo attanagliano. La comunità parrocchiale si coinvolge attivamente e coraggiosamente provando a riappropriarsi della Piazzetta Buon Pastore, diventata luogo di malsane abitudini e commerci illegali. Si riunisce in quella piazza per pregare, per fare sentire che c’è, che nessuno deve sentirsi abbandonato o escluso, che tutti possono avere l’appoggio nella denuncia di quanto accade.
... che accompagna
La parrocchia si rende presente nelle necessità materiali attraverso la Casa della Misericordia che ormai da anni costituisce una certezza per quanti sono nel bisogno. Fondamentale è l’operato della Caritas che fornisce attraverso il centro di ascolto anche un supporto psicologico e di accoglienza alle povertà che non sempre sono solo materiali. I catechisti e gli educatori ACR, attraverso i percorsi di iniziazione cristiana, si occupano dell’accompagnamento dei piccoli cercando di porre le basi per un cammino di fede. Il parroco e il viceparroco, con la loro presenza e il loro operato pastorale, accompagnano e sostengono spiritualmente la comunità, insistendo sul primato della fede come sorgente e punto di partenza di ogni iniziativa.
... che fruttifica
È grazia raccogliere i frutti dell’azione pastorale e si gioisce per questo. Non sempre però l’impegno profuso porta i risultati sperati; ma non per questo ci si scoraggia! È una sfida continua proseguire nel cammino, seminando per far crescere nella fede questa porzione di popolo di Dio.
... che fa festa
Non mancano i momenti di aggregazione e di festa in cui si esprimono tutti i gruppi parrocchiali: AC, ANSPI, Associazioni, Catechisti/Educatori, Caritas, Confraternita. È stata rivalorizzata la festa del titolare della parrocchia, che ricorre l’8 agosto, così come sta rifiorendo il culto della Madonna del Rosario che a Molfetta affonda le sue radici nella nostra parrocchia. Sono sempre vissuti con devozione e con affluenza da tutto il territorio cittadino il solenne novenario e la festa di Santa Rita. La parrocchia fa festa quando pratica la vera condivisione, quando c’è l’armoniosa collaborazione, quando realizza la festa più bella: quella che viviamo tutti insieme la domenica, giorno del Signore, intorno alla mensa eucaristica. esprima una Chiesa tesa a realizzare una rievangelizzazione delle coscienze, nel quadro di umanesimo integrale, in modo tale da corresponsabilizzare tutte le componenti della comunità in una tensione vocazionale mirata a rendere la proposta cristiana feconda e a dare propulsiva energia nel rinnovamento del tessuto umano/sociale del territorio. Impegno che si sostanzia di una proget-
tualità e inventiva di azione pastorale in tutti gli ambienti, dalle associazioni alle famiglie, dalla Chiesa alla strada, nei luoghi delle varie aggregazioni sociali del quartiere. Impegno di una presenza viva e operosa, testimoniata dalla volontà di voler dare “anima” ad una zona della città, in modo che non perda i connotati identitari bensì sviluppi e cementi il proprio essere comunitario.
Corrado Giaquinto e il dipinto raffigurante l’istituzione del Rosario
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ersonalissimo interprete ed esponente di primo piano delle varie correnti di gusto che nella prima metà del secolo XVIII si intrecciano tra Napoli, Roma e Paola Torino, Corrado Giaquinto è uno de Pinto degli artisti di maggior spicco museo diocesano nell’ambito del Rococò europeo. Molfetta Nasce da Francesco e da Angela Fontana, quinto di otto figli, l’8 febbraio 1703 a Molfetta, nella vigilia della festa liturgica dedicata al Santo patrono. Dopo un breve apprendistato presso la locale bottega di Saverio Porta, lascia la sua città alla volta della capitale artistica dell’epoca: Napoli. Questa città e le intense relazioni artistiche intessute con i più importanti esponenti pittorici di quel periodo rappresentano per il maestro un trampolino di lancio per la sua brillante carriera. Durante la sua carriera egli mantiene tuttavia costanti rapporti con la terra natìa lasciando importanti testimonianze della sua arte nella città di Molfetta. Tra queste trova collocazione sull’altare dedicato alla Vergine del Rosario nella chiesa di San Domenico la grande tela raffigurante l’Istituzione del Rosario. Realizzata e donata dallo stesso artista, come si evince dall’iscrizione presente sul dipinto in basso a destra, C.G. Donavit, l’opera è da collocarsi cronologicamente negli anni Trenta del 1700, anni in cui furono sostituiti i precedenti altari delle cappelle, con nuovi altari in marmo. Il tema fu scelto dall’ordine domenicano, soggetto particolarmente caro, quello dell’Istituzione del Rosario, ai Predicatori, soprattutto in seguito alla Battaglia di Lepanto (1571). In quella occasione Papa Pio V, pontefice domenicano, aveva attribuito la vittoria dei cristiani sui turchi all’intercessione della Vergine del Rosario. Attraverso la Vergine si glorificava l’intero ordine e dunque San Domenico, che per primo aveva ricevuto il dono del rosario. La grande tela raffigura la consegna della corona al Santo in ginocchio da parte della Vergine con il Bambino, seduta su una coltre di nuvole e circondata da putti. Accanto a Maria uno splendo angelo vestito da uno sfolgorante drappo rosso, porta tra le mani un vassoio colmo di rose.
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| N.33 | ANNO 96° | 18 OTTOBRE 2020
PARROCCHIA CUORE IMMACOLATO DI MARIA - MOLFETTA
VISITA PASTORALE DI MONS. DOMENICO CORNACCHIA DAL 15 AL 18 OTTOBRE 2020 Comunicazioni sociali Non solo numeri PENSIERO DEL PARROCO sito web: http://www.parrocchiemolfetta.it/
Apertura e accoglienza
L
a comunità parrocchiale del Cuore immacolato di Maria accoglie il Vescovo in questa visita pastorale facendone un momento di gioia e dono. Sappiamo che Vincenzo è anche un’occasione per verificare Di Palo il cammino e riflettere sul futuro del Parroco quartiere e della città che, come Chiesa, abbiamo il compito di abitare e abbracciare. Mantenendo la propria forte identità segnata dal rigore nell’impegno e nel servizio, dalla profonda spiritualità e dalla devozione mariana, dallo spessore della formazione e della presenza adulta laicale, questa comunità si è caratterizzata per il suo volto aperto ed accogliente. Apertura e accoglienza nei confronti delle giovani generazioni, cui si dà fiducia e si richiede corresponsabilità nel costruire e portare avanti buona parte della pastorale; nei confronti dei poveri, al cui appello si fa fronte con l’indiscussa generosità dei parrocchiani, pronti a sovvenire ad innumerevoli necessità mettendo a disposizione competenze, tempo, energie, perché a nessuno sia sottratta la dignità. Apertura ed accoglienza alle tante realtà culturali e sociali che si sono affacciate per usufruire di spazi e erogare servizi, che hanno inserito la parrocchia in un circuito virtuoso di relazioni e contatti avvicinando tanta gente, senza perdere di vista il mandato dell’evangelizzazione. Apertura e accoglienza delle famiglie, dalle esperienze più varie e disparate, bisognose tutte di riferimenti educativi, di accompagnamento genitoriale ma anche di crescere cristianamente nella vita di coppia. La comunità offre realtà associative e gruppi ecclesiali che intercettano bisogni e provano ad offrire opportunità di cammino per le varie fasce d’età. Certo, non mancano le difficoltà, legate alla crescita della solitudine, ai giovani che partono per esigenze di studio e di lavoro, ad un quartiere che si sta trasformando e, in alcune zone, vede montare il degrado ambientale e sociale. Occorrerà dunque uno sforzo a ripensare comunitariamente la nostra presenza di credenti in questa realtà spazio-temporale, qualificandola anche e soprattutto con l’attenzione al sociale ed una pastorale più snella, efficace e calibrata sulle sfide del domani.
Parroco: don Vincenzo Di Palo Vice parroco: don Pino Germinario Abitanti: circa 5000 Associazioni e Gruppi: Associazione “Cuore Immacolato di Maria” (128), Pia Unione di suffragio (112), Azione Cattolica (340), Gruppo Liturgico (18), Ministri straordinari (4), Gruppo famiglia adulti (30), Gruppo famiglie giovani (16), Gruppo famiglia 2016 (32), Gruppo famiglia di AC (36), Gruppo Caritas (7), Educatori Iniziazione cristiana (25), Schola cantorum “Cor Mariae” (34), Consiglio affari economici (5), Agesci Molfetta4 (80), Equipe Comunicazioni Sociali (2) Attività principali: Catechesi e Iniziazione Cristiana, formazione giovani ed adulti, pastorale familiare, oratorio, attività caritative.
cuoreimmacolatodimariamolfetta/ Pagina Facebook: Parrocchia “Cuore Immacolato di Maria” - Oratorio “San Filippo Neri” Instagram: parrocchiacuoreimmacolatomaria Canale Youtube: Parrocchia Cuore Immacolato di Maria – Molfetta email: cuoreimmacolatomaria@gmail.com
CHIESA NEL TERRITORIO
Una parrocchia aperta al territorio
L
a parrocchia Cuore Immacolato di Maria nasce il 21/11/1954 dal Vescovo Achille Salvucci su sollecitazione del compianto don Cosmo Azzollini. Siamo negli anni del secondo dopoguerra, dell’incremento demografico, dello sviluppo urbanistico cittadino di levante; si sente forte l’esigenza di costituire una parrocchia nuova che sia centro di aggregazione dei fedeli. Don Cosmo Antonio si spende totalmente per la costruzione della chiesa e delle opere parrocchiali Allegretta Vice e, grazie alla collaborazione di don Franco Sasso prima e di don Vincenzo Di presidente Palo poi, la parrocchia è arrivata fino ad oggi con 5067 anime, prevalentemenConsiglio Pastorale te adulte. Il sostrato culturale è medio alto. L’economia è di medio livello anche se non mancano sacche di insospettabili povertà che il lockdown ha fatto emergere più urgenti che mai. La parrocchia insiste su un territorio abbastanza servito da strutture commerciali, vede la presenza del Seminario Regionale, di strutture per anziani, alcuni centri per diversamente abili, palestre, strutture di ristorazione. La parrocchia si inserisce in questo sostrato come centro di formazione e riflessione sulla esistenza dell’uomo. L’iniziazione cristiana presenta educatori ACR giovani e catechisti adulti. Seguono le due associazioni storiche volute da don Cosmo: la Pia Unione di Suffragio, che propone un cammino di riflessione sul termine della vita cristiana, e l’Associazione Cuore Immacolato di Maria che promuove il culto e la devozione mariana. Il numeroso gruppo di Azione Cattolica segue il percorso nazionale, il gruppo AGESCI contribuisce alla formazione dei ragazzi secondo i principi e il metodo dello scautismo. Sono presenti anche 4 gruppi famiglia, che affrontano nei loro percorsi le stesse tematiche, con cammini e metodi diversi. Il centro d’ascolto Caritas svolge una preziosa attività di supporto ai bisognosi della parrocchia e non solo. Il gruppo liturgico si occupa dell’animazione della liturgia domenicale. Le liturgie solenni sono animate dalla schola cantorum Cor Mariae, mentre un gruppo di giovani musicisti anima la messa domenicale delle famiglie. L’esercizio della carità silenzioso, solerte, nel solco di un cammino di fede profondo, ha sempre caratterizzato la nostra comunità. Oggi lo decliniamo con un’attenzione ai problemi del presente e con lo sguardo rivolto al futuro, alla necessità di creare buone prassi e fare rete, sfide che vanno nell’unica direzione di continuare a coltivare umanità in Cristo.
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| N.33 | ANNO 96° | 18 OTTOBRE 2020
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ESPERIENZE «La Chiesa “in uscita” è la comunità di discepoli missionari ARTE IN CHIESA che prendono l’iniziativa, che si coinvolgono, che accompagnano, che fruttificano e festeggiano» (EG24)
Parrocchia in uscita...
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a Comunità del Cuore Immacolato di Maria ha sempre avuto come imperativo morale e pastorale l’Annuncio e la testimonianza del Vangelo inteso come Buona notizia per tutti.
... che prende iniziativa
1. Funamboli sul filo del dialogo, generazioni a confronto: 4 incontri realizzati attraverso dibattiti e testimonianze delle varie associazioni presenti sul territorio, aventi come contenuto il dialogo tra adulti e Segretaria Consiglio giovani, le principali sfide dell’oggi nei vari campi di vita, i giovani e Pastorale l’impegno civile, il volontariato. 2. Progetto Apri: su indicazione della Caritas nazionale, la comunità parrocchiale ha accolto una famiglia nigeriana; è un’accoglienza che vede impegnate due famiglie tutor, ma l’intera comunità si impegna con generosità a rendere autonoma la famiglia perché possa affrontare al meglio il proprio percorso di vita. Anna Maria Cifarelli
... che si coinvolge e che accompagna
Nell’appuntamento settimanale del Centro Caritas parrocchiale, la comunità ad oggi sostiene 52 famiglie del territorio parrocchiale e non solo. Ciò è possibile attraverso il coinvolgimento di tutti. È un ammirabile scambio: nel giorno della distribuzione dei viveri tantissimi arrivano in parrocchia e donano di tutto, il pomeriggio tanti altri vengono e ricevono in dono. I giovani della comunità in tre momenti dell’anno fanno la raccolta alimentare presso i supermercati del quartiere a favore delle famiglie indigenti.
... che fruttifica
La comunità ha proposto ai genitori percorsi di approfondimento sui temi dell’educazione, della relazione, della crescita. Tra questi c’è il percorso Essere genitori oggi, una serie di incontri e dibattiti con psicologi e psicoterapeuti volti alla consapevolezza di una sempre più grande responsabilità educativa. La comunità ha in cantiere un progetto di mappatura del territorio tra risorse, esigenze e problemi, per una parrocchia che si impegna ad essere centro e riferimento del quartiere.
... che fa festa
La nostra parrocchia è comunemente chiamata anche ‘San Filippo Neri’ in quanto ha un Oratorio dedicato al Santo della gioia. È una comunità che ‘fa festa’, che gioisce nei vari momenti dell’anno: il tempo del Natale, il carnevale, il periodo estivo. È una comunità che vive con gioia il Vangelo.
Arte sacra: incontro con l’Assoluto
“L
a bellezza, come la verità, è ciò che infonde gioia nel cuore degli uomini, è quel frutto prezioso che resiste al logorio del tempo, che unisce le generazioni Elisabetta e le fa comunicare nell’ammirazione” Gadaleta Restauratore (Papa Francesco). dei Beni Immagine tangibile di questa inCulturali tensa affermazione, espressa da San Paolo VI in occasione della chiusura del Concilio Vaticano II, può considerarsi l’accurata e sensibile ricerca artistica che, nel susseguirsi degli anni, ha sempre e particolarmente animato coloro che si sono avvicendati nella cura pastorale della parrocchia del Cuore Immacolato di Maria. Molteplici sono, infatti, le opere d’arte contemporanea che, impreziosendo l’edificio sacro, sapientemente progettato dall’architetto romano Giuseppe Zander e consacrato dal vescovo Settimio Todisco il 7 ottobre del 1972, comunicano con perspicace fare creativo le verità di fede, promuovendo un fecondo dialogo con le realtà trascendenti e favorendo l’incontro con l’Assoluto. Opera di primario pregio artistico può considerarsi il grande mosaico absidale, realizzato nel 1975 da Italo Peresson su disegno di Ettore de Conciliis, raffigurante “Maria madre della Chiesa”; al centro di esso una croce appena visibile, immagine di luce, accoglie il Cristo Risorto, opera bronzea del fiorentino Marcello Tommasi. Dello stesso autore è il bellissimo Tabernacolo presentante due angeli stanti che reggono con aerea leggerezza il ciborio sulla cui porticina campeggia Gesù Eucaristia attorniato da un composto scenario di figure. Completa l’arredo iconografico eucaristico la scultura portalampada raffigurante il cieco guarito da Gesù nella città di Gerico [Mc 10,46-52; Mt 20,29-34; Lc 18,35-43] il quale protende le braccia verso l’alto. Di grandissima rilevanza artistica sono i tre portali bronzei, realizzati dal maestro romano Ernesto Lamagna, presentanti quattordici scene bibliche di forte potenza evocativa. Peculiari sono, inoltre, il mosaico del fonte battesimale, realizzato dall’ungherese Giovanni Haynal e le quindici stazioni della Via Crucis opera dello scultore molfettese Vito Zaza. Di recente realizzazione sono, infine, le pregevoli vetrate istoriate opera dell’artista veronese Albano Poli (2015) che, in modo continuativo, assieme ai manufatti d’arte sacra brevemente presentati, comunicano la sola e totalizzante “bellezza infinita di Dio, riflessa nell’Icona per eccellenza: Cristo Signore, Immagine del Dio invisibile [Col 1,15]” (Benedetto XVI, 28 giugno 2015).
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| N.34 | ANNO 96° | 25 OTTOBRE 2020
PARROCCHIA SANTA MARIA DI SOVERETO - TERLIZZI
VISITA PASTORALE DI MONS. DOMENICO CORNACCHIA DAL 22 AL 25 OTTOBRE 2020 Comunicazioni sociali Non solo numeri PENSIERO DEL PARROCO sito web: santamariadisoveretoterlizzi.it
Una comunità in cammino
N
ella parrocchia di Santa Maria di Sovereto, la Visita pastorale del Vescovo, Mons. Domenico Cornacchia avviene durante il periodo partiMichele colare del Covid che ha colpito il Amorosini mondo intero. Parroco Come tutte le comunità anche questa di S. Maria risente della situazione di emergenza e delle dovute conseguenze. Situata in una posizione centrale, la chiesa di Santa Maria la Nova fu istituita nel 1805. La comunità parrocchiale, in 215 anni ne ha fatta di strada, sostenuta e guidata dai parroci e dai sacerdoti che si sono avvicendati nel tempo. Proprio per la sua posizione, la parrocchia offre il suo servizio non soltanto ai fedeli appartenenti al territorio, ma anche a quelli che provengono da altre zone della città. Mons. Martella, nella sua Visita pastorale, avvenuta nei giorni 15-21 aprile 2007, entusiasta per la vivacità pastorale dei diversi gruppi e Associazioni, definiva questa realtà “non solo un vero gioiello, ma anche un interessante emporio di dottrina e di fede”, Nell’esortare la comunità a continuare tale cammino, auspicava un maggiore senso di partecipazione e di condivisione, il coinvolgimento dei genitori dei ragazzi della catechesi, una particolare attenzione alla pastorale giovanile e una sinergica collaborazione con le altre parrocchie della città. Molto rimane da fare per inculcare il senso di appartenenza alla vita della comunità che non deve limitarsi ad usufruire dei servizi, ma vivere da protagonista. L’esperienza di don Paolo Malerba, missionario in Kenya, è stata stimolante per la comunità, accrescendo lo spirito di missionarietà di una Chiesa in cammino. La Visita pastorale di Mons. Cornacchia, che la Comunità parrocchiale di Santa Maria si appresta a vivere come tempo di grazia, segue pochi giorni la beatificazione di Carlo Acutis, esempio per i ragazzi e i giovani. Figura, quella del beato, da cui ripartire per una pastorale rivolta ai giovani e con i giovani.
Parroco: don Michele Amorosini Vice parroco: don Pasquale de Palma Abitanti: circa 3100 Associazioni e Gruppi: Associazione del Carmelo (120); Associazione della Divina Misericordia (40); Associazione dell’Apostolato della Preghiera (20); ANSPI (230); Gruppo della Catechesi (22); Ministri straordinari della Comunione (5); Ministranti (10); Coro degli Adulti (12); Gruppo Famiglia (10 coppie). Attività principali: Catechesi e iniziazione Cristiana, Preparazione al Battesimo, al Matrimonio e alla Cresima degli adulti, Formazione dei ministranti, dei giovanissimi e dei giovani, Pastorale familiare, Cura degli anziani e dei malati, Adorazione Eucaristica.
Pagina Facebook: fb.com/santamariadisovereto email: info@santamariadisoveretoterlizzi.it
CHIESA NEL TERRITORIO
Visibilia ad invisibilia. Dall’arte alla spiritualità!
A
ustera ed imponente la facciata di S. Maria La Nova sovrasta l’ampio sagrato in pietra locale. La manciata di gradini che lo circonda costeggia una delle arterie principali della città per gettarsi in una fitta rete di stradine che si snodano verso l’interno, tra vicoli e piazzette, portoni sormontati da antichi mascheroni, reperti di età romana e palazzi ultramoderni. Elisa All’interno dei confini che delimitano questa ampia diversità architettoniTedeschi Laica ca e strutturale si sviluppano altrettanto varie e multiformi attività da parte dei suoi residenti. La parrocchia ospita gran parte delle attività commerciali di tutto l’intero territorio. Sul corso si affacciano i locali più disparati: negozietti alimentari, bar, pizzerie, profumerie, parrucchieri, elettricisti, negozi di abbigliamento e articoli di arredamento, di giochi digitali, negozi di fotografia, di ottica e una farmacia. Non mancano centri estetici, un’erboristeria, negozi sportivi e botteghe dal fascino d’altri tempi, dove si possono incontrare vecchi artigiani, sarti o restauratori, con ormai introvabili attrezzi del mestiere e dall’odore inconfondibile. I ritmi di vita sono quelli scanditi dalla mera ordinarietà che è anche tutela di una certa serenità: l’andare a scuola, al lavoro, di solito fuori, in chiesa per il catechismo, di domenica o per i momenti forti della vita liturgica. L’intero complesso stesso ospita un cinema d’essai e un asilo privato soddisfacendo così esigenze di tipo culturale e di sostegno alle famiglie con particolari esigenze di lavoro. Poco più avanti, nei locali della canonica, gli anziani sono soliti ritrovarsi e trascorrere il pomeriggio in varie attività ricreative. Annesso si trova un altro asilo privato e due campetti di calcio, molto frequentati dai giovani e sedi di maratone sportive d’estate. Complessivamente, la fotografia che se ne ricava è quella di un ampio quartiere abitato da famiglie di diversa estrazione economico-sociale, con un’alta percentuale di anziani e una certa quota di popolazione giovanile che denuncia le sofferenze comuni ai giovani di tutta Italia: abbandono della partecipazione alla Eucarestia dopo la Cresima, esposizione all’alcolismo e al consumo di droghe. Spesso le stradine, in particolare in estate, diventano teatro di scorribande notturne, vandalismi di ogni genere, atteggiamenti al limite della demenzialità che costituiscono la spia di un disagio molto allarmante di cui tutta la comunità dovrebbe seriamente farsi carico.
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ESPERIENZE «La Chiesa “in uscita” è la comunità di discepoli missionari ARTE IN CHIESA che prendono l’iniziativa, che si coinvolgono, che accompagnano, che fruttificano e festeggiano» (EG24)
Parrocchia in uscita...
a cura del Consiglio Pastorale Parrocchiale
... che prende iniziativa
La Comunità di Santa Maria, con circa 3.000 abitanti, cerca di essere una comunità in uscita visitando gli ammalati, programmando attività culturali, promuovendo il patrimonio storico-artistico, concedendo gli spazi del chiostro degli affreschi per mostre e attività culturali. La benedizione annuale delle famiglie, il portare nelle case, durante il periodo natalizio, la luce di Betlemme e favorire visite guidate sono alcuni dei momenti in cui la Comunità prende iniziativa.
... che si coinvolge
La Caritas svolge settimanalmente servizio alle famiglie meno abbienti della parrocchia attraverso la distribuzione di alimenti e il servizio guardaroba. Durante il lockdown, si è adoperata più volte, insieme al Gruppo Famiglia, nel reperire alimenti e sovvenire ai bisogni di 150 famiglie, e di diversi extracomunitari. L’Associazione della Madonna del Carmine attraverso le liturgie e la novena promuove la devozione alla Madonna del Carmine; una Comunità che si lascia coinvolgere nel seguire i Ministranti e i Lettori; nel servizio svolto dai Ministri straordinari dell’Eucarestia; nella preghiera costante da parte delle Associazioni della Divina Misericordia e dell’Apostolato della preghiera. Senza dimenticare il prezioso servizio delle donne che generosamente garantiscono la pulizia degli ambienti e il decoro degli altari.
... che accompagna
I fanciulli e i ragazzi nei percorsi di Iniziazione cristiana, il cammino dei giovanissimi/giovani, dei nubendi, delle Associazioni e dei gruppi, degli ammalati e degli anziani, di famiglie che vivono situazioni particolari e di quelle che celebrano tappe e momenti importanti del loro cammino (battesimo, anniversari di matrimonio…)
Santa Maria, monumento di arte
L
e fonti francescane fanno risalire l’edificazione della chiesa e del convento di S. Maria la Nova dei Minori Osservanti al 1500, con auspicio di papa Alessandro VI e Francesco l’ampio sostegno economico del de Nicolo Storico conte di Terlizzi Francesco II Orsini. dell’arte La comunità zoccolante conquistò, in pochi decenni, il favore e le simpatie dell’Universitas e del patriziato locale che designò il tempio quale luogo privilegiato di sepoltura con l’edificazione degli altari di jus patronatus; anche il Capitolo Generale dell’Ordine riconobbe il ruolo centrale del convento terlizzese scegliendolo quale sede di studentato filosofico e teologico per l’intera provincia minoritica. Per tali ragioni l’edificio sacro si configurò quale ideale contenitore di opere d’arte di grande pregio, di scuola veneta e napoletana, tra cui vanno ricordate la tela di Giovan Girolamo Savoldo (1480 ca.-1550 ca.) raffigurante l’Adorazione dei pastori, replica
... che fruttifica
Si è costituito da circa due anni un Gruppo Famiglia, genitori e figli che insieme fanno un percorso di fede, attraverso momenti di preghiera e incontri confrontandosi sul compito educativo e tematiche famigliari; giovani che svolgono il ruolo di educatori e di catechisti.
... che fa festa
Ogni domenica la Comunità si ritrova intorno alla mensa della Parola e dell’Eucarestia, nelle solennità liturgiche; nel vivere il pellegrinaggio annuale al santuario di Sovereto, nel vivere momenti di convivialità, nell’organizzare la festa di Carnevale con i fanciulli, durante l’Oratorio estivo e invernale... delle tela in S. Giobbe a Venezia, il S. Antonio in estasi (1660) del napoletano Giuseppe Marullo (1615-1685), l’Eterno Padre e la Madonna del Rosario (1718) del partenopeo Nicola Maria Rossi (16901758). Su tutte, però, l’occhio è rapito dalla straordinaria pala dell’altare maggiore raffigurante la Madonna in trono col Bambino tra S. Giovanni Battista e S. Francesco d’Assisi (nella foto), opera unanimemente attribuita a Giovanni Antonio de’ Sacchis detto il Pordenone (1483-1539), pittore friulano antagonista di Tiziano. La “sacra conversazione” che intrattengono i personaggi della scena sacra sembra alludere alla passione e morte di Cristo, resa esplicita dall’agnello sacrificale offerto dal Battista, vestito con pelli di cammello e con un mantello purpureo che simboleggia il martirio. Il Bambino si rivolge, con lo sguardo mesto e il gesto, a S. Francesco affidandogli la missione salvifica; questi, vestito col povero saio di lana grezza, accoglie il mandato mostrando già le stigmate sui palmi delle sue mani. La pregevole opera fu verosimilmente commissionata dai Grimaldi di Monaco, subentrati agli Orsini quali feudatari della città.
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| N.36 | ANNO 96° | 8 NOVEMBRE 2020
PARROCCHIA SAN PIO X - MOLFETTA
VISITA PASTORALE DI MONS. DOMENICO CORNACCHIA DAL 5 ALL’ 8 NOVEMBRE 2020 d’ascolto “Altrimedi” (20). Non solo numeri PENSIERO DEL PARROCO Attività principali: Liturgia e adorazione
Qual è il nostro stile di comunità?
L
a nostra comunità è impegnata a vivere straordinariamente l’ordinario, la ferialità della vita cristiana. Vive l’esaltante e gravosa avventura del prendere Giuseppe ogni giorno la croce (Lc 9,23) e riPischetti manere nell’amore di Cristo. Con Parroco perseveranza avvertendo e accogliendo la gioia della fatica nella dedizione a tutti i fratelli. È una comunità con gli occhi attenti alle sorti della città e del mondo intero, con il cuore pulsante per il destino di tutti gli uomini, con le orecchie pronte a intercettare i bisogni dei deboli, con le mani operose, impegnate nel cantiere della storia per costruire la civiltà dell’amore, con i piedi pronti a correre per portare il lieto annunzio del vangelo ad ogni uomo e a tutto l’uomo. Una comunità con lo sguardo rivolto alla patria che è nei cieli (Fil 3,20), tessendo la speranza nella trama del quotidiano, in attesa dell’incontro con il Risorto. Con questo stile vogliamo impegnarci a essere seminatori di speranza in tutti i sensi e a recuperare il gusto del vivere semplicemente e cristianamente. Vogliamo sentirci tutti conquistati dal fascino di spargere a piene mani semi di speranza tra i solchi del nostro vissuto quotidiano. Con avvedutezza, ma ancor più con passione, per far risuonare la sinfonia della speranza. La presenza del Vescovo in questi giorni ci confermi in questi nostri propositi e ci sproni perché la verità del vangelo continui a rimanere salda tra di noi (Gal 2,5), senza che alcuno rechi intralcio al Vangelo di Cristo (1Cor 9,12). Attraverso la sua presenza tutta la comunità sia incoraggiata a sentirsi sempre più coinvolta nella missione della Chiesa per venire incontro con rinnovato slancio apostolico alle numerose sfide sociali e religiose dell’epoca attuale, secondo l’invito rivolto da Papa Francesco.
Parroco: don Giuseppe Pischetti Collaboratore: mons. Giuseppe de Candia Abitanti: circa 5000 Religiose: Oblate di S. Benedetto G. Labre Associazioni e Gruppi: Azione Cattolica Italiana (304), Apostolato della Preghiera (100), Monte Purgatorio (250), Volontariato Vincenziano (12), Èquipe liturgica (5), Ministri straordinari della comunione (2), Ministranti (33), Cori (3), Catechisti (20), Giovanissimi AC (11), Giovani AC (13), Adulti AC (18), Giovani famiglie AC (12), Famiglie (20), Caritas (15), Laboratorio “Taglio e cucito” (20), Laboratorio “Le mamme creano” (20), Èquipe pastorale vocazionale (3), Èquipe pastorale giovanile (4), Èquipe pastorale famigliare (6), Èquipe oratoriale (10), Volontariato Vincenziano “S. Luisa” (12), Gruppo
Eucaristica mensile, catechesi e iniziazione cristiana, formazione settori AC, famiglie, nubendi, oratorio, attività caritative. Comunicazioni sociali sito web: www.sanpioxmolfetta.it Pagina Facebook: San pio x molfetta Instagram: @spioxmolfetta email: sanpioxmolfetta@libero.it
CHIESA NEL TERRITORIO
Di generazione in generazione
I
l territorio parrocchiale vede una presenza importante di servizi che occupano vaste aree del quartiere: scuole e impianti sportivi, il parco e il mercato; notevole anche la presenza di istituti religiosi. Nello spazio che rimane ci sono le case, con una disposizione singolare: una sorta di semicerchio, a partire dai palazzi nella zona dei “militari”, fino al confine a levanLorenzo te, verso la Madonna della Pace; la chiesa parrocchiale costituisce quasi il Pisani fulcro. Operatore pastorale Le costruzioni non sono tutte contemporanee; ma nella diversità di tipologia, abbiamo appartamenti dignitosi, mediamente grandi, per le famiglie come erano nei primissimi anni della parrocchia, gli ultimi del baby boom. Sono case di operai e professionisti, marittimi e impiegati, commercianti e insegnanti; un quartiere senza evidenti situazioni di disagio. È abbastanza frequente che i condomìni presentino una certa omogeneità generazionale. Famiglie abbastanza giovani sono entrate in quelle case e insieme sono invecchiate; così il nostro, oggi, è un quartiere con tanti nonni. Col passare del tempo, questa situazione può diventare impegnativa; iniziano a vedersi in giro, infatti, numerose badanti straniere. Ogni tanto qualche casa rimane vuota e inizia un lento ricambio. La composizione sociale non cambia: invece, sono cambiate di molto le abitudini e le disponibilità di tempo. Il territorio vede anche una presenza importante che va ben oltre i residenti. La generazione dei figli di allora, oggi genitori, è rimasta affezionata a queste vie; e così, soprattutto per giovarsi dell’aiuto dei nonni, iscrive i bambini all’I.C. “Scardigno Savio”. La frequenza della scuola si riverbera anche al catechismo e in parrocchia. La comunità, dunque, è sfidata a trasformare questa presenza “per inerzia” in qualcosa di più; perché i pur numerosi ragazzi prendono presto il volo. L’intreccio tra le generazioni sembra rassicurarci in una certa stabilità nel tessuto dei valori. Eppure, presto dovremo trovare nuove strade per annunciare la nostra fede in Gesù, oramai non possiamo darla più per scontata.
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| N.36 | ANNO 96° | 8 NOVEMBRE 2020
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ESPERIENZE «La Chiesa “in uscita” è la comunità di discepoli missionari ARTE IN CHIESA che prendono l’iniziativa, che si coinvolgono, che accompagnano, che fruttificano e festeggiano» (EG24)
Parrocchia in uscita...
L
a carità è il dono di Cristo alla sua Chiesa, chiamata ad amare come Dio ama e ad incarnare le sue stesse caratteristiche di un amore gratuito che va oltre misura, di un amore preferenziale per i peccatori, i lontani, i poveri, di un amore che si estende a tutti, compresi i nemici; la logica dell’amore è diversa dalla logica dell’efficienza ed è opposta alla logiGiovanni ca del profitto; è diversa anche dalla logica dell’assistenza e dell’elemosina: Sasso nella famiglia i fratelli non si fanno l’elemosina, dividono quello che hanno. Operatore pastorale Il problema, allora, per la nostra parrocchia non è stato solo il coinvolgimento nella scelta preferenziale dei poveri in quanto anche questa potrebbe essere una scelta assistenziale; il problema è vivere come famiglia di Dio e la scelta dei poveri è conseguenza esistenziale, necessaria e semmai un indicatore del livello di amore in cui vive la parrocchia. È un amore concreto: “la carità evangelica è caratterizzata dalla concretezza; raggiunge l’uomo sia nella singolarità della sua persona che nell’interezza delle sue relazioni con gli altri uomini e con il mondo” (CEI, ETC23). Si tratta quindi di un amore visibile fatto per essere visto e per illuminare le strade anche agli altri; le opere della carità devono risplendere davanti agli uomini e “la loro visibilità deve essere accompagnata da una sorta di trasparenza che non ferma l’attenzione su di sé, ma invita gli uomini a prolungare lo sguardo verso Dio, perché a Lui va resa la gloria (…); Gesù è stato la trasparenza del Padre, allo stesso modo la Chiesa deve rivelare il volto di Cristo, non anzitutto se stessa” (Ivi n.21). La nostra comunità dagli anni ‘80 in poi ha accolto e lanciato e preso l’iniziativa della sfida della carità il cui Vangelo sarà percepito come il grande annuncio dei tempi moderni. L’animazione, il coordinamento e la formazione, finalità principali di una “carità organizzata” (di vincenziana memoria sempre echeggiata nella nostra spiritualità, se non altro per la vicinanza alle Figlie della Carità), in tempi recenti non può non aver coinvolto tutto il mondo del volontariato locale, che costituisce lo spazio preferenziale per l’attività caritativa e quindi un canale privilegiato per sviluppare un programma operativo sul piano della testimonianza e della formazione continua. Osiamo citare solo alcuni esempi dei frutti maturati oggi: il servizio continuo e paziente prima nel Centro d’accoglienza “don Tonino Bello” e poi nella “Casa della Misericordia”, la stretta e innovativa collaborazione con il vicino Social Market Solidale, il pieno e affettuoso sostegno alle Case-Famiglia che si affacciano sul territorio, il discreto e delicato accompagnamento di coloro che hanno pendenze penali, di vecchi e di nuovi poveri in dialogo con le Istituzioni. Inoltre l’esortazione continua a riconoscere nell’Eucaristia celebrata la forza per portare a tutti gli uomini la gioia di una festa che come “la carità non avrà fine” (1Cor 13,8).
L’icona di San Pio X
L’
icona è stata accolta in agosto dalla Parrocchia ed è stata realizzata con la tecnica di affresco su tavola da Ivan Polverani. Colpisce la scarsa somiglianza con i Saverio tratti dinamici, realistici e senili del Mongelli Santo rappresentato sulla vetrata Operatore pastorale absidale. Il perché è nel fatto che l’iconografo ripropone la simbologia caratteristica dell’arte sacra bizantina. Fissità ieratica, abiti pontificali, mano destra benedicente e sinistra che sostiene la nostra chiesa parrocchiale evidenziano la figura del Pontefice, successore di Pietro e protettore del Tempio a Lui dedicato. Non solo. La vita dei Santi proclama, con la realtà del Logos che continua a incarnarsi nella storia, la divinizzazione (theòsis) dell’uomo. L’icona rappresentata aggancia le caratteristiche fisiche del Santo ma le transfigura. L’ immagine si schiude a una dimensione altra ed alta che la sottrae alle connotazioni dello spazio-tempo e la fissa nella Luce trascendente di Dio (sfondo dorato), giovinezza eterna. Essa però viene sbalzata verso l’osservatore. Evidenzia sì i tratti della nuova creazione ma, tramite l’azione visiva, si fa proposta che richiama il fedele alla renovatio mundi. Realizzazione e vocazione quindi, presenza nella nostra Comunità e pre-sentire di un destino supremo e radioso…, figurazione e pre-figurazione che beneficiano della immediatezza percettiva, della semplicità quasi superiore dell’immagine rispetto alla parola. Brevità eloquente, coinvolgimento conciso in un circuito seduttivo empatico che prescinde dal grado di cultura, pregnanza comunicativa di un messaggio elementare ma essenziale, anticipatario rispetto allo stesso ascolto: anche io, con la mia storia e identità sono chiamato alla santità. Spectator dell’icona, sono contemporaneamente pro-vocato dall’immagine, vero nucleo generatore non solo di conoscenze e significati, ma di aneliti di raggiungimento, di chiamate alla metanoia, all’ascesi e al rinnovamento dell’ethos e dell’intera vita.
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| N.6 | ANNO 97° | 7 FEBBRAIO 2021
PARROCCHIA IMMACOLATA - MOLFETTA
VISITA PASTORALE DI MONS. DOMENICO CORNACCHIA 8 E 11 FEBBRAIO 2021 Pagina facebook: Parrocchia Immacolata Non solo numeri PENSIERO DEL PARROCO – Molfetta;
Uno stile pastorale
È
dal 1874 che la presenza della Chiesa Nuova in un quartiere centrale (vivendoci però ti accorgi che è periferia di una geografia umana spesso usata e Nicolò poco valorizzata) vive la bellezza, il Tempesta lavoro, la gioia e qualche volta la Parroco fatica di annunziare la vita buona del Vangelo e dice a tutti, credenti e non credenti, cristiani e uomini di altre fedi, che siamo tutti fratelli e che Dio ha il volto di un pastore buono. Mi fa pensare l’aggettivo pastorale in un momento dove lo stile e i modi fanno la differenza. Forse noi preti l’abbiamo trasformato erroneamente in un sostantivo, ma l’aggettivo pastorale conserva una funzione distintiva. Ha a che fare con il pastore e dice non una visita qualunque, ma rivela uno stile di chiesa che recupera la relazione di attenzione e di cura, tipica del pastore, un modo di essere che ignora i confini, qualche volta solo convenzionali, delimitati solo dai risvolti culturali che etichettano il quartiere. Uno stile, quello appreso nella parrocchia dell’Immacolata, di chi vive l’appartenenza alla comunità non come proprietario, ma ospite poiché la parrocchia assomiglia a quell’albergo dipinto da Luca nel suo vangelo e ci dice che, chi abita la comunità se ne prende cura e sa che il tempo diventa superiore allo spazio. E poiché all’Immacolata spazi non c’è ne sono, sono ridotti all’osso, avvertiamo vere le riflessioni della parabola che l’evangelista fa in riferimento al tempo e sulle quali sembra insistere: “Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede all’albergatore, dicendo: Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno”. (Lc 10,35). Un tempo lungo, diluito nella cura. Spero che la presenza del Pastore ci ricordi che la direzione da seguire è quella del cielo: che siano stelle e lune di notte o la colonna di fuoco di giorno come per Mosè, dovremmo recuperare la strada guardando il cielo perché il pastore sa che guardare in alto aiuta a distogliere gli occhi dagli inciampi della strada. A volte nel nostro quartiere accade che una pecora scopra un buco nel recinto e vi scivoli. Ti accorgi che era così felice di andarsene. Ma allontanandosi troppo si perde. Spesso neppure sa di essersi allontanata dal recinto poiché tutto fuori sembra attraente e piacevole, si ha tutto e subito senza grossi sforzi. A volte nel nostro quartiere è accaduto che una pecora si accorge ad un certo punto di essere seguita da un lupo. Ti rendi conto che nonostante la corsa il lupo continua a inseguirla finché il pastore non arriva e la salva riportandola amorevolmente all’ovile. E nonostante tutti l’incitassero a farlo, il pastore non vuole riparare il buco nel recinto.
Parroco: don Nicolò Tempesta Religiose: Comunità delle Suore Francescane Alcantarine (n.25), Superiora: Suor Paola Pasquini Abitanti: circa 4200 Associazioni e Gruppi: Azione Cattolica Italiana (390), Gruppo di Volontariato Vincenziano: Casa Emmanuel e servizio doposcuola (25), Congregazione “Nostra Signora di Lourdes” (1200), Apostolato della Preghiera – Associazione del Sacro Cuore (60), Pia Opera del Suffragio perpetuo e associazione “Gesù nell’orto”, Gruppo “Santa Marta” (25) Attività principali: Catechesi, formazione giovani ed adulti, pastorale familiare, attività caritative. Comunicazioni sociali Giornale parrocchiale: periodico della comunità “Chiesa Nuova” fondato nel 1970,
Email: immacolatamolfetta@gmail.com Instagram: acr.immacolata.molf; Sito web: http://www.parrocchiemolfetta.it/ immacolatamolfetta/ Canale youtube: https://www.youtube.com/ user/immacolatamolfetta
CHIESA NEL TERRITORIO
Lo stile dell’incontro
C
redo che l’incontro con il Vescovo possa diventare per la comunità una opportunità per vivere un’attenzione affettiva e pastorale Nicoletta più forte, verso un territorio Gagliardi Vice che, seppur centrale nella geopresidente grafia cittadina, è estrema Consiglio Pastorale periferia nella geografia umana. Un territorio da sempre popolare, ma che negli ultimi vent’anni ha subito una ancor più profonda trasformazione sociale, che possiamo percepire con uno sguardo panoramico intorno alla piazza (in rifacimento). Soffermandoci sul sagrato della parrocchia lo sguardo cade immediatamente su volti dai tratti diversi, che lasciano trasparire la natura di un territorio molto diversificato, nel quale si incrociano e mescolano numerose storie di vita e di umanità, di diverse provenienze. Sono gli sguardi di uomini, donne e bambini che, anche senza essere cattolici, frequentano la parrocchia. Credo e spero che anche in loro la presenza del Vescovo susciti qualche domanda di vita buona. Immergendosi nella complessa realtà “dei Crocifissi” si potrebbe incrociare lo sguardo dell’anziano intento a cogliere la vita che trascorre, del migrante che cerca pace, del bisognoso in attesa di un gesto di fraterna solidarietà, dei bambini che sbucano dalle umili abitazioni in cerca di un po’ di spensieratezza. Cosa potrebbe aspettarsi questa gente da un pastore di anime? Sicuramente la semplicità di un saluto che vorrebbe dire “ti riconosco come uomo,
fratello” anche se tra mille difficoltà si fa fatica a riscattare questa vita, oppure una mano tesa e sicura a cui aggrapparsi per non perdersi nel buio dell’assenza delle istituzioni e dunque ricominciare a vivere le relazioni umane e riscoprirsi amati. Cosa potrebbe aspettarsi chi vive intorno e chi sosta sulla piazza, se non vicinanza e attenzione a una realtà complessa, chiamata a un ecumenismo che si tocca con mano. Una realtà che respinge il pregiudizio ampiamente diffuso verso di essa nella nostra comunità cittadina, una realtà sempre ricordata all’occorrenza quando si parla di nuova urbanizzazione, ma che nel concreto è sempre dimenticata un attimo dopo, come quasi sempre avviene per questa parte della città. C’è una chiesa che non viene in chiesa (e che dovrebbe stare più a cuore al pastore) e c’è una chiesa che viene in chiesa che si aspetta più di una pacca sulla spalla: sono gli operatori pastorali e volontari della carità, di “Casa Emmanuel”, discreti ma continuamente al lavoro, a volte in affanno, e che attendono sempre un’iniezione di nuova energia per catalizzare i processi di cambiamento fuori dai riti e immersi in un impegno credibile ancorato ai valori evangelici per raggiungere le periferie e le povertà umane e spirituali ponendosi accanto ai bisognosi. Potrebbero essere queste le attese della nostra comunità? “Bisogna conoscere il cuore degli uomini per annunciare il cuore di Dio” (Paolo VI). È questo l’auspicio che faccio a tutta la nostra comunità in attesa della visita pastorale.
Paginone ESPERIENZE «La Chiesa “in uscita” è la comunità di discepoli missionari che prendono l’iniziativa, che si coinvolgono, che accompagnano, che fruttificano e festeggiano» (EG24)
Parrocchia in uscita...
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asa Emmanuel è il segno concreto dell’amore di Dio e della speranza per l’uomo. È una realtà che serve il nostro territorio dal 9 novembre del 1997. Il nome Casa Emmanuel è emblematico: dice uno stile, quello di casa appunto. Uno stile di famiglia e poi Emmanuel, un titolo nella Scrittura riferito a Gesù e che significa che Dio non ci abCaterina bandona affatto. Vogliamo come volontari fare l’esperienza di una spede Bari ranza concreta che ha il volto di Gesù di Nazarteh. Volontariato Vincenziano Presso il centro è collocata la sede operativa del gruppo di Volontariato Vincenziano della parrocchia che è una realtà bella, concreta che arricchisce la comunità con una spiritualità legata a san Vincenzo de’ Paoli. Considerando il nostro quartiere, Casa Emmanuel è anche centro di ascolto per condividere i bisogni di persone e famiglie, è servizio di segretariato sociale svolgendo un lavoro sinergico con le altre associazioni di volontariato del quartiere; le parole di Papa Francesco nella sua recente Lettera Enciclica sulla fraternità e l’amicizia sociale, in questo momento storico, le avvertiamo vere per noi: “Ci sono periferie che si trovano vicino a noi, nel centro di una città, o nella propria famiglia. C’è anche un aspetto dell’apertura universale dell’amore che non è geografico ma esistenziale. È la capacità quotidiana di allargare la mia cerchia, di arrivare a quelli che spontaneamente non sento parte del mio mondo di interessi, benché siano vicino a me. D’altra parte, ogni fratello o sorella sofferente, abbandonato o ignorato dalla mia società è un forestiero esistenziale, anche se è nato nello stesso Paese. Può essere un cittadino con tutte le carte in regola, però lo fanno sentire come uno straniero nella propria terra. Il razzismo è un virus che muta facilmente e invece di sparire si nasconde, ma è sempre in agguato” (Fratelli Tutti, 97). Soprattutto nella parte più antica del territorio parrocchiale Casa Emmanuel vuole essere un segno di speranza in un contesto di degrado socio-culturale e economico segnato dalla presenza di numerose e diffuse forme di povertà vecchie e nuove: precarietà abitative, minori ad altro rischio di evasione dall’obbligo scolastico e di devianza, spaccio di sostanze stupefacenti, famiglie e piccole comunità di immigrati albanesi e africani. Un servizio educativo è l’attività di doposcuola soprattutto per la comunità albanese e marocchina presente sul territorio, un segno concreto di speranza incarnata.
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ARTE IN CHIESA
Il pregevole Organo del ‘500-600
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l pregevole e antico organo della Parrocchia Immacolata fu presumibilmente edificato da un anonimo maestro d’organi appartenente alla scuola organaria napoleGaetano tana tra il XVI ed il XVII secolo per Magarelli Direttore essere collocato nell’antichissima Cappella chiesa annessa al Convento di San Musicale Corradiana Francesco (sec. XIII) retto dai francescani conventuali. A seguito della demolizione della chiesa di San Francesco (avvenuta negli anni Ottanta dell’Ottocento) l’organo fu smontato e depositato nella chiesa di San Domenico. Nel 1892, a pochi anni dalla fine dei lavori di costruzione della Chiesa Nuova, il rettore Nicola Samarelli chiese, per l’uso della sua Chiesa, l’organo che esisteva nella demolita Chiesa di San Francesco. L’organo fu trasferito nella nuova chiesa dell’Immacolata nel 1900, dopo il completamento dei lavori di costruzione della cantoria. La nuova cassa lignea a 5 campate fu costruita dall’ebanista Giovanni Messina su evidente ispirazione di quella originale e collocata sulla cantoria costruita da Corrado Germinario. Il recente restauro ha permesso di individuare nello strumento elementi di sorprendente arcaicità. Il somiere maestro risulta databile alla metà circa del sec. XVII. A una fase settecentesca sono invece databili la facciata in stagno e le canne della Voce Umana; databili alla fase di ricostruzione fine-ottocentesca, e quindi accantonati durante il restauro, sono risultati pochi corpi sonori in metallo oltre alle citate canne in legno. La cassa, restaurata da Tiziana de Lillo, non è addossata alla parete, alla quale è comunque agganciata. Ha il prospetto in cinque campate (secondo lo stile degli organi rinascimentali) a profilo piatto delimitate da paraste dipinte all’interno con motivi floreali. Il lungo e laborioso restauro della parte fonica e meccanica, eseguito nel 2013 dalla Ditta Artigiana Nicola Canosa di Matera, riconsegna alla comunità parrocchiale dell’Immacolata e alla città e diocesi di Molfetta uno strumento musicale pregevolissimo, che allo stato attuale delle ricerche è l’unica testimonianza dell’arte organaria napoletana cinque-seicentesca in terra di Bari.
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PARROCCHIA SANTI MEDICI - TERLIZZI
VISITA PASTORALE DI MONS. DOMENICO CORNACCHIA 12 E 14 FEBBRAIO 2021 PENSIERO DEL PARROCO
75 anni di presenza pastorale
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utto ciò che si può dire della comunità parrocchiale dei Santi Medici, nei suoi 75 anni di presenza e di servizio all’interno di una piccola porzione della Francesco popolazione di Terlizzi, lo si può de Lucia leggere sui volti dei tanti che sono Parroco ancora impegnati nella vita di testimonianza cristiana e che attendono mani più giovani a raccogliere il testimone. Caro vescovo don Mimmo, verrai in mezzo a noi per la visita pastorale e troverai le porte aperte, i cuori attenti, specialmente da parte di coloro che erano presenti alle due precedenti visite pastorali, nel 1990 con don Tonino Bello, e nel 2007 con don Gino Martella, tuoi venerati predecessori. E incontrerai anche quanti, come i bambini e i ragazzi, non avendo vissuto mai una tale esperienza, attendono con curiosità la tua visita. Ci siamo preparati soprattutto con la preghiera perché, come tu stesso ci hai ricordato, “lo Spirito Santo accompagni te e noi nello svolgimento della vista pastorale e la porti a suo compimento nel segno della fedeltà a Cristo”. In passato, nella parrocchia dei Santi Medici Cosma e Damiano, i laici, collaboratori pastorali e non solo, sono molto cresciuti in corresponsabilità nella vigna del Signore, grazie alla testimonianza semplice e preziosa di don Vito Cataldi, alla robusta formazione maturata con don Giuseppe De Bartolo e con don Nino Pastanella, fino alle esperienze, brevi ma significative degli ultimi anni con don Vincenzo Boragine e don Angelantonio Magarelli. Ispirati dalle prospettive pastorali della nuova evangelizzazione, i laici hanno costantemente manifestato impegno generoso per confermarsi nella fedeltà a Dio e alla sua Parola, e nella fedeltà all’uomo nelle sue concrete condizioni storiche. Comunitariamente, abbiamo tutti preso atto, con umiltà e coraggio, del mutamento profondo avvenuto nella nostra società. Ma non per questo ci scoraggiamo e ci fermiamo nell’opera che anche nell’oggi Dio ci affida: annunciare e testimoniare la Parola che salva, a servizio della chiesa che deve farsi parola comprensibile a coloro cui si rivolge. Ecco, dunque, il motivo che la tua visita pastorale vuole enunciare: la parrocchia è ancora indispensabile nell’opera di evangelizzazione. Ma per poter realizzare ciò, deve decisamente ritrovare e ripensare la dimensione missionaria, centrata sulla persona di Gesù Cristo, con rinnovato stile, con generoso slancio, con linguaggi nuovi. Dalla tua compagnia, caro vescovo, vogliamo apprendere la testimonianza viva del Vangelo e sentirci incoraggiati a esprimere la vivacità neces-
Non solo numeri
Abitanti 2600 ca Parroco: Don Francesco de Lucia Associazioni e Gruppi: Confraternita di S. Maria delle Grazie, Ministranti, Catechisti, Azione Cattolica, Gruppo Cantori, Gruppo Caritas, Apostolato della Preghiera, Oratorio Attività principali: Catechesi settimanale per i gruppi, Azione Cattolica, Adorazione Eucaristica ogni primo giovedì di mese, Centro ascolto Caritas, Cura pastorale degli infermi, Oratorio estivo e invernale Comunicazioni sociali: Sito web: http://santimediciterlizzi. diocesimolfetta.it Email: ssmedici.terlizzi@libero.it Facebook: fb.com/parrocchiassmediciterlizzi/
CHIESA NEL TERRITORIO
Direttamente sulla strada
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a chiesa dei Santi Medici a Terlizzi è stata costruita nei primi anni del ‘900 per opera della Confraternita “Santa Maria delle Grazie” che ne conserva la proprietà. Importante è sottolineare la sensibilità, la disponibilità, l’attiva partecipazione alla vita parrocchiale e la cura dell’edificio da parte di tutti i confratelli e le consorelle. Questo si staglia al di sopra delle case antiche del territorio, avendo l’aspetto di un piccolo Duomo, pur nella sua dimensione molto ridotta. E si configura proprio come “casa tra le case”, mancando di un sagrato e di cancelli. Si apre direttamente sulla strada, quasi a sollecitarci continuamente ad essere “in uscita” e a diventare sempre più missionari. All’interno della chiesa, in una nicchia, dominano le due figure dei martiri Cosma e Damiano che il popolo terlizzese venera con tanta devozione, soprattutto durante la novena in preparazione alla festa annuale. È proprio allora, come durante diversi momenti dell’anno, che la chiesa gremita rivela il suo spazio molto limitato. La comunità continua nel tempo, guidata da pastori generosi e solleciti, a svolgere un’intensa attività pastorale, attraverso saria per questi nostri tempi, perché ogni azione pastorale sia significativa e formativa, e dove non solo gruppi e strutture ma ogni singola persona, nella sua concreta situazione di vita, sia riconosciuta quale immagine vivente di Dio che sempre è in mezzo a noi.
l’opera della Caritas, attenta ai bisogni di alcune famiglie in difficoltà, come anche dei fratelli migranti; le attività di catechesi, specie quella orientata ai sacramenti; i percorsi di Azione Cattolica nelle sue varie articolazioni; l’animazione dell’Apostolato della Preghiera; la cura spirituale della Confraternita. L’obiettivo di tutti è quello di fare della comunità parrocchiale non un recinto, ma una tenda che si allarga al territorio e alla città intera, come ci invita Papa Francesco, uscendo da noi stessi, stabilendo un clima di amicizia e di stima fra tutti, secondo l’invito di don Tonino Bello, in spirito di autentica fraternità cristiana. Consiglio pastorale parrocchiale
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ESPERIENZE «La Chiesa “in uscita” è la comunità di discepoli missionari ARTE IN CHIESA che prendono l’iniziativa, che si coinvolgono, che accompagnano, che fruttificano e festeggiano» (EG24)
Parrocchia in uscita... ...che prende iniziativa
L’immagine della “Chiesa in uscita”, disegnata da Papa Francesco, incrocia la realtà quotidiana della nostra comunità parrocchiale che “Comunità in uscita” deve esserlo necessariamente, non fosse altro che per motivi “logistici”. Quella dei Santi Medici di Terlizzi è, infatti, una comunità parrocchiale Gaetano che vede l’impegno generoso di tanti cristiani dal cuore grande, ma che de Bari operano spazi in spazi ristretti e che, anche per questo, oggi si proiettano Animatore della verso un’azione pastorale che sia diffusa sul territorio. La testimonianza di Comunicazione fede nella Chiesa, del nostro tempo e del nostro territorio, non può più essere sedentaria, ma è chiamata a pensare e progettare una missionarietà che porti Cristo e la sua Parola nei luoghi della vita della gente che abita il territorio parrocchiale, nei luoghi del divertimento, del passeggio e della sofferenza.
...che si coinvolge
I condomini, le strade, la villa comunale, il campetto di calcio, i locali per il catechismo e per le attività di ragazzi, giovani e adulti che frequentano la parrocchia, rappresentano i punti di riferimento di un perimetro pastorale che vede la comunità impegnata nella testimonianza e nella carità operosa. Sono tanti gli uomini e le donne del territorio della parrocchia che si affacciano, chiedono, e poi riprendono il loro percorso quotidiano di vita. Sono questi i cristiani e le cristiane del nostro tempo che come comunità dobbiamo essere capaci di affascinare, incontrare nei luoghi della loro quotidianità, delle loro gioie e dei loro dolori, nella loro sete di senso che traspare spesso dal rimanere sulla soglia di una parrocchia che, se è piccola come luogo di culto, può e deve diventare sempre più grande nel suo essere Comunità di credenti e testimoni del Risorto.
...che accompagna
La presenza di molte famiglie adulte e di anziani interpella e sfida, con specifiche necessità e problematiche, anche di carattere socio economico, la comunità parrocchiale ad essere vicina e testimone dell’Amore e della Carità di Cristo con gesti e parole che siano riflesso dei Gesti e delle Parole del Risorto nell’autenticità, che faccia entrare chi rimane sulla soglia ad osservare alla ricerca di un segno della presenza di Dio. In questo contesto socio pastorale diviene necessaria l’azione pastorale in rete, che formi laici e laiche capaci di tradurre la Buona Notizia del Vangelo in gesti e segni capaci di raggiungere anche i parrocchiani più lontani, senza attendere di essere raggiunti per iniziare ad annunciare.
... che fruttifica
La realtà della Confraternita rappresenta per la nostra comunità parrocchiale un dono, un’occasione di autentico esercizio della pietà cristiana e della solidarietà, che trova nella devozione la sua forma, ma nella Carità la sua forza e il suo dinamismo per realizzare piccoli progetti e attività capaci di testimoniare che è ancora bello e possibile “prendersi cura gli uni degli altri” ad imitazione dei due Santi Medici.
... che fa festa
La realtà di un piccolo campetto realizzato dalla parrocchia, su un suolo donatole, è anch’esso occasione di rilancio, per i più giovani, per una esperienza di vita cristiana vissuta nella gioia e nella fraternità e anche questo è un obiettivo di questa comunità parrocchiale che, se non può accogliere i tanti nei suoi ristretti spazi, può, però, raggiungere tantissimi attraverso la diffusione della cultura delle comunicazioni sociali, attraverso la formazione di giovani capaci di dire, con gli strumenti social che il nostro tempo mette a disposizione, la bellezza di quanto si sta realizzando o si ha in cuore di realizzare, di dire che per tutti la parrocchia è ancora un luogo in cui sentirsi “a casa”, “in famiglia”, un luogo in cui nessuno è escluso … come è per il cuore di Dio.
Il simulacro dei Santi Cosma e Damiano
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uminosa è la testimonianza di una fede viva e coerente attraverso le opere d’arte che si ammirano in una chiesa. Opere che accompagnano il cammino di tutte le Giuseppe Chiapparino generazioni. restauratore Nell’edificio sacro voluto e realizzato (dedicato nel 1925) dalla Confraternita di Santa Maria delle Grazie e dei Santi Medici, troviamo simulacri sacri in cui si riconoscono valore di antichità e rappresentazione di fede. I due simulacri dei Santi Medici vestiti, risalenti al 1876, sono opera di uno scultore terlizzese, Pasquale Volpe (Terlizzi 1830-1901), figlio del più noto e prolifico Giuseppe (Terlizzi 1796- 1876). Egli firmò e datò i due manichini vestiti sulle pettorine, anche se ad oggi si dubita sulla realizzazione da parte del solo Pasquale, attribuendo più verosimilmente la paternità del progetto a Giuseppe e il suo completamento a Pasquale. Sordomuto, egli apprende l’arte della scultura affiancando il padre nella sua bottega, ereditandone l’attività proprio in quel 1876, anno della morte di Giuseppe, momento in cui la Confraternita di Santa Maria delle Grazie e SS. Medici di Terlizzi acquista i due manufatti. Le statue dei SS. Cosma e Damiano appartengono alla categoria dei “simulacri vestiti”, che rispondono ad una precisa esigenza di realismo finalizzata alla devozione, al fine di esaltare l’umanizzazione del sacro e la confidenza devota. L’iconografia è quella tradizionale, i due santi sono ritratti giovanissimi e raffigurati con folta barba e una mossa capigliatura che avvolge i due visi, somigliantissimi; uno in atteggiamento estatico l’altro rivolto ai fedeli. Nelle mani gli attributi della loro missione medica e del loro martirio mentre alle loro spalle si staglia, come colomba d’ argento, lo Spirito Santo ad indicare il costante aderire nel loro cammino al comandamento suggeritogli dallo Spirito Santo apparso loro in sogno (da Vincenzo Boragine, Presentazione del restauro in Francesco di Palo, I Santi Cosma e Damiano - culto e iconografia popolare a Terlizzi e in Puglia). Una comunità cristiana deve anche sentirsi in continuità con chi ci ha preceduto e ha voluto consegnarci i segni della propria fede e devozione. Custodendo e valorizzando questi, anche oggi i credenti possono conservare la propria identità e sentirsi uniti per una testimonianza cristiana generosa e autentica.
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| N.7 | ANNO 97° | 14 FEBBRAIO 2021
PARROCCHIA IMMACOLATA - RUVO DI PUGLIA
VISITA PASTORALE DI MONS. DOMENICO CORNACCHIA 18 E 20 FEBBRAIO 2021 PENSIERO DEL PARROCO Calentano
Comunità in cammino
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a Parrocchia Immacolata nasce a Ruvo per volontà di S.E. Mons. Aurelio Marena. Con la donazione di un terreno e di un locale, nel 1968, fu possibile la Gaetano realizzazione della Chiesa prefabbriBizzoco cata. Data la fragilità di quest’ultiParroco ma, S.E. Mons. Antonio Bello fece costruire la Chiesa in muratura, che fu da Lui stesso consacrata il 16 dicembre 1989. Particolare cura viene data alla catechesi sacramentale, alla formazione degli adulti, dei giovanissimi e dei giovani. Di fondamentale importanza è l’Adorazione Eucaristica. L’Associazione Mariana è impegnata ad animare la devozione a Maria SS. Immacolata. Adeguata attenzione è data alla preparazione della Liturgia Eucaristica, sobria ed essenziale. La Caritas parrocchiale cura con riservatezza le problematiche legate alla periferia. L’obiettivo è costruire una comunità accogliente e rispettosa delle diversità, che da sempre rappresentano motivo d’impegno diocesano e parrocchiale. L’Oratorio, per persone di ogni età, vede la fattiva collaborazione dei gruppi parrocchiali e dei genitori, garantendo un sano divertimento-educativo, che sviluppa socializzazione, attenzione al bene comune ed una bella relazione con Dio. La Comunità parrocchiale è Chiesa quando riscopre la sua dimensione missionaria nell’Annuncio del Vangelo, che spinge a cercare risposte nel sano silenzio orante, catena dolce che ci riannoda a Dio! La lettera pastorale Parrocchia missionaria Chiesa che vive in mezzo alle case dei suoi figli di S.E. Mons. Domenico Cornacchia è dono per il nostro cammino spirituale comunitario. Siamo in festa, sia pur in tempo di pandemia, per l’arrivo del Vescovo, successore degli Apostoli, messaggero di lieti annunzi rivolti a tutti, specialmente agli ultimi. La parola e la presenza del Vescovo tra noi portano l’eco della Parola, carica di speranza, che annuncia la tenerezza di Dio! Ci poniamo in ascolto e in obbedienza a quanto lo Spirito Santo suggerirà per orientarci alla santità.
Non solo numeri
Abitanti 3000 Parroco: Don Gaetano Bizzoco Associazioni e Gruppi: Gruppo Mariano (40) Gruppo Giovanissimi Giovani e Adulti Gruppo Catechisti Gruppo Ministranti Azione Cattolica Adulti (11) Apostolato della Preghiera (20) Centro d’Ascolto e Caritas Consiglio Pastorale e affari economici Attività principali: Formazione Catechistica, Oratorio, Caritas, Cura del Santuario della Madonna di
Comunicazioni sociali Giornale di comunità: Cristianamente Facebook: Immacolata Ruvo Instagram: parrocchiaimmacolataruvo
CHIESA NEL TERRITORIO
Periferia geografica ed esistenziale
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a comunità dell’ Immacolata è eterogenea dal punto di vista generazionale e culturale. È una comunità di periferia e porta con sé tutto quello che una periferia comporta. Storicamente, è un quartiere relativamente giovane formatosi alla fine degli anni ‘60, all’epoca la Parrocchia nasceva in concomitanza con il quartiere e ne affrontava le sfide. Angela Era un quartiere per lo più abitato da operai, impiegati, giovani famiglie di Lobascio Operatrice un ceto medio alto. Oggi il quartiere vive una nuova fase accanto a queste fapastorale miglie, oggi adulte si ripopola di famiglie giovani, convivono insieme persone che portano in sé domande esistenziali diverse. Il nostro, come tutti i quartieri di periferia, non possiede degli spazi di aggregazione, non ha parchi non ha luoghi culturali che possano permettere alle persone di ritrovarsi. L’unico luogo di aggregazione, incontro e confronto è la parrocchia, che vede confluire in sé tutte le realtà presenti sul territorio, dal bambino al giovane passando per l’adulto e arrivando all’anziano. La parrocchia si trova ad affrontare, sul nostro territorio, non solo la sfida pastorale, anche una sfida comunicativa, sociale e culturale. Il parroco don Gaetano Bizzoco, davanti ad una realtà cosi variegata, in continuo divenire, ha ben compreso che l’unica risposta è quella di una chiesa in uscita, con un’approccio missionario dove non si deve aspettare, ma andare incontro alla gente. La periferia non è solo geografica, ma molto spesso è anche esistenziale e il più delle volte è vista come un luogo pericoloso, ma porta con sé una grande ricchezza e un grande vissuto, e la parrocchia ha saputo valorizzare queste ricchezze, ha saputo controvertere questi “pregiudizi” e ha messo al centro della sua pastorale l’uomo, con la sua fede semplice e autentica senza fronzoli. Questo mettere al centro ha fatto sì che la chiesa per ognuno di noi non fosse vista più come l’edificio di mattoni ma una casa accogliente, il punto di riferimento del quartiere.
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ESPERIENZE «La Chiesa “in uscita” è la comunità di discepoli missionari ARTE IN CHIESA che prendono l’iniziativa, che si coinvolgono, che accompagnano, che fruttificano e festeggiano» (EG24)
Parrocchia in uscita... ... che prende iniziativa
La parrocchia non è un’entità statica, ma dinamica, esprime la sua dinamicità nel tempo e nello spazio. L’impegno prioritario è quello di far crescere i fedeli nella fede, passare da una fede devozionale ad una fede adulta, imparare a vivere per la gloria di Dio, a gustare pienamenAngela te la Parola di Dio, meditandola, perché si trasformi in opere e guidi la Pricchiazzi nostra vita nel quotidiano, sia nei momenti tristi che in quelli gioiosi. Azione Cattolica Prima di ogni uscita però, è importante impegnarsi ad uscire da se stessi, da ogni forma di individualismo, esibizionismo e di autoreferenzialità, per guardare con occhi nuovi e farci attenti alle necessità dei fratelli che ci vivono accanto. Così diventa un bel momento quello dell’incontro con gli ammalati per portare loro il Pane del Cielo che dà conforto e coraggio. Questa stessa realtà di comunione la si vive durante la benedizione delle famiglie, durante l’adorazione Eucaristica, durante la lectio divina, durante la celebrazione dell’Eucaristia nei vari quartieri del territorio parrocchiale nel mese di maggio, nella formazione dei fidanzati, con l’accompagnamento delle famiglie ferite o in difficoltà con la vicinanza a chi cerca lavoro o un’abitazione.
... che si coinvolge
In effetti verifichiamo che questa fede viene “trasmessa per contagio”, come diceva don Tonino e ora riproposto da Papa Francesco. Per cui ci impegniamo a vivere con coerenza il Vangelo per crescere come Cristiani credibili e come cittadini inseriti consapevolmente nelle attività sociali e lavorative. Vedere nel lavoro la volontà di Dio che ci chiama a collaborare nella creazione, a fare di ogni ora di lavoro un piccolo capolavoro di ordine, di precisione e di armonia da offrire a Dio.
...che accompagna
La Chiesa in uscita richiede una più qualificata formazione dei laici che, nella nostra parrocchia viene effettuata con momenti di approfondimento diocesani, offerti dal Parroco e dai suoi collaboratori dell’Associazione Mariana, dell’Azione Cattolica, dai Catechisti. Questa formazione è essenziale per suscitare l’impegno all’ascolto, al dialogo, all’amore scambievole per accogliere ogni tipo di esigenza o difficoltà che emergono nel territorio.
Il santuario di Calentano
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n Calentano, zona rurale appartenente alla nostra diocesi, è situato il Santuario di Santa Maria di Calentano all’interno del quale c’è un affresco risalente al 1200, meta di Rocco visite da parte dei cittadini ruvesi e Catalano Seminarista dei paesi limitrofi. L’affresco rappresenta la Madonna con in braccio Gesù, circondata da San Leonardo, gli angeli e Sant’Antonio Abate. Dall’affresco traspaiono la tenerezza di Maria madre celeste, la mitezza e l’umiltà del Suo volto leggermente chino su suo Figlio, tutti aspetti che esercitano un fascino sui visitatori. Quel volto ci esorta ad accogliere il progetto di Dio nella nostra vita e ad affidarci a Lui con le parole che l’Angelo rivolse proprio a Maria: “«Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto»”. Inoltre, lo sguardo di Maria sembra darci speranza nell’andare avanti nelle difficoltà varcando gli orizzonti della solitudine e dello sconforto. Il santuario di Calentano è anche noto per la processione della statua dell’Annunciazione del Signore a Maria che si tiene il lunedì di Pasqua, per l’oratorio estivo che da pochi anni ha avuto inizio con la presenza di ragazzi che si divertono nelle diverse attività come art attack, balli di gruppo,
... che fruttifica
Lo stile di servizio ci rende disponibili per il sostegno alle diverse povertà attraverso le attività della Caritas. Non mancano momenti di convivialità con quanti sono soli o in difficoltà perché, in clima di festa, sentano l’appartenenza alla comunità parrocchiale. Richiamando lo stile di servizio della Chiesa del grembiule, il gruppo Santa Marta si occupa della pulizia e del decoro dell’aula liturgica e degli ambienti parrocchiali. Oltre all’attività catechistica settimanale rivolta alle nuove generazioni, durante il periodo estivo ci dedichiamo ai campi scuola e alle attività oratoriane, dove si alternano momenti formativi per far crescere i bambini e i ragazzi nelle relazioni interpersonali e costruire rapporti di fraternità e di pace, e attività fisicosportive e manuali.
... che fa festa
La comunità parrocchiale è in festa per la Liturgia Eucaristica domenicale, per la festa della titolare “Maria Santissima Immacolata”, per i giorni in cui i bambini ed i ragazzi ricevono per la prima volta i sacramenti, per il Festival Vita e Pace, per la fine dei periodi oratoriani sia in parrocchia che a Calentano, per il presepe vivente in Calentano. Bisogna però considerare che la vita nelle parrocchie va continuamente reinventata alla luce delle parole di Gesù “dove sono due o più riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro” e la Sua presenza genera grazia, pace, festa.
escursioni nel territorio, piscina e tanto altro. Questa esperienza ha dato l’opportunità di attivarsi spendendo tutte le energie per il Signore. Un’altra iniziativa che ha avuto molto successo è stata quella del presepe vivente che ha visto impegnata la maggior parte dei membri della parrocchia: questa occasione ha permesso infatti di rafforzare il legame di unione all’interno del gruppo e valorizzare la paesaggistica che il territorio presenta. Calentano è realtà di preghiera, di meditazione silenziosa, di pace interiore ed esteriore, di apertura e di accoglienza nei confronti di coloro che in questo luogo intendono vivere esperienze spirituali; è lo scenario naturale nel quale si contemplano l’armonia e l’equilibrio del creato quale dono del Creatore per il bene comune.
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| N.8 | ANNO 97° | 21 FEBBRAIO 2021
PARROCCHIA MADONNA DEI MARTIRI - MOLFETTA
VISITA PASTORALE DI MONS. DOMENICO CORNACCHIA 15 E 21 FEBBRAIO 2021 PENSIERO DEL PARROCO al Battesimo, al matrimonio e alla Cresima
Santuario e Basilica di tutti
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articolarmente curata da tutta la fraternità dei frati, la parrocchia Madonna dei Martiri è al contempo santuario, con lo stesso titolo e denominazioFra’ Nicola ne. Per il popolo è la “Basilica” o Violante semplicemente la “Madonna dei Parroco Martiri”. Tale luogo è particolarmente caro ai molfettesi, dato il loro profondo legame affettivo e devozionale con la “mamma” celeste, ed è quotidianamente frequentato durante tutto l’arco della giornata. Con questa consapevolezza, in Basilica si cerca sempre di favorire un clima di preghiera personale e di ascolto. Nel 2008, Mons. Luigi Martella al termine della visita pastorale esortò a far rimanere la catechesi “sempre al centro dell’attenzione della comunità parrocchiale, tale da assicurare percorsi formativi per ogni fascia di età e condizione […]” e a riservare “particolare attenzione ai fidanzati in preparazione al sacramento del matrimonio, considerando che spesso la Basilica viene scelta per la celebrazione delle nozze”. Sempre in questo solco, tante sono state le iniziative di primo annuncio messe in atto in questi ultimi tempi per incontrare le famiglie che abitano il rione: mensa per i più bisognosi, progetto provinciale del Mini-shop francescano, colletta alimentare mensile, momenti di preghiera e catechesi nelle palazzine. Purtroppo, la pandemia non ha permesso di vivere ulteriori esperienze. Si sta cercando, in questo delicato periodo, di continuare a incontrare, incoraggiare e coinvolgere i ragazzi dell’iniziazione cristiana, curando la loro formazione. Ad oggi, un problema rilevante nel territorio è la mancanza di centri di aggregazione sociale. Inoltre, la pandemia sta segnando molte storie familiari. L’unico punto di riferimento diviene, quindi, la Basilica a cui gli abitanti del quartiere continuano a rivolgersi per confessioni, direzioni spirituali, battesimi, prime comunioni e cresime, corsi prematrimoniali, matrimoni ed esequie. Oltre al continuo servizio sacramentale, la Basilica, grazie alla presenza dei vari gruppi, garantisce la presenza costante di un cammino comunitario che dal quartiere si estende anche al resto della città e che si articola su tre fondamentali aspetti pastorali: liturgia, catechesi e carità.
Non solo numeri
Parroco: fr. Nicola VIOLANTE, ofm Vice parroco: fr. Lorenzo RICCIARDELLI, ofm Diacono: Cosmo Damiano PAPPAGALLO Religiosi: fr. Alessandro MASTROMATTEO, Ministro prov.le; fr. Donato SARDELLA Vicario prov.le; fr. Marco VALLETTA, Vicario del convento; fr. Antonio LEMBO, animatore prov. le vocazioni. Associazioni e Gruppi: Ordine Francescano Secolare (OFS); Ministri straordinari della comunione; Corale della Basilica; Gruppo Santa Marta; Gruppo di preghiera; Gruppo caritas Mini shop francescano; Volontari della Basilica; Ministranti della Basilica; Gruppo portatrici della Madonna. Attività principali: catechesi e Iniziazione cristiana - preparazione
degli adulti; corso lettori; cura degli anziani del quartiere; adorazione e catechesi per adulti; direzione spirituale; sacramento della riconciliazione; pietà popolare (devozione alla Madonna dei Martiri); novene e tridui di preghiera ai santi francescani; accoglienza pellegrinaggi; attività caritative verso i bisognosi del territorio parrocchiale, accompagnamento vocazionale dei giovani. Comunicazioni: sito web: www.basilicamadonnadeimartiri.org pagina facebook: Basilica Madonna dei Martiri e-mail: info@basilicamadonnadeimartiri.org
CHIESA NEL TERRITORIO
La Casa dei Molfettesi
“S
otto la tua protezione cerchiamo rifugio, Santa Madre di Dio…” recita una celebre preghiera alla Vergine. Ed è proprio a pochisFrancesca simi passi dal santuario MadonBisceglia Ministra OFS na dei Martiri, quasi a cercare rifugio sotto il manto di Maria, che è ubicato l’omonimo quartiere, all’estrema periferia nord della città, ricompreso tra via Bisceglie e il viale dei Crociati e coincidente con l’area geografica di competenza della parrocchia Madonna dei Martiri. Il rione consta di 23 palazzine, gli abitanti attualmente sono all’incirca 500. La popolazione è per lo più anziana a causa della denatalità, nonché del degrado strutturale del quartiere e della carenza di servizi pubblici che comportano l’esodo delle giovani famiglie verso altre zone della città, sebbene non manchino coppie che in tempi recentissimi hanno fatto una scelta di segno opposto. La vita parrocchiale è quindi poco partecipata da parte degli abitanti del quartiere che, tuttavia, nutrono un’intensa devozione per la Regina dei Martiri. Questo determina un forte coinvolgimento della popolazione del territorio nel periodo di preparazione della festa patronale e durante lo svolgimento della stessa. Il santuario rappresenta, altresì, la casa di tutti i molfettesi che da ogni parte della città giungono per assistere alla celebrazione eucaristica domenicale o per sostare in preghiera davanti al simulacro
della Vergine, oltre a essere meta di incessante pellegrinaggio per molti fedeli dei paesi limitrofi. Il tessuto sociale del rione è prevalentemente caratterizzato da un forte disagio economico e socio-culturale. La comunità parrocchiale, attraverso la Caritas francescana, il nuovo Mini Shop e varie iniziative volte a promuovere l’inclusione comunitaria e sociale, offre un importante strumento di sostegno economico e morale per far fronte alle tante povertà del quartiere, queste ultime inevitabilmente acuite e talvolta esasperate dal dilagare della pandemia. Nonostante le molteplici difficoltà, l’impegno comunitario resta dunque quello di accorciare le distanze, farsi sempre più prossimi ai fratelli, anche attraverso la ricerca e la promozione di quella “creatività missionaria” sollecitata dal Santo Padre. La prossimità si fa così ascolto attento dei bisogni più veri dei fratelli e l’ascolto prova poi a tradursi in risposte concrete, aiuto e sostegno soprattutto ai più fragili.
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ESPERIENZE «La Chiesa “in uscita” è la comunità di discepoli missionari ARTE IN CHIESA che prendono l’iniziativa, che si coinvolgono, che accompagnano, che fruttificano e festeggiano» (EG24)
Parrocchia in uscita... ...che prende iniziativa
Laura Sancilio
Consigliera OFS
Parrocchia in uscita, cioè un’intera comunità parrocchiale, nel nostro caso quella della Basilica, che prende l’iniziativa di uscire dalle mura rassicuranti del santuario, dai perimetri ovattati della sacrestia, per incarnare appieno il carisma francescano, ossia essere annunciatori e portatori del Vangelo con le parole e soprattutto con le opere.
...che si coinvolge
Siamo una comunità, guidata dai frati minori francescani, che si immerge nei bisogni, nelle gioie, nei dolori, nei desideri e nelle speranze di quella porzione di popolo di Dio che il territorio ci affida e lo fa sull’esempio di Francesco, il poverello di Assisi, che trasfondeva la fede e l’amore per Cristo, nei “piccoli”, negli ultimi, che di quel Signore sono l’immagine.
...che accompagna
Concretamente, accompagniamo tutti coloro che bussano alle porte della Basilica, andando incontro alle loro necessità che possono essere sia materiali che non. Infatti, complice il difficile momento storico che stiamo attraversando, tanti fratelli stanno palesando necessità di ascolto o di una parola di conforto. Grazie alle piattaforme digitali, stiamo continuando a condividere con l’intera comunità di fedeli il cammino di formazione: nell’Ordine Francescano Secolare, che quest’anno ha visto l’ingresso in fraternità di diversi nuovi fratelli; nel cammino di iniziazione cristiana; nella catechesi sull’importanza del “Prendersi cura” partendo dalle encicliche di Papa Francesco Laudato si’ e Fratelli tutti; negli incontri a carattere missionario, guidati dal responsabile del Centro Missionario dei Frati Minori di Puglia e Molise; nella preparazione al matrimonio dei giovani che quasi sempre tornano poi per la preparazione ai battesimi dei loro figli. Quest’ultimo aspetto, ci ha spinti a progettare un cammino più articolato di accompagnamento delle giovani famiglie, che per ora è in stand-by a causa dell’emergenza sanitaria.
... che fruttifica
Prima della pandemia, abbiamo condiviso più volte il pranzo con i nostri fratelli più fragili, non con spirito di assistenzialismo ma di condivisione. Questo stesso spirito ha portato alla nascita del Mini Shop Francescano, un modo diverso di vivere la carità, non più con la consegna di pacchi alimentari, ma attraverso la possibilità di scelta dei prodotti, in base a quelli che sono i reali bisogni della famiglia. Per il momento le famiglie assistite sono 40, tutte residenti nel quartiere. Il desiderio, se la Provvidenza lo consentirà, è di poter rispondere anche alle necessità di altri residenti nella città di Molfetta. Un’altra bella esperienza è stata la novena di Natale vissuta nei condomini del quartiere, per far sentire la chiesa più vicina alla quotidianità dei fedeli.
... che fa festa
Facciamo festa, ogni anno, quando insieme all’intera città ci riuniamo per celebrare la nostra Madre, Maria Regina dei Martiri nei giorni a lei dedicati. Facciamo festa insieme ai giovani del Centro Vocazionale dei Frati Minori di Puglia e Molise quando con la marcia Clariana fanno sosta presso il santuario e quest’anno, in via eccezionale, abbiamo fatto festa con loro anche nei giorni del Perdono di Assisi (2 agosto, festa di Santa Maria degli Angeli, ndr). Ma soprattutto, facciamo festa quando ogni domenica, con senso di gratitudine per ciò che l’amore di Dio opera in noi, ci ritroviamo attorno alla Mensa Eucaristica per celebrare Cristo Risorto.
La Madonna del Rosario
L
’opera presente alla sinistra dell’altare maggiore della Basilica, nell’omonima Cappella della Madonna del Rosario, risale al 1574. Attribuita al pittore Dirk Michele Hendricksz, del quale si possono Panunzio trovare numerosi lavori di quel peConsigliere OFS riodo in tutto il meridione, l’opera (olio su tavola – cm. 320 x 170) è stata commissionata dal nobile Marino Gadaleta, in occasione della vittoria della battaglia di Lepanto, avvenuta nel 1571. Proprio in quegli anni era presente presso l’allora Chiesa di S. Maria dei Martiri la Confraternita del Rosario di Molfetta, eretta nel 1570 e attiva fino al 1640. Il quadro racchiude in sé interessanti elementi di teologia e di storia locale. La Vergine Maria, con due angeli a sorreggerle il manto, e il Bambin Gesù sono raffigurati al centro dell’opera con lo sguardo rivolto verso l’umanità sottostante e nel comune gesto di offrire la corona del rosario. In basso a sinistra, sono raffigurati San D o m e n i c o, papa Pio V, il principe D. Cesare Gonzaga e il vescovo Maiorano dei Maiorani. In basso a destra, invece, sono raffigurati Santa Caterina da Siena e Donna Camilla Borromeo, sorella di San Carlo. Sullo sfondo, l’artista dipinge altre figure, volendo rappresentare molto probabilmente il committente, il patrizio Marino Gadaleta, e alcuni membri della sua famiglia. Intorno a tutte queste figure, è raffigurata una grande corona del rosario, intervallata dai 15 misteri gaudiosi, dolorosi e gloriosi. Al di sopra di questa dimensione terrena, vi è dipinta la dimensione celeste. Cinque angeli levano un canto ai cieli accompagnati da un organo a otto canne, da un violino e da un liuto. Ancora più in alto, nell’intento di far cadere su tutta la raffigurazione l’alito divino, è collocata una raggiante colomba con le ali aperte. Oltre al suo valore artistico, storico e teologico, la tavola della Madonna del Rosario rappresenta ancora oggi un omaggio di pregio alla preghiera più popolare, semplice, profonda, che, come diceva San Giovanni Paolo II, “batte il ritmo della vita umana”.
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PARROCCHIA SAN GIOACCHINO - TERLIZZI
VISITA PASTORALE DI MONS. DOMENICO CORNACCHIA DAL 12 AL 15 NOVEMBRE 2020 Non solo numeri PENSIERO DEL PARROCO
Mezz’o Borg
L
a Visita Pastorale nella parrocchia San Gioacchino da parte del suo Pastore è un momento di profonda gioia e occasione per ripensare alcuni aspetti Michele della nostra comunità che vive e si Stragapede raccoglie Mezz’o Borg. Parroco Mezz’o Borg è la constatazione che la chiesa parrocchiale è situata nel borgo della cittadina, nel suo vero centro. Tale sua posizione geografica la dice lunga su quella che è, e dovrebbe essere, la natura della comunità che la abita. La visita pastorale dell’Angelo della Chiesa Diocesana è un modo concreto perché il vescovo mons. Domenico Cornacchia, specialmente in questo periodo di pandemia, entri nelle case di questa porzione di popolo di Dio per incontrare e incoraggiare tutti a camminare insieme con modalità sempre più fantasiose atte a superare quelli che sono i limiti di un distanziamento fisico per arginare il Covid-19. La sua presenza ci sostiene nel prendere consapevolezza della nostra identità e ci aiuta nel mettere a fuoco le nostre prospettive. Oggi in modo particolare, se la nostra vita non è ispirata da una visione, da un pensiero, da un amore sine modo, ci ritroviamo ad essere ispirati da una prassi di decadimento sociale, ci ritoviamo a pensare secondo il nostro modus operandi, non sempre lineare e rispettoso della nostra e altrui dignità. Questo esige una ripresa vigorosa della nostra risposta di fede. Aver fede significa assumere la realtà umana che ci circonda, aprire gli occhi e il cuore sulle necessità e sui bisogni di chi vive ai margini e lasciarsi contaminare dalla loro storia. La fede è il profumo della nostra vita bella, è la risposta personale e comunitaria di impegno e di senso con cui intridere l’esistenza. In una parola, siamo chiamati ad un continuo processo di incarnazione scegliendo la prospettiva degli impoveriti e marginali. In una sua lettera, Giacomo, esplicita tale senso di responsabilità quando evidenzia che la fede senza le opere è morta. La fede è viva solo nelle opere. Com’è vero che la fede senza l’assunzione di una prospettiva di vita dal basso è morta ed è MORTE! Eppure conosciamo l’antidoto al tedio, al grigiore della nostra esistenza senza entusiasmo, alla morte e al suo terribile lezzo. Per essere vivi, anche noi siamo chiamati ad alzarci dalla tavola del nostro perbenismo, a deporre il nostro stile di vita egocentrico che mira al PIL e avvolgerci di servizio, e solo dopo aver operato per ridare slancio e restituire luminosità alla dignità delle persone, potremo riprendere le vesti (senza smettere l’asciugatoio) e permanere nella gioia della condivisione! Solo così l’Eucarestia riprenderà ad essere la forma più radicale di critica ad una vita che mira al possesso, alla privatizzazione, allo sfruttamento.
Parroco: don Michele Stragapede Abitanti: circa 2350 Associazioni e Gruppi: Gruppo adulti e famiglia, gruppo del patchwork, catechisti, ministranti, ragazzi, giovanissimi e giovani, settore Caritas, sodali di S. Maria di Costantinopoli, gruppo S. Antonio, equipe liturgica, coro, ministri straordinari dell’Eucaristia. Attività principali: Liturgia, catechesi e iniziazione cristiana, formazione settori AC, famiglie, attività caritative. Comunicazioni sociali Pagina Facebook: fb.com/ sangioacchino.terlizzi; I bambini del catechismo della Parrocchia San Gioacchino
CHIESA NEL TERRITORIO
Dinamica presenza dei giovani
C
on il gruppo giovani si porta avanti un cammino di crescita mirante alla conoscenza, alla consapevolezza e all’amore di sé, per poi arrivare al riconoscimento dell’altro e al suo rispetto. Per farlo, ci si avvale di strumenti quali: poesie, passi filosofici e letterari, canzoni, che hanno come obiettivo quello di far capire e far cogliere ai ragazzi quanta etica, quanta sensibilità e quanti valori (che spesso poi sono quelli cristiani) vengono cantati, inneggiati e sublimati nella letteratura e nella musica. Cerchiamo di portarli alla scoperta di questi valori attraverso linguaggi a loro consoni e riconoscibili. Gesù Cristo non è obsoleto, è vivo e vegeto, moderno e attuale nel suo messaggio. Tentiamo di far trovare Dio ovunque e trarre messaggi che possano far evolvere la loro umanità da ciò che non può essere definito canonicamente cattolico ma che, invece, ha tanto del messaggio evangelico. Vogliamo fornire anche al territorio una risposta diversa dell’essere giovani, non più come individui alla mercè di influencer e condizionamenti sociali, ma come persone capaci di vivere la loro contemporaneità in maniera diversa e significativa come alternativa e risposta al vuoto dilagante. È un gruppo di “amici” che vive insieme, che si incontra, non soltanto per l’incontro formativo motivazionale, ma anche per passeggiare insieme, cucinare insieme, giocare insieme o anche semplicemente chiacchierare e supportarsi a vicenda. Nel dettaglio le attività sono le seguenti:
• Incontro formativo settimanale; • Laboratorio di doposcuola giornaliero a favore di bambini con svantaggio socioculturale-economico, e immigrati; • Organizzazione di sagre gastronomiche (invernali ed estive) che hanno lo scopo non solo di raccogliere fondi per l’auto finanziamento, ma anche quello dell’animazione del territorio oltre alla sperimentazione del lavoro di squadra; • Realizzazione di cartelloni di denuncia sociale esposti in piazza. Presentano temi diversi quali immigrazione, femminicidio, assuefazione ai messaggi del mondo sociale che vogliono provocare i passanti e indurli alla riflessione; • Letture tematiche e spettacoli in occasione delle giornate commemorative del 25 novembre: Femminicidio, 27 Gennaio: Giornata della Memoria; • Campo scuola estivo ed invernale; • Realizzazione di decorazioni natalizie e pasquali; • Durante il lockdown si è proceduto con l’iniziativa del “pane sospeso”. Come gruppo abbiamo provveduto alla consegna del pane a nuclei familiari particolarmente danneggiati dalla pandemia; • Corso sulla sessualità ed affettività. Tutte le iniziative hanno come motivazione principale e scopo primario il far sperimentare la dimensione di gruppo come “comunità” in crescita; una comunità che si sperimenta come “resto”, presidio di umanità che coltiva il sogno di Dio per l’umanità. Simona Tamborra, animatrice giovani
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ESPERIENZE «La Chiesa “in uscita” è la comunità di discepoli missionari ARTE IN CHIESA Storia e bellezza che prendono l’iniziativa, che si coinvolgono, che accompagnano, che fruttificano e festeggiano» (EG24)
Parrocchia in uscita...
L
a Parrocchia San Gioacchino è una realtà comunitaria molto variegata e dinamica, fortemente impegnata nell’educazione della fede e nella solidarietà all’interno del territorio. Negli ultimi tempi ha messo in atto innumerevoli esperienze a favore delle famiglie che fanno ad essa riferimento: l’oratorio, la catechesi, i Sabino campi-scuola, la cura pastorale delle famiglie e dei giovani, le iniziative Cataldi culturali, le innumerevoli esperienze di servizio. Tutto ciò, insieme all’uOperatore pastorale bicazione centrale della Parrocchia, ha fatto di essa una realtà di riferimento educativo significativa per molti cittadini. È in atto un progetto pastorale orientato a rinnovare il cammino parrocchiale in senso più missionario e meno tradizionale, cioè in grado di strutturare la comunità parrocchiale, nelle sue molteplici dimensioni pastorali e aggregative, in una grande famiglia ecclesiale posta in cammino nel territorio, capace di comunicare il Vangelo con il potere dei segni e non con i segni del potere. Nei momenti che coinvolgono l’intera comunità, è difficile che non ci si lasci orientare da qualche scritto di don Tonino: un passaggio di una sua lettera, una sua preghiera, una sua poesia. Ho buoni motivi per affermare che il cavallo di battaglia della produzione del compianto Vescovo, che particolarmente la nostra comunità ha recepito a pieno, sia la “Stola e il Grembiule” che seppur sia una meditazione scritta sul ministero sacerdotale, fa il paio con l’impegno dei laici nella Chiesa. Le innumerevoli iniziative rivolte verso i più bisognosi, dalle varie realtà parrocchiali, evidenziano quanto il messaggio insito nel messaggio di don Tonino sia stato recepito. Molto si deve ai giovani e giovanissimi della Parrocchia con le loro iniziative: dal PANE SOSPESO al coinvolgimento delle proprie famiglie per il confezionamento di pasti caldi per i vari ospiti che hanno trovato accoglienza sulla casa canonica; dal servizio doposcuola rivolto ai ragazzi in età scolare provenienti da famiglie meno abbienti, all’organizzazione di vari forum di matrice sociale. Molto circostanziata la presenza degli adulti impegnati nella catechesi e che affiancano i giovani nelle varie attività sopradescritte. Particolare attenzione viene rivolta agli infermi e anche agli anziani: detentori della tradizione e un po’ ostici nei confronti delle novità. Di particolare menzione il Centro di Ascolto CARITAS che si adopera per mitigare le difficoltà delle famiglie meno abbienti e degli immigrati. E nel periodo del lockdown ha provveduto al sostentamento di 110 famiglie. Non secondario l’impegno profuso dai componenti del Sodalizio di “Santa Maria di Costantinopoli”, la logistica della Parrocchia, sempre attenti e disponibili a qualunque esigenza sia di carattere materiale, sia filantropico che culturale.
della tradizione cristiana
Dal Monastero S.Anna alla Chiesa S. Gioacchino
A
d inizio Settecento le claustrali sostenute dal patriziato e nobiltà locali edificarono extra moenia, cioè fuori dalle mura, il nuovo Monastero di Sant’Anna. Di fatto Francesco quello delle monache Clarisse è il di Palo primo intervento propriamente urStorico dell’arte bano che “cuce” in unico e suggestivo fondale i palazzi, ai due estremi, degli Scalera e dei Confreda intercettando la chiesa di S. Lucia. Dedicata a Sant’Anna è attuale Parrocchia di San Gioacchino. L’elegante facciata della chiesa, tripartita da lesene, ha un coronamento a timpano curvilineo. L’interno si lascia ammirare per la “macchina”, in parte dorata, che racchiude i dipinti raffiguranti la Morte di sant’Anna e l’Annunciazione, opere del pittore e incisore napoletano Antonio Baldi (16921798). Al centro dell’altare la porticina d’argento (1726) del tabernacolo con santa Chiara che impugna l’Eucaristia per discacciare i saraceni: è pregevole opera dell’arte argentaria napoletana riconducibile ad Antonio Guariniello. Bella anche la cantoria. Tra le statue lignee si segnala quella di Sant’Anna (1846) particolarmente cara ai terlizzesi anche perché scolpita da uno scultore locale, Giuseppe Volpe (1797-1876). L’Immacolata, recentemente restaurata, è opera di Nicola Antonio Brudaglio (1703-1784). Ricollocate nell’area del presbiterio, e riconquistata centralità, le notevoli statue di San Francesco e di Santa Chiara, con incerta attribuzione a Giacomo Colombo, tra i maggiori scultori napoletani tra Sei e Settecento (1663-1731). Per la cartapesta si segnala il bel gruppo della Madonna del Rosario (di Pompei) opera del leccese Raffaele Caretta (19871-1950) al quale si devono anche le significative scene della Via Matris. L’importanza della memoria come antidoto alla barbarie: all’esterno della chiesa va segnalata la lapide che ricorda il sacrificio di don Pietro Pappagallo, il martire terlizzese che ispirò la figura del prete interpretato da Aldo Fabrizi nel film di Roberto Rossellini Roma città aperta. Fu trucidato nel 1944, insieme a Gioacchino Gesmundo, anch’egli terlizzese, e altri 333 innocenti, alle Fosse Ardeatine.
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| N.9 | ANNO 97° | 28 FEBBRAIO 2021
PARROCCHIA SANTA FAMIGLIA - MOLFETTA
VISITA PASTORALE DI MONS. DOMENICO CORNACCHIA 26 E 28 FEBBRAIO 2021 PENSIERO DEL PARROCO adulti, pastorale familiare, attività caritative
Una famiglia di famiglie
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l principale contributo alla pastorale familiare viene offerto dalla parrocchia, che è una famiglia di famiglie, dove si armonizzano i contributi delle Pinuccio piccole comunità, dei movimenti e Magarelli delle associazioni ecclesiali” (AL Parroco 202). Così insegna Papa Francesco nella Esortazione Apostolica Postsinodale, Amoris Laetitia. La Comunità della S.Famiglia vive le gioie e le speranze, le preoccupazioni e le attese di una giovane Parrocchia collocata alla periferia di Ponente della città. Il territorio non è omogeneo, ma frazionato in piccoli quartieri. È caratterizzato da nuovi insediamenti abitativi che hanno fatto crescere la comunità socialmente e culturalmente, ed è ancora in fase di espansione. Del territorio parrocchiale fanno parte la zona ASI e la Zona Industriale, cuore economico della città che con le svariate aziende creano sviluppo e crescita della città e non solo. La Comunità Parrocchiale sta lentamente acquisendo l’identità di essere segno di Speranza nel quartiere che guarda alla Chiesa con fiducia e punto di riferimento. Sta percorrendo il cammino di conversione che la porta ad uscire dall’isolamento dei propri gruppi e aprirsi agli altri e al territorio. Sta acquisendo la mentalità e lo slancio missionario per fare sentire la propria presenza a chi non conosce l’appartenenza alla parrocchia, a chi è arrivato da poco nel territorio, a chi abita lontano dall’edificio Chiesa, a chi ha scelto di fermarsi sulla soglia della Chiesa, a chi si è allontanato dalla comunità e da Dio. Con questo spirito attendiamo la Visita Pastorale di S.E. Mons. Domenico Cornacchia, che viene a noi, nella veste di Gesù buon Pastore, e per farci comprendere che la Parrocchia è il luogo che favorisce la crescita di relazioni personali e del bene reciproco. Una visita che, anche se breve, sarà intensa e ci aiuterà a crescere nella comunione e a ridonare nuovo slancio all’opera di evangelizzazione della parrocchia. Al Vescovo chiederemo cosa fare per far sentire la parrocchia casa e famiglia. Come fare per far profumare la parrocchia di famiglia. Anche la comunità parrocchiale è una famiglia dove ciascuno con i propri limiti, i propri difetti, i propri sogni entra a farne parte. Una famiglia fondata sull’Amore di Cristo che ci rende fratelli e sorelle, legati dal suo sangue. Il punto di forza in una famiglia è l’Amore, quello per cui i coniugi si sono scelti. La comunità parrocchiale è famiglia in quanto tutti abbiamo scelto un unico Amore, quello di Dio per ciascuno di noi. Lui ci ha amati per
Non solo numeri
Parroco Don Pinuccio Magarelli Vicario don Luigi Ziccolella Abitanti circa 5000 Rettorie Cappella Maggiore Santa Maria degli Angeli - Cimitero Associazioni e Gruppi: Catechisti e Educatori ACR (45), Azione Cattolica (119), Movimento Missionario (60), Oratorio (40), Gruppo liturgico (12), Ministri straordinari dell’Eucarestia (3), Apostolato della Preghiera (30), Gruppo famiglia Storico (10), Gruppo famiglia G. Beretta Molla (10), Caritas (5), Associazione Madonna della Speranza (410), Gruppo teatrale (21), Ministranti (10), Coro (10). Attività principali Adorazione Eucaristica mensile, Catechesi, formazione giovani e
e attività teatrali. Comunicazioni sociali sito web: (in costruzione) pagina facebook: Parrocchia Santa Famiglia Molfetta Instagram: parrocchia santa famiglia molfetta Youtube: Email: santafamigliaparrocchia@virgilio.it
CHIESA NEL TERRITORIO
Una famiglia in cammino per crescere insieme
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apa Francesco ha detto che «la famiglia è il motore del mondo e della storia» ed è proprio vero. La nostra parrocchia, intitolata alla Santa Famiglia di Nazaret, Isabella è infatti il motore vivo del de Bari Operatrice quartiere di ponente. Essa pastorale sorge nell’estrema periferia del territorio parrocchiale, ma questo non ha mai scoraggiato anzi è stato da sempre lo stimolo per diventare punto di riferimento per le famiglie che abitano in questi quartieri. La parrocchia è stata istituita l’8 settembre 1977 in un garage situato nel quartiere di via Madonna dei Martiri 121, nascendo quasi come una chiesa domestica. La costruzione della chiesa avvenne successivamente nel 1981. La chiesa in questi anni è cambiata ed è cresciuta insieme al territorio che serve. Un territorio in continua espansione per la costruzione di nuovi palazzi. Un territorio in cui trovano spazio scuole dell’infanzia, scuole dell’istruzione obbligatoria, alcune attività commerciali, la zona ASI e la zona Industriale, il mercato settima-
nale, gruppi sportivi ed associazioni di volontariato come l’Anffas. Nei tempi recenti, Il territorio si è evoluto socialmente e culturalmente, portando anche ad uno sviluppo umano della comunità parrocchiale, perché come dice papa Francesco, «una comunità è fatta di volti, di persone che amano, dialogano, si sacrificano per gli altri». In questi anni la nostra comunità parrocchiale è diventata sempre più centro di riferimento e di aggregazione per bambini, giovani, adulti e famiglie. Soprattutto negli ultimi anni con il parroco don Pinuccio Magarelli, promotore, in prima persona, di tantissime nuove iniziative. Questo è un territorio vivo e pieno di tantissime potenzialità, ma anche con alcuni limiti dovuti soprattutto alla viabilità urbana, alla poca illuminazione e all’esiguità di servizi essenziali. È un territorio di famiglie e per le famiglie che vogliono camminare e crescere insieme.
primo e noi, avendone conosciuto l’amore, cerchiamo di rispondere. Come ci dice San Paolo nell’Inno alla Carità, “…la carità tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta”. E aggiunge “… Non avrà mai fine”. Affidiamo la Visita Pastorale alla Madonna della Speranza, che veneriamo nel nostro quartiere, perché protegga il nostro Pastore e la nostra comunità.
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| N.9 | ANNO 97° | 28 FEBBRAIO 2021
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ESPERIENZE «La Chiesa “in uscita” è la comunità di discepoli missionari ARTE IN CHIESA che prendono l’iniziativa, che si coinvolgono, che accompagnano, che fruttificano e festeggiano» (EG24)
Parrocchia in uscita... ...che prende iniziativa
Se guardiamo il significato etimologico della parola “parrocchia” scopriamo subito qual è la sua missione: “abitare vicino”, farsi prossima alla gente, promuovere una pastorale di vicinanza. Una definizione che richiama l’immagine della tenda spesso decantata nella Sacra Scrittura: Saverio luogo di accoglienza e d’incontro per i nomadi e per i pastori, ma anche Penati Maria simbolo della vicinanza del Signore all’umanità “Il Verbo si è fatto carne e Mezzina pose la sua tenda in mezzo a noi” (Gv 1,14). La tenda non è un’immagine Operatori pastorali statica, implica movimento, delinea le coordinate di un cammino finalizzato all’incontro. Anche il nostro Vescovo nella Lettera Pastorale Parrocchia Missionaria. Chiesa che vive in mezzo alle case dei suoi figli propone un’immagine di parrocchia dinamica, intesa come luogo di ascolto della Parola di Dio e delle vite degli uomini e delle donne che la compongono; luogo da cui si avvia una progettualità che trova concretezza nella carità, nella solidarietà, nel dialogo costruttivo.
...che si coinvolge
La Christifideles laici definisce la parrocchia non una struttura fisica, un edificio, ma “una fraternità animata dallo spirito d’unità”, “una casa di famiglia, fraterna ed accogliente”. Non un luogo, ma una comunità di persone che cammina insieme, capace di coinvolgere altra gente nel cammino. Pensando alla nostra parrocchia vengono in mente tante attività che hanno permesso di coinvolgere non solo i parrocchiani ma molta altra gente della città: la Passione Vivente, la Christmas Band, le annuali piantumazioni degli alberi d’ulivo nel quartiere, sono solo alcuni esempi.
...che accompagna
Ma le attività scaturiscono dai diversi percorsi di educazione alla fede presenti in parrocchia. Da sempre la catechesi rivolta ai più piccoli mira a coinvolgere anche i loro genitori, per attuare forme di corresponsabilità nell’educazione cristiana e umana dei loro figli. Catechismo, Azione Cattolica, Movimento Missionario, Oratorio, sono tutte realtà unite dal medesimo obiettivo appena descritto. A queste si aggiunge il servizio dopo scuola, per i ragazzi che necessitano di accompagnamento nello studio, la formazione delle giovani coppie e degli adulti ad opera dei Gruppi Famiglia e la cura delle famiglie in difficoltà attraverso il centro d’ascolto Caritas.
... che fruttifica
La parrocchia assurge dunque alla sua missione di sostegno alle famiglie, cercando di espandere il suo campo d’azione e creando legami con le varie agenzie educative presenti nel territorio, generando entusiasmo. Durante il primo lockdown molti condominii si sono organizzati spontaneamente per creare piccoli eventi coinvolgendo la comunità parrocchiale, al fine di rendere meno dura la situazione generata dalle restrizioni. Da questa esperienza sono nati due comitati di quartiere che, insieme alla parrocchia, tutt’oggi si impegnano nel rendere il territorio meno isolato e più ospitale.
... che fa festa
‘Relazione’ e ‘famiglia’ potrebbero essere dunque le parole chiave per definire il ruolo della parrocchia nel quartiere. Tutte le attività che la comunità propone sono strumenti per accogliere e coinvolgere le famiglie del territorio, che sperimentano il dono di sentirsi parte di un’unica grande famiglia. Così una parrocchia “di confine”, in un quartiere che vive spesso la difficoltà di sentirsi ai margini, diviene un punto di riferimento importante per vivere l’esperienza del sentirsi parte di una comunità che accoglie.
La chiesa e la sua espressività cromatica
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a Chiesa, pur nella semplicità ed essenzialità delle strutture architettoniche, presenta nel suo interno particolari che la rendono suggestiva. L’elemento più evidente Maria Pia è il colore. Lo vediamo distribuito Capurso Operatrice nelle vetrate, sulle quali a seconda pastorale della loro ubicazione, assume sfumature diverse per simboleggiare la luce che nasce, che trionfa, che tramonta. Lo troviamo nelle tessere musive policrome che avvolgono il tabernacolo in una spirale, quasi a proteggerlo in un abbraccio. Ma l’impatto più suggestivo con il colore lo offre il Fonte Battesimale, progettato dall’ing. Nicolò Mezzina e dal ceramista faentino prof. Franco Calzi. Qui le mattonelle policrome in ceramica invetriata rappresentano scenari e simboli cristiani. Sulle pareti un grande sole sovrasta un paesaggio desertico in cui i colori caldi denotano la natura del suolo. Nel pavimento del fonte prevalgono piastrelle nei toni degli azzurri che, assemblandosi come un puzzle, si trasformano in volute che ci riportano al movimento delle acque, al Giordano. Spicca anche il rosso del roveto ardente in mezzo al quale Dio manifestò a Mosè il Suo nome. La luce rifratta del Fonte Battesimale si ricompone nella sua interezza e diventa bianca per diffondersi sugli altri elementi architettonici della chiesa: sui muri perimetrali, sui pilastri, nel soffitto. Soprattutto sulle pareti longitudinali il colore bianco ha una sua funzione particolare: deve fare da sfondo alle quindici formelle rappresentanti avvenimenti della passione, morte e resurrezione di Cristo. Qui diventa pacato, conforme al tema trattato e con gli elementi essenziali dei volti, degli sguardi, delle mani, guida in ordine progressivo alla lettura di raffigurazioni che potremmo definire “didascalia del dolore”. Dette formelle, in terracotta monocroma, sono opera dello scultore molfettese Vito Zaza, il quale ha saputo fondere con sorprendente capacità, teologia e arte in una mirabile sinergia. Questa uniformità cromatica e drammatica si evidenzia anche nel crocifisso dell’abside realizzato dalla Nuova Ecclesiar di San Ferdinando di Puglia nel 2013, su disegno dell’architetto Antonella Scarimbolo. Significato diverso ha il colore nella terracotta della Santa Famiglia, opera (1978) di Don Mauro Gagliardi e donata alla nascitura Parrocchia, dove mette in evidenza la delicatezza, l’amore trasmesso, il senso di protezione e di unione familiare attraverso la serenità dei volti, ma soprattutto attraverso quell’intreccio di mani adagiate sul corpo del Bambino.
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PARROCCHIA SANTISSIMO CROCIFISSO - TERLIZZI
VISITA PASTORALE DI MONS. DOMENICO CORNACCHIA 5 E 7 MARZO 2021 PENSIERO DEL PARROCO Comunicazioni sociali
Una famiglia di famiglie
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ratelli carissimi, il Signore Gesù non cessa di essere il Buon Pastore che guida, protegge e ammaestra il suo gregge, la chiesa. Noi tutti battezMichele zati formiamo il gregge, il popolo Cagnetta che egli conduce. Oggi questa funParroco zione è resa presente nella persona del Vescovo. Attendere il Vescovo è attendere Gesù che ci dice le stesse parole rivolte a Zaccheo: “Oggi voglio fermarmi a casa tua”. La Visita Pastorale, questa “… Gianluca modalità concreta con cui il Vescovo D’Andrea Amministratore esercita più da vicino per il suo popolo il ministero della parola, della santificazione e della guida pastorale…” (Esortazione Apostolica post Sinodale, Pastores Gregis n.46) è per la comunità parrocchiale, motivo di profonda gioia ed emozione. La pandemia che stiamo vivendo ci obbliga a limitare fortemente le esuberanze di affetto, di simpatia e di riconoscenza proprie di una comunità che vuole esprimere la sua gioia nell’accogliere il suo Pastore, rappresentato quotidianamente dai sacerdoti preposti alla sua guida. Motivo anche per fare il punto su un cammino tracciato precedentemente da altre persone e che oggi chiede una profonda revisione. Lo slogan che ci accompagna: “Testimoni di comunione in mezzo agli uomini”, suggerito alla comunità da Mons. Martella nella precedente visita pastorale, ci coinvolge in una ricerca di nuove strade per indicare a un mondo sempre più frammentato e chiuso nell’individualismo che l’unica parola nuova è una comunità che si propone al mondo come segno di unità e di fraternità. Una comunità che trova la sua identità e la sua missione intorno alla mensa della Parola e dell’Eucarestia presenziata dal suo Pastore segno visibile di Cristo, Buon Pastore che viene a visitare il suo popolo.
Non solo numeri
Parroco don Michele Cagnetta Amministratore don Gianluca D’Amato Abitanti circa 3500 Associazioni e Gruppi: Azione Cattolica (33), Confraternita Maria SS. Di Sovereto (80), Apostolato della Preghiera (8), Gruppo Caritas (4), Gruppo Famiglia (12), Gruppo Catechisti (14), Gruppo Liturgico (14), Gruppo Cantori (12). Attività principali Adorazione Eucaristica ogni primo venerdi del mese, catechesi settimanale per i ragazzi della iniziazione cristiana, incontri quindicinali con adulti, giovani-giovanissimi, incontri mensili di formazione e spiritualità della Confraternita, centro di ascolto caritas, visite periodiche agli ammalati, gruppo di ascolto e di preghiera, pastorale della consolazione nei momenti di lutto e di dolore.
sito web: www.parrocchiemolfetta.it/ crocifissoterlizzi pagina facebook: Parrocchia S.S. Crocifisso terlizzi Email: crocifisso.terlizzi@gmail.com
CHIESA NEL TERRITORIO
“Fiori tra le rocce”
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a Parrocchia SS. Crocifisso di Terlizzi, con sede presso l’Oratorio della Confraternita di S.Maria di Sovereto, insiste su un territoAndrea rio periferico che a partire dagli d’Ercole anni sessanta ha avuto una Operatore pastorale notevole espansione, con la nascita di due quartieri di edilizia popolare e successivamente con una discreta crescita di complessi abitativi in direzione Molfetta. Nell’area urbana in cui è collocata risiede una popolazione in parte anziana, ma anche comprendente famiglie giovani e meno giovani. Non manca la presenza di cittadini extracomunitari stagionali, che trovano rifugio in case di campagna e fabbriche abbandonate presenti nell’estrema periferia. Negli ultimi decenni si sono affermati il fenomeno dell’emigrazione dei giovani, per studio o per lavoro, e una preoccupante denatalità che si riflettono nella celebrazione di pochi Battesimi e pochissimi Matrimoni. Inoltre molte imprese artigianali e molte attività commerciali hanno chiuso i battenti e nel territorio resistono soprattutto attività commerciali del settore alimentare. La popolazione attiva è dedita prevalentemente all’agricoltura e alla floricultura. Resiste tuttora un’azienda storica di produzione vasaria e ceramicola. A fronte di questa evoluzione del contesto demografico e sociale la parrocchia esprime una vivacità tipica delle piccole comunità ed eroga con passione il suo servizio a chi le si accosta, attraverso la cura attenta della liturgia,
l’amministrazione dei Sacramenti, la Catechesi, l’animazione dei Ragazzi, il servizio Caritas e l’assistenza degli ammalati. Questa modesta porzione della Chiesa diocesana rimane luogo privilegiato per la preghiera, il raccoglimento e l’incontro con il Signore. Diversi sacerdoti giovani della diocesi hanno scoperto e coltivato la vocazione sacerdotale nella cornice di questa meravigliosa oasi di raccoglimento e da questa Comunità, negli anni, sono emersi fulgidi esempi di vocazione laicale e di servizio alla Chiesa cittadina, diocesana e nazionale.
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ESPERIENZE «La Chiesa “in uscita” è la comunità di discepoli missionari ARTE IN CHIESA che prendono l’iniziativa, che si coinvolgono, che accompagnano, che fruttificano e festeggiano» (EG24)
Parrocchia in uscita...
...che prende iniziativa
“Insegnami la dolcezza ispirandomi la carità, insegnami la disciplina dandomi la pazienza e insegnami la scienza illuminandomi la mente”. Queste parole di Sant’Agostino fanno da monito al nostro agire quotidiano in parrocchia. Tutta la comunità è consapevole ed attivamente pronta, attraverso gli operatori della Caritas, a donare parole, gesti di accoglienza e ad ascoltare coloro che versano in una situazione di disagio. La sfida sta nell’essere sempre più disponibili affinché tutti possano sentirsi a casa, sperimentando la carezza di Dio.
...che si coinvolge
La nostra realtà, anche se fatta di poche unità, non perde occasione di avvicinare e motivare adulti, giovani e ragazzi che, sentendosi accolti, possano mettere a frutto i propri talenti crescendo nella fede. Il coinvolgimento abbraccia più fronti, dalla liturgia all’impegno nella catechesi, dalla mano tesa nei confronti dei bisognosi alla cura degli spazi che viviamo. Tutto ciò serve a valorizzare ognuno nella bellezza della sua unicità.
...che accompagna e che fruttifica
Un’attenzione particolare cerchiamo quotidianamente di rivolgere alle persone anziane, agli ammalati; cerchiamo di esserci per loro attraverso i ministri straordinari. Altra risorsa è l’accompagnamento delle famiglie, nella speranza che possano farsi ispirare dall’umiltà e dalla semplicità della Famiglia di Nazaret. Ciò su cui puntiamo è la formazione per coloro che sono chiamati ad un servizio educativo attraverso corsi promossi dalla diocesi, in maniera attenta e scrupolosa. Questa rappresenta un’occasione per confrontarsi, per condividere le proprie esperienze con quelle delle altre realtà parrocchiali, per caricarsi di entusiasmo e per vivere con maggiore consapevolezza il proprio cammino di fede e quello di quanti sono a noi affidati.
... che fa festa
Nella nostra parrocchia festa è partecipazione alla Messa domenicale, in cui la comunità tutta, dai più piccoli ai più grandi celebra, loda e ringrazia il Signore. È il momento che vede la presenza dei bambini e degli adolescenti i quali, insieme agli educatori di Ac e agli operatori della catechesi, sperimentano sempre più l’amore verso Gesù e il senso di appartenenza alla comunità parrocchiale e diocesana. Festa sono le attività ludicoformative offerte dall’ Acr e gli incontri settimanali di catechesi per adulti e giovanissimi, occasioni di crescita spirituale, di condivisione e di formazione. Festa sono la Festa del Ciao, la Festa della Famiglia nel mese di dicembre, il camposcuola estivo, i ritiri spirituali in Avvento e in Quaresima, la Festa dell’Esaltazione della Croce, titolare della nostra parrocchia. La festa inoltre si esprime nelle celebrazioni dei sacramenti, segni efficaci della grazia per la nostra santificazione. Quando ci si raduna e si festeggia quindi, è per ricordarci che, stando insieme, aumenta la gioia di essere una grande famiglia. Tutte queste esperienze aggregative ci permettono di raccogliere le gioie e le speranze di ciascuno per volgerle a Lui, nostra grande salvezza. A cura di Biagio Minutillo Annarita Lovino Milena Leonetti
Il nostro Crocifisso
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a Parrocchia del SS. Crocifisso, costituita da un’unica navata, ospita nell’abside il Crocifisso ligneo scolpito nel 1860 dal maestro Giuseppe Volpe, insieme al figlio Angelica Pasquale. Inizialmente dinanzi al Iurilli Operatrice Crocifisso era collocata una statua pastorale della Maddalena inginocchiata ai piedi della Croce. Nel 1868 il gruppo scultoreo si arricchì di altre due statue, commissionate allo scultore Volpe: una riproducente San Giovanni e l’altra l’Addolorata, entrambe in piedi e ai due lati della Croce. Il nuovo gruppo scultoreo era stato commissionato dalla Confraternita di S. Maria di Sovereto, per l’annuale allestimento del “Sepolcro” del Giovedì della Settimana Santa e per la processione dei Misteri. Nella seconda metà del 1900, probabilmente tra gli anni 1947-1948, il gruppo scultoreo fu smembrato e le statue dell’Addolorata, di San Giovanni e della Maddalena furono sostituite con altrettante statue in cartapesta, opere attribuite al cartapestaio Salvatore Bruno. Negli anni ’90 il Crocifisso ligneo a causa delle lesioni sulle braccia del Cristo, dovute alle continue sollecitazioni e oscillazioni subite durante le processioni, è stato sostituito, per i riti per le vie cittadine, da un Crocifisso in resina. Da allora il Crocifisso ligneo è collocato in pianta stabile nell’abside. Al di fuori della Chiesa su due acroteri laterali della facciata dell’edificio è possibile ammirare due statue di terracotta, collocate su due plinti in pietra calcarea, raffiguranti S. Pietro, “pietra angolare” della chiesa, e S. Paolo, difensore della fede, commissionate dalla Confraternita probabilmente nel 1838. Le due statue alte un metro ciascuna, larghe 50 cm e profonde 30 cm, sono state realizzate con una plastica a tutto tondo caratterizzata dalla semplicità artigianale che rispetta la lavorazione ceramista pugliese; sottoposte a restauro nel 2019, sanati i segni del degrado, sono tornate al loro sito svettanti verso il cielo.
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PARROCCHIA SANTA LUCIA - RUVO DI PUGLIA
VISITA PASTORALE DI MONS. DOMENICO CORNACCHIA 4 E 6 MARZO 2021 PENSIERO DEL PARROCO Comunicazioni sociali
Una luce per il quartiere
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ercherò di tratteggiare in breve le peculiarità del volto di questa Comunità che ormai servo come parroco da quasi nove anni e in cui mi trovo Fabio da quasi undici. Tricarico Qualche breve cenno storico: il Parroco nuovo edificio liturgico è stato consacrato l’11 settembre del 1999 dal vescovo mons. Donato Negro, ma la parrocchia è stata istituita nel 1925 nella Chiesa dei Cappuccini inizialmente intitolata a Santa Maria Maddalena. La Comunità, essendo situata in un quartiere periferico ha i pregi e i difetti di tutte le Comunità non centrali, ossia ha una buona partecipazione da parte di giovani famiglie e di bambini in età di catechismo, ma essendo anche “nascosta” tra i palazzi del quartiere, non è un facile punto di passaggio e di ritrovo. Ad essere sincero essa vede una grande partecipazione da parte della gente alla vita liturgica e sacramentale, ma conosce anche molto bene la difficoltà a coinvolgere i giovani, sempre più rari, nella sua vita ordinaria. Certo, negli anni si è cercato in vari modi di coinvolgere sempre più famiglie e giovani, con iniziative di discreto successo (oratori estivi, presepe vivente, coro giovanile, ecc...). Sicuramente c’è stata una crescita della Comunità; ma c’è ancora tanto che si può fare. Altra caratteristica che voglio sottolineare è la grande generosità e attenzione verso gli altri che la nostra Comunità ha saputo dimostrare in diverse occasioni, soprattutto quando si è trattato di campagne di solidarietà e di aiuti concreti ad “amici” missionari nei paesi più poveri. Un’ultima caratteristica è la grande spiritualità che questa Comunità ha sempre avuto e curato negli anni; la dimostrazione sono i vari gruppi di preghiera e associazioni che sono nati sotto la spinta dei sacerdoti che hanno esercitato il loro ministero in questa porzione di popolo di Dio. È bella la Comunità di Santa Lucia, anche con le sue imperfezioni e debolezze e sono contento che il Signore, attraverso i Pastori che ha donato alla nostra Diocesi, mi abbia inviato ad essa. Sicuramente, e non è retorica, ho ricevuto più di quello che ho potuto dare, ma è anche vero che, insieme ai miei collaboratori sacerdoti (Don Giacomo Berardi e Don Giuseppe Germinario), non ci siamo tirati indietro mai e faremo sempre tutto il possibile per far crescere e diventare più “luminosa” la Comunità Parrocchiale di Santa Lucia.
Non solo numeri
Parroco don Fabio Tricarico Vice parroci don Giacomo Berardi e don Giuseppe Germinario Religiose Istituto Suore Gerardine Abitanti circa 5600 Associazioni e Gruppi: Azione Cattolica Italiana, ANSPI, Agesci, Associazione S. Lucia, Gruppo di Preghiera di San Pio da Pietralcina, Gruppo di preghiera di Medjugorje. Attività principali Iniziazione Cristiana, Catechesi e formazione giovanissimi, giovani ed adulti, cammini di spiritualità per ogni età, attività caritative e ricreative.
sito web: www.parrocchiemolfetta.it/ parrocchiasantaluciaruvo pagina facebook: Parrocchia Santa Lucia Ruvo; Youtube: www.youtube.com/ ParrocchiaSantaLuciaRuvodiPuglia Email: santaluciaruvodipuglia@gmail.com
CHIESA NEL TERRITORIO
Parrocchia, come un piccolo semenzaio
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uando penso alla mia parrocchia la vedo come un semenzaio: luogo ricco di tanti semi generati dalla ricchezza dell’anRita di Palo nuncio della Parola di Dio ad Segretaria opera del parroco, don Fabio Consiglio pastorale Tricarico e dei vicari parrocchiali don Giacomo Berardi e don Giuseppe Germinario. Il tessuto socioculturale abbastanza variegato, il territorio ben servito da strutture commerciali, servizi pubblici e privati, vede la presenza dello storico edificio del 1° Circolo didattico “G. Bovio”, il Liceo Scientifico e Linguistico “O. Tedone”, l’Istituto delle Suore Gerardine con annessa Casa di riposo. La parrocchia è il cuore di questo territorio: ampia sala liturgica, diversi spazi aperti, strutture per la catechesi, saloni e campo sportivo. Si propone come luogo di spiritualità e di carità, come centro di formazione e riflessione, di sport e di svago. L’iniziazione cristiana è attuata da educatori ACR, giovani e catechisti adulti. La formazione dei formatori è curata dal parroco con cadenza mensile. Tra le associazioni: la presenza storica dell’Azione Cattolica, il Gruppo di Preghiera di San Pio da Pietrelcina, l’Associazione Santa Lucia. La Caritas parrocchiale con discrezione e sollecitudine offre tempo, speranze, conforto e beni di necessità ai fratelli e sorelle in difficoltà. In tempo di pandemia il nostro complesso parrocchiale ha accolto l’Emporio Solidale Legàmi, frutto della Caritas cittadina, nato dall’azione di tanti fedeli attenti alle necessità del prossimo e
dall’azione delle Associazioni locali. Altro servizio di comunione è ad opera dei Ministri Straordinari dell’Eucarestia che visitano gli ammalati il primo venerdì e la domenica. L’animazione liturgica è curata dagli adulti e giovani e dal “Gruppo corale della Famiglia”. Il gruppo del Ministranti, con numerose presenze tra bambini e ragazzi, vanta la presenza di due seminaristi. Il gruppo AGESCI cura la formazione dei ragazzi secondo i principi, il metodo e le attività dello scautismo. L’Anspi promuove la diffusione della pratica sportiva per tutti, interpretando lo sport come momento di festa e di crescita della persona in senso integrale, organizzando eventi regionali, manifestazioni, feste e tornei sportivi. Il nuovo Direttivo, d’intesa con il coordinamento cittadino, ha in agenda oratori estivi e invernali promuovendo i linguaggi di animazione teatrale, artistica, ludica, musicale. Negli ultimi tempi ha preso vita nella Comunità il “Gruppo di preghiera” guidato da don Giacomo che settimanalmente si incontra per l’ascolto della Parola, l’Adorazione Eucaristica e il servizio declinato con l’attenzione ai problemi quotidiani della gente. Tale cammino culmina col pellegrinaggio annuale a Medjugorie. Il “Gruppo Famiglia” curato da don Fabio, pone attenzione ai problemi attuali di questa cellula della società con lo sguardo rivolto al futuro, creando buone prassi, facendo rete con lo scopo di continuare a diffondere nel quotidiano quelli che sono i sentimenti di Cristo.
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ESPERIENZE «La Chiesa “in uscita” è la comunità di discepoli missionari ARTE IN CHIESA che prendono l’iniziativa, che si coinvolgono, che accompagnano, che fruttificano e festeggiano» (EG24)
Parrocchia in uscita... ...che prende iniziativa
Con le sfide del tempo presente devono confrontarsi uomini e donne di buona volontà, protagonisti in prima linea nelle nostre comunità parrocchiali. Non esistono comunità pronte a tali cambiamenti se non sono guidate da pastori altrettanto innamorati della dimensione religiosa della propria gente Gianfranco e della cura della crescita spirituale di tutti e di ciascuno. La nostra parrocchia Damasco Direttore deve essere grata a Dio per aver avuto sacerdoti sempre attenti a superare i Coro vari tipi di “confine” e offrire a tutti la parola di salvezza che Gesù è venuto a giovanile portare e la speranza a quanti non hanno ancora sperimentato o hanno smarrito la bellezza dell’incontro personale con Cristo. Guidati dal loro slancio missionario, la nostra comunità ha imparato ad essere sensibile verso i problemi di chi vive al di là del portone parrocchiale (ammalati, poveri, senza lavoro, non credenti…), a farsi ponte e non muro, ad essere “sempre in uscita come Dio, senza guardare il tempo o i risultati, ma alla disponibilità, alla generosità e al servizio”, per dirla con le parole del Santo Padre.
...che si coinvolge
L’attenzione al territorio e la conoscenza delle sue zone più difficili e problematiche è sempre al centro delle decisioni e dell’azione pastorale della nostra parrocchia. Ogni impegno di evangelizzazione nasce con un occhio teso al raggiungimento di tutti, anche di coloro che per pigrizia o per insofferenza al Vangelo, difficilmente vengono in parrocchia se non per necessità. Da questo desiderio di portare Cristo a tutti nascono le iniziative di preghiera vissute nei quartieri: le Via Crucis in Quaresima, i Rosari nel mese di Maggio, le novene vissute sul sagrato. Sono l’espressione di un cuore che vuole coinvolgere tutti e che non vuole escludere nessuno dall’annuncio del messaggio d’amore di Dio.
...che accompagna
La pandemia ha ulteriormente aumentato il divario tra i ricchi e i poveri. La Caritas parrocchiale - oltre ai gruppi e associazioni già richiamati nell’articolo precedente - accompagna con delicatezza e amorevolezza quanti sono in difficoltà, per dare conforto, speranze e beni di necessità, grazie alle diverse componenti della comunità stessa. Le attività di catechismo, vissute settimanalmente, culminano con le attività oratoriali nel mese di giugno-luglio. Le coppie di fidanzati che si preparano a ricevere il sacramento del matrimonio sono oggetto di un’accurata formazione che vede coinvolti relatori che possiedono specifiche competenze.
... che fruttifica
Un terreno ben seminato e fertilizzato dà i suoi frutti: la nostra parrocchia ha sempre avuto nel tempo vocazioni al sacerdozio e attualmente vanta la presenza di due seminaristi nel Seminario Diocesano Vescovile. Particolare attenzione viene rivolta alla missionarietà, espressione alta di una Chiesa sempre in uscita, e alla chiesa fidei donum nella quale opera don Paolo Malerba che ogni anno viene a visitare la nostra comunità.
... che fa festa
La domenica è la festa della vita parrocchiale, convinti che solo attorno all’Eucaristia nasce una vera famiglia. Titolare e patrona della comunità è Santa Lucia, alla quale è dedicata la tradizionale festa nel mese di dicembre. È un’ulteriore occasione che permette di ritrovarsi insieme e di gioire dei doni che il Signore elargisce, ritrovando in lei un esempio di Chiesa innamorata del suo Sposo e a Lui solo fedele.
Le tele dei santi Biagio e Cleto
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a chiesa dei cappuccini, risale al 1607, ma fu consacrata settant’anni dopo con il vescovo Domenico Galesio, il quale la intitolò a Maria Maddalena. Viene chiamata Davide chiesa dei cappuccini poiché adiaMinafra Seminarista cente al convento del 1583, in cui prese posto l’ordine dei frati francescani, che andarono via da Ruvo nel 1861. Successivamente, nel 1925 la chiesa venne nominata Parrocchia e intitolata a Santa Filomena e Santa Lucia. Negli anni sessanta la parrocchia fu dedicata esclusivamente a Santa Lucia poiché papa Giovanni XXIII volle verificare la vita di alcuni santi, e per mancanza di notizie riguardo i miracoli effettuati da Santa Filomena, il pontefice decise di elidere la ricorrenza dal calendario romano. Nel 1999 venne consacrata la nuova chiesa di santa Lucia, dal momento che la precedente non soddisfava i bisogni logistici dei parrocchiani. Eretta la nuova chiesa, l’antico edificio sacro viene aperto meno frequentemente alla pubblica venerazione. A partire dal 1999 il simulacro del ‘700 di santa Lucia viene conservato nella nuova parrocchia. All’interno della chiesetta sono conservate invece le tele rappresentanti il vescovo di Sebaste Biagio e il terzo papa Cleto, patroni di Ruvo, dell’artista Nicola Gliri. Cleto viene raffigurato con la tiara papale e un ricco piviale damascato, con i bordi uniti da una preziosa spilla d’oro, un rubino centrale e tre perle pendenti, il tutto impreziosito da colori caldi. La ferula è posta accanto ai suoi piedi. Con le mani regge il modellino della città in cui s’intravedono la cinta muraria, la Cattedrale e la Torre di Pilato. Il vescovo Biagio è rappresentato secondo lo schema tipico dei Santi patroni vescovi. Nella mano destra sostiene il pettine per cardare la lana, simbolo del suo martirio. Le vesti, caratterizzate da un ricco panneggio, sono illuminate da caldi cromatismi rossi e dorati. È possibile che originariamente codeste tele fossero collocate nella preziosa macchina barocca che adornava l’altare maggiore, della quale ad oggi conserviamo solo il tabernacolo.
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| N.11 | ANNO 97° | 14 MARZO 2021
PARROCCHIA SAN GIUSEPPE - MOLFETTA
VISITA PASTORALE DI MONS. DOMENICO CORNACCHIA 11 E 13 MARZO 2021 PENSIERO DEL PARROCO animatori salesiani, formazione ai gruppi
Una parrocchia particolare
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a nostra Parrocchia ha una storia singolare, nota a tutti i Molfettesi, una storia che parte da lontano, dall’incontro della nostra Città con don Bosco, il grande Raffaele santo educatore, padre e maestro Gramegna dei giovani. Quando P. Lorenzo Parroco Apicella nel 1863 si adoperò per fornire un servizio educativo ai ragazzi sordi di Molfetta e dintorni, pensò di chiedere aiuto alla neonata Congregazione Salesiana e al suo Fondatore, ancora vivente, ma don Bosco rispose che i tempi non erano maturi e “per ora” egli doveva declinare l’invito. E i tempi vennero. Grazie ad un benefattore che mise a disposizione una vasta area di terreno oltre l’Istituto Apicella, i figli di don Bosco vennero a Molfetta. Gli inizi furono davvero eroici: don Giuseppe Piacente sdb partì, come si suol dire “da zero” il 7 novembre 1947 e da quel giorno per oltre settant’anni l’Opera, con il suo oratorio, la Chiesa dedicata a S. Giuseppe, ha visto un susseguirsi di pastori, Salesiani, impegnati a portare avanti “il lavoro di don Bosco” tra i giovani. Pietra su pietra, come un’epopea, con il sacrificio di tutti, fu costruita la chiesa parrocchiale: ogni pietra ricorda un volto, un benefattore, una storia, un nome e mentre si costruiva la chiesa di mattoni, cresceva la Comunità. Adiacente all’edificio di culto sorgeva l’oratorio, diventato presto fiore all’occhiello di tutta la Città. Dal 30 settembre 2018 i Salesiani hanno lasciato la loro Opera nelle mani della nostra Diocesi. Come primo parroco diocesano di questa Comunità respiro ancora a pieni polmoni il carisma che i Confratelli Salesiani hanno lasciato nella nostra parrocchia, carisma vivo nei gruppi laicali della Famiglia Salesiana presenti (Cooperatori, ex-allievi, ADMA) e mi sforzo insieme al mio vicario parrocchiale, don Vincenzo Sparapano, di portare avanti l’eredità impegnativa ricevuta. La pandemia ha un po’ bloccato le nostre attività, come dovunque, soprattutto quelle oratoriane, ma i miei parrocchiani hanno imparato da don Bosco a non demordere e, passo dopo passo, le attività a vantaggio dei giovani e dei ragazzi riprendono. La mia parrocchia ha un carisma “proprio”, un carisma che la distingue e che deve essere fatto conoscere, come motivo di ricchezza per tutta la Comunità Diocesana.
Non solo numeri
Parroco don Raffaele Gramegna Vice parroco don Vincenzo Sparapano Abitanti circa 4500 Associazioni e Gruppi: Consiglio Pastorale (20), Associazione Salesiani Cooperatori(30), Associazione Ex Allievi/e di don Bosco (110), Associazione ADMA (182), Mamma Margherita (27), Caritas (7), Gruppo liturgico(5), ministranti(15), Gruppo mamme (10), Catechesi(300), Secondo Superiore, Terzo Superiore(16), Quarto superiore(20), Ministri straordinari dell’Eucarestia(6), Gruppo coro (14), Animatori (10), Pre-animatori(30), Oratorio, Gruppo Missionario(3), gruppo giovani (29), Associazione CGS “don Tonino Bello”(21), Associazione ANSPI “don Bosco”(60), Comunicazioni Sociali (2). Attività principali Catechesi e iniziazione cristiana, Preparazione al battesimo, Corso pre matrimoniale, Formazione
della famiglia salesiana, oratorio, accademia dell’Immacolata, Estate ragazzi, Estate giovani, Adorazione mensile, Festival della canzone, Caritas. Comunicazioni sociali sitoweb: www.parrocchiemolfetta.it/ sangiuseppemolfetta facebook: fb.com/oratoriodonboscomolfetta Youtube: San Giuseppe Molfetta Instagram: @oratoriodonboscomolfetta Email: sangiuseppemolfetta@gmail.com Telegram: Oratorio don Bosco - Molfetta
CHIESA NEL TERRITORIO
Con l’animo salesiano
N
ella Lettera da Roma del 10 maggio 1884 Don Bosco scriveva che “Basta che un giovane entri in una casa Salesiana perché la Valeria Vergine SS. lo prenda subito Spadavecchia sotto la sua protezione speciaSegretaria C.G.S. le”, ed è questo che accade da don Tonino Bello sempre tra le mura della Parrocchia San Giuseppe e nei cortili dell’Oratorio Don Bosco di Molfetta. Era il 6 dicembre del 1953 quando, alla presenza di numerose Autorità, fu posata la prima pietra della parrocchia da S.E. Mons.Achille Salvucci, allora vescovo di Molfetta. La chiesa nasce in un quartiere periferico, un quartiere colmo di povertà e analfabetizzazione, di insidie e diseducazione. Don Piacente, primo salesiano dell’opera di Molfetta, inizia il suo operato accogliendo in quel piccolo pezzo di terra i giovani. Da allora, in ogni giovane, anche il più “disgraziato”, i Salesiani hanno cercato “un punto accessibile al bene”. Da allora, molti sono stati i ragazzi ai quali è stata data l’opportunità di trascorrere l’adolescenza al riparo dalla “vendemmia del diavolo”, come diceva don Bosco, e numerosi sono stati coloro che nella partita della vita, grazie al prezioso sostegno del-
le personalità salesiane, hanno segnato il gol più bello trovando il coraggio di invertire la rotta dei propri modelli familiari, sociali e culturali e diventare, anche a dispetto della propria ereditarietà generazionale, “buoni cristiani e onesti cittadini”. Ad oggi il territorio parrocchiale è in espansione, infatti nella parte posteriore della parrocchia nuove famiglie vivono e respirano la nostra realtà. Seppur il 31 ottobre del 2018, con profondo dispiacere dell’intera Comunità Parrocchiale, i Salesiani abbiano lasciato la Casa di Molfetta passando il testimone alla comunità diocesana, oggi è ancora il carisma di don Bosco, sposato appieno dal parroco don Raffaele Gramegna e dal viceparroco don Vincenzo Sparapano, a caratterizzare le numerose iniziative religiose, culturali, ludiche e sportive che i laici con fede, speranza e carità portano avanti.
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| N.11 | ANNO 97° | 14 MARZO 2021
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ESPERIENZE «La Chiesa “in uscita” è la comunità di discepoli missionari ARTE IN CHIESA che prendono l’iniziativa, che si coinvolgono, che accompagnano, che fruttificano e festeggiano» (EG24)
Parrocchia in uscita... ...che prende iniziativa
Carlo La Forgia Salesiano Cooperatore
L’iniziativa di “uscire” non è nostra ma di Dio. Siamo chiamati ad uscire e a camminare secondo la sua Parola, i suoi criteri e i suoi dinamismi per andare verso l’altro offrendogli la vita di Gesù Cristo, ma è pure un uscire da se stessi. Un esodo esistenziale, che chiede di abbandonare la propria autoreferenzialità, le proprie comodità, le proprie certezze, le visioni troppo rigide che “ingabbiano” Gesù e il suo Vangelo non permettendo un annuncio autentico. La Parrocchia San Giuseppe è ambito dell’ascolto della Parola, della crescita della vita cristiana, del dialogo, dell’annuncio, della carità generosa, dell’adorazione e della celebrazione. Attraverso queste espressioni incoraggia e forma la sua Comunità affinchè risponda a questo invito.
...che si coinvolge
È una Parrocchia che coinvolge e che si coinvolge per essere sempre più Chiesa in Cammino, non ghetto ma grembo. Da sempre sui suoi muri c’è scritto “Casa che accoglie” e lo fa davvero! Ognuno porta la sua esperienza, la sua carica umana e spirituale, i suoi limiti e tutto diventa palestra per esercitare una carità e un servizio evangelico. Tutti trovano il loro grembiule in comunione e al servizio dell’altro, un grembiule che si esorta a indossarlo con lo spirito del risorto.
Sotto lo sguardo di San Giuseppe
L
a chiesa di San Giuseppe è caratterizzata dalla sua imponenza e dalla sua arte e storia. Don Bosco fu un grande devoto di San Giuseppe infatti, nelle opere Alessandro M. custodite dalla sua Congregazione, Capurso Salesiano oltre alla figura di Maria Ausiliatrice, Cooperatore San Giuseppe è altrettanto importante come esempio di padre amorevole, educatore e attento a Dio. Nel 1867 pubblicò un libro «Vita di San Giuseppe», in cui aveva raccolto materiale proveniente sia dai Vangeli che dagli scritti già in circolazione sul Santo. Fu proprio questa grande devozione che spinse Don Bosco a costruire un altare nella grande Basilica eretta a Torino in onore della Vergine Ausiliatrice dei Cristiani.
...che accompagna
Una sua espressione è la missione evangelica ai giovani e alle famiglie. La pastorale giovanile ha subìto l’assalto dei cambiamenti sociali, culturali e dell’emergenza sanitaria. I giovani e gli adolescenti spesso non trovano risposte alle loro inquietudini, alle loro esigenze, alle loro problematiche e anche se non è sempre facile accostarli, la Comunità è consapevole che è essa stessa ad essere per loro punto di riferimento e che devono essere sempre più protagonisti nelle proposte pastorali. Spazi sono a loro dedicati, come il cortile, l’oratorio, il teatro, la palestra divenendo questi ambiti privilegiati in cui la Parrocchia si fa casa accogliente per dare la possibilità di scoprire i loro talenti, per metterli a disposizione nel servizio e per crescere come buoni cristiani e onesti cittadini. Essi trasmettono un patrimonio educativo molto ricco, a sostegno delle famiglie e della stessa società civile ma, nel dinamismo di una Chiesa in uscita, è necessario pensare a un rinnovamento creativo e flessibile di questa realtà, passando dall’idea di un centro statico, dove i giovani possono venire, all’idea di soggetti pastorali in movimento con e verso i giovani, capaci cioè di incontrarli nei loro luoghi di vita ordinari quali la scuola e l’ambiente digitale, le periferie esistenziali, il mondo del lavoro, generando un nuovo tipo di apostolato più dinamico e attivo. La pastorale familiare, poi, si apre alla condivisione e all’accoglienza, valorizzando la bellezza della vocazione matrimoniale e della responsabilità verso i figli nella consapevolezza che il sostegno e il fondamento si trovano nella Parola di Dio. È pastorale familiare pure il portare all’attenzione del dibattito culturale e politico italiano la famiglia come soggetto sociale. È in essa che si formano i cittadini di domani, è la qualità della vita familiare che determina la qualità della vita dell’intera società.
... che fruttifica
È una Parrocchia che presenta un dinamismo associativo importante con esperienze evangeliche che trovano la loro sorgente nel cuore stesso di Cristo e di Maria e che trovano in questi la spinta al dono e al servizio.
... che fa festa
La comunità parrocchiale è in festa per la Liturgia Eucaristica Domenicale. Crea festa per le Solennità di don Bosco e Maria Ausiliatrice, ma è ancor più in festa ogni qual volta è al servizio della Chiesa donandosi agli altri, ai giovani e alle famiglie.
Don Giuseppe Melle, Salesiano autodidatta e realizzatore di diverse opere artistiche (Redentore di Bari, Chiesa di Maria Ausiliatrice di Roma…), che visse a Molfetta tra il 1965 e il 1968, raffigurò sulle pareti della nostra immensa chiesa alcune scene della vita di Giuseppe (La fuga in Egitto, Lo sposalizio tra Maria e Giuseppe, la Natività, ecc...) forse per la grande devozione che don Bosco aveva per lui. Perno dell’opera è l’affresco dipinto sull’Abside che raffigura La gloria di San Giuseppe, infatti in mezzo alle schiere degli angeli spicca la Santa Famiglia, con alcuni Santi e Papi che hanno avuto una devozione particolare a san Giuseppe e/o si sono interessati della vita sociale della chiesa e del mondo. Inoltre san Giuseppe è anche patrono della Chiesa universale (Pio IX 1870), per questo il quadro termina con la rappresentazione del colonnato di piazza di san Pietro: le braccia della Chiesa che raccolgono l’intera umanità. La storia ha definito i Santi Sociali per il loro impegno nella città a fianco degli ultimi: Cottolengo, Cafasso, Murialdo, Don Bosco, Allamano, Frassati, Valfrè, Faà di Bruno. I loro nomi sono tutti ricordati dalle opere che hanno fondato e che ancora oggi sono attive nel portare avanti le parole del Signore sull’educazione, l’accoglienza, la formazione professionale, l’assistenza ai malati. Tra gli affreschi non possono non mancare anche alcuni momenti della vita di don Bosco che ritroviamo nella navata di destra, i momenti salienti della vita di Gesù e Maria nelle due cappelle laterali e navata di sinistra.
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PARROCCHIA SANTA FAMIGLIA - RUVO DI PUGLIA
VISITA PASTORALE DI MONS. DOMENICO CORNACCHIA 12 E 14 MARZO 2021 PENSIERO DEL PARROCO adulti, giovani e giovanissimi, lectio divina;
Con il cuore colmo di gioia!
C
on spirito rinnovato e entusiasmo ritrovato siamo in trepidante attesa per l’arrivo del Vescovo Domenico. Nel cuore di tutti c’è solo il desiderio di riserMichele vare al Pastore della Chiesa diocesaBernardi Parroco na un’ospitalità bella, dignitosa ed entusiasta. Sui volti di tutti, infatti, si può leggere la gioia e il desiderio di un incontro che si rinnova con il nostro Vescovo nel quale tutti intravediamo i tratti del Buon Pastore che visita la sua Comunità per confermarla nella fede in questo momento di tempesta, e infondere in tutti coraggio e fiducia per affrontare le nuove sfide che ci attendono. C’è anche la voglia di esprimere al Vescovo un benvenuto caloroso e gioioso e manifestargli così la gratitudine per quello che Egli è e fa per la nostra Diocesi con letizia e spirito di servizio. E poi c’è la volontà sincera di fare con lui un tratto di strada insieme, condividendo la fede, vivendo la speranza e testimoniando la carità. Tutte le realtà presenti in parrocchia avranno modo di presentarsi, di farsi conoscere e soprattutto di aprire con lui un confronto costruttivo e lucido sulle tante, e talvolta gravi, sfide che la famiglia, la scuola, il lavoro, la Chiesa oggi si trovano a vivere e affrontare, non perché abbia in tasca la risposta bella e pronta per tutti i nostri problemi, ma per condividere con lui gioie e speranze, tristezze e angosce, sogni e desideri e per ricevere da Lui la spinta necessaria per crescere nel cammino della vita e della fede con uno slancio più generoso ed entusiasta. Vogliamo, dunque, incontrare il Vescovo Domenico perché la sua testimonianza viva, profumata di Vangelo, possa incoraggiare tutti a prendere il largo ed esprimere al meglio la vivacità necessaria oggi perché ogni nostra iniziativa sia carica di significato e possa portare frutto. Riteniamo infatti che in questa speciale esperienza di Chiesa possiamo fare un incredibile rifornimento di speranza. Ne abbiamo tutti un immenso bisogno. Saranno giorni da vivere come dono di Grazia. Saranno giorni di festa e di incontro vero! Sicuramente con la sua presenza e la sua parola, il nostro Vescovo ci mostrerà, ancora una volta, il vero centro della vita, cioè Gesù Cristo. Ci ricorderà che vale la pena di seguirlo e che, solo Lui, è in grado di illuminare, confortare e riempire questa nostra vita, a volte stanca e superficiale. Lo Spirito Santo, che invocheremo in questi giorni, darà a tutti noi la forza e la gioia di continuare a “scommettere” su Gesù.
Non solo numeri
Parroco don Michele Bernardi Diacono permanente don Felice Marinelli Istituto secolare Servi della sofferenza Abitanti circa 2500 Associazioni e Gruppi: Azione Cattolica; Apostolato della preghiera; Gruppo oratorio “San Giovanni Bosco”; Gruppo di preghiera San Pio da Pietrelcina “Santa Maria delle Grazie”; Ministri straordinari della Eucarestia; Gruppo giovani e giovanissimi; Gruppo ministranti; Gruppo liturgico; Catechisti; Coro parrocchiale; Centro di ascolto Caritas. Attività principali Adorazione Eucaristica mensile; catechesi; incontri A.C.R.; incontri per
preparazione al battesimo e al matrimonio; attività oratoriali; attività animata dalla Caritas; pellegrinaggi. Comunicazioni sociali pagina facebook: Parrocchia Santa Famiglia Ruvo di Puglia; Email: santafamiglia.ruvo@gmail.com
CHIESA NEL TERRITORIO
Una chiesa che vive tra le case
A
rrivando a Ruvo di Puglia dalla città di Molfetta e percorrendo la cinta stradale che circonda il paese in direzione Grazia Corato, ecco che ad un tratto Tedone si incrocia una chiesa a forma Vice-presidente Consiglio di tenda: la Santa Famiglia. pastorale Sembra posta lì come un luogo dove il viandante può fermarsi per ristorarsi e fare “rifornimento”, nella pace e nella penombra delle sue vetrate istoriate a cospetto di un grande crocifisso. L’idea di edificare una nuova chiesa nella zona nord dell’abitato di Ruvo di Puglia, risale a Mons. Marena, vescovo della Diocesi Ruvo-Bitonto, allorquando, venuto a conoscenza della progettazione del nuovo piano di espansione dell’abitato, pensò bene di chiedere all’Amministrazione Comunale di individuare un’area da destinare all’edificazione di una nuova parrocchia. Richiesta portata a compimento da Mons. A. Garzia succeduto nella guida della Diocesi. Una idea geniale perché essa ha rappresentato per quel quartiere periferico, in costruzione, un vero e proprio punto di riferimento e di animazione del territorio. Inaugurata il 2 dicembre 1979, la parrocchia guidata dall’allora parroco don Grazio Barile, vive dapprima in locali posti a piano terra di uno stabile in costruzione, assumendo da subito la fisionomia di una chiesa diffusa, presente nelle strade e nelle case delle famiglie. È indelebile il ricordo dei sacramenti celebrati sulla strada e della catechesi nelle case dei parrocchiani, sino a quando, pietra su pietra, è
stata edificata l’attuale struttura, consacrata da don Tonino Bello. Circondata da abitazioni che vanno dagli anni ’70 ai giorni nostri, inizialmente quartiere dormitorio, pian piano ha visto nascere esercizi commerciali, scuole dell’infanzia, una scuola media, parchi gioco, un campetto di calcetto, continuando ad espandersi sempre più. La presenza di case di edilizia privata e agevolata, villette a schiera e insediamenti di case popolari, rende dal punto di vista socioeconomico, eterogenea la popolazione che vi abita. Attualmente si contano circa 2.500 anime. Eterogenee sono anche le fasce di età della stessa, convivendo famiglie anziane e famiglie di prima costituzione. Dedicata alla Santa Famiglia di Nazareth e con santi protettori come S. V. De Paoli, S. G. Bosco e S. D. Savio, da subito ha assunto la fisionomia di una chiesa in uscita, accogliente, attenta a tutte le fasce di età, vicina alle famiglie, aperta alle esigenze della storia. Non a caso è sede di una pietra d’inciampo in ricordo delle opere di don Tonino Bello, allorquando la comunità gli si è affiancata nell’accoglienza di cittadini immigrati. Spirito, quello dell’attenzione agli ultimi, che non ha più abbandonato la nostra comunità.
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ESPERIENZE «La Chiesa “in uscita” è la comunità di discepoli missionari ARTE IN CHIESA che prendono l’iniziativa, che si coinvolgono, che accompagnano, che fruttificano e festeggiano» (EG24)
Parrocchia in uscita... ...che prende iniziativa
Il nostro Consiglio Pastorale Parrocchiale sta cercando di far riscoprire il vero volto della Parrocchia che non è quello di essere una struttura burocratica: è piuttosto la famiglia di Dio, una fraternità animata dallo spirito di unità e di pace. Essa, al fine di calcare i passi di Colui che è la Via vera Felice della Vita, ha scelto di essere parrocchia in uscita scegliendo di accogliere Marinelli Diacono il “fuori” nel proprio spazio. In questa direzione intende diventare il crocepermanente via di esperienze e relazioni, di prossimità e guarigione profondamente umane ispirandosi alla Chiesa come ospedale da campo tante volte evocata da Papa Francesco. In quest’ottica ha accolto diverse realtà associative quali: il Club Alcologico Territoriale “Rinascere in” che accoglie famiglie che vivono il dramma delle dipendenze; l’Associazione di volontariato “L’ala di riserva” che si fa prossima ai giovani e ragazzi con disabilità; il Centro Antiviolenza “La ricerca della felicità” attento ai fenomeni della violenza di genere e al bullismo.
...che si coinvolge
Attenta ai segni dei tempi e vicina alle ansie e alle gioie delle famiglie, la parrocchia non manca di coinvolgersi e di “sporcarsi le mani” a partire dai bisogni emergenti. Attivo da sempre, infatti, è il Centro di ascolto Caritas, cuore propulsore dell’attenzione agli ultimi con l’ascolto, le raccolte alimentari, il sostegno economico in situazioni di difficoltà, soprattutto in questo momento di pandemia. È attenta a chi è ammalato e non fa mancare loro la comunione ogni 1° venerdì del mese e la domenica.
...che accompagna
Constatando la difficoltà di una pastorale giovanile, tuttavia intende coglierne la sfida, attenta alle loro fatiche, ai loro desideri di vita, avvertendo quanto sia importante la testimonianza gioiosa degli adulti, la qualità delle relazioni degli educatori e la necessità della loro formazione. In quest’ottica sono stati attrezzati luoghi per lo sport e il tempo libero, grazie all’impegno di adulti nella realizzazione di campi estivi, tornei sportivi, recital. Importante l’opera dei catechisti i quali cercano di porre le basi formative, per far scegliere ai nostri ragazzi Gesù “Via, verità e vita”! Ed è per mantenere vivo il senso di comunità, che in questo momento di pandemia, si sono tenuti incontri formativi a distanza per gli adulti, giovani, giovanissimi, e fanciulli e la celebrazione eucaristica trasmessa in streaming sulla pagina Facebook.
... che fruttifica
Nel breve ma intenso cammino di questa comunità, diversi i frutti raccolti. La presenza di un laicato impegnato nei vari gruppi di preghiera, di servizio e di evangelizzazione, nell’associazionismo laico, la presenza di laiche consacrate, di laici impegnati ad altri livelli nel volontariato, nella formazione delle coscienze laicali, non può che far gioire e lodare il Signore. La presenza del nuovo parroco, infine, nel segno della continuità, ha suscitato slancio ed impulso in Parrocchia.
... che fa festa
Per quanto la nostra sia una comunità giovane e non ha forti tradizioni, non mancano i momenti di festa religiosi come in occasione della Santa Famiglia, di S. Cecilia, di San Pio, S. Giovanni Bosco. Festoso è l’incontro delle famiglie ogni domenica attorno all’Eucarestia. È tradizione consolidata, inoltre, in una delle domeniche del tempo di Avvento condividere il tanto atteso pranzo di Natale con le famiglie più fragili della città. La speranza è che la festa più bella diventi sempre più quella della comunione fraterna tra tutti i parrocchiani, senza autorefenzialità e protagonismi vari.
Luce e colore al servizio della fede
“L
a luce sottolinea il concetto morale dell’immagine”. Nel 1997 fui contattata da don Grazio Barile per partecipare alla gara per la realizzazione di sette veMaria trate istoriate su episodi della vita Bonaduce Artista della Santa Famiglia prima dell’inizio della vita pubblica di Gesù. Le finestre, collocate due per parte su tre degli otto lati più una nella parete di destra attigua all’ingresso della chiesa, hanno una forma singolare che mi suggerì gli usci delle case dei nostri centri storici con una tenda in sostituzione della porta. La tenda appare sollevata da entrambe i lati lasciando intravvedere la scena all’interno. Il fedele così diventa spettatore del Mistero che si rende visibile oltre la tenda. Il racconto comincia con Lo sposalizio della Vergine a cui seguono La nascita di Gesù, La presentazione al tempio, La fuga in Egitto, La bottega di S. Giuseppe, Gesù tra i dottori del tempio e infine La morte di S. Giuseppe. Le scene sono inondate di luce che dissipa le tenebre, allontana la tristezza, illumina e riveste ogni cosa di un aspetto gioioso. I personaggi rappresentati a grandezza reale appaiono sullo stesso piano dell’osservatore e lo invitano ad entrare nel racconto che sembra compiersi davanti ai loro occhi. Il progetto fu approvato dalla Commissione di Arte Sacra presieduta, in quegli anni, da Mons. Felice Di Molfetta. Due anni dopo nel 1999, don Grazio ritenne opportuno completare l’arredo della chiesa commissionandomi le quattordici stazioni della Via Crucis. Proposi una soluzione insolita: realizzare le immagini con la tecnica dell’acquerello molto vicina alla luminosità delle vetrate istoriate. «Nell’acquerello si fondono nel modo più completo, senso della realtà e inafferrabilità, esperienza del bello e altissima spiritualizzazione» come affermava Koschatzky. I soggetti fanno riferimento alle tematiche della nuova Via Crucis proposta nella riforma liturgica che prevede, come ultima stazione, la Resurrezione. Non potevo quindi non usare come filo conduttore il contrasto tra la luce e le tenebre dove la lotta tra il Bene e il Male culmina con la resurrezione di Cristo. Il pathos delle immagini è accentuato dal contrasto dei colori e dal taglio diagonale delle linee della composizione. In alcuni episodi vi sono chiari riferimenti alle tradizioni locali come la rappresentazione della deposizione con le figure degli otto santi di Ruvo e un chiaro richiamo alla nostra terra nel paesaggio della Crocifissione e dell’orazione di Gesù nell’orto.
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| N.12 | ANNO 97° | 21 MARZO 2021
PARROCCHIA SAN GIACOMO - RUVO DI PUGLIA
VISITA PASTORALE DI MONS. DOMENICO CORNACCHIA 18 E 21 MARZO 2021 PENSIERO DEL PARROCO
Aspettando il nostro pastore
S
ono trascorsi circa tre anni da quel 20 aprile 2018 in cui Papa Francesco, sulle orme di don Tonino Bello, è venuto in visita nella nostra diocesi e, ormai due, da Gianni quell’8 dicembre 2018, data dell’inRafanelli Parroco dizione della visita pastorale del nostro vescovo Domenico Cornacchia. Tante cose sono cambiate da allora e l’emergenza sanitaria ci ha costretti a restare per un lungo periodo in stand by prima che si realizzasse il momento tanto atteso: il nostro pastore, in nome di Cristo, viene a visitare questa piccola porzione di popolo! Attraverso la sua presenza, il Padre celeste concede la grazia divina e, sono certo che, seppur breve, la sua visita segnerà una profonda traccia in tutti noi incrementando un’autentica testimonianza di fede e di amore. Al principio di questa pandemia più volte abbiamo proclamato la nostra fiducia e la nostra speranza con lo slogan “Andrà tutto bene!” ma, purtroppo, ancor oggi, ci ritroviamo in una tragedia che ci coinvolge: vite spezzate, legami recisi, solitudini, precariato, disoccupazione, forte incremento delle povertà! Vorremmo che tutto ciò ben presto avesse fine e che tornassimo ad abitare il nostro tempo con maggior fiducia e certezza. Questa festa d’incontro con il nostro pastore ci stimoli a camminare tutti insieme nella stessa direzione di marcia, a non lasciarci sedurre dalle lusinghe di un individualismo sempre più autoreferenziale; ci induca a non nasconderci dietro le seduzioni di un pessimismo distruttivo e disperato che non riesce a scorgere il bene ovunque esso si trovi, ma ci sproni ad accogliere nella nostra vita il Signore affinché, guardando e confidando sempre più in Lui possiamo scorgere con gioia orizzonti più limpidi!
Non solo numeri
Parroco don Gianni Rafanelli Abitanti circa 2250 Associazioni e Gruppi: A.n.s.p.i., Apostolato della preghiera, Azione Cattolica, Catechisti, Coro parrocchiale, Gruppo di San Pio da Pietralcina “Santa Maria delle Grazie”, Gruppo del Rosario, Gruppo dei ministranti. Attività principali Adorazione Eucaristica mensile, Iniziazione cristiana, Formazione Giovaniissimi, Giovani e Adulti, Formazione giovani coppie, Centro di ascolto caritas, Attività oratoriali, Preparazione al Battesimo, Percorsi prematrimoniali, Attività culturali
Comunicazioni sociali Sito web: www.sangiacomoruvo. diocesimolfetta.it Pagina Facebook: fb.com/sangiacomoruvo Email sangiacomo.ruvo@gmail.com
CHIESA NEL TERRITORIO
Il granello di senape fa rami tanto grandi
H
o sempre cercato di innestare la parola di Dio nella quotidianità con la speranza che la gemma potesse generare Tonino nuovi frutti. Abbandonando Paparella Vicepresidente l’analogia agricola, affiora Consiglio alla mente la parabola del pastorale Seminatore. Ecco, un seme! Come e dove viene seminato? Riuscirà a germogliare? Chi lo curerà? Queste domande me le ponevo nel 1992 quando don Tonino Bello decise di far crescere nella periferia la nuova parrocchia di San Giacomo Apostolo. L’immagine della nostra comunità la rappresenterei come un popolo in cammino verso il Regno di Dio con un’azione pastorale fondata su catechesi, liturgia e carità. La catechesi accompagna i ragazzi e le loro famiglie attraverso percorsi che portano alla conoscenza personale con il Signore e alla vita di servizio. Si coltiva l’attenzione per la pastorale della famiglia e, dall’annuncio della Parola sgorgano diverse iniziative tra gli adulti di A.C. e itinerari di preparazione sia per i nubendi sia per i genitori che chiedono il Battesimo. Da sottolineare l’operato dell’ANSPI impegnata in varie attività di formazione e socializzazione giovanile. Molta cura è riservata alla liturgia valorizzando: - l’Adorazione Eucaristica;
- la Santa Messa domenicale allietata dal coro; - ampi spazi di preghiera curati dal gruppo di San Pio e dall’A.d.P. e recita quotidiana del S. Rosario animato dall’omonimo gruppo. Gli animatori della Caritas hanno maturato la consapevolezza di svolgere un servizio che offra non solo solidarietà, ma si renda disponibile all’ascolto e testimoni al mondo l’amore di Dio per gli ultimi. Vista la presenza di diverse aziende nel territorio si è attivata, su suggerimento di Mons. Martella, una pastorale del lavoro volta a dar vita a occasioni di preghiera e di sostegno, consapevoli che il Vangelo attiene a tutto ciò che è autenticamente umano. Tante le persone che non riusciamo a raggiungere, tuttavia, quel che facciamo è espressione di un popolo in cammino.
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| N.12 | ANNO 97° | 21 MARZO 2021
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ESPERIENZE «La Chiesa “in uscita” è la comunità di discepoli missionari ARTE IN CHIESA che prendono l’iniziativa, che si coinvolgono, che accompagnano, che fruttificano e festeggiano» (EG24)
Parrocchia in uscita... ...che prende iniziativa
Papa Francesco, facendosi eco del Concilio Vaticano II, ha condiviso con i credenti un sogno: passare da una Chiesa concentrata su se stessa ad una Chiesa in uscita che prenda iniziativa nell’annuncio del Vangelo. Sull’impronta di questo progetto, don Gianni ha spesso invitato la comuAngela nità a vivere una vita che non fosse solo un ritorno di immagine, attenta Tedone Gruppo alle proprie convenienze, chiusa in un gruppetto di relazioni confortevoli di Preghiera “Padre Pio” e indifferente alle sofferenze di coloro che si incontrano lungo il cammino, ma piuttosto una comunità che potesse essere chiamata a non sprecare alcuna occasione di mettere in atto una pastorale attiva nel proprio territorio. In quest’ottica la nostra parrocchia, tra le diverse esperienze che si potrebbero annoverare, negli ultimi mesi si è ritrovata a collaborare con l’Associazione Granello di Senape nel progetto di solidarietà verso una coppia di extracomunitari.
...che si coinvolge
Al loro affacciarsi in chiesa, in tanti hanno accolto con gioia Stanley e Favour, instaurando da subito una relazione di sincera amicizia accompagnata da concreti gesti di solidarietà nonostante il difficile periodo di lockdown. Fondamentale è stata l’offerta di un lavoro stabile a Stanley in un’azienda presso la zona industriale, garantendo loro una certa stabilità economica.
...che accompagna
I due giovani ragazzi giunti nella nostra città, con una bimba in arrivo e la scelta dolorosa di interrompere la gravidanza a causa di situazioni economiche avverse, sono stati accolti ed ascoltati dal presidente e da alcuni volontari del CAV. È stato loro offerto un aiuto concreto per cercare di affrontare un futuro più dignitoso e ciò è bastato a farli desistere dalla scelta abortiva. La questione è divenuta un’occasione per la comunità per operare del bene quando i due ragazzi sono stati presentati.
... che fruttifica
La comunità evangelizzatrice è sempre attenta ai frutti perché il Signore la vuole feconda […] trova il modo per far sì che la Parola si incarni in una situazione concreta e dà frutti di vita nuova (E. G.) Il 9 settembre scorso è venuta al mondo la piccola Light Favour, cioè Luce. Così ha voluto chiamarla sua madre quel giorno in cui ha cambiato idea sulla scelta abortiva perché già sentiva dentro di sé che quella bimba sarebbe stata una “Luce di Dio”. “Il piccolo cioccolatino”, così simpaticamente soprannominata, rappresenta per tutti il sapore della speranza e la dolcezza dell’amore infinito di Dio a cui nulla è impossibile!
... che fa festa
Gli sforzi di tutti hanno visto la loro realizzazione il giorno in cui la piccola è stata battezzata. Giorno speciale per la nostra comunità che ha espresso, nella Solennità di Cristo Re, il grazie al Signore per aver partecipato al Suo disegno di amore, aver riconosciuto la Sua presenza e aver riscoperto la Sua tenerezza di Padre salvaguardando la vita nascente!
La Vergine in gloria
S
ono ben state delineate, in due recenti pubblicazioni, le vicende storiche e devozionali che propiziarono, nella prima metà del Seicento, l’erezione del Santuario della Madonna delle Grazie. Una chiesa sorta per Franco di Palo dare maggior decoro e aumentare il Storico culto all’antica immagine della Virgo dell’arte lactans, già meta di pellegrinaggio e oggetto di devozione popolare. Fu il vescovo Memmoli a voler fortemente questo polo di devozione mariana incaricando probabilmente il celebre architetto e pittore bitontino, Carlo Rosa. Da allora la chiesa, anche per i numerosi miracoli attribuiti all’intercessione della Vergine, assunse la valenza di Santuario cittadino e il Capitolo della Cattedrale stabilì di recarsi il sabato antecedente la terza domenica di maggio per il canto dei vespri e poi, ancora, la domenica per la solennità liturgica. E, ricorsi della storia, il santuario torna ai nostri giorni ad essere affidato ad un sacerdote in gremio del ricostituito Capitolo di Ruvo: don Gianni Rafanelli. L’appartenenza capitolare motiva la presenza, sull’altare laterale a sinistra, della tela ottagonale che raffigura la Gloria di Maria accolta in cielo dalla Santissima Trinità, nel tripudio dei santi che popolano il Paradiso. L’artista raffigura la Vergine che assurge verso la Trinità tra angeli e cherubini all’apice della ‘gerarchia’ del sacro; ai lati e in posizione preminente, Giovanni Battista e l’evangelista Marco. Nella parte sottostante san Giuseppe e sant’Anna insieme ai santi più venerati dalla comunità locale: san Nicola, protettore della Terra di Bari, san Cleto e san Biagio, patroni di Ruvo di Puglia. Tutti riconoscibili gli altri santi che partecipano adoranti all’evento paradisiaco: Antonio, Lucia, Orsola, Teresa d’Avila, Chiara e Francesco d’Assisi, Rosa da Lima, Maria Maddalena, Ignazio, Francesco di Paola, Pietro e Paolo.
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| N.13 | ANNO 97° | 28 MARZO 2021
PARROCCHIA IMMACOLATA - TERLIZZI
VISITA PASTORALE DI MONS. DOMENICO CORNACCHIA 23 E 25 MARZO 2021 PENSIERO DEL PARROCO Pio da Pietrelcina, Triduo dell’Annunziata,
Casa del popolo di Dio
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a sempre la parrocchia mi ha accolto facendomi sentire parte integrante di essa. Da parroco ho sempre desiderato che il “gregge” affidatomi dal Signore Roberto sentisse la parrocchia come “casa De Bartolo del popolo”. Papa Francesco, duranParroco te il viaggio in Polonia nel 2017, rivolgendosi ai Vescovi polacchi ha dichiarato «la parrocchia è sempre valida! La parrocchia deve rimanere: è una struttura che non dobbiamo buttare dalla finestra. La parrocchia è proprio la casa del popolo di Dio, quella in cui vive. Il problema è come imposto la parrocchia! […] La parrocchia non si tocca: deve rimanere come un posto di creatività, di riferimento, di maternità». Ho sentito mie queste parole e ogni giorno mi sforzo di far sentire il popolo della comunità parrocchiale dell’Immacolata di Terlizzi a casa propria, aspetto, questo, curato molto bene già dai miei predecessori. La comunità ha sempre dimostrato sensibilità e vicinanza ai sofferenti in maniera solidale e amorevole. Le famiglie, i giovani, i ragazzi partecipano alla vita della comunità mettendosi in gioco nelle varie attività parrocchiali nonostante gli impegni e le difficoltà della vita quotidiana e familiare. La nostra parrocchia è amata dal suo popolo anche per i tesori artistici in essa contenuti e gelosamente custoditi che la rendono ancora più bella durante gli incontri, i momenti di preghiera, di convivialità e gioia che la comunità vive. Vescovo Domenico, la Tua presenza, durante la Visita Pastorale, per noi sarà stimolo per vivere la nostra vita in Cristo e noi ti faremo sentire a casa nostra anzi a casa tua.
Non solo numeri
Parroco don Roberto De Bartolo Abitanti circa 5700 Rettorie Maria SS. del Rosario, Maria SS. della Misericordia, Maria SS. del Riposo Associazioni e Gruppi: Azione Cattolica, Catechisti, Gruppo Famiglia, Corale Parrocchiale, Associazione “Perpetuo Rosario”, Confraternita Maria SS. del Rosario, Ministri straordinari, Gruppo Liturgico, Gruppo Lettori, Associazione Mariana, Gruppo Caritas, Gruppo Ministranti. Attività principali Centro Ascolto Caritas, Catechesi per adulti, giovani e ragazzi, Catechesi per le famiglie, Schola Cantorum, corsi per fidanzati al matrimonio, incontri di preparazione al Battesimo, incontri sulla Parola di Dio, Adorazione Eucaristica, Visita agli ammalati, Oratorio estivo, Incontri di formazione, Novena all’Immacolata, alla Madonna del Rosario, a Santa Rita e a San
Peregrinatio Mariae nel quartiere nel mese di maggio. Comunicazioni sociali Sito web: http://parrocchie.diocesimolfetta.it/ immacolataterlizzi/ Facebook: Parrocchia BMV Immacolata - Terlizzi You Tube: BMV Immacolata Terlizzi Instagram: @Immacolata_Terlizzi E-mail:bmvimmacolata.terlizzi@live.it bmvimmacolataterlizzi@gmail.com Giornale parrocchiale: Parrocchi@inForma
CHIESA NEL TERRITORIO
Una parrocchia viva e sempre in crescita
L
a parrocchia B.M.V. Immacolata sorge sulla chiesetta votiva trecentesca dedicata a S.Maria Maddalena, fatta costruire per lascito testamentario Barbara datato 20 settembre 1293. La de Robertis comunità parrocchiale dell’ImEquipe Comunicazione macolata conta poco più di Parrocchiale 5700 abitanti ed è collocata in un contesto urbano di grande rilevanza monumentale e rappresentativa: si affaccia sui corsi cittadini principali, dai terlizzesi chiamato “lo stradone” ovvero c.so Dante e c.so Garibaldi, cerniera tra la città medioevale e la successiva espansione setteottocentesca, dove sorgono edifici di grande pregio sia civili (i palazzi dei nobili de Paù, Marinelli, Schettini) sia religiosi (la chiesa dedicata alla Madonna del Rosario che, a sua volta, ingloba, su una parete laterale, il celebre portale di Anseramo da Trani) sia sociali (il 2º C.D. “San Giovanni Bosco”, l’ospedale “M. Sarcone”, uffici professionali, istituti bancari ed esercizi commerciali). La piccola chiesa della Madonna del Rosario, il cui rettore è don Pasquale De Palma, è adiacente alla nostra parrocchia e custodisce, al suo interno, l’immagine scolpita della Madonna del Rosario, co-patrona di Terlizzi insieme alla Madonna di Sovereto, la cui festa ricorre la prima domenica di ottobre con fiera e processione del simulacro per le vie della città. La chiesetta dedicata a Maria SS. della Misericordia, invece, è nota ai terlizzesi con il nome di “chiesa dell’Annunziata” la cui festa,
molto sentita dall’intera comunità, ricorre il 25 marzo con l’accensione del caratteristico falò e la sagra delle “nunziatine”, frittelle dolci e salate, preparate dal gruppo famiglia della nostra parrocchia. Infine nella rettoria di Maria SS. del Riposo si pratica il culto di S. Maria del Riposo. La vita parrocchiale è abbastanza viva e ricca sia per le occasioni di incontro e di preghiera sia per le iniziative culturali sia per le sagre organizzate: quella del 5 dicembre, in occasione della vigilia di San Nicola e in concomitanza con la fiera, realizzati dai vari gruppi presenti in parrocchia; quella del 2 novembre, nel giorno dedicato ai nostri defunti, si svolge la sagra della “quarticedd”, pane dalla forma allungata e condito con ricotta forte e alici. Nell’ambito della comunità sono molto attivi i gruppi di Azione Cattolica, di catechismo, l’Oratorio, il gruppo famiglia, il gruppo Caritas, ma un limite è costituito dalla mancanza di strutture esterne ed interne ad uso dei sopracitati gruppi. La nostra è una comunità che dimostra la propria fede nei confronti dei più bisognosi con amorevolezza e carità e che sa farsi coinvolgere dal Vangelo. È una comunità viva e partecipe, consapevole del fatto che bisogna continuare a crescere per essere una vera Chiesa, una Chiesa nel senso cristiano del termine. L’auspicio di tutta la comunità parrocchiale è che la Visita Pastorale del nostro Vescovo possa essere stimolo per vivere in Cristo e in comunione.
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| N.13 | ANNO 97° | 28 MARZO 2021
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ESPERIENZE «La Chiesa “in uscita” è la comunità di discepoli missionari ARTE IN CHIESA che prendono l’iniziativa, che si coinvolgono, che accompagnano, che fruttificano e festeggiano» (EG24)
Parrocchia in uscita... ...che prende iniziativa
Giuliano Robert Operatore pastorale
“Grande amico mio” era il saluto con il quale il nostro compianto ed amato vice parroco don Michele Fiore accoglieva chiunque incontrasse. La sua incrollabile fiducia nella divina provvidenza e la sua energia spirituale sono da sprone ad uscire e diffondere nel territorio la nostra testimonianza di fede; cito alcune iniziative: la Via Crucis e la novena al Natale nelle strade del nostro quartiere, la pia pratica devozionale della Peregrinatio Mariae in cui la statua della Madonna di Fatima ogni sera del mese di maggio entra nelle case e nelle famiglie portando conforto, pace, misericordia e gioia.
...che si coinvolge
I diversi gruppi che costellano la vita della parrocchia in sinergia tra loro e animati dalla sapiente guida del parroco attivano molteplici iniziative finalizzate alla formazione spirituale, alla preghiera e all’accoglienza: approfondimenti sulla Parola domenicale, convegni, pellegrinaggi, rassegne canore e piena condivisione e partecipazione alle varie proposte cittadine e diocesane.
...che accompagna
Nella parrocchia siamo tutti parte di una grande famiglia e nelle famiglie ci si aiuta l’un l’altro con semplicità e fiducia. L’annuncio ha un posto di rilievo per la nostra comunità; un nutrito gruppo di catechisti guida e forma i circa 400 ragazzi che si preparano a ricevere i Sacramenti. Numerosa è anche la presenza di adulti che con responsabilità e passione costituiscono una risorsa indispensabile, dall’animazione delle messe all’organizzazione di sagre, dalla cura e decoro della chiesa al supporto operativo nelle più svariate esigenze, dagli incontri formativi e di preghiera alla condivisione fraterna, sempre confortati e sostenuti dalla parola buona del Vangelo.
... che fruttifica
Solo un terreno di qualità e ben curato porta buoni frutti; la carità richiede impegno costante tutti i giorni dell’anno, la comunità tutta è sempre pronta dando aiuto e vicinanza, aprendo le porte a chi ha bisogno non solo di aiuti materiali ma anche di ascolto, conforto e comprensione.
... che fa festa
Ogni giorno è festa se sperimentiamo l’amore di Dio nella nostra vita contagiando i fratelli e le sorelle che incontriamo sul nostro cammino. Ecco allora che la comunità gioisce quando accoglie nuove creature che ricevono il Battesimo, quando i fanciulli del catechismo ricevono i Sacramenti, quando i giovani scelgono di offrire parte del loro tempo a favore dei più piccoli, quando si fa vicina agli anziani e ai malati portando loro Gesù Eucarestia, quando le coppie di fidanzati chiedono di santificare la loro unione nel sacramento del Matrimonio, quando Dio benedice la comunità facendo sorgere le vocazioni sacerdotali, quando il nostro Vescovo visita la parrocchia e benedice i bambini in occasione della festa dell’Annunziata. La parrocchia è un dono prezioso che aiuta tutti ad affrontare la vita quotidiana con più coraggio e fede, con fiducia e speranza.
L’arte al servizio della Parola
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l prezioso ostensorio d’argento oltre che emblema significativo della pietà eucaristica, costituisce anche una perfetta sintesi visiva e simbolica della storia e delle vicenFranco de che hanno fatto della chiesa Di Palo dell’Immacolata, un tempo extra Storico moenia, cioè appena fuori dalle dell’arte mura urbiche e presso al cosiddetta porta detta “del Lago”, il centro propulsore del culto e della devozione mariani promossi e sostenuti dalle associazioni di vita cristiana (confraternite) che, sin dalla fine del XVI, secolo officiarono il tempio. Fu realizzato nel 1725 dal noto argentiere napoletano Domenico De Blasio. La teca (sfera) raggiata, contornata dai simboli del corpo e del sangue di Cristo (il grano e l’uva) e da teste angeliche, è sostenuta dall’alto fusto al cui nodo è posta la raffinata statua, a fusione, dell’Immacolata. Sulla base mistilinea si ergono le micro sculture della Maddalena e di san Carlo Borromeo mentre al centro, tra le vampe, le anime purganti anelano la salvezza. Il pregevole simulacro dell’Immacolata, la splendida Adorazione dei pastori di Corrado Giaquinto, tutta la ornamentazione pittorica, inserita nell’esuberanza dei decori in stucco che amalgamano armoniosamente il tutto nel continuo e sempre cangiante gioco chiaroscurale, è un’esaltazione del privilegio mariano: dalle tele sottovolta con temi dell’Antico Testamento, all’autentica pinacoteca che cinge su tre lati le pareti dell’altare, con raffigurazioni dei principali episodi della vita, o sette festività, della Madonna. Oggi come ieri al servizio della comunità parrocchiale e di quanti si recano in questo tempio, autentico luogo della bellezza trascendente in cui l’arte è posta al servizio della Parola, è strumento di conoscenza e diffusione del Vangelo. Perché varcare la porta che si apre sulla semplice facciata, sulla piazza oggi detta del Plebiscito, equivale a varcare le soglie del tempo e dello spazio; è come immergersi nei sentimenti di un popolo che ha saputo, nei secoli, affidare la propria profonda spiritualità alla bellezza colorata dell’arte.
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| N.15 | ANNO 97° | 11 APRILE 2021
PARROCCHIA SAN MICHELE ARCANGELO - RUVO DI PUGLIA
VISITA PASTORALE DI MONS. DOMENICO CORNACCHIA 8 E 10 APRILE 2021 PENSIERO DEL PARROCO Michele Arcangelo e a San Pio da Pietrelcina;
Varcando ogni “soglia”...
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a Visita Pastorale del Vescovo sarà un segno forte del passaggio del Risorto tra noi. La nostra comunità è piccola ma estremamente vivace. È formata da un Michele Del Vecchio contenuto numero di fanciulli, da Parroco un attivo gruppo di giovani, da una solida componente di adulti e da una cospicua fascia di parrocchiani segnati dagli anni. Le nostre scelte, soprattutto nell’attuale situazione pandemica? Utilizzare ogni possibile “soglia di uscita-accesso” per raggiungere chi è impedito o stenta a rimettersi in cammino o vi ha rinunciato e per accogliere chi arriva dalle più diverse situazioni di bisogno. Soglia dell’Annuncio: mai interrotti gli incontri settimanali on-line per adulti e giovani. La chiusura di ogni unità tematica si è fatta in presenza, concludendola con l’adorazione. Con i ragazzi la modalità on-line è stata ardua, ma vivacizzata dalla generosa estrosità di catechisti e educatori. Molto utile l’uscita di un giornalino on-line. In estate s’è svolto l’annuale camposcuola per i giovani. Soglia della Liturgia: nel lockdown le liturgie festive via streaming. Alla riapertura delle Chiese s’è registrato un lieve calo di partecipanti (per paura di esporsi o convinti che la Messa trasmessa supplisca quella in presenza?). La diserzione dei fanciulli dalla S. Messa è la più rilevante. Rispettati i ritiri d’Avvento-Quaresima per le varie fasce d’età. Puntuale e partecipata l’adorazione mensile curata dal Gruppo di Preghiera di San Pio. Prezioso l’utilizzo dei social. Soprattutto la domenica a tutti i gruppi è inviata una breve riflessione sul Vangelo. Alla larga fascia di anziani-ammalati è assicurata la prossimità o per telefono o, con le dovute cautele, di persona. Soglia della “Testimonianza”: impagabile l’operato della Caritas, capace di coinvolgere l’intero territorio per i tanti indigenti. I punti di forza? Il forte senso di comunità, la generosa e concreta collaborazione di giovani e adulti, ma soprattutto il lasciarci guidare docilmente dallo Spirito. I punti di debolezza? La scarsità di spazi per attività ludiche e ricreative.
Non solo numeri
Parroco don Michele Del Vecchio Abitanti circa 3000 Associazioni e Gruppi: Catechisti/ Educatori ACR (35); Azione Cattolica (120); Apostolato della preghiera (30); Gruppo di preghiera San Pio da Pietrelcina “San Michele Arcangelo” (60); Gruppo Famiglia (20); Ministri straordinari della Eucarestia (3); Gruppo giovani e giovanissimi (40); Gruppo ministranti (7); Gruppo liturgico (5); Coro parrocchiale (15); Centro di ascolto Caritas (3). Attività principali Catechesi; Adorazione Eucaristica mensile; incontri formativi per adulti, giovani e giovanissimi; Novene a San
Tredicina a Sant’Antonio; Attività caritative; Oratorio e camposcuola estivi. Comunicazioni sociali pagina facebook: Quelli della Parrocchia San Michele Arcangelo - Ruvo di Puglia Email: parrsmichelearcangelo@gmail.com
CHIESA NEL TERRITORIO
Casa per tutti...
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a parrocchia di San Michele Arcangelo si inserisce in un quartiere variegato e geograficamente semi-periferico. Pur condividendo Katia molte strade con altre tre realtà Lamarca parrocchiali limitrofe, la nostra Animatrice giovani comunità risulta tra le più popolose proporzionalmente al numero di abitanti. La nostra parrocchia ha origini molto antiche: una leggenda narra che sia stata voluta da San Francesco che, di ritorno dall’Egitto, volle fondare in questa zona un convento divenuto poi Convento dei padri Minori Osservanti. La chiesa, intitolata all’Arcangelo Michele, sorge sul punto più alto della città ed è rivolta verso il Gargano che accoglie, oggi come allora, il Santuario dedicato all’Arcangelo. Tuttavia l’attuale chiesa risulta edificata nel 1774 sui resti della precedente costruzione. Pur essendo popolata prevalentemente da anziani e adulti, la comunità di San Michele Arcangelo vanta anche la presenza di numerosi bambini e giovani. Ciò si deve alla perdurante e appassionata attenzione formativa ed educativa a loro dedicata. La nostra parrocchia, ed in particolar modo la nostra Caritas, sono anche punto di riferimento per i numerosi indigenti che popolano il nostro quartiere. Il nostro sagrato si rivolge verso la casa di riposo “M. Maddalena Spada” e verso il punto di primo soccorso presente in città. Questo, stimola ulteriormente ad una costante attenzione verso i più deboli. Succede spesso di vivere celebrazioni condivise con gli ospiti della R.S.A. e con il personale del 118. Nonostante i locali parrocchiali
predisposti per la vita associativa delle varie realtà presenti in parrocchia siano accoglienti, anche se limitati, si avverte la mancanza di spazi aperti per giochi e attività ricreative, soprattutto della componente giovanile. A tal proposito la vicinanza con la pineta comunale rappresenta, da una parte, un punto di forza per la possibilità di organizzare alcune manifestazioni parrocchiali lì, ma dall’altra parte, soprattutto nei mesi invernali ed in orari serali, diventa luogo segnato dai rischi di ogni periferia. Proprio per questo la missione parrocchiale è quella di porsi come alternativa sana e gioiosa nella crescita di questo quartiere. Non a caso, l’edificio è dominato da una croce illuminata che è possibile scorgere sin dal centro cittadino; una sorta di faro, un richiamo alla fede e alla parrocchia vissuta come casa per tutti.
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| N.15 | ANNO 97° | 11 APRILE 2021
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ESPERIENZE «La Chiesa “in uscita” è la comunità di discepoli missionari ARTE IN CHIESA che prendono l’iniziativa, che si coinvolgono, che accompagnano, che fruttificano e festeggiano» (EG24)
Parrocchia in uscita...
...che prende iniziativa ...che si coinvolge ...che accompagna ... che fruttifica ... che fa festa
Papa Francesco all’inizio del suo ministero ha ricordato l’importanza della “creatività”, del “cercare strade nuove” per evangelizzare. Come parrocchia e, in particolare, come consiglio pastorale, ci siamo Nunzia chiesti quali potrebbero essere queste strade nuove. Quali le vie percorDi Terlizzi Consiglio ribili? Abbiamo guardato alle peculiarità che caratterizzano la parrocchia, Pastorale parrocchiale analizzando il territorio in cui viviamo. E sono emerse altre domande che chiedono interventi, azioni, sempre più mirate: come raggiungere le persone che non vengono in chiesa? Dove sono? Come raggiungerle per annunciare il vangelo che è salvezza per tutti? Non è stato facile dare risposte perché bisognava fare i conti con le forze disponibili, con l’entusiasmo di ognuno, con il desiderio di rinnovare e di andare oltre la mentalità del “si è fatto sempre così”, di non dare i “servizi” solo alle stesse persone e sempre allo stesso modo. Una buona presenza di giovani aderenti all’Azione Cattolica (i più provenienti da altri territori parrocchiali), insieme ad un significativo gruppo di adulti, d’intesa con don Michele, ha offerto entusiasmo e disponibilità a vivere ed a far vivere, in ogni settore, esperienze nuove, secondo lo spirito dell’Evangelii Gaudium, per l’annuncio del vangelo in uno stile di comunione e di collaborazione, di incontro e di vicinanza, di misericordia e di sollecitudine. Ad extra: abbiamo vissuto alcune significative esperienze con la confinante parrocchia della Santa Famiglia, senza disdegnare momenti di coinvolgimento cittadino e diocesano. Ad intra: oltre l’ordinario cammino comunitario, i giovani hanno riservato una particolare attenzione verso le adultissime dell’associazione. Per superare le distanze create da questa epidemia, hanno realizzato un giornalino parrocchiale che viene consegnato nelle loro case. La competenza tecnologica dei ragazzi ha poi consentito anche di seguire via streaming la S. Messa celebrata in parrocchia durante il periodo di chiusura delle chiese, permettendo a tutta la comunità di sentirsi unita. All’appello del Papa che invita la Chiesa a vivere la propria missionarietà operando anche come “ospedale da campo”, cerchiamo di dare una risposta soprattutto attraverso la Caritas parrocchiale. Le operatrici Caritas, insieme al nostro parroco don Michele, attuano un silenzioso e ininterrotto raggiungere e accogliere le diffuse periferie esistenziali, ponendosi in ascolto delle molteplici forme di povertà materiali e spirituali, anche di persone che normalmente in chiesa non intercettiamo, pur nella consapevolezza che restano ancora tanti altri bisogni che attendono risposte. Ammirevole la risposta del territorio all’appello per solidarizzare con i poveri e generose le raccolte presso i supermercati. È questo il cammino della nostra parrocchia per coinvolgersi, accompagnare, far fruttificare, festeggiare con quanti il Signore pone sui nostri passi, nell’intento di continuare ad essere umili ed utili strumenti di evangelizzazione.
Luce e colore al servizio della fede
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a pittura scuote dall’anima la polvere accumulata nella vita di tutti i giorni. L’asserto di Pablo Picasso rende merito al lavoro sinergico tra locale Mimma Pro Loco, Consiglio Regionale di Gattulli Consiglio Puglia, Diocesi di Molfetta e generoPastorale parrocchiale sità di tanti. Il restauro della tela settecentesca, custodita nella chiesa di San Michele Arcangelo in Ruvo, ha permesso a colori e raffigurazione di tornare protagonisti in quest’opera d’arte. Il testo di Ap 12,7-12 si traduce in immagini: l’Arcangelo Michele è raffigurato in volo dopo aver rovesciato dal trono Lucifero e gli angeli ribelli. Il suo sguardo ieratico rivolto verso il fedele riafferma il primato di Dio! Notevoli i rimandi a significati allegorici: il volto femmineo e la veste blu di San Michele rimandano alla Madonna; la spada fiammeggiante contrassegna lo Spirito che ci purifica dal male; dagli occhi dei demoni raffigurati nella desolante nudità della colpa emerge il nulla, dalle bocche spalancate solo un grido mentre precipitano nel buio. Il restauro non ha restituito la firma dell’autore, forse presente nelle parti tagliate della tela, riadattata in antico per inserirla nella cornice settecentesca in stucco. Nel retro del dipinto, su un’etichetta novecentesca, una scritta fa riferimento a Giuseppe Bonito (Castellamare di S t ab i a 1 7 0 7 1789), pittore partenopeo allievo del Solimena. Ma il raffronto fra il ductus pittorico della nostra tela e quelle bonitiane non convince. Per cui, come da attribuzione di Michele D’Elia nel testo Mostra dell’arte in Puglia, si deve riconoscere la mano di Francesco Solimena (Canale di Serino, 4 ottobre 1657 – Barra, 5 aprile 1747), pittore barocco tra i più rappresentativi del meridione. Dal confronto tra le tele solimenesche e la nostra emerge la stessa resa pittorica, la stessa forza espressiva di impronta realista nel caratterizzare i personaggi, l’attenzione del pittore a trasferire sulla tela verità di panni e di epidermidi, di reazioni sentimentali e di corpi.
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| N.15 | ANNO 97° | 11 APRILE 2021
PARROCCHIA MADONNA DELLA PACE - MOLFETTA
VISITA PASTORALE DI MONS. DOMENICO CORNACCHIA 9 E 11 APRILE 2021 PENSIERO DEL PARROCO mensile; Percorso di formazione settimanale
Con il cuore colmo di gioia!
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ttendiamo la visita del Vescovo come il segno evidente della presenza di Cristo che guida il suo gregge e come quella di Dio che visita il suo popoAngelo lo, ricordando la visita di S.E. Mons. Mazzone Parroco Martella avvenuta esattamente tredici anni fa, dal 2 all’8 marzo 2008, e memori di quello che egli, a conclusione della stessa, volle scrivere a noi. Come anche non possiamo non andare con la memoria ai tanti scritti che il Servo di Dio don Tonino Bello, ha voluto dedicare a questa comunità nascente. Nel lontano 7 novembre 1987, ci definiva Provocazione fatta pietra richiamando due aspetti che nella storia di questa comunità non sono mai stati disgiunti: la stabilità e la mobilità, la struttura e la tensione verso altri orizzonti. Nell’incontro col Vescovo gli racconteremo delle nostre strutture e delle nostre transumanze. Lo accoglieremo nella nostra casa e gli indicheremo il mare che caratterizza, come un’evocazione, il nostro cammino. Gli parleremo della pace che ci provoca a continue verifiche sul nostro stile di cristiani e dell’apertura all’accoglienza che non può non essere una direttrice obbligata, se non altro per il nome che portiamo. La nostra Parrocchia pur rappresentando un presidio importantissimo per il quartiere (forse l’unico) ed essendosi sempre di più caratterizzata negli anni come punto di riferimento imprescindibile della zona, per la sua collocazione geografica, non riesce a rispondere a quella vocazione di cui parlava Papa Giovanni XXIII il quale definiva la parrocchia come “ la fontana del villaggio”. Questa considerazione, che può essere letta come un punto di debolezza per la vita della comunità, ha spinto le tre guide che l’hanno accompagnata in questi quarantaquattro anni di cammino, ad esortarla ad uscire, ad andare, a non considerarsi mai il centro del mondo. La sua storia e geografia dicono invece questa progressiva apertura al mondo e questo carattere nomade tante volte richiamato proprio da Don Tonino. Don Luca Murolo, il padre di questa comunità ha curato la gestazione della comunità in quel grembo che fu la chiesetta in Via di Vagno. Don Mimmo Amato ha saputo guidarla nell’esodo verso la grande struttura che conosciamo, compaginando i vari settori della vita pastorale e insegnandole a non rimpiangere i piccoli ambienti e il cerchio stretto dei pochi intimi. Insieme ai miei fratelli e sorelle, in questi undici anni, abbiamo cercato di tracciare altre strade e altri orizzonti per la vita della comunità: la via della
Non solo numeri
Parroco don Angelo Mazzone Vice Parroco don Luigi Amendolagine Collaboratore Leonardo Andriani Abitanti poco più di 2000 Associazioni e Gruppi Associazione Madonna della Pace (87); Azione Cattolica (152); M.A.S.C.I. - Comunità “Don Tonino Bello” - Molfetta 2 (18); Associazione Culturale EIRENE (70); Gruppo Famiglie (46 ); Gruppo Liturgico (6); Coro Parrocchiale (20); Ministri Straordinari (3); Consiglio Affari Economici (6); Gruppo Caritas (6); Educatori Iniziazione Cristiana (30), di cui Educatori alla fede (8), Educatori ACR (12) e neo Educatori ACR (10); Equipe Comunicazioni Sociali (4). Attività principali Adorazione Eucaristica ogni primo giovedì del mese; Percorso Formativo con le giovani coppie di sposi; Oratorio Estivo e Campo Scuola ACR e Giovanissimi; Lectio Divina
di iniziazione cristiana per bambini e ragazzi e incontri di formazione per i Gruppi Parrocchiali; Weekend con le famiglie; Attività Caritative. Comunicazioni sociali Sito Web: http://www.parrocchiemolfetta.it/ madonnadellapacemolfetta/ Pagina Facebook: Parrocchia Madonna della Pace - Molfetta; Canale YouTube: Madonna della Pace; Instagram: parrocchiamadonnadellapacemolfetta Indirizzo email: madonnadellapace2015@ gmail.com
CHIESA NEL TERRITORIO
Una società plurale
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ensato negli anni Settanta con un disegno urbanistico che prevedeva ampie strade, spazi verdi, servizi scolastici, strutture Betta sportive e una chiesa, il quarMongelli Parrocchiana tiere di Levante è pieno di luce, di aria, lambito dal mare e dalla natura spettacolare della lama Martina. Il territorio ha un segno forte che lo connota: la bellissima toponomastica che esalta storie luminose di lotte per la libertà e la democrazia, da Antonio Gramsci a Giuseppe di Vagno, dai fratelli Roselli a don Minzoni, da Giacomo Matteotti a Giuseppe di Vittorio. Nel territorio parrocchiale è inglobato il “Villaggio Belgiovine” che costituì al suo nascere un interessante esperimento residenziale di abitazioni mono-bifamiliari circondate dal verde e anticipò un modello oggi molto diffuso, attento al bisogno di spazi non congestionati dal traffico, per un modo più “umano” di vivere. Abitato alla sua nascita da una società “plurale” costituita dalla media borghesia delle professioni e del pubblico impiego, da piccoli artigiani, operai, popolato negli anni Ottanta/Novanta da centinaia di studenti, molti dei quali animavano le attività della bellezza, la via della fraternità, la via dell’alterità e dell’accoglienza, la via della pace di cui siamo fieri di portare il nome. E aspettiamo che il Signore e la storia, anche dopo questa visita, possano indicarci altro... per camminare ancora.
piccola Parrocchia della Madonna della Pace, guidata da due coraggiosi e illuminati pionieri, don Luca Murolo e don Mimmo Amato, era un quartiere “giovane”, pieno di promesse per il futuro, purtroppo non mantenute. Il quartiere non si è potuto sottrarre al naturale processo di invecchiamento della popolazione, determinato anche dalla fuga dei giovani e delle eccellenze (i “frutti buoni”, come li definisce don Angelo) che la Parrocchia aveva saputo coltivare in un non facile progetto di crescita spirituale, civile e culturale della comunità. Un quartiere che, purtroppo, oggi presenta troppi segni di trascuratezza nel suo Parco, nelle sue strade in molti tratti sconnesse e poco pulite, nella piccola Piazza Primo Maggio abbandonata a se stessa, dove sono cresciuti in sicurezza i nostri bambini. Un quartiere che, nel buio della pandemia, vede la popolazione chiusa in casa, diffidente e impaurita, poco partecipe alla vita della comunità parrocchiale, che il suo giovane e determinato parroco, don Angelo Mazzone, cura con un impegno infaticabile e competente, con uno sguardo particolarmente attento ai ragazzi per sottrarli alla malia della playstation, alla solitudine, al branco. Può questo quartiere compiere un salto di qualità nel proprio stile di vita? Può l’Ente locale interagire con gli abitanti del quartiere e con la comunità parrocchiale nella creazione di un’identità nuova? Può questa nostra periferia diventare un centro propulsore di idee? È questa la sfida resiliente della nostra Parrocchia.
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| N.15 | ANNO 97° | 11 APRILE 2021
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ESPERIENZE «La Chiesa “in uscita” è la comunità di discepoli missionari ARTE IN CHIESA che prendono l’iniziativa, che si coinvolgono, che accompagnano, che fruttificano e festeggiano» (EG24)
Parrocchia in uscita...
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Pasqua Chiarella Animatrice della Comunicazione
a parrocchia della Madonna della Pace può definirsi una parrocchia di periferia solo dal punto di osservazione urbanistico. Le sue porte, infatti, sono sempre spalancate sul mondo e la vita, con una comunità mai isolata, sempre aperta al territorio e propensa a gettare continuamente ponti verso i cambiamenti della società. I ponti si sa, sono la metafora di due mondi che si incontrano, mettono in relazione, favoriscono la comunicazione e l’amicizia.
...che prende iniziativa
Come quella domenica di cinque anni fa, quando Papa Francesco, a conclusione dell’Angelus, riferendosi alla drammatica situazione determinata dai massicci flussi migratori provenienti dall’Africa e Medio Oriente, disse: “Ogni parrocchia ospiti una famiglia di profughi”. Un’esortazione così toccante che ebbe su don Angelo un effetto dirompente, tanto da indurlo ad una profonda riflessione.
...che si coinvolge, accoglie e accompagna
Considerando che la casa del parroco e del vicario erano disabitate ed inutilizzate, cominciò a farsi strada l’intenzione di rispondere “presente!” all’appello del Santo Padre. Dopo aver coinvolto la comunità parrocchiale, superata qualche piccola esitazione e gli immancabili cavilli burocratici, è stato possibile accogliere la prima famiglia africana dei coniugi Andrè Marie e Christian Djene, con i loro figli Gustav, Pierre e Deshataux. Il nucleo familiare proveniente dal Senegal, è rimasto con noi circa un anno, prima di ricongiungersi nell’estate del 2017, con alcuni parenti residenti nel nord Italia. Dopo qualche mese, nell’autunno seguente, è arrivata la famiglia di Jackson e Tina Bawa, insieme ai piccoli Jackson J. e Ocheche, ai quali si è aggiunta, come una benedizione, la piccola Hella, nata durante la loro permanenza in parrocchia.
... che fruttifica
La casa di Dio che si fa dimora, abitazione reale, focolare domestico, luogo sicuro d’amore e convivialità, con il profumo degli aromi e delle spezie così diversi dai nostri, che si spandono per la canonica diffondendosi negli ambienti parrocchiali. Nei due anni che sono stati con noi tanti sono i ricordi che ci porteremo dentro, come gli occhi grandi dei bambini, il loro accento francese e l’ampio e smagliante sorriso caratteristico delle persone di colore. I tanti momenti della quotidianità: dal semplice saluto, i bambini che vanno a scuola o che giocano sul sagrato della parrocchia con i nostri figli, ai progressi con la lingua italiana. E come dimenticare i battesimi celebrati nella nostra chiesa degli ultimi nati delle due famiglie?
... che fa festa
Da qualche tempo anche la famiglia Bawa ha lasciato la canonica per conquistare la piena autonomia nella nuova casa in città. Noi continuiamo a volergli bene e a sostenerli in modo diverso. “Ora la casa canonica è vuota, ma il nostro cuore è pieno”, così don Angelo, salutandoli con una festa al termine della loro esperienza di accoglienza da noi.
L’arte che invita alla preghiera
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a chiesa, in stile moderno, presenta nel suo interno una vetrata centrale e quattro laterali (Maestri E. Lamagna e A. Poli), dove i colori descrivono l’opeMaria ra della Creazione-Redenzione-RicaPansini membro pitolazione. Si contempla il cielo da comunità parrocchiale cui tutto proviene e verso cui tutto è orientato, dove il Cristo unito alla Vergine Maria è rappresentato dalla mandorla luminosa e dalla croce gloriosa. La luna e le dodici stelle sul capo evocano il testo dell’Apocalisse. Sulle vetrate laterali a destra sono rappresentati i colori dell’acqua del lavacro e il fuoco dello spirito riferiti al racconto del Battesimo di Gesù. Sulle vetrate a sinistra è raffigurato il mistero della croce di Cristo attraverso colpi di colore rosso che ci rimandano alle mani, il costato, i piedi. La scultura in bronzo che sostiene la mensola dell’altare, rappresenta la pianta dell’ulivo, simbolo di pace. Le colombe bronzee che adornano l’ambone propongono il tema dell’annuncio della resurrezione e della pace affidato a questi uccelli che nella scultura semb r a n o quasi sorreggere e portare sulle loro ali il libro della Parola di Dio. Di fronte alla potenza dell’annuncio della Parola cede ogni ostacolo e si squarcia ogni muro, così come viene descritto pregevolmente dall’opera di G. Samarelli. La scultura della Madonna della Pace, opera degli artisti M. Castellano e P. Massarelli, realizzata con l’antica tecnica a cera persa, raffigura la Vergine Maria con il bambin Gesù in grembo. I due soggetti principali presentano un atteggiamento informale, quasi domestico. Alle loro spalle tre nastri in bronzo intrecciano il sinuoso movimento con il volo di due colombe. La figura di Maria è stata modellata con sembianze moderne tanto da sembrare una giovane donna dei nostri tempi. Le porte realizzate dal M° A. Poli riportano sulle facciate esterne bassorilievi in bronzo e raffigurano, su quella centrale Gesù che salva Pietro dalle acque; le due laterali rappresentano le opere di misericordia, in occasione dell’anno giubilare.
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| N.16 | ANNO 97° | 18 APRILE 2021
PARROCCHIA IMMACOLATA - GIOVINAZZO
VISITA PASTORALE DI MONS. DOMENICO CORNACCHIA 16 E 18 APRILE 2021 al battesimo, al matrimonio ed alla PENSIERO DEL PARROCO Non solo numeri cresima adulti, Attività caritative, Incontri di
Un sogno e una sfida
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a nostra parrocchia accoglie il Vescovo per la Visita pastorale proprio in concomitanza con una ricorrenza importante: i 50 anni dalla sua istituzione. Una felice Giovanni coincidenza che ci permette di vivere Fiorentino nello stesso anno pastorale due Parroco eventi significativi, occasioni privilegiate per ringraziare il Signore per il cammino svolto fin qui, e soprattutto per ri-progettare una “presenza” più incisiva nel tessuto sociale e religioso del suo quartiere. La storia della nostra parrocchia comincia nel vespro del 18 aprile 1971, quando l’Amministratore Apostolico del tempo, Mons. Settimio Todisco, dedicandola all’Immacolata, la insediava provvisoriamente nell’antica e graziosa chiesetta di San Francesco, allora ubicata alla periferia della città. Trascorrono 15 anni e la sera dell’8 dicembre 1986, nel tripudio generale dei fedeli, il santo pastore don Tonino Bello inaugurava il nuovo Tempio che nella forma semplice di una Tenda si ergeva nella zona 167, ancora in espansione, come una «Casa tra le case» (Papa Francesco, Albano 21 settembre 2019). Nessuno poteva immaginare che il compito che quella sera egli ci consegnava ci avrebbe proiettato nel futuro: «Vorrei augurarvi una Chiesa senza pareti e senza tetto, una Chiesa, cioè, aperta a tutti, capace di accogliere tutti… che non chiede la tessera a nessuno, che non chiede il distintivo del club e la carta d’identità a nessuno… una Chiesa che sa guardare più in alto del soffitto». Quelle parole hanno acceso un sogno e lanciato una sfida che ancora oggi, attraverso la te-stimonianza di Papa Francesco, ci spronano ad essere una Chiesa missionaria, «in uscita», che sa essere «isola di misericordia in mezzo al mare dell’indifferenza» (Quaresima 2015). Dentro le sfide di questo cambiamento epocale vogliamo farci ispirare anche da un proverbio popolare: «Quando soffia forte il vento del cambiamento, alcuni alzano muri; altri, più saggi, costruiscono mulini a vento». Le sfide vanno appunto… «sfidate» con fiducia, tenacia, grinta, addirittura con allegria (cf. EG 277; 109): cinquanta candele spente non ne accendono nessuna; ma dieci candele accese ne accendono cinquanta e molte di più. Il vero problema oggi, infatti, non è quanti sono i cristiani, ma quanto noi siamo cristiani!
Parroco don Giovanni Fiorentino Vicario don Giuseppe Milillo Seminaristi Alberto De Mola (seminarista teologo III anno) Michele Emanuele Troia (seminarista teologo II anno) Abitanti circa 6500 Comunità religiose Frati Minori Cappuccini c/o convento SS. Crocifisso Associazioni e Gruppi: Azione Cattolica con i settori adulti e giovani e con l’ACR, Associazione Mariana, Gruppo di preghiera San Pio, Schola cantorum, Gruppo Caritas Attività principali Catechesi ed iniziazione cristiana, Formazione giovani ed adulti, Pastorale familiare, Percorsi di preparazione
preghiera, Incontri Lectio, Adorazione mensile, Redazione del giornalino parrocchiale, Pellegrinaggi e visite guidate Comunicazioni sociali Giornale parrocchiale: “Intendiamoci”, Pagina Facebook: Parrocchia Maria SS. Immacolata – Giovinazzo Instagram: immacolata_giovinazzo E-mail: immacolatagiovinazzo@gmail.com
CHIESA NEL TERRITORIO
Una “tenda” accogliente e calorosa
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on la sua inconfondibile linea architettonica a forma di tenda, la Chiesa Maria SS. Immacolata sorge in una area di confine tra il centro Anna cittadino e la zona 167. La Piscitelli Chiesa connota a tal punto il Vicepresidente consiglio quartiere da identificarlo come pastorale parrocchiale Rione Immacolata. Il complesso parrocchiale si compone oltre che della chiesa e dell’Auditorium don Tonino Bello, anche di aule catechistiche, della casa canonica, di sale per riunioni, di campi da gioco. L’Auditorium, una struttura aperta al territorio cittadino e diocesano, oltre che parrocchiale, viene utilizzato molto per iniziative di carattere religioso e civile. Tante e di varia natura le realtà presenti nel territorio: la scuola dell’infanzia Karol Wojtyła, la scuola elementare Don Saverio Bavaro, la scuola media Guglielmo Marconi; l’organizzazione di volontariato ANFFAS, la cooperativa sociale Anthropos, una ludoteca, la farmacia comunale, la Caserma dei Carabinieri. Parte del territorio parrocchiale è anche la Comunità Francescana. II quartiere, abbastanza popoloso, conta circa 6.500 unità; il sostrato socio-economico e culturale risulta essere di medio livello. Non mancano problematiche sociali, rese più gravi dall’emergenza sanitaria, e relative a mancanza di lavoro, separazione personale, difficoltà relazionali nei nuclei familiari, famiglie in cui ci sono membri con problemi giudiziari. Contesti questi ultimi in cui opera il gruppo Caritas sostenuto anche dalla generosità dei parrocchiani più sensibili e partecipi. La zona è vivace da un punto di vista
produttivo e commerciale come si evince dalla presenza dell’Oleificio Sociale, di piccole imprese artigiane, di supermercati e di esercizi alimentari, pizzerie, bar, parrucchieri, palestre, centri estetici, cartolibrerie, per la maggior parte concentrati lungo il viale Aldo Moro, una delle arterie principali del quartiere. In piena sintonia con quanto auspicava don Tonino Bello in occasione dell’inaugurazione della Chiesa nel lontano 1986, quando augurava una Chiesa presente e viva nel territorio, la comunità ha saputo far diventare progetto pastorale, programma di vita questo augurio facendosi vicina ai bisogni dell’uomo, facendo propria la visione di chiesa di papa Francesco: una Chiesa dalle porte spalancate, aperta sul territorio e sul mondo, pronta ad accogliere tutti, amante del bene comune, che cammina con i tempi, che si nutre della vita di fede, che prende forza dalla vita sacramentale per farsi missionaria e annunciatrice del Vangelo.
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ESPERIENZE «La Chiesa “in uscita” è la comunità di discepoli missionari ARTE IN CHIESA che prendono l’iniziativa, che si coinvolgono, che accompagnano, che fruttificano e festeggiano» (EG24)
Parrocchia in uscita...
Armando Fichera Presidente parrocchiale AC
La nostra parrocchia, invitata da don Tonino ad essere “fontana del villaggio”, ha riconosciuto fin da subito la sua indole missionaria. Una Chiesa che non vuole vivere il suo mandato ad extra, come uno sterile proselitismo, non può e non deve trascurare il suo impegno ad intra, radicando il suo cammino sulla roccia dell’autenticità della relazione con Dio e con gli altri.
...che prende iniziativa
Non è facile prendere l’iniziativa! Per noi ha significato raggiungere gli angoli più periferici del quartiere valorizzando dal di dentro e con creatività iniziative collaudate, nella logica del vetera et nova e nella consapevolezza che la missione si esprime soprattutto nella prossimità. Perché «uscire in missione per giungere alle periferie umane non vuol dire errare senza una direzione e senza senso, come venditori impazienti; […] a volte si tratta di rallentare il passo per accompagnare chi è rimasto al bordo della strada» (Papa Francesco, 21 maggio 2020).
...che si coinvolge
Consapevoli che da soli non si raggiunge nessuno e non si va lontano, stiamo intessendo reti con organismi e associazioni che operano sul nostro territorio, sensibilizzando soprattutto i più giovani. A loro, in particolare, chiediamo di vivere esperienze concrete di servizio agli anziani e ai disabili. Siamo convinti che per un rinnovamento ecclesiale sia necessario puntare sull’intergenerazionalità e provare a tradurre la devozione in servizio affinché anche questa forma semplice di religiosità ritorni ad essere espressione autentica di fede.
Le due immagini di Cristo
A
ll’interno della chiesa Maria SS. Immacolata si possono ammirare, su due pareti opposte, due immagini di Cristo. Il Cristo crocifisso in terracotta Carbonara dell’artista napoletano Ernesto LaDomenico Architetto magna, è stato realizzato negli anni Gruppo FAI Novanta per sostituire il precedente Giovinazzo crocifisso posto sull’altare, distrutto a seguito di un incendio. Quest’opera rivisita in chiave contemporanea il momento della morte di Gesù: Egli mostra i pugni chiusi ed è sofferente, quasi a voler ricordare un bambino al momento della nascita; la morte di Cristo in croce è infatti simbolo di rinascita alla vita di Dio. Per questo motivo, il crocifisso è stato posizionato in corrispondenza del fonte battesimale: attraverso il battesimo,
...che accompagna
Quella dell’accompagnamento è la via che riteniamo più efficace sul versante spirituale ed educativo. Dal punto di vista spirituale, infatti, mettiamo in atto percorsi che ci aiutino a crescere nella relazione con Dio attraverso catechesi bibliche e liturgiche, direzione spirituale, ecc. Dal punto di vista educativo, moltiplichiamo i momenti della formazione umana anche con l’aiuto di persone esperte.
...che fruttifica
Ricordare tutti i frutti non è possibile. Penso alle migliaia di bambini che qui hanno sperimentato le primizie della fede cristiana; alle centinaia di giovani che impregnatisi di Vangelo, laddove vivono, rendono più bello il volto delle nostre città; agli adulti che con il loro servizio generoso, come il buon samaritano, vivono la prossimità verso i più sfortunati del quartiere, nelle famiglie e negli ambienti lavorativi. Due piante continuano ad essere feconde: l’accoglienza verso i migranti, negli anni ‘90 di alcune famiglie albanesi, oggi di due donne nigeriane, e le vocazioni, grazie alla presenza di due giovani orientati al sacerdozio.
...che fa festa
L’eucarestia domenicale è per noi il momento-festa per eccellenza! Significa per noi vivere l’impegno di cristiani nella gioia dell’appartenenza al Signore, più che nel rigore serioso dell’osservanza dei precetti. Nella prospettiva di una pastorale bella e vivace, per i più grandi di grande aiuto sono la vivacità dei più piccoli e l’esuberanza dei giovani. Non ci facciamo mancare, inoltre, momenti simpatici di aggregazione e di convivialità.
infatti, l’uomo rinasce a vita nuova ed entra a far parte della comunità dei figli di Dio. Il Cristo Risorto in bronzo, posto sulla parete frontale del presbiterio, è stato realizzato in occasione dei lavori di ristrutturazione del 2017, dall’Atelier Progetto Arte Poli di Verona assieme ai tre poli celebrativi più importanti dell’ambiente liturgico, ovvero l’Altare, l’Ambone e la Sede. Questi tre poli realizzati in pietra sembrano creare un’opera unica, quasi a volerci ricordare che la Parola (identificata dall’ambone imponente), il Corpo (evocato dall’Altare, come Cristo “pietra angolare”) e la presenza di Cristo alla mensa dei fedeli (simboleggiata dalla sede laterale) agiscono in modo indissolubile. A coronamento di ciò, sul fondale impreziosito dal mosaico che rappresenta una croce dorata, si erge con un movimento dinamico il bronzeo Cristo Risorto realizzato con la tecnica a cera persa. Il Cristo si dà uno slancio verso l’alto ma è ancorato alla croce, quasi a voler creare un legame tra cielo e terra, come se volesse afferrarci con la sua mano per sollevarci e farci vivere l’esperienza della vita nuova di figli di Dio.
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| N.16 | ANNO 97° | 18 APRILE 2021
PARROCCHIA SAN DOMENICO - GIOVINAZZO
VISITA PASTORALE DI MONS. DOMENICO CORNACCHIA 15 E 18 APRILE 2021 PENSIERO DEL PARROCO iniziative promosse dalla Caritas, Centro
Come sentinella posta in alto
L
a Comunità di San Domenico viene da un passato glorioso, caratterizzato da una ricca tradizione e da un vissuto sociale permeato di cristianità, Pietro dove la parrocchia era il centro Rubini Parroco della vita, anche per il suo affaccio sulla piazza centrale della città. Mentre siamo fieri per la bellezza architettonica della nostra Chiesa, posta in alto come sentinella, siamo anche riconoscenti di quanto, attraverso i pastori e i testimoni della fede che si sono avvicendati, ha seminato nel cuore di tante persone che tra le sue mura hanno appreso «la misura alta della vita cristiana ordinaria». I tempi, però, sono cambiati e quella forma di parrocchia, nella quale tutti si riconoscevano, non esiste più. Essa, tuttavia, continua ad essere luogo di incontro con Dio per molti fedeli che partecipano all’Eucarestia domenicale e feriale, punto di riferimento per le persone che hanno bisogno di ascolto e di aiuto, palestra di formazione umana e cristiana per le famiglie, ponte verso le case del territorio. L’attuale contesto socio-culturale dentro cui si trova, mi richiama alla mente un passo del profeta Isaia, dove a Gerusalemme vien detto: «Le tue porte saranno sempre aperte. Non si chiuderanno né di giorno né di notte, per lasciare entrare in te la ricchezza delle genti» (Is 60,11). È la scommessa sulla quale sta puntando la nostra Comunità: quella di aprirsi alle novità che lo Spirito suscita, di essere soglia aperta per favorire l’accoglienza dei vicini e dei lontani, di diventare luogo di dialogo e di crescita, dove sentirsi personalmente coinvolti nell’esercizio della corresponsabilità, perché «se ciascuno fa qualcosa, insieme facciamo molto» (Beato Puglisi). Tutto questo è possibile grazie alla sinergia tra gli operatori pastorali e il servizio generoso del diacono Nando, consapevoli che il portare tutti, anche se con un passo più lento, vale più dell’arrivare in pochi. Con questa prospetti va di Chiesa, accogliamo la visita tanto desiderata del nostro Vescovo Domenico, che viene per additarci traguardi di salvezza e condurci sul sentiero faticoso e stupendo della santità.
Non solo numeri
Parroco don Pietro Rubini Diacono permanente Ferdinando Vitelli Comunità religiose Suore Figlie della Carità (Istituto S. Giuseppe) – Suore Bene-Tereziya Abitanti 3000 Associazioni e Gruppi Azione Cattolica, Istituto S. Famiglia, Gruppo Caritas, Gruppo dei lettori, Gruppo S. Rita, Apostolato della Preghiera, Associazione Mariana, Coro Parrocchiale, Terz’Ordine Domenicano, Giovani Vincenziani. Attività principali Catechesi, Adorazione Eucaristica Mensile, Lectio divina, incontri di formazione per giovanissimi, giovani e adulti, percorsi di preparazione al Matrimonio e supporto alle coppie ferite e/o irregolari, preparazione dei genitori al Battesimo e degli adulti alla Cresima, catechesi intergenerazionale tra genitori e figli,
d’Ascolto parrocchiale e vincenziano, cura pastorale degli ammalati, Campiscuola e Oratorio estivo, Cena rionale. Comunicazioni sociali Pagina facebook: Parrocchia S. Domenico Giovinazzo; Sito Parrocchiale: www.parrocchiemolfetta.it/ sandomenicogiovinazzo; pagina instagram: S. Domenico Giovinazzo. Email: sandomenico.giovinazzo@gmail.com
CHIESA NEL TERRITORIO
Al centro della città
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ella planimetria a raggiera della città di Giovinazzo la chiesa di san Domenico é al centro. Con l’imponente Rosa convento annesso, costruito Serrone Membro della nel Settecento su 20 mila Comunità metri quadri, fa pensare ad una parrocchia dotata di ampi spazi pastorali; in realtà ne é carente, se non fosse per alcuni ambienti che ha in concessione. Per la visita di re Ferdinando fu costruita una piazza di fronte alla chiesa e intorno sorsero palazzi della borghesia e poi case di marinai e contadini. Nel territorio tanti sono i presìdi di solidarietà. L’ex-Convento domenicano, espropriato dai Borboni e trasformato in orfanotrofio, fino a fine Novecento ha ospitato minori dagli 8 ai 18 anni, compresi albanesi non accompagnati sbarca-
ti in Puglia negli anni ‘90 e poi famiglie bosniache fuggite dalla guerra nell’exIugoslavia; ora è in parte abbandonato. L’Istituto san Giuseppe, affidato alle suore Vincenziane, fino agli anni ‘80 del Novecento ha accolto minori in difficoltà della Provincia, ora ospita giovani stranieri dello SPRAR e una cooperativa di accoglienza diurna degli anziani. L’ex-convento dei Cappuccini ha accolto anziani e senzatetto accuditi dalle Figlie della carità, ora ospita la Comunità delle Suore provenienti dal Burundi, il centro dell’Adorazione Eucaristica perpetua e una Scuola comunale di musica, mentre la Casa di riposo san Francesco attende la ristrutturazione. L’espansione edilizia degli anni ‘70 ha svuotato il territorio, molti piani-terra sono diventati garage o case per famiglie albanesi e rumene o B&B. Negli anni ‘80 sono emigrati tanti giovani per la chiusura della “Ferriera” e l’abbandono del lavoro agricolo e marittimo. Ancora oggi diplomati e laureati emigrano, restano anziani e famiglie giovani impegnate nel settore terziario. Negli ultimi anni ipermercati e vendita on line hanno portato alla chiusura di diversi negozi, ma sono attive molte attività ristorative. Comunque la vita sociale, civile e religiosa di tutto il paese ruota intorno alla piazza su cui si affaccia oltre alla Chiesa anche il palazzo del Comune.
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ESPERIENZE «La Chiesa “in uscita” è la comunità di discepoli missionari ARTE IN CHIESA che prendono l’iniziativa, che si coinvolgono, che accompagnano, che fruttificano e festeggiano» (EG24)
Parrocchia in uscita... ...che prende iniziativa
La nostra Parrocchia vive il proprio impegno di evangelizzazione attraverso la sua presenza attiva in un territorio particolare, che è il centro della città, dove le persone convergono dalle altre zone e, nel periodo della bella stagione, dai paesi limitrofi. L’obiettivo che si è dato è quello di essere una ComuAnnalisa nità con le porte aperte, il focolare acceso e le vele al vento. Il “focolare acceso” Stallone Operatrice è la metafora di una passione per qualcosa e per qualcuno. Così, alla scuola pastorale della Parola e dei percorsi formativi, come Comunità stiamo provando a lasciarci accendere dal fuoco di Cristo per la solidarietà, il servizio disinteressato, la pace e la non violenza, la causa dei poveri, la salvaguardia del creato.
...che coinvolge
L’immagine delle “porte aperte” ci ricorda la vocazione ad essere Comunità che ascolta tutti e parla a tutti. Ciò ha richiesto un cambio di passo che ci sta permettendo di attuare percorsi di crescita nella fede che coinvolgono famiglie, giovani e adulti, di aprire un dialogo con le Associazioni del territorio, di abbattere certi recinti perché la Comunità oltre ad essere luogo ed esperienza di comunione, di confronto e di amicizia, vada anche incontro a chi è fermo sulla soglia della Chiesa o si è allontanato.
... che accompagna
Sempre più a misura di famiglia, nella nostra Comunità ci si allena all’ascolto, alla condivisione, alla corresponsabilità, all’accoglienza, all’accompagnamento, all’attenzione al più piccolo e al più debole. Vivere in una parrocchia “formato famiglia” non ti fa mai sentire solo; in ogni momento c’è sempre qualcuno pronto a porgerti la mano e a camminare con te. Spesso i nostri giovani si fanno promotori di iniziative tese a favorire la bellezza dello stare insieme e della condivisione. In più, alcuni di loro si mettono in gioco per accompagnare da educatori e animatori i ragazzi e i giovanissimi di AC. Non manca, poi, la solerzia di persone che nel Gruppo Caritas si attivano per rispondere ai problemi concreti delle famiglie e dei più bisognosi.
... che fruttifica
Pur mantenendo le iniziative già consolidate, la nostra Parrocchia, spiegando “le vele al vento” della novità, si fa promotrice di attività che creano comunione e agganciano quanti attendono di essere coinvolti. A tal fine si sono rivelate fruttuose le seguenti iniziative poste in campo, grazie al lavoro di squadra: la catechesi intergenerazionale tra genitori e figli, il percorso di fede e di cultura attraverso la visita alle Cattedrali pugliesi, la cena rionale, la S. Messa di ringraziamento con quanti ricordano il 25mo e il 50mo anniversario di Battesimo ricevuto nella nostra Chiesa, i momenti di comunione con le altre Parrocchie.
... che fa festa
La festa non è circoscritta ad alcune occasioni ma è trasversale a tutte le iniziative, compresi gli appuntamenti liturgici. I momenti che ci caratterizzano come Comunità che fa festa sono: i pranzi comunitari, le competizioni sportive come il Gamberemo, le gite, i campi scuola, le feste associative e tanto altro..
La presenza di San Giuseppe
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l Papa, nella sua recente lettera apostolica, Patris Corde, ci ha fatto notare come il Padre putativo di Gesù sia «l’uomo che passa inosservato, l’uomo della Rosanna presenza quotidiana, discreta e Carlucci Operatrice nascosta». Tali parole, che delineapastorale no profondamente la personalità del Santo, sembrano materializzarsi in un’opera d’arte presente nella Parrocchia di san Domenico. Si tratta di una statua lignea di San Giuseppe, di scuola Napoletana, eseguita probabilmente nella prima metà del XVIII secolo e attribuita recentemente, da Francesco de Nicolo, allo scultore napoletano Gennaro Franzese. L’altare, in cui la statua è collocata, situato al centro della navata destra della Chiesa, fu costruito in seguito al lascito testamentario di Leonardo Rodogni a favore del convento di san Domenico, sottoscritto con Atto del notaio Francesco Paolo de Musso, il 26 agosto 1748. Il benefattore assegnò una rendita di 1000 ducati, affinché i padri domenicani potessero «in perpetuum et mundo durante» solennizzare la festività del Santo e commissionò l’altare al marmista napoletano Antonio Basso ed ai suoi figli, Simone e Nicolò, per un costo totale di 450 ducati. Nessun riferimento è stato rinvenuto negli Atti notarili circa la commissione della statua, che si evidenzia per la sua pregiata fattura e l’intenso impatto estetico. L’impostazione iconografica ricalca principalmente i lineamenti classici, il simulacro è intagliato a tutto tondo con grande perizia tecnica. Il Santo dal volto di uomo maturo, con barba lunga e ricciuta e capelli ondulati, indossa una tunica verde decorata con fini motivi dorati ed è avvolto in un manto color ocra, dal panneggio sobrio ed elegante. Sorregge teneramente tra le braccia il Bambino Gesù, parzialmente coperto da un panno verde drappeggiato. Il Bambinello tende la manina aperta verso il mento del papà, che ha lo sguardo perso nel vuoto. Nel suo abbraccio paterno, San Giuseppe cinge anche un elegante virgulto di giglio fiorito.
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| N.18 | ANNO 97° | 2 MAGGIO 2021
PARROCCHIA SAN GIUSEPPE - GIOVINAZZO
VISITA PASTORALE DI MONS. DOMENICO CORNACCHIA 13 APRILE E 1 MAGGIO 2021 PENSIERO DEL PARROCO Comunicazioni sociali
Una comunità in cammino sull’esempio di San Giuseppe
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egli annali della parrocchia San Giuseppe di Giovinazzo certamente entrerà con un posto speciale la data del 1 maggio 2021, incastonata nell’anLuigi no dedicato da Papa Francesco al Caravella Parroco Custode del Redentore; infatti, al termine della Visita Pastorale del nostro Vescovo Domenico, sarà dedicato il nuovo altare frutto dei lavori di ristrutturazione e adeguamento dell’aula liturgica. La comunità attende, dunque, con trepidazione l’incontro con il suo Vescovo. Fin dalle origini, questa comunità ha mostrato un forte senso di appartenenza e partecipazione, soprattutto nei periodi forti della festa della Madonna del Carmine e di San Giuseppe. La comunità è connotata da una nutrita e vivace presenza giovanile; questa appartenenza lascia un segno profondo in quanti sono cresciuti in parrocchia e molti, poi, da adulti, diventano testimoni di una ricca storia di vita ecclesiale per le nuove generazioni. Molteplici sono le attenzioni rivolte dalla parrocchia al quartiere: la premura educativa attraverso percorsi formativi rivolti a tutte le fasce d’età, l’impegno nella carità verso quanti vivono situazioni di difficoltà, che mira ad offrire non solo una risposta alle necessità materiali ma anche un accompagnamento con l’ascolto e la vicinanza. L’attenzione al territorio, inoltre, si concretizza con iniziative di valorizzazione di piazzette e strade del quartiere, con il desiderio di far crescere nella comunità una spiccata sensibilità ecologica. Le attenzioni pastorali nascono tutte dal desiderio di incarnare il Vangelo per essere presenza di Cristo nel mondo. La spiritualità, da sempre, anima l’azione parrocchiale: l’incontro con Cristo è alimentato dal confronto con la Parola di Dio e corroborato dalla liturgia e dalla preghiera. La Visita Pastorale del nostro Vescovo Domenico darà un ulteriore slancio al cammino della nostra comunità: affidiamo questo tempo di grazia all’intercessione di Maria del Monte Carmelo e di San Giuseppe, nostri protettori e nostri esempi.
Non solo numeri
Parroco don Luigi Caravella Abitanti 4000 Associazioni e Gruppi Azione Cattolica Italiana, Associazione Abitino della Madonna del Carmine, Rinnovamento nello Spirito, Gruppo di preghiera Regina Pacis, Gruppo di preghiera San Pio da Pietrelcina, Gruppo Famiglia, Gruppo Caritas, Gruppo Catechisti, Gruppo Liturgico, Gruppo Comunicazioni Sociali, Gruppo Cantori. Attività principali Iniziazione Cristiana, catechesi e formazione giovanissimi, giovani-adulti, attività caritativa, momenti di preghiera, Lectio Divina, Adorazione Eucaristica, visita periodica degli ammalati, momenti aggregativi.
sito web: www.parrocchiemolfetta.it/ sangiuseppegiovinazzo Pagina facebook: Parrocchia San Giuseppe – Giovinazzo Pagina instagram: @parr.s.giuseppe Email: s.giuseppegiovinazzo@alice.it
CHIESA NEL TERRITORIO
Nelle trame della Comunità
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a Parrocchia San Giuseppe, nel linguaggio popolare denominata anche “Carminiello” o “Cappella”, fu eretta con decreto del Vescovo Mario Diniddio Mons. Achille Salvucci l’8 luglio Membro della 1958, essendo divenute insuffiComunità cienti, per la cura delle anime, le tre parrocchie già esistenti. In quel quartiere, presso l’antica chiesetta del Carminiello, a partire dal 1922 il canonico don Angelo Amoia aveva avviato l’attività pastorale e il culto. Nell’assemblea del Capitolo Cattedrale del 15 agosto 1959 fu indicato don Tommaso Amoia come successore dell’anziano sacerdote. Il territorio della futura parrocchia era in pieno sviluppo edilizio ed economico, con la presenza dell’acciaieria A.F.P. a favorirne la densità di popolazione. Durante gli anni dal 1951 al 1957 si posero le basi per la nuova parrocchia con la nascita delle Associazioni dell’Azione Cattolica e dell’Abitino della Madonna del Carmine, tuttora attive e presenti, a curare le principali funzioni: novena a San Giuseppe e novena alla Madonna del Carmine con processione. La cerimonia della benedizione e posa della prima pietra per la costruzione è datata 15 settembre 1957, ma la piena funzionalità della nuova chiesa parrocchiale iniziò l’11 aprile 1974, Giovedì Santo, con la benedizione dell’altare da Mons. Settimio Todisco, essendo primo parroco don Francesco Turturro, cui sono succeduti: don Michele Fiore, don Michele jr. Cagnetta, don Sergio Vitulano, don Raffaele Gramegna e ora don Luigi Caravella.
Lo zelo ministeriale e pastorale di questi parroci ha permesso la nascita di altre realtà: gruppo sportivo San Tarcisio, movimento missionario, oratorio, apostolato della preghiera, gruppo di preghiera di Padre Pio, END, Schola cantorum, Regina Pacis, gruppo famiglia e, con il supporto dalla comunità parrocchiale, quello gestionale. Molti sono stati i lavori che hanno abbellito l’aula liturgica e anche la parte esterna. Le operazioni di tinteggiatura hanno interessato altresì le pareti interne della chiesetta del Carminiello e quelle della chiesetta rurale della Misericordia, che il Vescovo Mons. Luigi Martella, il 9 luglio 2005, affidava alla nostra parrocchia. Importanti anche i lavori del nuovo sagrato, l’impianto d’illuminazione, la ristrutturazione della casa canonica, la risistemazione degli ambienti della catechesi e, per ben due volte, i lavori alla facciata esterna, deteriorata a causa della vicinanza al mare. Il contesto sociale ed economico in cui opera la parrocchia è variegato. Durante il periodo estivo, data la presenza di molte strutture ricettive, si registra un aumento del numero di turisti. Non mancano le problematiche legate alla fase storica che stiamo attraversando: calo delle nascite, famiglie che vivono in situazioni economiche difficili a causa di lavoro instabile o assente. Pur nelle difficoltà il territorio si mostra attento e sensibile alle iniziative della parrocchia, soprattutto quelle caritative. La nostra storia, fatta di appartenenza alla Chiesa, ha ancora tante pagine da scrivere, nella consapevolezza che è la mano del Signore a tratteggiare le trame della nostra vita comunitaria.
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| N.18 | ANNO 97° | 2 MAGGIO 2021
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ESPERIENZE «La Chiesa “in uscita” è la comunità di discepoli missionari ARTE IN CHIESA che prendono l’iniziativa, che si coinvolgono, che accompagnano, che fruttificano e festeggiano» (EG24)
Parrocchia in uscita...
...che prende iniziativa In sintonia con quanto dice Papa Francesco: “Si
diffonda sempre più una cultura dell’incontro, capace di far cadere tutti i muri che dividono ancora il mondo”, la nostra Parrocchia porta avanti un progetto di apertura sempre più crescente ai bisogni e le esigenze della comunità. Tutte le iniziative, pertanto, sono tese ad accogliere, ascoltare, comprendere, Domenico sostenere, abbracciare, amare… L’attenzione è rivolta in primis alle famiglie, Turturro Operatore perché, come piccole chiese domestiche, si sentano sempre più parte intepastorale grante e viva della Chiesa. A tal proposito un successo si è rivelata la “Festa della Famiglia”, aperta a tutto il territorio parrocchiale, che ha visto coinvolti adulti e giovani. ...che coinvolge L’attenzione ai bisogni della comunità si concretizza anche in forme di sostegno a chi vive situazioni di disagio di ogni genere. Fondamentale in questo è l’attività della Caritas, nella quale sono coinvolti, oltre agli adulti, i ragazzi dei vari gruppi, attraverso l’offerta domenicale di beni di prima necessità. La nostra attività pastorale si concentra sull’attenzione alla persona, alla sua interiorità, ai suoi bisogni, privilegiando la relazione umana, la compagnia e la condivisione. Numerose, a tal proposito, sono le iniziative dell’associazione, dell’Azione Cattolica, del consiglio pastorale; comune denominatore la voglia di far arrivare l’abbraccio di Dio a tutti. ... che accompagna La comunità parrocchiale si pone come compagna di vita umana e spirituale dei suoi aderenti. Essa cammina accanto ai ragazzi durante la preparazione ai sacramenti operata da educatori di AC e catechisti; ai giovani e agli adulti, attraverso incontri di formazione che sostengono e dirigono le scelte di vita di ciascuno, alla luce della fede; ai fidanzati preparandoli a vivere la vita coniugale in maniera responsabile e cristiana; ai genitori, affinché siano consapevoli e coscienti del senso profondo dei Sacramenti che i loro figli ricevono; agli anziani e agli ammalati, periodicamente visitati dal parroco, con l’amministrazione dell’Eucarestia. ... che fruttifica Molteplici sono i gruppi che arricchiscono la nostra porzione di vigna e portano frutto: l’Azione Cattolica, l’Associazione “Abitino della Madonna del Carmine”, il Rinnovamento dello Spirito, il gruppo di preghiera “Padre Pio”, il gruppo “Regina della Pace”. I giovani richiedono costantemente momenti di riflessione e preghiera: vengono svolti, dunque, gli esercizi spirituali, ritiri e novene nei periodi forti di Avvento e Quaresima. Inoltre, durante il mese di Maggio, dedicato alla Vergine Maria, si svolge il 10-10-10: ogni sera alle ore 22.00, per 10 minuti, si crea un momento di comunità in cui viene recitata una posta di Rosario. Fanno da cornice i frequentatissimi camposcuola e il Coro parrocchiale, animato dalla viva fede di giovani e adulti. ... che fa festa La festa per eccellenza è sicuramente la messa domenicale che raccoglie attorno all’altare la stragrande maggioranza dei fedeli. A far da cornice, poi, le innumerevoli feste che animano la comunità durante tutto l’anno, testimoniando la gioia viva della fede cristiana: il falò di Sant’Antonio, il pranzo parrocchiale, le festività di S. Giuseppe e della Madonna del Carmine, la festa di Carnevale, la preparazione al Gamberemo, l’Holy Color, Heaven Party, l’Oratorio, il camposcuola, la Festa del Ciao. Completano il ricco mosaico della Parrocchia i momenti di gioia condivisi con le famiglie nei giorni dei Sacramenti e l’inesauribile operosità di alcune parrocchiane nella realizzazione dei tarallini durante la festività di San Giuseppe e dei dolci della tradizione natalizia durante l’Avvento.
Un’architettura “pulita”
L
a Chiesa parrocchiale di San Giuseppe in Giovinazzo è figlia dell’Architettura razionalista. L’edificio, dall’impianto longitudinale, tende ad evidenziare la presenza Annamaria imponente della maglia strutturale. Sollecito Architetto Nel rispetto di questi elementi, nasce l’ultimo intervento di ristrutturazione e adeguamento liturgico che tiene fede ai caratteri tipici di un’architettura pulita e lineare adeguandosi, però, ai progressi che la tecnica ha fatto negli anni. Gli arredi sacri, realizzati dall’artista giovinazzese Nicola Illuzzi, si contrappongono al movimento delle strutture. Si predilige la pietra spazzolata a sottolineare l’aspetto materico e consistente dell’architettura. Sull’altare e sul tabernacolo vediamo scolpito il segno della croce, memoriale del Sacrificio di Cristo morto e risorto per la nostra salvezza; una croce gloriosa, di risurrezione come si evince dalla foglia oro presente all’interno della lavorazione. Tutti gli altri arredi, quali l’ambone, la sede e il fonte battesimale, presentano un taglio verticale, eseguito con la stessa tecnica. Questo sta a simboleggiare la Parola che salva “più tagliente di ogni spada a doppio taglio” (Eb 4,12) ma anche il Costato di Cristo da cui nasce la Chiesa e grazie al quale siamo battezzati “in Spirito Santo e fuoco” (Lc 3,16). Il restauro delle vetrate esistenti e la realizzazione di nuove vetrate conferiscono maggiore carattere artistico all’edifico sacro. Le prime, in vetro dalles eseguite da Domus Dei, narrano episodi della vita di San Giuseppe; le ultime in vetro soffiato a bocca realizzate da Arte Poli, richiamano i simboli mariani e quelli del Battesimo. Il patrimonio artistico della Parrocchia vede la sua massima espressione nelle opere di Adolfo Rollo: il portale d’ingresso in bronzo e il grande Crocifisso realizzato con la tecnica del “Tratteggio”; entrambi riportati al loro bagliore iniziale grazie ad una attenta opera di restauro e di conservazione eseguita dai F.lli Chiapparino. A completare il patrimonio architettonico parrocchiale, la Chiesetta del Carminiello, esempio di notevole interesse storico-artistico di architettura sacra seicentesca; e la Chiesa Maria SS. della Misericordia eretta nei primi anni del Seicento sulle rovine di un’antica cappella. Se è vero che la chiesa è luogo della comunità, luogo di riferimento per ciascuno di noi, diventa indispensabile restituire all’edificio di culto la propria dignità e sacralità.