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Ma aiuta ad avvicinare quei ragazzi che hanno un'idea antiquata della Chiesa? "Il concetto è semplice. Noi sacerdoti dovremmo essere ogni giorno più credibili e quella credibilità la possiamo dare solo se viviamo insieme ai ragazzi. In una maniera giusta, vera e immediata.Quando vado nelle scuole a parlare coi ragazzi che non frequentano la Chiesa la prima cosa che ci diciamo è di scambiarsi i contatti sul social network". Da cosa nasce questa sua attenzione verso il mondo dei ragazzi? "Sono arrivato ad Arezzo nel 2007 da Erice, in Sicilia. La mia mamma è di Castiglion Fiorentino. Ho finito gli studi ai Geometri e sono entrato subito in Seminario. E' stato un cambiamento radicale, prima ero un'altra persona, ero contro la Chiesa. E forse l'attenzione verso i giovani nasce proprio da lì, dal fatto che io ho avuto l'occasione di cambiare. Da 14 anni sono membro della Pastorale Giovanile.” E i giovani di Arezzo? Come sono? "Li ho trovati buoni e disponibili. Certo, devi essere tu a fare il primo passo e spronarli, ma credo che sia anche quello che richiede il mio ruolo". Ma Internet è davvero, come ha detto il Papa in un recente discorso, qualcosa di pericoloso? "Il web è qualcosa che tocca gli estremi. Può essere qualcosa di estremamente positivo per conoscenza personale, spiritualità, informazione. Al contempo può diventare qualcosa di estremamente negativo. Il Papa invita alla prudenza". Don Danilo saluta, perché c'è da preparare la novena alla Madonna del Conforto. Su Facebook però lo aspettano tanti giovani. "Mi piace" e "Condividi": anche così si annuncia la buona novella nel nuovo millennio. IL COMITATO ORGANIZZATORE


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