PERIODICO D’INFORMAZIONE DELLA DIOCESI DI CONVERSANO - MONOPOLI Anno 22 - Numero 5 - Maggio 2017 www.conversano.chiesacattolica.it
CAMMINARE IN COMPAGNIA DEL RISORTO nità, per la scelta delle persone ci si lascerà guidare non da semplici criteri umani, bensì da valutazioni che obbediscono ad un autentico sensus ecclesiae. In tal modo, i nuovi organismi, una volta costituiti, potranno esercitarsi nell’arte del discernimento comunitario, dove ascolto della Parola e lettura del vissuto quotidiano si fondono in un’armonia perfetta, per comporre quella sinfonia della misericordia scritta dal Signore nello spartito della storia umana. + Giuseppe Favale
IN EVIDENZA
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ggi, 30 aprile, si compie un anno dall’inizio del mio servizio in questa amata Chiesa di ConversanoMonopoli. Il Signore ci ha fatto incontrare e ci ha permesso di intraprendere un cammino che sin dai primi passi si sta mostrando, almeno per me, carico di profonde suggestioni e di salutari provocazioni. Sto conoscendo e apprezzando sempre più la bellezza e la dinamicità della nostra Chiesa, insieme al suo desiderio di voler mettere a frutto la ricchezza di carismi di cui il Signore l’ha ricolmata. Rendo grazie a Dio per avermi reso vostro pastore, garante della apostolicità della vostra fede, animatore della vostra carità, testimone della santità feriale, tanto diffusa nel nostro popolo, ma spesso nascosta agli occhi del mondo. Ogni giorno che passa vorrei che il mio amore per voi crescesse a dismisura, ed è quello che cerco di alimentare attraverso gli incontri che quotidianamente vivo. In questo anno, cogliendo l’opportunità offerta dal rinnovo degli organismi ecclesiali di partecipazione – i Consigli pastorali a livello diocesano, zonale e parrocchiale – ho voluto che l’attenzione dell’intera comunità fosse orientata al tema della sinodalità. Ritengo infatti che sia fondamentale per la Chiesa il ritorno alle proprie radici, alla sua innata vocazione a far camminare insieme nella storia in compagnia del Risorto i credenti, i quali, lasciandosi docilmente plasmare dall'azione dello Spirito, potranno diventare luce e sale della terra. Solo una Chiesa formata da uomini e donne che sanno guardarsi negli occhi con simpatia e fiducia, che si educano all'ascolto reciproco, che si lasciano guidare dai criteri della fede nel leggere gli eventi quotidiani, potrà crescere nella consapevolezza che il suo compito non è di isolarsi in una specie di cittadella fortificata, dove chi è fuori è visto con distacco o peggio con disprezzo, bensì di farsi compagna di strada dell'umanità concreta, quale essa è, con le sue ferite, con i suoi drammi e con le sue speranze. Così la Chiesa potrà diventare seme fecondo di quel Regno di Dio, già inaugurato nella Pasqua di Cristo ma non ancora pienamente realizzato, perché attende per la sua attuazione i cieli nuovi e la terra nuova. In queste settimane le nostre parrocchie procederanno alla costituzione dei nuovi Consigli. Il mio desiderio è che si viva questo appuntamento non in maniera banale, a mo’ di routine, o con stanchezza e disincanto, ma come occasione di matura corresponsabilità. Avendo a cuore il bene della comu-
Sabato 6 maggio - ore 16,30 Veglia Nazionale di preghiera per le Vocazioni Concattedrale, Monopoli
Lunedì 15 maggio - ore 09,30 Incontro preti giovani
Venerdì 19 maggio - ore 09,30 Ritiro del clero Abbazia Madonna della Scala, Noci
SINODALITÀ
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inodalità e missione. Papa Francesco chiama tutte le nostre comunità ad essere in con-
versione pastorale, cioè in movimento missionario (EG 27). Possiamo chiederci allora
come può uno stile sinodale di Chiesa aiutare la sua conversione missionaria, il suo es-
sere “in uscita”? Una Chiesa che impara ad essere più sinodale è una comunità che si
esercita nel dialogo: dialogo tra vescovo, preti e laici, dialogo nelle parrocchie tra le
diverse realtà ecclesiali, gruppi e associazioni, dialogo nelle zone pastorali tra le par-
rocchie dello stesso paese. Una Chiesa che cresce così nella sinodalità è una comunità che si allena a gestire anche il conflitto: “Molte volte l'incontro si trova coinvolto nel conflitto. Nel dialogo si dà il conflitto: è logico e prevedibile che sia così. E non dobbiamo temerlo né ignorarlo ma accettarlo.”. (Papa Francesco a Firenze, 10 novembre 2015). Se siamo allenati al dialogo e all’incontro, allora, diventiamo una Chiesa che non ha paura del conflitto e riesce a portare il Vangelo attraverso il dialogo, non chiudendosi come in
Stile sinodale
sto dialogo è annuncio del Vangelo, è missione, è Chiesa sinodale “in uscita”. Non a
a cura di don Francesco Zaccaria
logare non è quello di parlare e discutere, ma quello di fare qualcosa insieme, di costruire
una fortezza assediata e in continua competizione con ciò che appare fuori o lontano da lei, ma aprendosi senza paura ad un dialogo costruttivo e paziente con tutti: anche queparole, ma con un dialogo fatto di gesti:“Ricordatevi inoltre che il modo migliore per diainsieme, di fare progetti: non da soli, tra cattolici, ma insieme a tutti coloro che hanno buona volontà. E senza paura di compiere l'esodo necessario ad ogni autentico dialogo. Altrimenti non è possibile comprendere le ragioni dell'altro, né capire fino in fondo che il fratello conta più delle posizioni che giudichiamo lontane dalle nostre pur autentiche certezze. È fratello”. (Papa Francesco a Firenze, 10 novembre 2015).
S O M M A R I O Editoriale Camminare in compagnia del Risorto + Giuseppe Favale 1
Sinodalità Stile sinodale a cura di don Francesco Zaccaria
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Diocesi I ragazzi incontrano Simona Atzori Giusy Danese
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“Alzati, va’ e non temere” Tommaso greco
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51 Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali Anna Maria Pellegrini È bello per noi stare qui don Peppino Cito
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Periodico d’informazione della Diocesi di Conversano – Monopoli
IX Centenario Il culto liturgico della Madonna della Madia - I parte don Gianluca Dibello
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Zone pastorali Annunciare il Vangelo della famiglia don Sandro Ramirez
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“Mi ami tu?” Renzo Di Pinto
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Eventi conclusivi Giubileo Straordinario - Noci ***
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Voci dal seminario “Servo del Pane” Francesco Ramunni
Reg. Tribunale di Bari n.1283 del 19.06.96
Redazione:
don Mauro Sabino don Pierpaolo Pacello Donato Marino Lilly Menga Anna Maria Pellegrini Francesco Russo Nicola Teofilo Angelo Coletta
Uffici Redazione: Via Dei Paolotti, 2 - 70014 Conversano Tel. 080.4958888 - Fax 080.4955851 10
Indirizzo di posta elettronica: impegno@conversano.chiesacattolica.it
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Memorandum 11
Treminuti e trentasei Teresita Valenzano
Direttore Responsabile: don Roberto Massaro
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Sito Internet della Diocesi di Conversano-Monopoli www.conversanomonopoli.chiesacattolica.it
Grafica e Stampa: EVI S.r.l. - Monopoli Esperienze di carita 2017 don Michele Petruzzi
6 Si prega di far pervenire alla redazione eventuali proposte di pubblicazione entro il giorno 5 di ogni mese.
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DIOCESI
I ragazzi incontrano Simona Atzori La Giornata Diocesana dei Ragazzi con danza e testimonianza
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i è tenuta sabato 1 aprile la “Giornata Diocesana dei Ragazzi” nella Basilica Cattedrale di Monopoli “Maria SS. della Madia”; la Basilica ha ospitato oltre mille ragazzi e adolescenti provenienti da ogni comune della Diocesi, per offrire la possibilità di vivere una forte esperienza attraverso la testimonianza della straordinaria ballerina e pittrice Simona Atzori. Simona è nata priva degli arti superiori, nonostante ciò ha saputo fare del proprio handicap un elemento di unicità in campo artistico e non solo. La testimonianza è stata preceduta da un momento di preghiera in compagnia del Vescovo della Diocesi di Conversano-Monopoli, Mons. Giuseppe Favale. Simona ha esordito esibendo le proprie doti di ballerina in compagnia di due altre danzatrici. Emergeva lo stupore sul volto dei ragazzi, nell’ammirare la bellezza e l’armonia con cui le danzatrici esprimevano la propria essenza attraverso l’arte della danza. E se il veder danzare Simona Atzori ha colpito gli occhi dei ragazzi presenti, ascoltare la sua testimonianza ha colpito il cuore. Al centro dell’altare si è da subito sentita a suo agio: ha tolto le scarpe e si è sistemata per parlare e “gesticolare” come solo lei sa fare e con la straordinarietà che la contraddistingue. Come per magia i suoi piedi sono diventati “le sue mani” agli occhi di tutti. Lei stessa racconta: “Nella mente tutto si può trasformare, per rendere la vita bella e degna di essere vissuta”.
Il vescovo Giuseppe introduce il momento di preghiera coi ragazzi.
Così le sue “mani in basso” si trasformano per permetterle di vivere degnamente, senza sentire una mancanza perché “tutto quello che serve per essere felici è quello che si ha dentro”. Parole forti quelle della Atzori che con dolcezza ha voluto stimolare i ragazzi alla ricerca della propria unicità, per trasformare il limite in possibilità. Simona ha sottolineato l’importanza e la forza dell’Amore: “ I miei genitori mi hanno guardata con gli occhi dell’amore. Solo cosi hanno potuto accorgersi che i miei piedi si trasformavano in mani per raggiungere il carillon sulla mia culla”.
Simona Atzori (al centro) con due ballerine.
La sua famiglia ha scelto la strada dell’amore, nell’aiutare la piccola a crescere stimolando tutto quello che Simona possiede; guardandola sempre per quello che ha, per non perdersi nelle vuote lamentele delle mancanze, ma con l’essere sempre aperti alle possibilità. È così che sin da piccolissima si avvicina alla pittura e alla danza; coltiva le sue passioni negli anni fino a divenire una grande pittrice conosciuta in tutto il mondo e una danzatrice dotata di forte talento. Nascere senza braccia non è un handicap se si è accolti dall’amore di una famiglia che non si ferma alla diversità; ella lo ha sperimentato dimostrando che in qualunque condizione è possibile vivere fino in fondo la vita. Nell’incontro è emersa la sua radicata spiritualità, che ne ha animato le scelte e l’agire, senza far mistero sul rapporto vivo e intenso con la fede ha concluso: “Dico grazie a Dio, non solo per la vita, ma per avermi disegnata esattamente così”, “il mio ringraziamento quotidiano è tentare di rendere questa mia esistenza, un capolavoro”. Dotata di una vitalità ed un temperamento di straordinaria positività, Simona Atzori con il suo esempio ma soprattutto con il suo atteggiamento verso la vita, è riuscita a trasmettere efficacemente ai nostri ragazzi il giusto messaggio per affrontare sempre un miglioramento personale, dando importanza a quello che ciascuno di noi di bello possiede. Giusy Danese
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DIOCESI
Alzati va’ e non temere Una settimana per pregare insieme per le vocazioni ormai vicina la settimana di preghiera per le vocazioni che la CEI quest’anno vuole celebrare in Pu-
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glia. Il tema della settimana e della Giornata Mondiale di Preghiera (7 maggio) è Vocazioni e santità. «Io sono una missione» (EG 273). Ogni cristiano, come scrive il Santo Padre nel suo messaggio, ha nel suo cuore la chiamata alla missionarietà, ad essere annunciatore della Buona Notizia, del Vangelo di Gesù Cristo, ai fratelli per mezzo dell’evangelizzazione e del servizio nella carità. Ogni cristiano vivendo la gioia missionaria del Vangelo può contagiare i fratelli perché sperimentino la stessa gioia. Già nei giorni scorsi, dal 18 al 21 aprile, si è tenuto a Gallipoli il XXXII Seminario sulla Direzione Spirituale a servizio dell’orientamento vocazionale dal titolo: «L’accompagnamento vocazionale nello stile di Don Tonino Bello», organizzato dall’Ufficio Nazionale per le Vocazioni. La prima tappa della settimana di preghiera sarà a Foggia, il primo Maggio prossimo, dove si incontreranno tutti i Ministranti della Regione Puglia. Nella stessa giornata a Bari si incontreranno consacrati, religiosi, presbiteri e vescovi di Puglia per un convegno dal tema: “Osare la missione, tra comunione
e sinodalità”. Modererà l’incontro Mons. Nico Dal Molin, Direttore dell’Ufficio Nazionale per la pastorale delle vocazioni della CEI. Interverranno come ospiti S.E. Mons. Nunzio Galantino, Segretario Generale della C.E.I., Suor Nicla Vittoria Spezzati, Sottosegretario della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di vita apostolica, P. Luigi Gaetani, Presidente nazionale e regiona-
le CISM e la Dott.ssa Marisa Parato, Presidente nazionale e regionale CIIS. La seconda tappa, giovedì 4 maggio, sarà vissuta nelle singole Diocesi dove i giovani, le comunità religiose e gli animatori vocazionali si ritroveranno per una adorazione eucaristica. Terza tappa, venerdì 5 maggio, a Molfetta presso il Pontificio Seminario Regionale Pio XI, dove si terrà un incontro con i Direttori, i Rettori, gli Animatori vocazionali di ogni Diocesi e i Responsabili della formazione della Vita Consacrata, guidato da Mons. Dal Molin. La quarta tappa, sabato 6 maggio, sarà vissuta a Monopoli con un momento di preghiera presieduto da S.E Mons. Giuseppe Favale, vescovo di Conversano-Monopoli, seguito da un momento di festa per tutti. La quinta ed ultima tappa, domenica 7 maggio, sarà a Molfetta con la celebrazione eucaristica presieduta da S.E. Mons. Domenico Cornacchia, vescovo di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi. L’invito a partecipare è rivolto a tutti così come a tutti è rivolto l’invito di pregare per le vocazioni. Tommaso Greco
51a Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali “Non temere, perché io sono con te”. (Is 43, 5). Comunicare speranza e fiducia nel nostro tempo… Questo il tema scelto da Papa Francesco per la giornata dedicata dalla Chiesa ai mass media il prossimo 28 maggio. In questo nostro tempo è facile farsi prendere dallo sconforto e dalla paura, tante le informazioni che ogni giorno ci raggiungono, molte delle quali “cattive notizie” o addirittura “false notizie”, secondo un processo di produzione/fruizione che ci vede tutti coinvolti. Di qui l'invito di Papa Francesco che esorta “tutti ad una comunicazione costruttiva che, nel rifiutare i pregiudizi verso l’altro, favorisca una cultura dell’incontro, grazie alla quale si possa imparare a guardare la realtà con consapevole fiducia”. La regola che “le cattive notizie sono buone notizie” oltre a spettacolizzare il dolore ha contribuito ad anestetizzare molte coscienze, pertanto, diventa importante ricercare «uno stile comunicativo aperto e creativo, che non sia mai disposto a concedere al male un ruolo da protagonista. Vorrei invitare tutti a offrire agli uomini e alle donne del nostro tempo narrazioni contrassegnate dalla logica della “buona notizia». Come cristiani siamo chiamati a diffondere la speranza “Le persone che si lasciano condurre dalla Buona Notizia in mezzo al dramma della storia”, conclude il Papa,“sono come dei fari nel buio di questo mondo, che illuminano la rotta e aprono sentieri nuovi di fiducia e speranza”. Anna Maria Pellegrini
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DIOCESI
È bello per noi stare qui Laboratorio Per CATECHISTI e OPERATORI PASTORALI ALTRI 13-16 LUGLIO 2017 OASI SANTI MARTIRI IDRUNTINI Santa Cesarea Terme (Otranto)
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a tre-giorni estiva È BELLO PER NOI STARE QUI intende proporre una serie di idee e di esperienze che possano fare da punto di riferimento per chi vuole intraprendere la via della bellezza nell’annuncio del Vangelo, valorizzando il patrimonio artistico. ARGOMENTI Dal Giovedì a pranzo fino a Domenica a pranzo, si alterneranno conferenze, lavori di gruppo e testimonianze. I temi affrontati saranno: • Tempo di secondo annuncio per la chiesa italiana (Incontriamo Gesù) • La dimensione formativa dell'arte • Quando l’arte si fa rivelazione • Criteri per progettare + note metodologiche • Le competenze da coltivare per chi opera in questo ambito • Racconti di annuncio con l’arte. CONDUZIONE A condurre l’esperienza formativa saranno i membri della Karis (Secondo Annuncio con l’Arte) della diocesi di Verona e dell’Équipe della Catechesi con l’Arte (E.C.A.) della Diocesi di Conversano-Monopoli. QUOTE DI PARTECIPAZIONE Costo complessivo: Euro 160 (30 iscrizione + 130 saldo) Per iscrizioni: Oasi Martiri Idruntini / Enza 0836.944.036. Per operatori della zona possibile anche partecipazione non residenziale. N.B. ISCRIZIONI TRAMITE UFFICIO CATECHISTICO DIOCESANO. FILOSOFIA DELLA PROPOSTA In che senso la bellezza artistica può essere una risorsa da valorizzare in vista dell’annuncio della fede? Dobbiamo rilevare che oggi molti cristiani si sono allontanati dalla fede a motivo di una rappresentazione soffocante, indegna, brutta, che hanno ricevuto da altri, oppure che loro stessi si sono fatta. Nei confronti di queste persone, un secondo annuncio implica l’impegno a comunicare una fede bella, desiderabile, che sa rendere ragione non solo della sensatezza, ma anche della gustosità del Vangelo. Queste considerazioni ci spingono ad intuire che forse la bellezza, e quella artistica in particolare, può diventare preziosa alleata in ordine alla proposta di una fede bella. Per questa ragione papa Francesco al numero 167 di Evangelii Gaudium scrive:
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“È bene che ogni catechesi presti una speciale attenzione alla “via della bellezza” (via pulchritudinis). Annunciare Cristo significa mostrare che credere in Lui e seguirlo non è solamente una cosa vera e giusta, ma anche bella, capace di colmare la vita di un nuovo splendore e di una gioia profonda, anche in mezzo alle prove. In questa prospettiva, tutte le espressioni di autentica bellezza possono essere riconosciute come un sentiero che aiuta ad incontrarsi con il Signore Gesù. Non si tratta di fomentare un relativismo estetico, che possa oscurare il legame inseparabile tra verità, bontà e bellezza, ma di recuperare la stima della bellezza per poter giungere al cuore umano e far risplendere in esso la verità e la bontà del Risorto. È auspicabile che ogni Chiesa particolare promuova l’uso delle arti nella sua opera evangelizzatrice, in continuità con la ricchezza del passato, ma anche nella vastità delle sue molteplici espressioni attuali, al fine di trasmettere la fede in un nuovo “linguaggio parabolico”. Bisogna avere il coraggio di trovare i nuovi segni, i nuovi simboli, una nuova carne per la trasmissione della Parola, le diverse forme di bellezza che si manifestano in vari ambiti culturali, e comprese quelle modalità non convenzionali di bellezza, che possono essere poco significative per gli evangelizzatori, ma che sono diventate particolarmente attraenti per gli altri”. don Peppino Cito
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DIOCESI
Tre minuti e trentasei Racconto di un’esperienza di servizio “Tre minuti e trentasei…” sono state le prime parole che hanno rotto un silenzio durato tre giorni dal mio arrivo in quell’albergo diventato comunità. È iniziata così la mia esperienza di servizio come volontaria Caritas della nostra diocesi, presso San Benedetto del Tronto, negli alberghi Relax, Bolivar e Progresso. In questi alberghi risiedono gli sfollati del terremoto di Amatrice, Accumoli, Grisciano e di tante altre frazioni. Dai primi di marzo i volontari della Caritas Puglia hanno iniziato ad essere presenti a San Benedetto del Tronto, alternandosi all’incirca ogni quindici giorni, con la presenza di due volontari provenienti da parti diverse della Puglia. In questa prima fase, l’obiettivo è stato quello di conoscere la situazione negli hotel ed essere vicini alle persone, attraverso una presenza discreta ed un ascolto empatico per rendere più tangibile e partecipativa la presenza della Caritas Puglia oltre all’animazione dei ragazzi (tempo libero, aiuto nello studio, ecc.), al sostegno delle persone più deboli, al disbrigo pratiche e al servizio religioso. Ci sono voluti tre giorni per abbattere quel muro che si sono costruiti per
difendersi e proteggersi. Famiglie che hanno visto perdere i loro cari, persone che hanno visto le loro case sgretolarsi, persone che hanno vissuto la loro personale fine del mondo; tutti loro si trovano a vivere in un albergo che non è la loro casa ma allo stesso tempo è diventata la loro casa. Si trovano a condividere l’intimità di una casa, gli spazi e la vita quotidiana con persone che non conoscevano, e che ora sono diventati i loro mondo. Pian piano molti di loro hanno permesso di entrare nel loro mondo e di abbattere il muro. Hanno raccontato storie, drammi, eventi significativi ed è stato possibile anche condividere momenti piacevoli (come una pizza insieme, un gelato, una serata danzante, un concerto, i compiti con i bambini, giochi, i pasti, una passeggiata, l’accompagnamento in giro per commissioni varie). Lasciarsi attraversare dalle loro storie, incontrare i loro sguardi e ascoltare le loro parole e le loro emozioni è stato arricchente. Sentirsi utili nel piccolo, anche solo per una passeggiata al mare, rende tangibile l’idea che per essere solidali non servono grandi
cose, non servono grandi manifestazioni. È stato bello anche percepire il senso di comunità religiosa, partecipando alla realizzazione della Via Crucis. È pur vero che in alcuni la fede ha subito degli scossoni forti a seguito di ciò che è successo, però questi momenti comunitari hanno consentito di sentirsi più vicini tra loro e nella fede. Tre minuti e trentasei sono state le prime parole che hanno rotto il silenzio ma saranno sicuramente le parole che mi faranno ricordare questa esperienza meravigliosa, che mi ha permesso di riflettere sulla bellezza dell’incontro e sulla potenza che esso facendoci rialzare insieme. Tre minuti e trentasei è durato l’abbraccio con Benedetta prima di salire sul treno che mi portasse a casa. Ed infine mi piace ricordare le parole di Giovanna, compagna d’avventura: “Il terremoto non è solo una scossa della terra, di qualcosa di materiale, ma è anche la scossa degli animi, di qualcosa di immateriale. Il terremoto della terra genera un terremoto interiore, ci ricorda che siamo uomini e da lì nasciamo. Il terremoto ha distrutto, ma vive la speranza che si può rinascere. Come la fenice che risorge dalle proprie ceneri”. Risuona nella mente la frase del vescovo di Rieti: “Uomo dell’Appennino, noi non ti abbandoneremo, dell’alba ancor ti stupirai”. Teresita Valenzano
Esperienze di carità 2017 Le proposte della Caritas diocesana
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a Caritas diocesana propone alcune esperienze di servizio e di crescita nell’esercizio della carità operosa per giovani ed adulti delle nostre comunità parrocchiali e del nostro territorio. È fondamentale vivere concretamente dei gesti di prossimità che possono costruire ponti di speranza e nello stesso tempo impegnarsi a realizzare percorsi educativi per i più giovani che possono aprire orizzonti nuovi. Una proposta per tutti è il servizio presso le popolazioni colpite dal terremoto del centro Italia, in maniera particolare i nostri fratelli e le nostre sorelle della diocesi di Rieti con cui la delegazione Caritas Puglia è gemellata. Si chiede a chiunque di età superiore ai 18 anni di vivere 12-15 giorni con queste persone attualmente presenti in alberghi a San Benedetto del Tronto per una vicinanza discreta, concreta, rispettosa e incoraggiante. Il servizio presso queste popolazioni non richiede grandi competenze in determinati settori ma solo il desiderio di costruire relazioni di speranza. Chi desidera garantire questo servizio può comunicarlo alla segreteria della Caritas diocesana (Tel. 0809306865 oppure caritasmon@libero.it) Anche quest’anno desideriamo proporre una esperienza di servizio per ragazzi di età compresa tra i 16 e i 30. Si tratta di un campo di servizio presso la ‘Fazenda de esperança’ all’Eremo di Sant’Antonio (situato tra Monopoli e Fasano) dal 2 al 6 agosto. Il campo prevede alcuni momenti di catechesi e preghiera, il servizio presso la casa che ci ospita, l’ascolto di testimonianze di persone che hanno ideato attività lavorative che mettono al centro la scelta degli ultimi e la salvaguardia del creato. Scopo del campo è offrire ai giovani partecipanti un’occasione per vivere relazioni autentiche improntate al servizio e alla ricerca sincera di Dio e per proporre scelte di vita che mettano insieme carità, vangelo e lavoro. Per le iscrizioni e le informazioni è possibile chiamare al numero 3479664277. Coinvolgiamoci in queste esperienze e rendiamoci strumenti pressi altri nel proporle. Anche nell’animare sta il nostro agire nella carità!! don Michele Petruzzi
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IX CENTENARIO
Il culto liturgico della Madonna della Madia I parte
Antifonario del 1728 conservato nell’AUD di Monopoli,
Il mare porta una Patrona. È Dio a dartela. Onorala allora. Non ti avrebbe portato una Madre, se Dio stesso non l’avesse voluto. (F. A. Glianes, 1643) Premesse storiche La fonte da cui partire per la ricostruzione storica del culto liturgico della Madonna della Madia è l’opera dell’arcidiacono Francesco A. Glianes Historia e miracoli della divota e miracolosa Imagine della Madonna della Madia miracolosamente venuta alla città di Monopoli e di alcune cose notabili di detta città edito nel 1643, che integra quella del canonico teologo dello stesso Capitolo monopolitano Giovanni F. Cimino, che aveva redatto una Historia inventionis S. Mariae de Madia, testo preparato per essere poi trasmesso dal Vescovo F. Surgente dell’Ughelli per la sua Italia sacra. Fino al 1727, anno in cui il titolo popolare della “Madia”, termine che viene fatto risalire alla madia per impastare il pane oppure più verosimilmente, a legnami legati a mò di zattera per trasportarli sui fiumi, è accolto ufficialmente nella liturgia, la memoria della Madia è liturgicamente legata alla festa dell’Assunzione della Madonna al cielo (non riconosciuta ancora come dogma ma già festeggiata nella chiesa). La progressiva affermazione del culto liturgico È il vescovo G. Cavalieri colui che da impulso determinante al culto verso la Vergine della Madia. In una visita ad limina
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compiuta a Roma nel 1680, il presule, ottiene dalla Santa Sede, che nel giorno 16 dicembre di ciascun anno in commemorazione dell’approdo dell’icona si celebri, a Monopoli e nella sua diocesi, l’Ufficio di S. Maria ad Nives”, quindi come sottolinea G. Indelli nella sua Historia «non proprio e particolare» con le Lezioni di S. Maria in Sabato. Da quell’anno, il 16 dicembre comincia ad acquisire carattere festivo: per la prima festa con l’Ufficio “non proprio e particolare”, vi fu, annota don Cosimo Tartarelli citando l’Indelli, «la Cavalcata, sparo di Cannoni, Mortaretti, ed altri segni d’allegrezza». Cruciale per il culto pubblico e ufficiale verso la Madonna della Madia è il biennio 1727-28: durante il 1727, il Papa Benedetto XIII concede in perpetuum l’Indulgenza plenaria a chi visita e prega Maria SS.ma della Madia durante l’Ottava dell’Assunta e ancora un’ulteriore indulgenza plenaria a chi visita la Cattedrale il 16 dicembre, dichiarando, nello stesso tempo, l’altare della Madia Privilegiato in perpetuum. Agli inizi del 1728 il Vescovo, il Capitolo Cattedrale, il clero, i religiosi, le autorità cittadine, inviano supplica perché il 16 dicembre, cito il documento custodito nell’Archivio Unico Diocesano di Monopoli (fondo Capitolo Cattedrale, fascio VI, n°15), «sia considerato Festa di precetto in essa città e diocesi, e che si reciti con rito di prima classe l’Ufficio proprio con Messa da clero Secolare e Regolare dell’uno e dell’altro sesso tanto in d(et)ta Città come in Diocesi». Il Papa, attraverso la Congregazione dei Riti, il 17 marzo 1728 concede che Messa e Ufficio propri siano celebrati il 16 dicembre a Monopoli e in tutta la Diocesi, dichiarando altresì, attuando le indicazioni offerte dai decreti che regolano la proclamazione e il culto ufficiale emanati da papa Urbano VIII nel 1630 e nel 1642, la Madonna della Madia Patrona principale di Monopoli e della diocesi. La solennità liturgica avrà il seguente titolo: Die XVI Decembris – Festum Commemorationis solemnis adventus sacrae imaginis Beatae Virginis Mariae de Madia, Monopolim – Duplex primae classis., e sarà celebrata in tutta la diocesi come festa di precetto e pertanto giornata festiva con esonero da ogni lavoro. L’archivio della Cattedrale conserva, due codici musicali paralleli (1728) del Proprio della Messa e dell’Ufficio divino approvati da Benedetto XIII nei quali la spiritualità dei testi, intrisi di riferimenti alla Sacra Scrittura e alla pietà e devozione popolo di Monopoli, evidenzia una pagina memorabile della letteratura monodica liturgica del periodo. don Gianluca Dibello
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ZONE PASTORALI
Annunciare il Vangelo della famiglia La Settimana della Fede a Fasano
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i è concluso con una tre-sere (3-5 aprile 2017) dal tema “Annunciare il Vangelo della Famiglia. L’accompagnamento pastorale” un percorso annuale sull’Amoris Laetitia per le sei parrocchie della zona pastorale di Fasano. Guida di quest’ultimo tratto è stato il prof. Carmelo Torcivia, docente di Teologia Pastorale presso la Facoltà Teologica di Palermo e Presidente dell’AICa (Associazione Italiana Catecheti). La parola chiave è stata proprio “accompagnamento”: l’idea centrale è diventare una comunità cristiana capace di essere vicina, di accompagnare appunto, con rispetto e responsabilità (senza sostituirsi), il cammino dei giovani verso il matrimonio e il cammino delle famiglie dopo il matrimonio. Naturalmente è stato affrontato anche il delicato e tanto discusso tema del capitolo ottavo sull’accompagnamento del cammino della coscienza nelle situazioni di fragilità, visto non in chiave di rottura col magistero precedente (soprattutto Familiaris Consortio di San Giovanni Paolo II), ma anzi come ulteriore approfondimento alla luce della tradizione teologica e spirituale del “discernimento” (San Tommaso, Sant’Alfonso e tutta la tradizione ignaziana). Altri quattro incontri hanno preceduto questa tre-sere, rivolti anch’essi ai presbiteri, ai diaconi, agli operatori pasto-
rali e a tutti coloro che erano interessati ai vari argomenti: • il 14 novembre 2016 c’è stata una lectio divina di 1Cor 13, 1-13 guidata da don Gino Copertino, docente di Sacra Scrittura e di Filosofia Teoretica • il 12 dicembre 2016 la prof.ssa Marianna Pacucci, sociologa, ci ha aiutato a riflettere sulla realtà e sulle sfide delle famiglie nella società odierna, in particolare nel nostro meridione • il 16 gennaio 2017 abbiamo rivolto lo sguardo a Gesù, per una lettura cristologica del documento pontificio, aiutati da don Peppino Apruzzi, docente di cristologia presso l’ISSR di Brindisi • il 13 febbraio 2017 (questo incontro è stato realizzato in collaborazione con l’Ufficio Catechistico Diocesano e con l’Ufficio Diocesano di Pastorale Familiare) c’è stata una interessantissima serata guidata da don Antonio Scattolini, responsabile del settore “Catechesi e arte” della diocesi di Verona, che ci ha condotti ad una rilettura dell’Amoris Laetitia attraverso 12 opere d’arte fortemente evocative: da “Amore e Psiche” del Canova a “La Cattedrale” di Rodin, da “Gli amanti” di Magritte al “Letto funebre etrusco da Vulci”. L’itinerario è stato giudicato utile, interessante e coinvolgente dalla maggior parte dei partecipanti.
Il prof. Carmelo Torcivia.
Questo percorso (parallelo ad un altro di formazione socio-politica svolto nello stesso periodo, rivolto soprattutto ai giovani) avrà una ulteriore conclusione il 29 maggio 2017 in un incontro con don Gaetano Montana, della diocesi di Agrigento, dal titolo “A Lampedusa ho incontrato Cristo…”. Si tratterà del racconto di un testimone oculare di quello che è accaduto e ancora accade a Lampedusa, la porta d’Europa, convinti che sul tema dell’immigrazione c’è molta cattiva informazione. L’incontro è progettato e organizzato dalla zona pastorale di Fasano e dalla Fondazione “Gaudium et Spes”. don Sandro Ramirez
I partecipanti alla Settimana della Fede nel salone dell’Oratorio del Fanciullo.
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ZONE PASTORALI
“Mi ami tu?”
Parrocchia “Maria SS. della Natività”
Dialogo tra Gesù e Pietro Catechesi biblica con Paolo Curtaz a Turi
Chiesa Madre – Noci
EVENTI CONCLUSIVI GIUBILEO STRAORDINARIO (1316-2016) “UNA CHIESA, UN PAESE” Fra IDENTITÀ e MEMORIA Paolo Curtaz e don Ciccio Aversa.
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PELLEGRINAGGIO MARIANO alla Concattedrale di Monopoli nel IX centenario (1017) dell'approdo dell’icona della Madonna della Madia domenica 28 maggio 2017, con partenza ore 18.00 da Noci
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CONCERTO MARIANO del coro Novum Gaudium di Noci domenica 4 giugno 2017, ore 20.30, in Chiesa Madre di H.I.F. Biber, Le sonate del santo rosario
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CONFERENZA TEOLOGICA del prof. Don Ivica Zizic, della Facoltà Teol. S. Anselmo di Roma (data da definire) “La porta: fondamenti biblico/teologici e programma iconografico”
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SOLENNE CELEBRAZIONE CONCLUSIVA presieduta da S.E. Mons. Giovanni Intini, Vescovo di Tricarico sabato 10 giugno 2017, ore 19.00, in Chiesa Madre
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n preparazione alla S. Pasqua, al termine del cammino quaresimale che ha visto la comunità impegnata nella bellissima esperienza dei “Cenacoli della Parola” nelle famiglie, la Parrocchia Maria SS. Ausiliatrice di Turi ha accolto e incontrato, mercoledì 5 aprile, lo scrittore e biblista Paolo Curtaz. È stata un’occasione per riflettere sulla figura dell’uomo e apostolo Pietro attraverso un’approfondita analisi. Con il suo stile originale e diretto, Curtaz ha analizzato le motivazioni che avrebbero condotto Gesù a scegliere proprio Pietro come guida della Chiesa, identificandolo con ogni cristiano nel suo rapporto con Dio. Dal suo incontro con il Maestro, Pietro ha avuto momenti di dubbio, incertezza e rinnegamento. Proprio ciò che può accadere a ciascuno di noi nel proprio cammino di fede. Punto centrale della riflessione è stato il dialogo tra Gesù e Pietro sul lago di Tiberiade quando, alla richiesta di “amore grande”, da parte del Maestro, il discepolo risponde con “amore di amicizia”. Su questa sottigliezza linguistica, Curtaz ha basato l’incontro, chiarendo con linguaggio semplice quanto l’irruente Pietro, disposto a morire per il Maestro, ad una richiesta così forte non sia disposto a sbilanciarsi. Dunque è Dio a dover abbassare le pretese, ad abbassare il tiro chiedendo un amore di amicizia. Pietro ora è pronto, è cosciente del suo limite e potrà essere Pastore e guida della Chiesa. Questa, la grande capacità di Paolo Curtaz: essere riuscito ad avvicinare ciascuno dei presenti alla figura di Pietro, così complessa e profonda, mettendone in risalto l’umanità e la ferma fede. Renzo Di Pinto
A seguire: • presentazione ‘QUADERNO CHIESA MADRE’ numero speciale, commemorativo dell'evento •
riapertura ARCHIVIO STORICO annesso alla Sacrestia della Chiesa Madre, Noci
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premiazione Concorso bozzetti per la PORTA NUOVA DELLA CHIESA MADRE
I partecipanti all’incontro con Paolo Curtaz.
anno 22 • n. 5
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VOCI DAL SEMINARIO
“Servo del Pane” L’Accolitato di Francesco Ramunni «Estote quod videtis, et accipite quod estis». «Siate ciò che vedete e ricevete ciò che siete»: con questa frase di sant’Agostino voglio sintetizzare il dono che il 26 marzo scorso, nella cappella maggiore del Pontificio Seminario Regionale di Molfetta, la Chiesa tramite il nostro vescovo Giuseppe mi ha affidato: il ministero dell’accolitato. Giustamente vi starete chiedendo: ma cos'è l’accolitato? “Accolito”: parola poco conosciuta ed usata oggi: forse tanti, anche all’interno delle nostre parrocchie, non l’hanno mai sentita o non sanno che cosa significhi, o meglio, chi designa. Ma chi è l’accolito: ho avuto modo di constatare che si intende colui che ha a che fare con la catechesi o che fa qualcosa durante la messa. Possiamo dire che è un “ministero ecclesiale” che viene conferito dalla Chiesa, per mezzo del Vescovo, e per la Chiesa in vista di un servizio, di una responsabilità all’interno della Chiesa, verso i membri della Chiesa. L’accolitato chiaramente richiede, da parte di chi lo riceve, l’impegno a fare sempre più spazio all’Eucarestia nella propria vita, coltivando un amore sincero verso il Pane eucaristico e verso la celebrazione dell’Eucarestia; abilita ad esercitare particolari funzioni: preparare l’altare al momento della presentazione dei doni, distribuire la comunione (anche agli ammalati), riordinare l’altare. Qualcuno potrebbe pensare che non è nulla di eccezionale, in realtà non è così per me. Non mi sembra poco, essere investito dell’incarico di essere servo di quel Pane che è segno e presenza dell'amore incontenibile di Dio per tutti gli uomini, però, so di certo che è anche una grossa responsabilità. La Chiesa me lo ha affidato perché si è fidata ed io non posso non essere che testimone gioioso di questo ministero. L’accolitato non è una semplice tappa che s’ha da fare: invece è da ricevere e vivere come dono, nella gratitudine e nella gioia. I sentimenti e le motivazioni che mi hanno portato a chiedere questo importante ministero sono state molteplici. Dall’esperienza degli esercizi spirituali dello scorso anno, ciò che
Francesco riceve dal vescovo Giuseppe la patena con il Pane.
ogni santo giorno mi tornava in mente erano le parole dell’evangelista Giovanni… “li amò sino alla fine”. Cosa significavano e cosa significano per me queste parole? Per me queste non sono un semplice slogan per farmi bello davanti agli altri… queste parole le ho vissute, le sto vivendo realmente sulla mia stessa pelle. Davvero, ho percepito e sto percependo quell’amore di Dio nelle mie giornate nonostante la mia fragilità. Nonostante tutto li amò. Nonostante sapesse chi aveva di fronte. Ecco che è così anche per me… per questo progetto che il Signore ha voluto su di me, ora è arrivato il momento di spendermi “sino alla fine” per Lui, portando Lui a chiunque. È arrivato per me il momento di alzarmi dalla tavola del benessere, di deporre le vesti zeppe di firme umane e di cingermi dell’asciugatoio di Dio. È arrivato il momento di prendere il catino di acqua pura dell'unica fonte e di passare in mezzo ai fratelli per lavare quei piedi affaticati e sporchi! Credo che questo sia Eucaristia: condivisione. Assetato di questo amore stabile che è Gesù stesso, mi impegno a vivere ciò che santa madre Chiesa mi ha affidato. Francesco Ramunni
A piccoli passi verso la meta…
Francesco Ramunni e il vescovo Giuseppe al termine della celebrazione.
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Francesco Ramunni e Giuseppe Cantoro continuano il loro cammino verso il presbiterato. Francesco, il 26 marzo 2017, è stato istituito accolito nella cappella maggiore del seminario regionale Pio XI in Molfetta. Giuseppe è stato ammesso tra i candidati all’ordine del diaconato e del presbiterato lo scorso 20 aprile 2017 nella parrocchia Sant'Antonio in Fasano. A loro il nostro augurio e il ricordo nella preghiera! Buon cammino!
anno 22 • n. 5
MEMORANDUM
Appuntamenti Maggio 1 10,30 4 20,00 6 09,00 19,00 16,30-21,30
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11,00 19,00
12 10,00 13 19,30 14 11,30 18,30 15 09,30 19 09,30 20 18,00 19,30 21 09,30 11,30 18,30 22-25 27 19,00 28 10,30 19,00 30 14,15-21,00 31 20,30
anno 22 • n. 5
RADIO AMICIZIA INBLU Palinsesto
Cresime -Parrocchia Regina Pacis, Monopoli Adorazione eucaristica vocazionale con i giovani di Polignano e Castellana - Seminario, Conversano Festa liturgica della Madonna della Fonte S. Messa presieduta dal Vescovo S. Messa presieduta dal P. Abate Cattedrale, Conversano Veglia nazionale di preghiera per le vocazioni Concattedrale, Monopoli Cresime - Parrocchia S. Maria del Caroseno, Castellana Grotte S. Messa di ringraziamento per i 40 anni di Radio Diaconia Parrocchia Matrice, Fasano Consiglio Presbiterale - Episcopio, Conversano Cresime - Parrocchia S. Anna, Monopoli Giornata del Seminario - Putignano e Noci Cresime - Parrocchia S. Anna, Monopoli Festa di S. Francesco da Paola - Parrocchia SS. Trinità, Monopoli Incontro preti giovani Ritiro del clero - Abbazia Madonna della Scala, Noci Cresime - Parrocchia S. Maria del Pozzo, Montalbano Cresime - Parrocchia Matrice, Cisternino Cresime - Parrocchia Immacolata, Casalini Cresime - Parrocchia S. Domenico, Rutigliano Cresime - Parrocchia Madonna del Rosario, Speziale Il vescovo partecipa ai lavori della CEI a Roma Cresime - Parrocchia S. Maria della Salette, Fasano Festa della Madonna della Fonte - Cattedrale, Conversano Cresime - Parrocchia S. Francesco da Paola, Savelletri Open day - Seminario, Conversano Messa di conclusione del mese di maggio Santuario S. Maria di Pozzo Faceto, Pozzo Faceto
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