Architetto Maurizio Di Fruscia - San Lorenzo del Monte, Salerno

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RELAZIONE STORICA


francescana.

Una novità nella vita religiosa salernitana del 1200 è data dall’arrivo della comunità

ospitati.

priore a capo della comunità, forse in seguito alla diminuzione del numero dei monaci

- Nel 1145 la chiesa di S. Lorenzo inizia a lesionarsi e nel 1241non è più un abate, ma un

successione durante le quali il monastero subì un lento ma inesorabile decadimento.

Con l’avvento dei Normanni iniziava a Salerno un turbinoso periodo di lotte interne di

diritti .

monastero di S. Lorenzo, dona il convento all’Abbazia di Montecassino che ne acquista tutti i

- Nel 1060 l’ultimo Principe longobardo salernitano, Gisulfo II, che aveva ereditato il

monastero e del suo abate Nicodemo.

- Nel 979 una pergamena della Badia di Cava dei Tirreni riporta la notizia del suddetto

Laurentii”.

all’anno 976 che cita, in una pergamena, “ 'icodemus venerabilis abbas monasterii sancti

- E’ il Codice Diplomatico Cavese a dare il primo documento riguardante il monastero e risale

nell’archivio provinciale dell’Ordine.

autore della Cronaca della provincia di Principato Citra, manoscritto inedito, conservato

Così scriveva nel 1644 Padre Niccolò da Spinazzola, guardiano del convento di S.Lorenzo ed

Cassinese...”

dei Longobardi di cui aveva sposato la figlia Adalberga, et fu nell’anno 774,dice la Cronaca

palazzo reale edificato dal Principe Arechi II, il principe longobardo genero di Desiderio re

“ Questo monastero di S. Lorenzo di Salerno, detto del Monte, è antichissimo : fu, primo,

1.RELAZIONE STORICA

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ai primi del 1500, questo, doveva cominciare ad essere pericolante da molte parti.

economico in cui doveva trovarsi il convento e le fonti storiche non offrono altre notizie, ma

Alcune pergamene, relative a contratti di vendita, segnalano l’aggravarsi del disagio

cittadino una parte delle spese per il mantenimento della chiesa e del complesso monastico.

perché la regina Giovanna I, con un provvedimento straordinario, fece gravare sull’erario

- Nel 1367 le condizioni finanziarie del monastero dovevano essere particolarmente critiche

monastero iniziò di nuovo a declinare lentamente.

Morto Giovanni da Procida, con lo stabilizzarsi della dinastia angioina, la prosperità del

entrambe vi rimasero fino a quando il re Giacomo D’Aragona non le riportò in Spagna.

e, successivamente, la nuora Bianca d’Angiò raggiunse la regina nel convento di S. Lorenzo ed

- Nel 1299 il monastero accoglie esule la Regina Costanza , figlia del re Manfredi di Svevia ,

l’arricchì di possessioni et entrate , rifece tutte l’officine ...”

stucco, oro e di bellissime pinture le mura e le lamie, e le cappelle ornò di colonne di porfido ;

campanile a torre con sei campane, lastrico di porfido et marmo il pavimento, et abellì di

e magnificenza di fabbrica. Fece la chiesa nova a lamia con una artificiosa tribuna, alto

“ Suntuosamente riparò questo monastero di S. Lorenzo e lo magnificò di grandezza, bellezza

scrive senza citare le fonti :

presenza di Giovanna, soltanto una Cronaca del 1600 di padre Niccolò da Spinazzola che

Non esistono documenti attestanti i restauri fatti al monastero ed alla chiesa durante la

le necessarie riparazioni al monastero benedettino ed introdurvi la regola di S. Chiara.

monastero di un gruppo di religiose, che avviene il 7 maggio 1296, con lo scopo di apportare

ed ottiene da Bonifacio VIII, con Bolla del 9 agosto 1295, il permesso per il trasferimento nel

rovinare completamente e Giovanna da Procida, figlia di Giovanni patrizio salernitano, chiede

- Alla fine del 1200 l’edificio di S. Lorenzo è in pessime condizioni, cadente minaccia di


qualche interruzione, dal 1617 al 1631 e dal 1639 al 1652, anno della sua morte. Purtroppo non è possibile conoscere dettagliatamente questo progetto perché non è stato descritto da Padre Niccolò da Spinazzola, si sa soltanto che esso subì varie modifiche durante la sua assenza. - Il 27 dicembre 1652 muore padre Niccolò da Spinazzola e con precisione non si sa a quale punto fosse in quel periodo la costruzione del convento di S. Lorenzo, però buona parte dell’edificio doveva essere già costruita se nel 1664,come si evince da una relazione esistente, si stava costruendo il quarto piano dell’infermeria con dieci celle già edificate, ma senza le officine cioè farmacia, cucina, refettorio e cappella . - Agli inizi del secolo, precisamente il 4 marzo 1707, il definitorio approva la richiesta di costruire la biblioteca, ed il luogo fu scelto al quarto piano dietro la chiesa . Ne risultò una biblioteca che, nel 1741, raccoglieva diverse migliaia di volumi ed era tra le più ricche di Salerno e con la cui costruzione si può considerare terminata l’opera iniziata da P. Niccolò da Spinazzola . Dopo circa 90 anni di lavoro, l’intero edificio era stato condotto a termine con grandi sacrifici da parte dell’intera Provincia monastica che tanto ci teneva ad avere un grande convento nella città di Salerno. - Nel 1811, con il Real decreto napoleonico, viene chiuso il convento che riaprirà nel 1817 con la restaurazione borbonica, ed il 18 dicembre 1866, con la caduta del governo borbonico , sotto il nuovo governo italiano , viene soppresso nuovamente il convento e l’edificio viene annesso al vicino orfanatrofio provinciale maschile e la chiesa viene adibita all’assistenza religiosa degli orfanelli.

del ‘500, don Ferrante Sanseverino, Principe di Salerno, restaurò ed ampliò la fabbrica

edificando “ uno quarto di monasterio sopra della città a mezzo giorno , di bellissima

prospettiva ed eminenza, di modo tale che da quello si domina e si gode il mare , la città e le

colline d’intorno con gusto degl’ habitatori”.

Con la bolla di Leone X del 29 maggio 1517 l’ordine francescano si divideva in Conventuali

ed Osservanti ed i Minori Riformati,che si svilupparono in seno agli Osservanti, sorsero

contemporaneamente nei territori di Napoli e Salerno .

L’ordine dei Minori Riformati della più stretta osservanza, che differiva da quello degli

Osservanti per il maggiore spirito di raccoglimento e di povertà, fu costituito a Salerno

nel 1582 e qui volevano fondare un convento che rappresentasse il centro

ufficialmente

geografico della loro custodia, approfittarono della circostanza di non avere un’infermeria per

tutti i frati della loro custodia e quindi, se questa doveva costituirsi, il luogo più conveniente

non poteva essere che Salerno, allora ancora celebre per la Scuola Medica .

La notizia dell’arrivo dei Riformati a Salerno mise in agitazione i religiosi degli altri conventi,

che, come nelle previsioni , cercarono di ostacolare in ogni maniera la nuova fondazione .

- Nel 1586, per ordini superiori, le Clarisse lasciano il convento che, abbandonato e disabitato,

resta in balia dei ladri che lo depredano di tutto, ed è questa l’occasione che si presenta ai padri

Riformati di ottenere, dalle Clarisse di S. Spirito, la vendita del Convento ubicato in un posto

felicissimo per la costruzione di un’infermeria, fuori dal tumulto della città e adiacente al

convento di S. Nicola della Palma occupato dagli Osservanti .

- Nel 1616 il S. Lorenzo viene venduto ai padri Francescani Riformati e ai primi del 1617 fu

nominato Custode del Monastero Padre Niccolò da Spinazzola ,al quale, uomo di grande

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cultura, energia e tenacia, si deve la costruzione del nuovo convento nel quale dimorò, con

Padre Niccolò da Spinazzola riferisce , sempre nella sua Cronaca, che durante la prima metà


A.R . Amarotta , Salerno romana e medievale .Dinamica di un insediamento, Salerno 1989

G. Crisci e A. Campagna , Salerno Sacra , Salerno 1962

“ Rassegna Storica Salernitana” , VII( 1946) , n. 1-4 ; VIII (1947), n. 1- 4 ; XI (1950)

Pergamo Padre Basilio- 'ote per servire alla storia del Convento di S. Lorenzo in Salerno, in

A. Fruttu, Il monastero di S. Lorenzo nella storia di Salerno tra XI e XIX secolo, Salerno 1976

Bibliografia

di proprietà dell’orfanatrofio e molte parti vengono usate per civile abitazione.

chiesa, l’antica infermeria del convento, la farmacia, la libreria e le celle dei frati, rimangono

Bisogna precisare che non tutto l’antico convento torna ai frati, perché l’edificio attiguo alla

Alfonso Menna, i frati minori tornano in S. Lorenzo.

- Il 13 giugno 1954 , grazie all’intervento dell’Arcivescovo Moscato e del Sindaco di Salerno

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1.

Per raggiungere i risultati prefissati si è dovuto entrare nel “tempo” dell’edificio attraverso la

IL PROGETTO

lettura del suo spazio mediante la registrazione e l’interpretazione dei suoi segni. Tutto il significato dell’edificio, che è per noi l’aspetto preponderante dell’architettura, risiede

L’obiettivo del progetto , è stato fin dall’inizio, il recupero di questo edificio antico con la

nella storia, nella vicenda, nei consensi, nei conflitti, nei segni che si sono

finalità primaria di re-introdurlo nel circuito delle attività contemporanee, rendendolo così

confrontati,

sovrapposti, staccati, eliminati. E’ stato possibile registrare tutto questo con un’attenta lettura

partecipe del contesto urbano ed ambientale in cui è inserito, e farlo diventare stimolatore di

dell’edificio il cui risultato è una progettazione che ha verificato gli effetti delle trasformazioni

nuove energie culturali.

proposte e lo ha costretto a svelarsi e mostrare il nuovo stato di equilibrio che con il progetto si è voluto raggiungere. Il San Lorenzo è cambiato senza negare la sua natura, la sua storia, la sua figura sviluppando le energie che teneva in riserva sin dall’origine nel suo codice genetico.

Questo progetto intende il recupero come fase di un cambiamento , mettendo in gioco la storia, la cultura e la società, ed inevitabilmente, in questo modo, il punto di arrivo è diverso da quello di partenza, riconoscendo quindi, a questa operazione di architettura, la capacità di trasformare l’esistente in modo che niente può tornare ad esser come era un tempo.

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2. RELAZIONE SUI LAVORI DI RECUPERO Gli interventi di restauro sono stati finalizzati alla rilettura dell’impianto tipologico e spaziale del Convento di S. Lorenzo.

La concezione progettuale di Fra’ Niccolò da Spinazzola, custode del Monastero dal 1617 al 1652, si presenta oggi, “chiara ed ordinatrice” nonostante il lungo tempo occorso per la Il convento di S. Lorenzo è un vero e proprio “monumento” ; visitandolo , ed alla luce della

realizzazione dell’edificio, le lunghe pause che lo hanno caratterizzato e gli errori di costruzione avvenuti durante i “forzati”

allontanamenti dello stesso Spinazzola

storia vissuta come manufatto, colpisce in modo particolare la pluralità di funzioni che ha

da Salerno ( ne è

contenuto e può contenere sono del tutto indipendenti dalla sua forma : “il monumento ha

testimonianza il terzo piano più basso degli altri due “ due palmi in meno). Soltanto l’inerzia della regola architettonica del progetto si è

questa peculiarità”.

opposta alle numerose

manomissioni verificatesi nel tempo, con l’avvicendarsi nell’edificio, fino ai giorni nostri , di funzioni, a volte incompatibili con la spazialità esistente, ed ha permesso di avere in eredità il bellissimo esempio di architettura nelle relazioni spaziali tra le varie parti dell’edificio e nella parte che il convento mostra alla città antica, ossia le calibrate e suggestive proporzioni della facciata . Gli spazi ritmati di questa , delimitati dalle piccole logge, creano effetti chiaroscurali che colpiscono in modo diretto l’attenzione dello spettatore, in virtù del fatto che, per la particolare posizione, oggi come allora, l’edificio è visibile da qualsiasi punto della città e questa posizione , rispetto all’abitato, fu di stimolo ai progettisti –in antico- per raggiungere la soluzione architettonica innovativa ed estremamente interessante per l’epoca . 2


Il progetto recuperato nella sua architettura si pone come elemento fondamentale per la

L’operazione più incisiva, per riconquistare questa regola è stata eseguita al quarto ed ultimo

riqualificazione ambientale dell’intera parte alta della città , ai piedi del Monte Bonadies .

livello della zona chiostro, con la demolizione ivi di una parte delle coperture esistenti si è

L’eliminazione delle superfetazioni all’interno dei volumi e la chiusura dei passaggi aperti nelle

recuperato l’originario spazio di deambulazione esterno prospettante sul chiostro, ottenendo :

murature in epoche diverse, sono le operazioni che hanno permesso di ridefinire il giusto

- il riordino delle coperture dei vari corpi di fabbrica componenti l’edificio in modo da far

rapporto architettonico tra spazi serventi e spazi serviti con la chiara volontà di ricomporre

leggere chiaramente i rapporti spaziali ed architettonici che hanno tra loro;

l’unità spaziale di ogni singolo evento

- il

in rapporto all’impianto tipologico

dell’edificio

ripristino dell’originario percorso di collegamento tra questo spazio esterno di

riscontrando il risultato, in modo positivo, con gli statuti dei frati minori riformati, i quali

deambulazione ed il chiostro voltato sottostante ;

fissavano direttive precise sulla fondazione e sulla strutturazione dei “luoghi” francescani ( il

- la ridefinizione del tipico luogo minoritico nel suo impianto, così come resterà strutturato,

vero e proprio progetto era la “ regola del capitolo”). La regola egli ordini conventuali si

dalla casa religiosa e dalla chiesa.

identifica con la tipologia del progetto e con la stessa architettura.

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Lo spazio del chiostro, che oggi si presenta con tre lati voltati ed il quarto chiuso , ha una

Si sono ritrovati, nel corso dei lavori, i mancanti archi di chiusura del chiostro che, comunque

storia particolare che mette in evidenza come , di fronte ad errate , nelle opere costruttive ,

erano stati costruiti, inglobati nel muro dell’attuale sacrestia il cui volume con timpano, diventa,

l’invenzione architettonica sia in grado di condurre a risultati che comunque caratterizzano in

grazie anche al recupero del percorso esterno arretrato al piano superiore

modo positivo la variazione di intervento:

dimensionale capace di conferire l’ordine gerarchico alle diverse parti dell’edificio concorrenti

“Con decreto del 27 ottobre 1671 i padri Definitori indicano che la sistemazione del chiostrino

alla costruzione finale di questo spazio.

doveva avere tre archi per tutti i quattro lati.

Si potrebbe recuperare il senso spaziale e l’uso

Questa prescrizione però non venne eseguita come si deduce da un’altra ordinazione del 5

rendessero chiari i rapporti amministrativi tra il Comune di Salerno e i religiosi della chiesa di

febbraio 1673 perché, “ ad evitandum scandalum” come si esprimono i Definitori, l’attuale

S.Anna in S.Lorenzo . Sarebbe auspicabile poter utilizzare il convento e la chiesa con i reciproci

sacrestia era già costruita e sarebbe stato uno spreco inutile di denaro se l’avessero demolita per

rapporti spaziali, che esistenti un tempo, sono

fare il chiostro a dodici archi, anziché a nove, come ora si vede.

promuovere il presente integrale recupero come

del chiostro, in modo completo, se si

ancora oggi ravvisabili ;in modo tale da inizio di una più generale ed estesa

riqualificazione ambientale dell’intero centro antico della città.

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il fuoriscala


Oggi il restauro di S. Lorenzo costituisce un’operazione autentica e concreta per la storia della

3. IL PROGETTO DELLA BIBLIOTECA E DELL’ARCHIVIO

città di Salerno, di cui il convento è stato testimone per mille anni e, grazie al suo recupero

STORICO

diventa l’elemento catalizzatore dello sguardo in questa zona del paesaggio tra il sottostante La destinazione del convento di S.Lorenzo ad edificio di servizio pubblico rafforza la valenza

centro antico della città ed il castello di Arechi.

culturale del sito, ed il progetto della biblioteca e dell’archivio storico in questi suggestivi spazi oltre a non stravolgere l’impianto tipologico del monumento ne rispetta il valore artistico, lo qualifica architettonicamente e lo restituisce al vivere cittadino con ricadute sulla qualità urbana dell’intero quartiere ( centro storico nord ) per lungo tempo relegato a ruolo di vera e propria periferia del centro storico, anche se posizionato in zona limitrofa allo stesso.

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Il corpo di fabbrica presenta una superficie utile di 3100 mq circa articolata su 5 livelli.

Il progetto generale ha

La Biblioteca e l’Archivio sono stati progettati seguendo le più moderne concezioni nel settore

biblioteca con l’obiettivo

pertanto

dell’Amministrazione Comunale

ospiteranno, oltre il materiale cartaceo, i documenti conservati su supporto

previsto l’articolazione funzionale dell’archivio storico

e della

di pervenire in tempi brevi a soddisfare le esigenze rispondendo, con il presente intervento , ai requisiti di

informatico e consultabili in rete attraverso collegamenti telematici con tutte le biblioteche

efficienza e funzionalità, che queste attività richiedono, in accordo con le esigenze del restauro

nazionali .

e della valorizzazione del patrimonio artistico - ambientale .

Inoltre gli antichi spazi di relazione , peraltro più suggestivi, quali il refettorio e l’aula grande

L’operazione di ristrutturazione dell’edificio è stata preceduta da un approfondito studio sulle

ecc. saranno utilizzati per conferenze , mostre ed attività culturali in generale.

possibili utilizzazioni dello stesso

nel rispetto delle norme di sicurezza e seguendo i criteri di

funzionalità miranti alla realizzazione di un organismo che, pur collocandosi in un’antica struttura architettonica, non rinunci ad esigenze di razionalità ed efficienza.

SCHEDA TECNICA

Nella fase di individuazione degli spazi per le due attività si è operato rispettando il tessuto dei

. Piano

S.U. mq

S.N.R. mq

percorsi interni del Convento , e si sono usati gli stessi elementi architettonici esistenti per la

TOTALE

realizzazione e l’organizzazione degli ambienti necessari alle nuove destinazioni d’uso tenendo Piano terra

232,00

43,47

in considerazione :

275,68

- Individuazione degli ingressi I piano

210,78

33,40

- Localizzazione ai vari piani

244,22

- Differenziazione dei percorsi II piano

683,85

305,82

989,67

IIII piano

369,57

172,76

542,33

IV piano

908,89

175,46

1084,53

2.405,30

730,91

3.136,21

TOTALE

- Rapporti tra le attività

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4. ORGANIZZAZIONE SPAZIALE E FUNZIONI

rampa risolve il collegamento con il vano ascensore fruibile solo al primo livello a quota 2.25.

La creazione di una struttura culturale di tipo istituzionale nella parte alta del centro storico

La scelta di

della città di Salerno come la Biblioteca e l’Archivio Storico Comunale ha sicuramente una

Convento prima della costruzione di Via S. De Renzi che, invadendo la zona a sud dell’edificio

valenza notevole per la città e per il centro storico stesso e, la struttura conventuale, attraverso

ha stravolto il rapporto che, in antico, i frati avevano ivi con gli orti e le fontane che, presenti

gli interventi programmati, risulterà idonea ad ospitare attività di tipo socio – culturali

oggi al piano interrato ne sono la testimonianza.

attualmente carenti.

Quindi la scelta di inventare in questo modo l’ingresso all’edificio ha risolto, visto che la

L’edificio presenta la tipologia spaziale propria , nei rapporti, dei Conventi seicenteschi degli

funzione è pubblica, il problema delle barriere architettoniche nel rispetto del la storia e degli

Ordini Minorili ed il progetto ha tentato di interagire con essa usando la giusta dose di

spazi esistenti.

portare l’ingresso all’edificio in questa zona rispetta gli originari ingressi al

equilibrio che nasce dal rispetto della storia e della tradizione.

L’ingresso alla Biblioteca ed all’Archivio Storico è stato individuato ad ovest dell’edificio nel punto dove è più facile il controllo dell’accesso alla struttura e con una rampa metallica si è

I locali situati al piano terra , a differenza dei piani superiori, non sono collegati tra loro e

collegato il convento vero e proprio con la strada ( Via S. De Renzi) inserendola nello spazio

l’accesso avviene, singolarmente, dalla strada

voltato di un corpo edilizio aggiunto nel tempo alla tipologia originaria. La creazione di questa

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Via S. De Renzi. Questi verranno utilizzati


come spazi per gli impianti tecnologici in modo da creare all’edificio un vero e proprio suolo

Particolare importanza hanno nel progetto le sistemazione e le finalità delle due grandi sale a

tecnologico indipendente ed a servizio dell’intera struttura con facile accesso dall’esterno.

carattere collettivo poste al secondo livello .

La prima sala, a diretto contatto con il chiostro, denominata nel progetto “ Sala Frà Niccolò da Spinazzola” perché riteniamo giusto ricordare l’ideatore e fondatore dell’attuale Convento nel 1617, viene recuperata nella sua spazialità in rapporto anche ai piani superiori con l’apertura di un grande affaccio nel suo interno.

I quattro piani fuori terra, costituenti il corpo dell’edificio, sono la traduzione tridimensionale

La messa in opera di ammattonati in cotto fatto a mano, nel quale viene inserito un mosaico in

della configurazione spaziale che nasce dal rapporto della regola dell’Ordine come idea

ceramica smaltata, con ricercate tonalità cromatiche simili anche nel rivestimento delle pareti,

progetto ed il sito del Monte Bonadies. I piani direttamente a contatto con la scala ed il corpo

trova continuità nella tradizione che questi spazi hanno avuto nel tempo e l’uso di tecnologie

ascensore hanno la stessa definizione architettonica ovvero lo stesso rapporto tra spazio

quali il riscaldamento a pannelli radianti a pavimento e lo studio illuminotecnico sono finalizzate

servente e spazio servito con una serie di celle esposte a sud e distribuite da un corridoio voltato

alla flessibilità che questo tipo di spazio deve avere per l’utilizzo come sala lettura conferenze

creano un sistema che, reiterato spazialmente, misura la lunghezza della facciata.

ed esposizioni.

Questi spazi per la felice esposizione e la giusta misura saranno destinati per il lavoro, lo

La seconda Sala, a questo piano, da noi denominata Sala Dieci Vele è di forma più allungata

studio e la lettura informatizzate.

per l’aggiunta fatta nel tempo di uno spazio voltato a botte.

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Questa lettura della

riqualificazione del centro storico nord cioè parafrasando l’architetto catalano Bohigas

crescita dimensionale nel tempo viene segnalata nel progetto con la

creazione di una vetrata a tutta altezza che sottolinea le due diverse spazialità. Per la Sala Dieci

diventare “ una metastasi positiva”.

Vele, nome che nasce dalla configurazione delle volta sono stati utilizzati gli stessi criteri

Per l’intero progetto è stata verificata la rispondenza alle norme vigenti in materia di

progettuali suesposti per la prima sala , con particolare attenzione alle tonalità cromatiche degli

eliminazione delle barriere architettoniche consentendo l’uso di tutti gli ambienti con utenza

elementi di finitura, per la differente esposizione solare riscontrata nelle due sale.

impedita anche nei servizi igienici con i vincoli

Allo spazio voltato a botte adiacente si è voluto dare un significato meno rappresentativo e più

imposti dalle caratteristiche storico - artistiche dell’edificio.

funzionale in quanto l'edificio in questo punto ha un contatto diretto con le utenze esterne

Inoltre si è dato rispetto alle norme sulle vie di fuga e sulla prevenzione incendi ai sensi del R.D.

provenienti dalla grande piazza e dal Conservatorio. Questa zona diventa un punto importante

7 novembre 1942 n° 1564.

di accesso e controllo all’edificio. La creazione di un soppalco di servizio per le proiezioni nella

Per la lettura di dettaglio relativa alle destinazione degli spazi si rimanda agli elaborati grafici di

Sala Dieci Vele rafforza il carattere pubblico della stessa.

progetto precisando che la Biblioteca e l’Archivio Storico sono funzioni complementari fluide

Il

nei rapporti reciproci quindi possono coesistere nello stesso edificio.

Chiostro, generatore della configurazione

spaziale del Convento, si duplica nelle sua

dimensione al quarto piano con un ambulacro esterno di servizio agli spazi interni, ed è

Il Convento di S. Lorenzo, monumento in quanto tale, per la chiara definizione architettonica

particolarmente significativo in questo luogo il rapporto visivo con il Castello di Arechi . A

permette questa osmosi di rapporti nello stesso modo come veniva inteso da chi costruiva

questo livello la semplicità del rapporto tra spazi interni e spazi esterni, ne permette un uso

questi luoghi monastici: spazi di vita, di lavoro, di fede , di preghiera e di cultura, cioè spazi

collettivo in maniera adeguata

di relazione sociale .

trovando nel giardino il collegamento naturale con il

Conservatorio e la zona sovrastante la Via Salvatore De Renzi . Una particolarità questo edificio la nasconde nella storia cittadina delle acque sorgive che lo hanno caratterizzato nel tempo le cui tracce sono ben visibili nelle fontane esistenti e da ripristinare nei corridoi del terzo e del quarto livello. Con il progetto si recepisce questa identità evidenziandola nella sistemazione delle Sorgive ancora in esser nella zona adiacente il Chiostro. L’ubicazione al secondo e al quarto piano di spazi di incontro e di caffetterie interpreta in modo corretto, secondo le disposizioni della legge Ronchey sui beni culturali, l’utilizzo pubblico di tipo culturale ed associativo dell’edificio in modo da rafforzare il ruolo fondamentale nella

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4. DESCRIZIONE DELLE OPERE

provvista di Visarm spess. 19-21 mm da porre in opera in tutti gli infissi esterni situati a

quota più bassa o a contatto con l’esterno ; •

Gli interventi edilizi si configurano nella messa in opera di materiali quali pavimenti, intonaci

semidoppi questi ultimi per gli infissi interni, il tutto posto in opera compresa la sigillatura ;

,infissi interni ed esterni, tinteggiatura interna ed esterna.

e) opere di tinteggiatura

Il preventivo di spesa relativo ai lavori di finitura è stato eseguito tenendo presente l’adeguamento del complesso stesso alle nuove funzioni , senza alterare, anzi valorizzando tutte le strutture spaziali di notevole valore architettonico. I lavori previsti riguardano :

creazione di vespai e massetti nei locali a diretto contatto con il terrapieno naturale ;

massetti e posa in opera di pavimenti in pietra ;

massetti e costruzione di pavimenti con disegni a maioliche e rivestimenti con piastrelle

stuccatura di pavimenti in cotto, in pietra o misti ;

rifacimento di intonaci lisciati come gli antichi ed al civile ;

costruzione di cancelli ed inferriate in ferro battuto o forgiato di sezioni diverse ;

provvista di balaustra in ferro battuto a sezione tonda o piatta ;

revisione generale e messa in opera di tutte le strutture in ferro esistenti nell’intero

facciate esterne con applicazione di tonachino e calce in pasta colorata ;

per i pavimenti in cotto, la lavatura e applicazione di lino cotto a protezione e mani di cera

l’intervento prevede la realizzazione di un ascensore pubblico, del tipo oleodinamico ,per il

collegamento verticale dei quattro livelli inserito in un vano ricavato nelle celle della facciata mediante una struttura di profilati di acciaio, opportunamente dimensionati, con chiusura in vetro armato trasparente. Il collegamento al piano di partenza dell’ascensore avviene mediante una rampa in legno e acciaio posizionata nel locale ad ovest dell’edificio a diretto contatto con la Via S. De Renzi. g) impianto elettrico •

questo nuovo impianto è realizzato con una ristrutturazione sottotraccia

e reso

indipendente ad ogni piano per il suo funzionamento. E’ collegato in ogni sua parte all’impianto di messa a terra e realizzato secondo i recenti dettami della normativa C.E.I.

complesso ;

h) impianto antintrusione

c) opere di falegnameria •

b) opere di fabbro •

esecuzione di saggi sulle superfici dei muri per stabilire l’esistenza di antiche coloriture ;

f) abbattimento delle barriere architettoniche

smaltate a mano; •

con lucidatura finale ;

a) opere murarie •

provvista e posa in opera di cristalli temperati, di cristalli di spessore 6mm e di vetri

costruzione e posa in opera di finestre, porte, portoni, vetrate, e persiane, in legno di abete,

per la particolarità dell’edificio e per la localizzazione dello stesso rispetto al centro urbano sono stati previsti dei sistemi antintrusione ai vari piani nei punti di contatto che hanno con

cipresso, noce, rovere ,castagno;

l’esterno.

d) opere del vetraio

i)impianto telefonico 10


5. FINALITA’ DEL PROGETTO

il sistema delle telecomunicazioni è affidato ad un centralino di tipo elettronico collegato

direttamente alla rete urbana, dotato di propria stazione di energia. La rete di distribuzione è

L’obiettivo più immediato del progetto scaturisce dalla necessità di dotare il Comune di Salerno

realizzata con cavi multicoppie che collegheranno il centralino a tutti i punti di utenza. Gli apparecchi sono del tipo

di una struttura nella quale si possa usufruire di un patrimonio culturale di inestimabile valore e

normalizzato con disco combinatore e tasto di trasferimento di

rilevante consistenza.

chiamata.

Ad avvenuto recupero dell’immobile, la catalogazione dei testi e la gestione del servizio

l) impianto idrico-sanitario •

consentirà :

sono stati previsti servizi igienici per ogni piano prevedendone l’uso per i

portatori di

catalogazione ;

handicap al terzo quarto piano.

digitalizzazione dei documenti ;

I nuovi impianti idrici di acqua calda e fredda , gli impianti di scarico per l’allontanamento delle

archiviazione e consultazione ottica.

acque bianche e nere , sono previsti nel rispetto delle vigenti normative igienico-sanitarie .

Accanto al sistema di informatizzazione è prevista un’area di servizio polimediale con proiezioni

m) impianto di riscaldamento •

su schermo gigante e può essere dotato di sistemi videodisco VHS, CD/ROM, CDI con

questo impianto verrà realizzato secondo la più attuale tecnologia e con l’impiego dei

relativa mediateca .

migliori materiali in modo da garantire buona funzionalità , bassi costi di gestione e lunga

La gestione informatizzata della struttura con l’annessa area “ polimediale”, garantendo un

durata .

servizio di elevato standard qualitativo, costituirà elemento di attrazione nei riguardi di utenze

Nei grandi ambienti a livello del chiostro è previsto un impianto a pavimento a piastre radianti

ad oggi coinvolte per condizionamenti di carattere socio - culturale.

in modo da evitare l’effetto “piedi freddi “.

L’ipotesi, poi, di svolgimento di attività promozionali in campo editoriale (con l’utilizzo di sale

Nei corridoi e nelle zone a diretto contatto con l’esterno sono previsti dei posizionati

termoconvettori

conferenza) ovvero di attività didattiche integrative, nell’ambito della struttura, unitamente alla

in modo proporzionale allo spazio da servire.

presenza del conservatorio musicale con annesso auditorium ( negli adiacenti corpi di fabbrica),

Nei restanti ambienti , uffici e bagni , è previsto un impianto a radiatori con elementi a colonne

connoteranno il complesso dell’ex orfanatrofio quale polo culturale di sicura valenza territoriale

proporzionati allo spazio da servire . Inoltre saranno realizzati gli opportuni impianti di rilevamento

ed extraterritoriale, con effetti trainanti sulla reale utilizzazione del tessuto culturale nell’ambito fumi ed antincendi nel

di intervento.

rispetto delle norme di sicurezza vigenti .

Il progetto, nella sua complessità, oltre ad avere decisiva influenza in campo specificamente

La difesa dell’edificio è inoltre garantita da un efficace protezione passiva assicurata attraverso

culturale avrà una sensibile ricaduta in termini economici . Attesa, infatti ,la peculiarità del

l’adozione di inferriate mobili alle finestre dei piani bassi su strada e a porte rinforzate.

settore d’intervento, è possibile prevedere l’attivazione di corsi di formazione professionale nel

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settore del recupero e catalogazione del patrimonio librario attraverso l’impiego delle più

QUADRO ECONOMICO RIEPILOGATIVO

moderne tecnologie . A1) Lavori edili

L. 1.705.563.940

A2) Impianto elettrico

L. 1.100.925.000

“ Il sogno che desiderava e tanto affaticò Padre Niccolò da Spinazzola per il suo bel S. Lorenzo si sta realizzando”. A3) Impianto termico, idrico-sanitario, L’importo complessivo del progetto è stato determinato in L.4.000.000.000 antincendio

L. 590.481.854

così come specificato nell’allegato quadro economico . A4) Oneri per la sicurezza non Salerno,03/11/2000

I progettisti Maurizio Di Fruscia architetto Carlo Lambiase architetto

soggetti a ribasso TOTALE

L.

45.000.000

L. 3.441.970.794

SOMME A DISPOSIZIONE DELL’AMMINISTRAZIONE

B1) I.V.A. sui lavori 10%

L.344.197.079

B2) Spese generali e tecniche

L. 213.832.127

TOTALE GENERALE A) + B) L. 4.000.000.000

I progettisti Arch. Maurizio Di Fruscia Arch.Carlo Lambiase

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