n.12 dicembre 2009

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L’esperienza in prima persona Dopo aver condiviso gli aspetti teorici su cui poggia il metodo Feuerstein e averne visto i passaggi, il gruppo ne ha fatto esperienza diretta. Sullo schermo è stato proiettato un compito che nessuno dei presenti è riuscito a risolvere, nonostante si trattasse di persone adulte e laureate. Il sentimento generale è stato di frustrazione. La conduttrice ci ha fornito un esempio di apprendimento mediato, fornendoci un compito più semplice e guidandoci nelle varie operazioni di identificazione del problema, di scelta delle possibili soluzioni, di consapevolezza del processo. Non ci ha mai dato soluzioni, ma solo gli strumenti per arrivare alla soluzione. Una volta risolto il compito più semplice il gruppo è stato in grado di risolvere anche quello più complesso, facendo ponte e applicando la stessa strategia. La soddisfazione è stata generale, soddisfazione di aver capito il tipo di compito, di avere capito qual era il meccanismo utile per risolverlo e di essere arrivati da soli alla soluzione. La sensazione di incompetenza e stanchezza che credevamo legata all’orario, visto che si trattava dell’ultimo workshop della giornata, si era magicamente dissolta. Come ci è stato detto, cognizione ed emozione sono due facce della stessa medaglia e la componente emotiva è anche quella energetica. La ricerca I cambiamenti registrati nelle classi dopo l’utilizzo di questo metodo generalmente sono la diminuzione del numero di errori, l’uso di vocaboli e concetti più difficili, l’utilizzo di più fonti di informazione, la tendenza a leggere spontaneamente le istruzioni, l’aumento del sentimento di competenza, la diminuzione dell’ansia rispetto al nuovo e al complesso e della giustificazione di fronte all’errore. È stata presentata una ricerca condotta, con la supervisione dell’Università di Bologna, in una scuola media di Rimini. Ha coinvolto studenti, insegnanti, personale ATA e genitori. Gli studenti hanno svolto in orario scolastico dei laboratori cognitivi utilizzando il metodo Feuerstein, detto anche Programma di Arricchimento Strumentale, gli insegnanti ed il personale non docente hanno seguito una formazione specifica sul metodo ed i genitori hanno seguito dei laboratori cognitivi a loro rivolti. Si trattava di una classe prima, affiancata da una classe di controllo che ha seguito una didattica tradizionale. Si è così potuto verificare che l’applicazione del metodo Feuerstein ha avuto una ricaduta positiva anche sull’apprendimento delle discipline stesse, in particolare n.12 dicembre 2009

si sono registrati miglioramenti nella comprensione della lettura e nelle abilità matematiche. È aumentata la comprensione e la sensibilità al testo estesa anche alla comprensione del testo di problemi matematici, è migliorata la categorizzazione dei problemi, di cui viene riconosciuta la struttura profonda. Feuerstein in diretta Prima di concludere questo workshop, abbiamo potuto vedere e ascoltare in video l’ideatore del metodo, Reuven Feuerstein, carismatico e arzillo, nonostante gli ottantotto anni, con l’aspetto di un patriarca biblico. Le sue parole ribadiscono il ruolo delle emozioni nell’apprendimento. L’affettività è un fattore energetico che genera ed è generato dai processi cognitivi. Alla domanda perché nel suo metodo venga data tanta importanza agli aspetti cognitivi, Feuerstein risponde che l’elemento cognitivo è quello che presenta più modificabilità, mentre l’elemento emotivo è meno plastico, si modifica però conseguentemente alle modifiche cognitive. La determinante cognitiva permette all’individuo di leggere i suoi sentimenti, di elaborarli e reinterpretarli secondo una prospettiva più ampia, ciò determina anche un cambiamento emotivo. Nel corso dell’apprendimento mediato lo stesso mediatore cambia, grazie alla sua intenzione di mediare. Feuerstein conclude dicendo che se siamo interessati a trasmettere alle generazioni future qualcosa di noi, la consapevolezza di questa nostra intenzione modifica il nostro stesso comportamento eliminando gli aspetti di che non ci sembrano funzionali. Da questo punto di vista l’approccio mediato all’insegnamento è una spinta potente anche al cambiamento di sé. (P.L.) 31


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