possono essere anche una grande occasione d’integrazione e riscatto per le minoranze culturali, religiose, linguistiche che abitano le nostre società urbane. Sono una sfida per ribaltare la loro rassegnazione in protagonismo sociale ed economico. Per trasformare il ruolo delle istituzioni locali da semplici erogatori di risorse in stimolatori di una domanda che può generare decine di nuove realtà imprenditoriali”18. Il design, dunque, come promozione dell’integrazione culturale, lavorando sulla città, luogo in
Progettare con l’altro Progetti vicini
Così Boeri sul catalogo: “..la scommessa che l’invenzione e la produzione di oggetti d’uso
cui il confronto avviene più da vicino. Su principi analoghi nasce anche il progetto Milano Cina. Un’esperienza di design, sviluppato da NABA, Nuova Accademia di Belle Arti di Milano, sulla zona di via Paolo Sarpi, quartiere milanese ad alta concentrazione cinese (comunque non un quartiere monoetnico), in cui il confronto e talvolta lo scontro tra culture si manifesta in tutta la sua evidenza e, talvolta, urgenza. Un quartiere caratterizzato dalla presenza di importatori dalla Cina e da negozi con vetrine, caratterizzate da un eccesso di prodotti di bassa qualità. Il lavoro si è svolto partendo da un’analisi della cultura giovanile cinese (arte, moda, musica) raccogliendo i contributi in una fanzine; si è poi lavorato per trasformare elementi tipici della cultura cinese con motivi caratteristici della nostra cultura e viceversa; infine sono stati realizzati souvenir della zona per connotare positivamente una situazione complessa e talvolta difficile – “un mix fortissimo di oggetti policulturali”19. Tra le proposte: la scultura di guerriero cinese con bacchetta e forchetta-coltello al posto delle lance di Cinzia Forte e Vanessa Zarbano, il cappello tradizionale cinese che, nel lavoro di Aurora Delfino, Clara Busetti e Monica Candido, diviene zaino ma anche cestino e cuscino, fino ad operazioni tipicamente grafiche come in Enjoy white sharing di Francesco Mele con due cartoline-gioco che presentano una famiglia cinese ed una italiana. Al di là del lavoro degli studenti sono stati coinvolti designers nella progettazione di vetrine dei negozi in occasione del Salone del Mobile di Milano – “hanno… creato nuove forme espressive fino a generare un linguaggio ibrido, inserendo e contaminando i loro stessi progetti di Stefano Boeri, “Il design, la città, i desideri”, in ivi, p. 8. Ludovica Brigalli, Andrea Costa, “Non solo gadget”, in AA.VV., Milano Cina. Un’esperienza di design, Lupetti – Editori di comunicazione, Milano, 2009, p. 116.
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