Words & Works

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CONVERSAZIONE ATTORNO A DELINEODESIGN Interview with Giampaolo Allocco Rosa Chiesa, Ali Filippini

Parlaci dei tuoi inizi da designer. Come è stata la tua formazione, dove è avvenuta? Erano gli anni ’90, il momento di maggior successo per gli sport invernali. Con un diploma di perito industriale ho cominciato immediatamente a lavorare come progettista in alcune aziende locali (n.d.r. Montebelluna) inserite nella filiera delle attrezzature sportive. Dapprima impiegato come garzone nelle stamperie – dove si realizzano gli stampi – sono poi passato a fare il prototipista, per circa due anni. Questo passaggio mi ha permesso di acquisire conoscenze fondamentali nella mia formazione che deriva dall’esperienza pratica del mestiere. Successivamente mi è stato proposto di lavorare sul progetto: per circa sette-otto mesi ho progettato gli stampi tecnici in acciaio per gli accessori degli scarponi da sci, per poi passare ad occuparmi del progetto di oggetti veri e propri come scarponi, occhiali ecc. Per l’azienda Delbello, per esempio – la mia prima esperienza professionale – ho cominciato gestendo all’interno dell’ufficio tecnico i rapporti con gli stampisti, acquisendo via via, in quasi cinque anni, incarichi sempre più significativi. La formazione di una conoscenza di carattere pratico ancora oggi mi rappresenta e mi distingue nella capacità di controllo delle variabili del progetto, anche le più tecniche quelle legate ai processi tecnologici e ai costi. E la tua formazione scolastica? A 25 anni ho iniziato a sentire la necessità di rimettermi a studiare, di prendere distanza da quel mondo tecnico di cui “sapevo molto”, di trovare nuovi stimoli. Così mi sono rivolto alla Scuola Italiana di Design di Padova, dove poi avrei conseguito il Master senza avere però le idee chiare né sulla professione del designer, figura che mi capitava di incrociare nelle aziende per cui lavoravo, né tantomeno sul percorso formativo da intraprendere. A Padova c’era una scuola già avviata con alcuni docenti della Scuola Politecnica di Milano tra i quali Bruno Scagliola (che per 14 anni ha collaborato internamente allo studio Sottsass), Ottorino Piccinato e Bruno

Talk to us about how you started as a designer. Where and how was your education? The nineties was a period in which winter sports were having great success and I had an industrial high school diploma, so I started working straight away as a “designer” in different local companies dealing with sport equipment. I started off as helper boy in the moulds making companies and then moved on to making prototypes for two years. This period of time was extremely fundamental in my education, which mainly comes from the practical side of the job. I was then asked to work on the project, so for nearly seven-eight months I was designing steel moulds for ski boots accessories, and then moved on to other objects such as boots, glasses etc. The Delbello company gave me my first real professional job. In the engineering department, I started managing mould makers and in five years time I gained more significant positions. This very practical education distinguishes and represents me to this day as the ability to control the technical sides of the project, even regarding technological processes and costs. What about your school education? When I was 25 I felt the need to get back to studying, to widen my knowledge and see further than that technical world I knew so much about. I needed new challenges. So I went to the Scuola Italian Design in Padova to gain a design master, without even knowing what that career was about or what I would have done in the future. The Padova school was already active with some professors from the Scuola Politecnica in Milan like Bruno Scagliola (14 years working in the Sottsass studio), Ottorino Piccinato and Bruno Farina that were considered “people to look up to”.


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