Chi è quarta edizione

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Un'ambiguità invece affligge la vedova Enza poiché durante la mensa alterna lunghi silenzi ad insolite "aperture" che provano ad analizzare gli operatori sanitari della mensa. E' da ricordare che la pensione di reversibilità che ha ricevuto dagli Enti preposti non è sufficiente a coprire le spese personali cui affronta quotidianamente. Inoltre un'assenza di affetti "manovra" inevitabilmente le proprie scelte, sulla cui coscienza aleggia un fantasma del passato che non riesce ad esorcizzare e che talvolta affiora attraverso brevi fotogrammi. L'episodio dai contorni drammatici, che ruota intorno al turbamento della donna, risale alla fine degli anni ottanta, nel periodo in cui il figlio diciottenne decise di interrompere gli studi universitari per dedicarsi completamente al lavoro. Per la cronaca, una mattina di un giorno primaverile, il figlio Gianluca, a causa di una forte emicrania, decise di non recarsi sul cantiere ma tale scelta venne respinta da Enza, la quale, attraverso un atteggiamento autoritario, obbligò il figlio a rivedere la propria decisione giacché il giorno di assenza avrebbe danneggiato ed intaccato la sua reputazione professionale. L'uomo, sebbene consapevole dell'atteggiamento errato della madre, decise mestamente di recarsi al lavoro. Nei pressi di un incrocio, a causa di improvvisi vertigini, l'uomo perse il controllo della vettura che invase la corsia opposta, schiantandosi contro un autotreno, il quale non riuscì ad evitare l'impatto tremendo. Gianluca purtroppo morì sul colpo, sebbene un medico avesse tentato in tutti i modi di rianimarlo. Enza perse conoscenza quando fu avvertita della tragedia, i cui postumi la condussero verso una grave forma di emarginazione, soffocata inoltre dal rimorso e dalla perdita di autostima. Nessuno invece conosce la vicenda di Stefano che consuma sempre i pasti in solitudine, accompagnato dal fedele amico a quattro zampe. Rifiuta di socializzare e respinge ogni approccio utilizzato sia dagli operatori che da altri ospiti della mensa. In occasionali conversazioni l'uomo offre soltanto risposte incerte oppure piomba in un ostinato mutismo quando riceve domande che interferiscono troppo con la propria vita privata. Le cause che ruotano intorno a tali atteggiamenti completamente asociali derivano da una condizione sofferente che l'uomo preferisce non rivelare probabilmente perché frenato da insicurezze o da assenza di abitudini al dialogo o di relazioni. Tale "chiusura" dell'uomo non crea precedenti giacché l'umanità stessa cela scheletri negli armadi che talvolta affiorano e di cui si vergogna. A causa di dinamiche tanto complesse, da diverso tempo il serbatoio dell'intelletto di Federico, giovane operatore sociale, assorbe in automatico le condotte sconnesse esercitate dai fruitori di cui sopra che vengono periodicamente illustrate sia ai gestori della mensa sia agli specialisti sanitari. Il mese scorso, nella sede sociale della fondazione, mentre si analizzavano i risultati di una ennesima rilevazione a carattere sociale, un neurologo ha illustrato un episodio eloquente vissuto qualche anno prima, cui rifletteva fedelmente le connotazioni deviate emerse dall'intervento dell'operatore: "All'interno dell'edificio di una stazione ferroviaria, mentre attendevo mio figlio di ri195


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