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Il dialogo scientifico tra Italia e Latinoamerica
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vista economico. Le piante native con proprietà medicinali sono state studiate, anche se non tutte in modo esauriente. Al contrario, le piante native di tipo alimentare sono state poco studiare, e di conseguenza manca ancora una informazione affidabile e dettagliata sulla loro qualità nutrizionale. Le ricerche che si sono orientate allo studio chimico, nutrizionale e biologico di piante di interesse alimentare e medicinale provenienti da aree dell’America Latina, dove sono diffuse diverse specie vegetali utilizzate a scopo alimentare e medicinale da varie etnie locali e a cui ricorre la maggior parte della popolazione per l’integrazione alimentare ed il mantenimento di un buono stato di salute. Poiché la fonte e l’approccio privilegiato per lo studio di semi, farine, tuberi, frutti e foglie è costituito dal corpus delle conoscenze tradizionali e popolari, è stata operata la scelta di intraprendere gli studi sulla base delle proprietà nutrizionali e nutraceutiche attribuite alle piante. In tale situazione il censimento Semi di Araucaria delle specie di interesse alimentare e terapeutico presso le culture locali è una tappa fondamentale e preliminare dell’indagine scientifica e la selezione delle specie più interessanti, dettata da criteri etnobotanica, tassonomici, ecologici, ed è spesso operata nell’ambito di collaborazioni con ricercatori ed istituti di ricerca dei paesi di origine. Lo studio dei metaboliti primari e secondari, consente sia la determinazione della composizione chimica e la valutazione del valore nutrizionale di specie di interesse alimentare, che l’isolamento e la caratterizzazione strutturale di un elevato numero di composti appartenenti a differenti classi, eterogenee per struttura chimica e derivazione biosintetica e di interesse nutrizionale. 36 ERBORISTERIA DOMANI Speciale SILAE: i vent’anni
Alimenti: conservazione e stoccaggio nel Cile precolombiano Oriana Pardo B., nutrizionista ricercatrice Come dimostrato da studi archeologici, le tecniche di conservazione e stoccaggio apparvero molto presto nel Cile precolombiano, dimostrando l’esistenza fin d’allora di una strategia di riserva delle risorse alimentari. Fonte di informazione sono in cronisti, studi antropologici, archeologici e storici, e la ricerca di costumi ancore esistenti in alcune località rurali.Lo spazio per lo stoccaggio rivestiva un ruolo importante nella struttura delle abitazioni pre-ispaniche. I granai veniva costruiti in forma e materiali diversi, collocati nei campi coltivati o nelle abitazioni, all’interno, o addossati ai muri esterni, sui tetti o in silos sotterranei. Gli alimenti potevano esser conservati in recipienti di ceramica, anfore, sacchi di fibre vegetali, avvolti in stuoie o riposti su rami. Così venivano conservati, tra gli altri, peperoncino e mais. I pinoli di Araucaria (Araucaria araucana) veniva conservati in buchi scavati nella sabbia. I prodotti erano protetti con piante insetticide come Minthostachys setosa o Schinus molle. La fecola si conservava collocata all’interno del deposito, ajíes secos y sal. La disidratazione,sola o combinata con altre tecniche, fu forse il primo e più esteso tra i procedimenti di conservazione. Si trattava di ridurre la percentuale di acqua ad un livello che assicurasse la conservazione, e si applicava tanto a prodotti vegetali che animali. Dalla carne in questo modo si otteneva il charqui (carne secca, in lingua quechua), ma veniva applicata anche pesce e frutti di mare. Tra i vegetali venivano essiccate le alghe (Durvillea