Ti ho cercata nel mio tempo

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«Te l'ho detto mamma, questo paese è meraviglioso come storia e architettura, ma la gente è provinciale e maligna» così dicendo aiutò la madre ad alzarsi e a spostarsi sul divano. Dentro lui eran però nuovamente apparsi i suoi abituali compagni dell’inizio: i sensi di colpa. A casa De Marchi la notizia deflagrò dopo un paio di giorni a causa di una amico del padre che aveva chiaramente visto Federico e Martina baciarsi fugacemente in auto ad un semaforo di Gubbio. Al suo rientro in casa Martina notò che, stranamente, sua madre e suo padre erano a tavola seduti, senza che nulla fosse apparecchiato come al solito. Lidia De Marchi aveva gli occhi arrossati e gonfi ed era chiaro che avesse pianto a lungo. Il padre, accigliato e scuro in volto, le ordinò immediatamente di sedersi. «Ho una notizia per te. Fra tre giorni ti trasferisci a Trento da tua cugina che ti condurrà in un collegio. Io e tua madre desideriamo che tu finisca la scuola là» sentenziò Antonio De Marchi con voce ferma. «Ma papà perché, che è successo, perché mi fate questo?» prese a singhiozzare Martina. «Ti basti sapere che non siamo degli stupidi e che sappiamo della tua frequentazione col figlio dei Bassetti. Dio non voglia che mi ritrovi costretto a venire alle mani con loro per ciò che ti ha fatto. Inutile ti dica che non voglio che tu lo veda mai più, a partir da ora!» rispose Antonio. Detto questo si al40


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