Impackt n.2-2009

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packaging di ben 22 Paesi diversi, dal Giappone alla Svizzera, dagli USA all’Islanda, dal Costarica al Belgio. Si può sfogliarlo andando in due direzioni diverse: o in modo consequenziale, per scoprire qual è il tratto tipico del packaging design, mettiamo, della Germania oppure in modo casuale, provando a indovinare a quale nazione e a quale cultura apparterrà mai la bottiglietta del “collagene da bere”, o le futuristiche confezioni nere di chewing gum (la risposta giusta? Sta a pag. 225...) The title speaks volumes: packaging design as cultural sign. Or as a system of clues, shapes and suggestions which reveal an entire world. Constructed as a sort of “round the world trip” through packaging, the volume illustrates the most famous and typical packaging of no less than 22 different countries ranging from Japan to Switzerland, from the USA to Iceland, from Cost Rica to Belgium. It can be leafed through either logically, in order to explore the typical features of packaging design in, let’s say, Germany, or randomly, attempting to guess to which country and to which culture the bottle of “drinkable collagen” or the futuristic black chewing gum packets belong (the correct answer? It’s on page 225...)

Brands. Il mondo delle marche Marcel Danesi, Carocci, 2009, € 21,50 www.carocci.it Nella sua introduzione al volume, Marcel Danesi, professore di semiotica e comunicazione a Toronto e consulente per numerose società di marketing, cita con favore il celebre No Logo di Naomi Klein (apparso nel lontano 2000) come un libro di riferimento “nonostante vi siano alcune differenze nell’interpretazione che diamo al fenomeno del branding”. In estrema sintesi, si potrebbe anche dire che queste differenze consistono nel fatto che Danesi mantiene nei confronti delle grandi marche e dei loro “poteri” un atteggiamento più laico e alla fin fine disincantato: è difficile sostenere che il controllo che le marche detengono sul nostro modo di agire, pensare e consumare possa essere efficace senza la nostra attiva collaborazione come consumatori. La soluzione? Consiste nel conoscere meglio come funzionano i brand. E questo libro è un buon vademecum. In his introduction to the book Marcel Danesi, professor of semiotics and communication in Toronto and a consultant who works for numerous marketing companies, approvingly quotes No Logo by Naomi Klein (published way

back in 2000) as a reference point “despite their being some differences in how we interpret the phenomenon of branding”. In a nutshell one might say that these differences consist in the fact that Danesi has more of a secular and disenchanted attitude to the large brands and their “powers”. It is difficult to maintain that the control brands have over our way of acting, thinking and consuming can be effective without our active cooperation as consumers. The solution? It lies in knowing more about how brands work. And this book is an excellent handbook.

Pane e Progetto. Il Mestiere di Designer Stefano Follesa, Franco Angeli, 2009, € 38,00 www.francoangeli.it I temi affrontati in questo libro indagano e definiscono la professione del designer, in un confronto, nato spesso dalla conoscenza personale, con una nutrita serie di designer italiani. In un dialogo rilassato, ma sempre attento a mettere in rilievo la rispondenza tra vita privata e impegno professionale, oltre 40 tra nomi storici e acquisizioni più recenti del design italiano rivelano ricordi, difficoltà e successi incontrati nella loro carriera.


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