Raccolta fondi restauro opere terremoto Umbria

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SALVA UN’OPERA D’ARTE La Fondazione CittàItalia e l’Associazione Cultura Italiae organizzano un’asta di opere di importanti artisti contemporanei, che si terrà il 29 novembre prossimo, presso le Sala Conferenze delle Terme di Diocleziano, per raccogliere donazioni per il restauro di 10 opere d’arte danneggiate dal terremoto che, nel 2016, ha colpito il Centro Italia.

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La Fondazione CittàItalia è stata costituita nel 2003 dall’Associazione Mecenate 90, da alcune Città d’arte e da Fondazioni di origine ancaria. Ad oggi la Fondazione ha salvato oltre 30 opere d’arte ubicate su tutto il territorio nazionale. Dal 2008 ha realizzato ogni anno un bassorilievo tattile di un capolavoro dell’arte italiana esposto in prestigiosi musei per consentirne la fruizione a non vedenti e ipovedenti.

Cultura Italiae è un’associazione indipendente e plurale che riunisce una comunità di persone con idee e valori condivisi. Opera nei vari settori culturali e creativi dove l’Italia è conosciuta come esempio di eccellenza, merito e innovazione.


CATALOGO DELLE OPERE IN ASTA


Giovanni Albanese

Pollo per te (2009), tecnica mista, cm 25 x 57


Antimilitarista (2014), maiolica con lustro platino e terzo fuoco (es. 3/12), cm 48 x 18


Giovanni Albanese è nato a Bari nel 1955. Si è laureato in Architettura al Politecnico di Torino. È titolare della cattedra di Decorazione all’Accademia di belle arti di Roma. Il suo percorso di artista è caratterizzato da una continua ricerca che lo ha portato a sperimentare linguaggi diversi, passando dalla pittura alla scultura alle installazioni ambientali. Come scenografo ha realizzato lavori per la RAI, per il teatro e per il cinema. Nel 2003 è uscito nelle sale il suo lungometraggio “A.A.A.Achille”, scritto con Vincenzo Cerami e con musiche di Nicola Piovani, con cui ha vinto il Giffoni Film Festival. Nel 2011 è uscito il suo film, “Senza arte né parte”. Tra le numerose mostre personali e collettive vanno ricordate le partecipazioni alla XII Quadriennale nazionale d’arte di Roma (1996); alla mostra Le Tribù dell’arte (2001), a cura di Achille Bonito Oliva presso la Galleria comunale d’arte moderna di Roma; alla 54ª Biennale di Venezia nel 2011, anno in cui è anche presente con l’installazione “7 grandi canestri” nella zona rossa del centro storico dell’Aquila. Tra i numerosi riconoscimenti ricevuti il “Premio Pino Pascali per l’Arte Contemporanea”, assegnatogli nel 2002.


Franca Batich

Alba (2016), olio e collage su tela, cm 100 x 80


Franca Batich è nata nel 1940 a Trieste dove vive e lavora. Inizia fin da giovanissima a studiare pittura seguendo gli insegnamenti dei Maestri triestini Alice Psacaropulo, Giovanni Giordani e Frida de Reya. Nelle sue opere usa oli, smalti, collages di materiali diversi (tra cui il perspex) per rappresentare paesaggi allusivi proiettati in una dimensione astratta e metafisici teatri popolati da personaggi della Commedia dell'Arte, da burattini e maschere. Si esprime con un insieme di tonalità accese e altre più sobrie, dal rosso intenso con vibrazioni solari - definito da Claudio Magris come ”rosso Batich”- a gradazioni grigie e nere, che rendono del tutto particolari le atmosfere di tanti suoi dipinti. La sua attività espositiva inizia già negli anni ’60 in ambito universitario. Per molto tempo è stata operatrice culturale, gestendo a Trieste la Galleria Malcanton ed è stata presente, come gallerista e artista, a numerose esposizioni nazionali e internazionali in Austria, Germania e negli Stati Uniti. Tra le mostre più recenti: nel 2005 “Occidente”, mostra personale presso la Biblioteca Statale di Trieste; nel 2008 mostra personale con proiezione di opere e presentazione della monografia “Inseguendo il vento”(ed. Franco Rosso Libri d'arte) presso il Circolo della Stampa di Trieste; nel 2009/10 “Prospettive e presenze sul filo dell'immaginario”, mostra personale presso la Galleria Giudecca 795 Venezia; nel 2012 mostra personale” Il Verbo si è fatto Carne” palazzo Marenzi Trieste; nel 2013 “Sul filo dell'immaginario” mostra personale presso la galleria Lux Gallery di Trieste.


Davide Bramante

My own rave (Marilyn Manson) (1998/2010), acquerello su foto in b/n, cm 79 x 62


Davide Bramante è nato a Siracusa nel 1970. Dopo l’Istituto d’arte si laurea a Torino all’Accademia Albertina di belle arti. Si trasferisce poi negli USA, vincitore di due borse di studio presso la Franklin Fournace Foundation e partecipa a una mostra collettiva al MoMA di New York. Dopo un breve soggiorno a Londra, rientra definitivamente a Siracusa nel 1999. Le “photos” sono tra le sue opere più note, di grosso formato, riproducono le metropoli del mondo utilizzando una tecnica fotografica originalissima e personale che si avvale di esposizioni multiple, non digitali, realizzate in fase di ripresa. Ha sperimentato i linguaggi video - realizzando con il Gruppo ANDA video istallazioni interattive e oltre 20 opere esposte in Italia e all’estero - istallazioni materiche e istallazioni ambientali. Tra le numerose mostre personali e collettive più recenti, tenute in Italia e all’estero, si ricordano: Davide Bramante – Storie pirata (2009), Spazio Azimut, Torino; “My own rave” (2011), Mark Miller Gallery, New York; Democracy (2014), Castello Sforzesco, Vigevano; Uncommon places – an accelerationist aesthetics (2016), Palazzo Da Schio, Schio.


Mauro Cappelletti

Monocromopluritono – pensiero blu I (2011), acrilici e pigmenti su tela, cm 70 x 100


Mauro Cappelletti è nato a Trento nel 1948. Dopo aver frequentato per un periodo il DAMS di Bologna, indirizza il proprio interesse verso la pittura e la sperimentazione di diverse tecniche grafiche. Partendo dall’arte figurativa, concentra poi la propria ricerca espressiva sull’interazione degli elementi pittorici di superficie, segno e colore, percepiti come soggetti dell’arte, elaborando una propria personale poetica che l’autore stesso descrive in un testo pubblicato nel 1981 sul catalogo della mostra "Il lavoro dell’artista". Nel 1976 firma il manifesto “Astrazione Oggettiva” e partecipa all’attività e alle esposizioni del gruppo. Nel 1966 inizia l’attività espositiva che prosegue negli anni, in Italia e all’estero, con mostre collettive e personali quali “Archivio del ‘900” (1998), Museo di Arte Moderna e Contemporanea, Rovereto; “Objective Abstraktion” (1999), Istituto Italiano di Cultura, Berlino; “Pittura aniconica. Percorsi tra arte e critica in Italia. 1968-2007” (2008), Casa del Mantegna, Mantova; “54° Biennale Internazionale d’Arte di Venezia. Padiglione Italia – Trentino Alto Adige” (2011), Palazzo Trentini, Trento.


Ettore Consolazione

In hoc signo‌ n. 12 (2013), legno - carta dipinti, cm 30 x 30 x 5


Ettore Consolazione è nato a Roma nel 1941, dove vive e lavora. Compie gli studi a Roma, presso la facoltà di Architettura e l’Accademia di Belle Arti, e ad Urbino, presso l’Istituto Superiore di Grafica e Incisione. Attraverso un percorso che lo porta a sperimentare la grafica, la fotografia e la scenografia, giunge alla scultura e, utilizzando materiali diversi, quali terracotta e stoffa, interventi sonori e invadenze ambientali, riesce a creare opere originali. Sono sculture leggere, facilmente trasportabili, inizialmente improntate ad un’attenzione per il quotidiano, mentre il passaggio a una dimensione lirica avviene con le sculture in stoffa. Tra le numerose mostre alle quali partecipa, ricordiamo la sua presenza nel 1976 alla XXXVII Biennale di Venezia, alla X e XI Quadriennale di Roma. Negli anni novanta la ricerca di Consolazione subisce un processo di ulteriore semplificazione, concentrandosi prevalentemente sull’aspetto progettuale e strutturale dell’opera accentuando il carattere ambientale dell’evento. Nel 2000 la Galleria Comunale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma acquista i nove bronzi esposti alla mostra Arte Contemporanea Lavori in Corso 9; nel 2005 tiene una grande mostra antologica a Montecarlo, pubblicando contestualmente una monografia sui trent’anni del suo lavoro; nel 2013, partecipa alla Biennale Internazionale di Scultura a Racconigi-Torino.


Mario Fallani

Il Trasloco (1990), olio su cartone, cm 60 X 60


Mario Fallani (Firenze, 1934 – 2014) compie gli studi con Pietro Parigi nell'Istituto d'Arte di Porta Romana a Firenze. Nel 1963 riceve il diploma di "Master of Fine Arts" dall'Art Institue of Chicago. Dal 1961 al 1968 risiede negli Stati Uniti, dove dapprima insegna all'Art Institute of Chicago e poi al Pratt Institute e alla School of Visual Arts di New York. Dal 1968 è di nuovo in Italia. La sua ricerca pittorica si sviluppa in ambito figurativo e giunge negli ultimo anni a concentrarsi su un naturalismo lirico ed evocativo. Nel 1975 esegue i dipinti per il film "Il Casanova” di Federico Fellini e dei bozzetti per il film "E la nave va" sempre di Fellini. Ha tenuto molte mostre personali in Italia e all’estero, tra le più prestigiose vi sono: la mostra tenuta nel 2005 al Museo Marini di Firenze, a cura di Carlo Sisi, in occasione della quale viene pubblicata una monografia che ripercorre l’intero percorso dell’artista. Nel 2011 è presente alla Biennale di Venezia con l’opera “L’albero è bello ma non lo sa”.


Piero Gilardi

Nido nel bosco (2016), poliuretano espanso, cm 50 x 50


Piero Gilardi è nato a Torino nel 1942, dove vive e lavora. Nel 1963, realizza la sua prima mostra personale Macchine per il futuro. Due anni più tardi realizza le prime opere in poliuretano espanso, i Tappeti-natura che espone a Parigi, Bruxelles, Colonia, Amburgo, Amsterdam e New York. A partire dal 1968 interrompe la produzione di opere per partecipare all’elaborazione delle nuove tendenze artistiche: Arte Povera, Land Art, Antiform Art. Nel 1969, comincia una lunga esperienza transculturale diretta all’analisi teorica e alla pratica della congiunzione “Arte Vita”. Come militante politico e animatore culturale giovanile conduce svariate esperienze di creatività collettiva nelle periferie urbane e mondiali: Nicaragua, Riserve Indiane negli USA e Africa. Nel 1981 riprende l’attività nel mondo artistico. A partire dal 1985 inizia una ricerca artistica con le nuove tecnologie, elaborando il Progetto IXIANA. Nel corso degli anni ’90 ha sviluppato una serie di installazioni interattive multimediali. Insieme a Claude Faure e Piotr Kowalski, ha costituito l’associazione internazionale Ars Technica. Ha pubblicato due libri di riflessione teorica sulle sue varie ricerche: Dall’arte alla vita, dalla vita all’arte e Not for Sale. Scrive articoli per varie riviste d’arte come Juliet e Flash Art. Ha promosso il progetto del PAV – Parco Arte Vivente, che si è aperto a Torino nel 2008. Nel 2017 il Maxxi di Roma ha dedicato un’ampia mostra monografica a Gilardi dal titolo “Nature forever”.


Francesco Guerrieri

Interno luce 2010 (2010), acrilico su tela e legno, cm 45 x 45


Francesco Guerrieri (Borgia (CZ), 1931 - Roma, 2015). Dal 1939 ha vissuto a Roma. Ha frequentato i Corsi dell'Accademia di Francia, a Villa Medici, dal 1958 al 1960. Nel 1962 è stato tra i fondatori del Gruppo 63, allo scioglimento del quale forma con Lia Drei lo Sperimentale p. (1963-68). Tra il 1965 e il 1966 Guerrieri svolge un'intensa attività teorica, organizza e realizza le mostre-dibattito itineranti “Strutture visive” e “Strutture significanti”, e collabora ad “Arte oggi” e ad altre riviste. Dal 1968 al 1971 realizza happenings, anche con la partecipazione del pubblico ("Un modo di farsi l'arte insieme all'artista"). Dal 1972 inizia un nuovo ciclo pittorico che, attraverso progressive riduzioni del segno pittorico, culminerà nella grande operaambiente “Immarginazione” (1977), nella quale scompare la tela per incorniciare con il telaio la sala espositiva. Negli anni Ottanta l’artista rinnova ancora il proprio linguaggio realizzando opere di Metapittura, di cui sottoscrive il primo e il secondo Manifesto. Dal 1986, Guerrieri si ritira per un decennio sull’Appennino romagnolo, continuando però a lavorare. Sul finire degli anni Novanta inizia un nuovo ciclo di “Interno d’Artista. Tra le numerose mostre in Italia e all’estero, si ricordano l’ampia retrospettiva nel 2012 al MACA - Museo Arte Contemporanea di Acri; Percorsi riscoperti dell’arte italiana 1947-2010 nella Collezione VAF/Stiftung al MART di Rovereto nel 2011; Arte Cinetica e Programmata alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma nel 2012; Arte Programmata y Cinetica Italiana al MACBA Museo de Arte Contemporàneo de Buenos Aires e al MACLA de La Plata (Argentina) nel 2013 e nel 2014. Infine il MACRO di Roma, al quale Guerrieri nel 2015 ha donato l’opera “Autoritratto Interno d’Artista”, dedica, all’artista e a Lia Drei, una mostra nel 2016.


Luigi Mainolfi

Polvere (senza data), tecnica mista su carta, cm 53 x 53


Luigi Mainolfi è nato a Rotondi (AV) nel 1948. Compie gli studi presso l’Accademia di belle arti di Napoli. Nel 1973 si trasferisce a Torino, dove ancora oggi vive e lavora. Fra il 1972 e il 1976 concentra la propria ricerca sul corpo e sul gesto, presentando, nelle prime esposizioni e performance, calchi del proprio corpo in gesso che lascia consumare nell’acqua, permettendo alla scultura di trasformarsi e deteriorarsi. Il percorso artistico prosegue con le grandi terrecotte che rappresentano paesaggi e soggetti di ispirazione fiabesca. Le sue sculture sono realizzate con materiali poveri e naturali e fusioni in bronzo. Tra le mostre personali e collettive in Italia e all’estero: la XL Biennale di Venezia e Documenta 7 di Kassel, (1982); la Biennale de Paris (1982); la Biennale di Venezia (1986); la XI e XII Quadriennale d'Arte Nazionale di Roma; la Promotrice di belle arti, Galleria civica d'arte moderna, Torino (1995). Nel 1987 vince Il Superior Prixe al 5th Henry Moore G.P. in Giappone, con il grande bronzo Città Gigante (1986) e ottiene il Premio Michelangelo per la scultura (2007) conferitogli dalla città di Carrara. Nel 1990 ha una sala personale alla Biennale di Venezia dove installa “Sole nero”. Per i 150 anni dell’Unità d’Italia il Palazzo Madama di Torino ha ospitato, da aprile a novembre 2011, una sua grande installazione dal titolo Torino che guarda il mare.


Achille Pace

Aquilone (2006), filo, stoffe, cotone e tempera su tela, cm 69,5 x 50


Achille Pace è nato a Termoli (CB) nel 1923. Durante un soggiorno in Svizzera nel 1933 ha modo di vedere opere degli espressionisti tedeschi della Brücke e di Klee, e questa esperienza ne influenzerà la produzione artistica successiva, sia nella cromia che nel segno. Dal 1960 in poi il filo di cotone diviene protagonista della sua tecnica, disponendolo sulle superfici con un andamento dapprima uniforme e gestuale e poi sempre più rigoroso e costruttivo. In questo stesso anno inizia la sua direzione del Premio Termoli, incarico che manterrà fino al 2005, adoperandosi per costituire la Galleria civica d’arte moderna e contemporanea di Termoli. Nel 1962, con Uncini, Biggi, Carrino, Frascà e Santoro, fonda il Gruppo Uno e vi rimane fino al 1964. È invitato a partecipare alla XXXIX e alla XL Biennale di Venezia (1980, 1982) ed espone più volte alla Quadriennale di Roma. Partecipa alla mostra storica “Ricerche degli artisti in Italia dal 1960 al 1980”, promossa dal Comune di Roma; nel giugno 1989 espone a Mosca e a Leningrado alla mostra "Orientamenti dell'arte italiana: 1947-1989".


Tullio Pericoli

Senza titolo (2010), acquerello e china su carta, cm 30 x 30


Pianure (2008), acquerello e inchiostro su carta di cotone, cm 38 x 56


Tullio Pericoli è nato a Colli del Tronto (AP) nel 1936. Dal 1961 vive a Milano dove si afferma come pittore e disegnatore. A partire dagli anni ’70 inizia a collaborare con la rivista “Linus”, con il “Corriere della Sera” e con il settimanale “L’Espresso”. Nel 1987, su incarico di Livio Garzanti, realizza, in un salone della casa editrice, una pittura murale. Nel 1990 pubblica con Einaudi i Ritratti arbitrari. Proseguono le personali, a Milano, con la mostra “Attraverso il disegno”, ospitata a Palazzo Reale nel 1991, e, a seguire, a Parigi e Monaco. Nel 1995 disegna scene e costumi per l'opera L'elisir d'amore di Donizetti, in scena a Zurigo. Nel 2001 mette in scena Le sedie di Ionesco per il Teatro Studio di Milano, curandone la regia, le scene e i costumi. Opere sul tema del paesaggio sono esposte a Palazzo Lanfranchi a Pisa all’inizio del 2002. Nello stesso anno la casa editrice Adelphi pubblica il volume I ritratti, una raccolta di 577 volti di personaggi. Nel 2010 ritratti e paesaggi sono presenti nella mostra Lineamenti, volto e paesaggio al Museo dell’Ara Pacis di Roma e nello stesso anno espone i dipinti più recenti nella mostra L’infinito paesaggio, organizzata dal FAI a Villa Necchi a Milano. Nel 2015 si inaugura in settembre, a Palazzo Fava, la mostra Sulla terra, che raccoglie il lavoro sul paesaggio dal 1999 al 2015, portata poi a Urbino, Palazzo Ducale, nel 2016. Nel 2017 è presente con la mostra Scritture e figure alla galleria Consadori di Milano, proponendo anche un nuovo libro dallo stesso titolo.


Marcello Reboani

Planisfero (2013), tecnica mista, tessuti (lino) e pellami riciclati, cm 92 x 74


Planisfero (2015), tecnica mista (legno e PVC), cm 103 x 140


Marcello Reboani è nato a Roma nel 1957. Allievo di Toti Scialoja all’Accademia delle Belle Arti, si diploma in scenografia nel 1979 ed inizia ad esporre grandi tele ad olio i cui soggetti ricorrenti sono nudi fluttuanti in spazi rarefatti, avvolti e legati da un ricorrente nastro rosso simboleggiante Eros. All’inizio degli anni Novanta intraprende un lungo viaggio in barca a vela intorno al mondo che sarà fonte di ispirazione negli anni a seguire, e nel 1995 compaiono per la prima volta i “Planisferi”: pannelli di legno, alluminio, gesso, decorati con tecniche miste, che riproducono la fisionomia terrestre. Nel 1997 incontra Melissa Proietti, esperta di moda e curatrice di eventi artistici, con la quale inizia una stretta collaborazione dando vita a una produzione artistica eclettica che trova spazio in luoghi espositivi non convenzionali. Reboani, presente in importanti collezioni private nazionali ed internazionali, è annoverato tra gli artisti dell’Electronic Art Cafè seguiti da Achille Bonito Oliva. Nella storica saletta Sprovieri del ristorante “Dal Bolognese” Reboani espone nel 2004 “No Ordinary People”, ciclo di ritratti materici raffiguranti gli uomini più carismatici dello scorso secolo. Nel 2007, con Melissa Proietti, inaugura il primo “Must Have – It’s a consumer jungle out there”. Nel 2011 espone al Macro di Roma nell’ambito della rassegna “C’era una volta”. Nel 2009 viene scelto da RDS come artista-simbolo della green philosophy dell’emittente, poiché Reboani da anni si serve per i suoi assemblage materici esclusivamente di materiali di recupero. Nel 2012 Reboani è a Miami presso la Galleria Cà D’Oro con la rassegna collettiva Marilyn Monroe, Tribute to a Female Icon. Nel 2013 partecipa alla collettiva Omaggio a Verdi, Auditorium Conciliazione di Roma e presenta la sua personale Ladies for Human Rights in collaborazione con il Robert F. Kennedy Center for Justice and Human Rights.


Sara Santarelli

Planisfero (2015), tecnica mista (legno e PVC), cm 103 x 140


Sara Santarelli è nata nel 1991. Compie gli studi presso all’Accademia di Belle Arti di Roma, dove si laurea al Biennio specialistico di Arte Ambientale e linguaggi sperimentali a carattere urbano, extraurbano e paesaggistico, scuola di Decorazione. È stata assistente dell'artista e regista Giovanni Albanese. Ha rappresentato la scuola di Decorazione dell’Accademia per il Premio Internazionale Limen Arte 2013, al “3° concorso nazionale Frascati fotografia” ed è stata selezionata tra i finalisti. Ha partecipato a numerose mostre collettive, le più recenti tenutesi presso il MACRO (Museo d’Arte Contemporanea Roma, Via Nizza 138), i Musei Capitolini, il Palazzo Apostolico Lateranense, la Pontificia Università Lateranense e la Basilica Sant'Andrea della Valle a Roma. Per il Festival del Verde e del Paesaggio 2015, presso l’Auditorium Parco della Musica di Roma, ha contribuito alla realizzazione delle scenografie per i fondali delle Terrazze del festival, progettate dal Garden Designer Carlo Contesso.


Mario Sasso

Le piazze, le strade e la j lunga (2010), elaborazione digitale stampa su pvc e pittura acrilica, cm 59 x 41


Verso via della Croce (2010), elaborazione digitale, stampa su pvc e pittura acrilica, cm 22 x 52


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Mario Sasso è nato a Staffolo (AN) nel 1934. Presto si trasferisce con la famiglia nella vicina Jesi. Da ragazzo frequenta lo studio di alcuni pittori locali. Diciottenne va a Torino, dove segue i corsi della Scuola di Grafica di Armando Testa. Nel 1958 si trasferisce a Roma dove dipinge un ciclo di quadri informali, e nel 1959 inizia a collaborare con la Rai, avviando un percorso di ricerca che lo porta ad affiancare alla pittura la progettazione grafica nei nuovi media elettronici della televisione. Realizza la sigla di Non è mai troppo tardi. Nell’ottobre 1968, su incarico della Rai, va in Libia dove prende parte all’istituzione della locale televisione nazionale e realizza una serie di quadri ispirati al mondo arabo. Nei primi anni Settanta, dipinge Spazi chiusi - Spazi aperti, un ciclo di quadri sul tema dell’inquietudine urbana, caratterizzati da un forte accento poetico e da una pittura divisionista sottratta all’ingrandimento fotografico, a cui Sasso fa esplicito riferimento. Nella seconda metà degli anni Novanta l’artista concentra la propria attenzione sulle videoinstallazioni, genere nel quale riassume compiutamente la ricerca nel campo pittorico e la sperimentazione e ibridazione tecnica e linguistica sul versante multimediale. Del 1998 è la Torre delle Trilogie totem di sessanta monitor, con musiche di Nicola Sani, commissionato da I Guzzini, opera nella quale per la prima volta sperimenta uno sviluppo verticale del montaggio e con cui vince il Premio Guggenheim. Del 2008 è la sua grande antologica al Museo d’Arte Moderna e Contemporanea di Mosca.


Ernesto Tatafiore

Campania felix (2005), acrilico su tela, cm 50 x 70


Ernesto Tatafiore è nato a Napoli nel 1943 e qui vive e lavora. Si laurea in medicina con specializzazione in psichiatria. Nel 1969 presenta la sua prima personale nella galleria di Lucio Amelio e Achille Bonito Oliva, in tale occasione, definisce il suo lavoro “neoilluministico”, in quanto volto a indicare un legame etico tra l’arte e la storia. Le sue opere sono spesso popolate da eroi (Robespierre, Mozart, Maradona, Danton, la Virtù, la Libertà) oppure narrano di grandi eventi storici o di vicende dell’umanità, che l’artista però libera dal racconto logico-consequenziale del romanzo storico per inserirli in un contesto rappresentativo che ricorda le modalità associative del sogno o il flusso continuo e non organizzabile della vita. Tra le mostre a cui ha partecipato: n “Mezzanine” (1985), Metropolitan Museum of Art, New York; “Ernesto Tatafiore”(1990), Padiglione Italiano, Biennale di Venezia, Venezia; “Ernesto Tatafiore - Non Solo” (2005), Museo di Capodimonte, Napoli; “Futuristi - Kampf Maschine” (2011), Levy, Berlin; “Ernesto Tatafiore - Ritorno a Itaca” (2017), Museo Archeologico Nazionale di Napoli - Napoli


Piero Vignozzi

Rametto di noce reciso (2009), matita pastello e olio, cm 65 x 80


Piero Vignozzi è nato a Firenze nel 1934, compie gli studi all'Istituto Artistico. Nel 1957 partecipa ad alcune mostre collettive fra le quali una rassegna di Giovane pittura italiana allestita presso diverse capitali dell'Est europeo. Nel 1958 tiene la sua prima personale alla Galleria L'Incontro di Arezzo esponendo disegni e incisioni su legno. Intanto comincia a dipingere tele legate all'informale, che presenta nel 1961 in una personale di soli dipinti. La ricerca espressiva dell’artista lo porta poi a un recupero dell’immagine e della figurazione, attraverso un non convenzionale filtro "pop" privato di ogni assonanza americaneggiante e volto invece ad una tematica raffinatamente artigiana. Sono gli oggetti e i luoghi della quotidianità, percepiti quali fonti di continue esperienze, a diventare protagonisti delle opere di Vignozzi. Elabora dunque una poetica "intimista" che caratterizza la sua produzione più matura. Nel 1977 gli è stato assegnato il XXIII Premio del Fiorino. Tra le numerose mostre si ricordano: un'importante e ampia rassegna antologica (1991), Palazzo dei Diamanti, Ferrara; Padiglione Italia alla LIV Biennale di Venezia (2011).


BENI DANNEGGIATI DAL TERREMOTO IN CENTRO ITALIA

Complesso ligneo, chiesa dei Ss. Ausonio e Carlo Borromeo, località Pescia, Norcia


Complesso ligneo e mitria, chiesa di S. Procolo, localitĂ Avendita, Cascia


Complesso ligneo (Madonna con Bambino), chiesa di S. Martino, localitĂ Legogne, Norcia


Tabernacolo, chiesa di S. Benedetto (cripta), Norcia


Crocifisso, chiesa di S. Pellegrino, Norcia


Statua di S. Leonardo, chiesa di S. Leonardo, localitĂ Montebufo, Preci


Edicola con Madonna con Bambino, chiesa di S. Leonardo, localitĂ Montebufo, Preci


Pala d’altare, Museo dell’Abbazia di S. Eutizio, località Piedivalle, Preci


Pala d’altare (cornice), Museo dell’Abbazia di S. Eutizio, località Piedivalle, Preci


Coperchio di fonte battesimale, chiesa di S. Marco, localitĂ San Marco, Norcia


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FONDAZIONE CITTÀITALIA Corso Vittorio Emanuele II, 21 00186 Roma tel. 0636006206 fax 063208396 email segretario.generale@fondazionecittaitalia.it


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