lectura
dantis
10 OTTOBRE 2015 pag. 15
Disegni di Pam Testi di Aldo Frangioni
M’apparve poi uom poco elegante. Maneggion era stato in mia Fiorenza. Folto crin bianco e fisico prestante.
rispose tosto, come suo maniere: a molti diei denari con il banco, sempre vicino al sommo Cavaliere.
Ruppi col Sire e mi trovai la tana con pochi e interessati senatori al prence fiorentin levai una grana.
Non credo di turbar la tu’ pazienza, se so tuo nome e lo tuo mestiere. Ciacco de’ Verdi o dell’Insolvenza,
A forza di dar sghei venne l’ammanco, mi salvò la politica romana e di stare al poter non ero stanco.
Senza di me, malgrado i detrattori, lui non potea togliere quel segno a quella carta, de’ suoi futuri onori.
Canto VI
Dante incontra tra i golosi un dannato soprannominato Ciacco, si capisce subito che si tratta di un politico fiorentino, il cui banco aveva fatto fallimento